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micron / donne e scienza

Brevetti, una faccenda (ancora) da maschi Stefano Pisani

Qual è il femminile di “inventore”? Inventora? Inventoressa? Inventrice? La risposta esatta è l’ultima, anche se la parola “inventrice” non viene usata spessissimo. O, almeno, non tanto spesso quanto “inventore”. Secondo un recente rapporto dell’Intellectual Property Office del Regno Unito (l’Ufficio per la proprietà intellettuale) le donne hanno presentato, nel 2017, soltanto il 13% delle domande di brevetto a livello globale. Insomma, c’è un’inventrice ogni sette inventori. È questo il panorama che si delinea nel mondo della “creatività” scientifica, nonostante sia abbastanza semplice elencare le invenzioni di uso quotidiano che sono opera di ingegno femminile, come la lavastoviglie, i tergicristalli, il gioco da tavolo del Monopoly, ad esempio. Tuttavia, il mondo riesce ancora poco a sfruttare le idee innovative delle donne e, secondo questo rapporto, sebbene la percentuale femminile sia in aumento, al ritmo attuale non si raggiungerà la parità di genere di domande di brevetto fino al 2070. Da più parti ci si è ovviamente interrogati sui motivi di questo scenario. Alcuni ricercatori puntano semplicemente il dito contro il basso numero di donne che lavora nel campo STEM (ossia nei settori di scienza, tecnologia, ingegneria e matematica). Penny Gilbert, partner dello studio legale di proprietà intellettuale Powell & Gilbert, ha dichiarato che «se vogliamo vedere più donne presentare brevetti, allora abbiamo bisogno di vedere più donne che studiano materie STEM all’università e passano alla carriera nella ricerca». La Gilbert ha inoltre affermato che gli stereotipi sulle scelte educative e di carriera delle donne devono essere affrontati meglio, incoraggiando le ragazze a scegliere le aree STEM, introducendo nuove strategie di tutoraggio e, soprattutto, celebrando modelli femminili che possano essere di ispirazione: «Dovremmo sottolineare il fatto che alcuni dei più grandi scienziati e inventori della storia erano donne, da Marie Curie e Rosalind Franklin a Grace Hopper e Stephanie Kwolek, che ha inventato il kevlar. Dovremmo raccontare le loro storie». Nel Regno Unito, attualmente, solo un quarto della forza lavoro occupata in industrie STEM è costituito da donne e ancor di meno sono le ragazze e le donne che studiano queste materie nella scuola secondaria e all’università, nonostante gli sforzi compiuti per sanare questo squilibrio.

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