Arcireport n 2 2015

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arcireport

settimanale a cura dell’Arci | anno XIII | n. 2 | 22 gennaio 2015 | www.arci.it | report @arci.it

«Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre» Primo Levi di Andrea La Malfa presidente Arci Trento

Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa entrarono nel campo di sterminio di Auschwitz, liberando i pochi superstiti. Un fatto storico che sembra più lontano nel tempo di quanto in realtà non sia. Settant’anni sono i nostri padri e le nostre madri per alcuni, le nostre nonne e nonni per altri. È comunque un tempo storicamente recente, dove possiamo collocare volti a noi familiari, anche se meno segnati dal tempo. La storia della seconda guerra mondiale sono le loro storie. Le loro paure, le ansie e le angosce, le tragiche certezze e la flebile speranza sono state ricordate e raccontate molte volte. I testi di Primo Levi somigliano incredibilmente a un racconto inverosimile di chi, ucciso nel corpo e ancora di più nell’anima, torna dall’inferno per raccontarcelo. Come la Divina Commedia di Dante, solo che questa volta quei fatti sono reali, sono davvero accaduti e hanno lasciato un segno indelebile. La linea ferroviaria che passa a pochi metri da dove sto scrivendo questo editoriale, a Trento, è la stessa da cui lo stesso Primo Levi passò, insieme a migliaia di altri cittadini italiani, ebrei, omosessuali, nomadi, oppositori politici. Deportati in località

a loro sconosciute e oggi tristemente note: Auschwitz-Birkenau, Mauthausen, Dachau. Verso la fine della guerra le truppe tedesche tentarono di distruggere i campi di sterminio e cancellare le prove delle atrocità commesse. Molti dei prigionieri furono trasferiti nelle cosiddette ‘Marce della Morte’. I superstiti, già esausti da mesi di privazioni e stenti, furono costretti a marciare per chilometri nella neve, senza acqua nè cibo. La maggior parte di loro morì così. A guerra già persa e fino all’ultimo atto il tragico disegno nazista continuò a protrarsi e mietere le sue vittime. Questo dettaglio rende bene l’idea della determinazione degli esecutori di quel disegno. Ma ancora di più a colpire dei campi di sterminio è la rigida logicità e razionalità con cui fu gestito questo processo di morte. La storia umana è infatti piena di guerra, come anche di stermini. La nostra cultura classica ha sempre rappresentato la guerra come sangue e fango, la pugna di latina memoria. I campi di concentramento sono altro: un asettico meccanismo di morte, pensato logicamente e industrialmente, volto a massimizzare l’orrore come fosse profitto. Il processo politico che ha portato alla

formazione dell’Unione Europea è sembrato per molti anni come capace di chiudere questa ferita. L’unione dei popoli come mezzo per garantire l’irripetibilità di quegli orrori. Oggi però con il ritorno di movimenti nazionalisti e xenofobi, l’Europa si ritrova quei fantasmi alle porte. Le immagini dell’attentato di Charlie Hebdo, che hanno colpito ognuno di noi, sono state un’occasione per chi costruisce il proprio consenso sulla paura. Il Front National di Marine Le Pen ha subito ‘sequestrato’ i corpi delle vittime usandoli come feticcio per una retorica violenta. Ironia della sorte, corpi di comunisti o anarchici (come i redattori del giornali), di ebrei (come le vittime del supermercato Kosher di Parigi) e di islamici (come Ahmed, il poliziotto parigino ucciso). Per questo motivo questi settant’anni ci portano un ricordo più vicino che mai. Sono un monito attualissimo da diffondere nella cultura popolare. La frase scelta dall’Arci per questo 27 gennaio 2015 è ‘La memoria costruisce il futuro’. Un punto su cui la nostra associazione potrà costruire politiche culturali di pace, che servano come messaggio ai nostri giovani soci.


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arcireport n. 2 | 22 gennaio 2015

giornatadellamemoria

L’Arci e la Giornata della Memoria Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa entrarono nel campo di sterminio di Auschwitz, liberando i pochi superstiti. Il 2015 segna dunque i settant’anni da questo avvenimento. Durante l’anno in corso si intrecceranno diversi tragici anniversari rispetto ai quali l’Arci può svolgere un importante lavoro culturale. Ricordiamo ad esempio il ventesimo anniversario del massacro di Srebrenica (11 luglio 1995) e il Genocidio armeno (i cui cento anni saranno commemorati il 24 aprile). Molti comitati, associazioni e circoli realizzano iniziative il 27 gennaio, o intorno a questa data. Chiediamo ai comitati territoriali di segnalarle scrivendo a ufficiostampa@arci.it o presidenza@ arci.it in modo da realizzare un calendario comune che verrà condiviso sul sito. Per la Giornata della Memoria sono stati realizzati dei file grafici per le campagne sul web e cartacea, scaricabili dal sito www.arci.it Di seguito, le prime iniziative segnalate Dal 22 al 30 gennaio ♦ ANCONA - Arci Ancona, in collaborazione con alcune associazioni locali, presenta Le SS ci guardavano: per loro eravamo come degli scarafaggi: mostre, iniziative, omaggi musicali che avranno luogo all’interno dei vagoni ferroviari al Binario 1 Ovest della stazione di Ancona. 23 gennaio ♦ SALVE (LE) - ore 20.30 presso la Sala Conferenze di Palazzo Ramirez: Arci Cassandra e Alibi Teatro portano in scena L’istruttoria, un dramma basato sulle note prese da Peter Weiss durante il processo di Francoforte (1963-1965), il primo davanti ad un tribunale tedesco, voluto dal governo della Repubblica federale per giudicare le responsabilità

dei criminali nazisti nei campi di concentramento. Dal 24 gennaio al 3 febbraio ♦ VARESE - il comitato Arci provinciale, insieme ad Anpi, Film Studio ‘90 e circolo Arci L’albero di Antonia, promuove le proiezioni di quattro film legati al tema della Memoria: Hotel Meina di Carlo Lizzani; Corri ragazzo corri di Pepe Danquart; Indesiderabili di Chiara Cremaschi; Le rose di Ravensbruck di Ambra Laurenzi e Federico Girella. 25 gennaio ♦ LUCO DEI MARSI (AQ) - ore 18 presso la Sala ex Municipio: il comitato territoriale organizza Memoria memorie. 1915 un anno di macerie. Inquadramento storico a cura di Argante Ciocci, momenti di poesia e teatro a cura di Pierino Zi Frate, intermezzi musicali a cura del pianista Angelo Fina. 27 gennaio ♦ FANO (PU) - ore 19 presso il circolo Arci Artigiana: il circolo giovanile Salvador Allende, con la collaborazione delle Donne in Nero, dell’Anpi sez. ‘Leda Antinori’ e del circolo Arci ‘Artigiana’ propongono un appuntamento con le letture di Lucilla Monaco e l’accompagnamento musicale di Laura Scarabottolo. Le letture saranno tratte da La banalità del male di Hannah Arendt, Contro il Giorno della Memoria di Elena Loewenthal, Lo scempio del mondo di Johan Huizinga, Lettere al muro. ♦ PIOMBINO (LI) - ore 10 presso il Cinema Metropolitan: proiezione del film Train de vie, con la presentazione di Francesca Lenzi, a cura del circolo Officine Cineclub Piombino; ore 16 presso il Centro Giò ‘F. De Andrè’: presentazione del libro Elementi così sospetti e poco desiderabili. Le persecuzioni razziali in Val di Cornia

Col pareggio ci perdi Due giornate per la raccolta firme Il 30 e il 31 gennaio in tutta Italia si raccoglieranno le firme per il progetto di legge di iniziativa popolare per abrogare il principio del pareggio di bilancio contenuto nell’articolo 81 della Costituzione. Decine di banchetti saranno organizzati in tutte le città italiane. Obiettivo è raccogliere entro metà aprile almeno 50mila firme per poter depositare il testo di legge in Parlamento. Le iniziative (con città, indirizzo, orario e referente) andranno comunicate all’indirizzo mail colpareggiociperdi@gmail.com entro le 16 di martedì 27 gennaio www.colpareggiociperdi.it

di Andrea Panerini. Saranno presenti l’autore e Paola Jarach Bedarida della comunità ebraica di Livorno. Entrambe le iniziative sono promosse dal comitato Arci Piombino Val di Cornia Elba. 27 e 28 gennaio ♦ URI (SS) - ore 15.30 presso la Sala Consiliare del Comune. ♦ FLUMINIMAGGIORE (CI) - ore 17.30 presso il Centro Culturale. ♦ GONNESA (CA) - ore 17.30 presso il Centro Culturale S’Olivariu. Arci Sardegna e Arci Sud Sardegna, in collaborazione con i Comuni coinvolti, Terra del Fuoco e Treno della Memoria organizzano In viaggio verso la Memoria, le ragazze e i ragazzi del Treno della Memoria si raccontano: restituzione pubblica, attraverso video, foto e pensieri dell’esperienza personale e collettiva vissuta da oltre 300 ragazzi provienienti dalla Sardegna, attraverso un percorso che li ha portati sui luoghi dell’Olocausto nei campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau. Ingresso gratuito. 29 gennaio ♦ BELLUSCO (MB) - ore 21 presso il Castello, Sala della Fama: il circolo Arci Pier Paolo Pasolini e l’Anpi provinciale, con il patrocinio del Comune di Bellusco, organizzano la presentazione del libro-fumetto La rosa sepolta, con la presenza degli autori Barbara Borlini e Francesco Memo. 31 gennaio ♦ MARUGGIO (TA) - ore 20.30 presso il Cine-Teatro Impero: l’Arci Paisà, in collaborazione con altre realtà associative del territorio, organizza Per non dimenticare... - La Giornata della Memoria fra musica, teatro, racconti e poesia... ci saranno intermezzi musicali a cura di Umberto Antonio Summa, Luigi Saracino e Francesco Santoro, special guest i Terron Rebel Sound, con la partecipazione straordinaria del Piccolo Coro ‘La Banda di Bambù’, diretto dal maestro Salvatore Moscogiuri. L’IISS Mediterraneo Alberghiero per l’occasione offrirà una degustazione di piatti della tradizione ebraica. 7 febbraio ♦ TERNI - presso il Teatro Secci: il comitato territoriale mette in scena il Diario di Anna Frank. La rappresentazione sarà curata dalla compagnia teatrale ‘Il siparietto’ di Terni.


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arcireport n. 2 | 22 gennaio 2015

anpi

Riforme. Era (ed è) una questione democratica L’appello dell’Anpi su Senato e legge elettorale

Pubblichiamo questo appello dell’Anpi in difesa della democrazia, che verrà inviato agli organi di stampa, a tutti i parlamentari e ad esponenti dei gruppi e dei partiti. Verrà inoltre diffuso alla più larga sfera di cittadini, ai fini di una corretta, completa e necessaria informazione Il 29 aprile 2014 l’Anpi nazionale promosse una manifestazione al teatro Eliseo di Roma col titolo Una questione democratica, riferendosi al progetto di riforma del Senato ed alla legge elettorale da poco approvata dalla Camera. Da allora, molta acqua è passata sotto i ponti; ma adesso che si vorrebbe arrivare ad un ipotetico ‘ultimo atto’ (l’approvazione da parte del Senato della legge elettorale in una versione modificata rispetto al testo precedente, ma senza eliminare i difetti e le criticità; e l’approvazione, in seconda lettura, alla Camera della riforma del Senato approvata l’8 agosto scorso, senza avere eliminato i problemi di fondo) è necessario ribadire con forza che se passeranno i provvedimenti in questione (pur non in via definitiva) si realizzerà un vero e proprio strappo nel nostro sistema democratico. Non è più tempo di inascoltate argomentazioni e bisogna fermarsi all’essenziale, prima che sia troppo tardi. Una legge elettorale che consente di

formare una Camera (la più importante sul piano politico, nelle intenzioni dei sostenitori della riforma costituzionale) con quasi i due terzi di ‘nominati’, non restituisce la parola ai cittadini, né garantisce la rappresentanza piena cui hanno diritto per norme costituzionali. Una legge elettorale, oltretutto, che dovrebbe contenere un differimento dell’entrata in vigore a circa un anno, contrariamente a qualunque regola o principio (le leggi elettorali si fanno per l’eventualità che ci siano elezioni e non dovrebbero essere soggette ad accordi particolari, al di là di ogni interesse collettivo). Quanto al Senato, l’esercizio della sovranità popolare presuppone una vera rappresentanza dei cittadini fondata su una vera elettività. Togliere, praticamente, di mezzo una delle Camere elettive previste dalla Costituzione, significa incidere fortemente sia sul sistema della rappresentanza, sia su quel contesto di poteri e contropoteri, che è necessario in ogni Paese civile e democratico e che da noi è espressamente previsto dalla Costituzione (in forme che certamente possono essere modificate, a condizione di lasciare intatte rappresentanza e democrazia e non sacrificandole al mito della governabilità). Un sistema parlamentare non deve essere necessariamente bicamerale. Ma se si mantiene il bicameralismo, pur differenziando

‘Il contributo del Mezzogiorno alla Liberazione d’Italia - 1943-1945’ A Castel Nuovo (Maschio Angioino) convegno promosso dall’Anpi Un’importante iniziativa per presentare i concreti passi in avanti sulla questione storica della partecipazione attiva dei meridionali alle varie forme di Resistenza. Sulla scia di un rinnovamento degli studi sull’argomento, dopo decenni di sottovalutazione, si affronteranno i numerosi episodi resistenziali nel sud, il diretto coinvolgimento di meridionali in formazioni partigiane nel centronord, percorsi biografici esemplari, il tema del ‘ritorno’ e il riconoscimento dell’esperienza partigiana nel dopogu-

erra. Verranno illustrati i risultati del progetto di ricerca nazionale: Il contributo del Mezzogiorno alla Liberazione italiana (1943-1945) promosso dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per il 70° anniversario della Resistenza e della Liberazione. Il convegno, in programma il 22 e 23 gennaio, si svolgerà a Castel Nuovo (Maschio Angioino). Porterà il saluto della città di Napoli il Sindaco Luigi de Magistris.

(come ormai è necessario) le funzioni, occorre che i due rami abbiano la stessa dignità, lo stesso prestigio, ed analoga elevatezza di compiti e che vengano create le condizioni perche l’eletto, anche al Senato, possa svolgere le sue funzioni «con disciplina e onore» come vuole l’articolo 54 della Costituzione. Siamo dunque di fronte ad un bivio importante, i cui nodi non possono essere affidati alla celerità ed a tempi contingentati. In un momento di particolare importanza, come questo, ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, affrontando i problemi nella loro reale consistenza e togliendo di mezzo, una volta per tutte, la questione del preteso risparmio con la riduzione del numero dei Senatori, perché uguale risultato potrebbe essere raggiunto riducendo il numero complessivo dei parlamentari. Ai parlamentari, adesso, spetta il coraggio delle decisioni anche scomode; ed è superfluo ricordare che essi rappresentano la Nazione ed esercitano le loro funzione senza vincolo di mandato (art. 67 della Costituzione) e dunque in piena libertà di coscienza. Ai partiti, se davvero vogliono riavvicinare i cittadini alle istituzioni ed alla politica, compete di adottare misure e proporre iniziative legislative di taglio riformatore idonee a rafforzare la democrazia, la rappresentanza e la partecipazione anziché ridurne gli spazi. Ai cittadini ed alle cittadine compete di uscire dal rassegnato silenzio, dal conformismo, dalla indifferenza e far sentire la propria voce per sostenere e difendere i connotati essenziali della democrazia, a partire dalla partecipazione e per rendere il posto che loro spetta ai valori fondamentali, nati dall’esperienza resistenziale e recepiti dalla Costituzione. L’Italia può farcela ad uscire dalla crisi economica, morale e politica, solo rimettendo in primo piano i valori costituzionali e le ragioni etiche e di buona politica che hanno rappresentato il sogno, le speranze e l’impegno della Resistenza. Dipende da tutti noi. L’Anpi resterà comunque in campo dando vita ad una grande mobilitazione per informare i cittadini e realizzare la più ampia partecipazione democratica ad un impegno che mira al bene ed al progresso del Paese. www.anpi.it


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solidarietàinternazionale

Il 23 gennaio il Parlamento voti sì al riconoscimento dello Stato di Palestina Il comunicato e la lettera a Governo e Parlamento di Rete per la Pace, Rete Disarmo e Sbilanciamoci! Decine di organizzazioni della società civile hanno deliberato formalmente di riconoscere lo stato di Palestina, come condizione indispensabile e quale contributo alla causa della pace e della giustizia in quella regione. Queste dichiarazioni sostengono e integrano la richiesta che il parlamento italiano riconosca lo stato di Palestina - come hanno già fatto 134 stati, e per ultimo il governo svedese, la Camera dei comuni inglese e i parlamenti di Francia e Spagna - sottoscritta da oltre 120 associazioni, dalle confederazioni sindacali, attraverso una lettera aperta a Governo e Parlamento, da raccolte firme e da importanti prese di posizione del mondo politico e della cultura. È giunto il momento, anche per il Parlamento e per il Governo italiano, di dimostrare la propria volontà e la propria responsabilità riconoscendo simbolicamente lo stato di Palestina ed impegnandosi concretamente per l’immediata riapertura dei negoziati tra le due parti, per la fine dell’occupazione e per il rispetto dei diritti umani. Di seguito il testo della lettera indirizzata al Presidente del Consiglio e al Ministro

per gli Affari Esteri. «È con profonda convinzione di agire per la giustizia che chiediamo al nostro Governo di riconoscere lo Stato di Palestina, così come hanno già fatto 134 paesi nel mondo ed in Europa. L’Italia nell’Assemblea delle Nazioni Unite ha votato a favore della risoluzione per l’ammissione della Palestina quale Stato membro osservatore, si tratta ora di rendere effettiva quella decisione: l’Italia dichiari il riconoscimento dello Stato di Palestina. Lo hanno chiesto anche 636 autorevoli esponenti della Società Israeliana in una lettera pubblicata sul quotidiano Haaretz, lo ha chiesto direttamente all’Italia Yael Dayan, figlia del generale Moshe Dayan ed importante voce della politica israeliana. È dal 1980 che l’Unione Europea afferma che la soluzione a questo conflitto è quella di arrivare a ‘due popoli e due stati’, ma quello che abbiamo visto finora è solo la crescita della colonizzazione dei territori palestinesi occupati da parte di Israele. Il 15 novembre del 1988 con la dichiarazione d’indipendenza della Palestina, i palestinesi hanno riconosciuto lo Stato d’Israele e accettato che il loro stato sor-

gesse solo sul 22% del territorio storico palestinese, quello dei territori occupati del 1967. Israele non ha invece ancora riconosciuto lo Stato di Palestina e neppure i propri confini. La motivazione che viene addotta per il non riconoscimento è che questo nuocerebbe ai negoziati, ma noi pensiamo esattamente l’opposto; i negoziati saranno ritenuti necessari da Israele nella misura in cui la comunità internazionale mostrasse, con il riconoscimento dello Stato di Palestina, il suo deciso e chiaro impegno per il rispetto della legalità e per la soluzione politica del conflitto nel quadro delle risoluzioni delle Nazioni Unite e dei ‘due popoli, due stati’. Per chi dice che il riconoscimento dello Stato di Palestina sarebbe un gesto unilaterale, ricordiamo che lo fu anche il riconoscimento e l’ammissione all’Onu dello Stato di Israele. Ci auguriamo che il nostro governo agisca con onestà, coraggio e rispetto per la giustizia e la legalità Internazionale, riconoscendo lo Stato di Palestina, per la pace e per la sicurezza dei palestinesi e degli israeliani».

Acqua è vita. Il workshop in Camerun di Marco Simoncelli

Per capire l’Africa subsahariana e penetrare nella sua essenza non esistono mezze misure. Il contatto diretto con le sue genti, caratterizzate da culture cosi varie e complesse, e la sua natura tanto lussureggiante quanto pericolosa e dura, è ineludibile. Per questa ragione il workshop fotografico in Camerun, organizzato dall’Arci, è stato un’immersione completa nella vita africana fatta di difficoltà e contraddizioni, forgiata da tradizioni e culti religiosi millenari ancora ben radicati, ma soprattutto animata da una forza interiore che le permette di andare avanti trovando sempre una strada per sopravvivere. Per sei giorni, noi, un gruppo di otto fotografi guidati dal fotografo professionista Giulio Di Meo, abbiamo vissuto a stretto contatto con la popolazione del villaggio di Bankondji, situato vicino alla cittadina di Bafang nella Regione dell’Ovest del Camerun. Raccontare la vita della popolazione con le sue atti-

vità, i suoi usi e costumi attraverso il mezzo fotografico è stato fin da subito lo scopo principale di questo progetto. In particolare si è cercato di documentare attraverso gli scatti uno degli ostacoli principali allo sviluppo della zona, l’approvvigionamento d’acqua. Non è un caso, infatti, che l’Arcs (Ong dell’Arci) proprio a Bankondji stia lavorando alla realizzazione di un impianto idrico che possa finalmente alleggerire la popolazione da alcune difficoltà che ne ostacolano l’emancipazione verso una vita migliore che certamente merita. Il gruppo ha coinvolto nella realizzazione del reportage alcuni giovani camerunesi interessati alla fotografia, i quali hanno dato un forte contributo. Questo perché non si è trattato solo del tentativo di raccontare attraverso l’istantanea, ma di una continua ricerca di uno scambio culturale, di contatto con la popolazione. Lente passeggiate tra le piccole abitazioni, verso i pozzi e fra i campi dove

pazientemente si coltiva caffè, cacao, manioca, banane, ananas, papaye, legumi e palme per produrre olio e vino. Tuffi nei caotici mercati della zona attraverso i mille colori delle vivande e delle vesti che inondano l’obiettivo. La gioia dei giochi dei tantissimi bambini che ti osservano incuriositi e sorridenti. Le tranquille chiacchierate con la gente seguita nelle sue attività o nei piccoli bar mentre si sorseggia una birra locale con il sole africano che tramonta oltre la foresta. Così sono passate le nostre giornate. Modellate da una serenità e da una lentezza che è ormai possibile ritrovare solo in luoghi come questo. L’Africa ti segna dentro lasciandoti cambiato e allo stesso tempo consapevole che anche quando sarai andato via, tutto continuerà a scorrere inarrestabile, proprio come l’acqua e la vita a Bankondji. Questo è ciò che abbiamo cercato di far trasparire dai nostri scatti.


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solidarietàinternazionale

‘Il deserto intorno’, il nuovo progetto fotografico di Giulio Di Meo Arci e Arcs hanno deciso di sostenere Il deserto intorno. L’esilio dimenticato del popolo Saharawi, il nuovo progetto fotografico di Giulio Di Meo. Il libro, che sarà pubblicato ad aprile documenta la vita e la quotidianità di un popolo che conduce la propria battaglia politica nonostante il silenzio, spesso assordante, della comunità internazionale, silenzio che genera un ‘deserto intorno’ alla propria esistenza e aggrava le condizioni di un esilio ormai dimenticato. In pochi conoscono questa causa, anche se in quarant’anni di resistenza dei Saharawi, migliaia sono state le foto scattate, le storie raccontate, gli articoli scritti e i libri pubblicati. Così come migliaia sono stati i sogni spezzati, i diritti calpestati, le promesse non mantenute. Le foto del libro sono state scattate tra il 2006 e il 2012 nei campi profughi saharawi di El Ayoun, Smara, Ausserd, Dakla, Rabouni. Raccontano la fatica, l’orgoglio, la speranza, la lotta, le tradizioni di donne, giovani e anziani che dal 1975 vivono da rifugiati nel deserto dell’hammada. Raccontano le storie di questa popolazione che resiste e lotta per vedere affermato il proprio diritto all’autodeterminazione e al ritorno nella propria terra d’origine. La pubblicazione descrive la vita che conducono donne, bambini, uomini e anziani, che da quarant’anni vivono in uno dei deserti più inospitali al mondo. Le immagini sono accompagnate da brevi commenti su temi particolarmente rilevanti tra cui l’educazione, le tradizioni, le famiglie separate, le mine, il muro della vergogna. All’interno si trovano contributi dell’On. Marisa Rodano, del Sen. Stefano Vaccari, la Vice presidente dell’Associazione Saharawi per le vittime di gravi violazioni dei diritti umani (ASVDH) Ghalia Djimi, e il

presidente dell’Afapredesa, Associazione delle famiglie dei prigionieri e desaparecidos Saharawi, Abdeslam Omar. Il progetto sarà realizzato tramite il crowdfunding, con la piattaforma ‘Produzioni dal basso’, anche grazie alla collaborazione di Banca Etica. Dal 26 gennaio sarà possibile donare. Parte dei ricavati del libro sarà destinato all’associazione Afapredesa, nata nel

Pasqua nei Campi dei rifugiati saharawi e nella RASD liberata Dal 4 all’11 aprile il Coordinamento toscano di solidarietà con il popolo saharawi organizza un viaggio di solidarietà e conoscenza nei campi profughi in Algeria. Il programma, ancora in fase di definizione, anche a seconda delle necessità dei vari partecipanti, prevede incontri con associazioni delle donne, degli studenti, dei giovani, visite a scuole e ospedali, uno spettacolo musicale. Si visterà il museo della guerra e si parteciperà alla manifestazione internazionale contro il muro della vergogna nei territori liberati. Anche l’Arci partecipa a questo viaggio. Chiunque fosse interessato può contattare Valentina Roversi all’indirizzo email roversi@arci.it

1989 come risposta civile e non violenta alle continue violazioni dei diritti umani perpetrate dal governo marocchino nei confronti dei Saharawi. Il libro è dedicato alla memoria di Tom Benetollo, grande amico del popolo Saharawi. I comitati interessati a promuovere il libro e organizzare incontri possono scrivere a roversi@arci.it www.giuliodimeo.it

Chi è l’autore Giulio Di Meo è un fotografo italiano impegnato da più di dieci anni nell’ambito del reportage e della didattica. Organizza incontri e workshop di fotografia sociale e di street, in Italia e all’estero, e laboratori per bambini, adolescenti, immigrati e disabili per promuovere la fotografia come strumento di espressione e di integrazione. Crede nella fotografia come strumento per informare e denunciare, come mezzo di cambiamento personale, sociale e politico. Non lavora per agenzie né per riviste e cerca sempre di portare avanti i suoi progetti in modo indipendente. Collabora con diverse associazioni e Ong, in particolar modo con l’Arci, con la quale dal 2007 organizza workshop di fotografia sociale in diverse realtà del Sud del mondo (Brasile, Cuba, Saharawi).


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società/diritti

L’appello di Antigone: “Urgente la nomina del Garante dei detenuti” Tra i firmatari anche la presidente nazionale Arci Sarà indirizzata al nuovo Capo dello Stato la petizione, lanciata dall’associazione Antigone negli ultimi giorni del 2014, per chiedere la nomina del Garante Nazionale dei Detenuti. Di seguito il testo dell’appello, firmato tra gli altri anche dalla presidente nazionale Arci Francesca Chiavacci. «Caro Presidente, dalle persone detenute, dalle loro famiglie e da tutti coloro che si occupano o si interessano del carcere, il mandato presidenziale del suo predecessore, Giorgio Napolitano, sarà ricordato per la costante attenzione alle condizioni di privazione della libertà. Noi siamo grati di questa attenzione, cui riconosciamo di essere stata il principale stimolo al Governo e al Parlamento a porre rimedio alle gravissime inadempienze denunciate dalla Corte europea dei diritti umani. Una questione, su questo terreno, era rimasta tuttavia aperta e saremmo lieti se Lei, come primo atto del suo mandato, volesse farsene

carico con un decisivo intervento: solleciti il Governo ad avanzarle la proposta del collegio del Garante nazionale delle persone private della libertà e apponga la sua firma sotto il primo decreto di nomina di questa fondamentale istituzione. È passato un anno da quando è stata approvata la legge che prevede l’istituzione del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o comunque private della libertà. Giacente da tre lustri e quattro legislature, ci volle la denuncia di un trattamento di favore dei confronti di

Potenziare le misure alternative al carcere Quello delle misure alternative al carcere, non è solo un problema di risorse. Serve una politica nuova, un programma strutturato per gestire le pene non detentive e una rivoluzione culturale che sposti l’attenzione dall’aspetto detentivo a quello non detentivo. In Francia ci sono 170mila persone in misure alternative, seguite da 4.600 operatori, nel Regno Unito i servizi di esecuzione penale esterna possono contare su 16mila operatori a fronte di 200mila soggetti affidati, mentre in Italia abbiamo appena mille operatori e 32mila soggetti. È chiaro che il sistema non regge. Nonostante l’aumento di cinque milioni di euro per gli Uepe, previsto dalla legge di stabilità, in Italia il 97% delle risorse a disposizione del ministero è usato per il sistema carcerario, e solo una parte residuale per l’esecuzione esterna. Servono politiche che spostino risorse dal carcerario al non carcerario. Ma è spesso difficile anche solo nominare questi temi perché nella nostra cultura pena e carcere sono sinonimi, e come per un riflesso condizionato qualsiasi

trasgressione va punita con il carcere. Serve quindi una sensibilità culturale maggiore. Il sistema delle norme si sta orientando verso un equilibrio che ci porta in Europa, dove i due terzi delle sanzioni sono non detentive e un terzo detentive, ma in Italia manca ancora una vera cultura su questo. È indubbio che l’ingresso nelle misure non detentive, per determinate fasce, rappresenta un miglioramento e un abbassamento dei livelli di recidiva. Il numero delle persone in esecuzione penale esterna deve quindi crescere, ma non può essere pensato come lo strumento per ridurre il sovraffollamento.

una detenuta rinomata perché il Governo con proprio decreto e il Parlamento con la relativa legge di conversione ne approvassero finalmente l’istituzione. Si tratta di un organismo che esiste in tantissimi Paesi democratici e che le Nazioni Unite (Protocollo opzionale alla Convenzione contro la tortura) ci chiedono di far nascere al più presto. La legge del 2013 è servita anche a mostrare alla Corte europea dei diritti umani il nostro impegno per la dignità delle persone in carcere. Eppure, inspiegabilmente, la nomina ancora non c’è. Chiediamo al Governo di indicare subito al Capo dello Stato tre persone esperte in diritti umani così come la legge richiede. Il Presidente della Repubblica sia messo nelle condizioni di poter decidere. Si passi dalle enunciazioni ai fatti e si provveda a una nomina nel segno della competenza, dell’esperienza, dell’impegno civico a sostegno delle persone private della libertà». Per firmare: http://chn.ge/1vm2K6Y

La relazione sulla amministrazione della giustizia Al 31 dicembre 2014 i detenuti presenti nelle carceri sono 53.623 e da alcuni mesi questo numero si è stabilizzato. Dall’anno scorso sono diminuiti di quasi 100mila unità. Lo dice la relazione annuale sull’amministrazione della giustizia presentata in Parlamento. Sugli Opg, secondo il ministro della Giustizia, l’obiettivo rimane la chiusura definitiva, che però ha subito una proroga in attesa delle strutture sanitarie sostitutive. «L’obiettivo, dice il ministro, è quello di evitare altri ritardi e arrivare alla chiusura definitiva degli Opg nel termine indicato». Orlando ricorda che attualmente negli Opg ci sono 780 persone a fronte degli 880 di un anno fa. Ricorda poi che nel 2010 le presenze erano di 1.448 internati. «La corruzione - continua Orlando ha dimensioni intollerabili, con effetti devastanti sul piano economico e sulla fiducia dei cittadini verso le istituzioni» e spiega che si è sentita forte l’esigenza di un efficace contrasto alla corruzione, un fenomeno che le inchieste hanno mostrato essere di dimensioni intollerabili anche per l’intreccio con strutture di tipo mafioso.


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società

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Expo 2015 non sarà solo una fiera internazionale, sarà anche società di Emanuele Patti coordinatore Expo 2015

«Papà papà, ma davvero potremo fare tutte quelle cose? Ma noi ci andremo? ... Io voglio andarci... Mi ci porti vero?» Incasso queste domande di mia figlia, 9 anni, dopo che ha visto per la prima volta lo spot di Expo in tv. Le rispondo che certo ci andremo, e ci andremo con l’Arci. Ovviamente marketing, retorica da Mulino Bianco, ma oggettivamente efficace. Nonostante tutto questo mi si rafforza la convinzione che la scelta che stiamo facendo sia la più corretta. Apparentemente contraddittoria, complessa per tutti coloro che in questi anni hanno lavorato proprio sui temi che il claim di Expo 2015 mette in campo. La scelta di gran parte del Terzo Settore italiano di candidarsi a gestire il primo Padiglione della Società Civile nella storia delle Esposizioni Universali rimane l’unico modo per portare la voce di chi la forza da solo non l’avrebbe mai avuta. Così come la scelta di stare nella coalizione di organizzazioni che promuoveranno l’Expo dei Popoli a giugno, una grande tavola planetaria dove si incontreranno le grandi reti contadine della Terra con i movimenti altermondialisti, associa-

zioni e sindacati per portare la voce dal basso sui grandi temi, a partire dalla sovranità alimentare, con uno straordinario impegno dei nostri dirigenti dei territori e di Arcs. Expo non sarà solo una grande kermesse, una fiera internazionale, sarà anche società. Il Comune di Milano sta lavorando a promuovere in quei mesi una Dichiarazione delle Città del Mondo sul tema del cibo. Il Mondo sarà a Milano e in Italia. L’Arci è anch’essa società, la agiamo e a volte la condizioniamo, lottiamo per i diritti, difendiamo i più fragili, promuoviamo le culture. Questa nostra funzione dobbiamo svolgerla anche dentro l’Expo, inteso sia come periodo, sia come luogo fisico. Però per farlo dobbiamo pedalare. Mancano 100 giorni all’inizio e dobbiamo far capire meglio quali sono le nostre motivazioni e quale la nostra funzione. Dobbiamo coinvolgere i territori, perchè è da lì che porteremo le nostre prassi, le nostre vertenze, le reti di cui facciamo parte. A Expo saremo fisicamente presenti in Cascina Triulza con un nostro stand.

Ci sarà spazio anche per la creatività giovanile considerate una di quelle ‘Energie per la Vita’ della seconda parte del claim Expo. La Fondazione ha individuato 7 assi tematici che orienteranno il programma culturale della Cascina: consumo consapevole per una produzione e uno sviluppo di qualità; dar voce a chi non ha voce; esprimersi per esserci; protagonismo dei giovani; cittadini custodi dei beni comuni; vivere e convivere nelle comunità locali e globali; insieme per un mondo migliore. L’Arci ha tanto da dire e da far vedere su questo. Ora serve impegnarsi per poter essere davvero efficaci. È necessario che ogni nostro regionale si doti di un referente per meglio coordinare questa fase, ed è necessario che chi è interessato alla distribuzione dei biglietti di ingresso contatti subito l’Arci Lombardia alla mail expo2015@arci.it. Saremo l’Arci per un Expo dei diritti, da difendere, da ottenere, da consolidare. Saremo l’Arci della libertà di pensiero dentro e fuori l’Expo. Saremo l’Arci della denuncia e quella dei fatti concreti.

Grandi disuguaglianze crescono Il rapporto annuale di Oxfam Alla vigilia del World Economic Forum di Davos, Oxfam ha pubblicato il rapporto annuale Grandi disuguaglianze crescono che aggrava lo scenario tracciato un anno fa. All’inizio del 2014 Oxfam aveva calcolato che 85 persone possedevano la ricchezza della metà più povera della popolazione mondiale, un dato choc che dimostra il livello di estrema diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza. Le nuove stime, effettuate sui dati del Credit Suisse, ricalcolano il numero dei miliardari che nel 2013 possedevano la stessa ricchezza del 50% più povero, e attesta che oggi il loro numero esatto è 92. Oxfam fa una previsione: nel 2016 la ricchezza dell’1% della popolazione mondiale supererà quella del 99%, rendendo obsoleto persino lo slogan di Occupy Wall Street. L’1% dei super-ricchi possiede oggi il 48% della ricchezza globale e lascia al restante 99% il 52% delle risorse.

Questo 52% è, a sua volta, posseduto da 20% di ‘ricchi’. Il restante 80% si deve arrangiare con il 5,5% delle risorse. Dal 2010, spiega il rapporto, gli 80 ultra-miliardari della lista stilata da Forbes hanno visto le loro ricchezze moltiplicarsi con l’esplosione della crisi globale. Cinque anni fa detenevano una ricchezza netta pari a 1.300 miliardi di dollari. Oggi contano su 1.900 miliardi di dollari, il 50% in più. Tre miliardi e mezzo di persone si dividono dunque il totale della ricchezza posseduta da queste persone. Nell’élite elencata da Forbes c’erano 1645 miliardari nel 2014. Il 30% sono cittadini statunitensi, oligarchi russi, nuovi ricchi cinesi, finanzieri come George Soros e i principi sauditi. Più di un terzo di queste persone ha ereditato, e non prodotto, la ricchezza che detiene, segno che il capitale si produce verso l’alto e non allarga la base della piramide. Il 20% di questi ricchi ha interessi

nei settori finanziario o assicurativo, ma sono cresciuti anche i miliardari che operano nel settore farmaceutico e sanitario. I campi della cura o della prevenzione delle malattia, così come quello dell’assicurazione contro i rischi, costituiscono dunque uno dei principali fattori dell’accumulazione. Lo strumento principale per ottenere tale risultato è il lobbismo, a cui la finanza e le imprese ricorrono per ottenere benefici dalla politica e dagli Stati. Nel vecchio continente, tra il 2013 e il 2014, i super-ricchi sono aumentati da 31 a 39 con una ricchezza pari a 128 miliardi. Un’élite di oligarchi globali contro un mondo di working poors e poverissimi. Sono dati che smentiscono, una volta in più, la teoria neoliberista del ‘trickle-down’ (lo ‘sgocciolamento’). La ricchezza di pochi non traina lo sviluppo capitalistico né la redistribuzione delle ricchezze. Anzi, aumentano in modo macroscopico le diseguaglianze.


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Mediterranea 17 Arci e BJCEM: un’idea di successo La Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo (BJCEM) è un evento che occupa un posto d’onore nella mente e nel cuore dell’Arci, dopo tanti anni e il coinvolgimento di tante persone che l’hanno pensata e sviluppata dovendo affrontare, inizialmente, dubbi e diffidenze, specialmente quelle incontrate in Italia, e successivamente il suo travolgente successo, fino alla costituzione della Associazione BJCEM nel 2001. La promozione di giovani artisti, dei loro spazi, del loro tessuto associativo è sempre stata una sfida continua in tutte le attività dell’Arci, così come il loro ‘utilizzo’ come mediatori per eccellenza, che li rende attori e i protagonisti del dialogo e dello scambio euro mediterraneo. Per questi motivi in questi anni l’Arci ha continuato ad investire nella Biennale, con progetti e azioni che incrementassero la formazione della rete tramite le sue relazioni locali e internazionali, promuovendo dall’interno il dialogo che rappresenta la motivazione e l’elemento più prezioso per

la trasformazione sociale. Il programma nazionale di azioni di Arte Pubblica La Ville Ouverte è una delle evoluzioni della nostra attività che connette creatività e ruolo degli artisti nel contemporaneo. La Ville Ouverte si focalizza sui diversi aspetti della relazione tra arte e spazio pubblico nelle città del Mediterraneo, interrogandosi sulla natura dello spazio e sul ruolo che l’arte può avere nell’attivare forme di appropriazione della dimensione urbana da parte della cittadinanza. Sono passati ormai molti anni dall’inizio degli anni ‘80 quando un gruppo di giovani dirigenti delle associazioni, provenienti da molte parti d’Italia , decidevano di investire nell’idea della creatività giovanile come una vera e propria risorsa e non come una pura forma di intrattenimento in attesa della maturità dell’età adulta, considerando, al contrario, l’espressività dei giovani artisti una modalità che permettesse loro di esprimere se stessi e la loro visione della realtà, un mezzo che individuasse alternative professionali per una genera-

zione che non si ritrovava negli impieghi tradizionali ma soprattutto la possibilità di ingaggiare una battaglia politica per la propria realizzazione. Dalla fine del 1984 quando Tendencias, il prologo della Biennale, ha aperto la stagione dei giovani artisti, l’Arci ha sempre spinto sull’acceleratore per incoraggiare le opportunità per i giovani artisti dell’area mediterranea. Ci sono stati moltissimi cambiamenti in questa parte del mondo e la Biennale è sempre riuscita ad interfacciarsi con questi senza esserne sconfitta, fino a diventare oggi una struttura autonoma, una rete internazionale dove le organizzazioni possono incontrarsi e le persone imparano a riconoscere la regione del Mediterraneo come un luogo di costruzione di pace che lavora costantemente per creare dialogo tra i popoli che vivono intorno a quest’area. La 17esima edizione della Biennale dal titolo No Food’s Land si svolgerà a Milano dal 22 al 24 ottobre, quando si incontreranno più di 300 giovani artisti.

Musica BJCEM Arci Roma - Viale Giuseppe Stefanini, 15 - 00157 ROMA; Tel. 06.41734712 Fax 06.4181093 – email: roma@arci.it

- fax 010.2467510 email: davide.traverso@arciliguria.it

www.bjcem.org

Le selezioni Il bando BJCEM è aperto e l’Arci curerà molte selezioni regionali e alcune nazionali e porterà alla Biennale progetti speciali legati al suo programma di Arte Pubblica La Ville Ouverte. Di seguito l’elenco delle strutture dell’Arci socie dell’associazione BJCEM che organizzano le selezioni della Biennale e promuovono progetti associativi di promozione della creatività giovanile. ♦ ARCI Nazionale Selezione nazionale per Illustrazione e Fumetto (Arti visive) Inviare il materiale a: Selezione Illustrazione/Fumetto BJCEM Arci Direzione Nazionale - Ufficio Cultura - Via dei Monti di Pietralata, 16 - 00157 Roma; Tel: 06.41609501 - Fax: 06.41609275 - email: cultura@arci.it ♦ ARCI Bari Selezione regionale per la Puglia per Musica Inviare il materiale a: Selezione Puglia Musica BJCEM Arci Bari - Via Marchese di Montrone 57 - 70122 Bari; Tel: 080.5421468 Fax 080.5423199 - email: bari@arci.it ♦ ARCI Lazio Selezione regionale per il Lazio per Musica Inviare il materiale a: Selezione Lazio

♦ ARCI Sicilia Selezione regionale per la Sicilia per Letteratura Inviare il materiale a: Selezione Sicilia Letteratura BJCEM Arci Sicilia -Via Carlo Rao, 16 - 90133 Palermo; Tel. 091.6101000 - Fax 091.6169778 - email: sicilia@arci.it ♦ ARCI Emilia Romagna Selezione nazionale per Teatro (Spettacolo) e Selezione regionale per Gastronomia Inviare il materiale a: Selezione Teatro BJCEM oppure Selezione Gastronomia BJCEM Arci Emilia Romagna - Via Santa Maria Maggiore 1 - 40121 Bologna; Tel: 051.260610 - Fax: 051.230692 email: info@arcier.it ♦ ARCI Liguria insieme al Comune di Genova Selezione regionale per Gastronomia, Arti Visive e Letteratura Inviare il materiale a: Selezione Liguria Gastronomia BJCEM Arci Liguria - Via al Molo Giano, Casa 25 Aprile - 16128 Genova; Tel 010.2467506

♦ ARCI Puglia Selezione regionale per Arti visive, Arti applicate, Cinema e Letteratura Inviare il materiale a: Selezione Puglia Arti Visive oppure Arti Applicate o Cinema, o Letteratura, o Letteratura Arci Puglia - via Marchese di Montrone 57 - 70122 Bari; Tel: 080.5423199 - Fax 080.5423199 - email: puglia@arci.it ♦ ARCI Sardegna Selezione regionale per Arti Visive e Cinema Inviare il materiale a: Selezione Sardegna Arti Visive oppure Cinema Arci Sardegna - C/o Libreria Lilith - Via Satta, 32 - 09013 Carbonia (CI); Telefono 348.0031794 - email: sardegna@arci.it; andreacontu.posta@gmail.com ♦ La selezione di Arci Milano è realizzata insieme al Comune di Milano Info: 02.54178237/243 email: politichegiovanili.mi@arci.it Per informazioni generali su bandi e selezioni potete contattare anche l’Ufficio Cultura della Direzione nazionale dell’Arci che si trova a Roma in via dei Monti di Pietralata 16 – tel. 06.4160950 email: cultura@arci.it


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Arci Scuotivento lancia #arianuovaincittà La raccolta fondi dal basso aiuterà i soci nei lavori per l’apertura della sede Sarà il primo circolo Arci della città di Monza, che, nonostante per numero di abitanti sia la terza città della Lombardia, non ha ancora uno spazio aggregativo simile. Stiamo parlando del circolo Arci Scuotivento, che ha in realtà una storia lunga qualche anno: fra il 2006 e il 2011, infatti, un gruppo di donne del Gruppo di Acquisto Popolare Le perle ai porci auto-organizza un laboratorio di taglio, cucito, maglia e ben presto si rende conto che l’intreccio di relazioni e il mutuo supporto che ne consegue sono ben più rilevanti della produzione effettiva di oggetti. Dal desiderio di allargare e di arricchire questa rete al riconoscere l’Arci come riferimento naturale il passo è breve: nell’estate del 2012 si prova a ragionare seriamente sulla possibilità di far nascere un circolo Arci a Monza. Finalmente il gruppo dei soci fondatori, ben 160 al momento della stesura del progetto, il 15 marzo 2013 firma l’atto costitutivo dell’associazione Arci Scuotivento. Da subito, ancora senza una propria sede, Arci Scuotivento inizia a lavorare in città proponendo iniziative e creando collaborazioni e sinergie con le altre associazioni attive sul territorio, con gli altri circoli Arci della zona e con le istituzioni locali. Da maggio 2014 l’Arci Scuotivento ha finalmente una propria sede: un laboratorio di 172 mq in via Monte Grappa, nel quartiere San Rocco, per poi aggiungere, un altro spazio un po’ più piccolo, sempre nello stesso complesso, di circa 100 mq. In un

quartiere descritto come ‘difficile’ dalle persone che vi abitano - San Rocco è da sempre quartiere di immigrazione, prima dal sud dell’Italia, ora dal sud del mondo - gli spazi che ospiteranno la sede di Arci Scuotivento si trovano all’interno di una piccola area ex industriale di inizio ‘900 che, per scelta del proprietario, ospita alcune attività creative ed artigianali – un falegname, un fabbro, una sala prove e sala di registrazione, due atelier artistici, una palestra – con cui si potranno creare sinergie. La struttura c’è, il progetto pure, ed è molto ambizioso, perché vedrà sorgere all’interno del capannone un palco con attrezzatura audio, luci e regia, una zona bar e ristoro. Per raggiungere questo obiettivo servono 60mila euro: in parte ottenuti grazie ai prestiti di alcuni soci, in parte tramite vari canali (ad esempio il bando Spazi Giovanili di Nuova Generazione del Comune di Monza), in parte grazie alla raccolta fondi #arianuovaincittà, attraverso la piattaforma di crowdfunding Produzioni dal basso. #arianuovaincittà (obiettivo è arrivare a 15mila euro entro due mesi, cioè entro il 6 marzo), è stata presentata il 17 gennaio durante un aperitivo che ha visto una grandissima partecipazione di pubblico. Una volta a settimana una piccola parte della struttura, non ancora ristrutturata ma utilizzabile, sarà utilizzata per proporre delle attività. Sui siti www.arciscuotivento.it e www.produzionidalbasso.com tutte le informazioni per finanziare il progetto.

Arci Lombardia sugli attacchi a Vanessa e Greta Continuano in maniera sempre più preoccupante e pesante gli attacchi contro Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due giovani cooperanti liberate, dopo un lungo sequestro in Siria, nei giorni scorsi. La forza neofascista guidata da Roberto Fiore ha appeso davanti alle abitazioni delle due ragazze uno striscione su cui era scritto: «Volevano aiutare i terroristi e l’hanno fatto: 12 milioni di dollari!!! Forza Nuova è con Assad». Gli striscioni sono stati rimossi dalle forze dell’ordine, ma Forza Nuova ha rivendicato l’azione in un comunicato del coordinatore regionale e del responsabile per la provincia di Varese di Forza Nuova dove continuano i dileggi

nei confronti delle due ragazze e dove si rimarca il fatto che «se l’Italia fosse stata uno Stato serio le due ragazzine sarebbero state messe agli arresti, in quanto hanno lasciato il suolo nazionale per unirsi a bande criminali che combattono contro le forze di un legittimo governo». Non ci resta che segnalare con forte preoccupazione questi rigurgiti neofascisti che cercano di far leva su importanti accadimenti per raggranellare superficiale consenso. Esprimiamo la nostra solidarietà antifascista a tutti coloro che sono oggetto di violenze, anche verbali, e la nostra fiducia nelle istituzioni nate dalla Resistenza.

daiterritori

in più mostra all’amantes TORINO Monica Torasso e France-

sco Puppo , vincitori del concorso per la grafica della tessera Arci per il 2015, esporranno fino al 27 gennaio al circolo Amantes sketch, bozzetti preparatori, errori e ripensamenti grafici precedenti la realizzazione della tessera, insieme a progetti artistici personali. Ingresso libero con tessera Arci. www.arteca.org

cinema al pertini TRECASTAGNI (CT) Presso

la nuova sede del circolo Arci Casa Pertini, lunedì 26 gennaio alle 21 si terrà il quarto appuntamento con il cineforum. Sarà proiettato Cristo si è fermato a Eboli, in ricordo del regista Francesco Rosi. Ingresso libero. casapertini@gmail.com

urla dalla miniera IGLESIAS (CA) Il Centro Ini-

ziative Culturali Arci di Iglesias e la Società Operaia Industriale di Mutuo Soccorso promuovono venerdì 23 gennaio un incontro con il documentarista Salvatore Sardu che presenterà il suo libro Urla dalla miniera. Introdurranno la serata Marino Canzoneri del CIC Arci e Pierina Chessa della SOIMS. Appuntamento alle 18 presso la sede della Società Operaia in via XX settembre. www.arciiglesias.it

A scuola di rock SAN POLO D’ENZA (RE) Al circolo Pontenovo quattro serate dedicate alla musica rock, ai suoi miti, agli aneddoti e ai riff di chitarra che hanno fatto la storia della musica giovanile per eccellenza. Per chi ancora giovane vuole capire da dove viene la musica che ascolta oggi, per chi meno giovane vuole ricordare i momenti, le atmosfere, i concerti, le canzoni preferite. Si comincia il 22 gennaio, altri appuntamenti il 29 gennaio, il 5 e il 12 febbraio a partire dalle 21. fb Circolo Pontenovo

I mostri in mostra PIACENZA Al circolo Arci Vik

saranno in mostra i disegni dell’artista Lan Morkobot AKA Berlikete. L’esposizione dal titolo I mostri in mostra si potrà visionare fino al 5 febbraio. fb Circolo Arci Vik


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A Torino e vercelli

‘Vivi dal vivo’, il 23 e 24 gennaio dibattiti e concerti per lo spettacolo dal vivo Si intitola Vivi dal vivo la giornata di dibattiti e spettacoli in programma il 23 gennaio curata da Arci Piemonte, Arci Torino, Arci Real e Altre Prospettive. Il confronto che scaturirà dagli incontri di Torino e Vercelli sarà l’occasione per spiegare che si può fare cultura dal vivo aprendo e non chiudendo le città, riducendo la giungla di permessi e autorizzazioni e valorizzando e tutelando meglio artisti e organizzatori di eventi culturali. L’Arci fin dalla sua nascita, ha promosso lo sviluppo culturale e sociale del nostro paese, contribuendo negli anni a valorizzare il patrimonio musicale, cinematografico, teatrale e letterario italiano. Arci Torino e Piemonte, in collaborazione con l’associazione AltreProspettive, hanno quindi voluto dare vita ad un momento di confronto su questi temi. Anche se è sempre più difficile realizzare eventi culturali o aprire nuovi spazi e circoli, infatti, si è allo stesso tempo sviluppata con più forza una discussione sul tema del diritto d’autore, sulla semplificazione normativa per l’organizzazione di eventi e sulla tutela degli artisti. Il 23 gennaio alle 10.30 a Vercelli, presso la Sala Giunta del Comune, ci sarà la presentazione del progetto di delibera per la semplificazione dello spettacolo dal vivo; interverranno tra gli altri Francesca Bonomo (Commissione Cultura Camera dei Deputati), Elena Ferrara (Presidente Intergruppo parlamentare Per la musica, Senato della Repubblica) e la Presidente nazionale Arci Francesca Chiavacci. A Torino presso il circolo Officine Corsare ci saranno tre dibattiti, tutti a partire dalle 18: a livello cittadino metropolitano Politiche locali per lo sviluppo del sistema culturale - Come ridurre i passaggi burocratici per eventi live al di sotto delle 200 persone, come snellire le procedure per eventi più grandi, come tutelare circoli e locali che sostengono la musica live; a livello regionale Politiche regionali per lo sviluppo culturale - Come sostenere artisti, festival e circuiti culturali. In che modo snellire procedure burocratiche, come sostenere con misure di welfare locali artisti; a livello nazionale Nuove forme di tutela del diritto d’autore e nuove forme di sostengo alla musica live e agli artisti - Come riformare la Siae e liberalizzare la tutela del diritto d’autore come ci impone l’Europa. Come sostenere gli artisti e riorganizzare l’ex-Enpals riducendo il carico fiscale specifico. Come ridurre la pressione burocratica sui soggetti organizzatori. Tutti gli incontri sono aperti al pubblico. L’iniziativa è accompagnata da un programma di concerti e spettacoli nei giorni del 23 e 24 gennaio nei circoli Arci del Piemonte. www.arcipiemonte.it

Arci Cremona con il CSA Dordoni «L’aggressione subita la sera del 18 gennaio a Cremona da parte dei militanti del Centro Sociale Dordoni ci ferisce e ci preoccupa. Siamo vicini al compagno ferito e che ha subito gravissime conseguenze, ai suoi familiari, ai suoi amici e a tutte le compagne e ai compagni che subiscono le intimidazioni e le aggressioni di CasaPound. Le affermazioni degli aggressori riportate dalla stampa hanno toni surreali: i militanti fascisti si sarebbero lievemente feriti nel tentativo di difendersi da chi stava scappando e cercando riparo al Centro Sociale. Le drammatiche conseguenze dell’aggressione che trapelano dai referti medici parlano invece di pesanti responsabilità penali, che la magistratura accerterà con gli strumenti della legge. Ogni individuo risponde dei propri comportamenti criminali e dei reati commessi; ma esistono anche altre responsabilità, di tipo politico, che riguardano la società stessa, che da troppo tempo tollera e concede credito a movimenti neofascisti che fanno della violenza il loro stesso fondamento. Non possiamo ignorare che la sede di CasaPound della nostra città è luogo di diffusione di pratiche violente che il nostro paese ha combattuto e vinto grazie alla lotta di liberazione. Invitiamo tutta la cittadinanza, le associazioni, i partiti, le istituzioni a esprimersi contro tutti i fascismi, vecchi e nuovi, ricordando la lotta di Liberazione, di cui nel 2015 ricorre il 70° anniversario: contro la violenza, ha vinto il futuro. Ora tocca a noi difenderlo».

La graphic novel Il circolo Arci La Lo.Co. di Osnago (LC) organizza la presentazione di Piazza della Loggia, la graphic novel in due volumi edita da BeccoGiallo. La presentazione si terrà sabato 31 gennaio alle ore 18.30 presso la sede del circolo in via Trieste. Parteciperanno all’iniziativa Matteo Fenoglio, fumettista e autore di Piazza Fontana per cui ha ricevuto il premio Carlo Boscarato - Autore rivelazione dell’anno al Treviso Comic Book Festival 2010 e Francesco Barilli che ha curato e scritto i testi, tra gli altri, di Carlo Giuliani, il ribelle di Genova e Piazza Fontana e ha realizzato i redazionali di Ilaria Alpi, il prezzo della verità, Dossier Genova G8, Il delitto Pasolini. L’invito è riservato ai soci Arci.

Centro Danza Iris alla World Cup Dopo i quattro podi a Villach 2012 (un oro, due argenti e un bronzo) il Centro Danza Iris di Collegno partecipa nuovamente alle selezioni della Coppa del Mondo di Danza, e festeggia cinque primi ed un secondo posto. L’ASD Iris nasce a Collegno nel 2000, aderendo ad Arci e Uisp; dal 2004 le allieve e gli allievi del Centro Danza hanno iniziato a girare l’Italia mettendo in mostra tutto il loro talento in alcuni dei più prestigiosi concorsi: da Padova a Milano, da Modena a Bologna, da Lecco fino ad Olbia e Roma, per arrivare alle competizioni mondiali di danza della Dance World Cup. Domenica 11 gennaio 2015 presso il Teatro Greco di Roma si sono svolte le fasi di qualificazioni italiane della Dance World Cup Competition 2015, dove le coreografie presentate dalla scuola collegnese sono state tutte premiate dalla giuria internazionale. Le sei coreografie si sono qualificate quindi per le fasi finali della Coppa del Mondo che si svolgeranno in Romania a Bucarest dal 28 giugno al 4 luglio prossimi.


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culturascontata i tanti vantaggi della tessera Arci

w w w. a r c i / a s s o c i a r s i . i t a cura di Enzo Di Rienzo

L’Arte dei rifugiati Roma - Museo Carlo Bilotti, Aran-

ceria di Villa Borghese. Fino al 1 febbraio. Gli oggetti ed i grandi teli in mo-

stra sono opera di un gruppo di rifugiati politici, di area sub-sahariana, arrivati a Roma in cerca di protezione. Sono stati creati con rifiuti raccolti proprio nelle vie e nelle piazze su cui si affacciano i monumenti da loro ritratti, trasformando così la plastica, maledetta perché non scalfibile nel tempo, in materia culturale altrimenti apprezzabile e usufruibile nel tempo. www.museocarlobilotti.it

I vestiti dei sogni Roma - Museo di Roma - Palazzo Braschi, fino al 22 marzo. A Palazzo Bra-

schi una mostra dedicata all’eccellenza italiana dei costumi per il cinema. Protagonisti i Premi Oscar Piero Tosi, Danilo Donati, Milena Canonero e Gabriella Pescucci. Un percorso dalle origini ai giorni nostri, dalle dive del muto a La grande bellezza. www.museodiroma.it

‘Zero’ - La prima grande retrospettiva su Renato Zero Roma - MACRO - La Pelanda -

Centro di produzione culturale. Fino al 22 marzo. Saltato fuori dal cilindro di

una Roma barcollante nel vento Renato Zero si è colorato il viso e si è avviato, in bilico sui suoi zatteroni, tra sogno e degrado, palco e periferia, libero da pregiudizi ormonali e tessere politiche. Questa mostra vuole leggerne le sue mille anime e i suoi segreti attraverso un viaggio del tempo e del cuore, per andare con le sue canzoni oltre le sue canzoni, e riconoscergli il ruolo di testimone assoluto del nostro tempo, oltre che il podio di artista irripetibile e universale. www.museomacro.org

La Roma di Ettore Roesler Franz Roma - Museo di Roma in Trasteve-

re, fino al 28 giugno. La serie di acquerelli, realizzata tra il 1876 e il 1897, ha l’intento di ritrarre i luoghi di Roma investiti dalle ristrutturazioni urbanistiche e architettoniche volute dal Governo italiano dopo il 1870 per adeguare la città al nuovo ruolo di capitale. I 40 acquerelli esposti a parete, selezionati tra i più celebri ed indimenticabili, offrono l’immagine della Roma di fine Ottocento. Esposte anche 48 foto vintage. www.museodiromaintrastevere.it

società

L’unica malattia è l’omofobia di Valentina La Terza Arci Milano

A Milano nel pomeriggio di sabato 17 gennaio, a due passi dalla sede della Regione Lombardia, si è tenuta la manifestazione L’unica malattia è l’omofobia: duemila persone hanno urlato il loro sdegno verso l’omofobia. Il presidio è stato promosso da ‘I Sentinelli di Milano’, un movimento nato in reazione alle ‘Sentinelle in piedi’, contro il convegno Difendere la famiglia per difendere la comunità, organizzato da associazioni che si propongono di curare l’omosessualità come se fosse una malattia. L’incontro, ospitato in sede istituzionale dall’Assessora Cristina Cappellini (con delega alle Culture, Identità e Autonomie nella giunta Maroni), ha suscitato particolare eco per l’uso (improprio e strumentale) del logo di Expo. La manifestazione internazionale che avrà luogo a Milano nel 2015, infatti, come sappiamo, affronta i temi del diritto all’alimentazione e dovrebbe rappresentare un momento di apertura e accoglienza verso milioni di persone: quasi un inno alla ricchezza della diversità, quanto di più distante dai temi e dall’approccio reazionario del convegno. L’iniziativa, come tante di questi tempi, è nata in rete e ha presto raccolto l’adesione di tanti soggetti individuali e collettivi, che hanno affollato una piazza colorata e festosa. Sopra e sotto il piccolo palco si sono susseguiti e aggirati esponenti più o meno noti del movimento contro l’omotransfobia e della politica non solo cittadina, tra cui la Vicesindaco di Milano Lucia De Cesaris e l’Assessore alle Politiche Sociali Pierfrancesco Majorino (che ha raccolto entusiasmi e applausi per un intervento particolarmente polemico nei confronti delle politiche regionali e del ritardo delle politiche nazionali). Nel frattempo, divisi da poche centinaia di metri e con un imponente schieramento di forze dell’ordine, nel grattacielo della Regione Lombardia un sacerdote, un sociologo, una scrittrice e i direttori di Tempi, Luigi Amicone, e de La Croce, Mario Adinolfi, richiamavano alla difesa dei valori tradizionali, stigmatizzando per esempio l’aborto e i metodi contraccettivi. In platea molti politici di centrodestra, come il ministro Maurizio Lupi (possibile candidato alle Elezioni Comunali 2016), l’ex governatore Roberto Formigoni e l’ex ministro Ignazio La Russa.

In platea anche don Mauro Inzoli, ex parroco di Crema, vicino a Compagnia delle Opere, costretto dal Vaticano a ritirarsi a vita privata per accuse di abusi su minori. Su quest’ultima presenza, denunciata da Sel, il governatore leghista Maroni si è sentito solo di sottolineare il carattere ‘pubblico’ dell’iniziativa e ha affermato di non conoscere Inzoli, nonostante in rete siano ritratti insieme in più di un’occasione pubblica. Non pago, Maroni ha rilanciato, promettendo di organizzare un convegno internazionale durante Expo 2015, dedicato alla famiglia tradizionale (e all’omofobia). Rilanciamo anche noi, nella promozione di un territorio laico, che si è dimostrato pronto nella reazione colorata e compatta delle sue forze democratiche. In questi giorni, non si può non rilevare che questa fermezza è sicuramente ben rappresentata anche a Palazzo Marino, dove il Sindaco Giuliano Pisapia non si è fatto intimorire e prosegue nel suo impegno nella trascrizione dei matrimoni omosessuali contratti all’estero.

arcireport n. 2 | 22 gennaio 2015 In redazione Andreina Albano Maria Ortensia Ferrara Direttore responsabile Emanuele Patti Direttore editoriale Francesca Chiavacci Progetto grafico Avenida Impaginazione e grafica Claudia Ranzani Impaginazione newsletter online Martina Castagnini Editore Associazione Arci Redazione | Roma, via dei Monti di Pietralata n.16 Registrazione | Tribunale di Roma n. 13/2005 del 24 gennaio 2005 Chiuso in redazione alle 18 Arcireport è rilasciato nei termini della licenza Creative Commons Attribuzione | Non commerciale | Condividi allo stesso modo 2.5 Italia

http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/



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