Domus_Redbull Music Academy

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February 2012

Photo Luis Díaz Díaz

Photo Miguel de Guzmán

Una città nella città A city within a city

Madrid

La Red Bull Music Academy, progettata in meno di un mese e realizzata in sole nove settimane, trasforma un padiglione dell’ex mattatoio madrileno in un centro sperimentale dedicato alla produzione e all’ascolto della musica contemporanea • Designed in less than a month and built in just nine weeks, the Red Bull Music Academy converts part of Madrid’s former slaughterhouse into an experimental centre for the production and performance of contemporary music

Photo Luis Díaz Díaz

Progetto • Design

Langarita-Navarro Arquitectos Testo • Text

Ariadna Cantis Foto • Photos

Luis Díaz Díaz, Miguel de Guzmán

Matrioska architettonica Il Matadero, l’antico mattatoio comunale di Madrid, sta diventando un centro riservato alla creatività contemporanea. Il suo recinto, formato da diverse navate, si è convertito, inoltre, in campo di ricerca per progettisti emergenti, preservando al tempo stesso il contenitore. Gli interventi sono espressamente mirati a conservare tutte le tracce del passato per rafforzare il carattere sperimentale delle nuove istituzioni accolte nella struttura. Situato in una delle enclave più significative dell’architettura industriale madrilena degli inizi del Novecento, il Matadero si 38

proietta oggi come il baricentro culturale del contemporaneo di Madrid. María Langarita e Víctor Navarro sono intervenuti al suo interno, per trasformare il padiglione della musica nella Red Bull Music Academy con un progetto ideato a tempo di record. Il loro lavoro si iscrive nella piattaforma Freshmadrid: inaugurata nel 2006, raccoglie le opere di quegli architetti emergenti, formatisi in diverse scuole di architettura nella Spagna degli anni Novanta, che condividono oggi strumenti progettuali, impegni, ideali e presupposti nuovi.

La Red Bull Music Academy presenta un carattere urbano: suddivisa in quattro aree (uffici, atelier, studio di registrazione e sala conferenze con lounge e studio radiofonico), ospita le sue diverse funzioni all’interno di volumi autonomi. In queste pagine: gli uffici e gli atelier

• The Red Bull Music Academy presents an urban layout. Subdivided into four areas (offices, ateliers, recording studios and a lecture hall with lounge and radio studio), it houses the complex’s various functions in freestanding volumes.These pages: the offices and ateliers

Quello di Langarita e Navarro è un progetto ispirato alla logica di una matrioska, non solo in senso meramente fisico (poiché ogni elemento è incorporato l’uno nell’altro), ma anche in senso temporale. L’Academy nasce in seno alla costruzione esistente: ospitando il programma in forma frammentata, dà vita a una piccola città dal paesaggio curato in ogni minimo dettaglio. La Red Bull Music Academy è un evento musicale itinerante che si svolge ogni anno. Questa volta toccava a Tokyo, ma il terremoto ha determinato un cambio di programma e il comune di Madrid

si è fatto carico dell’organizzazione realizzando il progetto in condizioni temporali di emergenza. Questa struttura inaugura la programmazione del padiglione della musica, dedicato specificatamente alla creazione e alla ricerca sonora. Partendo dall’installazione ospitata e considerandone il carattere sperimentale, il manufatto architettonico si costituisce, di volta in volta, come una struttura temporanea basata su criteri di adattabilità e reversibilità. Il progetto si è sviluppato seguendo cinque parametri: termini 39


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di consegna ed economia, rispetto dell’edificio pre-esistente, programma, acustica e temporaneità. Allo stesso tempo, ha risposto scrupolosamente a scadenze e condizioni molto severe. L’opera è stata costruita in nove settimane, basandosi su soluzioni edili leggere (costituite da pannelli di compensato lignei nel loro colore originale), cercando così un equilibrio tra standardizzazione e adattabilità. Tutti gli elementi sono sollevati da terra attraverso una piattaforma metallica che consente il passaggio delle canalizzazioni. Il padiglione 15 del Matadero è uno spazio diafano di circa 4.700 metri quadrati, aperto all’esterno, con una struttura metallica e una facciata in mattoni. Fin dall’inizio, il progetto ha assunto come criterio il non-agire sull’edificio, lasciandolo così com’era prima di intervenirvi. L’organizzazione del programma ha definito una configurazione particolare raggruppata in quattro parti: la zona degli uffici, gli studi per i musicisti, gli atelier di registrazione e un’area per conferenze, radio e lounge, uniti tra loro da piazzole e giardini realizzati in collaborazione con l’artista Jerónimo Hagerman. Le condizioni acustiche hanno influenzato tanto le geometrie quanto la scelta dei materiali e le soluzioni costruttive.

February 2012

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— I progettisti hanno preso come riferimento cromatico l’opera pittorica di David Hockney e Francis Bacon, generando un’estetica vicina agli interni del cinema di Almodóvar — Ciascuna delle quattro aree, in base all’uso a cui è stata destinata, ha assunto logiche che hanno consentito di rispondere all’acustica in modo specifico. Sono state adottate soluzioni eterogenee, quali le massicce mura degli studi di registrazione, costruite con sacchi di terra armati con maglie metalliche, le superfici assorbenti delle volte tessili della sala conferenze, o l’indipendenza strutturale e la geometria non parallela dei padiglioni. Il progetto si sviluppa come una struttura urbana disgregata, formata da moduli autonomi, in grado di offrire, attraverso una relazione variabile tra prossimità e indipendenza, elementi pre-esistenti e nuove realizzazioni, scenari imprevisti per la comunità che andrà ad abitarla. È una vera e propria città dentro la città, con strade e piazze che costituiscono spazi di relazione incoraggiando l’interazione tra coloro che li occupano: requisito basilare e presupposto di tutto il progetto. Il colore gioca un ruolo importante: l’Academy ha chiesto, infatti, che ciascuno spazio avesse una tinta differente. I progettisti hanno preso come riferimento cromatico l’opera pittorica di David Hockney e Francis Bacon, generando un’estetica vicina agli interni del cinema di Almodóvar, alla grafica di Juan Gatti o agli abiti della stilista Sybilla. Per le cupole interne sono stati impiegati tessuti di cotone a grinze dagli intensi colori, incorniciati in grate metalliche e simili ai tettucci dei balconi madrileni. Il risultato è un lavoro che risponde perfettamente a esigenze tecniche elevatissime, stimolante e sensibile, nel quale la gestione dei tempi è stata in grado di superare, in forma intelligente e creativa, la necessità di prendere decisioni. — ariadna cantis Curatore e critico, @aricantis

Photo Miguel de Guzmán

Courtesy of Langarita & Navarro

Courtesy of Langarita & Navarro

• Dall’alto: il viale che conduce allo studio di registrazione e ai padiglioni della sala conferenza e del lounge; la tessitura perimetrale dello studio di registrazione

realizzata con sacchetti di terra; il cantiere durante la settima e l’ottava settimana di costruzione • From top: the path leading to the recording studio and

to lecture hall and lounge pavilions; the outer texture of the recording studio created using earthbags; the site during the seventh and eighth weeks of construction Photo Miguel de Guzmán

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d4 n 1 disegni · drawings

credits Design Architects Langarita-Navarro Arquitectos, María Langarita and Víctor Navarro

Arquitectos, Javier Reñones

Collaborator Juan Palencia

Mechanical Engineering Úrculo Ingenieros

Structural Engineering Mecanismo SL

Lightweight Steel Structures Cuatro y Medio, Arquiges

Construction Supervision Langarita-Navarro

Contractor VIAS

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Landscape Design Jerónimo Hagerman

1  Pianta piano terra · Ground floor plan a  Uffici · Offices b  Atelier · Studios c  Aula conferenze · Lecture hall d  Salone lounge · Lounge hall e  Studio di registrazione · Recording studio

2  Sezione longitudinale · Longitudinal section

3  Sezione del salone lounge · Section of the lounge hall

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Dettagli costruttivi del salone lounge · Constructional details of the lounge hall a  Profilo tubolare metallico · Tubolar steel profile b  Soffitto in cartongesso · Plasterboard ceiling c  Isolamento · Insulation d  Cartongesso · Plasterboard e  Tessuto · Textile f  Filo metallico · Steel wire g  Policarbonato · Polycarbonate h  Struttura metallica · Steel structure i  Vetro · Glass l  Struttura metallica del serramento · Steel window frame m  Legno laminato · Laminated wood

fact box 0

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Area totale costruita · Total built area 4,750 m2 Costo · Cost € 1,293,590 Fase progettuale · Design phase 06/2011 Periodo di costruzione · Construction phase 08/2011—10/2011

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Red Bull Music Academy

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Photo Miguel de Guzman

Photo Miguel de Guzmán

Architectural matryoshka

 Madrid’s former municipal slaughterhouse is being converted into a centre for contemporary creativity. Its interior, comprising a number of aisles, has thus become a field of experimental new architecture, while its original outer framework has been left intact. The installations are expressly designed to preserve all traces of the past, so as to enhance the experimental nature of the new institutions housed in the structure. Situated in one of the most significant enclaves of Madrid’s early20th-century industrial architecture, the Matadero is gaining prominence as the cultural hub of contemporaneity in the Spanish capital. María Langarita and Víctor Navarro, with a project drafted in record time, worked on its interior to convert the music pavilion into the Red Bull Music Academy. The architects belong to the Freshmadrid platform, a movement started in the 1990s by architectural schools in Spain which today share design tools, commitments, ideals and new assumptions. Langarita and Navarro’s project is inspired by the logic of a Russian doll, not only in a merely physical sense—with every element fitting into the other—but also in terms of time. Built within the existing building, by accommodating the programme in a fragmented form the academy creates a miniature cityscape studied in every smallest detail. 44

The Red Bull Music Academy is an annual, travelling musical event whose 2011 edition was planned to take place in Tokyo. However, with the earthquake in Japan forcing a change of plan, the event’s organisation was taken over by the Madrid City Council, which consequently had to implement the project under emergency deadline conditions.

— The architects responded with a palette based on the paintings of David Hockney and Francis Bacon, producing an aesthetic that recalls Almodóvar’s films — This structure inaugurated the music pavilion’s programme, specifically dedicated to the creation and research of sound. Starting from the accommodated installation and considering its experimental nature, the architectural product consists of a temporary structure for each new occasion, based on criteria

Gli uffici e gli atelier sono alloggiati all’interno di costruzioni in compensato che evocano l’archetipo della casa. Tutti i volumi sono sollevati dal terreno tramite una struttura metallica e lasciano in vista l’alimentazione elettrica e l’impianto di climatizzazione

• The offices and workshops are housed in plywood constructions reminiscent of the archetypal house. All the volumes are raised from the ground by a metal structure, leaving the electricity and conditioning systems in sight

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of adaptability and reversibility. The project development took shape according to five parameters: terms of delivery and economy, respect for the existing building, the schedule, acoustics and temporariness. At the same time, it scrupulously met severe deadlines and conditions. The work was built in just nine weeks and exploited lightweight building methods using plywood panels left in their original wood colour. The aim was to create a balance between standardisation and adaptability. All the constructions are raised from the ground via a metal platform that allows the passage of electrical wiring, plumbing and air conditioning. Pavilion 15 of the Matadero is a diaphanous space occupying about 4,700 square metres. Open on the exterior, it has a metal frame and brick cladding. From its inception, the project set out to leave the building in its original state rather than seeking to alter it. The design is organised as a particular configuration grouped into four parts: the office zone, the musicians’ rooms, the recording studios, and a conference, radio and lounge area. These are interconnected by mini-squares and gardens created in collaboration with the artist Jerónimo Hagerman. Acoustic conditions influenced the geometries as well as the choice of materials and construction solutions. Each of the four areas pursues a logic defined by its intended programme, enabling it to respond specifically to its particular acoustic demands. Various solutions were adopted, such as thick walls for the recording studios, built with sacks of earth fortified by

wire netting, the absorbent surfaces of the textile vaults in the conference hall, or the structural independence and non-parallel geometry of the pavilions. Inside the building, the project is developed as a dispersed urban structure made up of autonomous modules. Through a variable relationship between proximity and independence, previously existing elements and new realisations, the project presents unexpected scenarios to its community of future users. It is a veritable city within a city, with streets and squares forming interrelated spaces to foster interaction among the people who occupy them. This is the basic requisite and assumption behind the entire project. Colour also plays an important role, in accordance with the academy’s request for each space to have a different colour. The architects responded with a palette based on the paintings of David Hockney and Francis Bacon, producing an aesthetic that recalls the interiors portrayed in Almodóvar’s films, the graphics of Juan Gatti or Sybilla’s fashion designs. For the interior cupolas, they used brightly coloured creased cotton fabrics framed by metal gratings, similar to those of Madrid’s traditional balconies. The result is exciting and sensitive, perfectly responding to a very challenging technical brief, the timing of which has intelligently and creatively overcome the necessity to take decisions. — ariadna cantis Curator and critic, @aricantis 45


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