Arcireport n 9 2014

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arcireport

settimanale a cura dell’Arci | anno XII | n. 9 | 6 marzo 2014 | www.arci.it | report @arci.it

‘Dalla parte buona della vita’ L’Arci va a Congresso di Paolo Beni*

Il 13 marzo l’Arci va a Congresso. Ci arriva dopo un dibattito intenso che ha attraversato centinaia di assemblee nel territorio, e questa è una bella prova di vitalità e di pratica democratica. Un Congresso importante, perché deciderà il ricambio del gruppo dirigente nazionale, ma anche perché cade in un momento molto difficile per il paese e per il mondo del terzo settore. Bastano pochi dati a delineare i tratti di una crisi drammatica: oltre tre milioni di disoccupati con la soglia record del 42% fra i giovani, il disagio sociale che coinvolge ormai nove milioni e mezzo di italiani dei quali quasi cinque in povertà assoluta. Una vera emergenza che si somma alla crisi culturale, morale, dell’etica pubblica, alla frattura sempre più profonda fra i cittadini e la politica, al degrado delle istituzioni democratiche. Un congresso è l’occasione per aggiorcontinua a pagina 2

La Giornata internazionale della donna di Michela Faccioli presidenza nazionale Arci

La Giornata internazionale della donna fu istituita nei primi anni del Novecento per volontà di alcune politiche socialiste. L’8 marzo è anche il giorno in cui fu uccisa, da un gruppo di cristiani, Ipazia, la martire del pensiero laico e libero. La matematica di Alessandria, dunque, con difficoltà può essere accostata alle donne raccontate nella Bibbia, anche se alcune di loro, distintesi per coraggio e trasgressione, non sfigurano: Eva, considerata il prototipo delle donne ingannatrici, infedeli, insaziabili, tentatrici e maliziose, si assume la responsabilità di una vita autonoma, consentendo l’inizio della storia umana; Ruth, rimasta vedova, è spinta dall’affetto verso la suocera e non volendo abbandonarla alla solitudine, riesce ad orientare la legge androcentrica del tempo e a interpretarla per difendere la condizione sua e quella delle altre donne; Maria, conosciuta non per la sua appartenenza ad un uomo (moglie di ...), ma dal suo luogo di provenienza (Magdala), fa parte dei discepoli più stretti di Gesù, tanto da essere la prima a giungere al sepolcro,

ad avere un incontro con il Risorto e a ricevere l’incarico di testimoniare la presenza vivente. Saltando casualmente nella storia, ci si imbatte nella maestra Dorothea L. Dix, che nella metà dell’Ottocento risveglia la coscienza nazionale al problema della follia, percorrendo decine di migliaia di miglia e presentando un memoriale al Parlamento del Massachusetts in cui spiega nei particolari come, nelle carceri e negli ospizi visitati in varie parti dello Stato, i malati di mente siano confinati in gabbie, ripostigli, recinti, cantine e stalle e come siano frequentemente incatenati, denudati, picchiati con il bastone e frustati per ridurli all’obbedienza. Simone Weil cerca lungo tutta la sua breve vita di coniugare il suo ferreo sentimento religioso con una instancabile analisi marxista della storia, relazione che ricorre talvolta nei suoi scritti:«... svilire il lavoro è un sacrilegio esattamente nello stesso senso in cui è un sacrilegio calpestare un’ostia». continua a pagina 2


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segue dalla prima pagina

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nare l’analisi del contesto, definire obbiettivi e programmi partendo dal lavoro svolto, dalle cose fatte e da ciò che resta da fare. Mai come oggi abbiamo bisogno di riflettere su cosa è successo in questi anni. Su una crisi che non è frutto della malasorte, ma della scelta consapevole di un modello di sviluppo fallimentare che ha portato l’economia a mangiarsi la politica e poi la finanza a divorarsi l’economia. Dobbiamo invertire la rotta, ridare alla politica la capacità di governare i processi economici, chiudere la stagione dell’austerità e dello smantellamento dei diritti. Non ci salverà il mercato, ma un cambio di paradigma che all’ideologia del profitto contrapponga la cultura dei beni comuni, la riconversione ecologica, il primato dei diritti e delle istituzioni democratiche. Molte sono le cose urgenti da fare. Investire nel lavoro, perché se non c’è lavoro si sgretola il tessuto sociale; ripristinare un livello decente di politiche sociali, redistribuire ricchezza perché in Italia sono aumentati i poveri mentre una minoranza si è arricchita; contrastare la corruzione che sottrae enormi risorse al paese; arginare la crisi morale, dell’etica pubblica, il populismo demagogico, la regressione della cultura civica e della solidarietà sociale; restituire dignità e rappresentatività alle istituzioni, perché se una società è privata della rappresentanza il divorzio fra popolo e democrazia avrà conseguenze devastanti. Un cambiamento profondo, che nessuno può garantire da solo. Non ce la fanno le istituzioni, non bastano i partiti, nemmeno le organizzazioni sociali, ma tutti devono concorrere a un grande sforzo comune. In questo senso il ruolo dell’associazionismo è decisivo, per la sua capacità di essere motore di partecipazione, costruire relazioni e legami sociali, mettere in rete risorse e competenze, sperimentare soluzioni. Oggi la crisi pone il terzo settore di fronte a nuove responsabilità, e l’Arci è in prima fila in questa sfida. Per la sua storia, che è quella delle case del popolo e dei movimenti protagonisti delle grandi conquiste sociali del secolo scorso, delle battaglie per la cultura popolare e i diritti civili; per la sua vocazione politica, che non è alzare una bandiera ma svolgere, nella pratica associativa, azioni concrete di resistenza e trasformazione sociale.

Un’altra socialista, Rosa Luxemburg, si fa largo tra gli intellettuali suoi contemporanei non risparmiando dure critiche alla socialdemocrazia tedesca o allo ‘scribacchino’ Kautsky e proponendo un suo punto di vista sul socialismo, al quale «tutta la massa del popolo (...) deve prendere parte. Altrimenti il socialismo viene decretato, autorizzato dal tavolo di una dozzina di intellettuali». Micaela Feldman Etchebéhère, detta Mika, lascia la famiglia e Buenos Aires per inseguire con il marito i sogni rivoluzionari che la porteranno prima nei circoli culturali d’Europa e poi a diventare ‘Capitana’ di una milizia tutta maschile, prima diffidente e poi nei suoi riguardi affettuosa, nella Guerra civile di Spagna. La trentina Chiara Lubich, cresciuta in una famiglia molto povera, in parte cattolica e in parte di sinistra, dopo aver vissuto gli eventi della Seconda Guerra Mondiale, riesce a fondare il Movimento dei Focolari e a diffonderlo oltre i confini nazionali. L’astrofisica e indiscutibilmente atea Hack, ha sottolineato, a proposito di Eva e per confutare le sue tesi, che la sua colpa è stata quella di indagare le leggi che regolano l’universo, di rifiutare perciò le leggi che calano dall’alto. Eva, per Hack, ha «rappresentato la curiosità della scienza contro la passiva accettazione della fede».

H. Arendt consegna al mondo pagine memorabili, mentre segue il processo del criminale nazista Eichmann, senza curarsi delle critiche sollevate quando tratta l’argomento delle acquiescenze al nazismo. Luciana Castellina, in forte dissenso con il Pci e con i suoi dogmi, promuove, con altri compagni e compagne, un’avventura editoriale che riempie le pagine della sinistra italiana. Oggi, Luciana interviene nelle assemblee dell’Arci, facendosi apprezzare per le analisi lucide e puntuali, che arricchiscono la discussione e spesso la orientano. Tante donne, a volte molto diverse tra di loro e a volte diverse da quelle, molto più numerose, che attraversano la storia senza interrogarsi sul loro ruolo, ma che agiscono come lievito della società, vivendo nell’anonimato del quotidiano: donne che lavorano, mamme, zie, ...o tutte queste cose messe assieme. La filosofa Adriana Cavarero ricorda che «per millenni la domanda ‘che cos’è la donna?’ ha del resto riguardato una definizione, cento definizioni, mille contraddizioni, in cui nessuno certo si aspettava che fosse una donna a rispondere». Tutte le donne, quindi, rivendichino il diritto di trascorrere e di reinventare, come credono, la giornata dell’8 marzo: femminile, plurale.

Come dimostra il recente censimento Istat, il terzo settore è l’unico comparto che nella crisi ha continuato a crescere e produrre nuova occupazione. Ma proprio il suo crescente peso economico impone di tutelarne l’autonomia, l’identità culturale e il profilo ideale. È tempo di affrontare nodi da tempo irrisolti come il pieno riconoscimento del valore sociale dell’associazionismo al pari di altri soggetti del terzo settore. Negli ultimi anni questo non è avvenuto, anzi la vita dei nostri circoli è stata resa più difficile da eccessivi obblighi burocratici e controlli spesso viziati da una approccio vessatorio. Per questo promuoveremo nei prossimi mesi una grande campagna per i diritti del libero associazionismo. Compito del congresso è anche dotare l’associazione di strumenti organizzativi utili a realizzare i suoi obbiettivi. L’universo dei circoli si evolve, diversifica le proprie attività, esprime nuovi bisogni a cui tutta la nostra struttura, dai livelli

territoriali ai regionali al nazionale, deve offrire risposte efficaci. Dobbiamo superare la frammentazione, valorizzare il protagonismo e l’interscambio fra i territori; ridefinire funzioni e responsabilità della direzione nazionale, operare un rinnovamento che valorizzi un nuovo gruppo dirigente senza disperdere competenze che sono patrimonio di tutta l’associazione. Temi su cui abbiamo svolto, prima con la consultazione svolta in autunno e poi nei congressi del territorio, un serio confronto. Ne esce confermato l’impianto condiviso del documento congressuale, arricchito di molte sottolineature e proposte a conferma della pluralità di esperienze e sensibilità che nell’Arci convivono nella cornice di un progetto unitario. In questo senso le stesse candidature a presidente di Chiavacci e Miraglia, anziché motivo di divisione, possono essere un contributo prezioso per dare più forza e coesione all’associazione del futuro. * Presidente nazionale Arci


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ucca

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Obiettivi sul Lavoro: il primo premio ad ‘Atlantis’ di Massimo Ferrari di Greta Barbolini presidente nazionale Ucca

Sono stati consegnati giovedì scorso i premi ai vincitori del concorso per audiovisivi Obiettivi sul lavoro, storie dal mondo della conoscenza, promosso da Arci, Flc-Cgil, Ucca Fondazione Unipolis, in collaborazione con Slc-Cgil. Un primo elemento positivo è dato dal numero delle opere pervenute - più di quaranta - a dimostrazione della vitalità del cinema indipendente in Italia e della centralità del tema proposto. Il secondo elemento positivo riguarda la buona qualità delle opere selezionate e premiate. Il primo premio (4mila euro) è stato assegnato ad Atlantis del regista Massimo Ferrari. Il film documentario racconta la storia di due donne ‘speciali’, che reagiscono con forza e coraggio alla crisi. Una è Rosa, un’operaia della ‘Tacconi sud’ di Latina che organizza la lotta delle 28 lavoratrici contro l’improvvisa chiusura della fabbrica. Lo stabilimento viene occupato per 550 giorni e il film documenta il modo civile e originale in cui viene condotta questa battaglia. L’altra donna è Margherita, un’imprenditrice di Carrara che instaura con le dipendenti un rapporto particolare, offrendo la possibi-

lità di partecipare a laboratori culturali e che ogni anno organizza un festival di cinema nel parcheggio della fabbrica. Le due donne si incontrano, si scambiano idee e riflessioni sul ruolo della cultura per accrescere la consapevolezza dei diritti nel mondo del lavoro. Il secondo premio (3mila euro) è stato attribuito al cortometraggio 2033 con la regia di Chiara Tarfano su soggetto di Silvia Bencivelli. È la storia di una giovane giornalista scientifica che ogni giorno deve fare i conti con le incertezze della sua condizione di free-lance, con la consapevolezza di fare un lavoro che ha scelto, ma anche con l’impossibilità di immaginarsi fra vent’anni, nel 2033. Il terzo premio (2mila euro) è andato a Osservatorio Tg, diario di un Paese, delle registe Maddalena Grechi e Camilla Ruggiero,che evidenzia le crescenti difficoltà di ottenere un riconoscimento professionale per il lavoro di studio e approfondimento che il protagonista svolge da volontario, sull’onda di una forte passione civile. Il premio speciale della Fondazione Unipolis (2mila euro) per il miglior film realizzato

da filmaker under 35 è stato assegnato a The solitude of the startupper di Gabriele Veronesi e Stefano Villani. È la storia di due giovani startupper italiani, delle loro passioni, delle loro speranze e paure per il futuro, che li spinge a cercare altrove le condizioni per realizzare le loro idee d’impresa. Infine, due menzioni speciali, per la immediatezza del racconto, ai film Sexy shopping di Adam Selo e Antonio Benedetto, e al film Pre-carità di Flavio Costa. Più importante di tutti, ai fini della promozione del cinema indipendente, è il cosiddetto quinto premio, ossia l’impegno dei promotori di fare circuitare le opere premiate e selezionate nelle centinaia di iniziative che il mondo Arci-Ucca e Cgil organizzerà su tutto il territorio nazionale. Si ricorda che il concorso è stato realizzato con il sostegno della Direzione generale per il cinema MiBact e con l’adesione dell’ Università Roma Tre - Facoltà di Scienze della Formazione - Laboratorio Storia del Lavoro; Università di Cagliari - Dipartimento di Storia, Beni culturali e Territorio; Doc/it; Fondazione Cineteca di Bologna.

Intervista a Costanza Quatriglio, presidente di giuria di Obiettivi sul lavoro Il focus del concorso Obiettivi sul lavoro era quest’anno centrato sul mondo della conoscenza, quindi vicinissimo agli stessi autori che hanno scelto in alcuni casi di raccontare la propria storia o storie a loro vicine: che analisi viene fuori dai film pervenuti? Bisogna riconoscere che c’è stata una forte assonanza tra le storie che gli autori hanno in molti casi scelto di raccontare e l’utilizzo volontario/involontario della propria autobiografia. Un’attitudine riscontrata in molte opere, che denota il forte desiderio di scandagliare questo mondo più da un punto di vista esistenziale che sociologico e antropologico. È questo un aspetto che ha accomunato sia i cortometraggi, da quelli più seriosi a quelli più ironici, che i mediometraggi. In alcuni casi, le storie relative al mondo della conoscenza facevano riferimento ai cineasti, ai giovani ricercatori precari, ai giornalisti: insomma, si è sentita in maniera prepo-

tente l’esigenza di raccontare qualcosa dall’interno. Il concorso è stato in molti casi proprio un’occasione per raccontare se stessi. ‘Atlantis’, film vincitore, affronta una realtà molto attuale, la crisi di un’azienda e la battaglia delle sue dipendenti licenziate, la voglia di non arrendersi: che messaggio lancia agli spettatori? Nella selezione dei film vincitori, abbiamo cercato sempre di valorizzare la ricerca espressiva. Non ci siamo accontentati del ‘bel tema’, per intenderci, ma abbiamo cercato film che avessero una visione, un linguaggio coerente, un punto di vista cinematografico. In quest’ottica, Atlantis mette insieme un buon utilizzo del mezzo cinematografico con delle belle storie, che sono di per sé portatrici di un messaggio di resistenza: resistenza alla schiavitù intesa come mancanza di diritti e quindi come condizione di subalternità rispetto ad un sistema industriale che nei fatti risulta

ad oggi essere fallito. È molto interessante inoltre come si uniscano le storie delle donne di due fabbriche diverse, le prime che combattono per il proprio posto di lavoro e la seconda per portare cultura in azienda organizzando delle rassegne: un confronto scottante rispetto alla realtà e un messaggio di resistenza. Oltre al premio in denaro si è sottolineata l’importanza della circuitazione dei film nei circoli Arci e Ucca: quali altri strumenti possono essere messi in campo per aiutare i giovani registi emergenti a farsi conoscere? Basterebbero gli spazi normali di distribuzione. Nel nostro paese viviamo un’asfissia esagerata, non ha senso che non ci siano spazi per emergenti, quote nelle trasmissioni per film documentari, canali che diano spazio agli artisti emergenti. L’Arci e l’Ucca in questo senso fanno un ottimo lavoro, ma non è sufficiente.


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bancaetica

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Banca popolare Etica compie 15 anni di Ugo Biggeri presidente di Banca popolare Etica

Era l’8 marzo 1999 quando a Padova apriva il primo sportello della prima Banca italiana interamente dedita alla finanza etica, una banca in cui «l’interesse più alto è quello di tutti». Nata grazie all’impegno e alla volontà delle principali organizzazioni del Terzo Settore, con Arci in prima fila, Banca Etica sembrava allora una scommessa azzardata. In questi 15 anni abbiamo costruito un istituto di credito cooperativo capace di trasformare il risparmio di cittadini e imprese in energia (pulita!) per i progetti delle imprese sociali e delle famiglie del nostro Paese. Abbiamo chiesto ad Altis - Alta scuola impresa e società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, uno dei centri più autorevoli in materia - di valutare l’impatto sociale che siamo riusciti a generare in questi primi 15 anni di finanza etica. In 15 anni Banca Etica ha: • erogato complessivamente 23.804 finanziamenti a famiglie e imprese sociali per un totale di € 1,8 miliardi; • il 70% dei finanziamenti deliberati da Banca Etica sono andati ad enti non profit (contro l’1% della media del sistema

bancario italiano); • i tassi di interesse praticati da Banca Etica sui prestiti sono mediamente più bassi rispetto al resto del sistema bancario; • Banca Etica ha registrato una costante crescita di fiducia da parte dei risparmiatori: nel 2013 la raccolta diretta è cresciuta dell’11% mentre per le altre banche si è registrata una contrazione complessiva del -1,9%; • Banca Etica ha un tasso si sofferenze nettamente inferiore rispetto alla media del sistema bancario. A fine 2013 le sofferenze erano per Banca Etica il 2,02% contro il 7,7% della media del sistema bancario. Le organizzazioni e le imprese che hanno ricevuto un finanziamento da Banca Etica in questi 15 anni hanno ricevuto da parte di Altis un questionario, dal quale è emerso che: • il 63% dei soggetti finanziati ritiene che la collaborazione con Banca Etica abbia aumentato le proprie possibilità di fare rete. La rete come sistema capace di rafforzare e amplificare l’azione delle tante piccole eccellenze italiane nel campo dell’economia civile è uno dei fattori

che maggiormente caratterizza la visione economica di Banca Etica; • il 62% afferma che la collaborazione con Banca Etica ha permesso di valorizzare le capacità dei propri collaboratori; • per il 52% rivolgersi a Banca Etica ha permesso di creare nuovi posti di lavoro; • per il 51% il finanziamento di Banca Etica ha permesso di aumentare il reddito; • il 44% dei clienti finanziati ritiene di aver conseguito un risparmio economico rivolgendosi a Banca Etica; • Per l’82% il finanziamento ottenuto da Banca Etica è stato ‘condizione necessaria’ per svolgere l’attività; • il 47% dei clienti ha ottenuto il finanziamento da Banca Etica dopo che una o più banche avevano rifiutato di concederlo; • i finanziamenti concessi da Banca Etica per l’installazione di impianti per le energie da fonti rinnovabili hanno permesso di evitare – ogni anno – l’emissione di oltre 25mila tonnellate di CO2, con un risparmio per la collettività quantificabile in 410mila euro l’anno. Per leggere la versione integrale e l’abstract della ricerca visita www.bancaetica.it/impattosociale

Festa della Finanza Etica Dal 4 al 23 marzo oltre 60 appuntamenti per festeggiare i 15 anni di Banca Etica La Festa della Finanza Etica si è aperta il 4 marzo scorso alla Sala delle Colonne della Camera dei deputati con la presentazione della ricerca, condotta da Altis dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, sull’impatto sociale di Banca Etica. L’altro evento simbolicamente ‘nazionale’ si terrà a Padova, città dove è nata Banca Etica, che ospiterà, sabato 8 marzo, un’importante riflessione sul ruolo della donna nell’economia sostenibile e il concerto di Luca Bassanese. Durante la Festa sono in programma oltre 60 iniziative organizzate dai Gruppi di Iniziativa Territoriale di Banca Etica, i gruppi di soci attivi che a livello locale promuovono la cultura dell’uso responsabile del denaro, coinvolgendo le organizzazioni fondatrici di Banca Etica, le reti dell’economia solidale, le scuole e le università, le istituzioni locali e i cittadini. Ampio spazio agli incontri con le realtà finanziate, imprese e organizzazioni che lavorano per lo sviluppo di un’economia dei beni comuni, per conoscere da

vicino quali attività possono nascere e crescere grazie alla finanza etica. Si parte da Trieste in cui si potranno ascoltare le testimonianze di centri anti-violenza, realtà dell’associazionismo locale e le botteghe del mondo, continuando a Brescia per approfondire i temi della cooperazione sociale, per arrivare a Napoli per incontrare chi da anni si batte per la legalità e per l’accesso alla cultura per tutti. Lo spettacolo teatrale è uno dei format più scelti dai soci di Banca Etica per celebrare il quindicesimo anniversario. Pop Economix, il monologo di Alberto Pagliarino che dal 2012 ha registrato oltre 120 repliche in tutta Italia, e che racconta la crisi in modo semplice e divertente, pur nella sua drammaticità, mettendo tutti di fronte ad una grande opportunità: quella di poter scegliere. Finanza Killer, l’opera di Fabrizio De Giovanni ed Ercole Ongaro che narra le vicende del sistema bancario italiano, dalle origini fino ad oggi, prospettando agli spettatori possibili vie di uscita dalla crisi. Gente come uno, della compagnia

teatrale Alma Rosé che racconta la crisi argentina del 2001. Handy o non handy, lo show etico, ironico e trasgressivo, proposto dai soci di Banca Etica di Milano e dedicato alla quotidianità dei diversamente abili. E ancora proiezioni di film dedicati all’altra economia, mostre fotografiche dedicate alla pace e alla legalità, dibattiti per fare incontrare la finanza etica con le sfide di oggi e del prossimo futuro: dall’agricoltura biologica alla nonviolenza, dal welfare all’innovazione sociale. La Festa della Finanza Etica sarà l’occasione per conoscere o ri-scoprire Banca Etica e di passare all’azione impegnandosi in prima persona attraverso l’uso responsabile del denaro. Come proporranno i soci di Roma che organizzano il primo ‘Bank Mob’, un momento collettivo in cui si sceglie Banca Etica come proprio istituto di credito. Tutte le iniziative, gli approfondimenti e i dettagli sono disponibili su www.bancaetica.it/15anni


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legalitàdemocratica

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‘Le mafie restituiscono il maltolto’ Il Forum sui beni confiscati di Alessandro Cobianchi presidenza nazionale Arci

12.946 beni confiscati in Italia, di cui 11.238 immobili e 1.708 aziende. Una graduatoria ‘speciale’, che vede, nell’ordine, susseguirsi Sicilia (5.515 beni), Campania (1.918), Calabria (1.811), Lombardia (1.186), Puglia (1.126) e Lazio (645). Una chiara fotografia del paese Italia che ritrae il potere economico delle mafie, la loro penetrazione nel sistema urbano e produttivo e, insieme però anche la capacità dello Stato di dare risposte efficaci. Un’istantanea presentata sabato scorso in occasione di Le mafie restituiscono il maltolto, il Forum sui beni confiscati lanciato a livello nazionale da Libera a culmine di quelli svoltisi in varie regioni. Un’occasione utile non soltanto per mappare i luoghi, ma anche per misurare le esperienze sui territori, individuare e identificare le energie attive (notevole, in questo senso, anche il contributo dell’Arci), quelle capaci di far rivivere quello che la criminalità

aveva contribuito a rinsecchire. Una geografia delle buone pratiche, quella tracciata durante il forum, che parla di 395 realtà sociali censite e assegnatarie di beni confiscati nel nostro Paese. Netto lo sbilanciamento tra Sud e Nord. Nel Meridione hanno sede il 65,8% di questi soggetti, contro il 25% nel Nord e il 9% nel centro Italia. Anche in questo caso, la regione con il maggior numero di soggetti gestori è la Sicilia (99), seguita però dalla Lombardia, con 75 realtà sociali, mentre terza è la Campania, con 64. Nel dettaglio, il 58,5% del totale sono rappresentate dalle associazioni. Il 23,4% sono cooperative, mentre il 2,3% riguardano Fondazioni e Comunità. Per quanto riguarda gli ambiti di settore, nel 22% dei casi le realtà sociali operano in attività per minori, il 13,4% operano con diversamente abili, il 13% nel reinserimento lavorativo, il 5,8% con soggetti farmacodipendenti, il 4% con anziani e migranti e il 2,7% con donne

soggette a violenza; il restante 29,6% operano in altri settori. Il Forum, dunque, ha aiutato a tracciare il profilo dell’Italia migliore, di un Paese che, malgrado le limitazioni e le carenze normative, è capace di individuare buone prassi di costruzione economica dal basso, fornendo un’alternativa, nei fatti, a un sistema che sta rovesciandosi su se stesso. Un’alternativa che, tuttavia, necessita di puntelli legislativi, e di un rafforzamento degli strumenti d’intervento. Come quello di rafforzare l’Agenzia nazionale dei Beni Confiscati, unificando le sedi sparse per l’Italia. Accanto a ciò, occorrono interventi economici (utilizzando il denaro stesso proveniente dalle confische), che, da un lato, vengano a sostegno di chi già gestisce virtuosamente i beni, impedendo così il ricadere nella retorica della vendita e, dall’altro ne promuovano la creazione di nuove, garantendo l’accesso al credito per le cooperative di giovani.

Il 22 marzo a Latina la XIX Giornata della memoria e dell’impegno Si svolgerà a Latina il prossimo 22 marzo la diciannovesima edizione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, promossa da Libera e Avviso Pubblico. La Giornata della memoria e dell’impegno ricorda tutte le vittime innocenti delle mafie. Oltre 900 nomi di vittime innocenti delle mafie, semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell’ ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perchè, con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere. Radici di memoria, frutti di impegno, un titolo non casuale quello scelto per l’edizione di quest’anno, che vuole raccontare di una terra di straordinarie potenzialità, una terra di cui difendere e valorizzare i frutti attraverso un impegno che ha bisogno della corresponsabilità di tutti. «Sono diverse le ragioni per cui abbiamo deciso di scegliere Latina come luogo centrale di questa XIX Giornata – ha dichiarato Don Luigi Ciotti, Presidente di Libera, durante la conferenza stampa

di presentazione - se da un lato è una terra di straordinarie risorse ambientali, dall’altro è un territorio segnato da una presenza, sempre più grave e diffusa, delle mafie: dai traffici illegali di rifiuti all’abusivismo edilizio, dal caporalato agli investimenti nella ristorazione. Ma saremo a Latina anche in memoria di

Don Cesare Boschin, che ha pagato con la vita il coraggio della testimonianza e della denuncia, di Don Peppe Diana, ucciso vent’anni fa per il suo amore verso la sua terra e il suo popolo e di tutte le altre oltre novecento vittime innocenti delle mafie». Il 21 marzo a Roma sarà presentato il terzo Rapporto Amministratori sotto tiro, redatto da Avviso Pubblico, dove ancora una volta viene riportata una cronologia che racconta come in diversi territori della nostra penisola, dal Sud al Nord, donne e uomini delle istituzioni, sono destinatari di continue minacce e intimidazioni. In tutta Italia saranno organizzate numerose iniziative di preparazione e promozione della Giornata della Memoria. Sul sito www.memoriaeimpegno.it, dedicato alla giornata, ci saranno tutte le informazioni sull’adesione e partecipazione, una sezione di documenti utili per l’organizzazione e promozione della giornata e l’elenco dei 100 passi verso la XIX Giornata della memoria e dell’impegno.


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solidarietàinternazionale

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Nuovo incontro tra Fronte Polisario e Marocco

L’inviato speciale dell’Onu in missione nel Maghreb di Luciano Ardesi presidente Associazione Nazionale Solidarietà con il Popolo Saharawi

L’inviato speciale del Segretario generale dell’Onu, il diplomatico americano Christopher Ross, ha effettuato una missione nel Maghreb, tra fine febbraio ed inizio marzo, per rilanciare la questione del Sahara Occidentale, in vista di un incontro tra Marocco e Fronte Polisario. Il principio, acquisto da tempo e sostenuto dal Consiglio di Sicurezza, nella pratica si è scontrato negli ultimi anni con l’impossibilità di avere uno sbocco concreto. Gli incontri finora avuti tra le due parti, sotto gli auspici dell’Onu, hanno infatti ingessato la questione. Il Marocco non vuol sentir parlare di autodeterminazione, vale a dire di un referendum libero sul futuro del Sahara Occidentale. Se proprio un voto ci deve essere, come pure è stato suggerito da paesi amici, questo avrebbe unicamente lo scopo di confermare la situazione di fatto: l’annessione dell’ex colonia spagnola al Marocco, che l’occupa dalla fine del 1975, oggi per 2/3. Il Polisario da parte sua non intende abbandonare il frutto di una lotta di liberazione

armata che ha costretto il Marocco ad un cessate il fuoco che, proclamato nel settembre 1991, finora tiene. Le due posizioni sono chiaramente inconciliabili ma, per di più, quella del Marocco è incompatibile col diritto all’autodeterminazione ribadito dall’Onu e dallo stesso Consiglio di Sicurezza, incapace di portare a termine il processo di indipendenza dell’ultima colonia africana. Il tentativo di Ross è dunque quello di spingere le due parti ad alcune reciproche concessioni che possano ridare una dinamica al piano di autodeterminazione. In passato si è puntato soprattutto a ristabilire un clima di fiducia, per preparare il terreno alla ripresa dei negoziati sulle questioni di fondo. Il Marocco ha così acconsentito alle visite dei sahrawi che vivono in esilio nei campi profughi in Algeria ai famigliari residenti nelle zone occupate, e viceversa. La segreta speranza di Rabat era quella di convincere le famiglie sahrawi a ricongiungersi nei territori occupati, facendo riconoscere loro

implicitamente la sua sovranità. Lusinghe, pressioni, un consistente flusso di denaro per comprare l’assenso, non sono riuscite a portare avanti il disegno. Da qui l’irrigidimento della parte marocchina anche sulle misure per la ‘fiducia’. Non a caso Ross è stato ricevuto molto freddamente da Rabat in questa occasione, come in quella precedente a gennaio. Le missioni di Ross mirano anche a fornire al Consiglio di Sicurezza elementi per prendere una decisione su eventuali proposte, oltre a suggerire la proroga della missione dei caschi blu (Minurso) che scade a fine aprile. A questo proposito dai territori occupati e dal Polisario viene reiterato l’appello affinché il Consiglio di Sicurezza non solo proroghi la missione ma, e soprattutto, decida di porre fine ad una scandalosa anomalia. La Minurso è infatti l’unica missione di pace dell’Onu a non prevedere la protezione della popolazione civile, mentre nei territori occupati la repressione non ha soste.

Per una Siria di pace, di giustizia e di libertà. Solidarietà al popolo siriano! Di seguito l’appello delle associazioni della Rete della Pace a favore della popolazione siriana. «Tre anni di guerra, di bombardamenti e di morti sono troppi e sono insopportabili per ogni coscienza umana. La diplomazia per ora ha fallito, non si identificano soluzioni e nessuno interpella la società civile siriana sulle possibili vie d’uscita dalla sofferenza e dal terrore. Oltre 9 milioni di siriani hanno bisogno di assistenza umanitaria e più di 250.000 sono sotto assedio. Solo sabato 22 febbraio 2014, dopo oltre 140mila morti, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha votato all’unanimità una risoluzione obbligando le istituzioni siriane e le forze dell’opposizione ad assicurare l’accesso umanitario alla popolazione civile. Le responsabilità del regime di Bashar Al Assad sono gravissime e dovranno essere oggetto di valutazione per i crimini contro l’umanità commessi per reprimere la protesta e la richiesta di democrazia, dignità e libertà del popolo siriano. Come pure dovranno essere giudicate e punite le persone e le organizzazioni che hanno

fatto della Siria il proprio terreno di scontro, catapultando la protesta e la rivoluzione siriana in un più ampio e complesso contesto di violenza armata, di terrorismo e di faide tra gruppi fondamentalisti. Noi vogliamo essere al fianco e con la popolazione civile, con uomini e donne siriane che tre anni fa hanno alzato la testa contro il tiranno per dire basta, in modo pacifico e nonviolento alla dittatura, alla corruzione e ai soprusi. Per queste ragioni ci associamo a quanti manifesteranno in tante città del mondo il 15 marzo, anniversario delle prime manifestazioni pacifiche, in solidarietà con il popolo siriano, contro il regime autoritario di Assad, contro la repressione del governo e contro le bande terroriste che colpiscono la popolazione. A tre anni da quel 15 marzo: - Chiediamo giustizia! - Chiediamo l’immediata liberazione di tutti gli ostaggi, di tutti i prigionieri! - Chiediamo l’immediato cessate il fuoco e la fine delle violenze contro la popolazione civile da chiunque siano condotte! - Chiediamo immediato accesso e assi-

stenza umanitaria a tutta la popolazione! - Chiediamo che il popolo siriano possa esprimere il proprio diritto di autodeterminazione in condizioni di libertà e senza discriminazioni! - Chiediamo accoglienza e la dovuta assistenza in Italia e in Europa per i rifugiati siriani! - Chiediamo per tali obiettivi un ruolo attivo della comunità internazionale, la fine delle ingerenze straniere nel conflitto e della fornitura di armi alle parti!». In riferimento a questo appello la Rete della Pace convoca un incontro a Roma, giovedì 13 marzo, presso la Camera dei Deputati, per discutere con l’intergruppo Parlamentari per la Pace, con le forze politiche e con le associazioni, dell’impegno dell’Italia e dell’Europa, per dare voce al grido di giustizia, di pace, di democrazia e di solidarietà che ci arriva dalla martoriata popolazione siriana. Chi desiderasse aderire alla manifestazione italiana, che partirà sabato 15 marzo alle 15 da Piazza della Repubblica, Roma, lo può fare scrivendo a: 15marzoSiriaLibera@gmail.com


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Massimo Cortesi nuovo presidente di Arci Lombardia Il 28 febbraio e il 1° marzo si è svolto a Brescia il Congresso dell’Arci Lombardia a conclusione di una fase che ha visto coinvolti oltre 207mila soci, 549 circoli e 10 comitati territoriali. Al termine dei lavori il consiglio direttivo neo eletto si è insediato ed ha nominato presidente Massimo Cortesi. Una candidatura unitaria dopo che il presidente in carica, Palazzi, ha deciso di non ricandidarsi e sostenere appunto Cortesi. Massimo Cortesi, 48 anni (sposato con Yvonne – dirigente Arci e membro del gruppo nazionale Infanzia e adolescenza - e con due figlie, Martina e Michela), già vicepresidente Arci Lombardia, ha

frequentato l’Arci fin da bambino visto che i parenti materni erano fondatori di un circolo nel bresciano. È entrato nell’Arci di Bergamo come obiettore nel 1992 e ha iniziato ad essere parte del gruppo dirigente nel 1993. Entro i primi mesi del 2015 lascerà la carica di presidente del comitato di Bergamo a conclusione di un percorso deciso già nell’estate 2013. Ma il Congresso è stato soprattutto dei 90 delegati che si sono trovati a dibattere assieme a diversi ospiti tra cui i segretari regionali della Cgil Baseotto e del PD Alfieri, i presidenti regionali delle Acli Gaffurini e dell’Auser Lella Brambilla. E poi Panozzo dell’Anpi, il consigliere

Costruire un diverso progetto di vita e di comunità di Elvira Peduto Arci Campania

Si è svolto il 28 febbraio a Napoli il Congresso regionale dell’Arci Campania. Il tema portante non poteva essere che quello su cui si sono strutturati i congressi che in tutta Italia si sono svolti in vista di quello nazionale: il valore dell’associazionismo al tempo della crisi. Oltre ai delegati eletti dai congressi provinciali e a Filippo Miraglia, della Presidenza nazionale Arci, numerosi gli ospiti intervenuti. In particolare quelli delle associazioni con cui c’è una collaborazione fattiva su campagne a difesa dei diritti civili, animazione e promozione

sociale (Cgil, Movimento Consumatori, CSV, Arciragazzi, Arcigay, Acli, Aics). È intervenuto anche il Sindaco di Napoli De Magistris. Compito della presidente Coleti restituire il quadro della complessa situazione odierna dovuta, prima ancora che alla crisi economica, alla crisi di una società che ha varcato la soglia di un secolo senza coltivare e costruire convincenti modelli alternativi al neoliberismo che ha imposto una visione delle relazioni sociali basata sulla competizione selvaggia, sul darwinismo sociale, sul rifiuto delle diversità, sulla

1251 ragioni di essere Arci Si è concluso con la conferma di Gianluca Mengozzi a ruolo di presidente regionale 1251 ragioni di essere Arci, il Congresso di Arci Toscana svoltosi presso il circolo di San Miniato Basso il 1° e 2 marzo scorsi. La discussione ha registrato numerosi interventi e la partecipazione di molti dirigenti dei 1251 circoli, associazioni tematiche e case del popolo della Toscana. L’esito del congresso ha ribadito il deciso percorso di ricambio dei gruppi dirigenti sia a livello regionale che a livello locale. Tre sono i dati salienti che confermano il forte rinnovamento dell’Arci Toscana negli ultimi due anni: l’età media dei presidenti

dei comitati territoriali dell’associazione si è abbassata da 58 a 42 anni; otto presidenti su diciassette sono donne; ma anche la composizione del consiglio regionale ha confermato la tendenza ad un generale ricambio a cominciare dall’eguaglianza di genere: il nuovo ‘Parlamentino’ di Arci Toscana vede tra i suoi componenti il 50% di donne. Tra i numerosi atti approvati dall’assemblea congressuale ci sono un ordine del giorno che chiede una tassazione giusta, sul fronte dell’Imu e della Tares, delle attività sociali delle basi associative e rifiuta l’equiparazione di Circoli, Case

regionale di Patto Civico Busi, l’Assessore del Comune di Brescia Fenaroli, Terzari di Arci Pesca, Pacchioli del Movimento Consumatori e Maso Notarianni di Peace Reporter. Molti i temi che sono stati toccati e grande attenzione è stata posta al futuro dell’associazione e al suo ruolo su temi come il welfare in Lombardia, l’Expo, il mutualismo. A conclusione della prima giornata di lavori si è tenuta una tavola rotonda sulla riscoperta della mutualità e sull’agire associativo. Nella seconda giornata si è proceduto agli adeguamenti statutari, alla nomina dei delegati al Congresso nazionale (80) e dei componenti il consiglio direttivo regionale. 39 gli eletti di cui 17 donne e 22 uomini e con un ricambio del gruppo dirigente del 23%. Prossima fermata: Bologna per il congresso nazionale. negazione dei diritti altrui come condizione per l’affermazione dei propri. Per la Campania in particolare, tristemente in vetta alla classifica dei record negativi ( numero di detenuti, poveri, tumori, fuoriuscita dal sistema scolastico, ecc.) si evidenzia un’allarmante mancanza di prospettiva e fiducia, che incide sulla capacità di agire e reagire. Sfiducia alimentata dagli impegni traditi e dalle sfide non raccolte dalla politica, nonostante la mobilitazione trasversale e l’impegno profuso da alcuni movimenti. Ed è questo il punto focale su cui concentrare l’azione dell’Arci insieme alle altre realtà associative, lotta all’illegalità, contrasto della povertà, effettività dei diritti, reagire collettivamente per costruire un diverso progetto di vita e di comunità. Il congresso si è concluso con la rielezione alla presidenza regionale di Francesca Coleti. del Popolo e Società di Mutuo Soccorso ad enti ed esercizi commerciali. La posizione espressa dal congresso con questo ordine del giorno è stata condivisa dagli ospiti del mondo dei partiti, della società e delle istituzioni, tra cui il Presidente della Toscana Enrico Rossi, il segretario regionale del PD Dario Parrini e il segretario generale della Cgil Toscana Alessio Gramolati. Infine i delegati al congresso hanno espresso l’auspicio che si avvii presto una decisa riforma della direzione nazionale per adeguarla alle mutate esigenze del territorio e la richiesta che questa riforma veda protagoniste le basi associative fin dalla prossima scadenza del congresso nazionale di Bologna, congresso in cui la delegazione Toscana conferma l’intenzione di apportare un forte contributo di idee.


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Federico Amico presidente di Arci Emilia Romagna Si è svolto sabato 1 marzo 2014 a Forlimpopoli, presso il Teatro Giuseppe Verdi, alla presenza di 93 delegati in rappresentanza dei soci e delle basi associative e numerosi ospiti, il Congresso regionale dell’Arci dell’Emilia Romagna. Il Congresso, a conclusione dei lavori, ha nominato il nuovo Consiglio Regionale, che a sua volta ha eletto all’unanimità Presidente regionale Federico A. Amico. Nel suo intervento, dopo aver ringraziato Paolo Marcolini, Presidente regionale uscente, ha introdotto i temi per lo sviluppo delle attività del prossimo mandato, che oltre a proseguire nel consolidamento

delle azioni in campo culturale e sociale e nella tutela e sviluppo del patrimonio dei circoli, ha delineato altri ambiti in cui si vuole impegnare l’associazione regionale: l’attivazione di una rete di contrasto alla povertà, la lotta alle pastoie burocratiche che limitano e ledono il diritto di associazione, il lavoro per una maggiore autorevolezza del livello regionale Arci. Infine, diverse le criticità espresse dal neopresidente in merito alla cancellazione delle Province. «Non si è pensato a cosa significa per il Terzo settore e per l’associazionismo - ha detto Amico - e peggio ancora alle ricadute dirette e indirette

Il congresso di Arci Sicilia manifesta a Niscemi Lo scorso 1 e 2 marzo si è tenuto a Gela il Congresso regionale di Arci Sicilia. Un congresso caratterizzato da subito dal tema della smilitarizzazione e della lotta contro l’installazione di nuovi sistemi di guerra e controllo, come le antenne del MUOS di Niscemi, battaglia nella quale l’associazione è impegnata da anni e che aveva visto già lo scorso congresso regionale approvare una mozione a riguardo. I delegati del Congresso, subito dopo la relazione di apertura del presidente uscente, si sono spostati a Niscemi per manifestare ancora una volta, la prima dopo il posizionamento delle antenne, contro l’impianto militare della base

statunitense che sorge all’interno di una riserva naturale che comprende un’antica sughereta e che è stata devastata per fare posto alla base. Come ribadito nel documento politico approvato dal congresso, la scelta di inserire a pieno titolo tra i lavori la partecipazione alla manifestazione, ha voluto sottolineare quanto sia dirimente promuovere in maniera diffusa una riflessione sui temi della smilitarizzazione, sulle economie di guerra e di mafia, oltre che sui meccanismi di esternalizzazione delle frontiere, tutti elementi che rischiano di permeare ormai la vita di ognuno di noi, restringendo gli spazi di socializzazione e ampliando lo spettro

Uguaglianza e solidarietà per uscire dalla crisi Arci Liguria esce dal suo sesto Congresso con una squadra ancora più forte per affrontare le sfide del nuovo quadriennio, prima tra tutte il superamento della crisi attraverso l’impegno culturale, la partecipazione dei cittadini e la politica, come recitava il programma congressuale. Su proposta di Walter Massa, confermato unanimemente alla presidenza dell’associazione, è stato nominato un vice presidente nella persona di Giovanni Durante, 48 anni, savonese, per moltissimi anni alla guida dell’Arci della sua provincia. Ben equilibrato il nuovo consiglio, con 14 compagne su 31 e poco meno di un

quarto di neo eletti. Il significativo ruolo svolto sul territorio e nei diversi ambiti è stato testimoniato dalla partecipazione di una trentina di organizzazioni sociali, istituzioni (tra cui il Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando e il Vice Sindaco di Genova, Stefano Bernini) e sindacati intervenuti. «Uguaglianza, solidarietà e responsabilità: con queste parole siamo e rimaniamo impegnati a superare questa crisi – ha ribadito Massa chiudendo i lavori del Congresso – Una crisi prima di tutto culturale e una crisi che ci attraversa. Superare la crisi, contribuire a ridare significato alla

per la coesione sociale di cui il nostro comparto è un ingrediente sostanziale per la tenuta». Infine da più interventi è emerso l’indirizzo perché si arrivi a una soluzione quanto più unitaria dell’esito del Congresso nazionale dell’Arci. Amico, classe 1971, già presidente del comitato territoriale di Reggio Emilia e componente del consiglio nazionale dell’associazione, arriva a guidare il comitato EmiliaRomagna (il primo in Italia per numero di associati) iniziando la propria attività al circolo Maffia di Reggio Emilia, una delle più vivaci realtà culturali nazionali, attiva dal 1995 al 2009. Di formazione filosofica, è stato redattore per diverse case editrici, nonché autore di fumetti. Un doveroso ringraziamento va al comitato territoriale di Forlì e all’amministrazione di Forlimpopoli, per la collaborazione all’ottima riuscita del Congresso. dell’individualismo e della desertificazione delle relazioni. Da tutti i temi al centro del dibattito - le politiche migratorie e di accoglienza, di promozione culturale e protezione sociale, la questione dei beni comuni e degli spazi sociali, le tematiche relative all’inclusione - è emerso come l’adoperarsi per la promozione sociale e l’esercizio dei diritti di cittadinanza, anche se risulta quanto mai difficile, diviene indispensabile proprio per la storia e la struttura della nostra associazione, fatta di mutualismo, autorganizzazione, iniziative per la trasformazione sociale. Al termine del dibattito, chiuso dall’intervento di Francesca Coleti in rappresentanza di Arci nazionale, il congresso ha eletto il nuovo consiglio regionale, che si è dato mandato di convocarsi dopo il Congresso nazionale per procedere all’elezione del nuovo presidente dell’associazione in Sicilia.

parola Sinistra mettendo al centro i nostri 341 circoli: case della sinistra popolare e diffusa, luoghi di presidio sociale del territorio che meritano più attenzione e più sostegno». Numerose le attività ricordate da Walter Massa nella sua relazione e dagli intervenuti: tra cui le positive esperienze delle Officine Solimano a Savona e del Teatro Altrove di Genova, la dotazione di un fondo di garanzia in favore dei circoli per investimenti strutturali e/o associativi, il rafforzamento delle attività legate al carcere, all’immigrazione, alla disabilità e, non ultimo, l’apertura di una vertenza per porre decisi e significativi correttivi alle normative regionali di riferimento che stanno strozzando le nostre strutture di base. Sono 31 (14 compagne) i delegati liguri che parteciperanno al congresso nazionale.


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Nicola Salvatorelli è il nuovo presidente di Arci Abruzzo Domenica 2 marzo presso la sala riunioni della Casa del Volontariato a L’Aquila si è tenuto il Congresso regionale dell’Arci. Venti delegati dai quattro comitati provinciali, più altri venti partecipanti, attivisti dei circoli di base, si sono confrontati in un vivace dibattito, facendo emergere le notevoli eccellenze progettuali dei diversi territori provinciali: il Bibliobus che opera presso le new towns, l’accoglienza rifugiati e il servizio civile a L’Aquila, la progettazione internazionale, le vertenze ambientali il commercio equo e solidale a Chieti, la rete dei cir-

coli giovanili, la realizzazione di eventi artistici, il supporto all’immigrazione di Pescara, il rapporto con il mondo universitario, la collaborazione con la cooperazione internazionale attraverso il circolo giovanile a Teramo. A fianco di queste eccellenze si è rimarcata la presenza diffusa in regione di decine di circoli Arci di contrada, spesso luoghi unici di aggregazione in quei luoghi, diversi interventi hanno rimarcato il lodevole impegno del Presidente uscente Carmine Basile che nonostante le mille difficoltà, non ultimo l’evento sismico a L’Aquila, è riuscito a traghettare l’asso-

Nuove (r)esistenze Il congresso di Arci Puglia di Piero Ferrante Arci Puglia

Impariamo a contare, recitava la campagna di tesseramento dello scorso anno. Contiamo: 21.467 tesserati, 6 comitati territoriali, 132 circoli. 80 assemblee di circolo e 6 congressi territoriali. 31 nuovi consiglieri regionali eletti da una base congressuale di 102 delegati, provenienti dai 130 circoli della regione. L’Arci Puglia a congresso il 1° marzo è stata la sintesi di tutto questo. E non parliamo solo di numeri. Perché dietro le stime sono nati progetti, cammini, esperienze. Un’attività costante di promozione sociale, culturale e formativa, sui temi dell’immigrazione, della legalità democratica, delle politiche

internazionali, dei diritti, del welfare, dell’etica nell’economia, della pace. Al tempo in cui le mode e le generazioni si avvicendano con inedita velocità, abbiamo scelto di dare al Congresso un titolo ad altissimo contenuto simbolico: Nuove (r)esistenze. Apparentemente, un ossimoro. In realtà, un progetto politico che sottende l’osmosi di valori e azione, l’incontro tra presente e passato. Per fare nostre, una volta di più, le idee fondanti della lotta di liberazione partigiana, intese non come vuoti feticci da esibire, ma come dei punti di partenza protesi al futuro e, se possibile, al presente. Idee e valori

Simone Pernechele alla guida di Arci Veneto È Simone Pernechele il nuovo presidente di Arci Veneto. È stato eletto al congresso regionale e sarà alla guida dell’associazione - che oggi conta oltre 83.600 iscritti e 230 associazioni e circoli affiliati - per il prossimo quadriennio. Pernechele raccoglie il testimone da Marina Bastianello che, ereditato un’Arci ‘figlia delle case del popolo’, l’ha traghettata verso un’Arci capace di confrontarsi con le sfide dei tempi e di farle proprie: la cultura motore di sviluppo, portatrice di innovazione e di occupazione, e l’inclusione sociale, con particolare attenzione alle nuove

generazioni. Un’organizzazione che oggi può contare su una propria struttura economicamente sostenibile, che ha saputo fare rete con gli altri soggetti del privato sociale partecipando a dar vita anche in Veneto al Forum del Terzo settore, che sempre ricerca il dialogo con le istituzioni laddove sia possibile lavorare insieme a progettualità comuni e condivise. Resta purtroppo sempre in stand by il percorso di una legge regionale per le associazioni di promozione sociale. «Continuerà ad essere uno dei nostri fronti di impegno - assicura il neopresidente, che aggiunge - crediamo in una cultura fattore di

ciazione alla buona situazione odierna. Dopo il dibattito si è preceduto all’elezione dei delegati al Congresso nazionale e del nuovo consiglio direttivo. All’unanimità sono stati eletti i seguenti componenti: Valerio Antonio Tiberio, Federico Centorame, Giulia Dedonato Fasoli, Luca Falcone del comitato di Pescara; Giorgio Giannella, Martina Cimini, Stefano Diodati, Stefano Traini del comitato di Teramo; Marcella Leombruni, Mario Alaggio, Lucia D’Aguanno del comitato de L’Aquila; Nicola Salvatorelli, Giorgio Micoli, Andrea Natale del comitato di Chieti; Carmine Basile Presidente regionale uscente con delega ai rapporti con il Forum del Terzo Settore. Il consiglio direttivo si è immediatamente riunito e ha eletto all’unanimità presidente dell’Arci regionale Abruzzo Nicola Salvatorelli. che abbiamo scelto di mettere in circolo, condividendoli con tutte le nostre basi associative. Ma anche con i soggetti del territorio. Le istituzioni come la Regione Puglia e il Comune di Bari, intervenute per discutere con noi del cambiamento sociale delle nostre città; poi i sindacati: la Cgil, innanzitutto, con cui abbiamo riflettuto sull’urgenza di ricostruire un tessuto comunitario fondato sul lavoro ma anche sul tempo libero; i partiti afferenti al centro sinistra: il Pd, Sel, Rifondazione; le associazioni, ciascuna con la sua peculiarità: Anpi, Avviso Pubblico, Libera, la Comunità palestinese, la Rete della Conoscenza, con cui abbiamo provato a concertare una soluzione condivisa alla crisi e gli artisti che sono venuti a trovarci (musicisti, disegnatori), perché l’Arci fa ricreazione ma anche cultura. Perché, di slogan in slogan, «ci sono stelle che non restano a guardare». L’Arci è una di quelle. promozione sociale, di consapevolezza e di democrazia, ma anche motore di sviluppo, generatrice di innovazione sociale e insieme di economia e di nuova occupazione». «Non c’è possibilità di ripartenza né di futuro per un Paese e per un territorio che non sappiano dare il giusto valore alla cultura, possibile leva e strumento di rinnovamento ancor più in questi tempi difficili e vulnerabili». Pernechele, che è impegnato nell’associazione fin da quando era giovane, dal 2010 fa parte della presidenza nazionale, contribuendo a costruirne il percorso di cambiamento. È un cooperatore sociale: presidente di Recover, cooperativa di tipo B che si occupa di reinserimento lavorativo, crede nella forza di un modello diverso di economia e di sviluppo.


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daiterritori

Innovazione sociale e futuro dei giovani

in più

A Crispiano il convegno promosso dal circolo Arci territoriale

SCREENING PALESTINE PALERMO L’11 marzo alle 21 pri-

Un ospite d’eccezione per la comunità di Statte e Crispiano e per gli studenti delle scuole superiori delle due città a nord di Taranto, nell’ambito delle iniziative formative ed informative del Tavolo regionale interistituzionale per la legalità: giovedì 6 marzo al convegno Innovazione sociale e futuro dei giovani, promosso dal circolo Arci Uisp Crispiano, interviene il segretario generale della Fondazione di comunità di Messina, Gaetano Giunta, in rappresentanza di uno dei distretti sociali più evoluti del Sud Italia. Il dibattito, che si tiene presso la Sala eventi della scuola superiore ‘E.Morante’ in Corso Umberto 1, è promosso dal circolo Arci-Uisp Crispiano, organizzatore delle attività formative ed informative del progetto RareTerre, vincitore del Tavolo regionale interistituzionale per la legalità 2012 bandito da Regione Puglia e Ufficio scolastico regionale. Questo importante momento di confronto sulle tematiche più avanzate del terzo settore è stato organizzato per conto della scuola capofila ‘P.Mancini’ di Crispiano e degli altri partner: l’Istituto comprensivo ‘F.Severi’ di Crispiano e le scuole ‘Giovanni XXIII-Da Vinci’ e l’Istituto di industriale ‘Amaldi’ di Statte e la scuola elementare ‘G.Pascoli’ di Massafra. A conversare con i giovani studenti medi, il ricercatore Gaetano Giunta insieme al consulente esperto di politiche sociali della Regione Puglia, Piero D’Argento. Tra le tematiche affrontate, di cui si è discusso con il giornalista Cataldo Zappulla, coordinatore del progetto

RareTerre e con il giovane pubblico, i temi dell’innovazione sociale, dello sviluppo del Mezzogiorno, della legalità e delle opportunità lavorative legate all’imprenditoria sociale. La Fondazione di Comunità di Messina è forse ad oggi l’esperienza più significativa nel Sud Italia in tema di fondazioni di comunità. A detta di Giunta è «un atto d’amore verso la Costituzione italiana e verso un territorio ed una comunità caduti da anni sotto la soglia di povertà». La Fondazione di Comunità di Messina nasce per promuovere sviluppo umano innovando e favorendo la crescita di connessioni tra sistema educativo, sistema di welfare, sistema di produzione, dotazione di conoscenze (anche tecnologiche) e le capacità tradizionali delle comunità locali. Mira a promuovere la coesione sociale attraverso la sperimentazione di forme mature di dialogo sociale e di partecipazione, la creazione di fiducia, un’economia sociale e solidale, l’apertura dei sistemi locali allo scambio di risorse, conoscenze, opportunità e quindi promuovere lo sviluppo dei talenti locali e l’attrazione di talenti creativi. Dalla sua nascita, la Fondazione messinese ha realizzato un parco diffuso di energie rinnovabili, il cui rendimento netto (insieme alle raccolte fondi attuate ogni anno) permette di auto-finanziare iniziative sociali, culturali, di economia solidale, di democrazia partecipativa, di ricerca e sviluppo, di alta formazione e di finanza etica che attuano le finalità sopra sintetizzate». arci.crispiano@libero.it

A Milano ‘Out of Work’ Out of Work, collettiva di giovani artisti inaugurata a settembre 2013 per iniziativa del circolo Arci Ohibò di Milano, prosegue l’indagine sulla precarietà della ‘generazione senza lavoro’, sulle sue diverse accezioni e possibili soluzioni. Agli artisti della prima edizione si affiancano nuovi protagonisti chiamati a partecipare e a proporre ulteriori spunti di riflessione. Le opere, molte delle quali realizzate appositamente per il progetto, si uniscono ai lavori in precedenza esposti, in un inedito e doppio allestimento, con l’obiettivo di creare

un forte legame fra il contenuto delle opere stesse e lo spazio espositivo. Due le realtà partecipi, esempi di capacità e creatività imprenditoriale, l’Ostello Bello e il Gogol’Ostello di Milano, dove sarà possibile visitare la mostra dal 3 al 28 marzo. Due le serate di inaugurazione (il 3 e 5 marzo) previste per conoscere artisti e opere di un ampio percorso espositivo allestito nelle due differenti sedi per creare una rete di collaborazione tra artisti, spazi, curatori e pubblico, attorno a una problematica ancora attuale.

mo appuntamento con la rassegna Screening Palestine 2014 promossa da Arci Palermo. Appuntamento alle 21 presso la Sala Perriera (Cantieri Culturali alla Zisa) con Jenin Jenin di Mohamed Bakri. Il film mostra fino a che punto l’oppressione prolungata e il terrore abbiano colpito lo stato d’animo degli abitanti palestinesi di Jenin, includendo testimonianze di residenti di Jenin dopo l’operazione ‘Defensive’ dell’esercito israeliano, durante cui la città e il campo sono state scene di combattimento feroce. Sarà presente in sala il regista. fb Arci Palermo

weekend con l’alba PISA Doppio appuntamento nel

weekend con il circolo L’Alba: l’8 marzo si festeggia la donna con una cena presso il circolo in via delle Belle Torri 8. In questa occasione, saranno presentati i lavori in ceramica realizzati dagli artigiani di Ceramica&Psiche. Il 9 marzo per tutta la giornata al Mercato contadino sarà presente un banchetto con i soci dell’associazione, con il laboratorio di ceramica, le piante e i fiori di orticolturaterapia, il gruppo di promozione sociale di Nuovi spazi di vita 2014 e i progetti di servizio civile. www.lalbassociazione.com

INCONTRO CON l’AUTORE CATANIA Sabato 8 marzo alle

17.30, il Monastero di Officine culturali ospiterà lo scrittore e giornalista Andrea Bajani per una delle tappe del suo tour letterario siciliano organizzato in occasione dell’uscita del suo ultimo libro La vita non è in ordine alfabetico. La presentazione si inserisce nel ciclo di incontri organizzato dalle blogger Matte da Leggere e dall’associazione Officine Culturali, che si occupa della promozione del patrimonio artistico e culturale del Monastero dei Benedettini, con la collaborazione del comitato territoriale Arci Catania. All’evento di sabato saranno presenti, oltre all’autore Andrea Bajani, anche Daniele Zito autore del libro La solitudine di un riporto, le due giornaliste autrici del blog Matte da Leggere, il presidente di Officine Culturali e Maria Giovanna Italia per l’Arci Catania.

fb Arci Comitato Territoriale Catania


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culturascontata i tanti vantaggi della tessera Arci

w w w. a r c i / a s s o c i a r s i . i t a cura di Enzo Di Rienzo

Paolo A. Paschetto. Artista, grafico e decoratore tra liberty e déco Roma - Casino dei Principi, fino

al 28 settembre. La mostra - prima monografica dell’artista tenutasi a Roma nel 1938 - intende proporre al pubblico la figura poco nota di un importante artista formatosi nell’ambiente romano del primo ‘900 che nella Città svolse una intensa carriera di artista decoratore fino agli anni successivi alla proclamazione della Repubblica Italiana, della quale disegnò l’Emblema identificativo ufficiale adottato il 5 maggio del 1948. www.museivillatorlonia.it

Mario Radice. Architettura, numero, colore Rovereto - Mart, fino all’8

giugno. La mostra nasce dalla volontà di valorizzare la preziosa documentazione del Fondo Radice, donato dalle figlie dell’artista al Mart. Si tratta di un patrimonio straordinario composto da circa 1.700 pezzi, in prevalenza disegni e schizzi per opere pittoriche, progetti di architettura e design. www.mart.trento.it/marioradice

El Lissitzky. L’esperienza della tonalità Rovereto - Mart, fino all’8 giu-

gno. Pittore, designer, architetto, grafico, fotografo e soprattutto rivoluzionario: una vita al limite - anzi, consacrata al superamento dei limiti - quella di El Lissitzky (Pochinok, 1890 - Mosca, 1941), il geniale artista russo a cui il Mart di Rovereto dedica una grande mostra. Dipinti, progetti tipografici, fotografie, fotomontaggi, la mostra vuole ripercorrere l’evoluzione dell’artista attraverso tutti i linguaggi utilizzati per dare concretezza a ciò che intendeva per arte nuova. www.museivillatorlonia.it

Liberty. Uno stile per l’Italia moderna Forlì - Musei San Domenico,

piazza Guido di Montefeltro 12, fino al 15 giugno. L’esposizione tratta della stagione che sotto la seducente insegna di Liberty, altrimenti denominato Art Nouveau in Francia, ha visto tra Otto e Novecento l’ampia diffusione a livello internazionale di un nuovo stile intesio a superare lo storicismo e il naturalismo che avevano dominato gran parte del XIX secolo. www.studioesseci.net

società

Forum acqua: un’assemblea che parla di futuro di Marco Bersani Forum italiano dei movimenti per l’acqua

Oltre 120 attivisti provenienti da 15 regioni hanno partecipato all’assemblea nazionale del Forum italiano dei movimenti per l’acqua, animando una ricca discussione l’1 e 2 marzo scorsi. Non cadeva in un momento facile questo appuntamento: a quasi tre anni dalla vittoria referendaria, l’esito di quella consultazione ha subito ripetuti attacchi a tutti i livelli politico-istituzionali e una nuova stagione di approfondimento delle politiche liberiste di privatizzazione si profila in piena continuità anche con il nuovo governo. Sono stati tuttavia tre anni di intensa resistenza dentro i territori e a livello nazionale, con importanti campagne per la ripubblicizzazione del servizio idrico, per l’obbedienza civile contro la truffa tariffaria, per la ricerca di nuovi terreni di mobilitazione con gli altri movimenti in campo per la difesa dei beni comuni. Ed è sulla base di questa persistenza del movimento dell’acqua che nell’assemblea è stato possibile avviare un necessario cambio di passo: la riappropriazione sociale dell’acqua e dei beni comuni richiede un insediamento di queste battaglie dentro la crisi e la necessità di una risposta che non si fermi alla rivendicazione specifica, ma metta in campo obiettivi che parlino di diritto all’acqua nel suo intero ciclo, che pongano la necessità di una nuova finanza pubblica e sociale, che mettano al centro la rivendicazione di una nuova democrazia partecipativa. Tutti temi che hanno contribuito a costruire la nuova fase del movimento per l’acqua e che si sostanziano in obiettivi concreti a livello territoriale, nazionale ed europeo. Il focus sugli enti locali pone la battaglia per la ripubblicizzazione del servizio idrico e per il rispetto dell’esito referendario sulle tariffe dentro una rivendicazione più ampia di contrasto alla trappola del debito, con la rivendicazione di un’indagine indipendente sul bilancio dei Comuni e delle società partecipate, con la richiesta di un’uscita immediata dal patto di stabilità di tutte le spese per investimenti nei beni comuni e nei servizi pubblici, con l’estensione della democrazia diretta locale. Il focus nazionale ed europeo si è sostanziato nella richiesta di contrasto al Fiscal Compact e contro la costituziona-

lizzazione del pareggio di bilancio, nella proposta di inserire in Costituzione il diritto all’acqua, i diritti dell’ambiente e dei beni comuni; nell’assunzione della campagna per la socializzazione della Cassa Depositi e Prestiti, nell’estensione della fascia d’azione delle leggi d’iniziativa popolare e dei referendum; nell’assunzione della campagna contro il TTIP (Trattato di libero scambio Usa-Ue). Una ricchezza di argomenti che da subito vedrà in campo il rilancio della mobilitazione: dal primo appuntamento del 22 marzo (Giornata mondiale dell’acqua), alla proposta di una manifestazione nazionale per metà maggio, da sottoporre agli altri movimenti sociali, per coagulare le molteplici energie dentro la rivendicazione collettiva di un chiaro stop all’austerity monetarista e per la costruzione di un altro modello sociale, a partire dalla riappropriazione dei beni comuni e dal riconoscimento dei diritti collettivi. C’è vita sul pianeta dei movimenti. C’è vita perché c’è l’acqua.

arcireport n. 9 | 6 marzo 2014 In redazione Andreina Albano Maria Ortensia Ferrara Carlo Testini Direttore responsabile Emanuele Patti Direttore editoriale Paolo Beni Progetto grafico Avenida Impaginazione e grafica Claudia Ranzani Impaginazione newsletter online Martina Castagnini Editore Associazione Arci Redazione | Roma, via dei Monti di Pietralata n.16 Registrazione | Tribunale di Roma n. 13/2005 del 24 gennaio 2005 Chiuso in redazione alle 18.30 Arcireport è rilasciato nei termini della licenza Creative Commons Attribuzione | Non commerciale | Condividi allo stesso modo 2.5 Italia

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