La leggenda delle stelle
testo ed illustrazioni Cecilia Cavallini
Š2011
Come tutte le storie che si rispettino c'è un protagonista, un luogo dove si svolge la storia ed un filo conduttore... in questo caso il protagonista è un piccolo drago blu che vive liberamente nella verde campagna irlandese.
Questa storia nasce molto tempo fa, quando nel mondo i bambini credevano ancora all'esistenza delle fate, agli elfi ed ai folletti. Nelle campagne non si vedevano ancora torri di ciminiere che fumano continuamente; il grigiore delle nuvole stava solo a minacciare pioggia e non inquinamento e gli animali attraversavano liberamente i paesi senza la paura di venire uccisi da qualche auto. Forse le persone erano ugualmente cattive, perchè si sa, la cattiveria è sempre stata di questo mondo, ma si sapeva molto meno. Roan era un grasso cucciolo di drago, dalle piccole ali simili a quelle di un pipistrello, il musetto buffo con due narici sporgenti come un maialino e tutte le volte che emetteva qualche mugolio, partiva una piccola fiammella rossa dalla bocca.
Se ne stava buona parte della giornata in cima alla grande quercia al centro del bosco, a guardare dall'alto la vita quotidiana di tutti gli animali. Tutte le mattine gli scoiattoli scendevano dagli alberi ed andavano alla ricerca di ghiande prelibate, le libellule volavano spensierate sopra i fiori e le api erano intente nel proprio lavoro. Ogni tanto passava una volpe alla ricerca di leprotti da mangiare ed allora il bosco sembrava agitarsi un po' di pi첫. Anche se lo spettacolo era il medesimo tutti i giorni, c'era sempre qualcosa di nuovo, che cambiava sapore alla routine.
Quella mattina i fiori sembravano brillare ancora di più. Le gocce del temporale appena passato facevano risaltare i colori e creavano magici riflessi; l'aria era fresca e leggera e la brezza che scivolava tra gli alberi portava con sé i profumi dei licheni e del muschio. Roan si era appena svegliato ed aspettava, impaziente, il ritorno della mamma per prendere le prime lezioni di volo. Una forte ventata alle spalle gli fece fare un balzo: era la sua mamma che era tornata dal cercare cibo. - Preparati Roan che proviamo a fare il primo volo! - esclamò la mamma. Roan era impaurito ma allo stesso tempo curioso di vedere il mondo da una nuova angolazione. Roan indugiò qualche secondo, poi uscì dal suo covo di rami secchi, distese le zampe, si stirò e liberò un sorriso di soddisfazione. - Sono pronto mamma! - Posizione di partenza? Pronti... attenti... via!!! Roan lasciati andare, batti le ali e segui il movimento del vento! - gli suggeriva la mamma. Tremante si buttò dall'albero, battendo fortemente le ali. Le zampe sembravano ballare, gli occhi non sapevano se guardare giù o avanti e le ali continuavano a oscillare forte forte per mantenere la quota.
E così partì la grande avventura di Roan... Tutto un mondo nuovo, una nuova ed entusiasmante prospettiva. Gli occhi ruotavano un po', l'altitudine gli dava ancora un poco di fastidio, ma i disturbi sarebbero passati a breve: bisognava solo abituarsi. - Mamma è bellissimo! - gridava entusiasta Roan - Non voglio smettere! E Roan non smise più di volare: solo il tempo di riposare qualche ora e di mangiare, poi era di nuovo in cielo aperto. La gioia che provava nel volare era immensa... poteva scoprire un'infinità di cose e di luoghi mai immaginati. Oggi le grandi scogliere... domani i castelli della Scozia... dopodomani ancora l'Irlanda. Ma che grande emozione! Ma che immensa libertà! – Tutto il mondo è mio!!! - urlava Roan a squarciagola – E' bellissimo...!!! Roan volava libero e tranquillo tra quelle bellissime nuvole bianche come la panna. Il cielo incorniciava il suo danzare, il sole sorrideva al suo passaggio, i bianchi gabbiani lo guardavano con aria spaurita. Poi un'alta costruzione bianca e rossa rubò la sua attenzione... era una grande torre in pietra che si affacciava sulla scogliera di Malin Beg. Roan, incuriosito si avvicinò e si sistemò sugli smerli della torre: lì fermo, ossevava incredulo il bellissimo panorama e si faceva un sacco di domande su ciò che vedeva. Di lì a poco lo raggiunse la madre e con sua grande gioia trovò il posto ideale per dormire: le sue zampe.
La mattina Roan si presentò con la stessa puntualità : frettolosamente si rimise in volo per vedere da vicino quella distesa blu. Scese a spirale verso il basso ed arrivò alla spiaggia di ciotoli bianchi. I bianchi sassi spiccavano meravigliosamente contro l'azzurro del mare ed il verde delle distese erbose lungo le coste. Le alte scogliere sembravano tanti soldati disposti sull'attenti a sorvegliare sua maestà l'oceano: puntati con le loro robuste spalle a proteggere la costa dalle mareggiate furiose dell'inverno. Ogni tanto rompeva il silenzio qualche strillo di gabbiano e il belare delle pecore, tipiche di quella zona. Roan guardava quei bellissimi e perfetti sassi bianchi, quando la sua attenzione fu distolta da qualcosa color rosso fuoco.
- Mamma guarda che bello questo sasso... così particolare ed ha le punte... non l'avevo mai visto. - Non è un sasso Roan – spiegò la madre – è una stella marina! - Una stella marina? E che cos'è? - chiese Roan. La mamma sorrise e gli si avvicinò... - Siediti qui vicino a me – sussurrò la madre. Lo guardò con tutto l'amore che il suo cuore poteva contenere, poi proseguì: – Hai presente la sera, quando in cielo compaiono tante piccole lucine argentee? Quelle sono le stelle! - Vuoi dire che sono uguali a questa? - chiese incuriosito Roan. La mamma annuì e sorrise – Le stelle stanno in cielo, ma d'estate, quando fa molto caldo, scendono a farsi un bel bagno... così una ad una si dirigono verso la terra e si tuffano in mare e lì rimangono assumendo tanti bellissimi colori. E così nel tempo il mare ha ospitato milioni di splendide stelle.
Roan rimase a bocca aperta tanto era stato lo stupore nel sentire quella storia. Guardò qualche secondo il cielo, poi fissò di nuovo quella piccola stella marina. - Mamma, ma non è che questa stella vuole tornare a casa sua, lassù in cielo? - chiese Roan preoccupato. - Chissà... quel che è certo è, che ogni anno c'è un giorno speciale per loro: un giorno dove molte stelle scendono dal cielo e si riuniscono alle loro sorelle in mare e ti posso assicurare che è uno spettacolo da vedere: milioni di scie argentee che finiscono in acqua. - Mamma , anch'io voglio vedere questo spettacolo! - chiese Roan entusiasta. - Certo! Devi solo avere un poco di pazienza... se siamo fortunati ogni tanto qualche stella ha fretta di farsi un bagno ed allora è possibile vederla cadere, altrimenti lo spettacolo più bello è ad agosto: la notte delle stelle cadenti. Il piccolo drago tornò a guardare il cielo, poi sorrise e si addormentò tra le braccia della mamma.
Fine