arcireport
settimanale a cura dell’Arci | anno XII | n. 30 | 24 settembre 2014 | www.arci.it | report @arci.it
di Filippo Miraglia vicepresidente nazionale Arci
Il 3 ottobre prossimo sarà passato un anno dalla strage di Lampedusa nella quale morirono 368 persone nel tentativo di raggiungere l’Italia e l’Europa. Una tragedia che ha scosso le coscienze di gran parte dell’opinione pubblica, anche internazionale, inducendo a una scelta coraggiosa l’allora governo Letta, con l’avvio di un programma di salvataggio delle imbarcazioni bisognose di soccorso, anche al di fuori dalle nostre acque territoriali. Certo, il governo dell’epoca, e in particolare il Ministro dell’Interno poi riconfermato da Renzi, Angelino Alfano, hanno anche commesso, in quella drammatica vicenda, errori intollerabili. Da un lato la promessa di funerali di Stato non mantenuta e la presenza dell’ambasciatore eritreo ai funerali di Agrigento, che ha rappresentato una vera umiliazione per i familiari dei cittadini eritrei scomparsi. Dall’altra la mancata identificazione delle vittime, nonostante l’avvio della procedura d’individuazione del DNA delle persone sepolte in molti comuni della Sicilia. A un anno di distanza, il Parlamento italiano, nonostante le decine di migliaia
di firme raccolte dal Comitato 3 ottobre, non ha ancora legiferato per l’istituzione della Giornata della memoria (solo oggi il testo, brevissimo e senza previsione di spesa, è stato calendarizzato), che riconoscerebbe un interesse generale per la sorte dei migranti, restituendo loro dignità e umanità, e permetterebbe anche di far emergere le responsabilità di leggi e governi su quanto accade alle frontiere. A un anno da quella strage, e nonostante Mare Nostrum, abbiamo dovuto registrare in questi mesi ancora migliaia di morti e l’assenza della volontà politica di agire concretamente per eliminarne le cause: riformare profondamente la legislazione su immigrazione e asilo, aprire canali d’ingresso umanitari e costruire un sistema d’accoglienza unico con standard rispettosi della dignità dei rifugiati e delle comunità che li accolgono. L’Arci , con il Comitato 3 ottobre e il Comune di Lampedusa e Linosa, promuove dal 1° al 5 ottobre il Festival Sabir (www. festivalsabirlampedusa.it) perché ritiene che si debba riconoscere a quell’isola e ai suoi abitanti un risarcimento in termini di immagine, oltre ad esaltarne il ruolo
che può avere nel Mediterraneo. Lampedusa è una periferia che va liberata da una rappresentazione strumentale e distorta, che ha associato al suo nome tutte le contraddizioni e le ingiustizie prodotte dalla politica. Per questo pensiamo che, da una parte, sia indispensabile dare la parola all’isola e alla sua comunità di persone, e cercheremo di farlo durante il Festival innanzitutto con un lavoro che sta conducendo Ascanio Celestini in questi giorni. Dall’altro, pensiamo che si debba promuovere la centralità che ha in Europa e nel Mediterraneo Lampedusa, luogo di incontro, di cultura e di sviluppo e non di morte e di ingiustizia. Centinaia di persone provenienti da molti Paesi dell’Europa e dell’Africa convergeranno in quei giorni sull’isola, per discutere di quale possa essere il futuro del nostro continente, un futuro che non può non tener conto della centralità del Mediterraneo e che va costruito dal basso, dalle comunità locali, dalla società civile e dalle reti sociali che sul territorio hanno le loro radici. In tutta Italia, e non solo a Lampedusa, ricorderemo i morti del 3 ottobre, perché simili tragedie non si ripetano mai più.
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sabir
Sabir, per raccontare un’altra Lampedusa Dal 1 al 5 ottobre si terrà a Lampedusa Sabir, il Festival diffuso delle culture mediterranee, promosso da Arci, Comitato 3 ottobre e Comune di Lampedusa, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e della Rai. Sabir, che dà il titolo al festival, era un idioma parlato in tutti i porti del Mediterraneo dal Medioevo fino a tutto il XIX secolo. Uno strumento di comunicazione in cui confluivano parole di
molte lingue del Mediterraneo e che consentiva ai marinai e ai mercanti dell’area di comunicare fra loro.
Alcune iniziative di commemorazione del 3 ottobre Il 3 ottobre ricorre l’anniversario del naufragio dei 368 migranti al largo di Lampedusa. In questa giornata si vuole ridare dignità e voce alle tante vittime dell’immigrazione, con iniziative di commemorazione che si svolgeranno a Lampedusa, dove si svolge il Festival Sabir, e in contemporanea in altre città italiane. Di seguito alcune delle iniziative promosse dai comitati Arci territoriali. ♦ ROMA 368 lanterne, una per ogni persona rimasta vittima del naufragio, saranno liberate in aria. La sede in cui avverrà sarà quella di Eutropia, festival promosso da Arci Lazio nel quartiere Testaccio a Roma. ♦ MODENA La Rete Primo Marzo promuove, con il patrocinio del Comune di Modena e in collaborazione con il comitato Arci territoriale, l’iniziativa Mare amaro, in cui riflettere sulla strage di Lampedusa attraverso parole e letture. Appuntamento dalle 17.30 in piazza Torre. Tutti i partecipanti sono invitati a portare o indossare qualcosa di giallo, il colore dei migranti. ♦ TRENTO Arci, in collaborazione con Acli, Cgil, Cisl, Uil e associazioni locali, costruirà un’installazione composta da 368 barchette di carta che distribuirà ai cittadini. ♦ LIVORNO Mediterraneo, un mare di accoglienza è il titolo dell’iniziativa che si svolgerà il 4 ottobre presso il Nuovo Teatro delle Commedie. Si comincia alle 10 con una tavola rotonda, si prosegue nel pomerig-
gio con un momento più simbolico: la commemorazione di fronte alla lapide in memoria delle vittime della Moby Prince e deposizione in mare di una corona in ricordo di tutte le persone che hanno perso la vita in mare. Promuovono Arci, cooperativa Itinera e Comitato 140, che ricorda le vittime della tragedia Moby Prince avvenuta alcuni anni fa nel mare livornese. ♦ CALTAGIRONE L’Arci Amari, insieme alla Caritas di Caltagirone, ha vissuto in prima linea l’accoglienza dei 38 minori eritrei sopravissuti, ospitati nel Comune di Caltagirone. Un’esperienza da cui partire per testimoniare l’accoglienza come dimostrazione della vicinanza alle famiglie delle vittime e ai superstiti. Da questo nasce la mostra Al di là del mare, disegni prodotti dai minori eritrei sopravissuti alla tragedia del 3 ottobre che sono stati ospitati a Caltagirone, che per tutta la durata del Festival sarà allestita a Lampedusa. A Caltagirone, presso il cimitero monumentale, alle 10.30 ci sarà una commemorazione interreligiosa, mentre nel pomeriggio a partire dalle 16.30 presso Piazza Municipio ci saranno: un’iniziativa di teatro dell’oppresso a cura dell’associazione Punteruolo; il collegamento con Lampedusa e la presentazione della mostra Al di là del mare; l’assemblea pubblica su Memoria e accoglienza. In contemporanea presso la Galleria Ghirri si terrà un workshop tra giovani migranti e giovani italiani. Alle 20 si concluderanno le attività sulla Scala Santa Maria del Monte
Il titolo ha l’intento di evocare la vocazione storica dell’isola di Lampedusa, che le deriva dalla sua collocazione geografica e che ha visto, nel corso dei secoli, il passaggio delle grandi civiltà mediterranee. Lampedusa, dunque, come luogo di incontro e di scambio di culture, tradizioni e saperi. Oggi Lampedusa, nell’immaginario collettivo, è soprattutto legata ai grandi flussi di migranti, alle tragedie che nel canale di Sicilia si cono consumate, a un’accoglienza quasi sempre fornita in condizioni di emergenza, nonostante la solidarietà di cui spesso hanno dato prova, in condizioni difficili, i suoi abitanti. L’intento del Festival è quello di restituire all’isola un’immagine diversa, di valorizzarne il potenziale sociale, economico e culturale, di rafforzarne il ruolo di ponte tra le due sponde del Mediterraneo, per la costruzione di uno spazio aperto e solidale tra i paesi che vi si affacciano. Durante i 5 giorni del Festival si alterneranno dibattiti con ospiti internazionali, europei e tanti attivisti sociali provenienti dalla sponda nord e sud del Mediterraneo. Segnaliamo in particolare i forum del 2 e 4 ottobre, in cui la discussione, che avverrà in modo orizzontale e paritetico, abbandonando ogni tentazione di paternalismo neocoloniale, dovrebbe portare all’individuazione delle alleanze possibili e necessarie sull’agenda di mobilitazione del prossimo anno e sulle ‘Alternative Mediterranee’. Ma ci saranno anche laboratori, finalizzati al coinvolgimento e alla partecipazione attiva della comunità locale, eventi teatrali e musicali, spazi dedicati alla letteratura. Il 3 ottobre ci saranno varie iniziative in ricordo del tragico naufragio in cui persero la vita 368 migranti, iniziative di cui saranno protagonisti i familiari delle vittime e i superstiti. La direzione artistica degli eventi teatrali è affidata ad Ascanio Celestini, mentre per gli eventi musicali la direzione artistica sarà di Fiorella Mannoia. Lo spot promozionale del Festival è stato prodotto e diretto da Ascanio Celestini ed è visionabile sul canale Youtube ‘Sabir Lampedusa’ all’indirizzo http://www.youtube.com/channel/ UC24VPd33xipjiWWDRWIueWA Il programma completo delle 5 giornate su www.festivalsabirlampedusa.it La pagina facebook: @SabirLampedusa
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passodipace
Uno, cento, mille passi di pace «La guerra é l’ipocrisia della politica». É il pensiero in testa a un coloratissimo piazzale Michelangelo nella giornata di domenica 21 settembre. «Perché le guerre hanno fallito», spiegano in apertura gli interventi di Francesca Chiavacci (Arci) e Gianni Bottalico (Acli). A Firenze i colori della pace sono tornati in piazza. Per fare insieme un passo. A volerlo quattro reti promotrici in cui l’Arci é parte protagonista: Rete della pace, Rete Disarmo, Sbilanciamoci!, Tavolo Interventi Civili di Pace. In piazza non sono tornate le «anime belle», come ha detto Sergio Bassoli della Rete della Pace. «In piazza c’erano uomini e donne ‘preoccupati’ delle sorti di un mondo in cui i conflitti in questi anni sono aumentati, conflitti che ormai rischiano di andare fuori controllo, e pace e democrazia rimangono lontani». Il passo di pace é stato compiuto proprio mentre in quelle ore fervevano i preparativi per i primi raid aerei per ‘fronteggiare’ l’Isis. Assieme, e grazie alla disponibilità e bravura di una attrice come Daniela Morozzi, in quel piazzale Michelangelo é stato compiuto un viaggio pieno di parole e testimonianze, dal vivo e dal video, da luoghi in cui la guerra continua a fomentare ingiustizie e sofferenze. Il desiderio di autodeterminazione della Palestina con, tra gli altri, Mai Al Kaila (ambasciatrice Anp in Italia), il rifiuto della guerra di alcuni soldati israeliani, le complesse vicende di Siria, Kurdistan Iracheno, Libia, Saharawi, fino all’Ucraina e alla Colombia, dove i nostri partner locali sono sotto minaccia delle Aquilas Negras. Con noi, a fare un passo di pace, c’erano Alex Zanotelli, Cecilia Strada, Susanna Camusso, Nichi Vendola, una delegazione del gruppo interparlamentare dei parlamenti per la pace impegnati nella battaglia contro gli F35. C’era il mondo del lavoro che ha ricordato come l’economia di guerra non é mai un buon affare. Dal palco, la musica de Il Ciclista, le atmosfere mediorientali del Marwan Oriental Ensemble e una chiusura coinvolgente affidata al duo composto da Luca Lanzi (Casa del Vento) e Francesco ‘Fry’ Moneti (Modena City Ramblers). Tra i momenti più belli della giornata, il ritorno in piazza di una gigantesca bandiera (trenta metri per quindici)
dopo lo scorso 25 aprile all’Arena di Verona, è stato il passo per indicare i prossimi, come sabato 27 settembre a Roma per la manifestazione nazionale convocata dalle comunità palestinesi italiane per i diritti del popolo palestinese; il 18 e 19 ottobre a Perugia come momento di approfondimento e di discussione sulle piattaforme e sulle campagne in corso, il 26 ottobre Marcia Sarda per la Pace, alla fine di ottobre a Milano, per sostenere il progetto del servizio civile nel quadro del semestre di presidenza italiana dell’Unione. E poi tanti altri. Perché i passi di pace, nonostante in questi tempi possano apparire difficili e ambiziosi, sono necessari.
della pace e un minuto di silenzio contro le guerre particolarmente ‘sentito’. Il passo di pace di domenica 21 settembre ha voluto ribadire che idee e proposte di pace, disarmo e nonviolenza sono tante. Per citarne alcune dalla piattaforma finale della manifestazione: il rilancio di una campagna per la difesa civile non armata e nonviolenta (con una legge di iniziativa popolare), la valorizzazione del patrimonio di esperienze dei corpi civili di pace, il controllo della spesa militare italiana e degli acquisti di armi (in particolare quelli dei caccia F-35), la garanzia del diritto d’asilo. E l’appuntamento di Firenze, il primo
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società
Vogliamo essere la Grande Bellezza di questo paese a cura di Rete degli Studenti Medi e Unione degli Universitari
Il patto educativo proposto dal governo Renzi chiude una stagione decennale, apertasi tra la fine del percorso Berlinguer e il termine dei provvedimenti Gelmini. Una stagione in cui la scuola è stata considerata solo come spazio pubblico improduttivo ed inutile ad un modello sociale caratterizzato da forti richiami a privatizzazioni, chiusure, paure, da modelli estetici premianti il reddito e la legge del più forte o del più furbo. Questo governo si prende una responsabilità inedita ma chiara: aprire una consultazione larga, coinvolgere i soggetti, decidere per rimettere al centro della discussione sul sistema-paese l’istruzione. Nell’assumersi questo onere dovrà valutare anche i rischi del trattare in maniera
decisa un mondo che ha una sua insita delicatezza come quello della scuola. Non basta evocare il cambiamento per giustificare un’azione governativa: crediamo sia necessario più ampio respiro e una scelta comune sulla direzione della rotta, coinvolgendo un protagonismo che la scuola ha colpevolmente inattivo da anni. Crediamo fondamentale che questo coinvolgimento parli a un’idea di scuola capace di tratteggiare un’idea di modello sociale, che guardi alla partecipazione, alla tutela dei beni artistici e culturali, alla crescita di spirito critico e all’educazione alle relazioni, in un contesto sempre più parcellizzato ed esclusivo. Le linee guida del governo su questo sono silenti; c’è un vuoto su questi temi che
Una proposta di legge popolare contro il pareggio di bilancio in Costituzione Il 23 settembre è stata presentata in una conferenza stampa - in cui hanno parlato tra gli altri Stefano Rodotà e Maurizio Landini, e a cui era presente anche la Presidente nazionale dell’Arci che aderisce alla iniziativa, insieme a Sbilanciamoci, Legambiente, Fiom, L’altra Europa per Tsipras, Sel, Prc, esponenti del Pd come Fassina e Civati ed altri ancora - una proposta di legge di iniziativa popolare di revisione costituzionale per cancellare l’introduzione del principio di ‘pareggio di bilancio’ nella nostra Costituzione, attraverso la modifica di alcuni articoli fra cui l’art.81. Il Parlamento assunse questa decisione nel 2012, sotto il governo Monti, raccogliendo una proposta governativa del precedente governo Berlusconi. I fautori di tale modifica si appellarono alla volontà dell’Europa. Ma la Ue non ha mai imposto ai paesi membri di mettere in Costituzione il pareggio di bilancio, tanto è vero che altri paesi, tra cui la Francia, non lo hanno fatto. In questo modo il nostro paese si è invece privato della possibilità di aumentare la spesa sociale, anche in deficit, per creare le condizioni di un incremento del Pil e di produrre una crescita secondo modelli ambientalmente e socialmente compatibili. In una battuta si potrebbe dire che con quell’atto si è voluto espellere Keynes dalla nostra Costituzione. E infatti le politiche di rigore e di austerità in atto in Italia
e in Europa seguono principi opposti a quelli divulgati dal grande economista, basandosi sul taglio della spesa sociale. In questo modo si impoveriscono i paesi, si tagliano i diritti, si aumenta la disoccupazione. È esattamente la fotografia attuale dell’Europa e dei paesi mediterranei in particolare, fra cui il nostro. Nella proposta di legge di iniziativa popolare - che a differenza del referendum non è solo abrogativa ma propositiva – non si propone solo di tornare al testo precedente alla modifica dell’art. 81, ma si vuole introdurre un principio fondamentale che è presente nelle più avanzate e recenti costituzioni, come quelle di alcuni paesi latinoamericani. Al vincolo contabile si sostituisce quello della soddisfazione dei bisogni e dei diritti dei cittadini. E quindi le manovre di bilancio non possono avere come conseguenza il taglio di spese sociali che ledono quei diritti. In questo modo la proposta di legge, pur non potendo influire direttamente sul Fiscal compact, che è un trattato europeo, rafforza gli argomenti per contrastarlo, dal momento che la logica del rientro forzato dal debito nel giro di venti anni comporta necessariamente una diminuzione della spesa sociale, che è proprio quanto la proposta di legge vuole venga vietato costituzionalmente. Il primato delle leggi contabili verrebbe così sostituito dal primato dei diritti.
colpisce. Un vuoto che inevitabilmente dovranno colmare gli studenti di questo paese, rimettendo in gioco un tema che negli ultimi anni è stato mortificato: le relazioni. Viviamo una società basata su competizione ed esclusione. La dimensione sociale si sposta sempre più su un piano virtuale, in cui le relazioni crescono esponenzialmente per quantità ma perdono la qualità, sviluppandosi spesso tramite oggetti o macchine e, per questo motivo, la prospettiva rischia di essere non più il ‘noi’ ma l’ ‘io verso gli altri’. Un’intera generazione rischia di essere risucchiata in un meccanismo sociale distorto e freddo in cui, alla fine dei conti, è sempre il più debole a restare indietro e la società non avrà più la capacità di occuparsene, perché avrà perso la capacità di accorgersene. Ma soprattutto quest’intera generazione rischia di rimanere senza la speranza e la voglia di cambiamento. Quest’autunno vogliamo combattere il disinteresse e l’indifferenza, vogliamo ricostruire la motivazione e la voglia di cambiamento, vogliamo ricostruire la coscienza di una generazione ad essere la Grande Bellezza di questo Paese. In una fase nuova in cui, dopo tanti anni di marginalità nella discussione politica, un Governo mette l’Istruzione - almeno a parole - al centro del dibattito e degli investimenti, vogliamo creare una mobilitazione propositiva e costruttiva in cui aggregare gli studenti negli spazi delle nostre scuole e delle nostre città per riqualificarli e trasformarli da sterili spazi di passaggio in cui si sta quasi per imposizione a luoghi in cui si vive e si convive, capaci di generare idee, passione, pensiero, consapevolezza, arte, musica...Bellezza. Da questi luoghi vogliamo rispondere alle proposte del Governo e sfidarlo su quei temi ignorati ma, per noi, fondamentali: cicli nuovi, diritto allo studio, democrazia nelle scuole, didattica innovativa, valutazione. Rivendichiamo una Scuola davvero buona. Rivendichiamo una vera cittadinanza studentesca. Da questi luoghi vogliamo chiedere con forza che al centro del Paese ci sia la Conoscenza e l’Istruzione nel suo complesso: rivendichiamo un investimento politico ed economico in tutto il sistema della Conoscenza. Vogliamo essere protagonisti, e tutti gli studenti con noi, del cambiamento della scuola, riuscendo a far valere le esigenze e i bisogno di tutti gli studenti, affinché la scuola possa essere realmente un luogo di formazione, conoscenza e creatività.
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pace&disarmo
arcireport n. 30 | 24 settembre 2014
Gli attacchi contro i civili perpetrati da Israele saranno esaminati dal Tribunale Russell sulla Palestina La sessione straordinaria su Gaza del Tribunale Russell, convocata per il 24 e 25 settembre a Bruxelles, prenderà in esame gli attacchi sferrati contro i civili e le infrastrutture civili durante l’operazione ‘Margine Protettivo’. Recentemente, Human Rights Watch ha accusato Israele di aver commesso crimini di guerra in un rapporto che analizza tre attacchi contro le scuole di Jabalya, Beit Hanoun e Rafah, in cui sono rimaste uccise 45 persone, tra cui 17 bambini. Non è la prima volta che un’indagine giunge a queste conclusioni. Anche le Nazioni Unite e Amnesty International avevano trovato prove di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Secondo le Nazioni Unite, durante i 50 giorni dell’offensiva israeliana, 2.131 palestinesi sono rimasti uccisi. Tra questi, 501 erano bambini, sotto i 12 anni nel 70% dei casi. I dati diffusi dal Ministero della Salute di Gaza parlano di 10.918 feriti, tra cui 3.312 bambini e 2.120 donne. Le Nazioni
Unite hanno dichiarato che 244 scuole sono state bombardate e che una è stata utilizzata come base militare. Secondo l’organizzazione per i diritti umani Al Mezan, almeno 10.920 abitazioni private sono state danneggiate o distrutte. Inoltre, sono stati colpiti anche 161 moschee, otto ospedali, 46 Ong, 50 pescherecci e 244 veicoli. John Dugard, Professore di Diritto internazionale e ex Relatore Speciale ONU sui Territori Palestinesi Occupati ha dichiarato: «Nell’atto di bombardare case e palazzi potenzialmente occupati da militanti di Hamas, le IDF (Forze di Difesa Israeliane) hanno dimostrato un atroce cinismo verso quello che consideravano soltanto un danno collaterale; il problema è che questo danno collaterale spesso coincideva con uccisioni e ferimenti di civili e con la distruzione delle loro case. La mancata distinzione tra obiettivi militari e civili costituisce un palese crimine di guerra». Il Direttore del Centro Palestinese per
i diritti umani con sede a Gaza, ha dichiarato: «I civili sono stati nell’occhio del ciclone durante tutta l’offensiva. Questo perché nessuno ha chiamato Israele a rispondere delle Operazioni Piombo Fuso e Pilastro di Difesa. C’è bisogno del diritto internazionale e di un’assunzione di responsabilità, per porre fine all’occupazione israeliana, che è, di per se stessa, un atto criminale». Ivan Karakashian, Coordinatore del servizio di difesa legale del DCI-Palestine, presenterà il caso dei bambini utilizzati come scudi umani da parte dell’esercito israeliano, come è accaduto a Ahmed Abu Raida, trattenuto per cinque giorni a questo scopo. Il tribunale raccoglierà le dichiarazioni di esperti, giornalisti e testimoni che erano sul posto durante l’attacco. L’evento sarà trasmesso in streaming al seguente link: http://www.livestream.com/russelltri bunalonpalestine?t=538802 www.russelltribunalonpalestine.com/en
Da oggi il tuo NO agli F-35 «dillo ai Parlamentari» Ha preso il via in tutta Italia, nell’ambito della campagna Taglia le ali alle armi contro il programma dei caccia Joint Strike Fighter, l’iniziativa NO F35: dillo ai parlamentari, un’azione già lanciata a Firenze la scorsa domenica durante l’evento Un passo di pace. La proposta nasce dalla constatazione che molti parlamentari, nei prossimi giorni chiamati nuovamente a decidere sul proseguimento del finanziamento al progetto, in realtà conoscono ben poco della questione. Per questo motivo il Comitato bresciano No F-35 in accordo con la campagna Taglia le ali alle armi ha creato il sito www.nof35brescia.it che permetterà ad ogni singolo cittadino di inviare a Senatori e Deputati brevi testi sulle varie problematiche del programma JSF. Nelle prossime settimane, nel sito dell’iniziativa verranno esplicitati i motivi e i dati che sostanziano la scelta di opporsi alla prosecuzione del progetto: dalle prioritarie ragioni morali, giuridiche e costituzionali alla cronistoria e ai costi del progetto, alle alternative di spesa, ai difetti tecnico-strutturali, alla situazione in altri Paesi, alla proposta di
una nuova difesa europea e all’opposizione di centinaia tra Comuni, Province, Regioni. Ciascun cittadino o cittadina, accedendo al sito www.nof35brescia.it potrà direttamente e facilmente inviare una mail ai Parlamentari per chiedere conto di come intendono comportarsi al momento del voto. L’obiettivo è quello di smuovere l’attenzione dei nostri eletti in difesa degli interessi di tutti i cittadini e non delle lobby industriali e militari che da sempre sostengono un’alta (e per noi improduttiva e insensata) spesa militare. «In un’epoca in cui la partecipazione
alle decisioni pubbliche sembra volersi ridurre sempre più a un voto in una cabina elettorale - commenta il Comitato bresciano No F-35 - cerchiamo di far valere il nostro diritto alla partecipazione su scelte decisive per il nostro futuro». Il lancio di NO F35: dillo ai parlamentari è anche occasione per chiedere a tutti di attivarsi per una pressione su Governo e Parlamento anche tramite i social network, in particolare attraverso la pagina facebook www.facebook. com/taglialealiallearmi e l’utilizzo degli hashtag #taglialealiallearmi e #NOF35.
La Giornata Internazionale della Nonviolenza Il 2 ottobre è la Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall’Onu nell’anniversario della nascita di Gandhi. L’auspicio è che diventi l’occasione per far emergere nitida e forte la volontà dell’umanità consapevole che chiede pace, disarmo, smilitarizzazione, democrazia, giustizia, solidarietà, rispetto della vita, della dignità e dei diritti di tutti gli esseri umani, tutela dell’unico mondo vivente casa comune dell’umanità. In un mondo in cui si moltiplicano guerre e conflitti, l’invito dev’essere quello a deporre le armi per costruire finalmente la pace.
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europa
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«Non accettate la nomina di Tibor Navracsics a Commissario Educazione, Cultura, Giovani e Cittadinanza» La lettera della presidente dell’Arci, Francesca Chiavacci, ai parlamentari europei La presidente nazionale dell’Arci, Francesca Chiavacci, ha inviato una lettera ai parlamentari europei perché sostengano la richiesta, avanzata con una lettera aperta da diverse reti associative europee, di non accettare la nomina di Tibor Navracsics a Commissario Educazione, Cultura, Giovani e Cittadinanza. In sintonia con le motivazioni espresse nella lettera aperta, Chiavacci afferma di non ritenere adatto a un simile incarico l’esponente del partito al potere in Un-
gheria che intimidisce le associazioni e colpisce la libertà di stampa. Educazione, cultura, giovani e cittadinanza dovrebbero rappresentare infatti settori prioritari per l’Unione Europea nella prossima legislatura, oltre a essere tematiche che fanno di quella Commissione il riferimento necessario per tutte le associazioni democratiche europee. Secondo la presidente dell’Arci, Il malessere sociale che attraversa il continente e che sta trovando una pericolosa sponda
in formazioni reazionarie e razziste, richiede all’Europa, oltre a scelte diverse in materia economica e finanziaria, un deciso impegno per la cultura, per le giovani generazioni, per allargare la partecipazione democratica e promuovere la cittadinanza attiva. Queste esigenze non possono trovare adeguata risposta se verrà confermata la scelta di Navracsics in quel ruolo. Di qui la richiesta ai parlamentari di opporsi a tale nomina.
La lettera aperta delle reti europee a Jean-Claude Junker «Egregio Mr. Junker, presentando la sua squadra di Commissari e le corrispondenti attribuzioni di deleghe, lei ha annunciato la nomina di Tibor Navracsics a Commissario Educazione, Gioventù, Cultura e Cittadinanza. I firmatari di questa lettera aperta, rappresentanti di reti e organizzazioni di società civile che hanno realizzato l’Anno Europeo del Cittadino nel 2013 e nel 2014, considerano questa nomina del tutto inaccettabile. Navracsics è stato un promotore chiave delle politiche realizzate dai Governi ungheresi guidati da Orban che hanno agito contro i valori e il progetto dei Trattati europei e sono stati criticati dalla Commissione Europea per decisioni come il processo di riforma costituzionale della Unione Europea nel 2013 e la riforma che ha colpito la libertà dei media nel 2011. È per questo che, sulla base dei fondamentali principi democratici della UE, noi crediamo che questa nomina costituisca una minaccia per le relazioni fra la Commissione Europea e le organizzazioni di società civile. In un momento in cui il Governo ungherese sta cercando di intimidire le associazioni che non condividono il suo punto di vista, inviando la polizia nelle loro sedi, la sua proposta di nomina è un messaggio preoccupante, che va contro i valori che sono al centro del progetto europeo e delle aspirazioni espresse nel piano di lavoro della nuova Commissione europea presentato a giugno al Parlamento Europeo.
Per noi, i settori educazione, cultura, gioventù e cittadinanza devono soprattutto abbracciare i valori del progetto europeo attraverso la promozione di una società aperta e inclusiva. Dopo aver anteposto l’economia al sociale in questo periodo di crisi, la nomina di Navracsics può solo essere intesa come un ritorno indietro sulla realizzazione di questi valori e manda ai cittadini un segnale deprimente sul futuro dell’Europa. Non ci resta altra scelta se non chiedere al Parlamento Europeo di respingere la nomina di Navracsics a questo ruolo. Convinti che la stretta applicazione dell’articolo 11 del Trattato europeo contribuirebbe alla necessaria ricostruzione della fiducia dei cittadini nelle istituzioni europee, vogliamo anche condividere un’altra nostra seria preoccupazione. In accordo con le raccomandazioni espresse dall’Alleanza per l’Anno Europeo dei Cittadini EYCA, chiediamo che cittadi-
nanza e dialogo sociale siano incluse fra le responsabilità di un vice Presidente della Commissione Europea. Per logica, dovrebbero ricadere nel portafoglio del vice Presidente incaricato di ‘Better regulation, Relazioni interistituzionali, Stato di diritto e Carta dei diritti fondamentali’. In questo modo, al dialogo civile potrebbe essere attribuito lo stesso status del dialogo sociale, e diventare uno strumento cruciale per rafforzare la legittimità democratica della UE. Con preoccupazione per la legittimità e l’efficacia del dialogo tra le istituzioni europee e la società civile in tutte le sue forme, e ribadendo il nostro impegno per sostenere i valori proclamati del progetto europeo, accetti i nostri più rispettosi saluti». Per firmare, sulla piattaforma www. change.org cerca la petizione ‘Fermiamo Tibor Navracsis, difendiamo la democrazia europea contro il dispotismo’
Prime organizzazioni firmatarie:
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internazionaleaferrara
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Banca Etica e Arci al Festival di Internazionale a Ferrara Banca popolare Etica rinnova il sostegno al Festival di Internazionale a Ferrara: un evento - organizzato dalla redazione di Internazionale con il supporto di Arci Ferrara - capace di offrire stimoli e punti di vista diversi sulla politica, l’economia e la scienza a livello globale e di attrarre un pubblico numeroso e spesso giovane di persone attente, curiose e desiderose di mettersi in gioco. Banca Etica è la prima e tutt’ora unica banca italiana interamente dedita alla finanza etica, nata nel 1999 su impulso delle principali reti del Terzo Settore italiano tra cui Arci, ha festeggiato i suoi primi 15 anni con risultati incoraggianti: in questi anni la banca ha raccolto il risparmio di organizzazioni e cittadini responsabili e lo ha utilizzato per finanziare esclusivamente progetti di interesse collettivo. In 15 anni Banca Etica è cresciuta costantemente e ha erogato crediti per un totale di 1,8 miliardi a sostegno di quasi 24mila iniziative di organizzazioni,famiglie e imprese nei settori della cooperazione sociale, cooperazione internazionale, cultura e qualità della vita, tutela dell’ambiente, diritto alla casa. Banca Etica lavora in network con le principali istituzioni che in tutto il mondo si occupano di finanza etica e ha tra le sue priorità la promozione dell’educazione finanziaria e dell’uso responsabile del denaro al fine di rendere i cittadini/ risparmiatori sempre più capaci di incidere sulle dinamiche finanziarie globali. Quest’anno, nell’ambito del Festival, Ban-
Il programma dell’incontro Sabato 4 ottobre - ore 14 - Cinema Apollo con:
♦ Ugo Biggeri, presidente di Banca popolare Etica ♦ Kenneth Haar, Corporate Europe Observatory - autore della ricerca The fire power of the financial lobby (2014). Corporate Europe Observatory (CEO) è un’organizzazione indipendente che si occupa di mettere in luce gli strumenti di lobby e di pressione che le big corporation usano per influenzare le decisioni politiche che riguardano tutti i cittadini. http://corporateeurope.org ♦ Aline Fares, Finace-Watch. Finance Watch è un’organizzazione non profit basata a Bruxelles; il suo scopo è quello di sensibilizzare le istituzioni e la pubblica opinione europea sulla necessità di ricondurre la finanza al suo ruolo originario che consiste nel veicolare risorse economiche verso le attività produttive di pubblico interesse. A questo scopo Finance Watch compie studi e ricerche e attività di lobby sulle istituzioni europee impegnate nella regolamentazione dei mercati finanziari. Recentemente Finance Watch ha pubblicato uno studio sulla relazione tra la costante crescita dei costi della finanza e l’impoverimento della società civile. www.finance-watch.org Modera Nunzia Penelope, scrittrice e giornalista, pubblica su Il Fatto Quotidiano e su Il Foglio, autrice tra gli altri di Caccia al tesoro, Soldi Rubati, Ricchi e Poveri (Ed. Ponte Alle Grazie). Nel corso del Festival, Debora Rosciani - conduttrice di trasmissioni dedicate al risparmio su Radio 24 - intervisterà il presidente di Banca Etica, Ugo Biggeri, presentando il suo nuovo libro Il valore dei soldi - Banche, finanza ed etica oltre il mito della crescita (Ed. San Paolo), l’appuntamento è per la serata di venerdì 3 ottobre.
ca Etica propone l’incontro dal titolo La lobby più potente del mondo - Idee per un nuovo protagonismo della società civile contro la finanza casinò. 1.700 addetti per un fatturato di oltre 120 milioni di euro l’anno: non parliamo di una multinazionale, ma dell’esercito di lobbisti
Ad Internazionale si presenta la Carta Conto Evo Nell’ambito del Festival di Internazionale a Ferrara, Banca Etica avrà uno stand in Piazza Trento e Trieste dove sarà possibile conoscere tutte le soluzioni offerte dalla finanza etica a imprese e famiglie. Direttamente allo stand sarà possibile attivare la Carta Conto Evo di Banca Etica dedicata ad Arci senza pagare i costi di attivazione. Ricarica Evo è la carta conto prepagata evoluta, alla quale è associato un iban, che oltre alle operazioni di base aggiunge le funzioni di un conto corrente,
come bonifici e RID. Sulla carta si può far accreditare lo stipendio, domiciliare le bollette, fare o ricevere bonifici; accedere ai servizi degli sportelli automatici ATM/bancomat, con possibilità di prelevare contante gratuitamente presso gli sportelli automatici di Banca Etica e in tutto il circuito delle Banche di Credito Cooperativo; acquistare online come con una carta di credito. È comoda, flessibile, ricaricabile e conveniente, perché ha un canone mensile di 1 euro e non prevede l’imposta di bollo.
della finanza che affollano le istituzioni europee a Bruxelles e della quantità di denaro fornita ogni anno da banche e altre imprese del settore per sostenerne le attività. Sono alcuni dei dati riassunti nel rapporto pubblicato di recente da Corporate Europe Observatory – CEO e intitolato La potenza di fuoco della lobby finanziaria. «Probabilmente la lobby più potente del mondo», ha detto l’exCommissario Europeo Algirdas Semeta. In una recente intervista, Luciano Gallino ricorda che «il paradosso è che la crisi, fino all’inizio del 2010, è stata una crisi delle banche. Poi è iniziata una straordinaria operazione di marketing: si è fatta passare l’idea che il problema fossero i debiti pubblici degli stati». Da oggi riusciamo a capire un po’ meglio con quali mezzi e risorse tale straordinaria operazione di marketing sia stata e continui ad essere realizzata. Conoscere il fenomeno delle lobby della finanza è il primo passo per chiedere alla politica di intervenire per limitare l’influenza di chi ci ha causato la crisi economico - finanziaria nella definizione delle regole che dovrebbero consegnarci una finanza più trasparente e al servizio dell’economia reale. www.bancaetica.it
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Le cucine della solidarietà
A Massenzatico da dieci anni cibo, vino, musica e incontri con il circolo Arci Le cucine del popolo La tavola come luogo di incontro, confronto, contaminazione, di ritorno alla semplicità e spontaneità dei rapporti è la sfida che il circolo Arci Le cucine del popolo di Massenzatico (RE), insieme ad Arci Reggio Emilia, affronta da ormai dieci anni, armato di rezdore, ricette e cultura. Dal 3 al 5 ottobre cibo, vino, musica e incontri: si comincia con il convegno Quale solidarietà concreta? che si interroga sulla storia, sul presente e sulla società futura. Tema di questo convegno è appunto la solidarietà: in un momento in cui la competitività esasperata contrappone i singoli e disgrega la società, in cui le condizioni di vita risultano sempre più difficili, in cui i diritti che dovrebbero essere universali sono continuamente messi in discussione e i principi di equità sociale sembrano un lontano orpello di società passate, i governi affermano che l’unica possibilità è trovare nuovi mercati, diventare più efficienti, negare diritti e imporre egemonie attraverso guerre e politiche di sfruttamento. Le cucine del popolo vogliono ripartire dal basso, dalla fantasia e dalla idealità, convinti che si debba sperimentare, trovare strade alternative reali. Infatti,
come si legge nella presentazione «Nel nostro piccolo cerchiamo di dare vita ad un cantiere di resistenze e/o opposizioni alimentari capaci di costruire esperienze enogastronomiche autogestite. Per questo abbiamo voluto dedicare il convegno al valore della solidarietà, quella di classe, nel suo svolgimento storico tra lontano passato e futuro più prossimo. Occorre partire dalla storia degli ultimi, del movimento operaio e contadino, fondato sui valori egualitari e solidaristici, per arrivare alle attuali esperienze mutualistiche. Vogliamo dare spazio alle istanze di base per favorire le realtà che oggi rappresentano un’importante punto di partenza per un’alternativa concreta. Forni autogestiti, orti sociali, vere cooperative, casse di mutua resistenza, spazi sociali indipendenti, banche del tempo e gruppi di acquisto. Ma vogliamo soprattutto sollecitare indicazioni, costruire reti, sperimentare laboratori tra quelle realtà - e sono tante - che si stanno muovendo dal basso, senza profitto, iniziando proprio dalla tavola proletaria, luogo centrale della cucina popolare. Dobbiamo aprire una nuova stagione all’insegna della solidarietà libertaria, muovendo dai bisogni più concreti quali il cibo, la convivialità, la sorellanza e la fratellanza. Dagli ultimi e per gli ultimi. Per questo vi aspettiamo ancora una volta a Massenzatico». E come sempre durante i tre giorni, punti cibo&vino, libreria, artigianato, prodotti della terra, mostre, performance improvvisate, concerti. www.cucinedelpopolo.org
Il Premio Impatto Zero C’è tempo fino al 30 settembre per partecipare al Premio Impatto Zero, promosso da Arci Padova con il contributo di AcegasAps-Società del Gruppo Hera, in collaborazione con Legambiente Nazionale, Coordinamento Agende 21 Locali Italiane, Progetto Life+Eco Courts, Legacoop Veneto, Centri Servizi Volontariato di Padova, Verona, Vicenza, Rovigo, Treviso e Belluno, Confcooperative Padova, e con il patrocinio di EXPO Milano
2015, Ministero dell’Ambiente e Comune di Padova.
Sono quattro le categorie in concorso per l’iniziativa che promuove e valorizza le buone pratiche sostenibili di cittadini, associazioni e cooperative: scelte di vita e comportamenti ecologicamente virtuosi che riducono lo sfruttamento di risorse, le emissioni, i rifiuti e contribuiscono a diffondere la cultura della sostenibilità, migliorando così anche la qualità della vita della comunità. www.premioimpattozero.it
daiterritori
in più IL reading ONEGLIA (IM) Giovedì 25 set-
tembre alle 21.30 presso il circolo Arci Camalli Antica Compagnia Portuale, in collaborazione con l’associazione culturale Michele de Tommaso e il gruppo teatrale L’attrito, si terrà il reading con Sarah Menefee, attivista politica, intellettuale, militante e poetessa americana. Sarah Menefee ha partecipato a molte azioni e campagne politiche, scioperi, occupazioni, azioni di disobbedienza civile e azioni di resistenza alle retate della polizia negli accampamenti di homeless, è stata portata in giudizio nel 1991 per aver dato, ‘senza permesso’, cibo agli affamati con il gruppo Food not Bomb. imperia@arci.it
omaggio a de andre’ MILANO Il 26 settembre a partire
dalle 22 c’è L’omaggio a Fabrizio De Andrè dell’Arci Bellezza. Sul palco, ad eseguire con personalissime e toccanti interpretazioni i capolavori del maestro genovese, saliranno la voce senza tempo degli Io?Drama, Fabrizio Pollio, e quella della promettentissima band La Linea del Pane, Teo Manzo. Un duo collaudatissimo, per una serata di oltre due ore di musica e poesia. www.arcibellezza.it
banca del tempo CATANIA Il 26 settembre presso la
sede dell’Arci Catania ci sarà il primo incontro di Scambiarci - Banca del tempo a Catania. La Banca del Tempo è un istituto di credito particolare, in cui non viene depositato denaro, ma tempo da scambiare. L’idea è nata nella fase progettuale del primo incontro InCircolo tenutosi a Nicolosi. Al momento c’è solamente un piccolo gruppo formato da alcuni membri del comitato territoriale e del circolo di Belpasso, ma l’obiettivo è coinvolgere sempre più cittadini a partecipare a questa iniziativa. catania@arci.it
appuntamento al paz CASTANO PRIMO (MI) Il 26
settembre alle 21 al circolo Arci Paz ci sarà l’iniziativa 12 dicembre 1969: per non dimenticare. Interverranno Cludia Pinelli, figlia di Giuseppe Pinelli e Carlo Arnoldi, presidente dell’associazione dei famigliari delle vittime di Piazza Fontana. fb Circolo Arci Paz
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A Zero Violenza, seconda edizione per il concorso grafico contro la violenza sulle donne Torna per la seconda edizione A Zero Violenza, il concorso grafico per un manifesto contro il femminicidio e la violenza sulle donne, lanciato per la prima volta lo scorso anno da Arci Firenze, con il sostegno di Unipol-Assicoop Firenze, per dare un ulteriore contributo, con una dimensione popolare e attraverso la libertà di espressione, al contrasto di una vera e propria piaga che affligge la società italiana. L’obiettivo del concorso rimane duplice: premiare il lavoro più convincente dal punto di vista grafico e invitare il più ampio numero di persone a riflettere sull’argomento e a farsi portatore di un messaggio di condanna di violenze, abusi, molestie. A Zero Violenza è un concorso aperto a persone singole (o gruppi) di età compresa tra i 18 e i 40 anni. I partecipanti dovranno proporre, secondo le modalità del bando di concorso pubblicato su www.arcifirenze. it, un’opera di dimensioni cm 70x100. In palio ci sono premi per il primo, secondo e terzo lavoro classificati. L’opera prima classificata sarà riprodotta in manifesti che verranno diffusi e affissi in tutto il territorio fiorentino e nelle 260 basi associative (tra circoli, Case del Popolo, SMS e associazioni culturali) affiliate all’Arci di Firenze. La giuria che valuterà il lavoro sarà composta da rappresentanti delle organizzazioni che promuovono il concorso (Arci Firenze), di associazioni che operano per l’uguaglianza di genere (Artemisia, Il Giardino dei Ciliegi, Azione Gay e Lesbica), e un grafico professionista specializzato in comunicazione sociale. Il termine per presentare le domande di partecipazione e le opere è fissato per il 12 novembre. Domanda di partecipazione e modalità di consegna sono contenuti nel bando. La premiazione avverrà nel corso di un evento in programma il 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Le opere dovranno essere inviate (seguendo le modalità indicate nel bando) alla sede di Arci comitato territoriale di Firenze, Piazza dei Ciompi 11 - 50122 Firenze. azeroviolenza@gmail.com
Spettacolo ‘Il futuro della memoria’ Arci Ponti di memoria sarà protagonista al Festival del diritto di Piacenza con lo spettacolo Il futuro della memoria. Musica e parole per non dimenticare. In scena i molteplici volti dell’impegno civile che Arci Ponti di Memoria ha espresso in centinaia di produzioni: brani tratti da 1914-1918, la guerra degli ultimi di Daniele Biacchessi e Massimo Priviero, Scoppia motore a scoppio degli Opm, Quel giorno a Cinisi. Storia di Peppino Impastato di Gaetano Liguori e Daniele Biacchessi, Mafie in pentola di Tiziana Di Masi. Interpreti: Daniele Biacchessi, Tiziana Di Masi, Gaetano Liguori, Giuliano Mori, Opm, Massimo Priviero. Appuntamento il 26 settembre alle 21 a Piacenza presso la Sala dei Teatini. Arci Ponti di memoria è la prima rete nazionale composta da operatori culturali e spettatori impegnati nel recupero della memoria italiana, delle pagine troppo spesso dimenticate della storia contemporanea italiana. Riunisce come soci e simpatizzanti musicisti, attori, narratori, registi, giornalisti, scrittori, associazioni, teatri, operatori, spettatori, cittadini. Realizza un grande progetto di democrazia partecipata per diffondere e promuovere la cultura della memoria italiana attraverso festival di musica, cinema, teatro, arti visive, workshop didattici, rassegne letterarie, iniziative editoriali. pontidimemoria.it
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Insieme contro le discriminazioni Arcisolidarietà Arezzo, in collaborazione con Orchestra Multietnica di Arezzo e ISDE – Medici per l’Ambiente Arezzo, propone un corso di formazione per volontari sul contrasto ad ogni forma di xenofobia e discriminazione etnica, razziale e legata all’orientamento sessuale delle persone. Il corso di formazione, dal titolo Insieme contro le discriminazioni, si svolgerà dal 3 ottobre al 21 novembre 2014, presso il Centro di Aggregazione Sociale Pescaiola, in via Alessandro dal Borro. La partecipazione al corso di formazione è gratuita e aperta ad un massimo di 20 iscritti/e. La scadenza per l’iscrizione al corso è il 27 settembre. arcisolidarieta.arezzo@gmail.com
Meglio matti che corti Un concorso per audiovisivi che racconti il mondo della salute mentale a partire da Màt – La Settimana della Salute Mentale che si terrà a Modena dal 18 al 24 ottobre. Si tratta di Meglio matti che corti a cui sarà possibile iscriversi entro il 15 ottobre. I partecipanti avranno libero accesso alle iniziative di Màt e un mese di tempo per realizzare un reportage, un cortometraggio o un documentario che non duri più di 10 minuti. In palio un premio di 500 euro. Il concorso è promosso da Arci Modena e Dipartimento di Salute mentale e dipendenze patologiche – Ausl Modena con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. Hanno collaborato Idee in circolo, Nonantola Film Festival, Amici dell’Ozu Film Festival, Corti Vivi – Fondazione Campori, Università di Bologna, Ucca, Le parole ritrovate nazionali, il Forum Salute Mentale. www.arcimodena.org
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azionisolidali le notizie di arcs
a cura di Moira D’Amelio
I GIOVANI E LA SOLIDARIETà INTERNAZIONALE IN ARCS
Negli ultimi mesi nell’ufficio di Roma dell’ARCS vanno e vengono, spesso accompagnati da pesanti zaini da viaggio, i giovani impegnati nelle esperienze di solidarietà internazionale all’estero. I nostri ragazzi del servizio civile all’estero sono ancora tutti nelle sedi di progetto in Brasile, Libano, Palestina, Serbia, Mozambico. Li abbiamo rivisti a Roma, impegnati nella valutazione intermedia del progetto, in bilico tra l’Italia ed il paese che li ospita, con tante cose da raccontare e condividere. E tanta voglia di ripartire. In questo momento c’è Gioia in Giordania, volontaria SVE in un progetto all’interno di un campo profughi palestinese. È stata lei che ci ha seguito nell’organizzazione del campo di lavoro in Giordania che si è svolto proprio nello stesso campo profughi in collaborazione con la Ong giordana partner del progetto. Al campo di lavoro e conoscenza hanno partecipato sei giovani donne che sono state impegnate soprattutto in attività di animazione con i bambini. Un altro ragazzo, Federico, è in partenza per la Georgia, dove sarà impegnato in uno SVE sul tema della comunicazione e dell’educazione ai diritti umani con i giovani. L’organizzazione che lo ospita lavora con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo sostenibile delle comunità locali nella regione di Shida Kartli e di contribuire al processo di pace. Prestissimo avvieremo anche un progetto più complesso, Key Action 1 del Programma Erasmus +. Invieremo due gruppi di quattro volontari italiani in un percorso SVE a Gerusalemme e in seguito organizzeremo uno scambio giovanile internazionale a Gerusalemme ed uno in Italia. Infine a fine ottobre una delegazione di quattro giovani parteciperà al festival della Solidarietà Internazionale a Nimes, in Francia. La nostra delegazione incontrerà durante il festival altri giovani provenienti da paesi Europei e del Mediterraneo, per confrontarsi insieme sulle tematiche dell’impegno volontario delle nuove generazioni. Potete seguire ‘da vicino’ i nostri volontari sui loro blog: http://www.arciculturaesviluppo.it/
società
Decreto ‘Sblocca Italia’, un ritorno al passato verso la privatizzazione dell’acqua e dei beni comuni La posizione del Forum dei Movimenti per l’Acqua Dopo un lungo travaglio, è stato pubblicato nei giorni scorsi l’annunciato decreto ‘Sblocca Italia’. Si tratta di un provvedimento che segnala un deciso cambio di fase nelle politiche governative costruendo un piano complessivo di aggressione ai beni comuni tramite il rilancio delle grandi opere, misure per favorire la dismissione del patrimonio pubblico, l’incenerimento dei rifiuti, nuove perforazioni per la ricerca di idrocarburi e la costruzione di gasdotti, oltre a semplificare e deregolamentare le bonifiche. Ma ciò che, come Forum dei Movimenti per l’Acqua, c’interessa maggiormente evidenziare è la gravità di quelle norme che, celandosi dietro la foglia di fico della mitigazione del dissesto idrogeologico, mirano di fatto alla privatizzazione del servizio idrico. Infatti, con questo decreto si modifica profondamente la disciplina riguardante la gestione del bene acqua arrivando ad imporre un unico gestore in ciascun ambito territoriale e individuando, sostanzialmente nelle grandi aziende e multiutilities, di cui diverse già quotate in borsa, i poli aggregativi. Ciò si configura come un primo passaggio propedeutico alla piena realizzazione del piano di privatizzazione e finanziarizzazione dell’acqua e dei beni comuni che il Governo sembra voler definire compiutamente con la Legge di Stabilità. In questo provvedimento, probabilmente, verranno inserite quelle norme, in parte già presenti nelle prime versioni del decreto, volte a imporre agli Enti Locali la collocazione in borsa delle azioni delle aziende che gestiscono servizi pubblici, oltre a quelle che costringono alla loro fusione e accorpamento secondo le prescrizioni previste dal piano sulla spending review. Si arriverebbe, addirittura, a esercitare un vero e proprio ricatto nei confronti degli Enti Locali i quali, oramai strangolati dai tagli, sarebbero spinti alla cessione delle loro quote al mercato azionario per poter usufruire delle somme derivanti dalla vendita, che il Governo sottrarrebbe alle tenaglie del patto di stabilità. Con il decreto ‘Sblocca Italia’ si svelano, dunque, le reali intenzioni del Governo, ovvero la diretta consegna dell’acqua
e degli altri servizi pubblici locali agli interessi dei grandi capitali finanziari. Infatti, la strategia governativa, nonostante la propaganda sulla riduzione degli sprechi e dei costi della politica mediante lo slogan «riduzione delle aziende da 8.000 a 1.000», non garantirà certamente l’interesse collettivo ma solo quello economico e di massimizzazione dei profitti delle grandi aziende multiutilities che già gestiscono acqua, rifiuti e trasporto pubblico locale. Come Forum dei Movimenti per l’Acqua intendiamo denunciare la gravità di questo provvedimento che si pone in aperto contrasto con la volontà popolare espressa nel referendum del 2011 e ci mobiliteremo per contrastare il tentativo di privatizzazione dell’acqua e dei beni comuni, anche rilanciando un nuovo modello di pubblico che guardi alla partecipazione diretta dei cittadini alla gestione come elemento qualificante e realmente innovativo.
arcireport n. 30 | 24 settembre 2014 In redazione Andreina Albano Maria Ortensia Ferrara Carlo Testini Direttore responsabile Emanuele Patti Direttore editoriale Francesca Chiavacci Progetto grafico Avenida Impaginazione e grafica Claudia Ranzani Impaginazione newsletter online Martina Castagnini Editore Associazione Arci Redazione | Roma, via dei Monti di Pietralata n.16 Registrazione | Tribunale di Roma n. 13/2005 del 24 gennaio 2005 Chiuso in redazione alle 19 Arcireport è rilasciato nei termini della licenza Creative Commons Attribuzione | Non commerciale | Condividi allo stesso modo 2.5 Italia
http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/