arcireport s e t t i m a n a l e
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d e l l ’ A r c i
anno X - n. 3 24 gennaio 2012
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Liberalizzazioni: un pacchetto con luci e ombre
27 gennaio Giornata della Memoria
+ Il popolo dell'acqua ha vinto un'altra battaglia. Sotto la spinta della mobilitazione che in pochi giorni ha portato decine di migliaia di cittadini a firmare l'appello per il rispetto dell'esito referendario, il Governo ha deciso di cancellare dal decreto sulle liberalizzazioni il divieto di ricorrere nella gestione del servizio idrico ad aziende speciali costituite come enti di diritto pubblico. È un'altra prova di forza di un movimento che non intende abbassare la guardia, perché gli interessi di chi lucra sul diritto all'acqua sono ancora forti e ben rappresentati. Sarà la partecipazione dei cittadini a dover presidiare il ciclo delle acque, dai bacini idrografici alle modalità di gestione del servizio, dalle tariffe alla trasparenza degli appalti. Del resto il pacchetto sulle liberalizzazioni presentato venerdì contiene non pochi elementi di accelerazione del processo di privatizzazione dei sevizi pubblici locali, in controtendenza con l'orientamento emerso dal referendum. C'è poi anche molto di buono nel decreto, soprattutto laddove si cominciano a colpire lobby e rendite di posizione e si favorisce una maggiore concorrenza con l'intento di produrre l'abbassamento dei costi per gli utenti, maggiori consumi e nuova occupazione. Ma le liberalizzazioni non sono il toccasana di ogni male e paiono francamente eccessivi gli entusiasmi di alcuni organi di stampa sui benefici che il paese ne trarrà. In più parti il pacchetto è contraddittorio nei tempi e nelle modalità di attuazione. Il nodo del trasporto ferroviario regionale resta irrisolto e la gestione di Trenitalia continuerà a privare tanti pendolari del diritto a una mobilità accessibile, economica e sicura; la totale liberalizzazione dell'apertura dei negozi, oltre a peggiorare le condizioni di chi ci lavora, rischia di favorire la grande distribuzione strozzando la rete dei piccoli esercizi di qualità; banche e assicurazioni vengono appena sfiorate dalle misure e potranno continuare ad imporre condizioni capestro ai consumatori. In compenso si amplia la libertà di trivellazione vanificando il divieto di estrarre petrolio dalle aree marine protette, proprio mentre l'arcipelago toscano rischia un devastante disastro ecologico. Restano molti gli appetiti che minacciano i beni comuni, e sarà bene contrapporvi l'alleanza di enti locali e società civile che ai profitti privati spacciati per interesse generale intendono anteporre il vero benessere dei territori e delle comunità.
I giovani del Treno della Memoria visitano il campo di sterminio di Auschwitz
Se comprendere è forse impossibile, conoscere è necessario, ricordare indispensabile elle conclusioni del suo splendido I sommersi e i salvati, Primo Levi scrive che in Europa «incredibilmente è avvenuto che un intero popolo civile… seguisse un istrione la cui figura oggi muove al riso; eppure Adolf Hitler è stato obbedito fino alla catastrofe. È avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire.» Fu anche il suo ultimo messaggio prima della morte cercata. Il libro che concludeva la sua trilogia dedicata alle immani sofferenze dei deportati nei campi di concentramento nazisti, è infatti del 1986 e uscì, forse non a caso, in contemporanea con l’accendersi del famoso e aspro dibattito fra Jurgen Habermas e il revisionista Ernst Nolte. La giornata della memoria del 27 gennaio per noi è questo. Se ci è quasi impossibile
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CULTURA I PAGINA 6 Un articolo di Geppino Materazzi sulle polemiche suscitate dallo spettacolo ‘Sul concetto di volto nel figlio di Dio’
oggi comprendere le ragioni di tanto orrore, conoscere cosa è avvenuto e non dimenticarlo mai è indispensabile. Soprattutto perché, in altre forme, potrebbe riaccadere. La madre del fascismo è sempre incinta. L’Europa pacificata cova il peggio dentro di sé. Ancora oggi. Basta guardare all’Ungheria o all’Estonia, ove le SS di Himmler stanno per essere elevate a eroi antisovietici. La crisi economica e le oligarchie tecnocratiche alimentano il populismo di destra, i rigurgiti nazifascisti, il razzismo, l’antisemitismo che, secondo uno studio della Fondazione Ebert, riguarda un quinto degli europei. La giornata della memoria serve anche per impedire la rinascita della ‘zona grigia’, di coloro che fingono di non sapere e chiudono gli occhi.
GIORNATA DELLA MEMORIA I PAGINA 7 Un articolo di Luciano Guerzoni, vicepresidente nazionale dell’Anpi, sul significato che ha oggi ricordare l’Olocausto
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migranti
Stralci dell'appello al Governo, prima della visita in Libia, per rivedere gli accordi bilaterali n vista dell'incontro tra il Governo italiano e quello libico, ci rivolgiamo al Professor Monti, ai ministri degli Esteri, degli Interni e della Cooperazione e Integrazione con l'auspicio che già a partire dal 21 gennaio venga dato un chiaro segnale di discontinuità rispetto alle politiche finora adottate dall'Italia in materia di immigrazione. Quelle politiche hanno toccato il culmine dell'ignominia con gli accordi Italia-Libia, dando il via alla pratica di respingimento delle imbarcazioni, senza tener conto delle testimonianze di gravi violazioni subite dai migranti in Libia. L'auspicio è che venga finalmente fatta chiarezza sulla netta distinzione tra accoglienza e politiche di gestione dell'immigrazione. Quali che siano le scelte su quest'ultimo tema, va affermato che l'obbligo di salvare le vite umane e del soccorso in mare, il
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GENOVA All’Arci Belleville il 27 gennaio dalle 19.30 aperitivo con l’associazione Nuovi profili e raccolta firme per la Campagna L’Italia sono anch’io. A seguire concerto degli Audiograffiti
rispetto dei diritti umani, il dovere di accogliere dignitosamente le persone, non devono più essere messi in discussione. Tanto più questo deve essere ribadito nei confronti di quanti arrivano dal mare. I dati dimostrano che la stragrande maggioranza dei migranti approdati sulle coste italiane provengono da Paesi in guerra, fuggono da persecuzioni o da regimi dittatoriali, sono stati vittime di violenze. Sono richiedenti asilo. Riteniamo che chiunque giunga sul suolo europeo debba avere riconosciuto il diritto di vedere esaminata la propria situazione individuale, in un contesto dignitoso e in tempi rapidi, così come stabiliscono le convenzioni internazionali e la nostra Costituzione. Rimpatri collettivi e deportazioni di massa non sono compatibili non solo con il regime normativo dei Paesi democratici, ma anche con il più elementare principio di civiltà. Così come la detenzione e i lunghissimi tempi di attesa vissuti nell'incertezza sono inaccettabili violazioni dei diritti umani, perpetrate anche nei confronti di donne e minori non accompagnati. Chiediamo pertanto che questo incontro sia un primo decisivo passo per chiudere con un vergognoso passato. Chiediamo che non vengano mai più conclusi accordi bilaterali per sostenere finanziariamente e tecnica-
Il fallimento delle politiche sull’immigrazione del governo Berlusconi Secondo gli ultimi dati dell’Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) oggi in Italia vivono e lavorano 443mila immigrati senza permesso di soggiorno. In base ai provvedimenti in vigore, il loro allontanamento dovrebbe avvenire o direttamente alle frontiere o dopo l’ingresso sul territorio italiano. Ma nonostante le dichiarazioni roboanti dell’ex ministro Maroni, la realtà è assai diversa, come ci spiega una ricerca pubblicata dal Mulino. Si viene per esempio a sapere che le sanatorie, dagli anni settanta ad oggi, sono state 12 e hanno permesso la regolarizzazione di un milione e ottocentomila stranieri. Persone che probabilmente avevano un lavoro in nero e che grazie alla sanatoria ne sono potute emergere, con benefici per loro e per la fiscalità generale. Il dato più eclatante che però emerge dalla ricerca è il flop delle espulsioni e l’evidente inutilità (che si somma all’ingiustizia) del trattenimento nei Cie finalizzato a parole a questo scopo.
Oggi vengono espulsi il 28% dei rintracciati in posizione irregolare. Questo è dovuto in parte alla sentenza della Corte Costituzionale che nel 2004 ha giustamente imposto il controllo del magistrato prima del rimpatrio, ma anche all’introduzione del nuovo reato di clandestinità, voluto a tutti i costi dalla Lega nonostante la sua palese illegittimità. All’elevato numero di denunce non corrisponde infatti un numero altrettanto elevato di espulsioni. Il principale effetto ottenuto è quello di aver ingolfato ulteriormente le Procure. Finora solo un denunciato su cinque ha ricevuto la sanzione di espulsione e per alcune nazionalità la quota scende ulteriormente. Insomma, da qualunque parte le si guardi, le scelte politiche in tema di immigrazione del governo Berlusconi sono state disastrose. Per le violazioni dei diritti umani e dei principi del nostro sistema democratico, ma anche per gran parte degli obiettivi che i proponenti si auguravano di ottenere.
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mente la Libia nel ‘controllo dei flussi di immigrazione clandestina’, così come è stato fatto dal Governo italiano sin dal 2004, rendendosi complice delle violenze inflitte a migliaia di esseri umani arrestati e deportati dalla polizia libica, al fine di fermarne l'emigrazione verso l'Europa. Siamo convinti che la difesa dei valori, primo fra tutti il rispetto delle vite umane sia, oltre che un dovere etico, anche l'arma più efficace per fronteggiare la deriva razzista. Così come crediamo che l'introduzione del reato di immigrazione irregolare, la sostanziale trasformazione dei centri di accoglienza in prigioni, il vergognoso trattamento riservato ai migranti a Lampedusa nei mesi di febbraio e marzo 2011, la recente dichiarazione dell'isola come ‘luogo non sicuro’ ai soli fini del soccorso ai migranti, il mancato riconoscimento della cittadinanza ai bambini stranieri nati in Italia, siano l'humus su cui proliferano l'intolleranza, la paura e la violenza nei confronti degli immigrati. Un'Italia migliore si comincia a costruire riaffermando la centralità dei diritti umani, la difesa dei più deboli, un nuovo modo di concepire e praticare l'accoglienza e la solidarietà verso le persone in fuga dai propri Paesi».
L’Italia sono anch’io in Campania Il comitato promotore campano inizialmente costituito da Anci Campania, Acli, Arci, Arcobaleno, Asgi, Caritas, Centro Astalli, Cgil, cooperativa sociale Dedalus, Federazione Chiese Evangeliche, Filomena, Garibaldi 101, Hemispheres, Libera, Librerie Feltrinelli, Priscilla, Thomas Sankara, Uil Campania si è subito allargato con il contributo di altre associazioni come Macchia di colori, Arcobaleno e la Comunità Palestinese della Campania e di singoli cittadini. Un contributo è arrivato anche dal social network Facebook, con cui è stato possibile comunicare facilmente le iniziative ed essere reperibili. Come in altre regioni, la parte più attiva e combattiva è rappresentata dai giovani. Forte è lo sdegno tra amici cresciuti insieme che subiscono una disparità imposta. Affatto spaventati dalle differenze culturali, si rendono conto di essere più ricchi delle generazioni precedenti proprio in virtù della multietnicità che sperimentano nel quotidiano, ma non capiscono perché questa ricchezza non possa superare il livello individuale e diventare patrimonio della propria città e della propria patria.
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solidarietàinternazionale
L'Associazione delle Ong italiane incontra il ministro Andrea Riccardi. Le proposte avanzate
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tagli di bilancio di circa l'88% avvenuti tra il 2008 e il 2011 - che di strategie e prospettive». Al tempo stesso l'Associazione delle ONG ha auspicato che vengano sciolti presto alcuni nodi attraverso i più appropriati strumenti di carattere legislativo. A partire dal conferimento di deleghe, poteri e strumenti che mettano in condizione il Ministro di agire efficacemente. In assenza di questi atti tutto rischia di esser vanificato. Non possiamo permetterci un Ministro della ‘cultura della cooperazione’, ma dobbiamo contare su un Ministro che abbia un ruolo definito e risorse adeguate per produrre fatti e azioni che a loro volta producano politiche. «L'istituzione del Ministro della cooperazione è una grande occasione che l'Italia non può perdere, tornando alla situazione precedente. Tutti, ciascuno per la sua parte e con il suo ruolo: Ong, governo, forze politiche, debbono dare il loro contributo», sostiene Petrelli. Nel corso dell'incontro l'AOI ha avanzato alcune proposte per realizzare quest'obiettivo. In primis, la costituzione di un Tavolo interistituzionale di coordinamento per garantire la coerenza delle politiche, in stretta collaborazione e coordinamento con gli altri dicasteri del quale il Ministro della Cooperazione potrebbe costi-
tuire il riferimento; in secondo luogo, la creazione nell'ambito del Tavolo interistituzionale di un tavolo di dialogo strutturato con la pluralità degli attori, sociali e istituzionali (associazioni, Ong, autorità locali, imprese, università ecc.). È altresì necessaria la convocazione nei prossimi mesi di una ‘Convenzione per il rilancio della cooperazione italiana’, con la partecipazione attiva di tutti gli attori, con lo scopo di proporre nuovi indirizzi per arrivare alla riforma della cooperazione e a una nuova legge. Infine, anche tenendo in conto la difficilissima crisi economica, è indispensabile un'inversione di tendenza rispetto al 'punto zero' toccato dalla cooperazione italiana, per farla ripartire con nuove risorse finanziarie e umane. Info: ong@ong.it
ARMI Secondo la XII Relazione annuale sul controllo delle esportazioni di attrezzature militari realizzata dal Consiglio dell’Unione Europea, l'Italia figura tra i paesi che più ha rifornito Libia, Bahrein, Siria e Yemen
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i è svolto nei giorni scorsi a Roma l'incontro della delegazione dell'Associazione delle ONG Italiane con il Ministro della Cooperazione e dell'Integrazione Andrea Riccardi. Nel corso dell'incontro, i rappresentanti dell'Associazione delle ONG Italiane (AOI) hanno espresso il loro forte apprezzamento per la scelta fatta dal governo Monti di istituire un Ministro della Cooperazione - come accade nella maggior parte dei paesi avanzati - nominando una persona di grande valore e dimostrata sensibilità come il professor Riccardi. «Si tratta di un segnale di discontinuità politica e istituzionale, fortemente innovativo che auspichiamo possa essere di carattere permanente», ha dichiarato Francesco Petrelli, presidente dell'AOI. «Oggi, nel mondo in costante e rapida trasformazione, la cooperazione internazionale non è solo parte integrante della politica estera, ma deve essere uno strumento essenziale di tutta la strategia internazionale dell'Italia, in termini di coerenza, coordinamento ed efficacia delle politiche, per ridare ruolo e credibilità al nostro Paese. Solo così si potrà rispondere positivamente al momento di fortissima crisi della cooperazione italiana, sia sul piano delle risorse - in seguito ai
Non chiudete Rai Med
Nei paesi del G20 crescono povertà e disuguaglianze
Questo è l'appello sottoscritto da 40 intellettuali contro la chiusura di Rai Med, l'unico canale italiano e il primo in Europa diffuso anche in arabo. Chi vuole aderire all'appello può farlo anche sulla pagina Facebook di TgrMediterraneo Amici oppure inviando una mail a mediterraneo@rai.it «Le 'primavere arabe' rappresentano un punto di non ritorno perché la rivolta dei popoli della sponda sud è nata soprattutto per chiedere diritti e futuro. Se i percorsi elettivi consentiranno la nascita di governi democratici, la nuova frontiera del Mediterraneo sarà lo sbocco naturale del nostro Paese, sia per la cultura che ci accomuna, sia per i processi economici che s'innesteranno. Gli eventi di questi ultimi mesi ci mostrano quanto sia importante, spesso determinante, la comunicazione per la nascita delle nuove democrazie e soprattutto per creare un forte dialogo nord/sud. Per questo la chiusura di Rai Med, l'unico canale italiano e il primo in Europa diffuso anche in arabo, ci appare una decisione irragionevole, un provvedimento più che doloroso, che arriva proprio nel momento in cui sulle sponde del Mediterraneo si sta giocando una partita storica, da un punto di vista politico, economico e culturale. Cancellando la finestra di Rai Med, l'Italia, prima ancora del Servizio Pubblico Radiotelevisivo, si preclude uno strumento essenziale di intervento in un'area strategica, dove il nostro Paese dovrebbe anzi moltiplicare gli sforzi e le occasioni di presenza. Per questi motivi chiediamo alla Rai di ripensare alla chiusura di Rai Med, restituendo alla Sicilia e all'Italia quel ruolo di mediazione che sia la Storia sia la Geografia le hanno sempre riconosciuto.»
Dal 1990 la disuguaglianza è aumentata in 14 dei 18 paesi del G20, mentre la crescita economica continua a escludere i più poveri: lo rivela un nuovo rapporto di Oxfam pubblicato in occasione dell'incontro dei ministri delle finanze in Messico. Concentrandosi sugli obiettivi di crescita economica globale, i governi dei paesi G20 hanno trascurato totalmente i bisogni dei loro cittadini più disagiati. Con il risultato che la forbice di reddito tra ricchi e poveri si è ulteriormente allargata, e che i costi della crescita economica, come il degrado dell'ambiente, pesano sulle spalle dei meno abbienti L'1% della popolazione mondiale detiene infatti una fetta sproporzionata delle risorse economiche. La disuguaglianza è aumentata in modo più veloce in Russia, Cina, Giappone e Sudafrica nel periodo 1990-2010 e più di un milione di persone saranno ridotte in povertà in Sudafrica nel prossimo decennio, a meno che non vengano prese misure adeguate. Il disagio sociale è aumentato anche in paesi ricchi come Canada, Regno Unito e Germania. Il 50% dei poveri del mondo vive nei paesi del G20, che sono quindi cruciali per la lotta contro la povertà. Il rapporto dimostra che ridurre le disuguaglianze è necessario non solo da un punto di vista etico, ma anche economico. Ed elenca cinque politiche chiave, da adattare ai contesti nazionali, che i governi possono adottare per ridurre le disparità: trasferimenti redistributivi; accesso universale alle cure e all'istruzione; tassazione progressiva; rimozione delle barriere a uguali diritti e opportunità per le donne; riforma delle politiche agrarie.
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Fermato l’affondo di Monti, la battaglia per l’acqua continua Di Marco Bersani, del Forum dei Movimenti per l'acqua n queste settimane di grande enfasi sulle liberalizzazioni, il popolo dell'acqua, grazie ad una mobilitazione diffusa su tutto il territorio nazionale, è riuscito ad ottenere il ritiro di un provvedimento che avrebbe posto la parola ‘fine’ al voto referendario dello scorso giugno. Il decreto governativo conteneva, infatti, l'esplicito divieto alla gestione dei servizi pubblici attraverso aziende speciali, ovvero gli enti di diritto pubblico che da sempre il movimento dell'acqua propone come strumenti per la ripubblicizzazione del servizio. È una vittoria importante, perché ottenuta contro un Governo che aveva tutte le precondizioni per portare a termine l'affondo
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NAPOLI Il Comune di Napoli ha promosso, per il 28 gennaio, il Forum dei Comuni per i beni comuni. Protagonisti della giornata saranno amministratori, movimenti, associazioni, cittadine e cittadini
finale: consenso della quasi totalità del Parlamento, sostegno europeo e dei mercati finanziari, schieramento dei poteri forti e dei grandi mass media, clima opportunamente emergenziale. Eppure ha dovuto indietreggiare, dimostrando la persistenza, ancora otto mesi dopo, del significato politico e simbolico del voto referendario e la forza di un movimento che mantiene una diffusa capacità di mobilitazione. Ma il giudizio complessivo sul decreto non può limitarsi a questo segnale pur importante. Perché, nel decreto si confermano, aggravandole, le norme per la privatizzazione degli altri servizi pubblici locali - anch'essi oggetto del voto - e si introduce il vincolo del patto di stabilità per le gestioni direttamente pubbliche. Unito al mancato rispetto delle modifiche tariffarie sul servizio idrico - eliminazione dei profitti dei gestori - ignorate ad oggi dalla quasi totalità delle istituzioni locali, il quadro risulta chiaro: l'attacco al referendum continua e l'ideologia del pensiero unico del mercato sembra tutt'altro che intenzionata a voler prendere atto dei propri fallimenti.
Arsenico nell'acqua. Condannati i ministeri dell'Ambiente e della Salute I ministeri dell'Ambiente e della Salute sono stati condannati dal Tar del Lazio, dopo il ricorso di alcuni cittadini, a risarcire con 100 euro ciascuno circa 2.000 utenti di varie regioni che lamentano la presenza di arsenico nell'acqua. Il Tribunale amministrativo ha infatti riaffermato che l'acqua fornita ai cittadini deve essere salubre e la tariffa legata proprio alla sua qualità, da cui l'indicazione di agire contro le Ato che non potevano non tenere conto di questo dato nel determinare la tariffa. Non solo. Il Tar ha anche affermato il principio (che potrebbe moltiplicare le querele penali) che nella vicenda sussiste un preciso «fatto illecito, costituito dall'esposizione degli utenti del servizio idrico ad un fattore di rischio (l'arsenico disciolto in acqua oltre i limiti consentiti in deroga dall'Unione Europea), almeno in parte riconducibile, per entità e tempi di esposizione, alla violazione delle regole di buona amministrazione. Violazione che determina un danno non patrimoniale complessivamente risarcibile, a titolo di danno biologico, morale ed esistenziale, per l'aumento di probabilità di
contrarre gravi infermità in futuro e per lo stress psico-fisico e l'alterazione delle abitudini di vita personali e familiari conseguenti alla ritardata e incompleta informazione del rischio sanitario». È certa la pericolosità per la salute - prosegue la sentenza - «derivante da un'esposizione prolungata all'arsenico presente nell'acqua potabile, anche in quantità piccolissime, come risulta dalla ricerca condotta su oltre 11.700 persone in Bangladesh e pubblicata dalla rivista scientifica The Lancet, che ha dimostrato che la presenza di arsenico in elevate concentrazioni nel sangue aumenta in modo significativo il rischio di tumori. Secondo le stime effettuate dall'Organizzazione mondiale della sanità, in Bangladesh, a partire dagli anni '70, almeno 35 milioni di persone hanno bevuto acqua contaminata con piccolissime quantità di arsenico, e secondo uno studio dell'Università di Chicago, ciò è stato sufficiente a provocare il 21% delle morti per tutte le cause e il 24% di quelle attribuite a malattie croniche (in prevalenza, tumori al fegato, problemi alla cistifellea o alla pelle e malattie cardiovascolari)».
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Ecco perché la nuova fase del movimento per l'acqua richiederà un importante salto di qualità, sia nella mobilitazione sociale sia nell'approfondimento degli obiettivi. Sul rispetto del voto referendario in materia di tariffa, è partita in molti territori, e presto sarà estesa a tutto il Paese, la Campagna di obbedienza civile, ovvero l'apertura di sportelli territoriali per chiedere ai cittadini di pagare la giusta tariffa, opponendo reclamo alle bollette che i gestori continuano a inviare inalterate. Sulla ripubblicizzazione dei servizi idrici integrati, la pressione sugli enti locali perché seguano l'esempio della città di Napoli, dovrà affiancarsi ad una campagna generale per la richiesta di deroga dal patto di stabilità per le spese che riguardano beni essenziali, come l'acqua, e per l'utilizzo degli enormi fondi a disposizione della Cassa Depositi e Prestiti (129 miliardi di liquidità) per gli investimenti, da ottenere a tasso calmierato, necessari al rifacimento delle infrastrutture idriche. Perché non è dalle ‘esigenze’ dei mercati, ma dal riconoscimento dei beni comuni che può nascere una nuova democrazia e un modello sociale gravido di futuro.
Obbedienza civile ad Arezzo Dopo poco più di un mese dall'avvio, sono già oltre 1.000 le famiglie aretine che hanno aderito alla Campagna di obbedienza civile per l'applicazione del risultato referendario che, ricordiamo, a giugno 2011, con un consenso del 95,8%, aveva abrogato il profitto dalla gestione dell'acqua. La Campagna è stata promossa poiché in tutta Italia i gestori del servizio idrico si sono rifiutati di recepire, con argomentazioni pretestuose, l'esito referendario e la conseguente riduzione delle tariffe. In sostanza, la Campagna di obbedienza civile consiste nel pagare le bollette successive al 21 luglio 2011 (data dell'entrata in vigore del DPR 116/2011 che ha sancito l'esito referendario) applicando una riduzione pari alla componente della ‘remunerazione del capitale investito’ che nell'ambito di Nuove Acque è pari al 13,82%. Il Comitato di Arezzo, assieme ad altre associazioni, tra cui l’Arci, ha organizzato degli sportelli informativi gratuiti presso i quali i cittadini possono avere le informazioni necessarie per aderire alla campagna. Il successo dell'iniziativa, nonostante le minacce del gestore, è superiore ad ogni aspettativa.
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Il contributo libero, fine della scuola pubblica? di Roberto Campanelli dell’esecutivo nazionale Unione degli Studenti a scuola gratuita e di massa è in pericolo? Ce ne eravamo accorti da tempo, e probabilmente non si è mai realizzata. Forse perchè siamo uno dei paese con l'evasione e il tasso di abbandono scolastico più alti di quest'Europa (stimato tra il 18% e il 20% da più fonti), che qualche anno fa parlava attraverso il Trattato di Lisbona di ridurre questo dramma sociale del 10% in ogni paese, ed ora si trova ad abbandonare totalmente l'interesse nell'ambito della formazione per far fronte alla crisi finanziaria. Forse perchè è dai tempi della Moratti che si definanzia l'autonomia scolastica. Forse perchè la legge 133 ha totalmente devastato il livello di sopravvivenza economica degli istituti. Forse perchè i recenti tagli agli enti locali indeboliranno ancora di più il livello dell'edilizia scolastica. O forse un po’ per tutte queste ragioni e tante altre. In questo quadro di grave sofferenza delle scuole, e ovviamente di chi le vive, ovvero gli studenti, i docenti e il personale della scuola, è stata resa nota attraverso il nuovo portale del MIUR Scuole in chiaro la portata di come i costi del definanziamento alla scuola
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stiano ricadendo sulle famiglie. A partire dal 2008 si è fatta strada la possibilità per le scuole di chiedere contributi aggiuntivi per arricchire l'offerta formativa e migliorare l'edilizia scolastica. In questo modo è stato introdotto un elemento pericolosissimo. Tralasciando il fatto di per sé grave che le scuole utilizzano quei contributi anche per le loro spese ordinarie, in un quadro come quello attuale: in cui le scuole non riescono a garantire neanche l'offerta minima, è automatico il meccanismo per cui il contributo libero diventi uno strumento necessario, e non accessorio, e soprattutto imposto. Per la sopravvivenza degli istituti vengono richiesti sacrifici sempre maggiori alle famiglie degli studenti, passa l'idea per cui l'istruzione non sia un diritto a cui tutti devono liberamente accedere senza oneri e costi, ma un privilegio per cui bisgona fare sempre maggiori sacrifici economici. In un contesto come quello italiano la situazione tenderà ad aggravarsi; è sufficiente vedere i redditi delle famiglie i cui figli frequentano istituti tecnici e professionali e confrontarli con quelli delle famiglie che frequentano i licei, è sufficiente vedere dove si iscrivono gli studenti migran-
ti (sempre nei tecnici e professionali), dove sono i licei migliori (nel centro delle città) e che scarto spesso ci sia con le scuole delle periferie, per accorgersi di come le famiglie di reddito più alto potranno permettersi di continuare a garantire un'offerta formativa alta ai propri figli e viceversa, in contesti sociali meno semplici, le scuole saranno costrette al collasso economico o al taglio sconsiderato dell'offerta. Vuole essere questo l'ennesimo passaggio di indebolimento della scuola pubblica per aprire definitivamente le porte ai finanziamenti privati e piegare l'offerta formativa agli interessi delle aziende, come aveva in testa l'onorevole Aprea nel 2008 con il suo progetto di legge? Come sindacato studentesco non possiamo accettare quest'idea di scuola e ne rivendichiamo una totalmente differente; abbiamo già avviato vertenze nelle scuole per impedire di imporre alle famiglie non in grado di sostenerli contributi illegittimi, a breve apriremo anche con il Ministero un'iniziativa politica per risolvere a monte il problema. La discontinuità con Gelmini va maturata anche in questo.
Odg dell’Arci: vicini Due milioni di giovani non studiano e alle lotte dei lavoratori non lavorano. Ci batte solo la Bulgaria La lotta delle lavoratrici e dei lavoratori in questo momento di forte crisi strutturale rappresenta non solo la legittima difesa dei posti di lavoro ma il tentativo di mettere in luce una drammatica situazione economica, sociale e culturale per lungo tempo ignorata. Oggi questa crisi interroga i Governi e la politica ma, più in generale, tocca l'intero Paese attraversato da spinte regressive e profonda insicurezza. Come associazione di promozione sociale quotidianamente impegnata nella tutela dei diritti siamo vicini alle lavoratrici e ai lavoratori in lotta, alle loro famiglie e alle organizzazioni sindacali con la consapevolezza che in questa fase storica è necessario assumere collettivamente il tema del lavoro come il fulcro attorno al quale costruire nuove politiche di sviluppo e di coesione. Siamo infatti convinti che solo da nuove politiche occupazionali, da una ritrovata e innovata capacità produttiva, da un nuovo e forte investimento sulla ricerca sia possibile affrontare il nodo più complesso, cioè una ritrovata capacità di fare comunità. Chiediamo dunque ai soci e ai circoli dell'Arci di continuare a sostenere le iniziative di lotta che si renderanno necessarie.
Hanno fra i 15 e i 29 anni, non lavorano, non studiano, non fanno formazione. Si tratta dei Neet (not in education, employment or traing), un fenomeno ormai conosciuto che Noi Italia, il rapporto dell’Istat, dà però in netta crescita. Sono oltre due milioni di giovani che si trovano in queste condizioni, il 22,1% del totale (che diventa 24,9 per le ragazze) e la tendenza - dopo una leggera regressione fra il 2005 e il 2009 - è in netta crescita. Peggio di noi, in Europa, fa solo la Bulgaria (media del 23,6%), la Francia si ferma al 14,6, la Germania non arriva all´11. Il dato, letto assieme a quello sulla disoccupazione giovanile (27,8%), lascia pochi dubbi: è da qui che bisogna ripartire, magari puntando all’istruzione. Oltre che per l’alto tasso di abbandono scolastico, l’Italia si distingue infatti anche per il basso livello di studi: fra i trenta-trentaquattrenni solo uno su cinque è laureato. Il 19,8% del totale contro una media Ue del 33,6. Se i giovani sono scoraggiati i disoccupati non sono da meno perché, perso un lavoro, per trovarne un altro devono attendere
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mesi e mesi e non è affatto detto che trovino risposta. In Italia, certifica l’Istat, la disoccupazione di lungo periodo sta aumentando: oltre il 48,5% dei ‘senza lavoro’ resta tale per più di un anno. Se la crisi ha reso le condizioni più difficili per tutti e molti altri Paesi stanno sopra la media del 40% (Germania compresa), in Italia il peggioramento è stato più evidente: fra il 2009 e il 2010 la disoccupazione di lungo periodo è aumentata di oltre quattro punti. Al dramma del lavoro che non c’è, segnala l’Istat, va aggiunto quello del lavoro nero. In Italia c’è una quota di lavoro irregolare pari al 12,3%. Ma guardando al Sud, ben un occupato su 5 è fuori da ogni regola (uno su 4, limitando l´analisi all´agricoltura). L’economia sommersa viene stimata al 17% del Pil, quota che arriva al 20 se non calcoliamo la Pubblica Amministrazione, settore dove praticamente non c´è lavoro nero. Ma in alcuni settori - come alberghi, pubblici servizi (leggi bar) e assistenza alla persona (badanti, lezioni private) - il sommerso arriva al 57%.
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cultura
Polemiche infuocate per la prima a Milano dello spettacolo ‘Sul concetto di volto nel figlio di Dio’ artedì 24 gennaio al Pier Lombardo di Milano va in scena lo spettacolo di Romeo Castellucci Sul concetto di volto nel figlio di Dio. Dopo aver girato i palcoscenici europei senza eccessive proteste, a Milano ha fatto nascere una girandola infuocata di polemiche con toni e giudizi diversi. Riportiamo, dalla lettera aperta scritta da Castellucci sul sito del teatro, alcuni brani: «Questo spettacolo nasce come un getto diretto delle e dalle Sacre Scritture. La Teodicea del Libro di Giobbe..i Vangeli. L'azione teatrale vuole essere una riflessione sulla difficoltà del 4° comandamento... Crede in questo comandamento e fino in fondo il figlio sopporta quella che sembra essere l'unica eredità del proprio padre.. gli escremen-
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ROMA Il 31 gennaio alle 18 presso la Sala Di Liegro a Palazzo Valentini saranno presentati i progetti finalisti della prima edizione del Premio tv per il giornalismo investigativo dedicato a Roberto Morrione
ti di cui si sporca il vecchio padre incontinente non sono altro che la metafora del martirio umano come condizione ultima e reale». A questa lettera risponde con intelligenza dolorante Antonio Socci su Libero del 20 gennaio: «Visto il tono personale e appassionato della sua lettera, le scrivo non come giornalista o scrittore cattolico..ma anzitutto come padre di Caterina, inchiodata, nel fiore della sua giovinezza, su una croce terribile e più insopportabile della vecchiaia. Ogni giorno e ogni notte io ripeto il grido drammatico e struggente che anche lei, nella sua opera, lancia al Salvatore. E ogni giorno io mi sorprendo a scoprire nel volto luminoso e bellissimo di mia figlia la risposta viva del Salvatore, l'aurora di un giorno di felicità. Quello che ci sta accadendo - pur nel dolore - meraviglia me per primo. Non è un assioma ideologico quello che vorrei testimoniarle ma è un miracolo, fatto di carne, di occhi, di dolcezza (anche di pianti), che si rinnova ogni mattina. .. Alla fine infatti 'la tela del dipinto si lacera' e appare una scritta di luce: 'Tu sei il mio pastore'. Ma ecco che si può intravedere un'altra piccola parola che si insinua tra le altre: Tu 'non' sei il mio pastore. La frase di Davide si trasforma
Gli autori teatrali danno vita al Centro di drammaturgia italiana contemporanea La scrittura teatrale è una professione altamente specializzata, che si nutre di esperienza e intuizione, di ispirazione e pratica. È il motore primo di ogni accadimento teatrale e richiede una formazione permanente. Queste semplici verità, riconosciute in tutto il mondo, fanno fatica ad affermarsi nel nostro paese, dove invece il ruolo dell'autore continua ad essere marginalizzato. Questo comporta una mummificazione del nostro teatro, che rischia sempre più di perdere ogni aggancio con la realtà e con la nostra identità nazionale. Il teatro italiano ha bisogno di una nuova legislazione, che regolamenti il finanziamento pubblico, il welfare e la fiscalità. Servono nuove forme di contratto collettivo, nuovi percorsi formativi, regole per la facilitazione dell'accesso al lavoro, un modo nuovo di formare e informare il pubblico, una nuova leva di manager teatrali, una più efficace attività di promozione, la presenza degli autori italiani sul mercato nazionale, europeo e internazionale con le stesse opportunità dei colleghi stranieri. Per raggiungere questi obiettivi, gli autori hanno dato vita al Centro nazionale di drammaturgia italiana contemporanea.
Lo scopo del Centro è quello di occupare un vuoto istituzionale e culturale, dopo le mutilazioni subite dal nostro teatro, ultima la soppressione dell'Eti. Il Centro prenderà la forma di una rete capillare, instaurando relazioni con tutte le figure professionali del teatro, con le compagnie, con gli Stabili e con le istituzioni, cercando di riportare l'attenzione della pratica teatrale sulla narrazione del presente. Già è stata avviata una proficua collaborazione con l'Agis Lazio e un dialogo con l'assessorato alla Cultura del Comune di Roma per ottenere una serie di spazi in cui organizzare azioni teatrali, occuparsi della formazione dei giovani autori e diffondere la cultura teatrale nelle scuole. Il teatro Quirinetta ha fornito una sede provvisoria, ma il Centro ambisce a superare la dimensione romana per porsi come struttura federale con rappresentanze in tutte le regioni, con il massimo spirito inclusivo nei confronti delle associazioni già esistenti. I 120 autori aderenti invitano tutti gli autori non ancora iscritti a partecipare e a dare il loro contributo alla fase costituente del Centro. Info: info@centrodrammaturgia.it
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così per un attimo nel dubbio. Tu sei o non sei il mio Pastore? E questa è preghiera. Significa: Signore, sono disperato, salvami! Spargi il tuo sangue per guarire anche me!». (Antonio Socci, Libero 20 gennaio 2012). A questo dialogo di grande intensità umana e religiosa si contrappone la protesta di gruppi cattolici conservatori di varia origine - Militia Christi, Comitato San Carlo, Riscossa Cristiana - che minacciano blocchi alla prima dello spettacolo, e il teologo Giovanni Cavalcoli del convento di San Domenico di Bologna alla cui denuncia e richiesta di intervento risponde Monsignor Wells della Segreteria di Stato Vaticana: «Incontri la reazione ferma e composta della comunità cristiana, illuminata e guidata dai suoi Pastori». E poi Padre Lombardi, portavoce della Sala Stampa Vaticana: «che sia riconosciuta e rispettata la sensibilità di quanti cittadini milanesi vedono nel Volto di Cristo l'Incarnazione di Dio, la pienezza dell'umano e la ragione della propria esistenza» ed ancora «la preghiera per manifestare il proprio dissenso non può accompagnarsi a eccessi di qualunque tipo, anche solo verbali». continua a pagina 10
Il Teatro Valle diventa bene comune Dopo mesi di occupazioni, spettacoli ed assemblee, le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo riuniti nello storico Teatro romano hanno presentato la loro proposta concreta per il futuro del Valle Occupato. Una Fondazione a partecipazione popolare per assicurare un progetto artistico degno al teatro e quindi anche la copertura economica necessaria. Una possibilità per rendere i contenuti della programmazione fedeli alle tante identità rappresentate dalle occupanti e dagli occupanti dello stabile, ma anche un salvagente per l'arte e gli artisti che la incarnano. Il lancio della campagna per la costituzione della Fondazione Teatro Valle bene comune è avvenuta in una 48ore il 13 e 14 gennaio scorsi, con dibattiti ed eventi con contributi artistici, tra gli altri, di Valerio Mastandrea, Caterina Guzzanti, Paolo Rossi e un incontro su Le opportunità della crisi in cui sono intervenuti, tra gli altri, Christian Marazzi e Stefano Rodotà. È possibile partecipare e diventare socio fondatore effettuando un versamento sul conto corrente aperto presso Banca Etica. Per informazioni consultare il sito. Info: www.teatrovalleoccupato.it
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GiornatadellaMemoria
L'orrore di un passato che pende minaccioso sul nostro futuro di Luciano Guerzoni, Vice Presidente Nazionale Anpi l 27 Gennaio si celebra la memoria di quella grande tragedia del '900 originata dalla deportazione che stroncò la vita, innanzitutto nei campi di sterminio, non solo a uomini e donne di fede ebraica ma anche a tantissimi civili, militari, anziani, bambini, omosessuali e zingari, atei o di altre fedi. Ricordiamo dunque l'orrore, la barbarie. Il 'diverso' per razza, colore, fede religiosa, stile di vita, fu assunto come metafora di tutto ciò che si opponeva, nella cultura, nell'economia, nella vita civile e nella stessa comunità internazionale, al raggiungimento, con lo stesso ricorso alla guerra mondiale, del dominio economico, militare e culturale sul mondo da parte del nazismo coadiuvato dal fascismo italiano e da quelli europei. Al perseguimento e al dispiegarsi della barbarie, Hitler e Mussolini hanno legato il loro nome così come all'azione nefasta del nazifascismo. Ciò a smentire ancora una volta l'insulsa storiella, negata dalla verità storica, di un fascismo italiano buono, rilanciata in questi anni in Italia sull'onda di un vergognoso revisionismo e smentita dalle leggi razziali, dallo stragismo e dalla guerra ai civili di cui fu artefice il fascismo. Dunque di memo-
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ria c'è bisogno non solo per un giorno bensì sempre, in ogni tempo momento e luogo per onorare tutte le vittime oltre che per informare, documentare ed educare cittadini e nuove generazioni affinché dal ricordo scaturisca netto e perentorio un monito contro il ripetersi di una barbarie che segnò la più immane e dolorosa sconfitta della civiltà umana. Oggi ancor più del passato ha ragion d'essere la preoccupazione per il fatto che quel passato angoscioso possa pendere minaccioso sul nostro futuro. Questa purtroppo è già la realtà dell'Ungheria: nazione di grandi tradizioni civili, antifasciste e democratiche e di tante eccellenze nella cultura e nell'arte. E c'è da dolersi della indifferenza con la quale la democrazia europea e la stessa Ue, di cui l'Ungheria fa parte, hanno assistito a tutto ciò che a Budapest è avvenuto e sta avvenendo. Ma anche nel resto d'Europa, Italia inclusa, da anni conviviamo con una realtà inquietante fatta di gruppi culturali, circoli, movimenti e anche partiti politici, alle volte con esiti elettorali inquietanti, che per ispirazione, finalità dichiarate e per la loro pratica di azione ai margini quando non fuori dalla legge e dai dettati costituzio-
nali, ricorre anche alla violenza, portando avanti l'apologia del nazismo e del fascismo o facendosi portavoci del negazionismo. E non può non colpire che questo campo di forze sembri unificarsi ancora una volta contro il diverso. Innanzitutto l'immigrato quando non anche il rom, lo zingaro, l'omosessuale. Esasperando allo scopo paure e disagio sociale provocati da una crisi che colpisce i ceti più deboli. La consapevolezza della minaccia e la fiducia di poterla contrastare e vincere, vanno tenuti insieme nel pensiero e nell'azione quotidiana di ogni democratico e di ogni antifascista, battendosi affinché entrino in campo in questa battaglia culturale e politica cruciale, forze politiche, sociali e culturali, aree sempre più ampie della società ed innanzitutto le istituzioni nazionali ed europee. E ciò con la pratica di un dialogo continuo con le nuove generazioni, decisivo perchè prendano parte da protagonisti, come nel passato, per garantire alla libertà, alla democrazia, alla dignità di ogni essere umano un futuro. È questa la necessità che l'Anpi pone al centro delle sue politiche e che propone, per una battaglia comune, a tutti i democratici che operano nella politica, nelle istituzioni oltre che nella vita sociale e culturale del Paese ed in Europa.
Il Treno della Memoria: un percorso di cittadinanza che non si esaurisce nel viaggio di Oliviero Alotto, Presidente di Terra del Fuoco a scritta che accoglie ancora oggi tutti i visitatori che entrano al campo di Auschwitz 'Arbeit macht frei' - Il lavoro rende liberi - mi provoca i brividi tutte le volte che la varco. I prigionieri arrivavano al campo dopo giorni di viaggio in treni adibiti al trasporto merci, in vagoni chiodati, senza cibo e senza servizi, non sapevano cosa li aspettasse. Quando mi capita di parlare del campo di sterminio di Auschwitz dico sempre che la cosa più faticosa di visitare quei luoghi è la presa di coscienza dell'esistenza di quei luoghi stessi, tutti noi sappiamo che sono esistiti i campi di concentramento, di sterminio e di lavoro pensati, progettati e realizzati dai nazisti, ma visitarli ci obbliga ad accettarne l'esistenza. Il percorso di visita che proponiamo ai ragazzi all'interno del campo parte dal blocco numero 6 e 7 dove sono state recuperate le foto dei detenuti, con la data di entrata al campo e la data di morte; chiediamo ai ragazzi di scriversi il nome di una singola
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vittima e visitare il campo partendo da quel volto. Un modo per ridare dignità a una vita, per non cadere nella trappola dei grandi numeri, che negano ancora una volta la storia della persona. Alla fine della visita tutti i ragazzi hanno la possibilità di ricordare il nome di quella vittima. Il Treno della Memoria nasce dal bisogno di un gruppo di giovani di non relegare quella che molti definiscono la pagina più buia del '900 a una singola giornata, il 27 gennaio Giornata della Memoria. Il Treno della Memoria è un percorso di cittadinanza che accompagna i ragazzi durante un anno scolastico tra storia, memoria, testimonianza e impegno. Auschwitz è il più grande cimitero a cielo aperto d'Europa, un luogo dove sono stati uccise almeno 1.200.000 persone, a cui i nazisti non toglievano solo la vita ma negavano la dignità che è propria dell'essere umano. Siamo però convinti che la visita a un luogo di tale sofferenza debba rappresentare per un giovane un punto di
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partenza e non di arrivo. Il pugno nello stomaco che ti provoca la visita al campo deve essere trasformato in impegno perché questo non accada mai più. Se si è arrivati ad avere in tutta Europa tanti campi di sterminio non è stato solo per il pensiero di un pazzo. Durante il nazismo non vi erano solo vittime o carnefici, ma c’era un tessuto sociale, politico ed economico che ha portato a tanto, una zona grigia che ha permesso che il germe del nazismo imperasse. Lo scopo del progetto è proprio quello di proporre ai ragazzi di uscire da quella zona grigia, nel quotidiano con impegni concreti. Ogni anno una proposta di impegno - quest'anno la campagna per la cittadinanza L'Italia sono anch'io - che si concretizza nel firmare le proposte di legge, animare assemblee su questo tema e raccogliere le firme. Terra del Fuoco quest'anno ha coinvolto 3200 ragazzi provenienti da 12 regioni italiane, e per la prima volta, grazie all'impegno dell'Arci, su uno dei quattro treni partirà una delegazione di più di cento ragazzi provenienti dalla Sardegna.
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In programma 22 concerti da gennaio ad aprile: torna la rassegna musicale Mantova Jazz antova Jazz compie 31 anni, e si conferma la più longeva rassegna musicale mantovana, oltre che uno degli appuntamenti jazzistici più attesi ed apprezzati del panorama nazionale ed europeo. La manifestazione si impone fin dalla sua prima edizione, nel 1981, per la grande qualità del proprio cartellone, in cui compaiono i nomi dei jazzisti più creativi sia della tradizione che delle varie forme di avanguardia, da Woody Shaw a Dizzy Gillespie, da Chet Baker a Ron Carter, da Art Blakey a Michel Petrucciani, dal Modern Jazz Quartet a Chick Corea, da Jimmy Giuffre a Paul Motian, da Tim Berne a Steve Coleman, senza dimenticare i maestri della scena europea ed italiana.
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VITERBO Al Biancovolta Spazio Arci il 28 e 29 gennaio si terrà il workshop fotografico a cura di Francesco Galli Dietro il profilo delle nuvole. La fotografia e il paesaggio
Il cartellone 2012 è il risultato di uno sforzo collettivo straordinario, come straordinaria risulta essere la qualità e la mole di artisti in esso proposti. Un programma in cui si legge il tentativo, già in corso nelle ultime edizioni della rassegna, di portare eventi di alta qualità nel cuore pulsante della vita cittadina, nei club, ristoranti, bar, caffè. E non come collocazioni secondarie, ma come il luogo dell'anima, vibrante e confortevole, dove il jazz è diventato grande mettendo alla prova se stesso. Un programma che dimostra che il Jazz sta bene, anzi benissimo: dal suo cuore puro, la febbrile e pulsante Downtown New York, fino all'Italia (Mantova gioiosamente inclusa), con la sua splendida primavera che non accenna a finire. Ma passiamo ad alcuni dei nomi protagonisti della trentunesima edizione di Mantova Jazz, che conta su 22 concerti, dal 27 gennaio al 14 aprile: per la sezione ‘New York’, novità del 2012, saranno protagonisti al circolo Arci Tom tre grandi nomi del nuovo panorama jazzistico newyorkese: Marc Turner, Sam Yahel e Bill Carrothers; la sezione Bibiena sarà invece dedicata ai grandi nomi italiani, quali Rava, Coscia, Trovesi e Conta, mentre la sezione ‘Conser-
vatorio di musica’, altra novità 2012, vedrà protagoniste tre esperienze mantovane d'eccellenza: Mauro Negri, Simone Guiducci e la Mantua Band Studio, per chiudere, il 17 aprile, con i giovani talenti Petrella Guidi in duo (entrambi presenti nel quintetto di Rava). Il tutto contrappuntato dalle ottime, quando non notevoli, proposte della sezione ‘Club’: Caffè Modì, Circolo Arci Tom, Ristorante la Masseria, Circolo Arci Virgilio, Ristorante Giallo Zucca, Circolo Arci Cinciana, saranno infatti protagonisti assoluti della rassegna, con ben 15 concerti in programma, che, tra incantevoli abbinamenti ‘Jazz-dinner’, proporranno nomi quali Fabrizio Bosso, Raffaele Casarano, Boris Savoldelli, e molti altri. MantovaJazz è una rassegna ideata e promossa da Arci Mantova e Circolo del Jazz ‘Roberto Chiozzini’ di Mantova, in collaborazione con il Comune di Mantova, Provincia di Mantova e Conservatorio di Musica ‘L. Campiani’ di Mantova, e conta sul sostegno di Fondazione Banca Agricola Mantovana e Banca Popolare di Mantova, oltre che sulla sponsorizzazione tecnica di Hotel La Favorita e Omega-Net. Info: www.mantovajazz.it
Notizie Brevi Pasta nera BOLOGNA - Tra il 1945 e il 1952 più di 70mila bambini del Sud più svantaggiato furono ospitati temporaneamente da famiglie del Centro-Nord. Una storia di solidarietà raccontata nel film documentario di Alessandro Piva Pasta nera, che sarà presentato mercoledì 25 gennaio alle 21.15 alla presenza del regista, al circolo ArciBrecht. La proiezione sarà preceduta, alle 20, da una degustazione dei cibi tipici di varie regioni d'Italia. L'ingresso è riservato ai soci Arci. Info: brecht@arcibologna.it
Sportello stranieri Outside BARCELLONA POZZO DI GOTTO (ME) - In collaborazione con la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Messina, il circolo Arci Città Futura presenta, il 30 gennaio a partire dalle 9.30 presso la Sala Cultura Bartolo Cattafi, il progetto Sportello stranieri Outside rivolto agli stranieri ristretti nell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto. Durante la giornata saranno presentati gli obiettivi e la metodologia del proget-
to, la campagna nazionale Stop Opg e la costruzione di un comitato siciliano e ci sarà una testimonianza diretta della reclusione in Opg. Info: arcicittafutura@tiscali.it
Psicometrica al Malaussène PALERMO - Il 27 gennaio alle 18.30 presso il circolo Malaussène ci sarà la presentazione del fumetto Psicometrica di Simone Brusca, con disegni di Giacomo Pilato. Il volume ha per tema lo sfruttamento della manodopera per la produzione di oggetti di uso comune ed è corredato da tavole con schede di approfondimento redatte da alcuni associazioni. A seguire aperitivo biologico organizzato dal gruppo locale di Greenpeace, che per l'occasione allestirà un banchetto informativo sul tema della deforestazione. Info: www.associazionemalaussene.it
Evento sulla legalità BELLUSCO (MB) - Presso la Sala consiliare in piazza Kennedy i circoli Arci Antonio Banfi di Vimercate e Pier Paolo Pasolini di Bellusco presentano l’evento Legalità. Un investimento
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per il futuro, con mostra e dibattito su European Caravan for Legality. Memoria e impegno contro le mafie. Partecipano Federico Bernini, autore della mostra, Mario Portanuova, giornalista de Il fatto Quotidiano e Luigi Lusenti, responsabile della Carovana della legalità. Info: arcipasolini@gmail.com
I giovani e la memoria BRUINO (TO) - Dal 27 al 31 gennaio è possibile visionare, presso la Sala Pertini, la mostra multimediale I giovani e la memoria. Un percorso ideato dal Gruppo Giovani di Bruino che, dopo i viaggi ad Auschwitz e Mauthausen, ripercorre attraverso pannelli, video e testimonianze uno dei più tragici eventi del ’900: la Shoah. La mostra, promossa in collaborazione con l’Arci Valle Susa, ospita il collezionista Claudio Bistondi con oggetti provenienti dai campi di sterminio. Info: vallesusa@arci.it
La mostra ‘Il viaggio’ MANTOVA - Il 27 gennaio alle 19, in concomitanza con l’aperitivo jazz,
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l’Arci Fuzzy presenterà la mostra fotografica di Elisabetta Negrini dal titolo Il viaggio. Obiettivo della mostra è accompagnare il ‘viaggiatore’ attraverso un percorso multisensoriale che lo lasci con un dono da portare con sè. Per l’occasione, verrà creato un allestimento particolare con appositi espositori creati ad hoc. Non solo immagini, ma anche pensieri e parole. Info: www.arcifuzzy.it
Lo spettacolo ‘I will survive’ UDINE - Il 30 gennaio al circolo Mis(s)Kappa Arcigay e Arcilesbica Udine presentano I will survive. Triangoli rosa, per non dimenticare l’Olocausto, performance teatrale sui gay e le lesbiche deportati nei campi di concentramento nazisti. Per l’occasione sarà anche allestita la mostra fotografico-documentaria Omocausto. Lo sterminio dimenticato degli omosessuali, già esposta in moltissime città italiane e all’estero. Ingresso libero per i soci Arci, Arcigay e Arcilesbica. Info: misskappa.wordpress.com
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Al circolo Il Girone ‘L’Italia sono anch’io, parole e pellicole per l’integrazione e l’antirazzismo’
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proiezioni rappresenta la volontà del circolo Arci di caratterizzare il 2012 come anno dell'integrazione fra culture e popoli diversi, e dei diritti di milioni cittadini immigrati che vivono ormai da anni nel nostro Paese. Una volontà nata da un lato all'indomani della strage razzista del 13 dicembre scorso in piazza Dalmazia a Firenze, dall'altro per segnare la continuità con l'attività su cui tutto il movimento associativo dell'Arci a Firenze e Provincia si è impegnato in questi mesi, ovvero L'Italia sono anch'io, la campagna di raccolta di firme per due proposte di legge di iniziativa popolare, che mirano a riconoscere i diritti di cittadinanza alle persone di origine straniera residenti in Italia e ad estendere il diritto di voto alle elezioni amministrative ai cittadini migranti che si trovano da almeno 5 anni sul territorio nazionale (campagna che, da prime rilevazioni parziali, ha raggiunto 4mila adesioni nella provincia di Firenze). Gli altri momenti di riflessione comune che seguiranno l'appuntamento di apertura si concentreranno sui fattori primari dell'integrazione, a cominciare dal lavoro (due importanti realtà imprenditoriali del territorio
come Cooplat e Cft porteranno la loro esperienza - 7 marzo); sulla marginalità degli stranieri (18 aprile); sulla questione irrisolta dell'asilo politico e dei rifugiati politici (9 maggio); e una tavola rotonda di chiusura sul ruolo dell'Italia nel Mediterraneo con, tra gli altri, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e una personalità come Don Andrea Gallo (23 maggio). Febbraio sarà invece il mese dedicato al cinema. Sul grande schermo del circolo, ogni martedì, Inte(g)razione, 4 film contro le discriminazioni. Quattro pellicole a tema, spesso con problemi di distribuzione nonostante la loro alta qualità. Inizio proiezioni alle 21, ingresso 6 euro (18 per l’abbonamento alla rassegna). Info: antoniocannata@gmail.com
S.MICHELE DI GANZARIA (CT) Il 27 gennaio alle 20.30 presso il circolo Arci Janzaria, in occasione della Giornata della Memoria per le vittime della Shoah, ci sarà la proiezione di Ogni cosa è illuminata di Liev Schreiber
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inque incontri, tra gennaio e maggio, con esponenti delle istituzioni, della politica, del sindacato, della società civile, della cultura. E un cineforum di 4 film, ogni martedì del mese di febbraio. L'Italia sono anch'io, parole e pellicole per l'integrazione e l'antirazzismo è il vasto programma di iniziative sui temi dei diritti dei migranti allestito dal circolo Arci Il girone insieme all'Arci di Firenze, che prenderà il via giovedì 26 gennaio, presso i locali del circolo in via Aretina 24 a Fiesole, alle 21 con Ius Soli, una cittadinanza moderna per l'Italia moderna, tavola rotonda a cui parteciperanno il senatore democratico e demografo Massimo Livi Bacci, Francesca Chiavacci (presidente Arci Firenze), Diana Kapo (segretaria dei Giovani Democratici di Firenze, e 'nuova italiana'), Don Andrea Bigalli (referente Libera Toscana), Fabio Incatasciato (sindaco di Fiesole) e Andrea Barducci (presidente della Provincia di Firenze). Realizzato con il patrocinio di Comune di Fiesole, Provincia di Firenze, Regione Toscana e con il contributo di Cooplat e CFT, l'intero ciclo di incontri e
A Barletta il Reddito Al circolo Arci Zei lo Spazio sociale del lavoro per i giovani di formazione Esprimono soddisfazione il circolo Arci Carlo Cafiero e la Rete Studenti Medi Barletta, all’indomani dell’emanazione da parte dell’amministrazione locale del bando per l’assegnazione del ‘Reddito di formazione’. Una particolare forma di sostegno al reddito, ispirata al reddito di cittadinanza, che consiste nell’erogazione, ai soggetti in formazione ritenuti idonei, di un assegno mensile che permetta loro di emanciparsi dalla famiglia, garantendosi allo stesso tempo una formazione adeguata all’ingresso nel mondo del lavoro. Per ‘soggetti in formazione’ sono da intendersi giovani di età compresa tra i 16 e i 26 anni frequentanti scuole superiori, università e corsi di specializzazione, master e corsi di formazione professionale. Un percorso iniziato con le proteste contro lo smantellamento di istruzione e università pubblica, concretizzatosi poi nell’avvenuta pubblicazione del bando, che non metterà fine alle lotte con uno sguardo sempre rivolto al reddito di cittadinanza. Barletta risulta essere, ad oggi, il primo comune d’Italia a sperimentare il reddito di formazione e l’intento sarà quello di fare da modello per l’attuazione di sperimentazioni anche in altre località italiane.
Apre a Lecce lo Spazio sociale del lavoro, uno sportello per i giovani sui diritti nel lavoro voluto dalla Cgil di Lecce in collaborazione con il circolo Arci Zei di Lecce. Obiettivo dello sportello, spiegano i promotori «è quello di aiutare i giovani a utilizzare e soprattutto conoscere gli strumenti per rivendicare i propri diritti: come orientarsi sul lavoro, cosa guardare prima di firmare un contratto di lavoro, cosa fare se si lavora in nero o se ci si sente vessati nel luogo di lavoro. Ma anche sapere come fare una dichiarazione dei redditi, una richiesta di disoccupazione, di maternità, beneficiare
di ammortizzatori sociali, come e quando fare una vertenza di lavoro». All’inaugurazione dello sportello, avvenuta presso il circolo Zei il 18 gennaio, sono intervenuti Salvatore Arnesano, segretario generale Cgil Lecce, Leo Caroli, coordinatore dei servizi Cgil Puglia e Matteo Pagliara del circolo Zei; a seguire, la mostra fotografica 100 anni di lotta 100 anni di sindacato e lo spettacolo teatrale La Cisterna a cura di Mana Chuma Teatro. Lo Spazio sociale del lavoro sarà aperto tutti i giorni dalle 16 presso il circolo Zei. Info: www.spaziosocialezei.org
Nando Dalla Chiesa al Fuori Orario Una serata contro la mafia. La organizza il 25 gennaio il circolo Arci Fuori Orario di Taneto di Gattatico, con una cena-incontro che ha come ospite d’eccezione Nando Dalla Chiesa, politico, scrittore e presidente onorario di Libera, nonché figlio del Generale Carlo Alberto ucciso dalla mafia. Dalla Chiesa sarà a Taneto per presentare il suo nuovo libro La convergenza. Mafia e politica nella Seconda Repubblica.
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Accanto a lui, i rappresentanti del sito Stampo Antimafioso (specializzato sulla criminalità organizzata al Nord e gestito da Dalla Chiesa con alcuni suoi studenti di Scienze Politiche all’Università di Milano) e i ragazzi del comitato La grande quercia, che si stanno battendo contro la costruzione di una bretella autostradale vicino a Cremona. Info: www.arcifuori.it
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cultura
Calano gli spettatori al cinema
‘Sul concetto di volto nel figlio di Dio’
Se per il box office cinematografico il 2011 è finito male, il 2012 è incominciato peggio. È un crollo del 45% quella che separa gli incassi del primo dal secondo weekend di gennaio. Già era stato un Natale amaro per il cinema. Rispetto all'anno precedente le feste appena passate avevano avuti cali di oltre il 14%, sia per presenze che per incassi. Un calo simboleggiato dal flop del solito cinepanettone, ma che sconta anche i due colpi piazzati nel 2010 con Avatar e nel 2011 col film-rivelazione di Checco Zalone. Ma se i due dati sono difficilmente confrontabili a causa della performance di un singolo film, indica un trend negativo un raffronto, ad esempio, con un anno senza grandi exploit come il 2009. Rispetto ad allora il calo è del 25%. Colpa della crisi, probabilmente, che ha ulteriormente ridotto quella percentuale già bassa (il 50%) di italiani che va al cinema. Resta però che in tre anni un quarto degli incassi siano rimasti sul campo. Senza un titolo forte a cui votarsi, con la necessità del pubblico a selezionare sempre più le spese, questo 2012 rischia di passare alla storia come annus horribilis del cinema in Italia.
In verità, rispetto alla minacce e all'enfasi dei diversi gruppi, una risposta dovuta ma senza toni eccessivi e sostanzialmente non adeguata alle richieste di crociata. Il Comune di Milano con l'assessore Stefano Boeri appoggia la scelta del teatro di portare a Milano una compagnia e uno spettacolo noto in tutto il mondo. Noi laici per scelta e formazione ci avviciniamo con grande rispetto, quasi con tremore a quello per molti di noi sconosciuto ma profondo ed intimo sentimento rappresentato dalla fede che attraversa gli ambiti più sensibili della persona credente di tutte le religioni, ne illumina la vita privata e quella pubblica in una grammatica complessa di gesti, di scelte, di inquietudini e di interrogativi verso il bene personale e collettivo. In questo complesso laboratorio che è la nostra società attuale con le crisi economiche e sociali, le epocali migrazioni e mischiamenti, i radicalismi estremi che fomentano violenza, guerre, morte e ignoranza e nel contempo l'azione paziente, solidale e instancabile di tanti che caparbiamente operano per germinare nuove speranze e nuove frontiere di libertà e di giustizia, è importante che
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Cultura... scontata i tanti vantaggi di avere in tasca la tessera Arci
venga sempre riconosciuta e garantita la dignità della ricerca umana, intellettuale ed artistica e la libertà che la deve sempre accompagnare nei suoi percorsi, il rispetto dei diritti collegati alla persona e alle sue molteplici espressioni, il riconoscimento della sua maturità e della sua capacità di scelta e di giudizio. Per questo non possiamo che provare preoccupazione per le iniziative che da più parti ed in più luoghi (Milano, Casa Pound, strage di Firenze…) si stanno accendendo in tante parti d'Italia e che attizzano conflitti verso i luoghi, le idee, le persone e le opere che sono segnali della nuova società per la quale lavoriamo. Info: materazzi@arci.it
Hanno collaborato a questo numero Oliviero Alotto, Marco Bersani, Roberto Campanelli, Antonio Cannata, Enzo Di Rienzo, Luciano Guerzoni, Geppino Materazzi, Stefano Mencucci, Francesco Meneghello, Elvira Peduto In redazione Andreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini Direttore responsabile Emanuele Patti Direttore editoriale Paolo Beni
www.arci.it/associarsi - convenzioni@arci.it
L’eleganza in esilio
Armenia. Impronte di una civiltà
VENEZIA - Museo di Palazzo Mocenigo Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume, fino al 29 febbraio. La mostra racconta l'atmosfera culturale tipica degli ambienti dell'intelligentija russa e il prestigio sulla scena internazionale della compagnia dei famosi Ballets Russes di Djagilev (1909-1929). Presenta più di duecento opere, dai costumi dei Ballets Russes, realizzati dai noti artisti Léon Bakst, Natalia Goncarova, André Derain, agli abiti realizzati da nobili emigrati russi fuggiti in Europa in seguito alla Rivoluzione d'Ottobre. Info: www.museiciviciveneziani.it
VENEZIA - Museo Correr, Museo Archeologico Nazionale, Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana, fino al 10 aprile. Una grande mostra dedicata alla civiltà armena in occasione del V Centenario della stampa a Venezia del primo libro in lingua armena, avvenuta nel 1512. Vartan Karapetian, presenta, attraverso un percorso suddiviso cronologicamente e tematicamente, oltre 200 opere provenienti dai principali musei e biblioteche dell'Armenia e dell'Europa, tra cui alcuni rarissimi manoscritti e miniature. Info: www.visitmuve.it/
1861-2011: un’isola, un’arte, un museo MURANO - Museo del Vetro, fino al 30 aprile. Nel 1861 veniva fondato il Museo del Vetro di Murano: dopo 150 anni si vuole ricordare questo importante avvenimento con una mostra che ripercorre l'ultimo secolo e mezzo, dove verranno presentate le opere più rappresentative della collezione del Museo, alla quale saranno affiancate opere della Biennale, creazioni inedite di maestri vetrai e di fabbriche. Info: www.visitmuve.it/
Impaginazione e grafica Claudia Ranzani Progetto grafico Sectio - Roma Cristina Addonizio Editore Associazione Arci Redazione Roma, via dei Monti di Pietralata n.16 Registrazione Tribunale di Roma n. 13/2005 del 24 gennaio 2005
Gennaro Favai (Venezia 1879 - 1958) VENEZIA - Ca' Pesaro - Galleria Internazionale d'Arte Moderna, fino al 26 febbraio. La mostra si propone di scoprire, ripercorrere e documentare, attraverso una sessantina di opere, l'itinerario creativo di Gennaro Favai, artista complesso, formatosi nell'ambiente simbolista veneziano, amico, tra gli altri, di Mario De Maria e Mariano Fortuny. Info: www.museiciviciveneziani.it
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