La prima pandemia del ventunesimo secolo
Si chiama COVID19 il nemico invisibile
CORONAVIRUS, IL NEMICO INVISIBILE La pandemia incombe sulla vita e le abitudini degli italiani. Misure rigide da parte del Governo, la Campania “resiste” Fabiana Liguori La città di Napoli ai tempi del Covid19 è "in apnea". Stare in casa è meraviglioso, finché si tratta di una scelta. Fuori ai balconi, la gente pullula. Il caldo sole del mattino non basta da solo ad alimentare il cuore dei partenopei, il fervore di una città come Napoli: le strade silenziose, con negozi, laboratori, cinema, caffetterie e teatri chiusi sono qualcosa di surreale, che fa male per chi si nutre ogni giorno di cose semplici: l’odore che dalla pasticceria arriva fino al cielo, il buon giorno del barbiere, la musica proveniente dai locali della palestra, la gente che passeggia sui marciapiedi, gli artisti che preparano il numero nei vicoli, i bambini che giocano a calcio in piazza, manca il saltellare dei ragazzi all’uscita da scuola, il borbottio degli anziani raccolti vicino alle panchine, il caffè offerto all'amico, l'urlo del venditore di pagnotte, manca il sorriso della signora "vintage" che tanto fa bene al quartiere, anche la serranda della sua bottega è abbassata. Difficile raccontare di una Napoli che “resiste” senza sentire d’improvviso gli occhi gonfi di tristezza. In seguito alle pesanti restri-
zioni varate dal Governo Italiano con il decreto ministeriale dello scorso 11 marzo, in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e da adottare sull'intero territorio nazionale, la condizione ad oggi in cui riversa l’Italia è ancora molto preoccupante: ad oggi sono 24.747 i contagiati, di cui 1.809 i decessi e 2.335 i guariti. Nello specifico in Campania sono 333 i contagiati, di cui 9 deceduti e 28 guariti (tab 1 PCM-DPC dati forniti dal Ministero della Salute) Nei giorni scorsi è stato siglato dal Governo il Protocollo per la sicurezza nelle aziende riguar-
dante le misure efficaci di salute e tutela dei lavoratori che dovranno essere garantite in tutte le imprese per contrastare e prevenire la diffusione del nuovo virus nei luoghi di lavoro. In queste ore si attende l’ok del Consiglio dei Ministri per il varo di un documento determinante per le famiglie, le imprese e l'economia del Paese: il decreto “Cura Italia” che definisce lo stanziamento di 25 miliardi di euro per fronteggiare l’emergenza. Tra le misure previste: il congedo straordinario fino a 15 giorni retribuito al 50% dello stipendio per entrambi i genitori di ragazzi fino a 12 anni (a casa
perché le scuole sono chiuse); la possibilità di chiedere fino a 24 giorni in più di permesso (nei prossimi due mesi) per chi assiste una persona disabile; bonus di 600 euro una tantum per professionisti, autonomi, collaboratori stagionali, che operano anche nei settori del turismo e dello spettacolo. Slittano le cartelle esattoriali e gli accertamenti esecutivi dell’Agenzia delle Entrate e degli enti di previdenza in scadenza tra 8 marzo e 31 maggio (i versamenti andranno effettuati entro il 30 giugno 2020). Gli enti impositori sospendono controlli, accertamenti, riscossioni e contenzioso. Per le pic-
cole e medie imprese è prevista una moratoria sui prestiti ed i mutui fino al 30 settembre 2020; sospeso anche il pagamento delle rate dei mutui. Il fondo centrale di garanzia coprirà i prestiti chiesti dalle aziende fino a 5 milioni di euro. I commercianti ed i negozianti potranno ottenere un credito di imposta del 60% del canone di affitto di negozi e botteghe per il mese di marzo. Il nostro pensiero va senza alcun dubbio alle persone che combattono la loro personale battaglia su un letto di ospedale, ma anche a coloro che, in questi mesi avranno serie difficoltà di “sopravvivenza”: i piccoli bottegai, gli artisti e i maestri di scuole e teatri “di periferia”, gli artigiani, gli anziani lasciati soli e a quanti “campano” e sostengono le proprie famiglie inventandosi spesso mestieri solo con la forza delle proprie braccia, idee e creatività. Diamo spazio alla solidarietà. Infine rivolgiamo un sentito grazie ai medici, agli infermieri e a tutto il personale sanitario che con responsabilità e tenacia restano ai posti di combattimento per placare giorno per giorno l’avanzata di questo “nemico invisibile”, la prima pandemia del ventunesimo secolo.
Emergenza Covid19 il mondo si ferma, la ricerca no In via di sperimentazione il farmaco scoperto a Napoli che potrebbe evitare la terapia intensiva Giulia Martelli Mentre gran parte del mondo è costretta a fermarsi, c’è una parte di popolazione che continua a lavorare senza sosta: è l’esercito di medici, infermieri, scienziati e ricercatori che ogni giorno combatte e prova a trovare soluzioni per arginare e debellare il Coronavirus. Già gli studiosi israeliani pare siano vicini al vaccino, osservando la somiglianza del Covid-19 con il coronavirus da pollame mentre il gruppo dell’Università olandese di Utrecht guidato da Chunyan Wang sta sperimentando un anticorpo monoclonale, specializzato nel riconoscere la proteina che il virus utilizza per aggredire le cellule respiratorie umane. Non bisogna però
andare tanto lontano per avere nuove illuminanti notizie. È infatti proprio dalla nostra città, Napoli, che arriva l’annuncio più importante. Grazie ad una collaborazione tra l’Azienda Ospedaliera dei Colli e Istituto Nazionale Tumori Irccs Fondazione Pascale, infatti, alcuni pazienti affetti da polmonite severa Covid 19 e ricoverati all’ospedale Cotugno, sono stati trattati con Tocilizumab, un farmaco che viene solitamente utilizzato nella cura dell’artrite reumatoide ed è farmaco di elezione nel trattamento della sindrome da rilascio citochimica dopo trattamento con le cellule CAR-T. “Già a distanza di 24 ore dall’infusione, sono stati evidenziati incoraggianti miglioramenti soprattutto in uno
dei pazienti, che presentava un quadro clinico più severo” spiegano Vincenzo Montesarchio direttore della Uoc di Oncologia dell’Azienda Ospedaliera dei Colli e Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto “Pascale” di Napoli. Dopo l’importante riconoscimento da parte del presidente dell’ISS, l’Agenzia Nazionale del Del Farmaco sta procedendo agli ultimi rilievi prima di avviare la sperimentazione in tutta la penisola. Molti ospedali sono oramai al collasso, un farmaco che, se somministrato precocemente, riesca ad evitare la terapia intensiva potrebbe rappresentare un’importante chiave di svolta.
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Coronavirus, Sars2-CoV-2019: consigli utili per affrontare l’infodemia Non ci sono dubbi. Il coronavirus sta sicuramente creando una serie di problemi sotto l’aspetto sanitario e per la salute, ma incide anche molto sulle nostre abitudini. Oltre a ricordarci di osservare le regole d’igiene che dovrebbero far parte dei nostri costumi, a prescindere dal virus, l’epidemia in corso ci sta mettendo a dura prova sotto l’aspetto psicologico. Viene quasi da dire che il virus non interessa soltanto il fisico, ma anche la mente. E quindi compaiono problemi cognitivi e psicologici, da non sottovalutare. Come affrontarli? Ecco il parere degli esperti. Una risposta troppo “veloce”. Occorre adattarsi a questa nuova realtà, comparsa in pochi giorni. Ed è proprio la velocità, unita alla mole d’informazioni che si hanno, a giustificare le reazioni psicologiche che molti di noi stanno
vivendo. Certo è che l’impatto psicologico, pur essendo più nascosto rispetto a quello fisico perché non si può certo misurare con un termometro o attraverso la valutazione dei sintomi, può essere comunque pericoloso. “Gli esseri umani – spiega Enrico Zanalda, presidente della Società Italiana di Psichiatria (SIP) e direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL TO3 e – hanno una paura che li accomuna: il timore di essere travolti da un’epidemia. È una paura così radicata da arrivare a far compiere azioni incontrollate, quelle di chi non sa più cosa fare e le prova tutte per salvarsi. Questo timore atavico è amplificato dalla infodemia, la diffusione virale e velocissima, che in passato non esisteva, di notizie parziali e contraddittorie, quando non addirittura false, che può causare un crollo di fiducia nei rapporti tra le
persone e nelle Istituzioni, e rendere più potente l’effetto sulla psiche di un fenomeno che è sempre esistito”. “In Italia, che è il paese europeo con il maggior numero di casi accertati – spiega Massimo Di Giannantonio, presidente eletto della SIP e ordinario di psichiatria all’Università di Chieti-Pescara – si registrano ingiustificate ed eccessive reazioni psicologiche alla diffusione di notizie sul virus, unitamente alle misure che le autorità hanno assunto al fine di contenere il contagio. Un mix ansiogeno che ha modificato le nostre abitudini e la percezione di salute e benessere individuale. Non siamo dunque ‘attaccati’ solo da un virus influenzale severo – ma anche da una epidemia cognitiva che rischia di generare non solo spavento e confusione ma anche panico di massa e ansia da untori”. Come affrontare le misure
“restrittive”. “Ciascuno di noi – prosegue Zanalda – si è interrogato sulle motivazioni di misure così drastiche: la chiusura delle scuole delle chiese, dei musei, la sospensione degli eventi culturali e sportivi. Tutte cose che ci rendono in qualche modo più fragili davanti ad una minaccia invisibile. Più che la malattia in sé ciò che si teme è la paura del contagio sia dalle che verso le persone con cui veniamo in contatto come familiari, colleghi, amici”. Certo è quindi che l’infodemia incrementa lo stato d’ansia, i pensieri ipocondriaci, e influenza contenuti deliranti con comportamenti emotivi conseguenti. Come comportarsi: 7 regole Ecco dunque le sette regole per affrontare e vincere le paure causate dalla infodemia: 1) Attenersi alle comunicazioni ufficiali delle autorità sanita-
rie; 2) Riconoscere che le cose ‘spaventose’ che attraggono la nostra attenzione non sono necessariamente le più rischiose, è il primo passo verso la consapevolezza; 3) Contenere la paura, mantenere la calma ed evitare di prendere decisioni fino a quanto il panico non è passato; 4) Affidarsi solo alle testate giornalistiche ufficiali e autorevoli; 5) Non fare tesoro di ciò che si intercetta online e sui social media, soprattutto se ‘condiviso’ da amici solo virtuali, che in realtà non si conoscono davvero, e se non accuratamente verificato; 6) Rivolgersi al proprio medico e non fare domande su gruppi social, chiedendo opinioni; 7) Se compaiono sintomi come panico, ansia o depressione rivolgersi allo specialista al fine di un’adeguata diagnosi. (dal web)
Nasce l’Associazione Nazionale Guardie Ambientali Avviato nel Comune di Castelnuovo Cilento un esperimento di tutela e salvaguardia del territorio Maria Cammarano In forza del decreto del Sindaco n. 8 del 05.03.2020, a partire da martedì 10 marzo 2020 e fino alla fine dell'anno, nel Comune di Castelnuovo Cilento in Provincia di Salerno, avrà inizio un esperimento di tutela e salvaguardia ambientale nato dallo sforzo congiunto dell'Amministrazione, retta dal sindaco Eros Lamaida e dalla locale delegazione di un corpo volontario di vigilanza ambientale e protezione civile, l'Associazione Nazionale Guardie Ambientali Italiane, con sede nel vicino Comune di Casal Velino (SA). Le Guardie Ambentali Italiane, per statuto svolgono attività di protezione civile e nell'ambito ambientale - si occupano di tutela delle risorse idriche, di tutela e prevenzione dei danni all'ambiente, prevenzione e spegnimento degli incendi boschivi nonchè attività volte a garantire il rispetto delle norme inerenti la raccolta differenziata nei Comuni. Di qui l'idea di istituzionalizzare ed ottimizzare il prezioso contributo di questa associazione, mediante l'attribuzione della funzione di "addetti al controllo” (ai sensi dell'art. 13 l. 689/81) ai volontari della stessa ma anche mediante l'assegnazione del coordinamento delle attività espletate ad un Responsabile nominato dal Comune, nonchè attraverso la creazione di un rapporto di intesa tra il Comando dell'associazione ed il Comando della locale Polizia Municipale a sostegno delle cui attività, fra le altre cose, l'associazione dovrà prestare il proprio servizio. L'obiettivo individuato con delibera di Giunta n. 01 del 24.01.2020 è quello di tutelare l'ambiente e la salute dei cittadini mediante l'assegnazione di una serie di funzioni quali - da una parte - il monitoraggio del territorio (in particolare delle zone protette e di pregio naturalistico) e quindi l'azione di vigilanza del rispetto delle norme poste a salvaguardia dell'ambiente onde prevenire ed eventualmente segnalare tutti i comportamenti contrari, ivi compreso il frequente abbandono indiscriminato dei ri-
fiuti lungo le strade ed i corsi d'acqua - dall'altra - la sensibilizzazione e l'educazione della cittadinanza in ordine alle attività di prevenzione dei danni all'ambiente ed in ordine alla tutela del decoro del territorio comunale; nonchè l'informazione circa le corrette modalità di conferimento e smaltimento dei rifiuti; il tutto anche mediante iniziative divulgative. A latere il supporto al Comune nello svolgimento delle attività di protezione civile in caso di calamità, incendi ecc. L’amministrazione del Comune di Castenuovo (SA), ha pertanto individuato il quadro normativo di riferimento necessario a dare legittimità alla deliberazione ed ha fatto riverimento agli artt. 9 e 32 della Costituzione, alla l. 266/91 che riconosce il valore sociale e la funzione delle attività di volontariato ed al d.lgsl. n. 267/2000 che declina il principio di sussidiarietà stabilendo che "i Comuni e le Provincie sono titolari di funzioni proprie e di quelle conferite loro con legge dello Stato e delle Regioni, secondo il principio di sussidiarietà. I Comuni e le Provincie svolgono le loro funzioni anche attraverso le attività che possono essere adeguatamente esercitate dalla autonoma iniziativa dei cittadini
e delle loro formazioni sociali". Dunque, in data 27.01.2020 è stata stipulata una Convenzione tra il Comune di Castenuovo (SA) e l'associazione Guardie Ambientali Italiane di Casal Velino: è stato stabito che i volontari dell'associazione naturalmente priva di finalità di lucro - svolgeranno le
loro attività rigorosamente a titolo gratuito. Gli operatori, che lavoreranno sempre in coppia per ragioni di sicurezza, riceveranno tuttavia opportuna copertura assicurativa per le loro attività; inoltre il Comune di Castenuovo (SA) verserà all’Associazione Nazionale Guardie Ambientali Italiane mille
euro a titolo di rimborso delle spese da sostenere per le attività di questo primo anno. Chissà che analoghe politiche di tutela dell'ambiente frutto di una singolare sinergia tra civismo ed amministrazione non vengano imitate anche in altri Comuni, a tutto vantaggio di un bene prezioso per tutti, la tutela dell'ambiente.
DOPO LA MESSA IN SICUREZZA RIAPRE IL PARCO VIRGILIANO Alberature messe in sicurezza dopo numerose ondate di maltempo, giostre accessibili, recinzione del campo sportivo ripristinata, dopo lo schianto di uno dei pini caduti a causa dei venti forti delle scorse settimane, lavori alle condutture effettuati, prato tagliato, numerose caditoie ripristinate. Ha riaperto il Parco Virgiliano di Napoli, ma continueranno in queste settimane i lavori del comune di Napoli per la rigenerazione delle aree non riaperte al pubblico e in vista
del progetto di 1.699.977 euro finanziato da Città Metropolitana per la riqualificazione del parco. A dare il proprio contributo anche un gruppo di associazioni e sponsor che con il progetto dal titolo evocativo “Il Verde sulla Città” ha messo a disposizione 250mila euro che saranno utilizzati per una nuova piantumazione di Pinus Pinea in condizioni di vivibilità migliori assicurando (per suolo e chioma) un adeguato spazio vitale così da evitare potature inutili. G.M.
La gestione delle acque meteoriche Durante una precipitazione incidono sulle superfici di un impianto, esercitando una azione di dilavamento Pasquale Falco Gli opifici industriali spesso utilizzano, per le loro attività produttive, una risorsa preziosissima, l’acqua; questa, introdotta nei processi lavorativi, in modo più diretto (acque di processo) o meno (acque tecnologiche), si carica di inquinanti, dando vita, dopo l’uso, ad un flusso di acque reflue industriali, il quale va a costituire uno scarico che va gestito secondo il D.Lgs 152/2006 e s.m.i.. Gli insediamenti produttivi, oltre all’eventuale flusso di acque reflue residuali, devono gestire anche le acque che si generano a seguito delle precipitazioni meteoriche. Le acque meteoriche, cioè le acque che cadono durante una precipitazione in un “giorno di pioggia”, vale a dire in un giorno in cui si registra una precipitazione piovosa di almeno 1 millimetro, incidono sulle diverse superfici di un impianto, esercitando una azione di dilavamento che, a sua volta, induce uno “sporcamento” delle stesse acque dilavanti. Questo diverso “grado di sporcamento” dipende da due fattori: • la presenza, e la quantità, di sostanze inquinanti presenti sulla superficie incidente
• la “forza della pioggia” e la sua capacità di pulizia esercitata sulla stessa superficie. Appare ovvio che determinate superfici esterne di un opificio, quali quelle carrabili utilizzate per lo scarico e lo stoccaggio di materie prime, di prodotti intermedi e di eventuali residui e rifiuti, oppure quelle limitrofe a determinate sezioni tecnologiche, quali impianti di depurazione dei reflui, quelle di stoccaggio
di reagenti, le aree carrabili di parcheggio di automezzi, hanno una suscettibilità molto maggiore a caricarsi di sostanze inquinanti; al contrario, minore o nulla sarà la suscettibilità per le coperture di edifici e tettoie o aree a verde. Conseguentemente, le acque meteoriche di dilavamento che più si caricheranno di sostanze inquinanti risulteranno proprio quelle che scorrono sulle superfici a
maggiore suscettibilità di sporcamento, mentre il carico di inquinanti delle acque meteoriche che defluiscono sulle aree che si mantengono più pulite è inferiore o addirittura trascurabile. Altro fattore che incide nel processo di dilavamento delle superfici è quello correlato alle caratteristiche della precipitazione, vale a dire l’intensità di pioggia, cioè quanta pioggia cade nell’unità tempo-
rale, e il prolungarsi della precipitazione nel tempo: una precipitazione intensa riesce a ripulire abbastanza rapidamente la superficie da tutte le eventuali sostanze presenti e, se è anche prolungata nel tempo, consente una differenziazione tra una prima fase di pioggia durante la quale le acque meteoriche che, per prime, cadono su una superficie inizialmente sporca, si caricano di sostanze inquinanti ma nel contempo ripuliscono la superficie su cui cadono, mentre una seconda fase di pioggia successiva, durante la quale l’acqua meteorica continuerà ad incidere su una superficie ormai pulita, non si caricherà più di sostanze inquinanti e resterà semplice acqua meteorica. Per tutto quanto esposto, la gestione delle acque meteoriche appare non facile e complicata ulteriormente dal fatto che la disciplina nazionale vigente purtroppo non fornisce una definizione univoca su cosa si debba intendere per acque meteoriche e acque meteoriche di dilavamento, né la Regione Campania risulta aver effettuato una regolamentazione per quegli aspetti che la normativa nazionale concede facoltà di disciplinare. (prima parte)
L’ambiente tornerà in cima all’agenda europea? I risultati di un’indagine di Eurobarometro: più del 90% degli europei preoccupati per il clima Quando (si spera nel più breve tempo possibile) l’Europa supererà l’emergenza sanitaria in corso, i temi ambientali torneranno al centro dell’attenzione. È quanto suggerisce uno studio condotto a livello europeo lo scorso dicembre, poco prima dell’esplosione dell’epidemia di Covid-19. Secondo una nuova indagine Eurobarometro, il 94% dei cittadini di tutti gli Stati membri concorda sul fatto che la protezione dell’ambiente è importante. Inoltre, il 91% dei cittadini ha dichiarato che i cambiamenti climatici costituiscono un problema grave nell’UE. A giudizio dell’83% degli intervistati, la legislazione europea è necessaria per proteggere l’ambiente. Dall’indagine Eurobarometro emerge che i cittadini vogliono che si faccia di più per proteggere l’ambiente e ritengono che la responsabilità sia condivisa, oltre che da loro stessi, anche dalle grandi imprese e dall’industria, dai governi nazionali e dall’UE. I cittadini intervistati ritengono che per affrontare più efficacemente i problemi ambientali occorra “cambiare i nostri modelli di consumo” e “cambiare il nostro modo di produrre e commercializzare i prodotti”. Il commissario per l’Ambiente, Virginijus Sinkevičius ha dichiarato:“I risultati di questa indagine non ci sorprendono. Sono esattamente le preoccupazioni dei cittadini che noi vogliamo affrontare con il Green Deal europeo. Mi rincuora constatare che esiste un sostegno a favore di quei cambiamenti fon-
damentali che ci apprestiamo ad apportare alla nostra società e alla nostra economia e che i cittadini intendono svolgere un ruolo attivo in questo cambiamento.” Stando ai risultati dell’indagine i cambiamenti climatici, l’inquinamento atmosferico e i rifiuti sono i tre problemi più gravi che riguardano l’ambiente. Più di tre quarti degli intervistati (78%) ritiene che le questioni ambientali abbiano ricadute dirette sulla loro vita di tutti i giorni e sulla loro salute. Più di otto cittadini su dieci sono pre-
occupati per l’impatto delle sostanze chimiche presenti in prodotti di uso quotidiano e riconoscono che potrebbero essere necessari dei cambiamenti radicali. Gli oltre 27000 intervistati esprimono un forte sostegno per le misure proposte volte a ridurre la quantità dei rifiuti di plastica e la loro dispersione nell’ambiente. I risultati indicano anche che i cittadini ritengono che i prodotti dovrebbero essere concepiti in modo da facilitare il riciclaggio di questo materiale; industriali e commercianti do-
vrebbero sforzarsi di ridurre gli imballaggi di plastica; si dovrebbero prevedere interventi educativi rivolti ai cittadini su come ridurre i loro rifiuti di plastica; le autorità locali, infine, dovrebbero mettere a disposizione strutture migliori per la raccolta di questo tipo di rifiuti e prevederne in numero più elevato. L’indagine prende in esame anche gli atteggiamenti nei confronti dell’industria dell’abbigliamento, riscontrando forti preoccupazioni per le questioni ambientali e le condizioni di lavoro. Gli intervi-
stati vorrebbero indumenti in grado di durare più a lungo e fabbricati con materiali riciclabili. È infine emerso un sostegno a favore di altre misure, tra cui gli investimenti nella ricerca e sviluppo, una maggior attività di informazione e di educazione, un incoraggiamento alle imprese ad impegnarsi in attività sostenibili e un controllo legislativo più rigoroso. I dati sono disponibili anche in modo differenziato per i cittadini italiani (1.020) che hanno risposto al questionario. (da snpambiente.it)
Balneazione, verso un approccio preventivo Su Ecoscienza si parla di un modello di tutela della salute dei bagnanti allo studio del Snpa La gestione delle acque di balneazione potrebbe evolvere verso un modello “preventivo”, che in alcuni casi induca a vietare la balneazione sulla base di eventi meteorologici intensi, senza aspettare gli esiti delle analisi. Ne scrivono, sul numero 1/2020 di Ecoscienza, rivista di Arpae Emilia-Romagna, il dg dell’Agenzia emiliana, Giuseppe Bortone (attualmente presidente di AssoArpa) e Luca Lucentini, Lucia Bonadonna e Marcello Iaconelli dell’Istituto superiore di sanità. L’approccio dei Piani di sicurezza delle acque, elaborati a livello internazionale per le acque potabili dall’Organizzazione mondiale della sanità, può essere esteso anche alla gestione delle acque di balneazione. La valutazione del rischio a tutela della salute dei bagnanti verrebbe in questo modo effettuata con una visione globale, che tenga in considerazione l’intero ciclo delle acque, le potenziali sorgenti di inquinamento, le caratteristiche del sistema complessivo, con l’integrazione di diverse discipline e il coinvolgimento di tutti i decisori e degli operatori. Una migliore conoscenza del territorio e sistemi modellistici possono per-
Arpa CAMPANIA AMBIENTE del 15 marzo 2020 - Anno XVI, N.5 Edizione chiusa dalla redazione alle ore 12 del 16 marzo 2020 DIRETTORE EDITORIALE Luigi Stefano Sorvino DIRETTORE RESPONSABILE Pietro Funaro CAPOREDATTORI Salvatore Lanza, Fabiana Liguori, Giulia Martelli IN REDAZIONE Cristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, Luigi Mosca, Andrea Tafuro GRAFICA E IMPAGINAZIONE Savino Cuomo HANNO COLLABORATO I. Buonfanti, M. Cammarano, F. De Capua, G. De Crescenzo, B. Giordano, P. Falco, G. Loffredo, R. Maisto, L. Monsurrò, A. Palumbo, A. Paparo, T. Pollice SEGRETARIA AMMINISTRATIVA Carla Gavini DIRETTORE AMMINISTRATIVO Pietro Vasaturo EDITORE Arpa Campania Via Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 Napoli REDAZIONE Via Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 Napoli Phone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: rivista@arpacampania.it magazinearpacampania@libero.it Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Napoli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gratuita. L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti e la possibilità di richiederne la rettifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampania Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto, Centro Polifunzionale, Torre 1-80143 Napoli. Informativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.
mettere l’applicazione di un approccio preventivo, a migliore tutela della sicurezza igienico-sanitaria. Il Sistema nazionale di protezione dell’ambiente (Snpa), in questa direzione, sta elaborando delle Linee di indirizzo, che potranno essere la base per fornire un modello di gestione condiviso per tutte le regioni costiere italiane. L’approccio preventivo alla gestione delle acque di balneazione, in partico-
lare per quelli che vengono definiti episodi di inquinamento di breve durata”, è una delle priorità anche per l’Emilia-Romagna, dal momento che l’impostazione dell’attuale sistema di monitoraggio e controllo rischia spesso di disattendere l’obiettivo di tutela della salute. Sulla base dell’esperienza maturata negli anni precedenti nell’area riminese, nel 2020 sarà esteso in tutta la
costa dell’Emilia-Romagna un Protocollo di allertamento sperimentale basato su strumenti di valutazione preventiva per l’adozione di divieti di balneazione in caso di eventi meteorologici intensi. Inoltre, è allo studio l’utilizzo di indicatori indiretti e di ulteriori parametri fisici per valutare i rischi relativi alla balneabilità in tempo reale. (da snpambiente.it)
Rinviato il Green Symposium 2020 Rimandato a data da definire Green Symposium 2020, due giorni di seminari, tavoli tecnici e incontri dedicati alla green economy promossi da Ricicla.tv in collaborazione con il board tecnico scientifico di Ecomondo. L'evento era inizialmente programmato per il 5-6 marzo nella
Stazione marittima di Napoli, e poi è stato in prima battuta rimandato al 7-8 aprile 2020. Il sito ufficiale dell'evento, www.greensymposium.it, informa che le nuove date verranno comunicate solo al termine dell'emergenza Covid-19.
La Primavera, una stagione volubile e bizzarra Nonostante ritorni di freddo e neve, la natura esplode con il suo carico di colori e luminosità Gennaro Loffredo La primavera rappresenta il periodo di transizione tra gli ultimi rigori dell’inverno e la stagione calda. Questa variabilità climatica può essere pensata come il gioco del “tiro alla fune” tra l’inverno che retrocede e l’estate che avanza. Le ore di luce sono in graduale aumento, tant’è che tra il 20 e il 21 Marzo, giorno dell’equinozio di primavera, le ore del dì sono praticamente allineate con quelle della notte. La primavera è vista da molti come la stagione della rinascita, la più colorata dell’anno. La natura fiorisce e gli animali escono dal lungo letargo. Le persone respirano una nuova energia, le giornate più luminose e più calde invogliano la gente a stare più tempo all’aria aperta, l’abbigliamento si alleggerisce e anche l’umore migliora. Il clima si addolcisce man mano che avanza la stagione, ma nonostante ciò, il tempo meteorologico è molto volubile e bizzarro soprattutto nelle prime settimane. Al mesi di marzo spetta lo scettro del volto più capriccioso della primavera. Non a caso viene iden-
tificato come il “pazzerello”, grazie all’estrema variabilità meteorologica. Il nord Europa presenta ancora caratteristiche termiche tipiche dell’inverno, mentre nelle zone del nord Africa le temperature salgono velocemente su valori già praticamente estivi. Durante le discese di correnti da nord l’aria fredda raggiunge le nostre zone, dando vita ad episodi di stampo invernale, ma anche a fiammate quasi estive qualora arrivasse il vento di scirocco. A causa dei forti contrati termici, tra il suolo già riscaldato e le quote più alte dell’atmosfera, la grandine rappresenta la meteora più diffusa durante il periodo primaverile, con frequenti danni alla vegetazione. Difficilmente cade la neve in pianura, anche se è capitato in passato. Nell’aprile del 2003 la nostra penisola fu interessata da una tardiva ondata di gelo proveniente dalla Russia che causò nevicate persino sulle coste adriatiche e parte del sud Italia. A livello statistico è proprio Aprile il mese della primavera per eccellenza. Le condizioni atmosferiche sono sempre incerte con piogge frequenti soprattutto al centro-
nord Italia con nevicate ancora presenti sulle zone alpine, mentre al sud in particolare nella seconda parte del mese giungono i primi sentori della stagione calda che avanza. I ritorni di freddo diventano sempre più rari e le ore di luce superano abbondantemente quelle della notte. I primi caldi di stagione raggiungono il nostro paese soprattutto nel mese di maggio e
nelle giornate assolate le temperature pomeridiane toccano e localmente superano i 25°C. Negli ultimi anni il terzo mese della primavera ha indossato spesso i panni dell’estate con le prime forti ondate di calore, eccetto il maggio 2019 dov’è stato eccezionalmente freddo ed instabile. Si spera che la primavera, soprattutto quest’anno, abbia un
ruolo fondamentale nel condizionare in maniera positiva il deficit idrico che attanaglia la nostra penisola, dopo una stagione invernale siccitosa. Attendiamo con fiducia l’arrivo delle perturbazioni atlantiche con il suo carico di piogge primaverili, utili per annaffiare le nostre zone assetate e rimpinguare le nostre falde acquifere in vista della stagione estiva.
Le spiagge di tutto il mondo sono in pericolo A causa dei cambiamenti climatici entro il 2100 spariranno chilometri di costa I cambiamenti climatici fanno sentire il loro peso sempre e comunque nella vita di tutti. Ed ora ad essere in pericolo è la metà delle spiagge del mondo. Molte di queste si trovano in zone ad alta densità di popolazione, potrebbero essere spazzate via entro la fine del secolo seguendo l’attuale ritmo del surriscaldamento globale e il conseguente innalzamento del livello del mare. A dirlo è un articolo pubblicato sulla rivista specialistica Nature Climate Change da cui emerge che l'Australia sarebbe la più colpita con quasi dodici mila chilometri a rischio. A seguire anche Canada, Cile, Messico, Cina e Stati Uniti correrebbero il pericolo di essere fortemente ridotte. Forse nessuno sa che le spiagge sabbiose occupano più di un terzo delle coste di tutto il mondo e hanno un alto valore socioeconomico offrendo servizi ricreativi, turistici ed ecosistemici; offrono
una protezione naturale contro tempeste e cicloni. Ecco perché hanno bisogno di protezione e cura. Tuttavia, non si deve sottovalutare il fatto che l'erosione, l'innalzamento del livello del mare e i cambiamenti meteorologici minacciano seriamente il litorale, le sue infrastrutture e le popolazioni. Già oggi una parte consistente di costa nel mondo è stata letteralmente divorata. Gli accorgimenti da attuare per riuscire a migliorare la situazione sono tanti. Si potrebbe partire da una mitigazione moderata delle emissioni di gas a effetto serra che, da alcuni calcoli statistici fatti, potrebbe impedire ben il quaranta per cento del ritiro delle coste. Il ricercatore dell’Ispra, il Dottor Michalis Vousdoukas, nell'ambito del Centro comune di ricerca dell'Unione europea assieme ai colleghi di vari istituti di ricerca ha analizzato un
database di immagini satellitari che mostrano come si sono evoluti e sono cambiati i litorali dal 1984 al 2015. Lo studioso sempre insieme al team ha, poi, estrapolato le tendenze storiche per prevedere quelle che potrebbero essere le future dinamiche della costa in due diversi scenari di cambiamento climatico: quello ambientale, provocato da fattori
fisici (geologici o antropogenici) e dalla ritirata del litorale a causa dell'innalzamento del livello del mare; hanno anche esaminato come l'erosione causata dalle tempeste può cambiare a causa dei cambiamenti climatici e quale impatto possa avere sulle coste. I risultati ottenuti da queste analisi indicano che circa il cinquanta per cento delle spiagge sabbiose
del mondo sono a rischio di grave erosione. Il rischio è particolarmente elevato in alcuni paesi in entrambi gli scenari climatici, tra cui Gambia e Guinea-Bissau, dove si potrebbe perdere oltre il sessanta per cento della costa sabbiosa. E non sarebbero da meno neanche Canada, Cile, Messico, Cina e Stati Uniti fortemente colpiti. A. P.
Trasformare l’anidride carbonica in carburante
Produrre resina bio con l’olio esausto
Un impianto canadese produce benzina ad emissioni zero
Un prodotto economico e biodegradabile
Ilaria Buonfanti Qualche tempo fa sulla rivista Joule, è apparso un articolo molto interessante secondo il quale è possibile, con costi non elevati, estrarre anidride carbonica dall’atmosfera e trasformarla in carburante. La richiesta di carburanti è in continuo aumento e, per evitare l’utilizzo di combustibili fossili, si cercano sempre soluzioni alternative. Un nuovo studio svolto dai ricercatori della Carbon Engineering in Canada ha visto la costruzione di un impianto pilota di estrazione di CO2 nello stato della British Columbia. L’impianto canadese, co-fondato da David Keith, professore di fisica applicata ad Harvard, riesce a estrarre una tonnellata di CO2 dall’atmosfera a un costo compreso tra i 94 e i 232 dollari (dagli 80 ai 207 euro). L’impianto trasforma poi l’anidride carbonica sequestrata in vari tipi di combustibili liquidi al costo di produzione di un dollaro a litro: sicuramente più di quello dei combustibili attuali, ma di certo non è un costo proibitivo. Le tecniche di cattura dell’anidride carbonica sono abbastanza semplici, la tecnica DAC (Direct Air Capture) è quella utilizzata in questo impianto. In sintesi, il sistema usa grandi batterie di ventole aspiranti per risucchiare aria: ulteriori passaggi permettono infine di separare la CO2 (cattura) e di stabilizzarla con una soluzione alcalina. Il liquido può essere pressurizzato e
iniettato nel sottosuolo, dove viene stoccato (questa fase è appunto detta di sequestro o stoccaggio): al di là del metodo usato, il processo è detto Carbon Capture and Storage (CCS). Il risultato è un carburante fossile sintetico che, una volta utilizzato nei motori, non produce nuova CO2 perché emette in atmosfera quella aspirata. Si tratta di un processo decisamente energivoro che, in questa fase iniziale, la società ha arginato usando l’elettricità prodotta da alcune dighe del territorio; per un impianto su larga scala, invece, si dovranno per forza trovare soluzioni alternative. Un procedimento simile è stato attuato anche in Belgio dove, un gruppo di ricerca, ha ideato una foglia artificiale che, imitando il processo fotosintetico delle foglie reali, produce ossigeno e metanolo. La chiave per rendere possibile questo processo è una polvere economica di colore rosso conosciuta come ossido rameoso, ovvero l’ossido del rame presente in natura come cuprite. Questa polvere si ottiene attraverso una reazione
chimica che avviene quando glucosio, acetato di rame, idrossido di sodio e sodio dodecilsolfato vengono mescolati ad acqua riscaldata fino a raggiungere una certa temperatura. A propria volta, l’ossido rameoso serve a innescare un’altra reazione chimica: mischiata ad acqua unita all’anidride carbonica e poi colpita da un fascio di luce bianca prodotta da un simulatore solare, questa polvere produce ossigeno, come nella fotosintesi, trasformando invece l’anidride carbonica in metanolo, che viene catturato durante il processo di evaporazione. A prescindere dalla metodologia utilizzata siamo comunque di fronte ad una rivoluzione. L’impianto canadese ad esempio, eliminerebbe da solo un quarantesimo della CO2 prodotta in un anno a livello mondiale. Dall’altro lato, prenderebbe il via la produzione di un carburante compatibile con i motori odierni, senza dover convertire all’elettrico l’intero parco auto circolante. La produzione potrebbe partire su scala industriale già a partire dal prossimo anno.
Da molto tempo si discute dei danni ambientali provocati dall’olio esausto. In Italia, ogni anno, sono circa 200.000 le tonnellate di olio fritto che finiscono nell’ambiente attraverso gli scarichi domestici e gli impianti fognari. Lo sversamento di olio esausto causa inquinamento del suolo, delle falde, del mare, dei bacini idrici, in ogni caso, ne conseguono grossi danni sulla salute dell’uomo e sulla biodiversità. Le grosse catene di fast food utilizzano quantità di olio di frittura inimmaginabili. Il Mc Donald’s ha avviato una collaborazione con l’Università di Toronto per lo smaltimento dell’olio di frittura. Un team di ricercatori dell’Università di Toronto, coordinato dal professor Andre Simpson, ha annunciato di esser riuscito a trovare un modo per smaltire questi liquami, trasformandoli in una risorsa preziosissima. L’equipe, infatti, è riuscita a trasformare l’olio da cucina usato di una friggitrice in una resina biodegradabile per la stampa 3D ad alta risoluzione. Il successo del processo sembra garantito. La trasformazione in resina risulta essere molto più eco-
nomica del normale smaltimento e permette inoltre la produzione di un prodotto “estremamente” economico e persino biodegradabile. L’idea di trasformare l’olio esausto in resina per la stampa 3D è nata circa 3 anni fa. Simpson, dopo aver notato delle similarità tra i grassi dell’olio da cucina e le resine commerciali per la stampa 3D, ha provato a capire come servirsi dei primi, considerati un problema. Per avviare una sperimentazione ha contattato McDonald’s, che di olio per la preparazione di cibi ne utilizza in abbondanza. Il colosso, ben lieto di collaborare per un progetto di questo tipo, gli ha concesso l’uso degli scarti prodotti nei propri fast food. Gli esperimenti hanno portato alla creazione di una resina di qualità che, secondo le stime fatte, potrebbe essere commercializzata a circa 30 centesimi al litro, con tutti i vantaggi che ne conseguono: per i fast food, un sistema alternativo, meno laborioso e meno dispendioso per sbarazzarsi dell’olio usato, e per gli utilizzatori delle stampanti 3D, del materiale efficace ma economico da poter usare per le stampe. I.B.
Le coltivazioni alternative per un’agricoltura ecosostenibile Bruno Giordano Un’iniziativa di Luigi Galimberti, imprenditore maremmano, che si è ispirato alle culture fuori suolo diffusissime in Olanda, si è rivelata non solo vincente e di successo, ma rispettosa dell’idea di agricoltura eco sostenibile che si va adottando. Rispetto a noi, gli olandesi non hanno un clima favorevole alle coltivazioni e, per ovviare a questo problema, imprese e pubblica amministrazione nel tempo hanno puntato nella coltura idroponica. Nel 2016 Galimberti ha presentato il suo progetto a Oltre Venture, il primo fondo italiano che investe ad impatto sociale, da cui ha ottenuto un cospicuo finanziamento fondamentale per l’avvio dell’attività e per l’installazione degli impianti. Sfera agricola è la sua creatura che, per le coltivazioni non sfrutta il terreno, ma, si avvale di tecnologie che consentono di crescere le piante dentro una serra. Un parco di 13 ettari, equivalenti a 130.000 m², mezzi di ultima generazione e un metodo di coltivazione eco sostenibile, Sfera agricola è la serra idroponica più grande e più avanzata d’Italia, oltre a essere la più estesa del Sud Europa. Situata a Gavoranno, Grosseto, produce ortaggi come pomodori, cavoli e basilico senza consumare il suolo e senza l’uso di pesticidi o macchinari inquinanti. La coltura idroponica è in grado di produrre più verdure utilizzando meno risorse. Per la coltiva-
zione dei pomodori sono usati dei contenitori dove vengono piantate le radici e da cui passa dell’acqua arricchita con dei nutrienti. Per ricreare il microclima adatto alla crescita e prevenire la comparsa di parassiti, Sfera agricola utilizza dei termosifoni posizionati lungo le piantagioni consentendo la coltivazione dei pomodori anche nei mesi fuori stagione. Simile è il procedimento per la coltura dei cavoli, delle barbabietole e del basilico per i quali sono usati dei contenitori in polistirolo.
L’anidride carbonica che proviene dalle attività è poi assorbita dalla pianta. I prodotti sono tutti a residuo zero, senza la presenza di nichel o cromo. Ogni fase della lavorazione, dalla semina al confezionamento, viene seguita dai tecnici e dagli agronomi che lavorano nella serra, così da garantire un prodotto di qualità per il consumatore. La sostenibilità non riguarda soltanto le coltivazioni, ma anche le utenze e gli approvvigionamenti: per il riscaldamento Sfera agricola utilizza il trucio-
lato, mentre per l’irrigazione sfrutta l’acqua piovana. Rispetto alle coltivazioni tipiche dei campi aperti la coltura idroponica è in grado di risparmiare sino al 97% di acqua. Galimberti e il suo partner di investimento Oltre Venture nel primo anno di attività hanno fatturato 13 milioni di euro. Oggi l’azienda conta 230 dipendenti e fornisce supermercati di quasi tutta l’Italia tanto da valutare di aprire un’altra serra idroponica da 20 ettari nel Lazio che darebbe lavoro a oltre 500 persone.
Super antibiotici scoperti da Intelligenza Artificiale Rosario Maisto Una rete neurale che impara a prevedere l'efficacia delle molecole è riuscita a identificare nuovi antibiotici che funzionano contro un'ampia gamma di batteri, compresi ceppi considerati finora resistenti ai farmaci. Questa nuova svolta nel campo farmaceutico e medico sarà la nuova stella che illuminerà il cammino scientifico considerando anche i virus pericolosi che ci sono oggi, infatti, i ricercatori dicono che l'antibiotico, chiamato “halicina”, è il primo a essere scoperto con l'intelligenza artificiale (IA) partendo da zero, senza utilizzare alcuna ipotesi umana precedente. Il gruppo di studio non si è limitato a identificare le molecole candidate, ma ha anche messo alla prova le più promettenti con test su ani-
mali, l'approccio potrebbe essere applicato anche ad altri tipi di farmaci, come quelli usati per il trattamento del cancro o delle malattie neurodegenerative. La resistenza batterica agli antibiotici sta aumentando drammaticamente in tutto il mondo, ma negli ultimi decenni, la scoperta e l'approvazione normativa di nuovi antibiotici sta dando ottimi risultati. Questa rete neurale, ispirata all'architettura del cervello, acquisisce le proprietà delle molecole, individua le molecole che inibiscono la crescita di batteri, in un insieme di molecole antibatteriche, imparando a prevedere la funzione molecolare senza partire da alcuna ipotesi su come funzionano i farmaci e senza che i gruppi chimici siano classificati, di conse-
guenza, il modello può imparare nuovi schemi sconosciuti agli esperti umani. Tra i risultati ottenuti, i ricercatori hanno selezionato circa 100 molecole candidate da sottoporre a test fisici e una di queste è stata una molecola in fase di studio per la cura del diabete, dove si è rivelata un potente antibiotico, che hanno chiamato halicina. Nei test sui topi, la molecola era attiva contro un ampio spettro di agenti patogeni, tra cui un ceppo di “Clostridioides” difficile, e uno di “Acinetobacter baumannii” che è panresistente e contro il quale servono urgentemente nuovi antibiotici. Lo studio è un grande esempio della crescente quantità di lavori che utilizzano metodi computazionali per scoprire e prevedere le proprietà di potenziali farmaci.
Per la svolta energetica servono materiali ad alto costo ambientale e sociale Tina Pollice È un grido d’allarme quello che Benjamin Sovacool, professore di politiche energetiche all’Università del Sussex, lancia dalle pagine di Science. La rivoluzione verde rischia di essere più pericolosa del carbone. Il gigantesco cambiamento nella produzione di energia e merci, necessario a rendere sostenibile l’economia, rischia di sostituire la devastazione ambientale creata dai combustibili fossili con un’altra. Secondo gli studi di Sovacool, quattordici elementi che sono considerati indispensabili per la rivoluzione verde, sono problematici per: scarsità, concentrazione in pochi Paesi, e, inquinamento durante l’estrazione e la raffinazione. “Chi lotta giustamente per il mutamento del sistema energetico, deve sapere che se si trascureranno gli aspetti ambientali, sociali e geopolitici della fornitura di materie prime, si rischierà di aggravare i problemi globali, invece di risolverli”. Basti considerare alcune cifre: tra il 2015 e il 2050 dovremmo passare da 1,2 a 965 milioni di auto elettriche. Per le loro batterie serviranno mille volte la quantità oggi disponibile di elementi quali il litio, il cobalto, prodotti con
grande impatto ecologico e, nel caso del cobalto, anche sfruttando i lavoratori nelle miniere illegali del Congo, dove si trova il 64% delle riserve. Per alimentare questi veicoli il fotovoltaico dovrebbe passare da 600 a 7.100 gigawatt (circa 23 miliardi di pannelli) e l’eolico da 700 a 6000 GW (circa un miliardo di turbine), con potenziale aumento del consumo di elementi rari come indio o argento per il
primo, e neodimio e disprosio per il secondo. Le celle a combustibile, per usare l’idrogeno, richiedono il rarissimo platino, mentre per l’illuminazione a led servono terre rare, come ittrio, europio o itterbio prodotti, inquinando terreni ed acque, per il 95% in Cina. Per scongiurare questo passaggio che può trasformarsi “dalla padella alla brace” il ricercatore inglese propone alcune azioni di buon senso e
di grande onestà intellettiva ed etica finalizzate ad esercitare la giusta pressione affinché vengano inserite negli accordi sul clima: bisogna certificare che i metalli necessari all’energia verde siano ottenuti rispettando ecosistemi, lavoratori e popolazioni locali. Sarà fondamentale investire in ricerca per trovare sostituti agli elementi problematici, oltre a portare al massimo il loro riuso e riciclo,
smettendo di buttarli via perché costa meno comprarli nuovi, come già accade per il litio e le terre rare. Chi costruirà auto elettriche, batterie o pannelli, dovrà pensare non solo a venderli ma anche a recuperarli a fine vita per riutilizzarne le parti in buono stato e riciclare il resto. Se tutto ciò verrà trascurato, per fretta o per profitto, la rivoluzione verde rischierà di diventare più nociva del carbone che vuole sostituire.
Gli orsi polari minacciati dal riscaldamento globale Entro il 2050 si potrebbe perdere fino al trenta per cento dell’intera popolazione Anna Paparo La piaga del riscaldamento globale non si ferma mai e miete sempre più vittime in giro per il mondo. Per questo, dopo vari studi e varie analisi di questo fenomeno ormai dilagante, si è giunti alla triste conclusione che se la fusione dei ghiacciai polari, una delle tantissime conseguenze dovute ai cambiamenti climatici, continuerà senza interruzioni come negli ultimi decenni, entro il 2050 si arriverà di questo passo a perdere fino al trenta per cento dell’intera popolazione di orsi. Un dato davvero sconcertante. Ed ecco che arriva forte e chiaro il messaggio di allarme rosso del Wwf Italia che, riecheggiando ovunque, accende i riflettori sulla vita dell’orso polare. Proprio in suo onore il 27 febbraio è stata celebrata la Giornata Mondiale (Inter-
national polar bear day) con la diffusione con la diffusione di un decalogo su alcune curiosità di questa specie come il fatto che in realtà la loro pelle sia nera e non bianca. Il Wwf ci ha tenuto a spiegare che il re dei ghiacci artici si è già classificato tra le specie vulnerabili nelle liste rosse dell'Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn). Inoltre, ha continuato a spiegare che i cambiamenti climatici provocati dalle attività umane stanno rendendo sempre più fragile il suo habitat e la sopravvivenza di questa maestosa specie. Gli orsi polari prosegue l'associazione ambientalista hanno bisogno del ghiaccio marino per potersi muovere e andare in cerca di cibo. Secondo l'organizzazione Polar bear international "la popolazione di orsi nella baia di Hudson, in Canada, ha già subito una riduzione del ben trenta per cento tra il 1987 e il 2017".
Per questo, la prima cosa da fare per poter assicurare un reale e innevato futuro all'orso polare è necessario soprattutto lottare contro questi fantomatici e catastrofici cambiamenti climatici. È cosa risaputa che il Wwf lavora ormai da anni per contrastare le minacce che stanno subendo gli orsi polari con l’unico scopo di garantire loro un futuro. La sua lotta non si è mai fermata, ma continua senza tregua. Basti pensare alla cosiddetta “Last ice area”, in una delle zone meglio conservate dell'Artico situata a cavallo tra Canada e Groenlandia, ha come obiet-
tivo primario quello di gestire e tutelare l'area per il benessere e la sopravvivenza degli orsi polari e delle altre specie artiche. Una vera e propria oasi di ghiaccio. Ma non tutti sanno che ognuno può decidere di sostenere i tantissimi progetti messi su dal Wwf: ad esempio un primo passo potrebbe essere quello di adottare un orso polare semplicemente collegandosi al sito wwf.it/adottaunorso. Tutti noi possiamo dare un aiuto concreto anche da lontano e seduti comodamente sul divano con un facilissimo e banalissimo click del nostro mouse.
LA PIAGA D'EGITTO DIVENTA REALTÀ: INVASIONE DI LOCUSTE! Tutto ci porta a pensare all'apocalisse o a una delle piaghe di Egitto, ma tutto ci porta ai cambiamenti climatici! Le locuste del deserto provenienti dalla Somalia e dall'Etiopia si sono riversate in centinaia di milioni in Kenya, dove non se ne vedevano così tante da un quarto di secolo. Questi insetti stanno devastando i terreni agricoli, mettendo in crisi una regione già vulnerabile per quanto riguarda cibo e acqua, l'attività umana intensificata e il cambiamento del clima ha provocato un anomalia in un modello di circolazione oceanica determinando la concatenazione di eventi, uno di questi è la causa delle infestazioni. Gli esperti affermano che all’origine del fenomeno ci sia il prolungato periodo di piogge eccezionali, compresi diversi
rari cicloni che hanno colpito l'Africa orientale e la penisola arabica negli ultimi mesi, i recenti eventi burrascosi sono a loro volta correlati al Dipolo dell'Oceano Indiano, un gradiente di temperatura dell'oceano che di recente si è notevolmente alzato e che è stato messo in relazione anche ai devastanti incendi boschivi nell'Australia orientale e sfortunatamente potrebbero essere il segno precursore di qualcosa di peggiore, dato che l'aumento delle temperature della superficie del mare sovraccarica gli uragani e il cambiamento climatico fa salire gli indicatori verso modelli di circolazione come quello che ha posto le basi per i disastri transoceanici di quest'anno. Le locuste del deserto si riproducono e crescono liberamente nella zona, è
probabile che qui abbia avuto origine l'ondata iniziale, successivamente, in ottobre, il ciclone Luban è partito dal Mar Arabico centrale, ha proseguito verso ovest per poi abbattersi sulla stessa regione vicino al confine tra Yemen e Oman. Queste nel deserto, vivono per circa tre mesi, quando una generazione raggiunge l’età adulta, depone le uova che, nelle giuste condizioni, possono
schiudersi per formare una nuova generazione fino a 20 volte più grande della precedente, e ad oggi ill numero di insetti che ronzano sul deserto arabo è aumentato di circa 8.000 volte. Probabilmente è possibile che il peggio debba ancora arrivare, tutto questo porterà a un aumento della
piaga delle locuste con alta preoccupazione, al di là dei modelli di circolazione oceanica, il cambiamento climatico e cicloni, ci si aspetta che allo stesso tempo ci sia l’aggravarsi della siccità e le piogge in calo in tutta l'Africa orientale, dipingendo il quadro di un futuro incerto. R.M.
Danimarca: l’avanguardia dell’architettura sostenibile Antonio Palumbo La Danimarca si è candidata, già da alcuni anni, a rappresentare l’avanguardia dell’architettura sostenibile. Non scopriamo certo oggi come i Paesi scandinavi si siano posti l’ambizioso obiettivo di rappresentare il più importante e creativo laboratorio progettuale in grado di produrre gli interventi più avanzati in tema di ecologia e sostenibilità. Ciò è vero, in particolare, per la sua capitale Copenhagen. Il recupero del vecchio Porto di Nordhavn (a 4 chilometri dal centro della città), ad esempio, è solo la più recente dimostrazione di quale sia il principale assunto che ispira l’azione dei maggiori progettisti danesi dell’ultima generazione: la migliore applicazione del concetto di “ecosostenibilità” deve ispirarsi al principio di una “efficacia ambientale” improntata soprattutto al recupero e alla trasformazione degli spazi esistenti, con l’esclusione, ovunque possibile, dell’occupazione e del consumo di nuovi suoli. Così a Nordhavn - scalo destinato un tempo agli spostamenti navali dedicati al commercio e all’industria per l’area portuale si è prevista un significativa trasformazione, finalizzata a creare il nuovo quartiere “The sustainable city of the future”: uno dei più grandi progetti di sviluppo urbano della Scandinavia, promosso dalla società danese CPH City & Port Development. Allo stesso modo, il nuovo quartiere denominato “The Soul of Nørrebro”, realizzato sempre nella capitale dallo Studio Sla (vincitore del primo premio del Nordic Built Cities Challenge Awards 2016), rappresenta uno dei più innovativi modelli di trasformazione urbana ideato nei Paesi scandinavi: tra l’altro, l’intervento è stato pensato per poter essere “replicato” in altre realtà e a scale differenti. Il progetto, che si collega alla riqualificazione urbana ecosostenibile del Parco Haus Tavsense del Viale Korsage, è stato elaborato da un artico-
lato gruppo di ingegneri, architetti, biologi e associazioni, con l’attiva e continua collaborazione degli utenti finali, ed ha prodotto una soluzione intelligente il cui punto di forza è rappresentato specialmente dall’applicazione di un approccio interdisciplinare e di condivisione delle competenze, quale elaborazione di un efficace metodo sinergico tra il sistema biologico, idrogeologico e sociale. Gli stessi interventi di concezione avanzata prodotti per la scala urbana si registrano rispetto alla realizzazione di edifici ecosostenibili di ultima generazione. Così è, ad esempio, per la CIS Nordhavn (un nuovo edificio scolastico della Scuola internazionale di Copenaghen), progettata da C.F. Møller Architects, che si trova appunto in un sito di rilievo nel nuovo distretto di Nordhavn: la facciata principale dell’edificio è ricoperta da 12.000 pannelli solari, ognuno angolato individualmente, che forniscono più della metà del consumo annuale di elettricità della scuola, mentre le celle solari rivestono una superficie totale di 6.048 mq, costituendo, di fatto, una delle più grandi centrali solari integrate in edifici attualmente esistenti. Così è, infine (solo per brevità di spazio), per l’Amager Bakke di Copenaghen, progetto che si è posto il principale obiettivo di realizzare un “mix ecosostenibile” tra na-
tura e città attraverso l’ottimizzazione delle risorse energetiche e il coinvolgimento attivo dei residenti: un termovalorizzatore unico al mondo, capace di incenerire annualmente circa 430mila tonnellate di rifiuti per produrre energia pulita e di rappresentare, nel contempo, una struttura attrezzata con piste da sci, trekking e climbing. Come ha appropriatamente commentato il progettista capogruppo, Bjarke Ingels: «Un impianto di smaltimento dei rifiuti che diventa anche pista da sci è il migliore esempio di una città e di un edificio sostenibili allo stesso tempo dal punto di vista ecologico, economico e sociale».
Grandi Napoletani, grandi Campani
Antonio Petito: “Pulcinella” Gennaro De Crescenzo Salvatore Lanza La nostra terra è stata segnata, da circa tremila anni, da uomini e donne che l’hanno resa grande. Storia, teatro, pittura, scultura, musica, architettura, letteratura… I settori nei quali Napoletani e Campani sono diventati famosi e hanno rese famose Napoli e la Campania sono numerosissimi. Continuiamo il nostro piccolo viaggio tra Napoletani e Campani famosi. Antonio Petito nacque a Napoli il 22 giugno del 1822 (vi morì il 24 marzo del 1876). È stato uno dei più celebri Pulcinella della storia del nostro teatro. “Totonno 'o pazzo” (questo il suo soprannome) era praticamente nato a teatro con il padre Salvatore (anche lui interprete di Pulcinella) e la madre Giuseppina D'Errico o Donna Peppa, una sorta di impresaria proprietaria di un piccolo capannone per spettacoli popolari. Il padre, come avviene nell'antica tradizione teatrale, gli consegnò la sua maschera-testimone già da giovane nel Teatro San Carlino. Diventò subito molto popolare e non solo a Napoli e scrisse i suoi testi (non erano solo canovacci, come spesso la critica
denunciava) arricchendoli grazie alla sua versatilità con parti nelle quali ballava e cantava (oggi lo chiameremmo uno showman completo). Lo riscopre un altro grande personaggio della cultura napoletana (don Raffaele Viviani) mettendo in scena alcune sue opere ed evidenziandone gli aspetti politici-liberali alternativi coerenti con le sue stesse idee. Da evidenziare una sorta di moderna "fiction" che la RAI gli dedicò agli inizi degli anni '80 ("Petito Story"). Dagli esordi adcappena nove anni alla "prima volta" con la famosa maschera nera e dal naso aquilino nel 1841 fino alla morte dietro le quintecdel suo teatro (il San Carlino), Petito rappresenta la sintesi del teatro popolare napoletano che si legava alla grande tradizione locale e che consegnò la sua arte a chi venne dopo forse fino ad oggi. Il teatro napoletano, del resto, vantava origini antiche e prestigiose se è vero che nasce nella Napoli greca, passa per gli spettacoli che lo stesso Nerone rappresentava a Napoli (visibili i resti presso l'attuale via dell'Antimafia, decumano superiore) e arriva fino ai De Filippo o a Totò e agli stessi Troisi. segue a pag.15
segue da pagina 14 Dopo la crisi dei teatri napoletani in seguito ai moti (il famoso 1848) fu ancora Pulcinella al Teatro delle Fosse del Grano e el 1850 debuttò al Partenope con la farsa Avviso ai mariti. Nello stesso anno al San Carlino recitò, tra l'altro, Miseria e nobiltà: No sviluppo de nobiltà e no sviluppo de miseria di Eduardo Scarpetta. Qui Pulcinella cantò la celeberrima canzone di Cicerenella: "Cicerenella teneva teneva/ e nisciuno nun 'o ssapeva./Cicerenella teneva nu gallo/E tutta la notte jeva a cavallo. Nce jeva tantu bello/Chist'era 'o gallo 'e Cicerenella"... Seguirono Il medico per forza di Molière, S'è spento il lume di Salvatore Cammarano (ancora Pulcinella). Con L'innocenza in trionfo di Cerlone, Petito abbandonò la maschera ed evolve in Pascariello. Il debutto come autore avvenne con la commedia Pulicenella finto dottore e pezz'a l'uocchie (1851). A lui si lega la stessa famiglia reale borbonica spesso presente, con Ferdinando II, a teatro, ad ulteriore dimostrazione del fatto che riuscì a creare un teatro "interclassista" e non solo popolare.
Nel 1853 un'altra significativa parodia di Marulli e Altavilla in cui Pulcinella diventa antirazzista contro lo schiavismo d'oltreoceano in L'appassionate pe lo romanzo de lo zio Tom dimostrando ormai di non trattare solo temi locali. Nel 1855 si rappresentò al San Carlo il Rigoletto verdiano e Petito ne rappresentò dopo la sua versione al San Carlino ( Na famiglia 'ntusiasmata pe la bella musica de lo Trovatore) in cui, travestito da donna, parodiava la Medori, presente ed entusiasta alla prima. Sospettato dopo il 1860 di essere "borbonico", si rifugiò a Roma ma fu attaccato anche la suo rientro, nel 1863, dai liberali pur continuando la sua attività fino al 1876.
Il programma di accertamenti sulla sicurezza dei dati Sono previsti anche controlli su tour operator, circoli sportivi e su società che svolgono attività di marketing e fidelizzazione Luca Monsurrò Nell’ottica della Trasparenza e della Comunicazione istituzionale, il Garante Nazionale della Privacy definisce, attraverso un proprio piano, le priorità di accertamenti ed ispezioni da svolgere nel corso dell’anno e che saranno posti in essere in relazione alle risorse disponibili. Nel piano operativo, anche con il contributo del Nucleo speciale tutela Privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza, vengono individuati i principi ed i criteri dell’attività ispettiva, quindi appunto per categorie di interesse, che confermano e rafforzano i poteri di indagine dell’ Autorità nei luoghi dove vi è una attività che impatta sul trattamento dei dati e nei confronti di soggetti non necessariamente individuati sulla base di reclami o segnalazioni. Gli accertamenti nell’anno 2019 hanno riguardato numerosi settori sia in ambito privato che in ambito pubblico, e nell’anno 2020 è previsto, nel periodo gennaio/giugno una attività di accertamento in settori delicati, ad iniziare da quello sanitario e/o bancario. Infatti il programma di accertamenti sulla sicurezza dei dati che il Garante Privacy ha deliberato lo scorso mese di febbraio comprenderà varie realtà come gli intermediari che operano nell’ambito della fatturazione elettronica, o le società che gestiscono banche dati reputazionali, ed anche società relative al food delivery. Le tipologie di controlli avranno la caratteristica, tra l’altro, di appurare se sono state adottate tutte le misure di sicurezza da parte di pubbliche amministrazioni e di imprese che trattano particolari categorie di dati personali nonché sul rispetto delle norme relative alle varie tipologie di informativa ed al consenso richiesto agli interessati, con una particolare attenzione ai tempi di conservazione dei dati. Sono anche previsti controlli su tour operator, su circoli sportivi, su società che svolgono attività di marketing e fidelizzazione, verifi-
cando il rispetto delle norme di rilascio dei certificati tramite l’anagrafe nazionale della popolazione residente con attenzione anche alla attività di profilazione dei clienti. Nell’anno 2019 è stato stimato un bilancio dell’intera attività ispettiva pepetrata alle diverse realtà su indicate, registrando una realizzazione dell’attività sanzionatoria pari quasi a circa 16 milioni di euro, focalizzando le diverse iscrizioni a ruolo per un importo complessivo di oltre 12 milioni di euro, che comprendevano trasgressioni che non si sono avvalse della facoltà di definizione agevolata, possibilità prevista dal codice Privacy relativo al Decreto Legislativo n. 101/ 2018. Si evince quindi che questi programmi ispettivi, la cui realizzazione è frutto di informazione di anno in anno verso tutte le realtà pubbliche e/o private la cui attività è potenzialmente di impatto con la tutela dei dati personali, si fondano sulla necessità di accertamenti utili per verificare anche il grado di applicazione e di rispetto della Normativa
Comunitaria e Nazionale di settore. É utile ricordare che detti accertamenti vengono effettuati in loco e vengono curati dal personale dell’Ufficio del Garante o tutt’al più viene delegata la Guardia di Finanza direttamente nei luoghi dove si effettuano i trattamenti dei dati e nei confronti di soggetti non necessariamente individuati sulla base di reclami o segnalazioni. Gli accertamenti e le previsioni riferite all’anno 2020, sempre per categorie di interessati, riguarderanno diverse tipologie di trattamento dei dati, effettuati sia da enti privati che pubblici, relativamente ad esempio alla c.d. medicina di iniziativa, come a società private che svolgono la gestione e la registrazione delle telefonate nell’ambito del servizio di call center, come anche in riferimento a segnalazioni del c,d, whistleblowing, che qualsiasi dipendente può indicare, mediante varie metodologie che tutelino sicuramente l’anonimato e che consento una puntuale individuazione all’interno dell’amministrazione di appartenenza.
Il T.A.R. Campania si esprime sulla qualificazione dell’istanza di accesso agli atti L’ente pubblico deve far leva sull’oggetto e sullo scopo della richiesta Felicia De Capua Il T.A.R. Campania - Napoli sezione VI, con sentenza n. 928 del 28/02/2020 ribadisce che ogniqualvolta la domanda di accesso agli atti si presti a diverse interpretazioni, a causa di una non corretta formulazione, essa deve sempre essere intesa e qualificata dalla pubblica amministrazione per ciò che rappresenta nella sua sostanza, al di là di ogni rigorismo formale, tenuto conto dell’oggetto e dello scopo della stessa. Il caso all’esame dei giudici amministrativi riguarda un cittadino che aveva presentato ad un Comune un’istanza di accesso all’elenco delle autorizzazioni paesaggistiche previsto dall’art. 146, comma 13, D.Lgs. 42/2004, citando nella domanda le disposizioni della Legge 241/1990. L’ente comunale aveva respinto l’istanza così formulata, invitando il cittadino richiedente a presentare una nuova
istanza di accesso civico, ai sensi del D.Lgs. 33/2013 smi. Il T.A.R. censura con la sentenza in esame tale modus operandi del Comune, ritenendo che, trattandosi di atti per i quali sussiste un obbligo legale di pubblicazione, l’ente avrebbe dovuto qualificare direttamente l’istanza come ac-
cesso civico ex art. 5, comma 1, D.Lgs. 33/2013, secondo cui “l’obbligo previsto dalla normativa vigente in capo alle pubbliche amministrazioni di pubblicare documenti, informazioni o dati comporta il diritto di chiunque di richiedere i medesimi, nei casi in cui sia stata omessa la loro pubblica-
zione”. Appare evidente al Collegio in primis che l’istanza non menziona un particolare interesse alla conoscenza dell’atto richiesto, il che consente di escluderne la qualificabilità come ordinaria istanza di “accesso documentale”; in secondo luogo, facendo invece riferimento la
medesima all’elenco delle autorizzazioni paesaggistiche di cui al citato articolo 146, che le amministrazioni hanno l’obbligo di istituire e di aggiornare mensilmente e di rendere liberamente consultabile tramite pubblicazione sul sito web dell’ente, il ricorrente stava esercitando di fatto il diritto dell’articolo 5, comma 1, d.lg. n. 33/2013 s.m.i. L’amministrazione avrebbe dovuto addivenire a tale conclusione, pur se il citato art. 5 non veniva riferito specificamente nell’istanza, tenuto conto che il cittadino può anche non possedere particolari conoscenze giuridiche e che sussiste un dovere di soccorso delle amministrazioni pubbliche. In base alle considerazioni logico-giuridiche descritte i giudici campani accolgono il ricorso presentato dal richiedente, ritenendo che sussista nel caso in specie la violazione della normativa in materia di accesso civico generalizzato.
Viaggio nelle leggi ambientali RIFIUTI Il Consiglio dei Ministri ha approvato, il 4 marzo 2020, il decreto di aggiornamento dei fabbisogni standard dei Comuni per il 2020, in relazione alla funzione di “gestione di territorio e ambiente - servizio smaltimento rifiuti”. Il provvedimento , provvede ad aggiornare i fabisogni standard per ciascun Comune delle regioni a statuto ordinario in attuazione del Dlgs 216/2010 (“Disposizioni in materia di terminazione dei costi e dei fabbisogni standard di Comuni, Città metropolitane e Province”). Il decreto ha affidato al Governo il compito di determinare gli specifici fabbisogni standard ai quali rapportare, in sostituzione del criterio della “ spesa storica”, il finanziamento integrale della spesa relativa alle funzioni fondamentali e ai livelli essenziali delle prestazioni. Lo
schema del Dpcm, è stato approvato a metodologie invariate, ovvero facendo riferimento alle note metodologiche per la determinazione dei fabbisogni standard approvate con Dpcm 29 dicembre 2016. DEFINIZIONE DI ACQUE Acque meteoriche. L’aggettivo meteoriche (da meteore
ossia da fenomeni meteorici) significa che, tali acque, sono relazionabili con i fenomeni che si verificano nell’atmosfera terrestre e, quindi, sono costituite dalle precipitazioni atmosferiche, del ciclo dell’acqua. Sono classificabili acque meteoriche, pertanto, le acque piovane, la neve, la grandine e la nebbia che, a sua volta, a contatto col suolo
(antropizzato e non) e la vegetazione, può originare rugiada ovvero brina. Acque meteoriche di dilavamento: sono quella parte delle acque, di origine meteorica che, non assorbita, non infiltrata e non evaporata, dilava le superfici sulle quali corriva (cd. s. di scolo o s. scolanti), drenate o meno da sistemi di condotte fognarie. Per quanto riguarda l’aggettivazione dilavamento, il legislatore ha voluto dare tale termine (che dilava), perché, etimologicamente, essendo composto dalla particella DI che accenna a distacco ossia ad allontanamento e da LAVA, che bagna, lo ha ritenuto più appropriato di acqua meteorica che, precipitando al suolo, in forma liquida, lo bagna e ne porta via, col suo scorrimento, il suo strato superficiale, per erosione meccanica da impatto. Acque di prima pioggia:
È la prima frazione delle acque meteoriche di dilavamento, di precipitazione piovosa, per la quale, per particolari condizioni, ed in relazione alle attività svolte sulle aree esterne, può essere richiesto, dalla disciplina regionale, che sia convogliata ed opportunamente trattata, in impianti di depurazione appropriati, nel caso in cui vi sia il rischio di dilavamento, dalle superfici impermeabili scoperte, di sostanze pericolose ovvero di sostanze che possano creare pregiudizio(3) per il raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici ricettori (cd. sostanze ambientalmente pregiudizievoli). Sostanze ambientalmente pregiudizievoli: Qualsiasi sostanza che possa inquinare, in particolare quelle elencate nell'Allegato 8 alla Parte III del D. Lgs. 3 aprile2006, N. 152 e s.m.i. A.T.
PARTIAMO DA UNA CONSTATAZIONE POSITIVA: IL MONDO È DELLE DONNE Martina Tafuro Greta Thunberg, in un servizio del Time dal titolo: “Il potere della giovinezza”, è stata proclamata personaggio dell’anno 2019. Commentando un tweet di congratulazioni all’attivista svedese, il presidente americano ha affermato:”È ridicolo. Greta dovrebbe lavorare sul suo problema di controllo della rabbia e poi andare a vedere un buon film con un amico! Calma Greta, calma!”. Al maschio alfa della politica americana si è unito anche Putin che ha liquidato il fenomeno Greta, come il caso di una ragazzina labile che i genitori dovrebbero proteggere dai suoi eccessi emotivi. La verità è che questa ragazza ha messo in discussione il vostro potere di genere e generazionale. Questa giovane donna ha disturbato la vostra agenda, creando una nuova e originale alleanza tra generazioni, genere, cultura e informazione. Alleanza… alleanze, sono termini che ti fanno pensare ad appoggi incrociati per difendere manovre e interessi, ai clan mafiosi, alle bande violente di narcotrafficanti sudamericane. Dimmi con chi ti allei e ti dirò chi sei. Nel dipanarsi della storia degli ultimi duecento anni,
abbiamo prestato attenzione alla voce dei popoli che hanno rovesciato lo Stato assoluto, ai proletari che hanno difeso i propri diritti. Qui, ora ed adesso analizziamo l’agire collettivo che si realizza attraverso i comportamenti di coloro che realizzano la loro libertà, in quanto creatori e liberatori di se stessi. Alain Touraine, sociologo francese, nei suoi studi propone di considerare come obiettivo delle società moderne la lotta contro il predominio del mercato e contro i poteri autoritari. Il movimento analizzato dallo studioso che, in questo contesto mi preme sottolineare, è quello delle donne. Tale movimento sta modificando il campo culturale, creando un nuovo contesto conflittuale, dove sono le donne che, collettivamente, generano la posta in gioco e il campo culturale del conflitto dove imbattersi con gli altri protagonisti sociali. L’universo femminile afferma, con forza, la propria identità e le proprie rivendicazioni di fronte alla globalizzazione. In altre parole, sanano ciò che è stato cannibalizzato dall’esposizione alla deriva delle forze del mercato. C’è uno spazio vuoto e privo di logica, all’interno del quale la società insiste nel negare rispetto alle donne, penso ai tanti
“… a quegli uomini che ignorano l’esistenza di donne che si autodefiniscono e che si legittimano tra loro.” Alain Touraine femminicidi e agli stupratori che la fanno franca. E certo! I molto reverendi pastori in nome e per conto della globalizzazione, hanno lasciato passare il messaggio che le vittime servano solo a far risaltare le contraddizioni del sistema. Le forza dirompente delle donne, di contro, sono la prova lampante che agendo con determinazione si raggiungono risultati sorprendenti trasformando gli ambiti del dibattito sociale. L’universo femminile è diventato consapevole di essere in grado di aggregare ampie forze, perché ha abbandonato la difensiva ed è uscita dal campo dell’esclusione, in cui era stata rinchiusa. Nel ventunesimo secolo le donne reclamano identità e diritti culturali. “Il mondo delle donne non vuol dire come vivono le donne. Vuol dire il mondo in generale qual è creato e immaginato su iniziativa delle donne. C’era un mondo al maschile, ora c’è un mondo orientato al femminile. Cosa vuol dire? In senso generale che siamo tutti passati in Europa da una società che era orientata verso la conquista a un cultura orientata verso l’interiorità, cioè l’individuo, la conoscenza di sé”, scrive Touraine in: “Il mondo delle donne”. Le donne hanno dato un senso tangibile a questo concentrarsi su se stesse, non certo per il piacere o per il consumismo, ma perché il solo grande
modello possibile in questa società parcellizzata è di ricomporre ciò che è stato diviso. Insomma, la società che interessa alle donne è fatta di umanità, integrazione, pluralità e libertà. Il grande progetto portato avanti dalle donne, è capire come riedificare la realtà e le relazioni dopo averle smontate pezzo per pezzo. Gli uomini hanno ancora il potere e il denaro, ma sul senso della cultura sono le donne che dettano la linea… e gli uomini generalmente sono d’accordo. Le donne sono diventate eguali agli uomini! No, è vero il contrario, sono gli uomini che progressivamente si avvicinano al modello culturale elaborato dalle donne. Ho letto che qualche anno fa a Bologna, un cittadino islamico ha sentito impuro il proprio rapporto con una donna cristiana e ha tentato di decapitarla. Non mi parlate del solito fondamentalismo maniacale. E’ il caso forse di mandare le religioni in analisi, il vostro perbenismo da sagrestia ha soffocato l’idea della purezza e non è stato certo colpa delle ragazze. Sarà che il maschio considera colpa e quindi atto da punire l’impurità della femmina...per la sua scarsa prestazione? In quante nazioni è viva e vegeta la cultura necro-femminista che predica l’infanticidio delle neonate come scelta ecografica. E poi non ho capito,
non posso lottare per affermare che la diversità di genere è un valore e un bene assoluto da difendere. Vedo in giro sempre più persone che si sbattono per costruire un mondo levigato, dove un’ indifferenza diffusa, altrimenti chiamata tolleranza, renderà tutti insignificanti. Preferisco le mie tare, perché ho imparato a vederle sulla mia pelle.
‘E Femmene ‘E femmene so comm ‘e stelle si te pierde ‘a le guardà ce ne stanno a mille a mille piccerelle, so scintille t’ vizzein’ mmiez’o fuoco e perciò ‘n’e può acchiappà si l’affierre ‘e fai stutà lass’e stà, lass’e vulà po’ te cuoce, te fai male e cu chi ta vuò piglià? si sapisse comme è bello a vedè sti lamptelle ca se specchiano dint’ all’uocchie ‘e chi’e sape accarezzà una ‘e lloro è’a stella mia pecchè quanno ‘a notte è scura e stu core s’appaura pare comme si ‘a sentesse ca me dice aiza ‘a capa, sient’ addore guarda ‘ncielo e staje sicuro tanto io stongo sempe ccà... Vincenzo Salemme
Coronavirus: FAQ sulle misure per le persone con disabilità Dove posso reperire informazioni riguardo i provvedimenti del Governo in merito al contrasto del nuovo Coronavirus e relative alle persone con disabilità? La Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero della Salute pubblicano tutti gli aggiornamenti relativi al nuovo Coronavirus sul sito http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus . Aggiornamenti specifici relativi alle norme che riguardano le persone con disabilità sono pubblicati sul sito dell’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità (http://disabilita.governo.it/it) . I bollettini del Dipartimento di Protezione Civile sono disponibili, anche in versione LIS (Lingua dei Segni Italiana) sul canale YouTube del Dipartimento https://www.youtube.com/cha nnel/UC4fru33Tzpu0UhCIHChiNFA . Gli estratti dei bollettini sono disponibili, in forma scritta, sul sito del Dipartimento: http://www.protezionecivile.g ov.it/home . Le persone sorde o con ipoacusia, a chi devono rivolgersi per informazioni sul nuovo Coronavirus? Le persone sorde o con ipoacusia per avere informazioni possono utilizzare l’indirizzo email 1500coronavirus@sanita.it . Mi devo spostare per assistere una persona con disabilità a casa sua, posso muovermi senza incorrere in sanzioni? Sì, se lo spostamento è determinato da situazioni di necessità e non è possibile fare diversamente. L'esigenza deve essere comunque autocertificata. Tuttavia è strettamente necessario attenersi alle regole di distanziamento sociale per prevenire il contagio, tanto più che le persone con disabilità possono essere soggetti ancora più fragili. Posso uscire per assistere una persona con disabilità? Sì. Solo se non è possibile fare diversamente, puoi uscire per assistere una persona con disabilità nelle faccende urgenti come fare la spesa o
acquistare beni di prima necessità (medicine, presidi medici etc). Lo spostamento deve essere determinato da una situazione di necessità che deve comunque essere autocertificata. Rimane strettamente necessario attenersi alle regole di distanziamento sociale per prevenire il contagio, tanto più che le persone con disabilità possono essere soggetti ancora più fragili. Assisto per lavoro una persona con disabilità, posso muovermi senza incorrere in sanzioni? Sì, se lo spostamento è determinato da comprovate esigenze lavorative che devono essere comunque autocertificate. Tuttavia è strettamente
necessario attenersi alle regole di distanziamento sociale per prevenire il contagio, tanto più che le persone con disabilità possono essere soggetti ancora più fragili. Per la mia condizione fisica necessito di svolgere saltuariamente attività all’aria aperta (passeggiate, attività fisica), posso uscire di casa? Sì. Se strettamente necessario e non è possibile fare diversamente, puoi uscire rispettando le regole di distanziamento sociale per prevenire il contagio del virus (sono vietate le attività sportive di gruppo e gli assembramenti). La raccomandazione
è comunque quella di rimanere a casa e anche in questo caso l'esigenza necessita di essere autocertificata. Posso accompagnare un mio familiare che, per la sua condizione fisica, necessita di svolgere saltuariamente attività all’aria aperta (passeggiate, attività fisica)? Sì. Se strettamente necessario e non puoi fare diversamente, puoi uscire rispettando le regole di distanziamento sociale per prevenire il contagio del virus (sono vietate le attività sportive di gruppo e gli assembramenti). La raccomandazione è comunque quella di rimanere a casa e anche in questo
caso l'esigenza necessita di essere autocertificata. In caso di chiusura dei centri diurni per disabili, sono garantite le prestazioni sanitarie fondamentali? Sì. Le regioni e le province autonome hanno facoltà di istituire unità speciali atte a garantire l’erogazione di prestazioni sanitarie e socio-sanitarie a domicilio in favore di persone con disabilità che presentino condizione di fragilità o comorbilità tali da renderle soggette a rischio nella frequentazione dei centri diurni per persone con disabilità. Come posso verificare se nella mia Regione è attiva l’unità speciale per l’assistenza sanitaria a domicilio per le persone che frequentano i centri diurni per disabili Puoi verificarne l’attivazione contattando la tua Regione tramite i numeri verdi dedicati (Campania: 800 90 96 99). Rimarranno aperti i negozi che vendono presidi, protesi, ortesi ed ausili (es. carrozzine)? Sì. Rimarranno aperte farmacie, negozi di ortopedica, negozi specializzati di medicinali non soggetti a prescrizione medica (incluse le parafarmacie). Durante la sospensione del servizio scolastico, viene garantita l’assistenza agli alunni con disabilità? Sì. Durante la sospensione del servizio scolastico e per tutta la sua durata, gli enti locali possono fornire, tenuto conto del personale disponibile, l'assistenza agli alunni con disabilità mediante erogazione di prestazioni individuali domiciliari. Queste prestazioni sono finalizzate al sostegno nella fruizione delle attività didattiche a distanza. I lavoratori che si spostano per fornire tali prestazioni necessitano comunque dell'autocertificazione, e devono rispettare le regole di distanziamento sociale per prevenire il contagio, tanto più che le persone con disabilità possono essere soggetti ancora più fragili.
EMERGENZA CORONAVIRUS