arcireport
settimanale a cura dell’Arci | anno XIII | n. 36 | 22 ottobre 2015 | www.arci.it | report@arci.it
Si apre a Milano la 17a Biennale dei giovani artisti del Mediterraneo di Carlo Testini Arci nazionale
Il 22 ottobre si inaugura la diciassettesima edizione della Biennale dei Giovani Artisti del Mediterraneo dal nome Mediterranea17, promossa dall’omonima rete internazionale (BJCEM) e dal Comune di Milano, in collaborazione con l’Arci e con il patrocinio di Fondazione Cariplo. Per quattro giorni la Fabbrica del Vapore, straordinario luogo post-industriale rigenerato, ospiterà una grande esposizione (che rimarrà aperta fino al 22 novembre) e decine di attività aperte al pubblico alle quali parteciperanno 300 artisti under 35 provenienti da tutta l’area del Mediterraneo. Alla fine dell’anno scorso è stato lanciato il bando internazionale, seguito dal lavoro delle giurie. Un grande lavoro di monitoraggio della creatività giovanile che ha visto impegnati i soci di BJCEM, tra cui Arci Bari, Arci Emilia Romagna, Arci Lazio, Arci Liguria, Arci Milano, Arci Puglia, Arci Nazionale, Arci Sardegna, Arci Sicilia, Arci Torino. Il titolo di Mediterranea17 è No Food’s Land, una riflessione anche critica che parte dai temi di Expo 2015 per ragionare di incontro tra culture, del dialogo che
spesso sembra impossibile in molte aree del mare nostrum. In effetti, come abbiamo più volte sottolineato, il progetto della Biennale che quest’anno compie trent’anni, è nato con il duplice scopo di far emergere la giovane creatività e connettere le giovani generazioni dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo per sviluppare progetti comuni e rafforzare le relazioni tra le società. Un compito molto complesso che in questi tre decenni non è mai stato semplice ma che in questo momento storico ci sembra straordinariamente importante. Senza fare della retorica sul dialogo tra culture, i progetti della Biennale sono piattaforme artistiche che mettono in relazione le persone e tentano di costruire particelle di società del futuro aperte al cambiamento e alle diversità. L’Arci, grazie all’impegno di Arci Milano, si sta occupando della parte organizzativa di Mediterranea17 e della Biennale OFF-Out Of Fabbrica, progetto curato dal nostro Marco Trulli, che ha contaminato la città di laboratori ed eventi per
arricchire già dalla scorsa settimana i contenuti dell’evento. Venerdì scorso, presso la residenza artistica della Fabbrica si è svolta una prima conferenza La Ville Ouverte - Una geografia di definizioni dello spazio pubblico, che ha coinvolto artisti ed operatori milanesi che sviluppano il loro lavoro nell’ambito dell’Arte pubblica. Nei giorni successivi si è sviluppata la residenza dal titolo Here is elsewhere in collaborazione con Careof e Mare Culturale Urbano i cui risultati verranno esposti nei giorni della Biennale. Sempre in questo ambito si è svolto tra lunedì e mercoledì il workshop di fumetto La ricotta-disegnare un film, diretto dal disegnatore Gianluca Costantini in collaborazione con Rufa_Rome University of Fine Arts il cui risultato è stato la realizzazione di un fumetto collettivo che ha reinterpretato il noto film di Pier Paolo Pasolini. Sono solo alcune delle attività del ricchissimo programma di Mediterranea17 che si può consultare su http://mediterraneabiennial.org/17-no-foods-land/ e che vi invitiamo a visitare quanto prima.
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quarantennalemortepasolini
Ricordare Pasolini, a quarant’anni dalla sua morte di Federico Amico coordinatore Commissione Buone pratiche e Diritti Culturali
La Direzione nazionale dell’Arci promuove una serie di materiali e strumenti per la commemorazione del quarantennale dalla morte di Pier Paolo Pasolini. Si tratta di un’iniziativa propria della nostra associazione al servizio dei territori e che intende segnare un protagonismo dell’Arci per ricordare l’attualità del pensiero e della figura dello scrittore friulano. Con «I problemi non si risolvono, si vivono» la frase conclusiva di Appunti per un’Orestiade africana vogliamo con le parole di PPP provare a ritrarre i nostri tempi, così confusi, disgregati che incitano a soluzioni troppo facili e semplicistiche. Come a dire che l’attualità, o se vogliamo la continua inattualità, del pensiero di Pasolini e delle sue opere è ancora in grado di gettare luce sulle contraddizioni dell’oggi. L’Arci lo fa con gli oggetti e le azioni, oltre che con le parole. Così in primo luogo abbiamo realizzato un manifesto e una cartolina che sono stati già in parte distribuiti ai comitati in occasione dell’Assemblea dei territoriali del 10 e 11 ottobre scorso. Sempre in quella sede è stata consegnata una copia per ogni comitato presente del volume a fumetti di Davide Toffolo Pasolini, ora ristampato da Rizzoli-Lizard. La ristampa è stata realizzata con il con-
tributo di Arci (qui http://www.lospaziobianco.it/2582-pasolini una recensione). Davide Toffolo è conosciuto ai più come cantante dei Tre Allegri Ragazzi Morti. In occasione della Biennale dei Giovani Artisti che si terrà a Milano dal 22 al 25 ottobre, promuoveremo un workshop di tre giorni con Gianluca Costantini ed Enrico
Le prime iniziative Arci PESCARA Arci Pescara, in collaborazione con il Comune e con i circoli Arci della città, ha presentato un ciclo di iniziative che avranno Pasolini come protagonista: in veste di regista, presso il circolo Arci Maze, dove si terrà una rassegna cinematografica che sarà altresì proiettata presso il cinema Ariston di Penne; in veste di poeta e letterato nel corso del prossimo Festival delle Letterature dell’Adriatico, dove ci sarà un momento culturale a lui dedicato: Pasolini fu anche un grande studioso dei testi del Pascoli, oltre che appassionato linguista. Soprattutto, l’attenzione sarà focalizzata sulle tematiche delle borgate metropolitane, affrontate da Pasolini durante il periodo trascorso all’interno delle borgate romane, al fine di ricavare un ritratto sociologico di quei quartieri; il lavoro pasoliniano vuole così essere spunto di riflessione e linea guida per
cogliere i problemi delle nuove periferie. AREZZO Con un ciclo di cinque film dedicati all’opera di Pier Paolo Pasolini riparte la stagione culturale al circolo Aurora di Arezzo. La rassegna, curata da Francesco Maria Rossi e i SolitiIgnoti per Cineforum Aurora, si inaugura il 19 ottobre alle 21.30 al circolo Aurora e si intitola 1975/2015: Pasolini, un anniversario. Cinema, poesia, impegno civile. Ad aprire la rassegna una mostra fotografica dedicata a Pier Paolo Pasolini, a cura dell’Associazione Roccaltìa Musica Teatro, con scatti dai set de Il fiore delle Mille e una notte (di Roberto Villa) e de Il Vangelo secondo Matteo (di Mimì Notarangelo). Ingresso libero con tessera Arci. L’elenco è in fase di aggiornamento e sarà pubblicato sul sito www.arci.it
Parisio dal titolo La ricotta - disegnare un film. E sempre in quell’occasione, distribuiremo il volume inedito che Gianluca Costantini ed Elettra Stamboulis hanno realizzato per l’editore Becco Giallo su Pier Paolo Pasolini (www.gianlucacostantini. com). Anche questo è stato reso possibile con il contributo di Arci. A novembre a Forlì per Strati della Cultura, dedicheremo la serata di giovedì a Pasolini (così come del resto tutta la manifestazione) con la proiezione di un film di Claudio Caligari, erede a tutti gli effetti della poetica pasoliniana, nonché la mostra delle tavole del volume di Costantini. Ucca dal canto suo promuoverà una rassegna cinematografica itinerante nel mese di novembre 2015 dal titolo Dalle borgate di Pasolini ai ghetti metropolitani - le periferie nel cinema contemporaneo. Sono quindi stati selezionati alcuni titoli per presentarli come mini-rassegna in 4-5 città come eventi speciali. Italia: Amore Tossico o Non essere cattivo di Claudio Caligari. Francia: La Schivata di Abdellatif Kechiche. UK: This is England di Shane Meadows USA: Louisiana - The Other Side di Roberto Minervini. Taiwan: Stray Dogs di Tsai Ming-Liang. Ma poiché quello che ci interessa maggiormente non è l’aspetto commemorativo, bensì comprendere il lascito di PPP e ritenendo il suo pensiero e la sua poetica come estremamente ancora attuali, in collaborazione con il Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa (PN) nei primi mesi del 2016 proseguiremo la nostra elaborazione e proposta con un programma di iniziative dal titolo 40 + 1 che intenderà stilare un bilancio di ciò che attorno alla sua figura si è sviluppato in occasione del quarantesimo anniversario della sua morte. Proprio a partire da Casarsa e dal territorio friulano coinvolgeremo una serie di figure che possano restituirci quindi un pensiero e una discussione un po’ più lontani dai riflettori della ricorrenza per far affiorare quel fiume carsico (non a caso) degli spunti e delle poetiche che ancora oggi possono essere guida nel tempo del contemporaneo. Come avete letto si tratta di un numero consistente di attività e materiali che possono essere spunto per iniziative sul territorio (le presentazioni dei volumi per esempio, oppure la rassegna cinematografica).
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solidarietàinternazionale
L’Assemblea nazionale della rete italiana di solidarietà col popolo curdo di Franco Uda coordinatore Pace, solidarietà internazionale e cooperazione Arci
Si è tenuta nei giorni 17 e 18 ottobre scorsi, presso la Camera del Lavoro di Modena, l’Assemblea nazionale della rete italiana di solidarietà con il popolo curdo, alla quale hanno partecipato circa un centinaio di persone da quasi tutte le regioni d’Italia. Associazioni e sindacati, singoli attivisti e centri sociali, collettivi e comitati locali, hanno analizzato, discusso, e proposto iniziative per sostenere la legittima lotta di resistenza e per l’autodeterminazione del popolo curdo, dalla Siria alla Turchia, dall’Iran al Kurdistan regionale Autonomo. Un appuntamento consueto e atteso per tutti coloro che nel nostro Paese non solo guardano con simpatia e interesse la causa del popolo curdo ma soprattutto per i tanti che mettono in pratica progetti piccoli e grandi di gemellaggio e solidarietà internazionale con le città curde. Indubbiamente la ribalta mediatica della resistenza di Kobane ha fatto emergere una situazione che da tempo gli osservatori più attenti definivano molto critica e di particolare riguardo per tutto il vicino Oriente. Le recenti
richieste e appelli del Congresso nazionale curdo (Knk) per una mobilitazione internazionale contro i bombardamenti ai militanti del Pkk nel nord Iraq, gli abusi verso i simpatizzanti e le sedi del partito Hdp, per la realizzazione di un corridoio umanitario che consentisse il transito dei milioni in fuga dalla Siria e l’allentamento della pressione nel campo profughi di Suruc, hanno avuto una fortissima eco. Ma è dopo la strage di Ankara, nella quale sono morte oltre 100 persone e ferite circa 500 durante una manifestazione pacifista, che il mondo intero ha avuto la corretta misura della situazione di violenza e intimidazione che i curdi, i loro partiti e sindacati, subiscono proprio in una fase delicatissima come quella preelettorale. Si comprende quindi come l’attesa di notizie di prima mano da parte del rappresentante delle organizzazioni curde fosse grande nell’Assemblea di Modena. Un intervento pacato ma determinato nel denunciare responsabilità e connivenze, tanto del Governo turco quanto di buona parte della comunità internazionale rispetto a un clima di
strategia della tensione che mira a destabilizzare il processo democratico delle elezioni del 1 novembre. Una delegazione internazionale di osservatori - costituita da parlamentari e giornalisti provenienti da Italia, Belgio, Germania, Francia, Svezia - sarà presente in vari centri della Turchia a garanzia del regolare svolgimento delle elezioni. Nel dibattito che è seguito molti degli interventi si sono soffermati sul modello sociale di confederalismo democratico che, superando il modello di StatoNazione, si propone come soluzione di pace per i popoli del Medio Oriente. C’è da segnalare l’apprezzamento per la presenza e l’intervento dell’europarlamentare Cécile Kyenge, così come per l’impegno futuro di due organizzazioni nazionali come Arci e Un ponte per. I gruppi di lavoro pomeridiani - focalizzati su organizzazione, ricostruzione di Kobane, formazione e informazione, movimento delle donne - hanno poi fornito nella plenaria di domenica un robusto impianto di programma politico e organizzazione della Rete che fa ben sperare per il futuro.
Escalation di violenza in Israele e nei Territori occupati Stralci del comunicato della rete Euromed La rete Euromediterranea per i diritti umani è profondamente allarmata dalla escalation di violenza e dalle continue violazioni del diritto internazionale che si verificano in Israele e nei Territori occupati. Questi eventi vanno collocati in un contesto caratterizzato dall’oppressione e umiliazione quotidiana che devono subire i 4 milioni di palestinesi che vivono sotto occupazione. L’Unione Europea e i suoi Stati membri devono condannare in modo chiaro gli attacchi illegali contro i civili, l’uso eccessivo della forza da parte delle forze di sicurezza israeliane, le punizioni collettive e i crescenti episodi di violenza da parte dei coloni e prendere provvedimenti seri per costringere Israele a porre fine all’occupazione. Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad una ondata di attacchi non coordinati, in prevalenza da parte di giovani palestinesi. Ad oggi 8 israeliani
sono stati uccisi. Dal 1 ottobre, le forze israeliane hanno ucciso 30 palestinesi, tra cui 7 bambini, mentre migliaia di palestinesi sono stati feriti a causa di un uso eccessivo della forza da parte delle forze israeliane a Gaza, in Cisgiordania, a Gerusalemme Est, e contro i cittadini palestinesi di Israele. Questa politica shoot-to-kill («spara per uccidere») deriva dalla decisione del gabinetto di sicurezza israeliano di autorizzare l’uso di cecchini e munizioni vere contro i manifestanti palestinesi. Le autorità israeliane hanno inoltre adottato misure per reprimere il legittimo diritto dei palestinesi, compresi i cittadini palestinesi di Israele, di esercitare la libertà di espressione. Questo ha prodotto arresti arbitrari e intimidazioni. Inoltre sono aumentate le demolizioni di case e le restrizioni di movimento in Cisgiordania, con la recente decisione di chiudere i quartieri palestinesi di
Gerusalemme Est e di revocarne la residenza ai palestinesi accusati di attacchi. Questi atti sono equiparabili a punizioni collettive e comportano l’ulteriore espansione dell’occupazione. Euromed condanna tutti gli attacchi illegali contro i civili. L’Unione Europea non ha applicato le norme internazionali a tutela dei civili palestinesi e non ha considerato che queste escalation si verificano a causa dell’aumento delle violenze dei coloni contro i civili palestinesi. Coloni che spesso agiscono sotto la protezione militare israeliana. L’UE deve fare un appello per il pieno rispetto del diritto internazionale e garantire che tutti i responsabili, comprese le forze di sicurezza israeliane, siano perseguiti. È fondamentale, inoltre, che l’Unione Europea non si adoperi soltanto per la fine delle violenze attuali, ma anche per la fine di un’occupazione illegittima che dura ormai da 49 anni e che condiziona l’intero conflitto.
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europa
Oxi15: tre giorni di mobilitazione europea a Bruxelles di Raffaella Bolini relazioni Internazionali Arci
Ai tre giorni di mobilitazione europea OXI15 di Bruxelles dal 15 al 17 ottobre hanno partecipato circa 3000 persone da 11 paesi. L’iniziativa era stata convocata dopo la notte della vergogna contro la Grecia, su iniziativa di movimenti e sindacati spagnoli, che preparavano una carovana di bus dalla Spagna contro l’austerità. La proposta è stata raccolta da diverse reti europee - NO-TTIP, Via Campesina, Blockupy, Altersummit, Transform, la rete di solidarietà con la Grecia, i Sans Papiers. Obiettivo: dare un contributo a ricostruire una convergenza di movimenti e campagne, superando la frammentazione che caratterizza questo periodo, e che è un fattore di debolezza. La data è stata fatta coincidere con la conclusione della settimana di mobilitazione europea contro il TTIP - forte dei milioni di firme raccolte, dei successi istituzionali e delle 250mila persone della manifestazione di Berlino. La questione rifugiati e migranti ha assunto sempre più importanza, per ovvi motivi, durante l’estate. Il 15 ottobre la sede dove era in corso la riunione del
Consiglio Europeo è stata circondata, con cinque diversi punti di concentramento, in modo pacifico. Il 16 ottobre si sono tenuti diversi incontri tematici. Temi principali: TTIP, migranti e rifugiati, costruzione della campagna europea per la contrattazione collettiva. In serata si è tenuta una assemblea europea dove hanno preso la parola intellettuali ed esperti, rappresentanti di campagne europee, sindacati e parlamentari. Il 17 ottobre c’è stata la manifestazione con il corteo che è partito dalla piazza del Parlamento Europeo, molto colorato, allegro e partecipato. In Italia non siamo riusciti a costruire una partecipazione all’altezza di altri paesi. In ogni caso, erano presenti a Bruxelles circa 70 italiani di diverse organizzazioni. Nonostante tutti siano sempre più consapevoli della importanza di convergenza fra attori sociali, non è facile ricostruire una rete delle reti davvero inclusiva e una capacità di mobilitazione unitaria. Queste giornate hanno comunque segnato un passo in avanti.
Prima di tutto c’è una nuova generazione che comincia a prendere il suo posto: c’erano molti giovani e giovanissimi che cominciano a dare il loro tono specifico alle campagne. Torna a farsi sentire la consapevolezza di quanto sarebbe importante avere uno spazio europeo comune e unitario, anche se per ora non è apparsa la campagna o il soggetto capace di ricostruirlo. La questione migranti comincia ad avere un posto centrale, e non più settoriale, e in questo periodo questo porta con sé anche il ritorno in campo della società civile dei Balcani. E proprio a Bruxelles è proseguita la preparazione di un incontro fra diverse generazioni di associazioni e movimenti impegnati per i migranti e i rifugiati in tutta Europa, per un interscambio di buone pratiche e per discutere le prossime iniziative. L’incontro si terrà il 21 e 22 novembre a Salonicco, proprio per facilitare la partecipazione delle organizzazioni balcaniche, in questo periodo in prima fila - la faccia buona dell’Europa.
250mila persone a Berlino e più di 3 milioni di firme per fermare il TTIP di Alberto Zoratti Fairwatch /Stop TTIP Italia
Oltre 250mila persone a Berlino il 10 ottobre contro il TTIP e i trattati di libero scambio rappresentano un simbolo, numerico, di quello che significano le politiche di liberalizzazione commerciale europee agli occhi dei cittadini e delle cittadine. Nonostante le continue sottostime e banalizzazioni della protesta portate avanti da Commissione Europea e Governi dei Paesi membri, che rappresentano le campagne Stop TTIP come complottiste, facendo riferimento allo spettro evocato dell’invasione da Ogm e da carne agli ormoni a trattato concluso, le preoccupazioni vengono via via consolidate da report, ricerche che lentamente mettono in discussione e smitizzano le posizioni ufficiali dell’Unione europea. La questione posta dalle centinaia di migliaia di persone in piazza in tutta Europa, e in Germania in particolare, e dalle oltre 3 milioni e duecentomila firme consegnate alla Commissione Europea non è più rimandabile, e chiede conto dell’impatto reale che un’apertura così spinta dei due mercati transatlantici po-
trebbe portare sullo scenario economico e sociale del Vecchio Continente. Sono oltre 22 milioni di piccole e medie aziende europee, con un numero di addetti che viaggia abbondantemente sotto le 250 unità. Solo una piccola parte ha come mercato di riferimento quello statunitense, mentre oltre l’85% si rivolge a quello europeo o a mercati di sbocco vicinali. Oltre il 60% dell’occupazione in Europa si deve all’attività di queste imprese, che guadagnerebbero, e molto, da un consolidamento del mercato interno, più che dall’apertura di possibilità così distanti come quelle offerte oltreoceano. Il rischio di un riorientamento dei flussi commerciali, che aumenterebbero gli scambi Usa-Ue diminuendo quelli intraUe, e di un’entrata di prodotti a basso costo molto più competitivi potrebbero mettere fuori gioco una parte dell’ossatura economica europea, così come successe con il NAFTA, firmato nel 1994, che portò alla scomparsa di oltre 400mila posti di lavoro negli Stati Uniti e di oltre un milione e mezzo in Messico.
Un negoziato, arrivato all’11° round negoziale, che non tiene conto di questi aspetti. Così come non considera l’effetto che un sistema di tutela degli investimenti come l’ISDS (l’arbitrato privato) o l’ICS (la sua riforma più avanzata proposta dall’UE) potrebbe avere sui sistemi giuridici e sull’economia dei nostri Paesi. La determinazione dei negoziatori di concludere un testo base entro il 2016, per poterlo approvare sotto l’Amministrazione Obama (soprattutto dopo la conclusione del Trattato Transpacifico, il TPP, giusto un mese fa), si scontra con un’opinione pubblica sempre più critica, proprio perchè più informata. I documenti negoziali pubblicati, e analizzati dalle reti della società civile, mostrano criticità e paradossalmente smontano le rassicurazioni della Commissione Europea e del Governo italiano. I prossimi mesi saranno campali per consolidare ulteriormente un’opposizione sociale, che potrebbe essere un punto di partenza importante per rilanciare l’azione e l’agenda dei movimenti sociali della vecchia Europa.
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migranti
Espulsioni, accordi con i paesi di origine e militarizzazione delle frontiere di Sara Prestianni ufficio Immigrazione Arci
Il bilancio dei morti alle frontiere si fa ogni giorno più tragico. Ma ad ascoltare le conclusioni del Consiglio Europeo del 15 ottobre scorso, questi morti non esistono, non sono più citati. Le parole solidarietà e salvataggio sono scomparse. La promessa di fermare l’ecatombe alle frontiere europee non sembra più una priorità. Dopo l’annuncio della ricollocazione di 160mila rifugiati già arrivati sul territorio europeo, le sole misure sono quelle di contenere gli arrivi e di espellere quelli che sono arbitrariamente considerati migranti economici. Le priorità dell’UE sono chiaramente definite nelle conclusioni del Consiglio: collaborazione con i paesi terzi, rafforzamento dei controlli alle frontiere esterne e moltiplicazione delle espulsioni. La diplomazia europea sta concentrando i suoi sforzi nelle trattative con la Turchia per evitare che i migranti arrivino in Europa e con i Paesi Africani per espellere quelli già arrivati. In cambio di un sostegno incondizionato alle prossime elezioni e la promessa di riaprire la discussione per il processo di adesione, l’UE chiede in cambio alla
Turchia di riattivare l’accordo di riammissione - che faciliterebbe l’espulsione di chi ha anche solo transitato per questo paese – oltre ad impegnarsi a trattenere i profughi siriani sul suo territorio. Sembra contare poco che in Turchia ci siano 2 milioni di siriani che vivono in un limbo e che ne siano entrati in Europa meno di 300mila. La logica dello scambio di favori, in cui i migranti sono merce da scambiare in cambio di accordi politici ed economici, è scritta nero su bianco in vari documenti. Si ufficializza cosi una delle pratiche abituali della diplomazia italiana, che nel corso degli anni ha regalato motovedette a Libia, Egitto e Tunisia, mezzi di controllo terrestre a Gambia e Niger oltre a trattare accordi per il gas e petrolio sulla pelle di migliaia di migranti. Il Consiglio ha previsto anche come procedere nel caso in cui i paesi di origine si oppongano agli accordi di riammissione, prevedendo l’utilizzo di laissez-passer, documenti che permettono di espellere senza avere l’accordo dei consolati. Il Governo Italiano sembra allinearsi perfettamente con le pratiche
repressive europee visto il moltiplicarsi di provvedimenti di respingimento per uomini e donne appena sbarcati in Italia. Gli hot-spot, oltre ad essere il luogo dell’identificazione obbligatoria per chiunque arrivi, hanno lo scopo di differenziare chi ricollocare in altri paesi europei e chi invece considerare, con un analisi sommaria, migrante economico da espellere. Se i cittadini in provenienza da paesi con cui l’Italia ha firmato un accordo di riammissione - Tunisia, Egitto e Nigeria - sono espulsi rapidamente, gli altri ricevono un provvedimento di respingimento che li obbligherà a vivere in clandestinità. L’Arci, nell’ambito del progetto di monitoraggio delle politiche di esternalizzazione, denuncia gli effetti perversi di tali politiche e allerta sulla deriva repressiva presa dall’UE e dall’Italia con pratiche che violano le convenzioni internazionali. L’Arci ricorda inoltre che la principale urgenza é quella di fermare le morti di frontiera, aprendo canali umanitari anziché erigere muri e militarizzare il Mediterraneo.
La marcia dei nuovi Desaparecidos di Edda Pando Arci e Rete Milano Senza Frontiere
Dal 18 giugno, tutti i giovedì dalle 18.30 alle 19.30 a piazza della Scala a Milano la Rete Milano Senza Frontiere organizza la Marcia dei Nuovi Desaparecidos, i migranti morti e dispersi nel tentativo di arrivare in Europa. Da settembre anche Palermo Senza Frontiere replica l’evento in Piazza Massimo. Giovedì 21 ottobre parte la marcia a Torino e Messina e giovedì 5 novembre ce ne sarà una a Roma. Riprendendo la modalità di protesta delle Madres de Plaza de Mayo dell’Argentina, tutti i giovedì uomini e donne si ritrovano e girano in cerchio, con in mano le fotografie di migranti dispersi, in particolare quelli provenienti dall’Algeria e dalla Tunisia. Da qualche anno, i genitori algerini e tunisini dei dispersi si sono organizzati per esigere verità e giustizia sulla sorte dei loro cari, sia dalle autorità dei loro paesi che dai governi europei. Superando il loro dolore individuale, hanno deciso di unirsi e di costituirsi in
associazioni. Nel 2008 in Algeria nella città di Annaba si è costituito il Collettivo dei parenti degli harraga di Annaba. Harraga è la parola con cui vengono denominati quelli che partono ‘irregolarmente’ verso l’Europa. A Tunisi, nel 2012, un gruppo di parenti ha fondato l’associazione Terre pour tous. In Europa mass media, politici e organizzazioni internazionali parlano di queste vittime in termini statistici. Ventiquattromila morti dal 2000 al 2014. Più di 2800 morti nel 2015. E nessuno sa dire con precisione la cifra dei dispersi. Non si parla però del dolore dei parenti, delle conseguenze materiali ed emotive nelle società del sud del mondo che porta con sé questa strage. Famiglie distrutte dalla sofferenza. Parenti che non riescono a elaborare il lutto della perdita in assenza del ritrovamento dei corpi, e quindi del riconoscimento ufficiale della morte, e che non possono neppure vedere riconosciuti diritti e sostegno dalle istituzioni.
È necessario sensibilizzare la società su questa tragedia in atto lungo le frontiere e nei paesi di provenienza dei migranti, dove migliaia di famiglie devono affrontare il dolore della morte di un loro caro/a o l’angoscia dell’assenza di notizie. Facciamo appello perciò a tutte le organizzazioni e associazioni laiche e religiose, ai sindacati confederali e di base, alle organizzazioni politiche, al mondo delle migliaia di volontari che in questi mesi hanno fatto tanto per aiutare chi riesce ad attraversare vivo il Mediterraneo a partecipare e a costruire nelle proprie città la Marcia dei Nuovi Desaparecidos. Perché crediamo che così come è urgente accogliere e sostenere i nuovi arrivati è necessario anche non dimenticare chi la traversata non è riuscito a superarla. E lo si può fare portando in Europa il dolore dei parenti e dando visibilità alla lotta che stanno portando avanti per avere verità e giustizia sulla sorte dei propri cari. Per info e materiali: milanosenzafrontiere@gmail.com
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legalitàdemocratica
Pasta ‘Venti Liberi’
Assapora il gusto della libertà e della partecipazione
Un pacco di pasta per raccontare una storia lunga vent’anni. Quella di Libera, nata nel 1995 per dare concretezza a una speranza: liberare l’Italia dalle mafie e dalla corruzione. Nasce dall’impegno e dal sacrificio di grandi e piccole associazioni nazionali, gruppi di volontariato, parrocchie, scout affiancati da magistrati, giornalisti, politici sensibili e attenti. Un percorso che in questi vent’anni ha portato a lavorare insieme oltre 1600 associazioni, gruppi e le realtà di base - accanto a più di 4000 scuole e 60 facoltà universitarie - per impegnarsi sul versante dell’educazione alla legalità, sull’uso sociale dei beni confiscati alle mafie, nella vicinanza dei familiari delle vittime innocenti delle mafie e ai testimoni di giustizia, nella lotta alla corruzione, al doping, all’usura e al gioco d’azzardo. La pasta Venti Liberi, prodotta in esclusiva e in edizione limitata, è resa possibile grazie alla collaborazione con il
Consorzio Libera Terra Mediterraneo e uno dei pastifici artigianali che fanno parte dell’eccellenza del nostro paese, quello Afeltra di Gragnano. Disponibile nelle piazze, il 14 e 15 novembre, con due giorni di banchetti, iniziative, feste, musica con appuntamenti in tutta Italia. Una due giorni che vedrà in prima fila l’Arci, in qualità di socio fondatore di Libera, insieme a tante altre associazioni nazionali e realtà locali. Uno stare insieme per assaporare la concretezza del grano con cui è fatta, coltivato nei terreni confiscati alle mafie,
gestiti dalle cooperative di Libera Terra e dai produttori che ne condividono il progetto di riscatto da ogni forma d’illegalità. La qualità della semola di grano duro, l’estrusione in trafile al bronzo, l’essiccazione lenta e a basse temperature in celle statiche, secondo l’antica tradizione artigianale, fanno di questi Spaghettoni una pasta eccezionale, unica per il gusto, ruvida, porosa e inconfondibile per la consistenza. Una pasta libera. Una pasta fatta da chi vuol dare un contributo al bene comune e lavora per restituire la terra e i suoi frutti alla collettività, nel rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini. Una pasta che ha il sapore di libertà, resistente alle mafie e alla corruzione. Una pasta che arriva sulle tavole degli italiani per risvegliare le coscienze. Assaggiatela: sarà uno squisito antipasto d’impegno! Quell’impegno che più di tutto dà sostanza e sapore alla vita. roversi@arci.it
‘La Bastarda. Una vita coraggiosa’ L’opera teatrale di Rosario Mastrota sulla vita di Lea Garofalo L’amore, talvolta, può trasformarsi in una trappola infernale, in qualcosa di incontrollabile che trascende la realtà. Lea Garofalo è una giovane donna, vittima di un amore malsano. Il suo cuore sedotto decide di amare Carlo Cosco, uno ‘ndranghetista. Il risultato di questa unione è Denise, una figlia. Ben presto l’amore si appanna e Lea inciampa nella realtà: come una leonessa che protegge il suo cucciolo, Lea rinuncia alla sottomissione e al silenzio deflagrando la verità, sconfessando segreti impronunciabili. Si autocondanna al peccato numero uno dell’organizzazione criminale calabrese: il tradimento; diventa «la bastarda», diventa «carne morta», diventa una vittima della libertà. I suoi carnefici l’hanno chiamata «bastarda» per svilirne il nome. «Bastardo», invece, vuol dire «ibrido fra due razze» e, tra l’una
e l’altra, Lea, ne ha scelto una terza che l’ha resa unica. Questo, in sintesi, il contenuto de La Bastarda. Una vita coraggiosa, l’opera di Rosario Mastrota che verrà messa in scena dalla compagnia I Ragli venerdì 30 ottobre alle 21, a Centrale Preneste, in via Alberto da Giussano 58 a Roma. Gli interpreti sono Dalila Cozzolino, Andrea Cappadona, Francesco Figliomeni e Rosario Mastrota che ne cura anche la regia. L’evento è realizzato in collaborazione con Avviso Pubblico, Arci e daSud, con il sostegno del Comune di Pegognaga e Ruotalibera Teatro. Per prenotazioni: compagnia.ragli@gmail.com
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arcireport n. 36 | 22 ottobre 2015
carovanaantimafie
Le tappe pugliesi della Carovana Internazionale Antimafie Farà tappa in Puglia dal 26 al 28 ottobre prossimi la Carovana internazionale antimafie 2015. Il viaggio dei carovanieri attraverserà tutte le province, aprendosi il 26 ottobre a Monte S. Angelo, e si concluderà a Taranto nel difficile quartiere del rione Tamburi. Le iniziative avranno al centro il tema delle periferie, declinando questa parola in ogni sua sfaccettatura, attraverso eventi differenti in ogni provincia. Iniziative capaci anche di far emergere esperienze di buone prassi e di reti che sono in movimento per contrastare i fenomeni mafiosi e illegali, che vedono proprio nelle periferie, intese nella loro larga accezione, il luogo dove maggiore è l’insorgenza ed il dispiegarsi di fenomeni di marginalità, sfruttamento, abbandono, criminalità, illegalità. La Carovana si pone l’obiettivo di portare solidarietà a quanti operano in prima fila per la legalità e la democrazia, sostenendo azioni di crescita sociale, sensibilizzando le persone affinché tengano alta la tensione ed il contrasto alle violente, sempre più numerose, spesso sottili, varie e articolate forme di illegalità, per promuovere progetti concreti di intervento e di crescita sana nei territori. ♦ 26 ottobre | FOGGIA Il 26 mattina la tappa pugliese si avvia da Foggia con una manifestazione che percorrerà le vie e le periferie più esposte a troppi, tanti fenomeni illegali e mafiosi. Una manifestazione pensata per essere partecipata e visibile per simboli ed espressioni, anche di artisti di strada, gruppi musicali locali, capace di significare il senso di un viaggio di Carovana in movimento ed in evoluzione-riscatto dalla diffusa criminalità che affligge la città ed il territorio foggiano. TRANI Il 26 pomeriggio-sera si arriva nella BAT, a Trani, per parlare di ambiente, rifiuti, qualità della politica. Appuntamento alle ore 17 con il Sindaco di Trani a Palazzo di città; alle 18 incontro pubblico dal titolo Legalità e periferie: dal disagio sociale all’emancipazione. ♦ 27 ottobre | BARI Il 27 mattina ci si sposta a Bari, quartiere Carbo-
nara-Enziteto, assediato da criminalità e illegalità, dove si coinvolgerà la rete di associazioni locali che stanno provando a costruire un movimento di riscatto di quella periferia. La Carovana incontrerà i cittadini del quartiere di Carbonara di Bari dalle 9.30 alle 13.00 per riavviare un percorso condiviso di riscatto del territorio. Appuntamento nell’Auditorium della Chiesa Matrice di Santa Maria del Fonte di Carbonara per cercare insieme soluzioni efficaci alla permeabilità criminale che ha permesso che persone innocenti come Gaetano Marchitelli e Giuseppe Mizzi cadessero vittime della violenza mafiosa nel silenzio complice della cittadinanza. Ad accompagnare i carovanieri saranno gli amici dell’Accademia del Cinema dei Ragazzi di Enziteto, esempio virtuoso di alternativa efficace al dilagare della cultura e delle prassi mafiose. MESAGNE Il 27 pomeriggio ci si sposta a Brindisi, con iniziativa a Mesagne-Torchiarolo, dove si terrà Viviamo la periferia, un incontro con i ragazzi delle scuole elementari e medie, affrontando il tema del riscatto nella legalità di un territorio e nella costruzione di opportunità di lavoro pulito e di qualità. L’accoglienza della Carovana antimafie avverrà presso la sede Arci di Salento Funk Park in via Udine a Mesagne, rendendo protagonisti gli studenti delle scuole e in particolare gli alunni dell’Istituto ‘IISS Epifanio Ferdinando’ di Mesagne. Sono stati invitati a partecipare Istituzioni, scuole, associazioni e movimenti, i soggetti che a livello territoriale costituiscono la rete dell’impegno nel contrasto ai fenomeni mafiosi e d’illegalità. ♦ 28 ottobre | NARDO’ (LE) Il 28 mattina la Carovana sarà a Nardò
(Lecce) con iniziativa sui temi immigrazione, sfruttamento, caporalato, schiavitù, tratta, morti sul lavoro. Sono previste testimonianze di lavoratrici e lavoratori, anche stranieri, per testimoniare le condizioni di sfruttamento e di illegalità che si vivono nelle periferie del Mezzogiorno d’Italia. Ci saranno anche momenti di memoria per ricordare i morti sul lavoro. Sarà allestita una mostra fotografica sulle condizioni di vita e lavoro dei migranti nella provincia di Lecce. Sono previsti, infine, intermezzi musicali. TARANTO Il 28 pomeriggio ci si sposta a Taranto, al rione Tamburi, per parlare di condizione sociale, povertà, lavoro, ambiente, ma anche di riscatto sociale. La sede dell’iniziativa sarà presso il Centro Sociale Comunale del quartiere Tamburi, gestito dalla Caritas. Presso la struttura sono allocate alcune associazioni del territorio, tra le quali l’Auser e anche la mensa per gli extracomunitari, ed è un grande spazio aperto per incontri e dibattiti. L’iniziativa si apre con una rappresentazione teatrale e/o la lettura di alcuni brani legati ai temi del lavoro e dell’ambiente.Durante l’iniziativa sarà riportata l’esperienza di buone pratiche, con l’intento di far parlare le persone del quartiere, attraverso testimonianze di chi lavora e vive, tra mille difficoltà, in un contesto complicato e difficile. Testimonianze che proveranno a raccontare la voglia del riscatto e della riqualificazione sociale ed ambientale del quartiere e dell’intera città di Taranto. Ci sarà infine un momento musicale per portare una nota di arte e colore all’iniziativa, che si concluderà con la proiezione del film I cento passi. Aggiornamenti sulle tappe e diari della Carovana su www.carovanaantimafie.org
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culturaeinformazione
Momenti di Gloria: il cinema che racconta lo sport Il circolo Arci Xanadù in collaborazione con il circolo Arci Ecoinformazioni, Uisp Como, Rugby Como, Inter Club Kayunga, Università Popolare, Medici con L’Africa e con il patrocinio del Comune di Como, promuove una rassegna di cinema e sport dove il tema dell’integrazione e dell’inclusione sociale, dell’uguaglianza di genere, della lotta contro le discriminazioni e razzismo, nonché della determinazione individuale a spingersi ai limiti e raggiungere il massimo, è promosso attraverso una selezione di affascinanti storie di personaggi fuori dagli schemi, che hanno osato per le proprie idee, le proprie passioni e i propri ideali. Momenti di Gloria si svolgerà allo Spazio Gloria di via Varesina 72 a Como in quattro appuntamenti: 23 ottobre, 5, 12 e 19 novembre. Venerdì 23 ottobre alle 20.30 verrà inaugurata la mostra fotografica Rock Vertigo del fotografo-alpinista Massimo Malpezzi, seguita dalla presentazione del libro Il Club Alpino Operaio di Como con l’autore Giuseppe Vaghi, l’editore Fabio Cani (Nodo Libri) ed Erio Molteni,
presidente del Cao comasco. Alle 21.30 verrà proiettato il film-documentario Ninì di Gigi Giustiniani (premiato al Trento Film Festival), preceduto da un incontro proprio con il regista che dialogherà con Alberto Cano, curatore della rassegna comasca La montagna nel cinema. Giovedì 5 novembre alle 20.30 sarà presentato il libro Gigi Meroni - Una vita a tutto campo con l’autore Pierluigi Comerio, l’editore Carlo Pozzoni e con la partecipazione di Maria Meroni, sorella del campione. Sarà presente per un omaggio musicale alla memoria di Meroni anche il cantautore Luca Ghielmetti, co-autore insieme a Filippo Andreani della canzone Gigi Meroni finalista alle targhe Tenco 2015. Alle 21.30 proiezione del documentario Gigi Meroni - il ragazzo che giocava un altro gioco. Giovedì 12 novembre alle 21 proiezione del film Il terzo tempo di Enrico Maria Artale. Il film segue il riscatto di Samuel, un ragazzo che non ha avuto nulla dalla vita ma che, passando attraverso il carcere minorile e grazie all’amore per una
ragazza, riesce a portare alla vittoria la sua squadra di rugby. Il rugby come metafora della vita e della voglia di tornare a sperare. Prima della proiezione incontro con esponenti del Rugby Como. Giovedì 19 novembre alle 20.30 incontro-reading con Italo Nessi (medico, presidente di Medici con L’Africa Como e di Inter Club Kayunga) che proporrà la narrazione delle olimpiadi del 1968 in Messico e quella della creazione degli Inter Campus ugandesi alternando brevi video al parlato a più voci. A seguire, proiezione del film Glory Road di James Gartner, che narra la storia della squadra di basket universitario americano Miners, allenata dal coach Don Haskins, che per la prima volta nella storia si presentò al campionato del 1965-66 con sette giocatori di colore. Nonostante i pregiudizi razziali e le continue canzonature, i Miners riuscirono a raggiungere il campionato nazionale. L’ingresso agli eventi è riservato ai soci Arci. Biglietto intero 7 euro, ridotto (under 18 - over 65 e studenti) 5 euro. http://www.spaziogloria.it
L’anteprima di Left sabato in edicola C’è una ‘rivoluzione gentile’ in corso, anche se non fa molto rumore. È quella dei supereroi della Marvel, la storica casa editrice di tanti personaggi dell’immaginario a fumetti, da Spider Man a X-Men, da Capitan America a Iron Man. Left questa settimana sceglie di raccontare la loro trasformazione in persone come tutti noi. Per esempio il protagonista della saga di Thor, il dio del tuono, non è più un lui ma una lei. E non è lady Tohr, è Thor e basta. Una donna che oltre a combattere i cattivi conduce una personale battaglia contro il cancro al seno. E lo stesso dicasi di Spider Man che non è più uno studente liceale ma un adolescente per metà portoricano e per metà afroamericano. Chi sono oggi i supereroi lo spiega a Left anche l’attore Claudio Santamaria interprete del film Lo chiamavano Jeeg robot, un eroe romano, ex ladruncolo, che usa i suoi superpoteri per combattere criminali di basso taglio che vagano nella metropoli. Left ha anche coinvolto Zerocalcare i cui personaggi,
dice il disegnatore romano, «Non hanno nulla di eroico». Una nuova gentilezza dei miti del fumetto che viene colta anche dal filosofo Giulio Giorello che tra tanta saggistica ha dedicato un libro a Topolino. Infine, le strisce di Marco Corona disegnate appositamente per Left e dedicate alla Marvel.
In Società un reportage dietro le quinte del raduno dei Cinque Stelle a Imola, con il sindaco di Parma Federico Pizzarotti che critica la mancanza di riflessione sui contenuti. E ancora per la politica, Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della Regione Lazio ed esponente di Sel che dice la sua sulle prossime amministrative e sul rapporto col Pd. Ma a quali diritti hanno diritto gli artisti? Un ampio sfoglio per parlare di Imaie e di rivendicazioni del gruppo Artisti 7607. Negli Esteri, il far west Gerusalemme alle prese con la nuova Intifada, il racconto di una ragazza turca militante curda, e un reportage da Opatovac, campo profughi sulla rotta balcanica. Questa settimana poi ad aprire la cultura ci pensa Erri De Luca dedicando uno scritto alla Resistenza. Infine, il punto sulla legge di iniziativa popolare sul fine vita e la vicenda dolorosa di Max Fanelli, mentre negli Spettacoli il regista francese Patrice Leconte racconta il suo nuovo film. A chiudere una lunga intervista alla drammaturga Emma Dante.
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società
Vince la libertà di pensiero e di espressione: Erri De Luca assolto
Dichiarazione di Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci Parafrasando Bertolt Brecht, si potrebbe dire «C’è un giudice in quel di Torino». Come avevamo auspicato, il processo a Erri De Luca per le sue libere dichiarazioni contro la Tav si è concluso con un’assoluzione perché il fatto non costituisce reato. La libertà d’espressione, tutelata dall’articolo 21 della nostra Costituzione, è stata così pienamente ristabilita e riaffermata. Con grande coerenza Erri De Luca aveva rinunciato a presentare istanza di incostituzionalità nei confronti del capo d’accusa perché, come egli stesso ha dichiarato nel corso del processo, «Ciò che è costituzionale si misura al
pianoterra della società». Non solo, ma ha ribadito il suo punto di vista contrario alla Tav, ricordando che «sabotare è un verbo nobile e democratico pronunciato e praticato da Gandhi e Mandela con enormi risultati politici». Il tentativo di impedire che autorevoli intellettuali, non solo semplici cittadini, possano esprimersi liberamente in senso contrario alle volontà del potere politico ed economico è stato quindi respinto. La solidarietà del mondo della cultura nei confronti di Erri De Luca - come aveva già rilevato Roberto Saviano - non è stata certo all’altezza, ma ognuno si assume
la propria responsabilità. Da parte nostra, e di questo siamo fieri, il sostegno allo scrittore non è mai venuto a mancare fin dal primo momento. La sua assoluzione è una vittoria per tutti, oltre che per il movimento NoTav. Una vittoria della libertà di pensiero e di espressione. Una vittoria per chi pensa che i problemi della nostra economia e del nostro territorio debbano e possano trovare soluzioni diverse e alternative a quelle delle grandi opere, i cui costi ambientali e sociali, oltre che economici, sono assolutamente superiori ai presunti vantaggi presenti e futuri.
Un’indagine medica indipendente sulla morte di Stefano Cucchi Medici per i Diritti Umani (Medu) ha presentato nei giorni scorsi al Senato Il caso Cucchi. Indagine medica indipendente sulla morte di Stefano Cucchi. L’indagine analizza eventuali quadri clinici che abbiano avuto una rilevanza nella tragica vicenda e nella morte di Stefano Cucchi e che non siano ancora stati presi in considerazione. In particolare, nel corso dei due processi, non è stato in alcun modo indagato il quadro psichico del paziente. Con questa indagine si è voluto verificare se accanto alle evidenti lesioni fisiche, vi siano state conseguenze psicologiche al trauma e se un eventuale quadro sintomatico indotto dal trauma psichico abbia influito significativamente sul decorso evolutivo che ha portato alla morte di Stefano Cucchi. L’indagine si basa sullo studio e l’analisi della documentazione processuale. È stata inoltre analizzata la documentazione della Commissione parlamentare di inchiesta e sono state raccolte testimonianze dai familiari e da operatori socio-sanitari che hanno seguito Stefano nel periodo precedente alla detenzione. Dalla narrazione cronologica degli eventi all’analisi delle conseguenze fisiche e psichiche del trauma, dalla riflessione sulla natura degli atti violenti alle considerazioni sulle causa della morte, questa indagine cerca di restituire una ricostruzione dei fatti compatibile con la logica clinica e con la verità «umanamente accertabile». «Picchiato due volte e ucciso dallo shock postraumatico», così sostiene Medu,
associazione che da anni cura rifugiati e migranti in fuga. Ci sarebbe cioè una connessione tra le violenze subite (almeno due volte) dal giovane e la sua morte in un ospedale romano, una settimana dopo il
Il concorso ‘Accendi la Resistenza’ Si intitola Accendi la Resistenza il concorso creativo lanciato da Istoreto - Istituto piemontese per la Storia della Resistenza Torino - per under 35 incentrato sulla narrazione della seconda guerra mondiale e dei ‘venti mesi’ della Resistenza. L’obiettivo è la trasmissione della conoscenza storica su quegli eventi attraverso una pluralità di linguaggi (cinema, teatro, musica, fumetto) che, ancorati alle fonti storiche, possono produrre rappresentazioni originali e di alto livello culturale. L’iscrizione è gratuita. Gli iscritti sono invitati a partecipare a un seminario preparatorio della durata di un pomeriggio, nel quale si parlerà dei fatti avvenuti durante la guerra, l’occupazione e la Resistenza, delle principali interpretazioni e rappresentazioni di quei fatti, e delle fonti disponibili. Dopo l’incontro i partecipanti avranno sei mesi per lavorare al loro progetto, che deve essere un’opera originale, frutto di un lavoro individuale o di gruppo. La data limite per la consegna delle opere è il 25 aprile 2016, e sarà data priorità alle opere inedite, mentre l’iscrizione al concorso deve avvenire entro il 31 ottobre. Regolamento e info sulla pagina facebook Accendi la Resistenza.
suo arresto. Una interdipendenza che, se raccolta, trasformerebbe l’accusa di lesioni in quella di omicidio preterintenzionale. Secondo Medu, «c’è un’ampia letteratura che considera le reazioni psichiche a un’aggressione sullo stesso piano delle complicanze cliniche, tanto da poter risultare decisive nell’aggravarsi di una persona e nella sua morte». Il punto di vista di Medu è quello di chi ha curato centinaia di vittime di violenza, a volte di tortura. Le conclusioni della sua indagine dicono che «non è possibile comprendere la tragica vicenda di Stefano Cucchi senza prendere in considerazione, oltre alla violenza fisica, la dimensione psico-traumatica e la gravità della sue conseguenze, che hanno avuto effetti ancora più devastanti delle ferite provocate dalle lesioni fisiche». In sei giorni è avvenuta la demolizione di un essere umano, si legge. L’indagine medica fa anche una ricostruzione cronologica degli avvenimenti e conclude: «Si può affermare con certezza che Stefano Cucchi ha subito violenze che gli hanno provocato traumi multipli nel periodo intercorso tra la perquisizione presso la casa dei genitori e la visita medica effettuata alla città giudiziaria di piazzale Clodio. Tali violenze non possono che essere ricondotte ai pubblici ufficiali che lo hanno avuto in custodia durante questo periodo». La ritraumatizzazione, conclude l’indagine ricordando la doppia violenza subita, «acuisce i sintomi psicopatologici di un paziente».
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laparolaaipresidentideicomitati
I presidenti raccontano i loro comitati Continuiamo a pubblicare, dopo l’Assemblea dei comitati che si è svolta a Roma il 10 e 11 ottobre, gli interventi dei Presidenti dei comitati perchè raccontino la propria esperienza e che cosa si aspettano dalla direzione nazionale. Su questo numero, i contributi di Jacopo Forconi, presidente Arci Firenze e Davide Ronzoni, presidente Arci Lecco di Jacopo Forconi presidente Arci Firenze
Parlare di Arci Firenze significa parlare di un’associazione viva, multiforme e in continuo cambiamento, che si occupa di tempo libero, solidarietà, impegno, cultura, ambiente e buone pratiche, di infanzia e di tutti quei temi attorno a cui si costruisce un’idea di società. Per questo, perché la narrazione e, soprattutto, l’azione del nostro comitato sia decisiva nella vita reale dei territori e delle persone che li abitano, la gran parte del nostro impegno si riversa sui nostri circoli. Sono, infatti, 252 le basi associative nel nostro comitato tra case del popolo, società di mutuo soccorso, associazioni tematiche e culturali. Un numero che è indicativo di quanto profonde siano le radici che ci legano al nostro territorio, di quanto Arci Firenze sia stata, negli anni, il collante della comunità cui fa riferimento, ponendosi quanto più possibile come punto di riferimento e di aggregazione. Ci rendiamo conto che questa fitta presenza sul territorio è un vero e proprio tesoro associativo che non deve essere disperso, ma, anzi, valorizzato e tutelato
e, là dove possibile, ampliato. Questa consapevolezza ci consegna l’onere e l’onore di dare risposte alle necessità e le richieste dei circoli, sia a livello organizzativo, fornendo loro un supporto tecnico puntuale e adeguato, sia a livello politico: il nostro impegno quotidiano passa soprattutto dall’elaborazione di proposte politiche e culturali, così come dal riuscire a raccogliere e soddisfare le richieste, i suggerimenti e gli stimoli che dagli incontri a livello territoriale emergono. Un compito niente affatto facile, soprattutto in relazione al gran numero di realtà associative con cui siamo chiamati a relazionarci. Ci muoviamo, infatti, in una cornice completamente diversa rispetto a quella di pochi anni fa, in cui sono stati rivoluzionati i modi e anche molti dei contenuti del dibattito politico, in maniera così repentina che è facile essere colti impreparati ad affrontare e governare il cambiamento, cosa che un’associazione come la nostra dovrebbe invece porsi
come obiettivo primario, proprio partendo da un rapporto di compenetrazione tra questi due volti. Il ruolo giocato dai comitati territoriali singolarmente e nel loro complesso, in questo, diventa centrale per la sopravvivenza e, prima di tutto, per la crescita dell’Arci. Quello che si chiede ai comitati territoriali è la capacità di sintesi tra le istanze che emergono dalle diverse realtà territoriali da un lato e l’elaborazione di proposte politiche relative ai temi centrali per la nostra associazione dall’altro. E nell’ultima Assemblea dei comitati territoriali ci siamo mossi in questa direzione: è stata un’esperienza utile e positiva che si è svolta in un clima certamente più disteso rispetto ad alcuni Consigli nazionali passati. È stata l’occasione per sviscerare temi grandi e complessi, senza perdere di vista la nostra identità di associazione presente sul territorio, ma anzi cercando di cogliere, nelle differenze, spunti di discussione nuovi e punti di contatto, dando vita a un dibattito partecipato e proficuo.
consolidamento di un gruppo dirigente del comitato. Infine c’è il tema controlli (dall’Agenzia delle entrate agli altri organismi preposti): manca un sistema di risposte operative che tutelino i circoli e va costruito un gruppo di consulenti e avvocati che agiscano per far fronte alla situazione sempre più complessa e difficile da gestire. Sul piano dei rapporti esterni con le istituzioni: il rimescolamento di province, prefetture, asl etc sta comportando difficoltà nell’individuare interlocutori. C’è un rapporto con i partiti: il PD, sinistre spezzettate e M5S ma anche con essi si risente del basso livello complessivo. Con il mondo associativo, sindacale e cooperativo si collabora regolarmente. Serve una formazione politica e sociale interna alla nostra associazione: il lavoro più complesso da parte dei comitati è oggi quello di individuare persone capaci e con volontà di impegnarsi nel progetto associativo, proponendo loro di approfondire i temi associativi, legali e
i rapporti complessi con il sistema. Va data inoltre una visione di strategia sulle potenzialità del nostro sistema associativo e di rete quale risposta all’ideologia del capitalismo imperante. Quasi tutti coloro che si approcciano a noi chiedendoci di costruire un circolo partono da una visione economica basata sulle regole della concorrenza pensate per fare profitto. Non hanno la minima idea di coma possa funzionare una cooperativa o un’associazione: bisogna dare elementi di un’economia non a fini di lucro rispettosa dei lavoratori e dell’ambiente, serve che dei nostri dirigenti selezionati collaborino con il mondo della finanza etica e con professori che sappiano formare i dirigenti diffusi sul nostro territorio. Penso che se si colgono alcuni stimoli e si fa un’analisi degli interventi fatti da parte dei presidenti di comitato all’assemblea nazionale appena tenutasi, si possa cogliere questa esigenza oltre che trovare anche degli spunti e le proposte per renderla operativa entro il 2016.
di Davide Ronzoni presidente Arci Lecco
Le priorità per il nostro comitato sono quelle di riuscire a mantenere attive le esperienze di case del popolo costruite dai lavoratori e cercare di dare vita ad altre simili. Negli ultimi quindi anni inoltre il comitato ha impegnato le proprie energie anche nei settori della legalità (il lecchese ha una forte infiltrazione della ‘ndrangheta), delle politiche sociali in particolare nell’integrazione dei migranti, nella promozione della lettura, dell’antifascismo e dell’educazione popolare. Le difficoltà maggiori del comitato sono oggi concentrate nel far fronte alle difficoltà di circa 9 basi associative su 27: ricostruzione di un gruppo dirigente, difficoltà economiche in particolare concentrate sulla gestione delle grosse strutture delle case del popolo gravate da tasse (Imu) e costi di utenze in crescita. L’altro aspetto in cui riscontriamo difficoltà è conseguente alle difficoltà dei gruppi dirigenti dei circoli a stabilizzarsi o addirittura ad avere persone disponibili a prenderne parte, ossia il
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daiterritori
Arci Lombardia lancia il premio ‘I Contest’
La scadenza per il social illustr/action prize è il 30 novembre Arci Lombardia, in collaborazione con Illustri e Librimmaginari, organizza la prima edizione di I Contest – Social illustr/action prize, Premio Internazionale di illustrazione sociale aperto a tutti i maggiorenni, senza limiti d’età, senza limiti di nazionalità, incentrato sugli ideali di Arci e sulle sue azioni e pratiche ad elevato contenuto culturale e sociale. Oggetto del Premio internazionale di illustrazione sociale è l’ideazione di illustrazioni originali dedicate al sociale e al settore culturale e ricreativo, nel quale i partecipanti dovranno sviluppare un progetto grafico-illustrativo inedito, basandosi sulle informazioni raccolte nel brief, nella dichiarazione di missione oltre che ricalcando la storia dell’associazione, le campagne più recenti di Arci e il protagonismo territoriale dei circoli. Gli elaborati dovranno evidenziare al meglio le potenzialità di Arci, il suo valore ed impatto innovativo nel settore culturale e sociale, l’impegno profuso per le grandi battaglie dei diritti civili, oltre che le nuove sfide della globalità per l’infanzia e i giovani. Gli elaborati, inoltre dovranno essere intelligenti, creativi, d’impatto e trasmettere valori positivi e responsabili in maniera non convenzionale. I TEMI DEL CONTEST IO CONTESTAVO Un racconto del passato che guarda ad oggi ed arriva a domani. La Resistenza, la libertà e il suffragio universale, i diritti dei lavoratori, i diritti civili e l’autodeterminazione della donna, il tempo libero e quello liberato, il diritto allo studio e l’accesso libero alla cultura.
IO CONTESTERÒ Consci di non potere tutto, consci che molti dei problemi di oggi, senza un vero intervento istituzionale, non potranno mai essere risolti, resta la vera Rivoluzione. La rivolta culturale delle nuove generazioni, social le più grandi, intente a giocare sognanti le più piccole. Le parole della nostra Costituzione, la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e i diritti del fanciullo, i valori di Arci per i più piccoli, per i grandi di domani e per quelli di oggi. IO CONTESTO! Un grido, un imprecazione, un j’accuse! formalizzato rivolto alla società e alla sua classe dirigente. E dopo il grido? L’azione. Le battaglie contro l’austerity, l’antifascismo contro i nuovi fascismi, l’antimafia al Sud e al Nord, i grandi progetti d’aggregazione culturale giovanile come il Carroponte e il Magnolia, la cultura indipendente, la cooperazione internazionale, il cibo sano e l’economia etica e green, l’educazione popolare, la partecipazione ad Expo e la grande sfida di Fondazione Triulza con il primo padiglione ufficiale della società civile in una Esposizione Universale, l’Expo dei Popoli, l’imprenditoria sociale e creativa ad elevato impatto innovativo, l’invecchiamento attivo, la legalità, il sostegno ai migranti, i movimenti per la pace, i progetti sociali nei quartieri più difficili, gli stili di vita, la trasparenza. Le opere possono essere inviate fino al 30 novembre. Info e regolamento su www.arcicontest.com
Nervi dei nostri nervi Prosegue al circolo Arci Pontenovo la rassegna Nervi dei nostri nervi, quattro serate di film e documentari, un modo per riflettere su 100 anni della nostra storia, dalla prima guerra mondiale ai fatti del 7 luglio 1960. Giovedì 29 ottobre alle ore 21 un evento molto importante per il circolo: la proiezione di Il sole contro. 7 Luglio 1960, Reggio Emilia, documentario di Giuliano Bugani che il circolo ha sostenuto anche economicamente fin
dalla nascita del progetto. Uno dei protagonisti del documentario, testimone oculare dei terribili fatti, è infatti Enrico Codeluppi, volontario del circolo Pontenovo. Alla serata saranno presenti il regista e Matteo Pioppi, fondatore della casa editrice Bebert, che per l’occasione presenterà l’omonimo libro di Giancarlo Scarpari, dedicato ai fatti del 7 Luglio 1960. Tutte le proiezioni sono ad ingresso gratuito. fb Circolo Pontenovo
in più il libro MONZA Il 29 ottobre alle 21 presso
la sala ‘Bruno Trentin’ della Cgil sarà presentato il libro Terre di guerre e viaggi di pace, alla presenza dell’autore Giacomo Scotti. Presenta l’iniziativa Samuele Tieghi, presidente Associazione Alisei. Promuovono Arci Brianza e Associazione Alisei. monzaebrianza@arci.it
CIRCOLOFF ANCONA Il 23 ottobre a partire
dalle 18 in via Barilatti 38 inaugura il circolo Arci Circoloff. Un contenitore culturale e teatrale, un centro d’arte polifunzionale, uno spazio dedicato allo spettacolo dal vivo in tutte le sue forme, con al suo interno una programmazione artistica e una serie di attività volte alla fruizione, alla formazione e alla produzione di teatro in tutte le sue espressioni. www.arciancona.org
TORNA BRISA! BOLOGNA Torna giovedì 29 e
venerdì 30 ottobre al Parco della Montagnola, BRISA! la Festa del Teatro dell’Arci di Bologna. Per la quinta edizione, organizzata con l’associazione Arci Teatro Corame, BRISA! sperimenta un formato inedito: un contest teatrale in cui si ‘sfideranno’ i cinque finalisti del concorso indetto nei mesi scorsi dall’Arci di Bologna, selezionati tra oltre 30 compagnie teatrali provenienti da tutta l’Emilia-Romagna. Al primo classificato la possibilità di esibirsi all’ITC San Lazzaro e all’Instabile 19 di Modena. brisa@arcibologna.it
come persone IMOLA Ultimo appuntamento per
Sere d’ottobre, rassegna teatrale organizzata dal circolo Arci Tilt, sabato 24 ottobre ore 21 con L’intenzione del Volo in Come persone, brani e monologhi di Giorgio Gaberscik e Sandro Luporini, voce Andrea Faccioli, chitarra Davide Villani, violoncello Elisa Gazzelli, audio Michele D’Alessandro, luci Lorenzo Davalle, al Teatro Lolli di Imola. La forma del teatro canzone è naturalmente il miglior bacino di sviluppo per questo progetto. L’ingresso agli spettacoli, ad offerta libera, è riservato ai soci Arci. La prenotazione è consigliata. info@tiltonline.org
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società
A Firenze, dal 23 al 25 ottobre, ‘Novo Modo - responsabilità di tutti’ Al via, a partire da venerdì 23 ottobre, la tre giorni fiorentina dedicata alla costruzione di un modello nuovo di società indirizzato alla cura del bene comune: Novo Modo. In questa sua seconda edizione, Novo Modo sarà incentrato sul tema delle ‘disuguaglianze’, attorno a cui verteranno tutti gli incontri e i seminari che da venerdì 23 a domenica 25 si terranno all’auditorium di Santa Apollonia a Firenze. Organizzatori dell’iniziativa sono Acli, Arci, Banca Etica, Caritas Italiana, Cisl, Fondazione Culturale Responsabilità Etica, Legambiente e da quest’anno anche Libera - Associazione, nomi e numeri contro le mafie, Fairtrade Italia, CTM Altromercato, Scuola di Economia Civile, Polo Bonfanti Lionello. Firenze sarà il luogo in cui, durante la manifestazione, si proporranno idee per un diverso modello di sviluppo, fondato su diritti, giustizia, beni comuni e futuro sostenibile. Venerdì 23 alle 12.30 la lectio magistralis su diritti e società civile, con Tonio Dell’Olio di Libera, a cui seguirà, alle 17.30, un intervento di Vandana Shiva su suolo, beni comuni e futuro.
La giornata di sabato 24 si aprirà alle 10, con un seminario su lavoro e reddito dal titolo Lavoro, reddito e inclusione al quale parteciperà, insieme al segretario nazionale CISL Maurizio Bernava, anche il vice presidente nazionale di Arci Filippo Miraglia, mentre a fine mattinata sarà presente, con una lectio magistralis, il presidente di Libera, don Luigi Ciotti. Tra gli appuntamenti della giornata conclusiva, domenica 25 alle 10.30, la lectio sulle crescenti disuguaglianze nel nostro Paese e in Europa, insieme alla sociologa Chiara Saraceno e quella su economia e politica civili che sarà tenuta dall’economista Stefano Zamagni. Domenica pomeriggio, alle 16, si parlerà invece di migranti, con un seminario dal titolo Migranti: aprire non serrare. Co-
il libro
Cuore di zingara di Marcella Delle Donne | Prefazione di Maja Bova Ediesse edizioni
Chi sono i Rom, i Sinti, i Kalè? Da dove vengono e qual è la loro storia? In Cuore di zingara (Ediesse) Marcella Delle Donne, docente di sociologia e sociologia delle relazioni etniche presso la Sapienza di Roma, racconta e ricostruisce, seguendo la storia familiare di un clan rom, mondi altri e distanti da noi a cui spesso passiamo di fianco senza coglierne l’intensità, le difficoltà, i diversi modi di intendere e vivere la realtà quotidiana. In particolare Marcella Delle Donne racconta la storia di Rosanna - all’epoca una bambina - e della sua famiglia, le difficoltà di inserimento in una società come la nostra e la vita nei campi in perenne peregrinazione da una città all’altra, gli elementi culturali rom così diversi e faticosi da comprendere se non contestualizzati, il rifiuto e il desiderio di un’appartenenza al proprio clan così difficile da gestire. Si parla anche del ruolo della donna, assolutamente centrale all’interno della società rom sinti, ma che con l’evolversi dei tempi sta cambiando, lentamente e non senza problemi, e lo si fa senza cercare di edulcorare o addolcire una situazione piena di contraddizioni. Cuore di zingara insomma è un racconto che si snoda dall’esperienza personale dell’autrice e che tocca nodi centrali di conflitto e appartenenza tra la popolazione rom e la nostra. Un modo per cercare di riconsiderare stereotipi e resistenze che persistono da entrambe le parti, cercando di affrontarle non solo attraverso la mente ed il raziocinio ma anche attraverso occhi più umani e guidati dal cuore.
struire ponti, abbattere muri, a cui parteciperà la presidente nazionale di Arci Francesca Chiavacci. «La crisi globale ha prodotto uno strappo nel tessuto delle relazioni sociali, ha reso sempre più sole le persone nell’affrontare le conseguenze - concrete e pesanti - delle crescenti disuguaglianze, mentre i luoghi della socializzazione hanno perso la loro dimensione comunitaria» premette Miraglia, che continua: «Come Arci, siamo consapevoli che da soli non possiamo pretendere di modificare questo stato di cose, ma possiamo e dobbiamo promuovere spazi comuni di riflessione ed elaborazione di iniziative per arrivare a costruire percorsi alternativi per combattere le ingiustizie che affliggono le nostre società. Novo Modo diventa un laboratorio per disegnare, insieme, un modello di società più equo, rispettoso dell’ambiente e del bene comune, che ponga al centro le persone e non gli interessi dei grandi gruppi economici e finanziari». I tre giorni di incontri saranno aperti a tutti ad ingresso libero: il programma aggiornato è consultabile dal sito www.novomodo.org
arcireport n. 36 | 22 ottobre 2015 In redazione Andreina Albano Maria Ortensia Ferrara Direttore responsabile Emanuele Patti Direttore editoriale Francesca Chiavacci Progetto grafico Avenida Impaginazione e grafica Claudia Ranzani Impaginazione newsletter online Martina Castagnini Editore Associazione Arci Redazione | Roma, via dei Monti di Pietralata n.16 Registrazione | Tribunale di Roma n. 13/2005 del 24 gennaio 2005 Chiuso in redazione alle 18 Arcireport è rilasciato nei termini della licenza Creative Commons Attribuzione | Non commerciale | Condividi allo stesso modo 2.5 Italia
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