È terribile che una parte d’Italia così bella sia rovinata dai rifiuti
Papa Francesco nella Terra dei Fuochi Papa Francesco, in visita a Caserta, ha definito la tragedia ‘Terra dei Fuochi’ come un “orribile sfregio”. Parole dure da parte del Pontefice, che non ha mai nascosto le sue posizioni fermamente opposte rispetto alla malavita, alla corruzione ed all’illegalità. Ma facciamo un passo indietro per giungere ai motivi della visita del Papa Argentino a Caserta. In particolare la Santa Sede aveva organizzato un incontro privato proprio a Caserta tra Bergoglio ed un Pastore della Chiesa pentecostale,
suo amico dai tempi di Buenos Aires; alla notizia, sia la classe ecclesiastica che quella politica della città di Caserta si è mobilitata affinché quello del Papa non fosse solo un incontro privato ma divenisse a tutti gli effetti una visita alla città di Caserta. Al via dunque la macchina organizzativa per far risultare il tutto fattibile: l’incontro è stato articolato in modo tale che nella giornata di Sabato 26 luglio il Papa visitasse pubblicamente Caserta... Matania a pag.2
NATURA & BIODIVERSITÀ
ARPAC
Alluvioni e frane hanno i giorni contati!
La rosa dei venti del Mediterraneo Apprendiamo come si formano le correnti che percorrono le nostre latitudini
Da oggi grazie a due istituti del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), l’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica (Irpi-Cnr) e l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (IsacCnr), è nato... Paparo a pag.7
Il vento è sempre stato uno degli aspetti più importanti in meteorologia, grazie al quale è possibile descrivere il movimento delle masse d’aria. La direzione di provenienza del vento si esprime in gradi, suddividendo l’intero giro dell’orizzonte da 0°C a 360°C, e procedendo in senso orario. Indipendentemente da altri nomi che possono avere, i venti vengono identificati con denominazioni relative alla loro provenienza, e che, per taluni casi, danno anche un’idea delle rispettive caratteristiche: temperatura, umidità, intensità... Loffredo a pag.5
La Casina Vanvitelliana del Fusaro
Green Utopia La città vegetale
Lavoro e previdenza Il telelavoro
MARE & DINTORNI
La spiaggia più bella d’Italia è “Cala degli Infreschi”! Con il contest “La più bella sei tu”, Legambiente ha premiato i venti luoghi sul mare più suggestivi d’Italia. Per il secondo anno consecutivo è stata decretata regina indiscussa: Cala degli Infreschi... Liguori a pag.9
AMBIENTE & SALUTE ECO-ESTATE
Le cattive abitudini nemiche dell’ambiente
Esposito a pag.10
La Casina del Fusaro è uno dei gioielli architettonici costruiti da Carlo e da Ferdinando di Borbone. Sorge in quell’area che gli antichi chiamavano la “Palude Acherusia” luogo di mitologia infernale. Conosciuto da Licofrone, descritto da Strabone e citato da Seneca, il lago prese il nome di Fusaro (Sfosariuni ed Infusarium) nel periodo angioino, quando fu utilizzato per la macerazione della canapa, che si coltivava nel territorio cumano già ai tempi di Plinio il Vecchio. De Crescenzo-Lanza a pag.11
Non è semplice definire compiutamente il concetto di telelavoro. Per chi ne ha coniato il termine negli anni ’70 (telework) esso consisteva in “ ogni forma di sostituzione degli spostamenti di lavoro con tecnologie dell’informazione ”. Attualmente, anche in considerazione dei progressi nel campo delle tecnologie dell’informazione, si è senz’altro in grado di fornirne una definizione più pertinente, quale ogni modalità di esecuzione di un’attività lavorativa svolta... Green Utopia è una piccola città “utopica” di duemila metri quadrati, con esempi reali di architettura vegetale: la più innovativa e concreta risposta alle esigenze contemporanee di sostenibilità nella progettazione green e nel design. Nata quale allestimento temporaneo negli spazi della Fabbrica del Vapore di Milano, in Via Procaccini evento programmato, durante lo scorso aprile, nell'ambito di Sharing Design a cura di Milano Makers - questa piccola “città verde”... Palumbo a pag.14
Ferrara a pag.16
Papa Francesco nella Terra dei Fuochi Domenico Matania Papa Francesco, in visita a Caserta, ha definito la tragedia ‘Terra dei Fuochi’ come un “orribile sfregio”. Parole dure da parte del Pontefice, che non ha mai nascosto le sue posizioni fermamente opposte rispetto alla malavita, alla corruzione ed all’illegalità. Ma facciamo un passo indietro per giungere ai motivi della visita del Papa Argentino a Caserta. In particolare la Santa Sede aveva organizzato un incontro privato proprio a Caserta tra Bergoglio ed un Pastore della Chiesa pentecostale, suo amico dai tempi di Buenos Aires; alla notizia, sia la classe ecclesiastica che quella politica della città di Caserta si è mobilitata affinché quello del Papa non fosse solo un incontro privato ma divenisse a tutti gli effetti una visita alla città di Caserta. Al via dunque la macchina organizzativa per far risultare il tutto fattibile: l’incontro è stato articolato in modo tale che nella giornata di Sabato 26 luglio il Papa visitasse pubblicamente Caserta con la celebrazione in piazza Carlo III e l’incontro con il clero casertano. Rientrato a Roma in serata, il Pontefice ha fatto ritorno nel casertano il lunedì successivo per l’incontro con Giovanni Traettino, l’amico pastore per
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È terribile che una parte d’Italia così bella sia rovinata dai rifiuti
il quale era nata la visita a Caserta. È la prima volta nella storia che un Papa si rechi due volte in tre giorni in visita nella stessa città L’evento ha visto l’impegno della Questura, della Prefettura, dell’Aeronautica militare, della Protezione Civile, della Croce Rossa, di Comune
e Provincia di Caserta e della Gendarmeria Vaticana. Le strade di accesso alla città sono state chiuse dalle 10 della mattinata del sabato, con dieci aree di parcheggio adibite per consentire il regolare afflusso dei duecento mila fedeli presenti in piazza. Papa Francesco è arrivato in
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elicottero da Roma alle 15.45, atterrando nell’eliporto della Scuola Specialisti dell’Aeronautica Militare. In seguito all’incontro privato con il clero casertano, il Pontefice ha salutato i fedeli presenti in Piazza Carlo III a bordo della papamobile per poi celebrare la Santa Messa con il Vescovo
Giovanni D’Alise e il Cardinale Crescenzio Sepe. È proprio durante il viaggio in elicottero che Papa Francesco ha potuto osservare le terre campane diventate celebri con il nome di Terra dei Fuochi. Il Pontefice ha colto l’occasione di parlarne nell’omelia della celebrazione tenuta in Piazza: “È terribile che una parte d’Italia così bella sia rovinata dai rifiuti. Questa terra deve essere tutelata e preservata. Bisogna avere il coraggio di dire no a ogni forma di corruzione ed illegalità. So che soffrite ma chi diventa amico di Dio ama i fratelli, si impegna a difendere la loro vita e la loro salute rispettando la natura e l’ambiente.” Sono solo alcuni stralci delle forti parole utilizzate da Bergoglio durante l’omelia di Caserta. Don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, da anni impegnato nella questione ‘Terra dei Fuochi’ ha definito la visita del Papa come una “pietra miliare” per la comunità casertana con la speranza che le sue parole possano conferire la giusta spinta ad estinguere il fenomeno. Il Papa ha parole anche per i Napoletani definendoli in maniera affettuosa “gelosi” per la sua visita a Caserta e promettendo una prossima visita nel capoluogo campano entro quest’anno.
Le Regioni svendono l’acqua alle multinazionali Il bene pubblico diventa “regalo” ai privati Alessia Esposito Acqua bene pubblico. Questo fu il risultato del voto del referendum sulla privatizzazione. Le cose nella realtà non stanno però proprio così. È quanto emerge dall’indagine annuale “Regioni imbottigliate” svolta da Legambiente in collaborazione con Altreconomia. La prassi delle regioni di svendere le acque alle multinazionali non conosce arresti (persino nelle regioni dove vi è penuria), nonostante una Conferenza Stato Regioni del 2006 avesse imposto un tetto minimo di 1 - 2,5 € per metro cubo d’acqua imbottigliato e di 30 euro per ettaro dato in concessione. Continua invece
in molte regioni la pratica di far pagare solo in relazione agli ettari di terra concessi (Molise la cui regolamentazione fa ancora riferimento a un Regio Decreto del 1927, la Provincia autonoma di Bolzano, Puglia, Emilia-Romagna e Sardegna). Seguono nella black list Campania, Basilicata e Toscana che, pur facendo pagare il doppio canone (relativo quindi anche ai volumi imbottigliati), vendono le acque ad un prezzo molto più basso rispetto al minimo previsto. L’indagine sottolinea che l’acqua imbottigliata viene pagata in media dalle aziende circa 1 € ogni mille litri e venduta ai consumatori a circa 0,26 € al litro
con il risultato che i cittadini pagano per il 90 % spese di trasporto, pubblicità e imbottigliamento. È un business che in Italia supera i 2,3 miliardi ed è in mano a 156 società. Nonostante la crisi e nonostante l’acqua si possa
consumare direttamente dal rubinetto, gli italiani si mostrano grandi consumatori di acqua in bottiglia. Enorme l’impatto ambientale: 6 miliardi di bottiglie di plastica da 1,5 litri, per un totale di più di 450 mila tonnellate di
petrolio utilizzate e oltre 1,2 milioni di tonnellate di Co2 emesse. Uniche regioni “promosse” Sicilia e Lazio che applicano alle multinazionali un prezzo superiore e un triplo canone (ettari concessi, volumi emunti e imbottigliati). La proposta di Legambiente, espressa dalla voce di Giorgio Zampetti, responsabile scientifico, è di “istituire un canone minimo nazionale per le concessioni di acque minerali pari ad almeno 20 euro al m3 (0,02 euro al litro imbottigliato). Ai tassi attuali di prelievo si ricaverebbero circa 250 milioni di euro che potrebbero essere destinati alle politiche di tutela e gestione della risorsa idrica”.
I rovesci temporaleschi si possono prevedere, ma la quantità di pioggia che scaricheranno è imprevedibile
Ancora “bombe d’acqua”: la natura che si ribella Rosario Maisto Termine nuovo per un fenomeno noto, ma in aumento a causa del riscaldamento globale: un "gavettone" di pioggia che provoca ingenti danni ed è piuttosto imprevedibile!!! "Bomba d'acqua" è un termine giornalistico coniato dai mass media italiani come libera traduzione dell'inglese cloudburst (letteralmente "esplosione di nuvola"). Non è altro che un violento nubifragio in cui la quantità di pioggia caduta supera i 30 millimetri all'ora, o secondo altri climatologi, quando le precipitazioni superano i 50 millimetri nell'arco di due ore. Gli effetti sono catastrofici, infatti il termine corretto usato dai metereologi è appunto, "nubifragio". Ma l'espressione bomba d'acqua si riferisce agli ingenti danni che questo eccesso di pioggia può causare nelle aree che colpisce: allagamenti, straripamenti (come il recentis-
simo caso del fiume esondato qualche giorno fa e che ha mietuto diverse vittime nel trevigiano), danni a tubazioni, alberi sradicati e traffico bloccato. Le nuvole che danno origine alle bombe d'acqua si formano per la differenza di temperatura tra il suolo e il cielo. L'aria calda proveniente dal mare, sale fino a incontrare correnti più fredde che, come sappiamo, la fanno condensare e facilitano la formazione di nubi temporalesche. Nel periodo estivo, quando le acque marine sono più calde, e nei primi mesi d'autunno, quando la temperatura dell'aria inizia a calare, questi fenomeni sono più frequenti perché la differenza tra masse d'aria (quella umida e calda proveniente dal mare e quella più fredda negli strati superiori dell'atmosfera) aumenta. La domanda sorge spontanea, “quindi queste bombe d’acqua sono diventate più frequenti?” Sarebbe sbagliato sostenere che questo sia un fenomeno
che riguarda solo gli ultimi anni. Ma senza dubbio i nubifragi sono aumentati e la colpa è ancora una volta del riscaldamento globale (e in ultima analisi, nostra). Dagli anni '70 ad oggi la temperatura dei mari è salita di quasi uno - due gradi, a causa del global warming. Acqua più calda significa maggiore umidità e maggiore differenza di temperatura tra l'aria che sale dal mare e quella incontrata in atmosfera. Le nubi si fanno più "gonfie" di pioggia ed è più facile che rovescino tutto il loro "carico" in una sola tornata. I rovesci temporaleschi si possono in qualche modo prevedere, ma la quantità di pioggia che scaricheranno è in un certo senso imprevedibile. Ci sono aree geografiche in cui, comunque, questo fenomeno è più frequente: in particolare le zone caratterizzate da rilievi situati in prossimità del mare, dove è più facile che si formino correnti
ascensionali di aria molto calda che entrino a contatto con temperature più basse. In Italia, le bombe d'acqua si verificano più facilmente in Liguria e Toscana, ma anche nel napoletano e nel casertano ove le situazioni sono difficili, in particolare, il nubifragio a Napoli, Giugliano e a Castelvolturno. Sono bastati pochi giorni di pioggia intensi, a far tracimare le acque del Lago Patria e d’intorni, che hanno paralizzato il traffico e le strade inondandole di acqua fuoriuscita dagli argini e dai tombini. Come purtroppo spesso accade, le fogne non funzionano correttamente e la manutenzione non esiste, salvo pericoli incombenti. A provocare l’esondazione sempre il solito problema, ovvero l’otturazione della foce del lago Patria che rientra territorialmente a metà tra i Comuni di Giugliano e Castelvolturno ma la cui competenza spetta alla Regione Campania e ai Consorzio di Bacino.
Protagonista di importanti progetti europei sull’ambiente
L’Ispra è sempre più internazionale Angelo Morlando La tutela e la salvaguardia del mare sono prioritari per l'intera Unione Europea, ma l'Italia, data la posizione geografica e il considerevole sviluppo costiero, ha investito tantissimo in questo settore, soprattutto grazie alle competenze disponibili attraverso l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca del Mare (ISPRA) che è stata coinvolta in prima linea in due progetti europei particolarmente rilevanti: "MyOcean" e "MyWave". Il progetto "MyOcean" è stato presentato alla Commissione Europea nell’ambito del Settimo Programma Quadro, per lo svi-
luppo e il miglioramento dei servizi legati al programma europeo "Copernicus" (di cui già abbiamo approfondito la tematica in un precedente numero di ArpaCampania) e che è uno strumento indispensabile per il futuro monitoraggio globale dell’ambiente.
Si cita il comunicato ufficiale: "L'ISPRA ha il compito ulteriore di verificare i risultati ottenuti dai modelli di previsione del livello medio marino nel Mar Adriatico, con valori misurati dalla Rete Mareografica Nazionale e l’utilizzo dei dati meteomarini prodotti dal consorzio "My Ocean" in applicazioni di “downscaling”: vale a dire, sviluppo e applicazione di modelli idrodinamici di ingegneria marittima e costiera ad alta risoluzione, nella veste di utilizzatore intermedio, con riferimento alle problematiche di impatto ambientale." Il secondo progetto si chiama "MYWave" il cui scopo principale consiste nel porre le basi
di un futuro servizio del Marine Core Service, che comprenda gli studi sul moto ondoso. L'obiettivo fondamentale è sviluppare l'utilizzo del sistema osservativo secondo i seguenti punti: migliorare gli algoritmi di processing e i metodi di assimilazione dei dati; migliorare gli strumenti di modellistica delle onde, tenendo conto degli accoppiamenti atmosfera/onde/correnti; stabilire nuovi standard per la previsione probabilistica basata sui metodi 'ensemble'; stabilire protocolli standard per la validazione. Sembra corretto citare nuovamente il comunicato ufficiale per elencare le principali competenze e gli enti
coinvolti: "...Sono sempre in maggior numero i progetti di respiro europeo che all’interno dell’Istituto di protezione e ricerca ambientale sono dedicati a quella che è la più importante risorsa per il presente e il futuro dell’umanità. Ad occuparsene è in primis il Dipartimento Acque dell’Ente, che partecipa tra le altre cose alla Strategia di applicazione della Direttiva Quadro sulle acque e a quelle collegate, sulle acque sotterranee e le alluvioni. Molti anche i compiti su altri aspetti, come i nitrati e la Marine Strategy". Per saperne di più: - http://www.myocean.eu/ - http://mywave.eu/en/
In breve. Rapporto rifiuti dell'Ispra presentato a fine luglio a Roma
Quindici giorni di notizie ambientali Aea: «Tassare l'impatto sull'ambiente» «L'Europa può creare posti di lavoro e incoraggiare l'innovazione utilizzando le risorse in maniera molto più efficiente». Lo dichiara un recente rapporto dell'Agenzia europea per l'ambiente che descrive una serie di politiche capaci di produrre vantaggi ambientali ed economici dimostrati. Il documento, intitolato “Politiche dell'Unione europea ed economia verde efficiente in termini di risorse”, può essere consultato sul sito web dell'agenzia europea. Gli autori dello studio sottolineano che, mentre molte tendenze ambientali stanno gradualmente migliorando, l'Unione europea ha bisogno di un ri-orientamento più radicale e sistemico della sua economia, se vuole rispettare i suoi obiettivi ambientali di lungo termine. «Ad esempio», scrive l'Agenzia in una nota diffusa di recente,
«l'obiettivo Ue dell'80-95 percento di riduzione dei gas serra dal 1990 al 2050 non potrà essere raggiunto basandosi esclusivamente su guadagni incrementali di efficienza». Tra le proposte espresse dagli esperti dell'Aea, c'è l'idea di ridurre le tasse sui redditi da lavoro, per appesantirle sugli utilizzi inefficienti di risorse, e su determinati impatti ambientali. Un tentativo, insomma, di coniugare rispetto dell'ambiente e stimoli per lo sviluppo.
I dati sui rifiuti raccolti dall'Ispra Sono stati presentati il 24 luglio, presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, l’Annuario dei dati ambientali e il Rapporto Rifiuti curati dall'Ispra, appunta- menti annuali che forniscono un quadro di informazioni oggettivo, puntuale ed aggiornato sulle condizioni ambientali del nostro Paese e sulla produzione e gestione dei rifiuti urbani in Italia. L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale garantisce così che le conoscenze e le informazioni ambientali siano trasparenti e disponibili a tutti, ponendosi quale punto di riferimento per cittadini e decisori politici nel panorama degli strumenti informativi ambientali. Un incontro annuale, atteso dagli operatori del settore, dalle istituzioni, dai cittadini (www.isprambiente.it).
A Helsinki addio auto private
Ecotossicologia a Livorno
Entro dieci anni, le auto private potrebbero diventare a Helsinki solo un ricordo. Avendo rilevato che i giovani finlandesi, tendenzialmente, non vogliono possedere auto private, l'amministrazione della capitale baltica sta programmando un nuovo sistema di trasporto. Dall'anno scorso, la città sta
sperimentando un programma-pilota chiamato Kutsuplus, che offre una serie di minibus prenotabili per spostamenti privati. Si tratta di un sistema che permette agli utenti di prenotare e pagare on-line il servizio di trasporto, programmandone il tragitto. Al momento il sistema è più
economico del taxi, ma più costoso dei tradizionali autobus di linea. Questo è altri esempi saranno al centro della Settimana europea della mobilità sostenibile, in programma dal 16 al 22 settembre prossimi, con iniziative in decine di città del continente (info www.mobilityweek.eu).
“L'ecotossicologia come strumento di gestione” è il titolo di tre giornate di studio che si terranno dal 12 al 14 novembre a Livorno, nella sede della Fondazione Livorno Euro-Mediterranea. Nelle due sessioni la discussione sarà focalizzata sulle tematiche sviluppate dalle diverse realtà (Enti di Ricerca, Agenzie Ambientali e Privati), attraverso la presentazione di elaborati scientifici (poster e comunicazioni) e di osservazioni tecnico-operative (interventi da proporre nelle discussioni aperte) sullo stato delle conoscenze e criticità attuali, sui nuovi approcci scientifici e metodologici, nonché sui
criteri di integrazione, per una corretta gestione del territorio. Si invitano pertanto tutti coloro che sono interessati a partecipare alle giornate di studio ad inviare i propri contributi scientifici preliminari e/o una sintesi delle proprie osservazioni tecnico-operative (titolo e breve abstract). Le sessioni saranno coordinate da tre referenti, uno del mondo della ricerca, un rappresentante delle Agenzie e un portatore di interesse del mondo del privato, prevedendo ampi spazi per la discussione scientifica e di proposte tecnico-operative. (info www.isprambiente.it) (a cura di Luigi Mosca)
Raccontiamo il meteo. Apprendiamo come si formano le correnti che percorrono le nostre latitudini
La rosa dei venti del Mediterraneo Gennaro Loffredo Il vento è sempre stato uno degli aspetti più importanti in meteorologia, grazie al quale è possibile descrivere il movimento delle masse d’aria. La direzione di provenienza del vento si esprime in gradi, suddividendo l’intero giro dell’orizzonte da 0°C a 360°C, e procedendo in senso orario. Indipendentemente da altri nomi che possono avere, i venti vengono identificati con denominazioni relative alla loro provenienza, e che, per taluni casi, danno anche un’idea delle rispettive caratteristiche: temperatura, umidità, intensità; così lo scirocco è un vento caldo e umido, la tramontana un vento freddo e secco, il libeccio un vento forte ecc. I venti tipici del Mediterraneo sono: Maestrale, Libeccio, Scirocco e Tramontana; ognuno ha caratteristiche diverse in base all’orografia del territorio italiano. Le indicazioni sono quelle riportate sulla cosiddetta “rosa dei venti”, solitamente disegnata sulle bussole. Facendo ruotare la bussola in modo da allineare il Nord della rosa dei venti con l’ago magnetico, si può sapere da quale punto cardinale spira il vento, e di quale vento si tratta. La velocità del vento si misura solitamente in metri al secondo, in chilometri all’ora, in nodi (1 nodo= 1 miglio nautico all’ora= 1,852km/h). Agli effetti meteorologici, quando la velocità del vento è inferiore a 1 nodo, si considera che vi sia calma di vento. La velocità del vento
viene misurata per mezzo di strumenti detti anemometri. La sua velocità e quindi la sua intensità può essere rappresentato attraverso la scala Beaufort, tracciata nel 1805 dall’omonimo ammiraglio, e tutt’ora usata in Marina. La velocità del vento, in genere, aumenta con il crescere della quota, per la diminuita influenza della superficie terrestre. I venti sono variamente distribuiti nelle diverse zone della terra; il quadro generale della loro distribuzione media dà un‘ idea della circolazione generale dell’atmosfera intorno al globo. I venti si attivano sulle zone temperate e quindi sulla nostra penisola grazie al divario di pressione atmosferica che si viene a creare quando in genere risultano vicine le due figure bariche prevalenti: le alte e le basse pressioni. Quando si avvicina una perturbazione, infatti, l’intensificazione del vento dai quadranti meridionali è uno dei chiari segnali che ti annunciano un cambiamento del tempo o l’avvicinamento di una zona di bassa pressione. Una volta passato il fronte perturbato il vento tende a ruotare e a divenire da settentrione, favorendo un miglioramento delle condizioni atmosferiche accompagnato da un generale rialzo della pressione atmosferica. Il vento al suolo, molto spesso, non ha però la stessa direzione di quello in quota. Capita di sentire, infatti, che il vento che sentiamo sulla nostra pelle ha una direzione diversa, se non opposta, al moto
delle nubi. Il motivo va ricercato nella conformazione dell’orografia locale: se una zone risulta montagnosa, il vento al suolo sarà soggetto alla forza di attrito della massa d’aria contro i rilievi di conseguenza le differenze tra la quota e il suolo saranno più marcate. Viceversa in una zona pianeggiante le differenze saranno minori, fino a
scomparire quasi del tutto se ci si trova in mare aperto. Esistono poi dei venti costanti che si attivano sulle nostre coste durante le estati mediterranee: le brezze. Esse non annunciano generalmente un cambiamento del tempo e si formano per un divario termico e pressorio che si viene a creare fra la terraferma e il mare.
Un supermercato privo di imballaggi Nascerà a Berlino grazie ai crownfunding Fabio Schiattarella
colta fondi prosegue, e pare proprio che raggiungerà presto i 45 mila euro necessari (i primi 20 mila sono stati messi insieme in soli due giorni). In cambio di un’offerta (minimo 300 euro!) si possono avere buoni sconti per i futuri acquisti, libri di cucina o contenitori con il logo del negozio. Il piccolo supermercato avrà circa 600 prodotti di tutti i tipi, con particolare attenzione al mondo vegano. Si parte dalla consapevolezza che, come dice il WWF, ogni anno 8 milioni di tonnellate di rifiuti finiscono in mare e tre quarti sono plastica. Anche nelle grandi città occidentali le cose non vanno come dovrebbero: si calcola che solo in Germania, ogni anno, gli imballaggi che vengono gettati sono 16 milioni di tonnellate, e la maggior parte non vengono riciclati. Le imprenditrici spiegano a chiare lettere di credere che la loro idea possa essere la risposta al problema rifiuti. Pur ammettendo di non essere una grande catena, sostengono che insieme si possono man mano cambiare le cose, step by step. La sfida è ardua, ma cambiare le abitudini delle persone è possibile. Se un progetto simile, aperto nel 2007 a Londra, ha dovuto chiudere all’inizio di quest’anno, un supermercato senza confezioni ha un buon successo a Vienna, e un altro sta già per aprire a Bonn.
Ammontano a 35 mila euro i finanziamenti che, il primo supermercato totalmente privo di imballaggi, ha raggiunto tramite crownfunding, cioè grazie a quel processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone e organizzazioni. Siamo a Berlino, qui inaugurerà a breve un supermercato assolutamente privo di imballaggi ideato da due imprenditrici tedesche. Banane, spaghetti e latte saranno riposti in contenitori portati direttamente dai clienti, o in borse di tela, barattoli o bottiglie riutilizzabili messi a disposizione nel punto vendita, con l’obiettivo di ridurre a zero la quantità di plastica, carta e vetro ancora necessaria per fare la spesa e, come spesso accade, inutilmente gettata subito dopo l’ uso. OriginalUnverpackt, questo il nome del supermercato già amato dai cittadini aprirà in quella che oggi da molti viene chiamata la capitale d’Europa. Il concetto è dire finalmente basta alle caramelle incartate una a una, o ai sacchetti indispensabili anche per comprare una sola mela. Navigando sull’apposita pagina Facebook si nota come gli utenti non si frenino nei ringraziamenti fatti alle ideatrici della start up, mentre la rac-
In Olanda nasce la eathouse
LA CASA-ORTO TUTTA DA “MANGIARE” Chi non conosce la famosissima casetta di marzapane di Hensel e Gretel? La felicità per tutti i bambini golosi di dolci. Ora, invece, il sogno di chi ama il vegano e i prodotti naturali si potrà realizzare. Nasce, infatti, in Olanda la prima Casa-orto. Il prototipo, dal nome “Eathouse” cioè casa commestibile, è stato realizzato per la precisione ad Appeltern, che ha visto all’opera gli Architetti Marijke Bruinsma dello studio Stuurlui stedenbouw con la collaborazione di Marjan van Capelle e Arjen de Groot dell’Atelier GRAS. In pratica, ci troviamo di fronte a una sorta di casa-giardino dai tetti e dalle pareti verdi in cui sono stati piantati e fatti crescere diversi tipi di ortaggi e fiori. Il modello, ora in esposizione presso i giardini di Appeltern in Olanda, è stato progettato per essere facilmente smontato e traspor-
tato altrove. Si sa per costruire una casa ci vogliono i mattoni. E per la Eathouse sono davvero un po’ speciali. Per la sua realizzazione, infatti, abbiamo bisogno di semplicissime cassette di plastica, quelle impiegate nel settore agricolo proprio per la raccolta, il trasporto e l’esposizione di orto-frutta, riempite con terra da coltivare ed assemblate su un ponteggio a forma di casa, dove pareti e tetto diventano giardini da coltivare a cicli stagionali, occupando uno spazio di circa dieci metri per dieci. Il prototipo, come hanno ben spiegano gli architetti ideatori del progetto, permette ai visitatori non solo di toccare, guardare ed assaporare, ma anche piantare e raccogliere prodotti rigorosamente locali. Data la sua natura del tutto temporanea, la struttura è stata pensata per l’allestimento estivo ma tutti i materiali
possono essere rimpiegati per un futuro montaggio in nuovi siti. Sono moltissimi i benefici di questa abitazione tutta da mangiare, come la facilità della costruzione stessa, possibile in ogni luogo per la rapidità anche dello smontaggio e della reperibilità degli elementi di base; la coltivazione di frutta e verdura di stagione; e ancora la terra non viene sprecata: una volta terminato il periodo fertile, questa viene raccolta e conservata in sacchetti di plastica per evitare inutili sprechi. Insomma, tempi duri per il cemento armato. Si prospetta, infatti, una vera e propria rivoluzione urbana, in cui l’uso combinato di elementi riciclati e nuovi materiali, sia naturali che industriali, porterà a dipingere le città di verde, trasformandole in luoghi salubri e ideali dove la natura viene messa al primo posto. A.P.
Alluvioni e frane hanno i giorni contati D’ora in poi ci penserà Sm2Rain, l’algoritmo ideato dal CNR Anna Paparo Da oggi grazie a due istituti del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), l’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica (Irpi-Cnr) e l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac-Cnr), è nato un algoritmo, chiamato “Sm2Rain”, attraverso il quale sarà possibile quantificare con precisione la pioggia al suolo e ridurre il rischio di alluvioni e frane. E in questo periodo è l’ideale, visto che il tempo sta facendo i capricci con piogge e temporali ad intermittenza. Questo nuovo e rivoluzionario sistema di misura delle piogge si basa sul contenuto d'acqua rimasto al suolo, rilevato anche attraverso il satellite, e permette di stimare il rischio di frane e inondazioni anche in zone non servite da sistemi di misura a terra. Come ha ben sottolineato il Dottor Luigi Brocca, ricercatore Irpi-Cnr e autore della ricerca, si tratta di una tecnica completamente innovativa e fuori dal normale che non utilizza, come nelle metodologie tradizionali, informazioni relative alle nubi, attraverso un approccio cosiddetto “bottomup” e non “top-down”. Misurando da satellite e/o in situ le variazioni della quantità di acqua contenuta al suolo
ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 15 agosto 2014 - Anno X, N.15 Edizione chiusa dalla redazione il 14 agosto 2014 DIRETTORE EDITORIALE
Pietro Vasaturo DIRETTORE RESPONSABILE
Pietro Funaro CAPOREDATTORI
Salvatore Lanza, Fabiana Liguori, Giulia Martelli IN REDAZIONE
Cristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, Luigi Mosca, Andrea Tafuro GRAFICA E IMPAGINAZIONE
Savino Cuomo HANNO COLLABORATO
I. Buonfanti, F. Clemente, P. D’Auria, G. De Crescenzo, A. Esposito, E. Ferrara, R. Funaro, G. Loffredo, R. Maisto, D. Matania, B. Mercadante, A. Morlando, A. Palumbo, A. Paparo, F. Schiattarella SEGRETARIA AMMINISTRATIVA
Carla Gavini DIRETTORE AMMINISTRATIVO
Pietro Vasaturo EDITORE Arpa Campania Via Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 Napoli REDAZIONE Via Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 7- 80143 Napoli Phone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: rivista@arpacampania.it Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Napoli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gratuita. L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti e la possibilità di richiederne la rettifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampania Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto, Centro Polifunzionale, Torre 7-80143 Napoli. Informativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.
sarà, poi, possibile stimare le precipitazioni cadute sul suolo stesso, che è considerato esso stesso una sorta di pluviometro naturale. I risultati raggiunti dalla ricerca sono stati pubblicati sul “Journal of Geophysical Research” e citati nei “Research Highlights” di “Nature”. Una grandis-
sima soddisfazione per il team di studiosi impegnati nello studio, guidati da Brocca. L'algoritmo utilizza, come dati, le quantità dell'acqua assorbita dal terreno, di quella evaporata e di quella che resta in superficie. Usando termini tecnici, Sm2Rain fa riferimento all'inversione dell'equazione di
bilancio idrologico del suolo calcolando la ripartizione delle precipitazioni in infiltrazione, evapotraspirazione e deflusso. Assumendo che l'evapotraspirazione e il deflusso durante un evento di pioggia sono trascurabili, si ottiene una relazione esplicita che fornisce la stima delle precipitazioni in funzione del solo contenuto del suolo. Il Cnr ha applicato l’algoritmo a scala globale in molte aree della Terra, tra cui il Mediterraneo, l’Australia, l’India, la Cina, il Sud Africa e la parte centrale degli Stati Uniti d’America, fornendo risultati di gran lunga più accurati rispetto alle tecniche tradizionali che hanno importanti ricadute per la previsione di eventi idrogeologici stremi, quali piene fluviali e frane, in quanto rende possibile la stima delle precipitazioni e della gestione del rischio anche in assenza di pluviometri e sistemi di misura a terra. Questo sistema, quindi, potrebbe rivelarsi particolarmente utile per tutti, nessuno escluso. Non bisogna, inoltre, trascurare che l’algoritmo Sm2Rain è un’open source, i cui risultati sono consultabili on line da chiunque. Dopo la pubblicazione dei primi risultati, gli scienziati sono alla ricerca di fondi per proseguire lo studio. L’Agenzia spaziale europea (Esa), che ha anche finanziato in parte la ricerca, è molto interessata all’algoritmo. A breve dovrebbe uscire un bando. E’ solo una questione di tempo. I ricercatori impegnati per Sm2Rain sperano che da lì possano arrivare le risorse necessarie per portare avanti le varie attività e non fermarsi con lo studio e il labor limae di questo portentoso algoritmo, eliminando e limando le possibili pecche. Insomma, la natura ci offre tutto ciò di cui abbiamo bisogno, sta a noi valorizzarlo ed impiegarlo al meglio.
La batteria del futuro: durerà fino a 4 volte di più Ottenere più energia in meno spazio Paolo D’Auria Nuovi studi nel campo degli accumulatori. La sempre crescente esigenza di immagazzinare energia, per renderla disponibile ai dispositivi portatili, sta spingendo i ricercatori di tutto il mondo ad abbattere le frontiere delle tecnologie attuali. E le applicazioni potrebbero essere molteplici, non solo destinate ai piccoli “device” elettronici quali smartphone, tablet e pc portatili, ma addirittura potrebbero interessare l’industria “automotive”. Tutto merito del professore Yi Cui, del dipartimento di Ingegneria e Scienza dei materiali dell'Università di Stanford, e alla sua scoperta. Mr. Cui è a capo di un gruppo di ricerca che da anni studia il futuro delle batterie ricaricabili e di cui fa parte anche Steven Chu, ex Segretario dell'Energia del governo americano. "Potrebbe essere il Sacro Graal delle batterie", scrive entusiasta il professore Cui sul giornale scientifico Nature Nanotechnology. Oggi abbiamo bisogno di batterie più efficienti. Per non dover ricaricare continuamente il telefono o per fare più chilometri
su un'auto elettrica, non c'è dubbio che l'autonomia limitata dei moderni accumulatori sia uno dei problemi più importanti da risolvere. Non è un caso se Apple, Google, Samsung e altri sono tutti alla ricerca di una soluzione che permetta di costruire batterie più efficienti, più piccole e potenti, per la tecnologia del futuro. Le attuali batterie agli ioni di litio hanno tre componenti chiave: un anodo, il polo
negativo che rilascia gli elettroni per dare vita ai nostri dispositivi; il catodo, il polo positivo da cui rientrano gli elettroni nella batteria una volta che hanno finito il loro viaggio attraverso i circuiti dell'apparecchio; infine, in mezzo, un elettrolita, solido o liquido, dove si trovano gli ioni di litio che viaggiano tra l'anodo e il catodo. L'anodo oggi di solito è realizzato in grafite, un materiale affidabile ma dalla scarsa
efficienza. Il litio è oltre dieci volte più efficace, ma ha un difetto: si espande senza controllo e questo porta a problemi di durata della batteria, che non sopravvive a lungo. Nella soluzione proposta da Yi Cui, la batteria ha un anodo in litio racchiuso in una microscopica membrana di carbonio. La membrana è spessa appena 20 nanometri. In questo modo il litio può espandersi senza problemi, è reso stabile, sotto con-
trollo. Il risultato è una batteria che, a parità di dimensioni, produce circa tre o quattro volte l'energia di una batteria tradizionale. "Significa che potremo avere, ad esempio, smartphone ancora più sottili oppure auto elettriche con un'autonomia di oltre 400 chilometri a prezzi competitivi, intorno ai 25.000 dollari. Inoltre si può risparmiare su peso e ingombri, visto che si può ottenere più energia in meno spazio", continua il professore Cui. Insomma: si potrebbero avere batterie fino a tre, quattro volte più efficienti e “capienti” con le stesse dimensioni che la tecnologia attuale permette. In molti hanno provato a produrre un anodo di puro litio, perché oltre a essere più efficiente, è anche più economico, piccolo e facile da realizzare. Ma fino a oggi nessuno era riuscito in questa impresa. Il team dell'università di Stanford non è nuovo a scoperte del genere. In passato aveva creato la prima batteria agli ioni di litio trasparente, poi una batteria sottile quanto un foglio di carta. Ma l'ultima scoperta è senza dubbio quella più importante, quella che potrebbe presto diventare realtà.
Scienza e salute in scena grazie ai fondi per la ricerca Rosa Funaro Il Ministero della Salute, in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca e con gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IZS), ha realizzato un concorso per la partecipazione al progetto didattico su materie inerenti alle scienze veterinarie e principi di igiene: “Il Teatro della salute”, pensato e voluto per i bambini delle scuole primarie. Ideata dal Dipartimento della sanità pubblica veterinaria, della sicurezza alimentare e degli organi collegiali per la tutela della salute, la collana editoriale "Il Teatro della salute" presenta una serie di testi teatrali, nati dalla penna di un esperto del linguaggio dei bambini in età scolare e arricchiti, a vantaggio dei docenti, di elementi conoscitivi su molti argo-
menti delicati e complessi di sanità pubblica. Comunicare un concetto, una ricerca, una verità o un semplice messaggio vuol dire mettere a disposizione una conoscenza, condividere anche uno stato d'animo con l'altro, questo semplice atto porta a una modificazione dell'esperienza di chi accoglie la comunicazione e ad un aumento della consapevolezza. L'impiego del teatro ha una importante funzione educativa e formativa del bambino delle scuole elementari. Cinque, sinora, i titoli realizzati dai bambini “attori”: Una merenda particolare - Il grande pasticcio, Sherlockan e il gattino di Gatterville, Tutto il buono del miele e la banda di testa di morto, 4001: Odissea nella Via Lattea, Storia di Pirati: all'arrembaggio del Vascello di CapitanBrucella, Storia di Pidocchio.
Decretata la spiaggia più bella d’Italia
Trionfo della Campania: vince “Cala degli Infreschi”! Fabiana Liguori Con il contest “La più bella sei tu”, Legambiente ha premiato i venti luoghi sul mare più suggestivi d’Italia. Per il secondo anno consecutivo è stata decretata regina indiscussa: Cala degli Infreschi, a Marina di Camerota. Incastonata nel cuore del Cilento, si tratta di una naturale e selvaggia insenatura ad arco, con sabbia fine, circondata da scogliere rocciose e accarezzata da un mare trasparente con mille sfumature. L’acqua è limpidissima, in superficie è fredda per la presenza di sorgenti d’acqua dolce, mentre in profondità è più calda cosicché quando si riemerge si sente una bella frescura...Da qui il nome “Infreschi”. I fondali sono pieni di pesce, in particolare occhiate e saraghi che si avvicinano molto e vengono a mangiare i pezzi di pane lasciati dalle barche. Intorno ci sono delle pinete che si specchiano sull’acqua e belle grotte da esplorare. La straordinaria valenza naturalistica che caratterizza questo luogo, lo rende particolarmente “ricercato” sia dai turisti che dagli appassionati di mare e green lifestyle! Come spesso accade, però, le spiagge più belle e incontaminate sono raggiungibili solo via mare (dai porti di Marina di Camerota e Palinuro) o a piedi, attraverso un sentiero immerso nella macchia mediterranea, che scende dalla collina presso l’abitato di Lentiscosa (panorama dall’alto veramente stupendo): una delizia per gli amanti del trekking! Ma come è stata decretata la vittoria della spiaggia campana? Gli addetti di Legambiente hanno incrociato i risultati di un sondaggio lanciato sul web, con i dati de "Il mare più bello, la nuova Guida blu 2014", che in collaborazione con il Touring ogni anno assegna le vele blu. Sono venti, in totale, le perle italiane premiate. Sul podio, al secondo posto si è classificata la spiaggia di Buondormire, anche questa in provincia di Salerno.
Una vacanza “diversa” per sentirsi uguali Giulia Martelli
Poi ancora “Punta Aderci” a Vasto, in Abruzzo, la spiaggia della Scalea, in Calabria, la Baia del Silenzio a Sestri Levante, Liguria e via via le altre. “Con La più bella sei tu – afferma Angelo Gentili, responsabile nazionale Legambiente Turismo - abbiamo premiato e valorizzato alcune delle spiagge che rappresentano veri e propri tesori dal punto di vista turistico e paesaggistico: tutte bellissime, alcune più selvagge ed esclusive, altre più accessibili e popolari, ma tutte in grado di
raccontare una parte importante della bellezza del nostro Paese. L’invito che facciamo agli amministratori che saranno premiati il 16 agosto a Rispescia (Gr), nell’ambito della 25esima edizione di Festambiente, il festival nazionale di ecologia, solidarietà e bellezza di Legambiente – conclude Gentili - è di mantenere il giusto equilibrio tra fruizione e conservazione di questi luoghi incantevoli e unici, preservandoli con cura all’insegna della sostenibilità”.
Il mare, un bene prezioso che la natura ci offre in maniera del tutto gratuita per rinfrancarci e refrigerarci soprattutto nei mesi più caldi dell’anno, a quanto pare, però, è appannaggio di pochi o meglio, è un tabù per le persone che presentano problemi importanti di mobilità. Da un’indagine è infatti emersa la scarsa o nulla presenza di clienti con gravi handicap presso gli stabilimenti balneari. Ma la vacanza è vacanza e deve esserlo per tutti, senza distinzione alcuna, se ne sono accorti per primi gli ideatori di Job, la sedia a rotelle unica al mondo che non teme sabbia, acqua e terreni accidentati. Napoletani di Cercola, i creativi dell’azienda Neatech hanno progettato e realizzato già 15 anni fa questo prezioso “ausilio”, allegro, solare, colorato nell’aspetto e colorito nel nome: J.O.B. – Jamme ‘O Bagno, come si dice da queste parti… La J.O.B. è una sedia per il trasporto di disabili ed anziani adatta al mare, alla neve o al trekking offroad munita di una coppia di ruote studiate per il trasporto agevole su tutti i tipi di fondo (sabbia, ciottoli, neve). Realizzata in materiali adatti all'ambiente marino, altamente resistenti e leggeri, rappresenta il compagno di viaggio ideale per il turista che vuole avere il massimo da una vacanza. Facile da trasportare, può essere imbarcata con qualsiasi compagnia aerea e può essere completamente smontata e rimontata senza bisogno di attrezzi. Il segreto sta tutto nelle ruote, brevettate con un sistema di deformazione controllata e variabile che, in base al peso del passeggero, fa allargare o restringere la zona della ruota che lavora sul terreno senza bloccarsi e che, essendo piene d’aria, una volta in acqua galleggiano. Molte sono le strutture turistiche in Italia e all’estero che si sono dotate di questa speciale sedia, l’auspicio è che ve ne siano sempre di più, così da cercare di limitare le difficoltà che impediscono alle persone con problemi motori, siano essi permanenti o temporanei, di godere di una vacanza “senza barriere”.
Arriva dalla Lega Navale di Ischia la nave-scuola “Matteo”
La nuova sfida dell’Associazione onlus Life In analogia a quanto realizzato nel 1914 nel progetto “Da scugnizzi a marinaretti”, nel quale l’allora Ministro della Marina fece dono alla città di Napoli della pirocorvetta di legno denominata Nave Asilo “Caracciolo” e dell’esperienza condotta dall’educatrice Giulia Civita, l’Associazione Life onlus ha acquisito dalla Lega Navale di Ischia un vecchio bialbero in legno di quindici metri, da impiegare come nave-scuola per l’integrazione dei ragazzi a rischio di devianza ed emarginazione che partecipano già al progetto “Scu-
gnizzi a vela”, che consiste in una serie di attività di preparazione e avviamento alla vita professionale riguardante soprattutto le attività marinaresche. Inbarcarli su “Matteo”, questo il nome dell’imbarcazione, significherà avere la possibilità di guidarli in un avvincente viaggio fatto di “sostanza” e buoni propositi: donar loro nuove conoscenze, possibilità e valori certamente costruittivi e non distruttivi. Cose di cui necessitano per poter costruire un futuro migliore.
La nave scuola Matteo, per le sue robuste “ossa” e gli ampi spazi di abilitabilità, rappresenta uno straordinario strumento didattico da impiegare nella formazione dei ragazzi, per ospitarli e navigare in tutta sicurezza nel Mediterraneo. Il progetto coinvolge
non soltanto i partecipanti alle attività di restauro e velaterapia del progetto ”Scugnizzi a vela” (ragazzi provenienti da famiglie disagiate della provincia di Napoli, dalla Comunità Pubblica per Minori di Nisida – Ministero della Giustizia, dall’ASL NA 1 Unità Operativa Ser.T. - Servizio Tossicodipendenze DSB 26 e da alcuni istituti scolastici) ma anche alcuni provenienti dalle Case Famiglia, “L'Aquilotto” e “Il Germoglio”.
Alpinismo e conservazione ambientale Arriva dal Pakistan il progetto per gli amanti della montagna Ilaria Buonfanti In un clima vacanziero, dove sempre più persone prediligono la montagna al mare, è fondamentale capire l’importanza della tutela e del rispetto ambientale per evitare di ritrovarsi ad alte quote circondati dai rifiuti. È nato così, un progetto in Pakistan per insegnare a “vivere” la montagna nel pieno rispetto della stessa. Molti giovani ma anche allievi più anziani ed esperti all’Advanced course of environment friendly mountaineering, partito nell’estate 2013 su iniziativa di Mountain Wilderness International e dell’Aga Khan foundation e che il 25 maggio 2014 ha iniziato la sua fase finale e di follow up. “Si tratta di un corso di alta specializzazione alpinistica, ecologica e naturalistica” spiega Carlo Alberto Pinelli, direttore del corso e Presidente di Mountain Wilderness Italia, “riservato a giovani del posto già esperti di montagna intenzio-
nati ad acquisire le competenze necessarie per offrirsi con professionalità e autonomia a turisti ed escursionisti come portatori d’alta quota specializzati, guide di trekking
difficili, di wild animal watching o per tentare la strada dell’alpinismo”. Ma non solo tecnica e alpinismo. Fra gli obiettivi del corso di environment friendly mountainee-
ring, quello di creare i presupposti per lo sviluppo di un turismo alpinistico consapevole, in controtendenza con gli eccessi consumistici di altre ben più note mete himalayane. In
Le cattive abitudini nemiche dell’ambiente! Ecco gli errori da non fare in spiaggia Metà agosto, tutti (o quasi) in vacanza sulle spiagge. È bene, a questo proposito, ricordare quali sono le abitudini estive che possono nuocere all'ambiente. Dalle sigarette alle creme solari alle barche, infatti, le attività umane della bella stagione possono rivelarsi dannose per l'ecosistema. Primi nemici sono i rifiuti lasciati alla mercé di acque e spiagge: impiegano molto tempo a decomporsi. Una bottiglia di plastica mille anni, un fazzoletto di carta circa 3 mesi. Senza contare che le buste di plastica, lasciate alle onde, rischiano di soffocare i pesci che le scambiano per meduse. Tra i rifiuti i più pericolosi sono le sigarette. Queste possono uccidere microorganismi fondamentali per la catena alimentare. Inoltre il filtro assorbe circa 4.000 sostanze chimiche che possono contaminare le acque e il suolo. Ma anche un’ abitudine apparentemente innocua come spalmarsi la crema può essere dannosa a causa delle sostanze di cui essa è composta. Meglio sceglierne una ad alta compatibilità con l'ecosistema marino ed evi-
tare di fare il bagno subito dopo l'applicazione. Un pericolo ben noto a tutti sono le barche. A causa degli oli contenuti nei motori (e riversati nelle acque) incrementano l'inquinamento marino e ostacolano l'ossigenazione dell'acqua. Soltanto pochissimi porti sono forniti di un'isola ecologica che consente di smaltire correttamente l'olio e, del resto, soltanto pochi proprietari se ne curano. Quello che non si sa è invece che anche come parcheggiamo le nostre auto influisce sull'ambiente. Se ci si trova in una zona in cui è possibile posteggiare
liberamente sulla sabbia, è necessario sapere che in questo modo si danneggia un sistema fragile, quello dunale. Ad oggi, complici erosione, pressione turistica e cementificazione selvaggia, sono solo il 20% le dune rimaste intatte dal secolo scorso. Non dimentichiamo che mari e spiagge sono uno dei più importanti patrimoni pubblici del nostro Paese e una voce fondamentale della nostra economia. E anche, o forse soprattutto, capitale di bellezza che fa bene allo spirito. A.E.
altre parole il corso è progettato per trasmettere concetti ecological friendly che traducono la conservazione, la tutela e il rispetto ambientale in vantaggio economico. L’obiettivo è che i ragazzi che seguono questi corsi impostino la loro attività sul rispetto ambientale. Tredici gli allievi che al termine dell’estate 2013 avevano conquistato il titolo di istruttori e che oggi si ritrovano nel villaggio di Passu (Pakistan settentrionale) ad affrontare l’ultima parte della loro sfida. L’entusiasmo generato nei ragazzi pakistani dal corso di alpinismo può essere interpretato come segnale di un possibile cambiamento di strategia. La montagna infatti è patrimonio culturale delle popolazioni locali che dall’interazione con questo ambiente hanno tratto la propria sopravvivenza. La montagna può diventare appannaggio della loro specializzazione professionale e loro stessi possono fondare il proprio sviluppo su valori di tutela e conservazione, nella mentalità turistica moderna, un valore aggiunto. La speranza è quella di poter suggerire, attraverso questo tipo di iniziative, un modello di sviluppo integrato fra interessi locali e necessità globali, trasformando i vincoli necessariamente imposti dalla conservazione, in vantaggi comunitari.
La Casina Vanvitelliana del Fusaro Visitando questo luogo si prova la sensazione di trovarsi sospesi sulle acque del lago Gennaro De Crescenzo Salvatore Lanza La Casina del Fusaro è uno dei gioielli architettonici costruiti da Carlo e da Ferdinando di Borbone. Sorge in quell’area che gli antichi chiamavano la “Palude Acherusia” luogo di mitologia infernale. Conosciuto da Licofrone, descritto da Strabone e citato da Seneca, il lago prese il nome di Fusaro (Sfosariuni ed Infusarium) nel periodo angioino, quando fu utilizzato per la macerazione della canapa, che si coltivava nel territorio cumano già ai tempi di Plinio il Vecchio. Nel 1752 Re Carlo acquistò il Fusaro creando, proprio in mezzo al lago, una “casina ottagonale”. Ferdinando IV nel 1782 diede poi incarico all’architetto Carlo Vanvitelli, figlio di Luigi, di progettare e realizzare la residenza di caccia, quella che sarebbe diventata La Casina Reale del Fusaro. Per completare i lavori fu anche restaurata l'antica foce di Torre Gaveta, e soprattutto, fu incrementata la coltura delle ostriche, di cui il re era molto ghiotto (al punto che si divertiva a partecipare alla vendita del pesce e delle ostriche del Fusaro). Nei pressi del lago furono costruiti vari fabbricati, uno detto Baraccone, che comprendeva una grande tettoia sostenuta con archi e pilastri per porvi a riparo barche ed attrezzi da pesca; un altro fabbricato detto Cassone per conservarvi i pesci. Dal Casino si ammira un panorama di eccezionale bellezza e, in particolare, il tramonto rappresenta uno spettacolo unico che estasiò e continua ad estasiare, con immutata intensità, potenti, artisti e gente comune. Anche se da un po’ di anni qualche neo ambientale è facile riscontrarlo. Illustri personaggi passarono per la Casina Reale, quali il mitico W. Amadeus Mozart, venuto a carpire, in terra cumana, le giuste atmosfere per la sua opera musicale Tito, nonché l'estroso Rossini, che tra una pescata e una battuta di caccia, scriveva motivi e arie musicali. Grandi avvenimenti in questo luogo incantato ricco di suggestione; ad esempio, il 15 maggio del 1819 Re Ferdinando offrì al Fusaro un pranzo in onore dell'Imperatore d'Austria France-
sco II e del principe Federico Clemente, conte di Metternich, vi soggiornarono inoltre lo Zar di Russia Nicola I e Giuseppe II d’Asburgo-Lorena. Sotto l’aspetto architettonico questo monumento è legato al prestigioso nome di Carlo Vanvitelli, sotto quello decorativo, invece, richiama il nome di uno dei più
illustri paesaggisti del ‘700: Philipp Jacob Hackert. La struttura di questa vera e propria bomboniera è composta da due piani sovrapposti. Quello inferiore più ampio a causa di due ambulacri posti l’uno verso nord, l’altro verso sud ed ambedue ai lati delle arcate frontali. Visitando questo luogo si può
provare l’incredibile sensazione di trovarsi sospesi sulle acque del lago; inoltre si possono leggere le biografie e i motivi di legame dei prestigiosi personaggi che per oltre due secoli hanno segnato la storia d’Europa. Le pareti invece erano state decorate da quelle che lo stesso Hackert, rivolto a J.W. Goethe,
aveva definito la migliore opera eseguita per la corte di Napoli: il Ciclo delle Quattro stagioni. L’artista aveva pensato di intervallare ciascuna stagione con il panorama che si può ammirare attraverso le ampie finestre. I dipinti, infatti, a grandezza naturale, presentavano la linea d’orizzonte esattamente coincidente con quella naturale del lago senza alcuna soluzione di continuità. Una fusione completa tra i suoi capolavori e quelli che la natura aveva generosamente distribuito intorno al lago. Una sintesi di tutti i luoghi più amati da Ferdinando IV(diventato Ferdinando I dopo il Congresso di Vienna), grande sovrano del Regno delle Due Sicilie. I momenti più spettacolari della Casina del Fusaro si vivevano tra i giardini popolati di alberi d'alto fusto, le aiuole fiorite del sito e le file di barche sulle acque del lago, mentre il sole spariva ingoiato dal mare.
Luoghi, prodotti & storie
La Galleria Umberto I e le sfogliate Al centro di numerose polemiche per i recenti e tragici fatti per i quali sarà necessario e urgente risalire alle responsabilità per la manutenzione e per la sicurezza, la Galleria Umberto I è uno dei siti più famosi della città di Napoli. Nacque già tra le polemiche alla fine dell’Ottocento. In tanti guardavano a quell’ “ammasso di vetro e di ferro”, come riportano tanti giornali dell’epoca, con scetticismo e ironia. Un segnale di astio verso un progetto “nuovo” ma anche di insofferenza per un’antica capitale da poco declassata a provincia di un Regno e da sempre abituata alle grandi opere e ad opere oggettivamente più importanti sotto il profilo artistico e architettonico. Progettata dall’ing. Emanuele Rocco, fu inaugurata dal sindaco Nicola Amore e anche in questo caso non mancarono le polemiche perché qualcuno gli attribuì la colpa, in una Napoli al centro di molti interventi nel famoso piano dello “sventramento” post-unitario, di aver favorito gruppi imprenditoriali e bancari non
locali. Da notare, agli ingressi, gruppi marmorei che rappresentano le quattro stagioni e i continenti della terra. Pavimenti in marmo, archi imponenti, cupola maestosa, quattro ingressi, diventò presto un riferimento per commerci e affari e con una caratteristica notevole: al riparo da pioggia, freddo e sole. Tra gli affari citati anche tutti quelli riferibili in qualche modo al mondo della canzone e della musica con cantanti, autori e impresari perennemente impegnati nella ricerca di serate e anche del semplice piacere di ritrovarsi davanti ad un caffè. Se questa tradizione musicale, però, è sempre meno radicata, resta quella dei tanti caffè che è possibile gustare all’interno dei bar presenti ancora nella struttura magari accompagnandoli alla possibilità di una calda sfogliata a doppia scelta (riccia o frolla). Proprio all’uscita su via Toledo, l’antica pasticceria Pintauro che secondo una diffusa leggenda, avrebbe importato dalla Conca dei Marini la ricetta seicentesca del convento
di Santa Rosa: quel sapiente e calorico mix di semola cotta, latte, frutta secca, limoncello e zucchero chiuso in una sfoglia
a forma di cappuccio monacale, opera di una piccola (grande) suora… G.DC. e S.L.
Come scegliere quelle più adatte a seconda dell’utilizzo
MASCHERINE ANTISMOG IN CITTÀ In base all’efficienza filtrante sono divise in tre categorie: FFP1 FFP2 e FFP3
Brunella Mercadante Andare in bicicletta è una sana alternativa alla guida di un auto o allo stare seduti su un autobus, ma la cattiva qualità dell'aria in ambiente urbano finisce per contrastare questi benefici. La soluzione migliore per pedalare senza respirare smog e sostanze nocive è la mascherina protettiva che filtra l'aria. Per chi va in bicicletta in città e pedala nel traffico oltre ad osservare la massima prudenza, ad utilizzare il più possibile le apposite piste ciclabili e munirsi di un caschetto protettivo è consigliabile dunque anche l’uso della mascherina davanti alla bocca per impedire
agli inquinanti, in particolare le micropolveri Pm10 e Pm 2,5, di penetrare nel sistema respiratorio. Per essere efficaci, però, devono essere quelle giuste; sono inutili, infatti, quelle da chirurgo, fatte di tessutonon-tessuto, che servono in realtà a proteggere l’ambiente dalle emissioni di chi le indossa. È necessario adoperare mascherine filtranti con l’apposito marchio EN 149, che in base all’efficienza filtrante sono divise in tre categorie: FFP1 con un’efficienza filtrante minima del 78%, FFP2 con un’efficienza filtrante del 92% e FFP3 con un’efficienza filtrante del 98%. Per chi percorre brevi tratti, per chi usa la
bicicletta solo per andare e tornare dal lavoro, esponendosi all’inquinamento solo per poco tempo è sufficiente l’utilizzo delle mascherine FFP1, mentre per chi sta tutto il giorno all’aperto nel traffico, come ad esempio i vigili urbani, sono preferibili almeno le FFP2. Le mascherine devono essere cambiate frequentemente, almeno settimanalmente, del resto sono molto economiche e facilmente reperibili nei negozi di bricolage. Ne esistono in commercio anche dei modelli speciali, come quelle munite di valvola per evitare l’appannamento, utili, ad esempio, per coloro che adoperano gli occhiali.
Deodoranti inquinanti Oli, incensi, candele, diffusori, spray, gel. Ce ne sono di tutti i tipi e fragranze, pubblicizzati e spinti da campagne di marketing, i deodoranti per ambiente sono in verità prodotti alquanto superflui, e di cui forse è meglio fare a meno. Emettono, infatti, una quantità elevata di sostanze inquinanti, alcune pericolose, annoverate fra quelle cancerogene, e una gran quantità di allergeni. Millantano ondate di freschezza e profumi inebrianti, ma in effetti rendono peggiore l’aria delle case, con preoccupanti effetti sulla salute delle persone più a rischio, come i bambini, soggetti allergici e asmatici. In genere i deodoranti per ambiente sono di sostanze naturali o di sintesi, che soprattutto
quando vengono bruciate emettono inquinanti, che finiscono per concentrarsi tra le mura domestiche. I prodotti a combustione, soprattutto incensi ed oli essenziali, emet-
tendo benzene, formaldeide e polveri sottili- sostanze tossiche e cancerogene-, sono quelli che provocano più problemi; quelli non a combustione, come i diffusori elettrici, gli
spray con sensore, gli spray automatici, non bruciando, non emettono sostanze cancerogene, ma in compenso possono rilasciare una grande quantità di allergeni e di composti organici volatili. Anche le candele, sebbene creino ambienti ricchi di fascino ed atmosfera, sono da evitare, rilasciano, infatti, polveri sottili, legate al processo di combustione. Per un motivo o per un altro dunque i deodoranti per ambiente contribuiscono all’ inquinamento delle case, forse la soluzione migliore, invece di coprire gli odori con fragranze aromatiche, è quella di aerare frequentemente gli ambienti domestici. Cinque o dieci minuti con le finestre aperte consentono di rinnovare davvero l’aria, elimi-
nando gli odori e abbattendo nel contempo le concentrazioni inquinanti, che spesso sono in casa per altri motivi, come il fumo di sigarette o l’ uso di detersivi. Per combattere l’aria viziata si può ricorrere, altrimenti, ad alternative naturali: usare fiori secchi, spezie, sacchetti di fragranze naturali, od anche circondarsi di piante ornamentali d’ appartamento che migliorano la qualità dell'aria, come il pothos o il filodendro. Ma se proprio non si vuole rinunciare a dei deodoranti per ambiente è bene usarli occasionalmente e solo per brevi periodi, evitarli in presenza di bambini, di donne in gravidanza e di persone sensibili alle allergie e aerare sempre i locali prima di soggiornarvi. B.M.
Acrilamide: in quali alimenti si nasconde Sospettata di essere un agente mutageno può favorire la formazione di cellule tumorali Fabiana Clemente Durante la cottura di alimenti ricchi di carboidrati si forma una sostanza tossica. L’acrilamide appunto. Considerata, illo tempore, potenzialmente dannosa per la salute dall’ Oms. Elevate temperature ne favoriscono la formazione, facilitata anche dall’assenza di acqua e dalla presenza di asparagina – amminoacido – e di un monosaccaride. Sospettata di essere un agente mutageno, l’acrilamide può favorire la formazione di cellule tumorali. Per scongiurare ogni pericolo, sarebbe opportuno osservare delle avvertenze. Una dieta equilibrata a ridotto contenuto di grassi, evitare il consumo di pane eccessivamente abbrustolito, non friggere ad una temperatura superiore ai 170° C. la formazione di questa sostanza avviene infatti a temperature superiori a 120° C e tocca l’apice intorno ai 190°C. Privilegiare l’olio d’oliva – il suo elevato punto di fumo lo rende molto adatto per le fritture - e non riciclarlo per la frittura successiva. Privilegiare la cottura a vapore o la bollitura, assicurandosi di non prolungare la cottura oltre il tempo necessario. Prima di cuocere le patate, lasciarle a mollo per pochi minuti in modo che perdano
buona parte dell’amido. L’Efsa – Agenzia europea per la sicurezza alimentare - ha confermato pochi giorni fa – sulla base di sperimentazioni condotte su animali - che la sostanza aumenta potenzialmente il rischio di cancro per i consumatori di tutte le fasce di età. In particolare, i bambini sono maggiormente esposti al pericolo, a causa del ridotto peso corporeo. Quali
sono i principali alimenti che contengono questo nemico per la salute? Caffè, prodotti fritti a base di patate, biscotti, cereali, cracker, pane tostato, pane fresco e alcuni prodotti per l’infanzia. Quindi sarebbe opportuno abbinare ad una pietanza fritta un contorno a base di verdure fresche. Queste, infatti, hanno il merito di diminuire i rischi associati all’acrilamide. La dott.ssa
Benford – presidente del gruppo di esperti scientifici CONTAM – ne ha spiegato alcune dinamiche. Assorbita dal tratto gastrointestinale, la sostanza si distribuisce a tutti gli organi e viene ampiamente metabolizzata. La glicidammide – principale metabolita derivato dal processo – sarebbe la causa primaria delle mutazioni geniche e dei tumori. Lungi
dal credere che possa provocare solo patologie tumorali, sono stati presi in considerazione anche possibili conseguenze nocive sul sistema nervoso, sullo sviluppo prenatale e sulla capacità riproduttiva maschile. Ergo, un approfondimento mirato circa questa sostanza non potrà fare altro che rendere maggiormente sicura e sana la nostra alimentazione.
Le Istituzioni vigilano sulla vendemmia 2014 Quattrocento ispettori impegnati sul territorio nazionale Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che circa 400 funzionari dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari) sono impegnati sul territorio nazionale per garantire la regolarità della vendemmia 2014 e salvaguardare l’eccellenza della produzione vitivinicola italiana. L’Icqrf, infatti, ha dato indicazioni a tutti i 29 Uffici sul territorio italiano e ai 6 laboratori per i controlli da effettuare nel periodo di campagna vendemmiale riguardo la raccolta e la
movimentazione delle uve nonché le operazioni di trasformazione delle stesse e la circolazione dei prodotti e dei sottoprodotti vitivinicoli ottenuti. Particolare attenzione nei controlli, già partiti, è data al monitoraggio dei trasporti delle uve da tavola, per impedire che vengano immesse nel circuito della vinificazione, alla circolazione dei sottoprodotti vitivinicoli (vinacce e fecce in particolare) e delle sostanze zuccherine. Verifiche di giacenza nelle cantine saranno operate diffusamente, insieme agli accertamenti sulle pratiche enologiche svolte in cantina.
I controlli sono effettuati sia sulla base di parametri di “rischio” a livello nazionale, sia su parametri sviluppati direttamente sui singoli territori, per mirare al meglio le verifiche e aumentare la loro efficacia a tutela dei produttori in regola e dei consumatori. Nel corso dei controlli, l’Icqrf applicherà in tutti i casi previsti lo strumento della diffida, per non penalizzare i produttori per le violazioni formali e sanabili, mentre massima attenzione sarà data alle violazioni in frode della qualità e della sicurezza alimentare. (dal web)
Green Utopia. La città vegetale Protagonisti: terra cruda, bambù, paglia e salice Antonio Palumbo Green Utopia è una piccola città “utopica” di duemila metri quadrati, con esempi reali di architettura vegetale: la più innovativa e concreta risposta alle esigenze contemporanee di sostenibilità nella progettazione green e nel design. Nata quale allestimento temporaneo negli spazi della Fabbrica del Vapore di Milano, in Via Procaccini - evento programmato, durante lo scorso aprile, nell'ambito di Sharing Design a cura di Milano Makers - questa piccola “città verde” di giorno ha ospitato laboratori e workshop operativi di autocostruzione, men-
tre, durante la sera, ha visto l’organizzazione di eventi musicali, rappresentazioni teatrali, performance e spettacoli con luci e proiezioni. Per alcuni giorni è stato possibile visitare un’oasi naturale, incrocio tra realtà e mondo fantastico, in cui ogni particolare è stato realizzato con materiali a basso impatto ambientale, completamente riciclabili, tra i quali terra cruda (uno dei protagonisti dell’architettura contemporanea per le sue doti ecologiche e di sostenibilità), bambù (l’acciaio naturale dalle grandi capacità statiche, molto utilizzato in Asia), paglia e salice. Green Utopia, ha rappresen-
tato dall’8 al 13 aprile, una vera e propria città utopica, quasi un ritorno alle origini, a dimostrare che uomo e natura potrebbero ancora convivere in armonia. L’obiettivo centrale è stato quello di presentare ad un vasto pubblico materiali e tecniche dell’architettura vegetale e alternativa: il bambù, la canna palustre (arundo donax), la paglia, il salice, l’agricoltura urbana (dagli orti terapeutici alle coltivazioni domestiche), ecc. I visitatori hanno inoltre potuto ammirare alcune sculture di grandi dimensioni: sette frutti diversi, realizzati, interamente con elementi vegetali, in collaborazione con la Scuola Internazionale di Arte e Tecnica Floreale “Laboratorio di Idee”. Altra installazione da ricordare è quella di OrtoBlock, un grande mattone di terra e semi che, durante la settimana del Salone, ha dato vita ad un orto di cui tutti i visitatori potevano prendersi cura. L'elemento vegetale, considerato come materiale primario di costruzione, si è posto qui al centro di un nuovo atteggiamento, che vede il verde come l'ambiente ideale per la vita dell'uomo sulla terra. All'interno di Green Utopia è stato possibile definire proposte innovative dell'abitare e del vivere green: la città che deriva da questa prospettiva
tende a portare dentro di sé la foresta, eliminando il confine fra natura e costruito. All’interno di questo progetto sta prendendo forma - grazie al contributo dei giovani architetti e ingegneri baresi di Lan (Laboratorio Architetture Naturali), dell’azienda Pedone Working, che sta costruendo a Bisceglie il complesso residenziale in calce e canapa più grande d’Europa, denominato Equilibrium, e della Manzi Marmi, leader nella produzione e innovazione di manufatti in pietra un’architettura open air la cui struttura è composta da uno scheletro di archi di canna an-
corati ad un basamento di pietra, andando così a formare una calotta, in parte chiusa, rivestita dal natural beton, impasto di calce e canapa. Marina Leuzzi, ingegnere ventisettenne di Trani, ha spiegato sul quotidiano on line BariToday che: «L’opera sarà costituita da una cupola composta da uno scheletro di canne arundo donax, pianta caratteristica per leggerezza e flessibilità, che andranno a fissarsi in un basamento di pietra naturale. La struttura sarà infine completata da una copertura composta da un impasto di calce e canapa».
Greenbutts: dalle sigarette nasce un fiore Filtri biodegradabili che diventano concime da giardino Cristina Abbrunzo Fumare è un vizio nocivo, questo è certo; ma è pur vero che milioni di persone, nonostante la tossicità, continuano ad accendere sigarette d’ogni sorta, abbandonando ciò che resta di questa pessima abitudine su marciapiedi, strade, prati, falde acquifere ecc. Ogni anno, infatti, vengono buttati per terra 4,5 miliardi di mozziconi di sigarette. I filtri attuali sono effettivamente biodegradabili, ma possono richiedere fino a 15-20 anni per decomporsi completamente. Una brillante soluzione ‘green’ si propone di mitigare (almeno in parte) gli effetti nocivi della sigaretta sulla salute dei più incalliti fumatori, contrastando contemporaneamente l’inquinamento ambientale dei mozziconi. Dopo le sigarette LIP (Lower ignition propensity), che si spengono da sole per evitare gli incendi, è la volta di un’invenzione ancora più particolare. Si tratta di una nuova sigaretta ecologica, denominata ‘Greenbutts’ che è innanzitutto priva di quelle principali sostanze chimiche presenti nelle ‘cicche’ tradizionali, come il polonio di piombo, responsabile di stimolare, potenzialmente, un processo cancerogeno maligno nel fumatore. La nuova sigaretta ‘Green’ contiene invece solo sostanze naturali senza additivi ed ha un filtro di fibre di lino, canapa e cotone incollati in-
sieme con acqua e farina. Ma la vera novità green è un’altra: la sigaretta ‘eco’ contiene un seme nel suo filtro biodegradabile, pronto a far nascere un fiore selvatico una volta gettato a terra. La società americana Greenbutts, con sede a San Diego, schierata a difesa del verde urbano, ha dunque cercato di mettere a punto una soluzione straordinaria ed esemplare per attenuare l’in-
quinamento ambientale, brevettando un’idea per smaltire in modo più rapido i mozziconi, facendo sì che dai semi, racchiusi in un filtro del tutto naturale, piantati sotto un sottile strato di terra, possano germogliare stupendi fiori di campo ed erbette sottili. Questa originale sigaretta ecologica è già disponibile in commercio, almeno in America, e la società è alla ricerca di investi-
tori e partnership per commercializzare in tutto il mondo il suo prodotto amico della natura. Se non siete amanti dei fiori, potete gettare le cicche nella spazzatura ed essere comunque certi di non aver contribuito all’inquinamento ambientale. Trasformare i filtri in fiori è comunque solo un punto di partenza, un piccolo passo per ridurre al minimo i rifiuti di
difficile smaltimento. Speriamo sono che quest’invenzione non incoraggi le persone a iniziare a fumare solo per far fiorire i giardini. Di certo, però, fumare non sarà mai una pratica salutare e gettare mozziconi a terra sarà sempre un gesto incivile, ma almeno, come si dice, se dai diamanti non nasce niente, da una sigaretta può nascere un fiore!
Hand Tree: un bracciale per purificare l’aria Chi vuole aiutare l’ambiente, alzi la mano! E se un braccialetto fosse in grado di purificare l’aria attorno a noi? Sarebbe una soluzione all’inquinamento di cui soffre la maggior parte delle città del mondo e dei conseguenti problemi respiratori dei loro abitanti. Ebbene, non si tratta di fantascienza, ma di un vero e proprio gioiello “green”. E' un innovativo braccialetto prezioso, forse un pò meno di quelli d'oro e con le pietre per il suo valore reale, ma preziosissimo per aiutare l'ambiente: si tratta di un braccialetto antismog dotato di un filtro in carbonio in grado di purificare l'aria intorno a sè. Si chiama Hand Tree, "albero da braccio", una sorta di minipurificatore d'aria personale per dare la sensazione di vivere
in una foresta. A mettere a punto l’innovativo “gioiello” lo staff creativo di Electrolux Design Lab, il corner tecnologico dell’Electrolux che ogni anno lancia un concorso dedicato agli studenti di design di tutto il mondo. Il principio applicato è simile a
quello che effettua una pianta che assorbe CO2 e rilascia ossigeno. Il braccialetto antismog è dotato di un display che indica i livelli di inquinamento esterni all’ area verde riprodotta dal dispositivo di depurazione e che permette di verificare l’efficacia del dispositivo. Sulla stessa scia
sono stati realizzati anche ciondoli, cinture ed altri tipi di accessorio. I ricercatori sono convinti che se una collettività anche piccola indossasse questi braccialetti si otterrebbero ricadute ambientali analoghe a quelle di un bosco. L’idea oltre ad essere un bell’esempio di green style potrebbe realizzare ottimi risultati di purificazione salvaguardando la salute di chi indossa il bracciale, ma sarebbe meglio, per l’ambiente nel suo complesso, che gli sforzi di tutti si concentrassero maggiormente sulla riduzione dei livelli d’inquinamento e magari, sull’idea di piantare alberi veri piuttosto che da braccio. C.A.
L AVORO E PREVIDENZA
IL TELELAVORO Eleonora Ferrara Non è semplice definire compiutamente il concetto di telelavoro. Per chi ne ha coniato il termine negli anni ’70 (telework) esso consisteva in “ ogni forma di sostituzione degli spostamenti di lavoro con tecnologie dell’informazione ”. Attualmente, anche in considerazione dei progressi nel campo delle tecnologie dell’informazione, si è senz’altro in grado di fornirne una definizione più pertinente, quale ogni modalità di esecuzione di un’attività lavorativa svolta in qualsiasi momento da una qualsiasi sede esterna (fissa o mobile) alla sede aziendale, mediante l’uso, anche discontinuo, della telematica. Purtroppo, l’importanza di questo nuovo modo di lavorare, non è stata recepita immediatamente in Europa dalle parti sociali. Attualmente, invece, il telelavoro è ormai riconosciuto come una soluzione organizzativa, una valida opportunità per andare incontro alle esigenze sia delle imprese, che delle pubbliche amministrazioni, in un contesto sociale, in cui il lavoro è sempre più intellettualizzato e quindi indipendente da luoghi e tempi stabiliti. L’Italia è stato uno dei primi Paesi europei a regolamentare il telelavoro nella
P.A. ma, nonostante tutto, non rientra fra i primi Paesi che lo hanno adottato, a causa della diffusa concezione, che esso consista in una forma lavorativa accessoria rispetto al lavoro tradizionale, cosa che ne ha pregiudicato l’affermazione, quale elemento costitutivo di una
nuova modalità e mentalità lavorativa. Tutto ciò a dispetto dell’ accordo interconfederale del 2004, che mirava proprio a tutelare i telelavoratori alla stessa stregua di tutti gli altri, con attribuzione di medesimi diritti. Il ricorso al telelavoro, anche in via del tutto sperimen-
tale, si deve sicuramente alla richiesta di flessibilità del lavoro, sempre più scandito dai ritmi frenetici della vita, il che ha portato ad affrontare questa tematica non solo dal punto di vista socio-politico-economico, ma, in modo più concreto, dal punto di vista organizzativo. Spesso suc-
Viaggio nelle leggi ambientali ACQUE SUPERFICIALI Ai sensi dell’art. 54, c. 1, lett. c) del D. Lgs n. 152/06, si intendono per “acque superficiali” le acque interne, ad eccezione delle sole acque sotterranee, le acque di transizione e le acque costiere. Alla lettera l) del medesimo comma si specifica poi che “corpo idrico superficiale” è un elemento distinto e significativo di acque superficiali, quale un lago, un bacino artificiale, un torrente, un fiume o canale o una parte di un torrente, fiume o canale, nonché di acque di transizione o un tratto di acque costiere. “Corpo idrico fortemente modificato”, invece (lett. n), è un corpo idrico superficiale la cui natura, a seguito di alterazioni fisiche dovute ad una attività umana, è sostanzialmente modificata. La Corte Costituzionale (sentenza del 27 giugno 2012, n. 159) ha dichiarato costituzionalmente illegittimo, per contrasto
con l’art. 117, secondo comma, lettera s), Cost, l’art. 11 della l.r. Toscana n. 41 del 2011 nella parte in cui prevede che ricada nella nozione di “acque superficiali”, oltre la intera area occupata dal “corpo idrico”, secondo la definizione che di esso è data dall’art. 54, comma 1, lettere l) ed n), del D.Lgs. n. 152 del 2006, anche la fascia
territoriale di pertinenza, limitrofa ad esso, sino ad un massimo di dieci metri dal ciglio di sponda o dal piede esterno dell’argine, ove esistente. Nell’estendere la nozione di acque superficiali, infatti, il legislatore regionale ha esteso, al di là dell’ambito oggettivo fissato dal legislatore statale, il regime esonerativo previsto dal comma 4 del d.lgs. n. 152 del 2006 per le sole acque superficiali, così come definite dall’art. 54, comma 1, lettera c). E, in tal modo, si è modificata la disciplina relativa alla gestione dei rifiuti, che la costante giurisprudenza ha ascritto alla materia “tutela dell’ambiente e dell’ecosistema”, riservata alla legislazione esclusiva dello Stato. Così operando si esulerebbe dagli ambiti di competenza affidati alla potestà legislativa delle Regioni. fonte: www.ambientelegale.it A.T.
cede, però, che se da un punto di vista del tutto formale, esso è previsto in tutti i contratti dei comparti, da un punto di vista puramente tecnico, invece, ne diventa complicata l’applicazione. A ben vedere, si sarebbe potuto impiegare, in maniera più proficua per la P.A., questo interessante strumento, mediante la previsione legislativa a supporto della contrattazione collettiva di prossimità. Bisogna ammettere che nella P.A., sono ancora poche le Amministrazioni virtuose che ricorrono al telelavoro, nelle quali il lavoro a distanza o decentrato rivela tutti i suoi vantaggi, sia in termini organizzativi che di ricaduta sociale. In ogni caso, gli obiettivi legati all’impiego flessibile delle risorse umane attraverso il telelavoro sono ambiziosi ed ineriscono, tanto alla dimensione efficientista della gestione dei servizi dell’ente pubblico come la razionalizzare e l’organizzazione del lavoro, quanto alla dimensione personale dei lavoratori, con la riduzione dei tempi e dei costi dello spostamento casa – lavoro e l’incremento della fruizione dei tempi di vita familiare e sociale. La dimensione ambientale e sociale, poi, come il minor traffico veicolare che si verrebbe a verificare con conseguente minor inquinamento atmosferico, è un ulteriore beneficio a completamento di un quadro già di per sé positivo.
LA STRADA È FATTA PER CAMMINARE INSIEME Andrea Tafuro Cara lettrice, caro lettore, Sant’Agostino diceva che il viaggio è una delle più belle metafore che la vita mette a disposizione per parlare della vita di un popolo. Prima di partire per qualsiasi destinazione, la testa del viaggiatore è affollata da diverse domande: Mi divertirò ?...Chi sa se la compagnia sarà ok... Vale al pena lasciare tutto? Arriva poi il momento in cui bisogna mettere a tacere le ansie e bisogna dedicarsi alla valigia e qui alcuni oggetti possono offrire qualche punto di riferimento importante per questa esperienza. Portiamo con noi dei libri per sognare e per riflettere...
Sì viaggiare evitando le buche più dure, senza per questo cadere nelle tue paure gentilmente senza fumo con amore dolcemente viaggiare rallentare per poi accelerare con un ritmo fluente di vita nel cuore gentilmente senza strappi al motore.
Lucio Battisti La pace oltre le armi. Produzione ed esportazione delle armi, riconversione, educazione alla pace. EMI editrice. Diviene inevitabile, soprattutto nel nostro paese, prendere coscienza delle ampie e pervasive dimensioni della questione delle armi. Gli avvenimenti recenti, come i bombardamenti chirurgici su Gaza, impongono nuove analisi sul nesso causale tra libertà dei popoli e conflitti. Il volume realizzato dall’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Sicurezza e Difesa (OPAL) si prefigge di offrire materiali di riflessione a chi vuole operare nell'ambito della nonviolenza e strumenti, anche informativi,
per divulgarne i principi. Nelle pagine dell'Annuario, il lettore può trovare l'analisi dei rapporti dell'UE sulle esportazioni di armi dei paesi europei, da cui risulta il ruolo di Francia, Gran Bretagna, Germania e in prima fila dell'Italia, nella ripresa di una corsa agli armamenti che riempie gli arsenali proprio di quei paesi indicati come base di partenza di ondate migratorie epocali e dove spesso i diritti umani vengono violati. Per riportare i temi della cultura nonviolenta al centro del discorso pubblico è utile riflettere sul linguaggio della pace, sulle vicende della resistenza palestinese, sulla difesa dello Stato d’Israele e su come combattere l’antisemitismo. Il libro offre come spunto l'esperimento di una riconversione possibile tentato nel secondo dopoguerra nello stabilimento Breda di Brescia. Alle questioni dell'informazione sono poi dedicate la denuncia delle carenze e distorsioni nel dibattito circa i possibili effetti sulla salute delle munizioni all'uranio impoverito, e uno sguardo sulle insofferenze del mondo della caccia in Italia, sempre più legato alla lobby dell'industria armiera. Amici per la pelle. Favole del Perù e del Camerun. EMI editrice. Un brutto giorno Gwenon cadde in un pozzo e vi morì, soltanto perché un vicino, accorso in suo aiuto, aveva osato dirgli “Dammi una mano”. Gewnon, famoso per la sua avarizia, non aveva mai voluto dare niente a nessuno. Questi è uno dei racconti provenienti dal Benin e dal Camerun... ma c'è anche un marabutto disonesto, un cacciatore dalla lingua lunga, una lepre flautista e tanti altri autori umani e animali che, con pregi e difetti, interpretano la commedia della vita e insegnano il rispetto delle persone e dell'ambiente e la forza della verità come l'unica grande strategia di un'armoniosa convivenza. Se la forza del baobab è nelle sue radici, dice un proverbio, la forza delle culture africane risiede anche nell'immenso patrimonio favolistico che negli ultimi tempi vede numerosi ricercatori e stu-
diosi impegnati nella sua raccolta, conservazione e trasmissione. Energia e futuro Le opportunità del declino. EMI editrice. Nel linguaggio dei mercati esistono solo costi, ricavi e profitti, perciò non meravigliatevi se per valutare la bontà delle scelte energetiche si usa il denaro. Disgraziatamente, il criterio economico ha favorito sinora il petrolio e con astuzie varie il nucleare. Per questo hanno imbottito l'atmosfera di anidride carbonica e hanno contaminato il mondo con sostanze radioattive fuoriuscite da Three Mile Island, da Cernobyl e di recente da Fukushima. La catastrofe giapponese e i rivolgimenti politici in Medio Oriente e nel Nord Africa, serbatoio mondiale di greggio e di gas, avvalorano la tesi di questo libro. Nel passare meticolosamente in rassegna tutte le fonti di energia, l'autore mostra che nessuna di esse è perfetta. L'atteggiamento più saggio è limitare i bisogni energetici, ossia cambiare radicalmente stile di
vita, nonchè idea di sviluppo. Chiudere una volta per tutte con la civiltà dei consumi. Non è una mera questione di rispetto per l'ambiente, ne va dei diritti delle generazioni future e della loro stessa sopravvivenza. L’economia circolare. Collegare, generare e conservare il valore. http://bookshop.europa.eu/. Il concetto di economia circolare risponde al desiderio di crescita sostenibile, nel quadro della pressione crescente a cui produzione e consumi sottopongono le risorse mondiali e l’ambiente. Finora l’economia ha funzionato con un modello produzione-consumo-smaltimento, modello lineare dove ogni prodotto è inesorabilmente destinato ad arrivare a fine vita. La transizione verso un’economia circolare sposta l’attenzione sul riutilizzare, aggiustare, rinnovare e riciclare i materiali e i prodotti esistenti. Quel che normalmente si considerava come rifiuto può essere trasformato in una risorsa. Si comprende al meglio l’economia circolare
osservando i sistemi viventi (biosistemi) naturali, che funzionano in modo ottimale perché ognuno dei loro elementi si inserisce bene nel complesso. I prodotti sono progettati appositamente per inserirsi nei cicli dei materiali, di conseguenza, questi formano un flusso che mantiene il valore aggiunto il più a lungo possibile. I rifiuti residui sono prossimi allo zero. Per questo passaggio, la Comunità europea ha già preparato il campo: un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse, ovvero una delle iniziative faro di Europa 2020, coordina interventi che abbracciano molti settori politici, per garantire una crescita e un’occupazione sostenibili attraverso un uso migliore delle risorse. Buon viaggio! Buona lettura! Prima di partire per un lungo viaggio, porta con te la voglia di non tornare più, non per fuggire dalla realtà, quanto per cogliere gli insegnamenti che porterai come dono del viaggio nella tua vita quotidiana!!!
Sagre e feste popolari in Campania "E...state al borgo" fino al 15 agosto a Ravello (SA) “ ‘A CHIENA”fino al 17 Agosto 2014 a Campagna(SA) l fiume Tenza straripa dal suo letto naturale ed inonda la città attraverso un “corso” artificiale.
“Fiera Enologica”fino al 17 agosto a Taurasi (AV) “Sagra degli antichi sapori” fino al 17 agosto a Gioia Sannitica (CE) “Festa della Birra” fino al 18 agosto a Giano Vetusto (CE) “Sagra della fresella” fino al 20 agosto a Castel Morrone (CE) “Festa del Grano”fino al 24 agosto a Foglianise (BN) “Sagra della Patata” il 14 agosto ad Agerola (NA) “Festa per la Madonna Assunta da 14 al 17 agosto a Erchie e Maiori (SA) “Sagra del fusillo felittese” dal 14 al 24 agosto a Felitto (SA) Il “Palio De Li Normanni” dal 15 al 17 Agosto a Sant'Angelo d'Alife (BN) “Historiae Volceianae”, dal 16 al 18 agosto a Buccino (SA) tra storia, cucina romana e antiche monete
“Sagra dei prodotti bovini” dal 16 al 21 agosto a Capaccio (SA) “Festa del Pane” il 17 agosto a Trentinara (SA) “La Notte della Tarantella” il 17 e 18 agosto ad Ogliastro Cilento (SA) “Irpinia folk in tour” il 17 e il 18 agosto nel Castello D’Aquino a Grottaminarda (AV) Ciccimmaretati , la Sagra dei Piatti Poveri” dal 17 al 23 agosto a Stio (SA) “A scugnatur” il 18 agosto a Sant’Angelo in Mondragone (CE) Con la presenza di numerosi contadini esperti nell’arte della battitura di fagioli con gli attrezzi d’epoca
“Palio dell’anguria” il 18 agosto ad “Altavilla irpinia” (AV) “Festa degli Antichi Sapori” dal 18 al 20 agosto a Mandia (SA) “ Festa del Mare”dal 19 al 24 agosto a Procida (NA) “Dal tartufo ai prodotti tipici” il 22 e 23 agosto a San Bartolomeo in Gualdo (BN) “Festa del Vino” il 29 agosto a Castelvenere (BN) “Sagra di giocchi e Cavatielli” dal 29 al 31 agosto a Sant’Agata dei goti (BN) “Lumina in Castro”,continua l’epoca dei Lancellotti dal 29 al 31agosto a Lauro (AV) “Sagra al borgo” il 30 e 31 agosto a Pietramelara (CE) “Malazè, l’EnoArcheoGastronomia dei Campi Flegrei” dal 6 al 16 settembre ‐ (NA)
Foto di Fabiana Liguori