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anno IX - n. 37 25 ottobre 2011
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L'Europa, il Governo, il Paese che reagisce + La figuraccia rimediata a Bruxelles la dice lunga sulla credibilità internazionale di Silvio Berlusconi e del suo governo, ma purtroppo anche di tutto il nostro Paese. Ci sarebbe molto da discutere sulle ricette con cui le potenze europee affrontano la crisi del debito; sull'errore di riproporre strumenti finanziari che sono stati la causa della crisi; sul fallimento di un'Europa costruita unicamente sulla moneta unica; sulla necessità di realizzare pienamente la dimensione politica dell'Unione. L'Italia di Altiero Spinelli potrebbe fornire un contributo importante a questo dibattito, ma il nostro governo non ha certo l'autorevolezza per farlo, deriso nel ruolo dello scolaro che non ha fatto i compiti e cerca di bluffare per cavarsela. Molti si chiedono come sia possibile che gli italiani non riescano a liberarsi di un governo ormai sfiduciato non solo dalle opposizioni, da tutte le forze sociali e dalla protesta di piazza ma anche da molti esponenti della sua stessa maggioranza. È un'anomalia che si spiega solo con la profonda degenerazione del sistema politico italiano: la deriva autoritaria che ha stravolto il principio costituzionale per cui la volontà popolare si esprime attraverso le assemblee elettive e la relazione costante fra istituzioni e corpi intermedi della società; l'affermarsi di un'idea del potere che erige a modello l'uso privato delle istituzioni; la sfiducia e il disimpegno in cui prolifera l'antipolitica. Per fortuna c'è un Paese migliore di come lo rappresentano i suoi governanti, che resiste e si impegna per ricostruire. È quello dei lavoratori e degli imprenditori che si interrogano sulle scelte da fare per uno sviluppo duraturo e sostenibile dell'economia. È quello di studenti, insegnanti e ricercatori che fanno funzionare scuola e università nonostante il vuoto di politiche pubbliche. È quello dell'associazionismo che si carica sulle spalle pezzi interi di welfare e prova a ricostruire le reti di solidarietà smantellate dall'individualismo. È quello della partecipazione democratica che riempie le piazze di cittadini e lavoratori indignati. Sono in campo nuovi movimenti che non solo danno voce alla protesta ma vogliono cimentarsi sul terreno della proposta. Uniscono soggetti sociali e culture diverse, sono un segno di vitalità e di reazione del Paese. È lì che partiti, forze sociali e istituzioni possono trovare le migliori energie da spendere nella costruzione di un progetto credibile di cambiamento.
In Tunisia una grande prova di partecipazione democratica
Tunisi: code ai seggi per l’elezione dell’Assemblea Costituente a più grande vittoria della neonata democrazia tunisina (il paese tornava al voto dopo 23 anni di regime) è l’enorme affluenza: circa il 90% degli aventi diritto si è presentato alle urne per scegliere i 217 membri dell’Assemblea Costituente, che nominerà il governo ad interim, redigerà la nuova costituzione e preparerà le elezioni parlamentari e presidenziali. È una giornata storica per il Paese che ha dato il via alle rivolte arabe. Eppure a vincere sarà il partito islamista che a quelle rivolte non ha partecipato. A scrutinio ancora in corso En-nahda può contare sul 30% delle preferenze, che potrebbero crescere fino al 40%. Il commento a caldo del responsabile della campagna elettorale del partito è stata la promessa che nella Costituente lavoreranno per «un'alleanza stabile con tutte le forze patriottiche». Alleanza che potrebbe esse-
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PACE I PAGINA 3 Trent’anni fa nasceva il nuovo pacifismo italiano. Un articolo di Luciana Castellina
re raggiunta con candidati eletti nelle liste satellite che potranno rafforzare la componente islamista. Certo En-nahda dovrà fare i conti con una opposizione laica e progressista, che da giorni ha annunciato l'intenzione di allearsi nella Costituente. Del resto è l'unica possibilità che resta per porre rimedio alla frantumazione determinata dalla presentazione al voto in ordine sparso. La segretaria generale del Partito democratico progressista ha ammesso subito la sconfitta della sua formazione, che secondo i sondaggi veniva data in seconda posizione a ridosso di En-nahda. Così non è andata. Anche il Polo democratico modernista che negli ultimi giorni sembrava in rimonta ha invece ammesso che il magro risultato è in gran parte l'effetto della divisione delle forze democratiche. continua a pagina 2
CULTURA I PAGINA 6 Un articolo di Marino Canzoneri sul seminario della Ligue de l’ensegneiment
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In Tunisia una grande prova di partecipazione democratica (continua dalla prima) a il progetto che ha riunito l'ex partito comunista Ettajdid, i socialisti di sinistra, il partito repubblicano e alcune formazioni della società civile resta in piedi, anzi a novembre terrà il primo congresso e dentro il Polo si scioglieranno le varie componenti. Tutti i partiti sottolineano l'importanza della grande partecipazione al voto. L'apatia, che sembrava aver colto i tunisini in estate quando dovevano iscriversi alle liste, domenica sembrava completamente scomparsa. Interminabili file incolonnate lungo i marciapiedi - a volte le donne hanno preferito una fila separata - o all'interno dei cortili delle scuole. Molti dicevano di votare per la prima volta, qualcuno con le
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Appello urgente per la città di Van La città di Van e i suoi dintorni, nella regione curda della Turchia, sono stati colpiti domenica da un terremoto devastante che ha causato centinaia di morti e di dispersi, migliaia di feriti, distruzione di interi quartieri e villaggi e di beni di grande valore storico ed archeologico (Van era l’antica capitale del regno degli Urartu nell’undicesimo secolo a. C.). Le condizioni della popolazione, che vivono in un’area estremamente povera, sono disperate. C’è bisogno di interventi urgenti per sostenere i soccorsi e assistere gli abitanti; occorre attivare forme di solidarietà e di cooperazione per aiutare la città e la regione in questa drammatica emergenza. Moltissime sono le richieste di aiuto che ci arrivano dalla popolazione e dalle associazioni della società civile della città. Per offrire immediatamente un aiuto è possibile contribuire con un versamento sul conto corrente bancario intestato all’Associazione EUROPA LEVANTE, che sta organizzando prime forme di sostegno alla popolazione in collaborazione con VAN DER (Associazione per la lotta contro la povertà e per lo sviluppo sostenibile) e con il patrocinio del Comune di Van. Per il versamento i dati da utilizzare sono i seguenti: Associazione Europa Levante Banca Popolare di Sondrio Codice IBAN: IT13 G056 9603 2000 0000 8838 X21 Codice BIC/SWIFT: POSOIT22
lacrime agli occhi. Senza intemperanze, con pazienza, aiutando gli anziani o le donne incinte, i tunisini hanno dato un esempio di civiltà invidiabile per chi viene da un paese dove non si rispettano le code e nemmeno le persone anziane. L'incertezza e la tensione sono cresciute durante la giornata per il continuo rinvio, da parte dell'Alta istanza per le elezioni, della conferenza stampa che doveva annunciare risultati parziali. Certo le operazioni di voto sono lunghe perché oltre a calcolare i seggi assegnati proporzionalmente vi è anche il calcolo dei resti. I primi, e per parecchio tempo gli unici a parlare sono stati gli osservatori, numerosi, provenienti da diversi paesi, hanno avallato il primo voto libero della storia tunisina e anche il primo voto realizzato nel paese che ha dato il via alle rivolte/rivoluzioni arabe. La beffa della storia vuole che a vincere le elezioni siano gli islamisti che quella rivoluzione non hanno fatto. Una rivoluzione per la dignità, la giustizia sociale e la libertà, non in nome né per i valori dell'islam. Ma tant'è. Molti tunisini affermano di aver votato En-nahda perché si presenta come un partito onesto, oltre a essere una formazione ricca che ha
dispensato aiuti a molti indigenti e altrettanti ne ha promessi se avesse vinto le elezioni. Una politica che paga, anche se l'unico politico a essere contestato al seggio è stato proprio il leader storico di En-nahda, Rachid Ghannouchi, tornato in Tunisia dall'esilio di Londra dopo la fuga di Ben Ali. All'uscita dal suo seggio, in una zona residenziale di Tunisi, è stato accolto da grida rispolverate dai tempi della rivoluzione: ‘dégage’ (vattene, torna a Londra). Nel pomeriggio, davanti al palazzo dei congressi che ospita il centro stampa, si è tenuta la prima manifestazione contro la vittoria di En-nahda. Qualche decina di giovani seduti per terra urlava contro gli islamisti che avevano comprato i voti, che avevano fatto votare i non iscritti, che non rispetteranno i valori della rivoluzione. Comunque erano molti di più i poliziotti che circondavano la protesta. Ma è bastata questa piccola manifestazione per mandare in tilt il traffico del centro, che già quotidianamente sottopone gli abitanti a un notevole stress e all'inquinamento. Giuliana Sgrena
Oltre cento partiti in lizza per i 217 posti della Costituente Sono state 1.428 le liste in lizza per 33 circoscrizioni elettorali (27 in Tunisia e 6 all'estero) con 10.937 candidati. 292 le donne capolista. Le liste erano composte dal 50% di uomini e dal 50% di donne. L'elezione è avvenuta con metodo proporzionale, votando la lista, che cambia numero in ogni circoscrizione ma è riconoscibile da un simbolo. Tra gli oltre cento partiti nati dopo la rivoluzione, pochi hanno veramente la possibilità di contare nella prossima costituente. Vediamo i principali. - En-nahda, il partito islamista legalizzato dopo la caduta di Ben Ali, che aveva imprigionato molti dei suoi componenti. Il leader storico Rachid Ghannouchi ha vissuto in esilio a Londra ed è rientrato dopo la Rivoluzione. È la formazione favorita nei sondaggi. Si tratta di un partito ben organizzato, che dispone di molte risorse come si evince dalle disponibilità di sedi nuove e di mezzi per aiutare la popolazione indigente. Si è integrato nel nuovo panorama politico con un doppio linguaggio: moderato all'esterno e molto più radicale con i propri militanti. - Partito democratico progressista esiste
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dagli anni '80. L'attuale segretaria è Maya J'ribi, ma il vero leader è il suo fondatore Najib Chebbi. Si colloca in una posizione di centro-sinistra, il che non gli ha impedito di flirtare a turno con gli islamisti e con gli orfani di Ben Ali. - Ettakatol, finora conosciuto come Forum democratico per il lavoro e le libertà, è stato fondato da Mustapha ben Jaafar, professore di medicina, che ha sempre mantenuto una posizione socialdemocratica intransigente. Come il Pdp e Ettajdid esisteva ai tempi di Ben Ali. - Polo democratico modernista, costituito intorno a Ettajdid, l'evoluzione socialdemocratica del Partito comunista tunisino, ha difeso le posizioni laiche contro l'islamismo di En-nahda. - Liste indipendenti. Sono numerose e al loro interno si trovano diversi leader islamisti come Abdelfattah Mourou, cofondatore di En-nahda che ha divorziato dal partito. E anche esponenti dell'ex regime. - Partito comunista operaio tunisino che ha candidato la famosa avvocata Radhia Nasrawi testa di lista a Tunisi, potrebbe raccogliere i voti della sinistra radicale.
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L'enorme corteo del 24 ottobre di trent'anni fa segnò la nascita del nuovo pacifismo italiano hi si ricorda (o sa) della straordinaria, enorme, inattesa manifestazione per la pace del 24 ottobre di trent'anni fa a Roma? Quasi nessuno, salvo chi vi partecipò, temo; e mi dispiace perché quell'immenso corteo segnò la data di nascita del nuovo pacifismo italiano, in sintonia con quello emergente anche nel resto d'Europa e che rapidamente si incontrò con la vecchia iniziativa di Capitini. Dopo i tempi dei drammatici appelli ai quattro grandi detentori della bomba atomica, negli anni '50, quando milioni di persone si impegnarono a raccogliere firme accorate, non c'era stato più niente: il mondo acquietato dalla deterrenza, vale a dire reclutato all'illusione che - avendo ormai anche l'altra grande potenza, l'Urss, raggiunto una capacità di fuoco analoga a quella degli Starti Uniti - nessuna delle due avrebbe osato sparare. E invece ecco che, all'alba degli anni '80, una nuova escalation nel riarmo e l'installazione in Europa da parte di Washington dei missili pershing e cruise, cui Mosca rispondeva con i suoi SS20, ci aveva riprecipitato tutti nelle trincee di una temibile prima linea. La manifestazione di Roma fu il segno della presa di coscienza delle nuove generazioni su come era fatto il mondo reale, fonte di una nuova ondata di politicizzazione dopo i terribili anni della parabola terrorista che aveva indotto i più a chiudersi dentro casa. Fu proprio questa nuova mobilitazione, del resto, che contribuì in modo decisivo a mettere in crisi, e alla fine a sconfiggere, i conati di guerra armata che avevano devastato il lungo '68 italiano, e questo in nome di un'altra cultura, un diverso modo di lottare, quello dialogico e non violento, un'arma ben più efficace della repressione poliziesca. Perché proprio all'inizio degli anni '80, visto che di missili già da tempo era stato coperto il globo? Intanto per la recrudescenza della guerra fredda, dopo che via via erano falliti o finiti nell'angolo di trattative senza sbocco tutti gli accordi di disarmo fra le due grandi potenze: adesso appariva chiaro che lo scenario stava cambiando e che la eventualità di passare dalla guerra fredda a quella calda si stava facendo concreta. La nuova strategia militare con il presidente Reagan, nel pieno di una controffensiva di destra che investiva tutto l'occidente, tendeva a superare la fragile soglia dell'equilibrio del terrore: l'ipotesi, ora, era quella di uno scontro 'caldo' che, grazie ai missili di media gittata, avrebbe potuto esser circoscritto al nostro continente, risparmiando, per il tempo necessario
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È morto lo scorso 22 ottobre Antonio Cassese. Giurista, scrittore, docente di diritto internazionale, si è battuto contro ogni violazione dei diritti fondamentali delle persone. È stato presidente del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e dei trattamenti inumani o degradanti e il primo presidente del Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia. Nel 2009 era stato nominato presidente del Tribunale speciale per il Libano. Antonio Cassese è un esempio di impegno civile al servizio della causa della giustizia, della democrazia e dei diritti umani. A lui dedichiamo questa pagina
larga parte di giovani, molti della nuova sinistra (in particolare dell'area Pdup), della FGCI, delle organizzazioni cattoliche, e che però, almeno inizialmente, si trovò un po' in polemica non solo con i partiti pro-Nato, ma con lo stesso, più diplomatico PCI che però poco dopo abbracciò l'obiettivo di «passi significativi di disarmo anche unilaterale» (queste furono le parole di Berlinguer), accogliendo la sostanza del messaggio. C'è chi dice che quel movimento fu inutile, perché a porre fine al pericoloso equilibrio fra le due grandi potenze fu il crollo di una delle due, prodotto della pressione militare esercitata dalla Nato. Non è vero che fu inutile. È dai tempi di quel movimento che il ripudio della guerra è diventato un connotato di massa. Per il resto, è vero che la nostra ipotesi non si è realizzata, ma c'è da chiedersi se il processo di democratizzazione dell'est europeo, anziché esser il frutto della minaccia militare, fosse stato - come chiedevamo - lo sbocco di un dialogo e di un accordo di disarmo (come del resto Gorbachev aveva sollecitato e come auspicavamo in accordo con i dissidenti pacifsti dell'est) non avrebbe potuto essere più rapido e profondo, così risparmiando la devastante fase di restaurazione di un capitalismo selvaggio da cui molti non si sono ancora riavuti. Luciana Castellina
a distruggere il potenziale sovietico, il territorio americano che non avrebbe potuto esser raggiunto. Dal nuovo scenario emergeva per la prima volta,oltre al timore della distruzione, un tema nuovo: quello dell'Europa, della sua autonomia, del suo ruolo in un mondo schiacciato fra i due colossi militari. L'Europa, allora, interessava pochi addetti ai lavori, assai poco la generalità della gente. E infatti i più la chiamavano ancora MEC, mercato comune. Invano partiti e istituzioni avevano cercato di farla diventare tema di interesse popolare: a creare per la prima volta una coscienza europeista e a suscitare il primo movimento che coinvolgeva l'opinione pubblica di ogni paese europeo fu proprio il pacifismo degli anni '80 che, non a caso, assunse come proprio slogan "per un'Europa senza missili dall'Atlantico agli Urali". Un'indicazione che sottolineava la necessità di non essere soltanto pedina degli Usa e dell'Urss, ma di giocare un ruolo attivo nella riorganizzazione di un mondo libero dai blocchi. Un'ipotesi all'epoca azzardata, e infatti a lanciarla fu un movimento in cui converse una
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È stato concluso l’accordo nazionale di collaborazione con l’Atlante delle Guerre e dei conflitti del mondo. Da oggi in tutto il territorio nazionale si potrà acquistare l’Atlante attraverso il sito con 5 euro di sconto per i soci Arci; organizzare presentazioni dell’Atlante nella propria città, con la presenza degli editori o dei giornalisti; proporre corsi di educazione alla pace nelle scuole con la disponibilità degli editori a progettarli insieme e dei giornalisti a partecipare; proporre accordi con i propri Enti Locali in modo da favorire la sua diffusione; partecipare al tour di presentazioni dell’Atlante curato dall’Arci che sarà organizzato insieme a marzo. L’Atlante è una pubblicazione annuale autorevole e utile. Contiene schede e articoli su tutto il mondo, e molti approfondimenti. Quest’anno un’intera sezione è dedicata alle rivoluzioni nel MaghrebMashrek. www.atlantedelleguerre.it
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Con la legge delega, il governo sottrae al dibattito le modifiche alla legge 185/90 sull'export di armi a Rete Italiana Disarmo (rete che raggruppa oltre trenta organizzazioni, tra cui l'Arci) denuncia il rischio che l'Italia, con l'approvazione del disegno di legge 'comunitaria' (AS 2322-B) attualmente all'esame della Commissione politiche comunitarie del Senato, diminuisca i controlli sui trasferimenti di armi e che la trasparenza in questo ambito delicato faccia un passo indietro. Insieme alla Tavola della Pace, la Rete è da tempo attiva affinché il controllo e la trasparenza su un commercio così problematico non siano indeboliti ed anzi si rafforzino. La modifica della legge 185 del 1990, che è considerata un modello a livello internazionale per i divieti che contiene, per i controlli e le misure di trasparenza, non può avvenire senza un adeguato dibattito parlamentare. Infatti, il governo, per la prima volta, su una materia così delicata che riguarda la politica estera e di sicurezza del Paese, ha deciso di fare approvare al Parlamento una legge delega. Sarà poi l'e-
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secutivo a scrivere le norme sul commercio di armi sulla base delle poche indicazioni contenute nella proposta di legge 'comunitaria' attraverso un decreto legislativo. Senza alcuna trasparenza e senza nessun confronto in Parlamento. Inoltre, i sei commi dell'art. 12 che contengono la delega non definiscono in modo rigoroso i principi e criteri direttivi (come prevede la Costituzione) che dovrebbero improntare la redazione del decreto legislativo conseguente, lasciando mano libera all'esecutivo di modificare, senza troppi paletti, la legge sul commercio d'armi. Le organizzazioni della Rete Italiana per il Disarmo e della Tavola della Pace si mobiliteranno affinché sia garantita l'osservanza dei principi fondamentali di controllo e di trasparenza che sono alla base della legge 185/90 Questa legge ha, tra l'altro, il grande merito di aver introdotto efficaci controlli bancari per evitare transazioni finanziarie occulte connesse all'export di armi. È inquietante che il governo intenda riscriver-
la col chiaro intento di ridurre fortemente la trasparenza sui controlli bancari proprio nei giorni in cui i vertici sia della maggiore industria militare nazionale (Finmeccanica) sia del principale istituto di credito italiano (UniCredit) sono oggetto di indagini da parte della magistratura per attività illecite. Il pericolo insito nel depotenziamento degli strumenti di controllo sui trasferimenti di armi è ben dimostrato dai dati diffusi da Amnesty International in cui si evidenzia come in alcune delle aree geopolitiche più problematiche del mondo le armi siano affluite copiose. Anche dal nostro paese e nonostante i controlli già attivi. La Rete Italiana per il Disarmo e la Tavola della Pace esprimono quindi tutta la loro contrarietà per una procedura che consegna una delega in bianco al governo. Il fatto che le norme siano approvate senza un vero confronto nelle competenti sedi istituzionali è un rischio per la democrazia e la sicurezza. Info: www.disarmo.org
Il Rapporto di Amnesty International: falliti i controlli sulle armi. Il business delle guerre continua tati Uniti, Russia ed altri paesi europei hanno fornito grandi quantità di armi a governi repressivi del Medio Oriente e dell'Africa del Nord prima delle rivolte di quest'anno, pur avendo le prove che quelle forniture avrebbero potuto essere usate per compiere gravi violazioni dei diritti umani. È quanto ha dichiarato Amnesty International, pubblicando il rapporto Trasferimenti di armi in Medio Oriente e Africa del Nord: le lezioni per un efficace Trattato sul commercio di armi, che esamina le esportazioni verso Bahrein, Egitto, Libia, Siria e Yemen a partire dal 2005. «Le nostre conclusioni mettono in evidenza il fallimento degli attuali controlli sulle esportazioni di armi e sottolineano quanto occorra un efficace Trattato sul commercio di armi che si basi sulla necessità di difendere i diritti umani - ha dichiarato Helen Hughes, principale ricercatrice del rapporto. Che continua «I governi che ora affermano di stare dalla parte della gente in Medio Oriente e Africa del Nord sono gli stessi che hanno fornito armi, proiettili ed equipaggiamento militare usati per uccidere, ferire e imprigionare arbitrariamente migliaia di manifestanti pacifici in paesi come la Tunisia e l'Egitto e tuttora utilizzati dalle forze di sicurezza in Siria e Yemen». I principali fornitori di armi ai cinque
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paesi presi in esame sono Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Russia e Stati Uniti d'America. Il rapporto menziona 11 paesi (tra cui Bulgaria, Germania, Italia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Russia, Stati Uniti, Turchia e Ucraina) che hanno fornito assistenza militare o autorizzato esportazioni di armi e relativo equipaggiamento allo Yemen, dove quest'anno sono stati uccisi circa 200 manifestanti. Nonostante la brutale repressione, la comunità internazionale non ha voluto intraprendere un'azione incisiva per interrompere questi trasferimenti di armi. Per quanto riguarda la Siria, è noto che il principale fornitore è la Russia, che destina alla Siria circa il 10 per cento di tutte le sue esportazioni. Amnesty ha identificato 10 stati (tra cui Belgio, Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Russia e Spagna) i cui governi hanno autorizzato la fornitura di armamenti al regime libico del colonnello Gheddafi a partire dal 2005. Munizioni a grappolo e proiettili da mortaio di provenienza spagnola sono stati rinvenuti a Misurata, quando la città è stata bombardata dalle forze di Gheddafi. Si tratta di forniture proibite dalla Convenzione sulle munizioni a grappolo, che anche la Spagna ha firmato. Buona parte dell'artiglieria pesante rinvenu-
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ta in Libia pare essere stata prodotta durante l'era sovietica, soprattutto per quanto riguarda i razzi Grad, armi di per sé indiscriminate che sono state usate ampiamente da entrambe le parti in conflitto. Ma alcune delle munizioni recuperate erano anche di fabbricazione italiana. Almeno 20 stati hanno venduto all'Egitto armi leggere, gas lacrimogeni, prodotti antisommossa: in testa gli Stati Uniti, seguiti da Austria, Belgio, Bulgaria, Italia e Svizzera. Quest'anno la comunità internazionale ha fatto alcuni passi avanti, limitando i trasferimenti internazionali di armi a Bahrein, Egitto, Libia, Siria e Yemen. Ma il problema resta l'inefficacia dei controlli. «Ciò di cui il mondo ha bisogno - ha commentato la Hughes - è che si valuti rigorosamente e caso per caso ogni proposta di trasferimento di armi in modo che, se c'è il rischio che possano essere usate per compiere violazioni dei diritti umani, vengano bloccate. Questa 'regola aurea' preventiva è già contenuta nella bozza di Trattato sul commercio delle armi, i cui negoziati riprenderanno all'Onu in febbraio. Se i principali esportatori di armi non adotteranno questa regola contribuiranno a distruggere vite umane e minacceranno la sicurezza globale» ha concluso la Hughes.
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Si chiude positivamente la 37esima sessione del Comitato per la Sicurezza alimentare mondiale Articolo di Monica Di Sisto, vicepresidente di Fair
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valutazione di impatto su ambiente e sistemi sociali, saranno rivisti e negoziati dai Governi il prossimo anno, solo dopo l'approvazione finale delle Linee Guida Volontarie della Fao sulla gestione responsabile della terra, dei territori di pesca e delle foreste. La campagna di legittimazione del fenomeno del 'land grabbing', cioè dell'accaparramento di terre da parte di privati a scapito delle comunità locali e del furto dei sistemi produttivi da parte delle corporations portata avanti dalla banda dei 45 presidenti di grandi imprese che hanno partecipato al meeting a Roma insieme ai loro alleati politici, è stata smascherata. Anche il Direttore Generale per l'Agricoltura della Repubblica Sudafricana ha ammesso in una sessione di confronto con le organizzazioni contadine africane che «il settore agricolo commerciale di larga scala ha dimostrato di essere un disastro per la sicurezza alimentare e una minaccia per l'ambiente». Grazie ad un lavoro intenso e coordinato tra contadini, Ong e movimenti sociali è stato così approvato dal Cfs il 70% delle linee guida volontarie sulla terra dopo lunghi negoziati che hanno per la prima volta nell'ambito delle Nazioni Unite dato pari dignità ai Governi e delegati delle organizzazioni sociali. Un riconoscimento arrivato anche dall'articolo 8.2 delle Linee guida, dove viene sancita la
IN RICORDO DI ENZO MAZZI Con Enzo Mazzi, fondatore della comunità dell’Isolotto di Firenze, se ne va un grande uomo, che abbiamo apprezzato per la scelta di stare sempre e comunque dalla parte dei più deboli, e che si è speso per la pace e la giustizia sociale. Ci mancherà
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giorni di intensi dibattiti su un solo articolo del documento centrale nel negoziato sulla terra. Numerosissime e nutrite le delegazioni degli Stati presenti, 37 imprese transnazionali e oltre 250 delegati di più di 200 organizzazioni sociali di tutto il mondo. La 37esima sessione del Comitato per la Sicurezza alimentare mondiale (Committee of World Food Security o Cfs) insediato presso la Fao si è chiusa dando con questi soli numeri un segnale chiaro dell'importanza della questione politica della 'terra' e della partecipazione delle organizzazioni sociali e dei piccoli produttori alle decisioni strategiche per la vita delle nostre comunità. La valutazione del lavoro svolto che emerge dalle Organizzazioni che aderiscono al Comitato italiano per la Sovranità alimentare (CISA) - che comprende oltre 270 associazioni di categoria, organizzazioni non governative, sindacati, associazioni e movimenti sociali ed ambientalisti, come anche Fair, che hanno supportato la partecipazione delle organizzazioni sociali internazionali al vertice, è sostanzialmente positiva. Siamo riusciti, ad esempio, ad ottenere che i discussi principi stilati dalla Banca Mondiale sugli Investimenti Responsabili in Agricoltura (RAI), che avrebbero, di fatto, funzionato come ombrello per l'acquisto di terre su larga scala e investimenti di privati senza alcuna
centralità del ruolo dei piccoli produttori di cibo nella difesa della sicurezza alimentare e della stabilità sociale. La posta in gioco è ancora alta: definire, in una sessione straordinaria del Cfs, che abbiamo chiesto sia convocata a inizio 2012, la regolamentazione degli investimenti per l'acquisto della terra e della sua redistribuizione, mettendo un accento imprescindibile sulle politiche pubbliche e dello Stato. Perché la terra è di tutti, ma innanzitutto di chi la lavora. L'auspicio è che questa esperienza positiva porti, anche nel nostro Paese, alla creazione di un meccanismo analogo stabile, una sorta di ‘CFS italiano’: un forum in cui le istituzioni nazionali e locali si siedano insieme al CISA per discutere dei problemi affrontati in ambito internazionale. Perché la sovranità alimentare è un obiettivo da raggiungere e consolidare anche in Italia, e tutti gli attori, istituzionali, professionali, sociali e produttivi, devono sentirsene responsabili.
Liberate i cooperanti rapiti! Un appello dell’Associazione nazionale di solidarietà col popolo Sahrawi Associazione Nazionale di Solidarietà con il Popolo Sahrawi (ANSPS) condanna fermamente il rapimento dei tre cooperanti della solidarietà internazionale, avvenuto nella notte tra sabato 22 e domenica 23 ottobre nei campi profughi sahrawi nei pressi della città di Tindouf in Algeria. Si tratta di Rossella Urru, della Ong italiana CISP, Ainoa Fernandeez de Rincón, spagnola dell'Associazione degli Amici del Popolo Sahrawi di Estremadura, e Enric Gonyalons, spagnolo dell'Associazione Munupat, a quanto pare il solo ferito, insieme ad un guardiano sahrawi, dei tre rapiti. L'ANSPS esprime la propria solidarietà all'amica Rossella e ai suoi due compagni di sventura, ed è vicina alle loro famiglie. È altresì vicina all’associazioni dei cooperanti, ed in modo particolare al CISP, che vanta una lunga ed efficace esperienza di cooperazione nei campi profughi sahrawi e di sensibilizzazione in Italia
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sulla questione sahrawi. «Conosciamo l'intelligenza, la competenza e la determinazione di Rossella, speriamo che queste qualità possano renderle meno duri i momenti che sta vivendo, ma non per questo meno forte è la totale e ferma condanna per questo atto che la vede vittima insieme agli altri due cooperanti spagnoli» dichiarano in un comunicato stampa. L'ANSPS conta sulla capacità delle autorità sahrawi ed algerine, in collaborazione con quelle dei paesi vicini, di individuare gli autori dell'odioso sequestro e di porvi felicemente fine al più presto. Chiede al governo italiano e a quello spagnolo di concorrere al felice esito di questa vicenda. Chiede alle autorità sahrawi di rafforzare le misure per garantire la sicurezza di cooperanti e volontari che sono rimasti nei campi profughi. Ritiene prioritaria l'immediata liberazione di Rossella e degli altri due
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cooperanti, ma non può dimenticare le ragioni della loro presenza nella regione. Invita pertanto tutta la rete italiana ed europea di solidarietà con il popolo sahrawi a non cedere, proprio ora, al ricatto dei rapitori. In questo momento di maggiore difficoltà è fondamentale non far mancare al popolo sahrawi l'aiuto ed il sostegno necessari. Questa violenza non può non suscitare alcune riflessioni. In 36 anni di esilio in Algeria, è il primo attacco alla cooperazione internazionale in favore dei rifugiati sahrawi. Infine nei giorni in cui la comunità internazionale plaude all'apertura, in Tunisia, delle urne delle prime elezioni libere della Primavera araba il pensiero va a quel voto tenacemente negato dal Marocco al popolo sahrawi per scegliere, attraverso il referendum di autodeterminazione, il proprio futuro, malgrado le numerose risoluzioni dell'Onu. Info: ansps@libero.it
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cultura
Il 22° Festival del cinema arabo di Fameck e un seminario organizzati dalla Ligue de l’enseignement la bandiera dello stato porta solo la stella di David e non anche i colori della Palestina? E perché l'inno dello stato parla solo del ritorno degli Ebrei in Palestina? Domande che interrogano sulla laicità dello stato Ebraico e sulle nostra certezza che la soluzione del conflitto stia nella formula ‘due popoli due stati in pace e sicuri’, a questo punto inevitabilmente uno ebraico e l'altro islamico. Entrando ora nel vivo dei sei (sui 38 presentati al Festival) film proposti alla nostra visione: Sur la planche di Leila Kilani, Marocco, film giovane sulla voglia di fuggire da un tran tran fatto di precariato e sballo notturno è per certi versi tributario della lezione di film come Rosetta dei fratelli Dardenne. Zindeeq del grande regista palestinese Michel Khleifi, (il festival gli ha dedicato una retrospettiva e la presidenza d'onore) è un film autobiografico. Il protagonista, di ritorno in Palestina, sradicato e pellegrino cerca un albergo a Nazaret, fra il rifiuto di tutti di ospitarlo, straniero in patria, straniero fra gli Ebrei, fra i Cristiani e i Musulmani, agnostico che non trova un posto dove far riposare la testa. Palmiers Blessés, del regista tunisino Abdellatif Ben Amar, narra una pagina oscurata dei rapporti fra la Francia e la Tunisia: la guerra di Biserta. Alcuni giorni di dura battaglia che metteranno alla prova amicizie e che faranno emergere la sottile dipendenza degli intellettuali e della classe dirigente tunisina nei confronti della potenza coloniale francese. Proiettato il giorno del 50° anniversario della sanguinosa repressione della manifeRicostruiamo l'Italia, è con questo messaggio che l'Flcstazione degli immigrati a Parigi per Cgil lancia una campagna per dare forma e contenuto l'indipendenza dell'Algeria. Plus al ruolo che i lavoratori della conoscenza possono jamais peur di Mourad Ben Cheick, assumere nella ricostruzione di un tessuto istituzionale documentario fra lo storico e il propae culturale votato al bene pubblico, alla formazione e gandistico sulla rivoluzione tunisina, alla crescita etica delle nuove generazioni. sperando che al più presto vengano Scuola, università, ricerca, arti e musica, sono queste anche analisi più complesse sulla le basi che fanno ricco un Paese ed è da queste che è realtà tunisina e i suoi rapporti con necessario partire: attirare l'attenzione su questi temi, l'Occidente. Mi piace chiudere con anche con parole diverse da quelle della politica, usanuna nota allegra. Sotto le mentite spodo un linguaggio universale, la musica. glie di un musical, anzi secondo La campagna prenderà l'avvio con una serata/evento Dahmane Ouzid, il regista algerino di che si terrà sabato 29 ottobre a Roma in Piazza del La place (Essaha), il primo vero musiPopolo a partire dalle ore 18. Tra gli ospiti Daniele cal del Magreb, ci è stato proposto il Silvestri, Frankie HI-NRG, i Blues Willies e Max Paiella film più politico. Feroce nell'analisi che si alterneranno sul palco con altre personalità del della società algerina, ancor più sarmondo della cultura, dello spettacolo e del lavoro. castico nei confronti della 'Fortezza A condurre la serata sarà Dario Vergassola. Durante la Europa' o più in generale nei confronserata interverranno Domenico Pantaleo, Segretario ti di paesi ricchi o neo ricchi incapaci di generale Flc-Cgil e Susanna Camusso, Segretario fornire un visto anche a dei semplici ballerini e musicisti. Molto raì ma generale Cgil. anche molto hip hop e rap non proprio Info: www.ricostruiamolitalia.it
al 14 al 16 ottobre si è svolto a Metz un interessante seminario promosso dall'associazione consorella francese La Ligue de l'enseignement, a margine del 22° Festival du film arabe di Fameck / Val De Fensch. Il seminario prevedeva la mattina di sabato e domenica la discussione fra i partecipanti e con i registi dei film visti (ben sei inediti) nel pomeriggio e nella serata di venerdì e sabato. Di particolare interesse l'incontro con la regista Israelo Palestinese Ula Tabari che ha posto una questione di natura più propriamente filmica ed una invece più politica. Secondo lei in Occidente il problema non è conoscere il cinema arabo ma cercare conferme su quel che gli occidentali pensano siano la cultura, la società, la politica e quindi anche il cinema arabo, invitandoci a una prudenza nuova: è infatti del tutto arbitrario pretendere di ridurre ad un unicum un tema così vasto geograficamente, politicamente e culturalmente. Non meno provocatoria la sua seconda affermazione, ben illustrata dal suo film Enquète Personnelle sull'identità dei palestinesi, il 20% dei cittadini israeliani, insediati entro i confini dello stato di Israele riconosciuti dall'ONU nel 1947. La stessa definizione di Palestinesi di Israele è scelta in contrasto con il più generico Arabo Israeliani. Ma se è così - si chiede - perché
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Il 29 ottobre a Roma ‘Ricostruiamo l’Italia’
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25 ottobre 2011
Nasce la Fondazione Teatro Valle Bene Comune La presentazione dello statuto per la creazione della Fondazione Teatro Valle Bene Comune indica quale può essere il futuro dello storico teatro: dopo 4 mesi gli occupanti non solo non se ne vanno, ma si propongono come protagonisti della nuova gestione improntata all'idea di 'bene comune'. Al centro della Fondazione ci sarà l'assemblea dei comunardi, rappresentanti del bene comune. Gli occupanti ne formeranno il primo nucleo. Ogni comunardo avrà diritto a un voto indipendentemente dal suo contributo. L'assemblea potrà eleggere e revocare tutti gli organi di gestione. Del patrimonio della Fondazione faranno parte anche le competenze dei comunardi e dei lavoratori del teatro. La direzione artistica è affidata in base a un progetto su cui si esprimerà l'assemblea. Il Teatro Valle Bene Comune dovrà impegnarsi, oltre che nella promozione delle attività artistiche, per la pace nel mondo, potrà promuovere referendum, organizzare attività politiche. Lo statuto, che sarà discusso in un confronto pubblico, più che un teatro sembra voler creare uno strumento di lotta politica. Per fare cosa? «Mettere in situazione critica il sistema delle attività culturali» spiega una degli occupanti. Le fa eco il giurista Ugo Mattei, uno degli estensori: «È una scommessa tutta politica: sta all'assemblea portare avanti questa lotta, che nessuno statuto potrà garantire». Occorre dire che finora la scommessa gli occupanti del Valle l'hanno vinta, come dimostrano le tardive proposte del sindaco Alemanno che, con una lettera aperta, gli offriva un posto nel CdA della Fondazione che lui stesso vorrebbe creare purché gli liberassero il teatro, seguendo le solite logiche spartitorie. Gli occupanti hanno rifiutato e si tengono il teatro, raccogliendo la simpatia dei citadini e di molti artisti, che continuano a esibirsi gratuitamente.
autoctoni di queste latitudini. Insomma, una bella attività con una grande consorella, (a quando rapporti ancora più stretti, magari una confederazione?) e con un grande festival cui le nostre realtà locali come il Mediterraneo Film Festival di Iglesias possono far riferimento per una collaborazione che sarà senz'altro proficua. Info: marino.canzoneri@tiscali.it
arci
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giovani
Alla precarietà e alla disoccupazione un’alternativa è possibile e va costruita adesso Comitato 9 Aprile sta elaborando un decalogo e programmando un'assemblea nazionale del precariato per il prossimo novembre. La sinistra dovrebbe cancellare per un po' dal suo vocabolario il termine inevitabile. L'inevitabile è il nemico della politica che esiste per consentire alle persone di determinare collettivamente il proprio destino. Fare le riforme costa, non solo soldi ma anche coraggio politico e fatica intellettuale: bisogna riconoscere i propri alleati ed avversari, non solo nel sistema politico ma anche in quello sociale; bisogna creare e sostenere i luoghi di produzione autonoma di analisi e di proposte; bisogna pensare, oltre l'emergenza, al Paese che si vuole avere tra 10 o 20 anni. Info: uda@arci.it
oramai opinione consolidata e condivisa tra gli analisti economici quella di attribuire alla mancanza di opportunità per l'ingresso nel mondo del lavoro e alla precarietà il male principale che affligge le giovani generazioni. L'analisi è oltremodo confortata dai molteplici dati statistici che diverse istituzioni e agenzie di rilevamento elaborano e pubblicano periodicamente. Questo fenomeno denota una persistenza e dei caratteri di progressività negativa per i quali ci si sarebbe aspettati l'apertura di una stagione straordinaria di riforme tese non solo ad affrontare i danni che questa stessa crisi determina ma anche e soprattutto un investimento per il futuro che ridesse speranza al Paese. Invece il nostro Governo ha prodotto una manovra che non potrà che peggiorare lo stato di cose attuale. Come ci ricorda Mattia Tealdo, il Primo Ministro inglese Margaret Thatcher amava dire spesso ‘There is no alternative’, non c'è scelta. Con la sua elezione e ancora di più con la vittoria di Reagan in America cominciava quel trentennio neoliberista che speravamo di esserci lasciati alle spalle. Sembrava che dalla crisi potesse uscire un'economia meno ingiusta e più sostenibile.
E invece il vento è cambiato davvero, ma non nella direzione che pensavamo in tanti dopo le ultime elezioni amministrative e la vittoria nei referendum. L'amara medicina che cercano di propinare i sostenitori delle politiche del Governo si basa proprio sulla formula del non c'è scelta. C'è un solo modo per evitare il disastro, dicono costoro: accettare i sacrifici inevitabili che comporta il risanamento dei conti caricando tutto il suo peso su una parte sola della popolazione, la più povera e la più giovane. Ma davvero non c'è scelta? Abbiamo dalla nostra parte la storia e molte intelligenze che hanno pure elaborato scenari e proposte alternative: quello che una decina di anni fa era un ragionamento tacciato come il programma dei soliti sognatori da parte del mainstream dei soloni dell'economia qualche mese fa è diventato espressione referendaria indiscutibile della maggioranza assoluta degli italiani; la Tobin Tax che ben 15 anni fa fu una delle proposte del movimento antiglobalizzazione viene evocata oggi anche dal Corriere della Sera; la campagna Sbilanciamoci ha come ogni anno proposto la sua manovra alternativa, a saldi invariati e molto meno gradualista rispetto a quella di Tremonti; il
Il grido d’allarme lanciato dall’Ilo
In costante aumento i giovani ‘neet’ Si alimenta il ‘risparmio emotivo’
La notizia buona è che, dopo il picco raggiunto nel 2009 (da 75,8 a 75,1 milioni nel 2010, ovvero un tasso del 12,7%), il numero assoluto dei giovani disoccupati è leggermente diminuito, e dovrebbe ancora scendere a 74,6 milioni nel 2011. Il problema è che questo miglioramento è dovuto solo al fatto che sempre più giovani si ritirano dal mercato del lavoro. La combinazione di disoccupazione elevata, crescente inattività e lavoro precario nei paesi industrializzati sono gli elementi che segnano i giovani lavoratori di oggi, secondo l'allarme lanciato dall'Ilo, l'Organizzazione Internazionale del Lavoro, nel rapporto Tendenze globali dell'occupazione giovanile: aggiornamento 2011. Diventa sempre più difficile per un giovane trovare un impiego che vada oltre un lavoro part time o a tempo determinato; in paesi come Grecia, Italia, Slovacchia e Regno Unito i giovani hanno il doppio o il triplo delle probabilità degli adulti di essere disoccupati di lunga durata. Secondo il rapporto, questa frustrazione collettiva fra i giovani è stato uno dei fattori che ha contribuito ad alimentare i recenti movimenti di protesta in tutto il mondo.
Fenomeno Neet, acronimo che sta per 'not in education, employment or training': sono i giovani di oggi che non studiano, non lavorano, non si formano, non cercano un'occupazione. In Italia sono circa due milioni, giovani e giovanissimi, spesso donne. In costante aumento: cresciuti negli ultimi mesi di oltre 140mila ragazzi e ragazze, che rappresentano però solo la punta di un iceberg la cui parte sommersa è costituita, oltre che dai disoccupati ufficiali (coloro che cercano lavoro e non lo trovano), anche dalla massa di sotto-occupati, con un lavoro intermittente e parziale, la cui attività remunerata produce un reddito insufficiente a sostenere qualsiasi prospettiva di autonomia. Sono le cifre fornite dall'Istat, a dir poco sconfortanti: in tre anni il tasso di disoccupazione giovanile è cresciuto di oltre quattro punti (oggi è al 25,4%) ed è superiore di quasi 6 punti rispetto alla media europea. È il sistema lavoro nel suo complesso, però, che mostra i segni di una fragilità e di una sofferenza profonda: mentre cresce il numero degli occupati, cala quello dei lavoratori a tempo indeterminato, diminuisce il numero dei disoccupati ma
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25 ottobre 2011
Dal 2005 al 2010 i giovani che si rivolgono al Centro Ascolto della Caritas sono aumentati del 59,6%, di cui il 76,1% non studia nè lavora. Sono i dati del Rapporto 2011 Caritas - Zancan sulla povertà
notizieflash
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IN ITALIA
aumenta la popolazione inattiva in età lavorativa, la disoccupazione tende a cronicizzarsi e chi lavora lo fa con meno garanzie e minori tutele. Ad aumentare l'instabilità del sistema sono anche le trasformazioni profonde che hanno riguardato l'organizzazione del lavoro e la natura della prestazione: negli ultimi anni sono aumentate le tipologie di orario di lavoro e sono calate le sincronie legate ai giorni e agli orari di attività; la lista delle professioni si è allungata e si è frazionata, ma le prospettive di carriera legate alle competenze si sono fatte più difficili; i rapporti di lavoro sono diventati meno durevoli, meno uniformi e condizionati da uno sterminato sistema di riferimenti e parametri difficili da inquadrare in un contesto unitario e univoco. Tutto questo ha portato i giovani a vivere una crescente precarizzazione e ad appiattirsi in un eterno presente, in cui il futuro è nebuloso e si vive una condizione definita di 'risparmio emotivo': paura di vivere la vita reale, che fa perdere speranza e motivazione, alimenta il sentimento di sfiducia e rassegnazione e il timore che ogni progetto possa trasformarsi in un insuccesso.
arci
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legalitàdemocratica
Carovana antimafie, campi della legalità, laboratori Lavori in corso e prospettive per il futuro Campi antimafia e carovana, educazione alla legalità democratica possono non bastare se tutto resta nel campo ristretto della società a noi più vicina. L'Arci ha le potenzialità per intercettare fasce più larghe (per età, genere e classe) di popolazione. C'è bisogno insomma di calare le nostre buone pratiche nel pentolone ribollente di una società sfilacciata e sempre più abituata al compromesso etico. Organizzare la Carovana o i campi negli anni a venire, senza saldare l'alleanza con le tante persone che hanno sostenuto o partecipato alle nostre attività, rischia di essere un boomerang rispetto alle aspettative indotte. A questo proposito il gruppo rafforzerà i processi educativi e le azioni di cittadinanza che ogni giorno intercettano un campione simile a quel 90% di ragazze e ragazzi che, pur partecipando ai campi antimafia, non sono iscritti all'Arci. Da qui la necessità di individuare un circuito virtuoso che metta insieme la programmazione ordinaria (campi e carovana) con iniziative e campagne ‘straordinarie’. C'è bisogno di avere la restituzione degli oltre 800 partecipanti ai campi e allo stesso tempo di restituire agli stessi un senso di appartenenza a una comunità solidale e responsabile. La posta in gioco è certamente più alta ma ovviamente di maggiore prospettiva. Da qui l'idea di discutere (in profondiA margine del seminario promosso da Libera sulle tà ma non a lungo), su come saranno Mafie al Nord, la Presidenza nazionale dell'associazioi campi e la carovana antimafie nella ne presieduta da Luigi Ciotti ha annunciato la sede stagione che inizia, attraverso modella diciassettesima edizione della Giornata della menti monotematici nel gruppo di memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime di lavoro che tengano conto anche del mafia. peso della responsabilità di una creSabato 17 marzo 2012 sarà Genova ad accogliere i scita dei territori. A tale proposito familiari delle vittime ed i tanti cittadini che dal 1996, alcuni dati possono servire a comnell'approssimarsi del primo giorno di primavera, intenprendere il fenomeno: 19 regioni dono testimoniare, nell'impegno e nella partecipazione, interessate dal passaggio di carovaun forte richiamo per la verità e la giustizia, un secco na antimafie, 4 dalla presenza in loco no alle mafie, alla corruzione al malaffare. dei campi (erano 2 sino all'anno scorCon la scelta di Genova, Libera ha inteso mantenere so) oltre alle altre (almeno 6) che viva l'attenzione sull'emergenza dell'infiltrazione crimiorganizzano e promuovono i campi o nale al Nord. Il 10 marzo di quest'anno, proprio in gestiscono laboratori. Liguria, a Bordighera, è stato sciolto per rischio di infilTutto questo richiede il richiamato trazione mafiosa il Consiglio Comunale. salto di qualità, un passaggio impenAl Nord, l'Arci, attraverso la promozione dei campi di sabile se non si coglie la trasversalilavoro e l'animazione sociale, sta svolgendo un ruolo tà dell'associazione: il gruppo interdeterminante nella denuncia del fenomeno mafioso: cetta le altre aree e con queste deve Genova città dei diritti e dell'accoglienza, città di migrarafforzare la programmazione. zioni e di grandi tradizioni mutualistiche saprà certaPensiamo ai beni confiscati ed al loro mente rispondere all'opportunità, offrendo spunti valore simbolico e non solo, di spazio importanti di analisi, in un contesto politico e sociale in nella città; volumi sottratti alla crimirapida evoluzione. nalità organizzata ma talvolta anche Info: lupi@arciliguria.it all'incuria ed al degrado e così resti-
el cantiere del gruppo legalità democratica i lavori sono ancora in corso (i campi antimafia termineranno a ottobre) ma già si pensa a riprendere gli attrezzi per la stagione a venire. Il 2011 fra Carovana antimafie internazionale e campi di lavoro ha impegnato del tutto le energie e il tempo di un gruppo composto da dirigenti territoriali che hanno ‘cucito’ il lavoro locale con gli obiettivi nazionali. Il risultato è stato quello di un lavoro ininterrotto da febbraio a ottobre. Quasi un'iniziativa al giorno perché ogni tappa o giornata di campo è un'occasione per l'associazione di fare promozione sociale e incontrare persone, giovani e non. La riflessione, partita nella riunione straordinaria del 18 ottobre, è ora incentrata sulle risorse e la conseguente necessità di alzare ulteriormente il livello dell'impegno; un'esigenza sentita per tradurre il nostro lavoro in una più efficace presenza dell'Arci sui temi della legalità e della giustizia sociale rispetto alle prospettive di cambiamento del nostro Paese.
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A Genova la prossima Giornata della Memoria
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Vendita dei beni il governo ci riprova Si ripete l’ambiguità da parte del governo riguardante la vendita dei beni confiscati. Il caso è stato denunciato nei giorni scorsi in Commissione Antimafia dove la capogruppo Pd Laura Garavini ha richiesto al presidente Beppe Pisanu «la convocazione del direttore, il prefetto Francesco Caruso, con i componenti del consiglio direttivo e tutti i verbali e le delibere della riunione del 28 settembre». Quel giorno infatti, come si legge nel verbale della seduta, «un elenco di beni immobili dove figurano appartamenti, capannoni, box, garage confiscati in via definitiva e ubicati in Sicilia sono stati destinati alla vendita nel rispetto delle procedure». Falso, secondo il Pd, in realtà si voleva vendere pur con la consapevolezza che in Sicilia oggi sono soprattutto i clan ad avere la liquidità per acquistare. Il no di alcuni membri del consiglio direttivo ha stoppato tutto. Ed è stata investita la Commissione Antimafia. La legge prevede che i beni, mobili e immobili, auto veicoli e imbarcazioni, una volta confiscati e quindi sottratti definitivamente ai vecchi proprietari, debbano prima di tutto essere destinati agli enti locali per essere impiegati in usi sociali, scuole, biblioteche, uffici pubblici, caserme, alloggi per polizia e carabinieri, uffici giudiziari. L'Agenzia possiede attualmente 11.699 beni di cui 10.227 sono immobili e 1472 le aziende. Guida la classifica regionale la Sicilia (4601 confische) seguita da Calabria (1518) e Campania (1466).
tuiti alla collettività. L'Arci può fare una campagna che colleghi i beni confiscati agli spazi per la cultura. Oppure, si pensi alla necessità di richiamare ad un'etica condivisa quella fascia di cittadinanza che si sente sempre assolta e che deve invece fare i conti con un'illegalità che è sempre di più nella pancia, per la pancia: proviamo ad esempio a confrontarci con gli ordini professionali sull'evasione fiscale. Per questo, ultimo ma non ultimo, dobbiamo riflettere su cosa accade ‘dall'altra parte del ponte’: quei mafiosi sconfitti e reclusi e le loro famiglie. Fare società significa fare i conti anche con ‘il lato sinistro del cuore’, sarà forse questa la nuova scommessa. Info: cobianchi@arci.it
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economia
Tassare la speculazione ora! Articolo di Andrea Baranes, portavoce della Campagna ZeroZeroCinque mente ad affrontare attacchi speculativi. Nella situazione di crisi e di instabilità che stiamo vivendo, appare incomprensibile che il governo non si schieri con forza in favore di una misura come la TTF, mentre nell'ultima manovra si decide di aumentare l'IVA, un imposta regressiva e che rischia di deprimere i consumi. Un sostegno convinto del nostro governo alla TTF potrebbe essere oggi decisivo nel Consiglio d'Europa, e quindi per l'approvazione della tassa in tempi brevi nell'UE. In tutto il mondo milioni di indignados chiedono giustizia economica e sociale e di arginare lo strapotere della finanza. La tassa sulle transazioni finanziarie è un passaggio decisivo in tale direzione. Info: www.zerozerocinque.it
un momento decisivo per la tassa sulle transazioni finanziarie (TTF). Una tassa estremamente piccola, si parla dello 0,05% su ogni operazione, ma in grado di avere un forte effetto di freno sulla speculazione finanziaria, di generare un gettito da destinare al welfare, alla cooperazione internazionale e alla lotta contro i cambiamenti climatici. Soprattutto, è una misura di giustizia sociale e un segnale della volontà del mondo politico di volere adottare misure finalmente in grado di riportare sotto controllo quella finanza-casinò in larga parte responsabile della crisi che stiamo vivendo. Il G20 che si terrà a Cannes all'inizio di novembre potrebbe portare interessanti novità, anche se appare molto difficile che le maggiori economie del pianeta possano trovare un accordo. È principalmente su scala europea che si gioca in questo momento la partita. Innumerevoli studi e ricerche hanno dimostrato come la tassa sarebbe perfettamente fattibile anche nell'Unione europea o nella zona euro. Non ci sono difficoltà tecniche, è unicamente una questione di volontà politica. Nei mesi scorsi il Parlamento europeo ha votato a larga maggioranza una
mozione che ne chiedeva l'introduzione «senza ulteriori ritardi». A fine settembre la Commissione ha pubblicato una propria bozza di Direttiva sulla TTF, sancendo la propria posizione favorevole. È ora fondamentale il posizionamento della terza istituzione europea, il Consiglio d'Europa, composto dai ministri dei singoli governi. Molti dei membri dell'UE sono nettamente favorevoli, Germania e Francia in testa. I più restii sono al momento gli olandesi e soprattutto gli inglesi, condizionati dalle lobby e dal potere della City di Londra, vero e proprio cuore pulsante della finanza mondiale. Nel dibattito europeo spicca a tutt'oggi il silenzio del governo italiano, che non ha ancora assunto una posizione chiara. Per questo la Campagna 005 sostenuta dall'Arci con decine di altre reti e organizzazioni della società civile italiana, promuove in questi giorni una serie di iniziative. Gli effetti della TTF sarebbero particolarmente positivi nel nostro Paese. Le imprese che esportano devono oggi misurarsi con la volatilità delle valute, chi importa vede il prezzo del petrolio e delle altre materie prime in balia dei mercati finanziari. I titoli di Stato si trovano quotidiana-
Microcredito e T.U.Bancario
Consultazione del Ministero dell’Economia sulla tassa sulle transazioni finanziarie
L'introduzione di una normativa dedicata agli operatori di microcredito (art. 111 T.U. Bancario), costituisce un'opportunità concreta per la professionalizzazione e lo sviluppo del settore aprendo una fase nuova per la microfinanza italiana in un momento di crisi economica. Ma trascorsi più di 12 mesi dall'entrata in vigore del provvedimento, il ministero dell'Economia non ha ancora emanato le necessarie norme attuative. La Rete italiana di microfinanza (RITMI) è quindi fortemente preoccupata anche perché, dopo aver partecipato attivamente alla commissione di esperti, non ha più avuto alcuna informazione sullo stato di elaborazione delle disposizioni attuative. La Rete si rivolge quindi alle autorità competenti presso il Ministero e la Banca d'Italia affinché sia ripreso al più presto il lavoro della commissione consultiva e siano considerate tutte le osservazioni che RITMI ha già espresso. Inoltre si chiede un chiarimento sullo schema di decreto correttivo del T.U. Bancario che prevede il sostanziale congelamento di quanto previsto dall'articolo 113 e assegna sine die alla Banca d'Italia la tenuta dell'elenco degli operatori di microcredito previsto dall'art.111. Info: www.microfinanza-italia.org
Dopo mesi di silenzioso attendismo, il Tesoro si occupa finalmente della tassa sulle transazioni finanziarie. E lo fa lanciando una consultazione pubblica (aperta a tutti i cittadini) sulla proposta di direttiva europea avanzata da Barroso il 28 settembre scorso. Il Dipartimento delle Finanze invita gli interessati ad inviare contributi e osservazioni ritenuti utili sulla proposta, disponibile nelle versioni linguistiche italiano, inglese e francese. I contributi possono essere inviati entro il 30 ottobre 2011. Al termine della consultazione sarà pubblicato un resoconto dei contributi pervenuti. È un'occasione importante che la Campagna Zero Zero Cinque vuole cogliere, partecipando alla consultazione ministeriale e invitando tutti i suoi sostenitori a fare altrettanto! Facciamo sentire la nostra voce! Un forte posizionamento politico dell'Italia a favore dell'implementazione della tassa su scala continentale è davvero cruciale in questo momento. La volontà politica in Italia è mancata fino ad oggi e auspichiamo che il Ministero non si nasconda dietro a eventuali difficoltà tecniche nel testo della diret-
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È on line www.boats4people.org, sito realizzato da un gruppo di organizzazioni europee e africane per dare notizie sul viaggio della flottilla della solidarietà nel Mediterraneo
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SUL WEB
tiva, opponendosi di conseguenza in toto alla proposta Barroso. Sulle eventuali debolezze tecniche si può di certo ragionare e vi si può porre rimedio. Ma da sole queste non bastano per voltare le spalle a un progetto politico lanciato dalle istituzioni europee e sostenuto da ancor più tempo dalla società civile di tutto il mondo e da diversi Governi dell'Unione Europea. Auspichiamo che al Consiglio Europeo e al vertice del G20 del 3 - 4 novembre l'Italia si schieri finalmente a favore della tassa sulle transazioni finanziarie, una misura che rappresenta per la Campagna un importante ingrediente di quella ricetta che serve a contrastare il casinò finanziario con i suoi effetti socialmente nefasti e caratterizzati da un'intollerabile iniquità, riportando la finanza al servizio dell'economia reale e del cittadino. Sul sito www.zerozerocinque.it è possibile collegarsi direttamente al link del ministero e inserire i propri commenti. Inoltre, verrà pubblicato il documento con cui la Campagna parteciperà alla consultazione e altri contributi tecnici di esponenti nel mondo accademico, produttivo e dell'associazionismo.
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Torna il Premio letterario Formiche Rosse, spazio aperto alla creatività di giovani scrittori odicesima edizione per il premio letterario Formiche Rosse, promosso dall’Arci di Siena. Nato nel 1997 come spazio culturale aperto a chiunque abbia voglia di esprimersi e condividere l'amore per la scrittura con altri appassionati, il premio prende spunto dall’accostamento del racconto breve, inteso come semplice ed efficace momento di realizzazione della parola narrante, all'idea della formica, dalla natura essenziale e laboriosa, perseverante e vitale nel perseguimento del proprio compito. Nel corso degli anni, il Premio ha visto la partecipazione di centinaia di scrittori provenienti da tutta Italia, selezionati da una giuria composta da rappresentanti del
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ROMA Il 26 ottobre alle 18.30 appuntamento al circolo Fanfulla con Beni pubblici beni privati, dialogo dei redattori della rivista Il contesto con Stefano Rodotà e Guido Neppi Modona
mondo della cultura e della letteratura e presieduta da personaggi celebri del panorama culturale italiano ed internazionale: da Mario Verdone a Lisa Ginsburg, da Maria Rosa Cutrufelli a Mario Specchio fino a Marco Vichi, personalità che hanno valorizzato il significato culturale e letterario dell'iniziativa. Anche le serate di premiazione hanno visto la presenza di ospiti qualificati, in particolare in occasione della decima edizione, dalla cantante Ginevra Di Marco al leader del Parto delle Nuvole Pesanti Salvatore De Siena fino alla voce del gruppo La Casa del vento Luca Lanzi. L'edizione 2011 sarà diretta nuovamente da Adriano Scarpelli, che coordinerà i giurati durante la selezione dei racconti vincitori. Il premio letterario è aperto a tutti, con partecipazione gratuita, e il termine ultimo per la consegna degli elaborati - fino a un massimo di due racconti inediti, scritti in lingua italiana e della lunghezza di un massimo di 10mila battute ciascuno - è fissato per martedì 20 dicembre. La serata di premiazione si svolgerà nel mese di aprile. La giuria è composta da: Serenella
Pallecchi, presidente dell’Arci di Siena, le insegnanti Cristina Moratti, Maria Teresa Leone e Annalisa Almansi, l’Assessore al comune di Cervia Nevio Salimbeni, l’Assessore alla cultura del comune di Poggibonsi Dario Ceccherini, il direttore di Toscana TV Daniele Magrini, il dirigente Claudio Machetti, lo scrittore Riccardo Gambelli e Vito Pavia, componente del direttivo del circolo Arci casa del popolo Colle di Val d’Elsa. I racconti non devono essere firmati, ma solo contrassegnati da un motto, in modo da poter essere forniti alla giuria in forma anonima. La giuria selezionerà gli scrittori più meritevoli, i cui racconti saranno pubblicati sul sito internet del comitato Arci di Siena e pubblicati in un volume distribuito gratuitamente dall'associazione. I racconti possono essere indirizzati a ‘Premio di narrativa 10.000 Formiche Rosse’, presso l'Arci di Siena, Strada Massetana Romana 18, 53100 Siena. Il bando del concorso con tutte le informazioni è pubblicato sul sito del premio. Info: www.premioformicherosse.org
Notizie Brevi Inaugurazione a Pistoia PISTOIA - Due giorni di iniziative per l’inaugurazione della nuova Casa del popolo delle Fornaci. Si inizia sabato 29 ottobre alle 15 presso il vecchio circolo di via Sant'Alessio 8, dove partirà il corteo musicale con il gruppo spontaneo della Banda Borgognoni. Alle 16 l'artista Massimo Biagi presenterà la propria opera d'arte La materia della rinascita, con la performance dei ballerini di FabulaDanza. La serata continuerà con lo swing del Glen Capaldi Trio e il concerto rock dei Ten 2 Go e Carlsbad. Domenica 30 alle 14.30 presso la vicina pista di pattinaggio lo Skating Club Fornaci e il circolo La Torre organizzano animazione per grandi e piccoli ...alla scoperta della vitamina L per unire la Legalità Antimafia al gioco. Info: www.losnodo.net
Parliamo italiano! TRECASTAGNI (CT) - Avranno inizio il 31 ottobre i corsi di lingua italiana legati al progetto Parliamo italiano! organizzato dal circolo Arci Casa Pertini di Trecastagni. Il progetto si
struttura in tre corsi totalmente gratuiti rivolti ai cittadini extracomunitari presenti sul territorio, che si terranno fino al giugno 2012. Per le cittadine extracomunitarie che seguiranno i corsi e ne avranno necessità, il progetto prevede un servizio gratuito di babysitter per i propri figli durante lo svolgimento delle lezioni. Info: casapertini@gmail.com
Brisa fino al 31 ottobre BOLOGNA - ‘Brisa’ è, in bolognese, la negazione per eccellenza, che significa ‘no affatto, per niente!’, ma è anche l'acronimo di Bologna Riunisce I Suoi Artisti: è quello che succederà fino al 31 ottobre, per la prima edizione della Festa del Teatro realizzata dall'Arci di Bologna con il patrocinio di Comune, Provincia e della Regione Emilia Romagna. La rassegna si inserisce nell'ambito della Festa del Teatro che l’Arci ripete il 31 ottobre di ogni anno, in occasione dell'anniversario della morte di Eduardo de Filippo. Un modo per celebrare il teatro e i teatranti e per denunciare allo stesso tempo il rischio - più che concreto - che que-
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sto patrimonio comune si dissolva a causa dell’assenza di politiche culturali e di investimenti adeguati. Le compagnie teatrali coinvolte in questa prima edizione daranno voce ai loro talenti e alla loro creatività attraverso opere in alcuni casi inedite, che andranno in scena negli spazi messi a disposizione da alcuni circoli Arci (come l’Arci Brecht o lo Spazio Indue) e dalle stesse compagnie. Info: www.arcibologna.it
Sguardi d’Africa
Iniziativa sui giovani rom
MILANO - Giovedì 27 ottobre alle 18.30 presso il circolo Arci Metissage si tiene la presentazione di Milano e oltre, concorso che dà la possibilità ai giovani tra i 18 e i 30 anni di partecipare a un workshop creativo sul tema della città di Milano. Un’opportunità per dare visibilità al talento dei giovani, per scoprire aspetti sconosciuti della città e per lavorare con professionisti. Il progetto sviluppa quattro cantieri creativi che si pongono l’obiettivo di valorizzare la creatività giovanile e le risorse locali in quattro aree del capoluogo lombardo: Bovisa, Barona, Quarto Oggiaro e Bicocca. Info: www.milanoeoltre.com
ROMA - Giovani rom oltre la scuola dell’obbligo: un futuro possibile è il titolo dell’iniziativa promossa da Arci solidarietà che si terrà il 28 ottobre alle 10 presso la Sala della Pace di Palazzo Valentini. Intervengono: Valerio Tursi Presidente di Arci solidarietà, Marcello Ciresi Presidente di Miki cooperativa sociale, Paolo Perrini coordinatore del progetto, Valentina H., una giovane rom del campo di Tor de Cenci e Giancarlo Peruzzi dirigente CFP ‘E.Nathan’. Durante l’evento verrà proiettato il video illustrativo del progetto. Info: solidarietalazio@arci.it
25 ottobre 2011
CARMAGNOLA (TO) - Viene inaugurata giovedì alle 19 con un apericena e sarà visitabile per un mese la mostra fotografica Sguardi d’Africa a cura di Giorgio Prino. La mostra è curata da Crescere insieme Carmagnola e dal circolo Margot, dove è possibile visionare le foto. Ingresso libero con tessera Arci Info: www.circolomargot.com
Milano e oltre
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incircolo
Una manifestazione pacifica e colorata ad Alassio per dire no alla chiusura dell’Arci Brixton
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A Bari ‘Io preferisco cantautrice’ Torna anche quest’anno la manifestazione Io preferisco cantautore promossa dall’Arci di Bari dedicata alla canzone d’autore. L’evento di quest’anno, previsto per mercoledì 26 ottobre alle ore 21 presso il Piccolo teatro di Bari è dedicato interamente alle canzone d’autore al femminile e per questo si intitola Io preferisco cantautrice: tre giovani cantautrici pugliesi di talento, Carolina Da Siena, Pinca Pallozza ed Elisabetta Previati e una delle migliori realtà del cantautorato italiano degli ultimi anni, la genovese Giua che presenterà in anteprima alcuni brani del suo nuovo album in uscita a novembre, divideranno il palco per una serata dedicata interamente alle canzoni scritte e interpretate da donne. «La scelta di dedicare questa edizione alle cantautrici, oltre a volere rappresentare un’opportunità di espressione per giovani talenti pugliesi indipendenti, vuole essere anche un modo per sottolineare l’importante attività che il nostro comitato svolge durante tutto l’anno nel settore delle politiche di genere» ha ricordato la presidente dell’Arci di Bari Livia Cantore. Conduce Sara Mastrodomenico di Controradio. Ingresso gratuito.
Di fatto, mentre ufficialmente la movida alassina non arreca nessun disturbo alla quiete pubblica, viene chiuso il Brixton, l'unico luogo non conforme al pensiero unico di questa città, votata da un lato al divertimento a pagamento e dall'altro alla negazione di spazi in cui i giovani possano riunirsi liberamente e svolgere attività ricreativo-culturali al di fuori delle logiche commerciali. Il fatto è gravissimo, perché ieri non si è chiuso un locale, ma la sede di un'associazione che conta 400 tesserati in una realtà ostica come quella appena citata. Una realtà che ha contribuito in maniera fondamentale alla crescita ed alla formazione di almeno due generazioni di giovani». Significativa la presa di posizione del sindaco Avogadro, non certo di sinistra, intervenuto tempestivamente garantendo il proprio impegno per trovare una sede provvisoria che consenta la ripresa di attività del circolo. Alla risposta politica di domenica, è seguita quella giudiziaria, con la presentazione lunedì - di un ricorso redatto dall'avvocato Nazareno Siccardi al tribunale del riesame. Il successo della manifestazione ha trovato riscontro anche sulla stampa locale:
«Brixton,600 in marcia tra musica e allegria. Gente comune, rappresentanti di Arci e Anpi, ma anche politici al raduno...»., titolava Il Secolo XIX di lunedì. Non poteva mancare l'associazione, a tutti i livelli: erano presenti i presidenti di Arci Liguria Walter Massa, di Arci Savona Giovanni Durante, di Arci Imperia Felice De Lucis e Rachid Khay della presidenza di Arci Genova. E poi, tra gli altri, le SMS Cantagalletto e Leginese, con le rispettive, storiche bandiere, e Arci Camalli di Imperia. Sempre da Imperia, un grosso sostegno è venuto poi dai giovani de La talpa e l'orologio, presenti numerosi alla manifestazione, che sabato avevano organizzato una serata di solidarietà col Brixton. Info: alfredo.simone@arciliguria.it
FROSINONE Torna il cinema ‘invisibile’ con Cine d’essai. 30 film, in programma dal 21 ottobre all’11 maggio presso il Cinemateatro Arci di Frosinone. Ingresso 2 euro. Per informazioni: www.arcifrosinone.it
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ono passate poche ore dalla chiusura del corteo. Le emozioni che si inseguono sono tante, tantissime. Le lacrime di gioia e commozione non sono ancora finite. Ieri è stato un successo incredibile, forse addirittura superiore alle aspettative. I giornali parlano di 500, 600 persone, magari eravamo anche qualcosa di più. Certo è che abbiamo dato una dimostrazione a ‘sto cazzo di paese di esser forti, fortissimi, ma soprattutto belli come il sole! La nostra lotta è solo agli inizi, ma sono certo che i frutti dell'immenso lavoro fatto, culminato con la manifestazione di ieri, si raccoglieranno molto presto....!». In queste parole del presidente del Brixton, Lorenzo Peruzzo - postate sul profilo facebook del circolo - c'è il senso di quella che è stata la manifestazione organizzata domenica pomeriggio ad Alassio per protestare contro i sigilli apposti ai locali su ordine della magistratura. Immediatamente dopo la notifica del provvedimento, compagne e compagni del Brixton avevano fatto sentire la loro voce con un comunicato stampa in cui si sottolineava come «La motivazione ufficiale è legata alle denunce ricevute negli anni.
‘Filmando a Figuralia’, festival di cortometraggi di Arci Bologna e Circuito 051 La crisi, nelle sue varie forme e accezioni, è il tema a cui si ispira la prima edizione di Filmando a Figuralia, il festival di cortometraggi che sfida la creatività e la visionarietà dei giovani videomaker. Il concorso è organizzato da Arci Bologna e Circuito 051 (il network dei circoli giovanili Arci della provincia di Bologna), con il contributo della regione Emilia Romagna, e si rivolge ai videomaker, in erba o più esperti, dai 14 ai 35 anni. Gli autori potranno utilizzare ogni forma d'espressione per raccontare la propria idea di ‘crisi’, dal reportage allo spot, dalle interviste al corto di finzione.
Le opere dovranno avere una durata minima di 3 minuti e una massima di dieci minuti e ogni partecipante potrà presentare non più di tre video, anche già proiettati in altri concorsi. La partecipazione è gratuita ed è richiesta l'iscrizione all'Arci. Le opere, insieme alla scheda di partecipazione, dovranno essere consegnate entro sabato 19 novembre presso la sede Arci di Bologna. Il video vincitore verrà proiettato nella 18° edizione di Visioni italiane, concorso nazionale per corto e mediometraggi, a Bologna dal 22 al 26 febbraio 2012. Info: circuito051@gmail.com
I profughi raccolgono le olive sulla Polvese Dalla raccolta fino alla trasformazione e al confezionamento delle olive dell’isola Polvese: questo il progetto del corso di formazione promosso da Arci Perugia che coinvolgerà 40 profughi provenienti da diversi Paesi, che saranno suddivisi in due gruppi e coordinati dal personale dell’oleificio cooperativo Il progresso, di Panicale. «Sarà un corso centrato sulla qualità del raccolto e della lavorazione delle olive, che
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poi si traduce nella qualità dell’olio d’oliva umbro - ha spiegato il presidente Arci provinciale Franco Calzini - grazie a questa esperienza i ragazzi potranno apprendere le tecniche e la lunga tradizione che caratterizza la lavorazione dell’olio d’oliva, ma soprattutto entreranno in sintonia con l’ambiente che li circonda, saranno parte di un lavoro di squadra e interagiranno con le varie fasi produttive».
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società
A Roma quattro incontri di formazione di AIAB sulla bio-agricoltura sociale on il termine Agricoltura Sociale (AS) si fa riferimento all'insieme di pratiche svolte su un territorio da aziende agricole, cooperative sociali e associazioni che coniugano le risorse agricole e il processo produttivo multifunzionale a basso impatto ambientale con le attività sociali finalizzate a generare benefici inclusivi, a favorire l'inserimento terapeutico, sociale e lavorativo delle fasce di popolazione svantaggiate (disagio psichico, fisico e sociale) e a rischio di marginalizzazione, e a favorire la coesione sociale, in modo sostanziale e continuativo. L'AS include percorsi di riabilitazione e cura per persone con gravi disabilità psico-fisiche, in collaborazione con i servizi socio-sanitari del territorio, formazione e inserimento lavorativo per soggetti a rischio di esclusione sociale e attività rigenerative e varie forme di accoglienza per anziani, ragazzi e soggetti in difficoltà. AIAB è impegnata da tempo a promuovere iniziative di sensibilizzazione, formazione e animazione territoriale e promozione di nuove imprese agro-sociali biologiche, attraverso corsi, convegni, incontri territoriali, pubblicazioni
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sul tema e grazie alla collaborazione con esperti e studiosi del settore, con altre associazioni impegnate in questo scopo e con i soggetti direttamente coinvolti, sia del mondo agricolo che sociale. Durante i mesi passati AIAB ha inoltre sostenuto la nascita del Forum nazionale dell'Agricoltura Sociale (F.N.A.S.), luogo del pluralismo delle esperienze di agricoltura sociale nel nostro Paese, ovvero di tutte quelle realtà e pratiche che impiegano l'agricoltura per l'inclusione sociale e lavorativa di soggetti svantaggiati. Il Forum è lo spazio dove è possibile l'integrazione delle diverse culture: sociale, agricola, sanitaria, giuridica, formativa e del lavoro. L'agricoltura sociale è l'espressione dell'innovazione del sistema agricolo e delle politiche di welfare del Paese. Nel Forum si esprime il più alto livello di rappresentanza dell'agricoltura sociale in Italia. In questo quadro il Cefab - Centro Formazione in Agricoltura Biologica - organizza per il 4-5 e il 18-19 novembre a Roma presso la CAE (Città dell'Altra Economia) un corso di formazione dal titolo Bio-agricoltura sociale, nozioni e stru-
Numerosi i circoli Arci e Ucca sparsi in tutta Italia che hanno organizzato proiezioni per la rassegna cinematografica Le ragioni della laicità.
Al comitato Arci di Orvieto la rassegna avrà inizio con le proiezioni di Galileo di Liliana Cavani e La perfezionista di Cesare Lanza, proseguendo poi l'11 novembre con Lourdes di Jessica Hausner e il 18 novembre con Corpo celeste. Il circolo cinematografico Agorà di Pontedera ha programmato di iniziare giovedì 17 novembre con Corpo Celeste, a cui seguirà lunedì 21 Galileo, poi giovedì 24 La via lattea di Luis Bunuel e infine lunedì 28 Giordano Bruno. Il circolo ha anche previsto la proiezione delle video testimonianze, in particolare
Direttore responsabile Emanuele Patti
quelle con Liliana Cavani, Giuliano Montaldo, Tullio De Mauro e Stefano Rodotà, per avviare con tutti i soci una discussione sul tema della laicità, cioè sulle libere scelte dell'individuo, quindi sulle coppie di fatto, sulla libertà di scelta negli ambiti di cura e di salute, sul riconoscimento nei confronti delle religioni delle comunità dei migranti e in particolare sulla dignità del fine vita. A Firenze il Comitato Arci territoriale sta organizzando per il 14 dicembre un'intera giornata dedicata alla proiezione di Corpo celeste: la mattina il film sarà proiettato per le scuole in due proiezioni e la sera sarà invece organizzata una proiezione aperta al pubblico. Inoltre l'Arci di Firenze ha invitato la regista a partecipare alle proiezioni per discutere del film, dei motivi che l'hanno spinta a farlo e riflettere sul tema della laicità nella società e nel cinema. Siamo sicuri che altre buone notizie continueranno ad arrivare perché l'argomento è troppo importante per non essere discusso nel nostro paese, specialmente in questo momento storico e politico.
Direttore editoriale Paolo Beni Impaginazione e grafica Claudia Ranzani Progetto grafico Sectio - Roma Cristina Addonizio Editore Associazione Arci
www.ucca.it / ucca@arci.it
Il circolo della Resisitenza XXV Aprile di Novara inizia il 25 ottobre con la proiezione del film Giordano Bruno di Giuliano Montaldo, a cui seguirà L'ora di religione di Marco Bellocchio e Corpo celeste di Alice Rohrwacher.
Hanno collaborato a questo numero Andrea Baranes, Marino Canzoneri, Luciana Castellina, Alessandro Cobianchi, Stefano Dell’Anna, Monica Di Sisto, Matteo Lupi, Paola Scarnati, Giuliana Sgrena, Alfredo Simone, Franco Uda In redazione Andreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini
La magnifica ossessione Le buone notizie sulla rassegna della laicità
menti per la disseminazione delle pratiche. Il corso, realizzato all'interno del Piano di offerta formativa (POF 2011), intende approfondire i temi legati all'Agricoltura Sociale con specifiche applicazioni al settore biologico, le tematiche inerenti la legislazione a livello regionale, nazionale ed europeo, la promozione dei prodotti biosociali, le politiche pubbliche in ambito agricolo, sociale, sanitario, occupazionale e penitenziario ed offrire sia un contesto di analisi per casi studio nazionali che locali. A conclusione del percorso formativo è previsto poi lo svolgimento di uno stage teorico - pratico presso cooperative sociali del Lazio. È necessaria l'iscrizione al corso entro il 31 ottobre. info: www.aiab.it/formazione
Redazione Roma, via dei Monti di Pietralata n.16 Registrazione Tribunale di Roma n. 13/2005 del 24 gennaio 2005
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