Arcireport n 4 2015

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arcireport

settimanale a cura dell’Arci | anno XIII | n. 4 | 5 febbraio 2015 | www.arci.it | report @arci.it

Liberi di volare

La Campagna di tesseramento Arci per il 2015 di Gabriele Moroni responsabile nazionale Sviluppo associativo Arci

È entrata nel vivo la campagna tesseramento Liberi di volare, di questa Arci che, nella grafica del 2015, ci siamo immaginati trapezista e sognatrice. «Pensate ad un quartiere vuoto... proviamo a migliorarlo, creiamo centri per il gioco, spazi per l’infanzia e servizi di dopo scuola, organizziamo gruppi di acquisto solidale e corsi di educazione popolare rivolti a cittadini di ogni età» inizia così lo spot realizzato da Arci Toscana, mostrando come le iniziative dell’associazione contribuiscano a rendere il paese più ‘colorato’. In questi mesi più di un milione di socie e di soci stanno rinnovando la propria adesione presso i quasi cinquemila circoli, case del popolo e associazioni aderenti; un piccolo grande gesto che sostiene il nostro quotidiano impegno per costruire comunità, contro la solitudine, per i diritti, la laicità, la pace e l’antirazzismo. Abbiamo scelto di costruire dal basso questa campagna tesseramento, fin dalla scelta della grafica, affidata ad un concorso aperto, a cui hanno potuto partecipare studenti e giovani grafici; abbiamo scelto di costruirla dal basso, perché crediamo fermamente nella partecipazione democratica come

unica vera forza trasformatrice. Siamo una grande associazione di promozione sociale, erede di un’antica tradizione mutualistica e di una lunga storia associativa, quella dei movimenti popolari e antifascisti che hanno contribuito a costruire e consolidare la democrazia italiana fondata sulla Costituzione. Abbiamo deciso di chiedere alle nostre compagne e ai nostri compagni di strada, incontrati nei circoli e nelle piazze in uno spazio geografico che va da Bolzano a Lampedusa, dalla Puglia alla Val di Susa, di ‘metterci la faccia’, di diventare i testimonial della nostra campagna tesseramento. Sono i volti di musicisti, scrittori, animatori, operatori sociali, cuochi, baristi, registi, ballerini, circensi, dirigenti, volontari; donne e uomini impegnati a costruire una società più giusta ci hanno regalato uno scatto con la loro tessera Arci 2015. A partire da quest’anno abbiamo articolato il programma di attività dell’associazione nazionale in dieci commissioni tematiche, partecipate da tutti i territori regionali; per sostenere la libertà di espressione siamo stati nelle piazze per Charlie Hebdo

e siamo accanto allo scrittore Erri De Luca; stiamo rilanciando il nostro impegno nella cooperazione internazionale con Arcs e nella promozione del cinema e della cultura con l’Ucca e le nostre reti tematiche; stiamo rinnovando la collaborazione con gli altri soggetti che aderiscono alla Federazione Arci, come Arcigay, Arciragazzi ed il Movimento Consumatori; per consolidare il nostro sistema associativo abbiamo arricchito le tutele assicurative legate al tesseramento con polizze pensate ad hoc per le associazioni di volontariato (L. 266/91) e per i ‘soci attivi’ dei nostri circoli. #LiberiDiVolare, da sognatori con i piedi per terra, consci che in tempi come questi promuovere spazi di aggregazione è di per sè un atto rivoluzionario, ma che non basta: dobbiamo essere parte attiva del cambiamento che vogliamo. Immersi come siamo in questa crisi che dura da troppo tempo, originata dalle logiche stesse del mercato, pensiamo debba prevalere la cultura delle cooperazione su quella della competizione, perché «Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno» (Enrico Berlinguer).


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I Premi degli Indipendenti - Roma Caput Indie Dal 6 all’8 febbraio al Macro Testaccio Dal 6 all’8 febbraio il Mei, Meeting delle Etichette Indipendenti, festeggia a Roma i suoi 20 anni con il Premio degli Indipendenti - Roma Caput Indie: il PIMI - Premio Italiano Musica Indipendente e il PIVI - Premio Italiano Videoclip Indipendente, i premi più noti della scena musicale indie italiana. Ideati da Giordano Sangiorgi, i due più importanti riconoscimenti dedicati alla musica e all’arte del videoclip sono rispettivamente coordinati dai giornalisti Federico Guglielmi e Fabrizio Galassi e aggiudicati grazie a giurie di tecnici ed esperti del settore. Durante i tre giorni, oltre all’assegnazione dei premi, concerti con i migliori nomi della scena indie italiana, proiezioni di videoclip, incontri, presentazioni, anteprime assolute e una giornata dedicata agli Stati Generali della Nuova Musica in collaborazione con diverse realtà nazionali e romane. La manifestazione I Premi degli indipendenti - Roma Caput Indie è realizzata con il sostegno di Roma Capitale - Assessorato alla Cultura, creatività, promozione artistica e turismo – Dipartimento Cultura - Servizio spettacoli ed eventi in collaborazione con l’Assessorato Scuola, sport, politiche giovanili e partecipazione. Il programma 6 febbraio Alle ore 16 inaugurazione ufficiale alla Factory Pelanda con i Kutso - unica band indie-rock in gara tra le Nuove Proposte del Festival di Sanremo - che racconteranno a Fabrizio Galassi l’evoluzione che li ha condotti dall’ormai noto Perpetuo Tour al palco dell’Ariston. Dalle ore 16 in poi, Aspettando i Premi con presentazioni in anteprima assoluta di alcune realtà della nuova musica indipendente ed emergente italiana: una vetrina nazionale di progetti inediti con Pivirama, Metrò, Makay, Durden, Lo Spinoso, Transmission, Sadside Project, Morgan con la i, Babalot, Lo Zoo di Berlino, Ilenia Volpe e le Malanime, Leo Pari, Troppo Avanti show, Paolo Zanardi, Departure Ave, Luminal Tommaso di Giulio. Alle ore 18, alla libreria IBS di via Nazionale, la presentazione del nuovo volume I MEI Vent’Anni, edito da Vololibero, con Giordano Sangiorgi e Daniela Paletta, curatori del volume, con la presentazione di Federico Guglielmi e Enrico Deregibus e gli interventi musicali della cantautrice Claudia Cestoni e del cantautore Piergior-

gio Faraglia. La serata continuerà dalle ore 22 con La Grande Onda presenta: Troppo Avanti Show con alcuni tra gli artisti emergenti migliori del panorama rap e reggae prodotto dall’etichetta di Piotta.

Appuntamento con ‘La musica live e le città’ C’è la crisi. Vero. Difficile organizzare eventi musicali. Vero. Mancano spazi per il live. Vero. In Italia non c’è ancora una politica organica a favore della musica. Vero. Fortunatamente la creatività musicale del nostro Paese è viva e vegeta. In ogni ambito e genere. Ma non è facile organizzare eventi live, pur essendo diventato ambito fondamentale per il sostegno e lo sviluppo del mondo della musica. Soprattutto per il mondo indie e dintorni. Allora è necessario trovare nuovi strumenti per facilitare la vita di chi organizza musica live, per sostenere gli artisti, per semplificare procedure dei Comuni e abbattere costi non più sostenibili. A voi la parola! Carlo Testini e Lorenzo Siviero (Arci e Arci Real) ne parlano con Adriano Bonforti (Patamu), Francesca Bonomo (Partito Democratico), Pietro Camonchia (Metatron), Celeste Costantino (Sinistra, Ecologia e Libertà), Daniela Esposito (l’Asino che Vola), Pier Luigi Ferrantini (RadioRai 2), Gianni Pini (I-Jazz), Tommaso Sacchi (Comune di Firenze), Vincenzo Santoro (Anci), Vincenzo Spera (Assomusica), Giulio Stumpo (SMartit), Veronica Tentori (Partito Democratico), Andrea Valeri (Assessore alla Cultura del Municipio I - Comune di Roma). Appuntamento domenica 8 febbraio dalle 15 alle 17.30 presso la Pelanda Factory al Macro Testaccio, Roma. Il tavolo è aperto a tutti.

7 febbraio Sarà la giornata dei Premi degli Indipendenti con i PIMI e PIVI. La giornata prevede, a partire dalle ore 17 fino a notte, le proiezioni dei video e i live degli artisti premiati. Dalle ore 17 Premiazione PIVI a cura di Fabrizio Galassi. L’apertura è affidata ai Camillas. Verranno premiati, da Enrico Deregibus e Fabrizio Galassi i video di: Marta sui Tubi, Zen Circus, Salmo, Paolo Benvegnù, Mannarino, Fast Animals and Slow Kids e Be Forest. Menzione speciale a Lo Stato Sociale e Nabel. Dalle ore 19 conferenza di presentazione anteprima nazionale nuovo disco dei Gang e presentazione della nuova produzione dei Movida. Dalle ore 20 Premiazione PIMI a cura di Federico Guglielmi. Presentano Maria Cristina Zoppa e Enrico Deregibus con i live dei vincitori: Virginiana Miller, Riccardo Sinigallia, Soviet Soviet, Foxhound, oltre alle esibizioni di (AllMyFriendzAre) DEAD, Margherita Vicario e Luca Carocci, Mud, Una, Le Naphta Narcisse e il Video saluto de Le Luci della Centrale Elettrica. Radio Rock premierà i Management Del Dolore Post-operatorio come miglior indie band del 2014, mentre Radio Città Aperta premierà i Montelupo come miglior band indie romana dell’anno. Il programma Street Art di Radio Città Futura condotto da Piotta premierà il videoclip Il Lago che Combatte degli Assalti Frontali & Il Muro del Canto come miglior abbinamento tra arte musicale e lotta sociale. 8 febbraio Giornata conclusiva dedicata agli Stati generali della nuova musica con workshop, a partire dalle ore 11, delle più importanti piattaforme di distribuzione di musica on line per gli artisti indipendenti ed emergenti e tanti tavoli di lavoro aperti a tutti, a partire dalle ore 15, coordinati da esperti del settore e tutti dedicati alla produzione indipendente, ai festival di musica dal vivo, alla formazione musicale, al diritto d’autore, all’editoria e al giornalismo musicale indipendente e al rapporto tra musica e web. www.meiweb.it


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Su Kobane svetta il vessillo curdo di Franco Uda

Fino a qualche mese fa quasi nessuno in Europa aveva sentito parlare di Kobane. È una cittadina di circa 55mila abitanti nel nord della Siria, il Kurdistan siriano (Rojava), situata a pochi chilometri dal confine con la Turchia. Il nome della città deriva da quello di una società tedesca che, negli anni ‘20, costruì sul sito una delle stazioni della ambiziosa ferrovia Berlino-Baghdad. Rifugiati armeni cristiani, scampati ai massacri dei Giovani Turchi Ottomani, fondarono un villaggio nelle vicinanze della stazione già nel 1915 e qui furono subito raggiunti da curdi musulmani che vivevano nelle aree circostanti. Allo scoppio della guerra civile in Siria la cittadina è passata sotto il controllo del movimento indipendentista curdo YPG, visto che per questa organizzazione questa regione ha un forte valore simbolico, oltre a un’accentuata rilevanza strategica e culturale. A luglio dello scorso anno lo Stato Islamico (IS) ha tentato di assumerne il controllo con le armi e, a settembre scorso, i miliziani jihadisti avevano lanciato un’ulteriore offensiva contro la città. Nelle prime settimane il gruppo era avanzato rapidamente, conquistando più della metà della superficie di Kobane, ma successivamente è stato frenato dai combattenti curdi, sostenuti da peshmerga arrivati dal Kurdistan iracheno. Oggi anche sull’ultima collina sovrastante Kobane, Kaniya Kurda, svetta il vessillo curdo e non più la

bandiera nera dello Stato Islamico. Dopo quattro mesi di durissimi combattimenti i curdi hanno ripreso il controllo quasi totale dell’enclave in territorio siriano. Ong presenti nel territorio segnalano una situazione che continua a essere molto difficile: sulla città continuano i bombardamenti della coalizione guidata dagli Usa che ha aiutato i curdi a fermare l’avanzata dei jihadisti, sono numerosi i cadaveri per le strade e sotto le macerie dei quartieri liberati, molti sono di ragazzi minorenni non addestrati che combattono al fianco delle milizie dello Stato Islamico. In questi quattro mesi nella piccola enclave curda, diventata simbolo della resistenza anti-IS, sono morte almeno 1.600 persone, in gran parte jihadisti. Resta difficile la situazione dei tantissimi profughi che hanno lasciato la città per sfuggire alle violenze dei combattenti dello Stato Islamico. La Turchia ha aperto il suo più grande campo profughi sul suo territorio, in cui saranno accolte 35mila persone, in gran parte donne e bambini, fuggite da Kobane. Il campo, situato nella città di Suruc, vicino al confine siriano, ha due ospedali, sette cliniche e un numero di aule scolastiche sufficiente solo per 10mila bambini. Dopo mesi di scontri a Kobane sono arrivati in Turchia circa 200mila profughi. Ma l’alto valore simbolico che la città di Kobane ha assunto, assegnandole l’appellativo di «Stalingrado del vicino Oriente», per

la strenua lotta di resistenza, soprattutto dispiegata da giovani donne, degli ultimi mesi e il fatto che l’80% dei raid aerei della ‘coalizione internazionale’ sono stati concentrati proprio sull’area in questione, si deve anche all’autogestione di governo propria di tutta la regione della Rojava: in mancanza di uno Stato Curdo queste comunità hanno sviluppato un originalissimo sistema quasi-statuale, fatto di confederalismo democratico, welfare di comunità e solidarismo interno che rendono queste esperienze un vero e proprio laboratorio di autonomia democratica ben descritto nella cosiddetta Carta del Rojava, che sarà il tema di discussione e confronto di un’assemblea al prossimo FSM di Tunisi, promossa da diverse organizzazioni curde e internazionali tra cui l’Arci. L’attenzione dell’opinione pubblica occidentale è dunque altissima grazie tanto a iniziative di solidarietà internazionale quanto a una narrazione quasi epica delle gesta di combattimento. Ultimamente Zerocalcare (al secolo Michele Rech), fumettista aretino poco meno che trentenne, si è recato a Mehser, poco distante da Kobane, per portare aiuti umanitari alla popolazione civile e, al suo ritorno in Italia, ha raccontato la situazione in loco con un bellissimo fumetto uscito sulla rivista Internazionale, un vero e proprio caso editoriale, che ha fatto esaurire in pochi giorni il numero della rivista.

L’Italia ripudia la guerra, non rendiamo più facile dichiararla

Il comunicato di Rete della Pace, Rete Disarmo e Sbilanciamoci! La riforma istituzionale al vaglio del Parlamento annovera anche una riscrittura dell’articolo 78 della Costituzione. Tale articolo afferma che «Le Camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al Governo i poteri necessari». Una configurazione che era stata pensata come passo grave che derogasse solo temporaneamente dal principio di ripudio della guerra sancito dall’articolo 11, che fa parte dei principi fondamentali della Carta. Il potere di attivare lo stato di guerra spettante al Parlamento si configura quindi come atto politico per eccellenza e presuppone un giudizio di necessità circa l’instaurazione del regime giuridico di eccezionalità. La modifica in discussione prevede invece

che la dichiarazione di guerra spetti a un solo ramo del Parlamento, il che, combinato con la nuova legge elettorale che prevede un alto premio di maggioranza, rende possibile che un singolo partito possa prendere tale decisione. Esprimiamo perciò forte preoccupazione per questa possibilità e per la leggerezza con cui si affrontano temi così delicati. Riteniamo pericoloso che si intervenga sull’articolo 78 della Costituzione solo come conseguenza automatica e quasi ‘tecnica’ di una decisione sull’assetto parlamentare. Sarebbe invece opportuno aprire un dibattito ampio per trovare delle modifiche - necessarie mutando la natura del Senato - più aderenti ai contenuti voluti dai costituenti.

Non riteniamo accettabile, per esempio, che sia più semplice raggiungere la maggioranza utile a dichiarare guerra rispetto a quella necessaria per l’elezione del Presidente della Repubblica. Stiamo rilanciando un appello per sostenere un emendamento presentato da molti membri dell’intergruppo dei ‘Parlamentari per la Pace’. L’emendamento punta almeno ad innalzare il ‘quorum’ dei voti per una Dichiarazione di guerra. Ma la nostra richiesta di fondo rimane quella di uno stralcio di qualsiasi provvedimento che preveda la modifica dell’articolo 78 e l’apertura di un ampio dibattito sugli indirizzi che la nostra Repubblica deve avere su una questione come quella della scelta tra pace e guerra.


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Frontex e la delegittimazione del diritto d’asilo di Filippo Miraglia vicepresidente nazionale Arci

Nei giorni scorsi l’agenzia Frontex ha diffuso i dati, quasi definitivi, delle persone fermate nel 2014 alla frontiera dell’UE nel tentativo di oltrepassare illegalmente il confine di uno dei Paesi membri. Frontex parla di un numero pari al doppio dell’anno precedente: 278mila rispetto ai 107mila del 2013. La spiegazione data è paradossale. L’aumento consistente viene attribuito, correttamente, ad un aumento di rifugiati e sfollati. Si parla addirittura di un anno, il 2014, nel quale, a causa della guerra in Siria e del conflitto in Iraq, si è registrato il più grande numero di rifugiati dal dopoguerra ad oggi. Eppure il dato, che per la spiegazione data coinvolge sicuramente e in gran parte, persone in cerca di protezione, riguarda i migranti detenuti per aver attraversato illegalmente i confini. Si potrebbe dire che l’agenzia Frontex, finanziata con i soldi del contribuente europeo, consolida con dati (e con il ricorso a strumenti di controllo e monitoraggio delle frontiere), un pregiudizio che implica un’insopportabile

ingiustizia: chi tenta di arrivare in Europa è un migrante illegale e quindi è arrestato e detenuto e poiché l’aumento è legato al gran numero di profughi in fuga dalle guerre, la logica conseguenza è che fuggire dalle guerre è illegale. Sembra quasi che le direttive europee riguardanti i richiedenti asilo, la Convenzione di Ginevra e le leggi nazionali che tutelano coloro che sono in cerca di protezione non abbiano alcun valore. D’altronde è la linea che sembra aver vinto in relazione alla scelta del governo italiano di chiudere Mare Nostrum. Che trova una forte ed esplicita coerenza nell’investimento che i Paesi europei hanno fatto sul cosiddetto processo di Khartoum. Da un lato c’è la criminalizzazione dei rifugiati e degli sfollati rappresentati come migranti illegali (aumenta il numero dei migranti detenuti proprio a causa delle guerre), anche attraverso l’implementazione di un armamentario internazionale di controllo e respingimento. In pratica di guerra ai migranti. Dall’altro una sfacciata rincorsa a esternalizzare i controlli

affidandoli ai governi dei Paesi intorno all’Europa, con particolare riferimento al nord Africa e ad alcune aree di crisi. Tutti sanno che in Turchia in questo momento centinaia di migliaia di famiglie siriane (sono quasi 4 milioni i profughi siriani accolti nei Paesi di quell’area), con bambini al seguito, da circa due anni forzatamente lontani da casa, se vogliono dare un futuro ai loro figli non possono che rivolgersi a chi in questo momento organizza viaggi in navi cargo che vengono abbandonate in mezzo al mare in attesa che qualcuno vada a recuperarle, per la modica cifra di 6/7 mila dollari a persona. Queste famiglie non possono in nessun altro modo andare via dai campi profughi e non c’è alcun modo, legale, per rivolgersi agli stati. Un risultato questo che spiega, più di ogni documento e dichiarazione politica, quanto sia falso l’interesse per la lotta alla criminalità organizzata e ai trafficanti di esseri umani. Una realtà che rappresenta un tratto molto negativo dell’identità di questa Europa.

Per la dignità e il riconoscimento della più numerosa minoranza europea di Claudio Graziano Arci Roma

50milafirme per dare dignità e riconoscimento alla più grande minoranza europea. Un popolo con una sua lingua e una storia lunga e drammatica; un lungo viaggio dall’india al cuore dell’Europa ed anche oltre, attraverso imperi e guerre dalla Persia ai Balcani, dalla Spagna ai campi di sterminio della Germania nazista. Nel nostro paese i Rom e i Sinti sono una minoranza presente dal 1400. Negli ultimi 25 anni si sono aggiunti rom profughi dalla guerra in ex Jugoslavia e rom in fuga dalle drammatiche condizioni di vita di paesi come la Romania. Si tratta di circa 150mila persone, in maggioranza di cittadinanza italiana, da sempre considerati gli ultimi, gli estranei, da secoli discriminati e tenuti ai margini. Popolo senza terra, da sempre refrattario alla guerra. Rom e Sinti sono, nel nostro paese, spesso utilizzati per fini elettorali, modello criminale per i fabbricanti di odio e intolleranza. Le istituzioni hanno sempre interpretato la loro presenza, specialmente quella delle ultime migrazioni, come qualcosa da

marginalizzare e contenere, pochissime sono le azioni positive. I campi sono l’esempio più eclatante di questa logica di segregazione. L’Arci aderisce e promuove con convinzione questa iniziativa legislativa. L’ampio e rappresentativo comitato promotore dal quale emerge una forte rappresentatività delle associazioni di rom e sinti è un tratto qualitativo di questa proposta. Il disegno di legge di iniziativa popolare si articola in diversi punti: 1. la specifica tutela del patrimonio linguistico-culturale della minoranza rom e sinta, con istituti analoghi a quelli previsti dalla legge n. 482/1999 per tutte le altre minoranze (diritto allo studio e all’insegnamento della lingua, diffusione della cultura e delle tradizioni storico-letterarie e musicali); 2. l’incentivo e la tutela delle associazioni composte da Rom e Sinti, conforme alla libertà di associazione prevista dall’articolo 18 della Costituzione per favorire la partecipazione attiva e

propositiva alla vita sociale, culturale e politica del Paese; 3. il diritto di vivere nella condizione liberamente scelta di sedentarietà o di itineranza, di abitare in alloggi secondo una pluralità di scelte secondo le norme della Convenzionequadro per la tutela delle minoranze nazionali di Strasburgo del 1 febbraio 1995, le raccomandazioni del Consiglio d’Europa, dell’OCSE e della Commissione europea e la Strategia nazionale d’inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Caminanti; 4. norme che sanzionino le discriminazioni fondate sull’appartenenza ad una minoranza linguistica in attuazione del principio costituzionale di eguaglianza senza distinzione di lingua e di etnia. Chi condivide questo appello condivide la convinzione che il riconoscimento della minoranza rom e sinta, della sua storia, della sua cultura, insomma della sua identità consente di accogliere rom e sinti nella comunità più generale insieme con tutte le altre identità che costituiscono il nostro patrimonio nazionale.


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L’Arci sull’elezione del Presidente della Repubblica Mattarella Complimenti e buon lavoro al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Al Quirinale sale una figura sobria e autorevole che ha sempre mostrato di essere garante dei processi democratici e dei principi della nostra Costituzione. E una conferma del suo legame con i valori della Resistenza, della lotta di Liberazione, dell’antifascismo é giunta subito dopo l’elezione con la visita al sacrario delle Fosse Ardeatine. Confidiamo che il neo Presidente sappia dare voce alle istanze di uguaglianza, solidarietà, giustizia sociale, lotta alle mafie e all’illegalità, che emergono dalla società e rappresentare con credibilità e dignità il nostro Paese a livello internazionale. Al nuovo Presidente della Repubblica

l’Arci chiede di saper interpretare e sostenere le ragioni della laicità e dei diritti civili. Auspica che il suo lavoro renda più forte un rilancio delle politiche

dell’Unione Europea fondato su maggiore giustizia ed equità. Il nostro augurio è che il suo mandato contribuisca all’apertura di una stagione nuova della vita delle nostre istituzioni democratiche, delle forze politiche che si ispirano ai valori del campo progressista. A noi dell’Arci, infine, quest’ultima tornata per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica ha regalato una soddisfazione ulteriore: i primi tre scrutini hanno manifestato numerose preferenze per una personalità a noi molto vicina, la Presidente onoraria della nostra associazione Luciana Castellina. Segno che quelle istanze di uguaglianza, solidarietà, giustizia che attraversano il nostro Paese non possono essere lasciate senza risposta.

La campagna per una Difesa civile e nonviolenta scrive al nuovo Capo dello Stato Una lettera di augurio per l’inizio del settennato: in questo modo le sei reti promotrici di Un’altra difesa è possibile hanno deciso di rivolgersi al nuovo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un’occasione per far sentire vicinanza all’inizio di questo importante e gravoso compito e per ricordare come «le reti e le associazioni pacifiste, nonviolente, per il disarmo, della cooperazione internazionale e del servizio civile che hanno promosso la Campagna Un’altra difesa è possibile» hanno già dato vita al percorso per «promuovere una legge di iniziativa popolare per l’istituzione presso la Presidenza del Consiglio del Dipartimento della Difesa civile, non armata e nonviolenta». La Conferenza nazionale Enti di Servizio Civile, il Forum Nazionale Servizio Civile, la Rete della Pace, la Rete Italiana per il Disarmo, la Campagna Sbilanciamoci e il Tavolo Interventi Civili di Pace hanno voluto rivolgersi al nuovo Capo dello Stato e garante della Costituzione per ricordare l’importanza del lavoro con-

dotto quotidianamente dagli organismi che hanno dato vita alla Campagna per una difesa civile. Nella missiva si legge: «Siamo coscienti che la Costituzione Le affida il comando delle Forze armate e la presidenza del Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, ma siamo altresì convinti che Lei saprà tenere in considerazione le nostre proposte che mirano ad ottenere un riconoscimento politico, giuridico, finanziario e dunque istituzionale per le nuove forme di difesa civile e nonviolenta della Patria che sono previste dalla nostra Costituzione e confermate da due sentenze della Corte Costituzionale e tre leggi dello Stato«. L’intenzione è quindi quella di ricordare al Presidente Mattarella la rilevanza di approcci innovativi e nonviolenti al dovere costituzionale di difesa della Patria. Sottolineando come proprio Mattarella, nel suo ruolo di Ministro della Difesa del Governo che decise di sospendere la leva obbligatoria, ebbe parole importanti a riguardo del Servizio Civile come forma non armata di dife-

sa: «Qualsiasi giovane potrà comunque concorrere alla difesa della patria con mezzi ed attività non militari. I futuri volontari potranno continuare a favorire e promuovere la solidarietà e la cooperazione». L’obiettivo della Campagna Un’altra difesa è possibile è quello di dare, proprio attraverso l’iniziativa popolare, uno strumento ai cittadini per chiedere allo Stato l’istituzione della Difesa civile, non armata e nonviolenta ovvero per la difesa della Costituzione e dei diritti civili e sociali che in essa sono affermati. I promotori hanno quindi ricordato al Presidente Mattarella che «lo strumento politico della legge di iniziativa popolare vuole aprire un confronto pubblico per ridefinire i concetti di difesa e sicurezza dando centralità alla Costituzione che ‘ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali’ (art. 11), che afferma la difesa dei diritti di cittadinanza ed affida ad ogni cittadino il ‘sacro dovere della difesa della patria’ (art. 52)».


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economiaesocietà

FQTS: il futuro c’è Chiude a Salerno il seminario di formazione per il Sud Più di 300 persone, fra promotori e partecipanti, hanno tirato le somme della tre giorni di Salerno. Quale il bilancio e quali le prospettive di questa esperienza che in 7 anni ha formato più di 1500 persone del mondo del terzo settore e del volontariato nelle sei regioni del Sud Italia. Fqts è diventato in questi anni una ‘comunità formativa’, una scuola popolare che ha imparato a fare del territorio una materia di studio. Le associazioni hanno capito come superare la frammentazione e parlare lo stesso linguaggio. Il progetto è partito dalla concretezza delle questioni territoriali, per arrivare ad individuare una ‘visione’ capace di abbattere le distanze e di costruire ponti. Con il progetto Fqts, il terzo settore è diventato protagonista di cambiamento e innovazione e portatore di una nuova cultura e pratica politica, come sottolineato da Stefano Rodotà, intervenuto nella prima giornata del seminario Per costruire solidarietà bisogna fare cultura. Pietro Barbieri, portavoce del Forum del Terzo Settore,

parlando del futuro di Fqts ha dichiarato che «non si potrà prescindere dall’idea di esportare il progetto anche al resto del Paese. Fqts non sarà una riedizione di un ciclo, ma dovremo essere capaci di ‘creare conoscenza’ e ‘costruire legami’ per ampliare la platea dei destinatari. Ponendo una particolare attenzione ai giovani che al Sud vivono una condizione di disoccupazione allarmante». «Apprezziamo l’impegno con cui la Fondazione Con il Sud ha deciso di rifinanziare il progetto per il prossimo triennio - ha affermato Stefano Tabò, presidente di CSVnet. «Dobbiamo riuscire ad utilizzare al meglio queste risorse e riempirle di contenuti. Immagino un percorso futuro che veda in campo un ‘soggetto formativo’ e non solo un ‘progetto di formazione’: una ‘scuola’ stabile e organizzata». Emma Cavallaro, presidente della ConVol, in un messaggio inviato alla sala ha ribadito come «Fqts è stato un’occasione per camminare insieme orientati dai principi

della Costituzione italiana, valorizzando chi ha intrapreso questo percorso e cogliendo la sfida del cambiamento». Enzo Costa, coordinatore della Consulta del Volontariato presso il Forum, parlando di formazione e di cambiamento ha ribadito che «bisogna mettere al centro il benessere delle persone, facendo rete e superando così le differenze storiche che ci dividono per diventare movimento». In conclusione Mauro Giannelli, coordinatore nazionale del progetto, ha lanciato l’appuntamento per Fqts 20152017: «siamo già al lavoro per costruire il programma del nuovo triennio, e lo faremo anche questa volta all’insegna della partecipazione». Fqts è promosso dal Forum nazionale del Terzo Settore, Consulta del Volontariato presso il Forum, Conferenza Permanente delle Associazioni, Federazioni e Reti di Volontariato (ConVol), Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato (CSVnet) e finanziato dalla Fondazione Con il Sud.

Un italiano su due non arriva alla fine del mese. Il Rapporto Eurispes Sfiduciati, impoveriti e sempre più pessimisti: uno su due denuncia di non riuscire ad arrivare a fine mese, stessa percentuale per chi vorrebbe emigrare all’estero e addirittura al 40% la quota di chi vorrebbe uscire dall’euro per tornare alla lira. È il ritratto degli italiani che emerge dall’ultimo Rapporto Eurispes, l’istituto di statistica dell’Unione europea, riferito all’anno che si è appena concluso. Un racconto impietoso del grande freddo che si è abbattuto sul nostro paese, alle prese con la peggiore recessione di sempre. Dopo sette anni di ciclo economico negativo, le ripercussioni si abbattono anche sulla tenuta sociale: l’Italia è in cima alla classifica degli abbandoni scolastici e siamo tra gli europei che hanno subito la maggior caduta del potere d’acquisto. Non per nulla, è in costante aumento il numero di coppie, più o meno giovani, che per tirare avanti devono ricorrere all’aiuto dei genitori. Nell’ultimo anno sette italiani su 10 (71% del campione) hanno visto diminuire la capacità di affrontare le spese con le proprie entrate. L’erosione del potere d’acquisto non

colpisce solo gli acquisti un tempo definiti voluttuari come le cene al ristorante o la palestra, ma sono in calo anche le spese tramite e-commerce e negozi dell’usato. In crescita, il ricorso agli outlet o ai discount. Le statistiche dicono che gli italiani hanno la quota più alta di risparmio in Europa. Ma non sarà per molto, se si andrà avanti di questo passo: le condizioni economiche sono peggiorate per tre famiglie su quattro (76%), con un aumento di 16 punti sul 2014 e ormai il 62,8% deve attingere ai risparmi, contro il 51,8% di un anno fa. Il peso maggiore sui bilanci familiari arriva dalla casa: il 73% di chi ha contratto un mutuo fa fatica a pagare le rate, così come il 69% di chi è in affitto è in crisi a fine mese.

Un terzo del campione ha difficoltà con le spese di trasporto e oltre il 40% rinvia le spese mediche. Non deve quindi stupire se gli italiani sono spaccati a metà sulla moneta unica. L’ingresso nell’euro viene visto come una delle cause della nuova povertà: se un anno fa solo il 25,7% del campione sosteneva che l’Italia dovrebbe tornare alla lira, ora siamo al 40%. Non solo: il 22,7% pensa che l’euro abbia avvantaggiato soltanto i paesi più ricchi. Del resto, il 90% degli italiani ritiene che nell’ultimo anno le condizioni dell’economia siano peggiorate e il 55,7% ritiene che non ci sia nessuna ripresa dietro l’angolo, mentre i pessimisti un anno fa erano il 45,6%. Un italiano su quattro (il 39,5%) ritiene che nascere in Italia in questo momento sia una vera sfortuna. Ancora di più sono coloro i quali vorrebbero trasferirsi all’estero (il 45,4%) se solo ne avessero l’occasione. In testa ci sono gli studenti, quasi il 65%. Anche la maggioranza di coloro che sono in cerca di una nuova occupazione (59,8%) e la gran parte di chi è alla ricerca del primo impiego (52,7%) si dicono pronti a cercare un lavoro all’estero.


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Diritti di legalità

Un progetto di Arci Solidarietà Arezzo sulla legalità e la cittadinanza attiva Al via Diritti di legalità, un progetto di Arci Solidarietà Arezzo, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con la collaborazione del Tavolo provinciale Sicurezza e Legalità e dell’Ufficio scolastico provinciale. Il progetto intende intervenire negli ambiti della cittadinanza attiva, della legalità, corresponsabilità e disagio sociale, intesi sia come educazione ai diritti individuali e alla partecipazione democratica alle scelte della propria comunità, che al superamento delle discriminazioni, per una convivenza civile e rispettosa di regole comuni. Il progetto avrà ambito provinciale e prevede azioni di formazione e informazione rivolti a due target diversi di destinatari: giovani e adulti, che affronteranno percorsi distinti ma con un’attività finale comune. I giovani di otto classi degli Istituti Superiori di secondo grado avranno la possibilità di partecipare a laboratori didattici di educazione e promozione della cultura della legalità e della partecipazione democratica: i ragazzi saranno introdotti a tali tematiche attraverso metodologie attive e successivamente coinvolti in un lavoro di sintesi e rielaborazione creativa in grado di restituire la complessità e il valore simbolico che

la legalità, l’impegno civile e la partecipazione rivestono, anche nell’ottica di coltivare speranze, far fiorire visioni, nonché stimolare ad aderire in prima persona, anche fuori dal contesto scolastico, ad iniziative e progetti di cittadinanza attiva. Parallelamente agli incontri nelle scuole, sono previsti interventi che coinvolgeranno i soci dei circoli Arci del territorio provinciale, attraverso percorsi gestiti da un facilitatore che abbiano al centro le norme della convivenza democratica, il rispetto dei diritti inviolabili delle persone, il superamento del pregiudizio e l’adozione di stili di vita rispettosi della legalità e della corresponsabilità sociale. Il progetto prevede inoltre, a fine percorso, un viaggio di lavoro e studio presso la cooperativa Lavoro e non solo di Corleone, che gestisce alcuni beni e terreni confiscati alla mafia in Sicilia. L’esperienza del campo di lavoro coinvolgerà alcune classi degli Istituti scolastici e un gruppo di adulti dei centri di aggregazione sociale: sarà il culmine e la verifica pratica dei laboratori realizzati e costituirà lo strumento con il quale i destinatari del percorso potranno sperimentare direttamente forme di volontariato e cittadinanza attiva. www.arciarezzo.it

Cineforum con Arci Movie Prosegue a Napoli la 25esima edizione del Cineforum Arci Movie, al Pierrot di Ponticelli, ogni giovedì e venerdì con doppia proiezione. Questa settimana ad incontrare gli oltre mille soci sarà un ospite internazionale, il regista francese Palma d’Oro Laurent Cantet in occasione della proiezione del suo ultimo film Ritorno a L’Avana, ambientato su una terrazza cubana, dove cinque amici si riuniscono per festeggiare il ritorno di

Amadeo, dopo sedici anni di esilio. Nella giornata di venerdì Cantet incontrerà anche gli studenti di FILMaP – Atelier del cinema del reale e terrà per loro una masterclass dal titolo Come nasce un film. I prossimi eventi del Cineforum sono previsti il 19 e 20 febbraio con Song ‘e Napule, ospiti i Manetti Bros e il 12 e il 13 marzo con Francesco Munzi per Anime nere. www.arcimovie.it

Concorso per giovani giornalisti Scade il 15 febbraio il bando per l’assegnazione di borse di studio di giornalismo in memoria di Giorgio Gardiol, promosso dall’Arci di Pinerolo, dall’associazione culturale Stranamore, dall’associazione Per la conoscenza, la difesa, l’attuazione della Costituzione, da Riforma-L’Eco delle valli valdesi e dall’associazione culturale Pensieri in piazza, con il Patrocinio del Comune di Pinerolo. Il bando si rivolge a giornalisti precari ed aspiranti giornalisti tra i 22 e i 30 anni,

su tutto il territorio nazionale e propone due tracce sulle quali lavorare, per l’assegnazione di tre borse di studio. Gli articoli (di nuova stesura, non superiori alle 90 righe e mai pubblicati prima, anche se sarà titolo di merito l’aver pubblicato, anche on line, articoli sullo stesso tema ambientalistico) e la relativa documentazione vanno inviati entro il 15 febbraio all’indirizzo email perlacostituzione@gmail.com www.arcipiemonte.it

in più A scuola di rock SAN POLO D’ENZA (RE)

Ultimo appuntamento al circolo Arci Pontenovo con A scuola di rock, ciclo di serate dedicate alla musica rock, ai suoi miti, agli aneddoti e ai riff di chitarra che hanno fatto la storia della musica giovanile per eccellenza. Il 12 febbraio alle 21 il tema saranno gli anni ‘80 con la riscoperta delle radici (new wave e sfumature, elettronica, RnR revival e scena neopsichedelica/garage) e il rock come impegno nel sociale. fb Circolo Pontenovo

teatro interculturale CATANIA Sono ancora aperte le

iscrizioni al laboratorio di Teatro interculturale promosso dall’Arci Catania: teatro sociale per stimolare la cultura del confronto, diffondere pratiche di resistenza contro l’intolleranza e gli stereotipi e promuovere la partecipazione alla vita politica della città di Catania. Il primo incontro si terrà martedì 10 febbraio nella sede di Officina Rebelde in Via Coppola 6. catania@arci.it

orizzontelibri VALENZANO (BA) Nuovo

appuntamento con la rassegna OrizzonteLibri: domenica 8 febbraio alle ore 20,30 Davide Ceddia sarà ospite del circolo l’Arcipelago. A partire dalla recente pubblicazione Pìinze che la capa tò, raccolta di racconti in rima in vernacolo barese, Davide spazierà dalla prosa alla poesia, senza trascurare riflessioni sulla storia, sul presente e sul futuro del dialetto barese. Ingresso libero per i tesserati Arci. www.arcivalenzano.it

libertà di satira SAN MINIATO (PI) Al circolo

Giuseppe Monti di Stibbio sabato 7 febbraio è in programma la serata Charlie Hebdo e Libertà di satira - Il punto di vista semiserio di Don Zauker. Protagonisti indiscussi saranno vignettisti e autori del calibro di Emiliano Pagani, Daniele Caluri e Alberto Pagliaro, noti alle cronache per l’irriverenza e la causticità dei loro lavori. Saranno presenti Gianluca Mengozzi, presidente Arci Toscana, Sergio Coppola, presidente Arci Cuoio, Andrea Graziano, presidente del circolo Monti. www.stibbio.it


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arcireport n. 4 | 5 febbraio 2015

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A terni

In scena ‘Il diario di Anna Frank’

Serata a Barzanò

Sabato 7 febbraio alle ore 21, presso il Teatro Secci di Terni, il comitato provinciale Arci organizza la messa in scena di Il diario di Anna Frank, opera teatrale di Hackett con inserimenti di brani tratti da Se questo è un uomo di Primo Levi e da Il silenzio dei vivi di Elisa Springer. La regia è di Pietro De Rosa. L’iniziativa è realizzata con il Patrocinio del Comune di Terni, l’ingresso è libero fino ad esaurimento posti. Si tratta di una rappresentazione che narra le vicissitudini di alcune persone che sono l’emblema storico ed umano delle atrocità che l’uomo è stato capace di compiere e che purtroppo ancora è capace di fare anche sotto altri aspetti e forme. È un teatro di conoscenza e di riflessione con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico sulle problematiche delle discriminazioni intese in senso lato e non solo razziale. L’opera verte soprattutto sul dramma che milioni di persone hanno dovuto subire durante il loro travaglio fatto di segregazione e di umiliazioni, che non hanno eguali in nessun altro periodo storico. L’evento rientra tra le iniziative organizzate in tutta Italia da Arci per lo scorso 27 gennaio, Giorno della Memoria.

Alle 21 di martedì 10 febbraio l’associazione Banlieue e il circolo LiberArci di Barzanò (LC) organizzano, presso la sede del circolo, la proiezione del documentario I falsi della storia la storia dei falsi, con una presentazione a cura di Gabriele Fontana dell’associazione Banlieue.

‘Chiamata alle arti’ di Arci Bergamo

Appello alla rete Stop OPG

www.arcilecco.it

www.arciterni.it

L’Arci di Bergamo, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne dello scorso 25 novembre, ha lanciato una ‘chiamata alle arti’, chiedendo a tutte le donne che operano nel campo delle arti di realizzare un’opera (dipinto, fotografia,video, piccole installazioni, scultura, scritto, poesia) sul tema e di metterla a disposizione dell’Arci di Bergamo per organizzare poi sul territorio bergamasco (nei circoli Arci, presso le associazioni e biblioteche che vorranno ospitarla) delle ‘installazioni culturali contro la violenza’ per tutto l’anno. Dal 25 novembre fino a fine marzo le opere saranno raccolte presso la sede Arci Bergamo. In aprile si inaugurerà la prima installazione delle opere nella città di Bergamo, cui seguiranno poi installazioni in altri luoghi della provincia e non solo. Ogni momento, ogni luogo, sarà l’occasione per ribadire il no alla violenza e il sì alla libertà di essere. Al termine del percorso, nel dicembre 2015, le opere saranno restituite alle artiste oppure, se donate, verranno messe all’asta e il ricavato devoluto a favore di iniziative che aiutino le donne vittime di violenza. bergamo@arci.it

Solidarietà tra Pistoia e Carrara Il circolo Arci L. Bugiani di Pistoia ha risposto alla campagna di solidarietà dell’Arci provinciale in soccorso del circolo Spazio 2.0 di Marina di Carrara, importante luogo di aggregazione e cultura per giovani e anziani, che il 5 novembre scorso ha visto costose strumentazioni rovinate e i locali interamente sommersi dalla tragica piena del torrente Carrione. Grazie a tre eventi di solidarietà, il circolo Bugiani è arrivato a donare un’importante somma ai ‘fratelli’ carraresi, somma che permetterà di comprare tre nuovi strumenti musicali. Dalla donazione al gemellaggio il passo è breve, così i consiglieri Andrea Renaldi e Consuelo Baratta di Spazio 2.0 hanno sancito sotto la Fortezza, con tanto di pergamena, l’unione col circolo pistoiese rappresentato dal presidente Alfredo Taddei e dal tesoriere Vito Bellomo.

L’ associazione di volontariato Ca.S.A. ed il circolo Arci Città Futura di Barcellona Pozzo di Gotto (ME) hanno stilato una lettera aperta indirizzata alla rete Stop -OPG nazionale e barcellonese, ma anche a tutti i cittadini, per chiedere e programmare la realizzazione di centri della memoria storica OPG. «Siamo ormai a meno di due mesi dal 31 marzo, i segnali che da più parti giungono delineano una situazione tutt’altro che tranquillizzante - si legge in un testo che le due associazioni hanno diffuso - riteniamo quindi necessario un incontro tra tutti per ribadire la più ferma opposizione ad ulteriori proroghe dichiarate o meno e per programmare le necessarie iniziative di lotta. Nuovi OPG non devono nascere, dei vecchi deve rimanere solo la memoria. Per questo chiediamo alla rete di prendere in considerazione e fare proprio un progetto di realizzazione nel ‘Vittorio Madia’ di un centro della memoria storica dell’OPG che salvaguardi, organizzi e diffonda la memoria dell’umanità sofferente che in quel luogo ha transitato, ha vissuto, è morta ha penato; e allo stesso tempo invitiamo i cittadini a partecipare alle iniziative. Infine facciamo appello alla rete OPG nazionale affinchè promuova e coordini la nascita di centri della memoria OPG nelle strutture dei vecchi OPG italiani».


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arcireport n. 4 | 5 febbraio 2015

azionisolidali le notizie di arcs

a cura di Francesco Verdolino

El campo y la Ciudad Torna il programma dei campi di lavoro e conoscenza all’Estero, un’esperienza di Volontariato Internazionale Arci nata nel 2005, che ha visto in questi anni la mobilitazione di circa 700 volontarie e volontari, con più di 15 Paesi interessati dai programmi. Per Pasqua 2015 abbiamo organizzato un workshop fotografico a Cuba. Le iscrizioni scadono il 23 febbraio.

I partecipanti, dal 2 al 13 aprile 2015, insieme al fotografo professionista Giulio Di Meo, cattureranno ‘istantanee’ che raccontino la Cuba cosmopolita, internazionale, brillante e famosa de La Habana e la Cuba intima, genuina e solare del campo di Pinar del Rio. Saranno infatti queste le due realtà che cercheremo di scoprire e mettere a confronto durante il workshop di fotografia sociale El campo y la Ciudad. Per partecipare alle attività dei campi di lavoro bisogna essere maggiorenni. È richiesta inoltre la partecipazione obbligatoria alla formazione prima della partenza e capacità di adattamento e di coinvolgimento rispetto alla realtà in cui il campo si svolge. La quota di partecipazione al campo è di 2200 euro e comprende viaggio aereo, spostamenti in loco, vitto, alloggio, assicurazione sanitaria e civile SISCOS (assicurazione per cooperanti e volontari in missione all’estero) e costi di visto. I campi di lavoro e conoscenza internazionali dell’Arci sono un’esperienza di volontariato a breve termine dove si vive e si lavora insieme, ci si impegna direttamente in attività condivise con le comunità locali: l’obiettivo è quello di promuovere, attraverso la conoscenza diretta, la solidarietà e la cooperazione internazionale come valore collettivo, ma anche come stile di vita, per la promozione del dialogo interculturale, la pace, l’affermazione dei diritti globali. campidilavoro@arci.it

società

Una raccolta firme e tante iniziative per fermare il TTIP di Monica Di Sisto vicepresidente Fairwatch e Campagna Stop TTIP Italia

Un migliaio di attivisti da tutta Europa e anche dagli Usa, con cartelli e gessetti, per riempire il pavé di Bruxelles con le parole del nostro dissenso. Un gigantesco cavallo di Troia gonfiabile, per far capire che il TTIP è il cavallo di Troia per imporre gli interessi dei più forti sui diritti di tutti, espugnando quel po’ di democrazia e partecipazione che ci resta. Il 4 febbraio la Commissione europea ha ricevuto una visita a sorpresa. Affacciandosi sulla rotonda Schuman, di fronte alla loro sede istituzionale, hanno trovato a salutarli i rappresentanti delle campagne Stop TTIP di Europa e Stati Uniti, che in quegli stessi giorni si sono incontrati per concordare le prossime iniziative per bloccare le trattative. Due gli obiettivi più immediati: attivare una pressione fortissima sui Parlamentari europei, che in queste settimane lavorano per una Risoluzione che la Commissione aspetta per accelerare il TTIP, nonostante cresca la contrarietà in tutta Europa. Dall’ultimo testo ‘sottratto’ alla segretezza delle trattative abbiamo scoperto infatti che l’Ue vuole proporre agli Usa di avviare col TTIP una ‘cooperazione’ per rendere più simili tra i nostri Paesi non solo prodotti e servizi, ma standard di qualità, di sicurezza, leggi e regole, avendo come priorità non la protezione dei diritti e dei livelli di garanzia, ma l’abbattimento dei costi per le imprese e la facilitazione dei loro affari. L’elemento più sorprendente è che se un ‘portatore d’interesse’ (impresa, gruppo finanziario, lobby) si sentirà leso da una regola o uno standard, si dovrà aprire un tavolo per risolvere il problema, anche a livello di Stati membri. Non saranno, infatti, più gli Stati o i livelli regionali, ma per l’Europa la Commissione e per gli Usa l’Office of Information on Regulatory Affairs (contestato per opacità dalle associazioni dei consumatori) a guidare l’organismo che manderà avanti questo processo e che dovrà «prestare accurata considerazione» alle proposte delle imprese sulle regolazioni esistenti e future. Sono passate solo poche settimane dal richiamo alla Commissione Ue dell’Ombusman (l’autorità per il buon funzionamento delle istituzioni europee), che chiedeva maggiore trasparenza e rispetto per i processi normativi

esistenti. È passato ancor meno da quando la Commissaria al Commercio ha dovuto ammettere che oltre l’80% delle risposte alla consultazione online sull’opportunità di introdurre nel TTIP la possibilità per gli investitori privati di far causa a quegli Stati che imponessero regole che ne danneggiassero gli interessi, si era espressa per un secco no. Per questo la Campagna Stop TTIP Italia ha lanciato ufficialmente sul suo sito la raccolta di firme che chiede di bloccare immediatamente i negoziati e che ha già superato quota 1 milione e 500mila no in tutta Europa. La Campagna intanto intensificherà le pressioni sui parlamentari e gli incontri pubblici preparandosi al 18 aprile, quando si celebrerà la prima giornata transatlantica di mobilitazione. Tutte le associazioni aderenti alla campagna sono invitate a dare pubblicità alla raccolta di firme, e a pensare a qualcosa di creativo per il 18 aprile. Maltrattiamo il trattato: se lo merita. www.stop-ttip-italia.net

arcireport n. 4 | 5 febbraio 2015 In redazione Andreina Albano Maria Ortensia Ferrara Direttore responsabile Emanuele Patti Direttore editoriale Francesca Chiavacci Progetto grafico Avenida Impaginazione e grafica Claudia Ranzani Impaginazione newsletter online Martina Castagnini Editore Associazione Arci Redazione | Roma, via dei Monti di Pietralata n.16 Registrazione | Tribunale di Roma n. 13/2005 del 24 gennaio 2005 Chiuso in redazione alle 15,30 Arcireport è rilasciato nei termini della licenza Creative Commons Attribuzione | Non commerciale | Condividi allo stesso modo 2.5 Italia

http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/


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