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Libri | Luoghi del sapere
S A P E R E D E L L u O G H I
MAuRO MARINO Di politica e d’amore Spagine 2020 p. 140 €10,00 ISBN 9788894471274 DI POLITICA E D’AMORE LA POESIA DI MAuRO MARINO
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Poi arriva un momento in cui tutti, ma proprio tutti, facciamo memoria di quello che ci è accaduto sino al momento attuale, ci guardiamo attorno e cerchiamo, per l'ennesima volta, una risposta alle nostre domande. E troviamo questa risposta, questa soluzione proprio dentro di noi, ce l'avevamo dentro ma non lo sapevamo oppure non avevamo il coraggio di tirarla fuori... Mauro Marino, uomo e poeta, compie questo viaggio dentro sé stesso e lo quantifica relativamente agli anni che vanno dal 2000 al 2020, privilegiando i due filoni che più gli stanno a cuore, che più lo hanno visto protagonista: politica e amore. Temi comuni, soprattutto l'amore. Ma un cammino diverso per ognuno di noi, che è giocoforza ripercorrere, con brevi soste, per poi tentare un riassunto e cercare un motivo, un senso, una sentenza. Per Mauro, il simbolo di questo viaggio dentro le nebbie del nostro intimo passato è una parolina semplice un 'non' che identifica tanti dei suoi pensieri e simboleggia, molto sinteticamente, quello che c'è attorno a noi, azzarderemmo soprattutto in 'politica' . ' Questo non, questo non/ che ormai assedia' , come afferma con un guizzo ungarettiano nella raccolta 'Non c'è' con sottotitolo 'Torcito e altri luoghi' , datato 2003. Non sorprenda l'affezione per un monosillabo che, d'altro canto, ci ricorda il 'nu' lasciatoci in eredità da Bodini... Che volete, questi poeti sono così, ci additano un minuscolo particolare nella complessità che ci circonda e poi se ne vanno, trasognati, inseguendo altre chimere... Magari non proprio 'chimere' ma oggetti tangibilissimi che abbiamo sotto gli occhi ma che, nel caso di Mauro, si caricano di piacevolissime introspezioni: 'Nelle cose della casa c'è/ il conto del tempo/ la memoria trattenuta nell'abitudine./ Certe volte/ non ricordi più i numeri,/ le stagioni e i riti e gli incontri/ onorati, governati/ con una caffettiera/ o col servizio buono dei piatti/-reliquia, nella credenza-/ o con la tovaglia ricamata- ah! quanto altro tempo/ ancora in quelle mani creatrici-/ o anche con quella scopa,/ poggiata lì, nell'angolo./ Una scopa non è solo una scopa/ se la pensi in quanto ti ha servito/ per quanto ti ha accompagnato/ nei giri di danza per far pulita la casa./ Una scopa non è solo una scopa/ se la pensi per tutto e in tutto il
tempo/ che è stata la scopa della tua casa. ' E questi versi appartengono alla raccolta dedicata a 'L'archivio della superficie' di Elena Campa e dal titolo 'Le cose della casa' , risalente al 2016. Insomma, con questo 'di politica e d'amore' (spagine, pag.140, euro 10) Mauro ci presenta una ideale galleria di ricordi e sensazioni, tutti legati al suo mondo che viene definito, dallo stesso autore, come 'un sentire trattenuto, ciò che è rimasto a lato, sul margine a nutrire il diario dei giorni' . Mauro Marino, nel consegnarmi il suo libro, scrive nella dedica: ' ...sperando in un pensiero schietto e frontale': in altre parole, lui che conosce benissimo coloro che commentano e criticano con giri di frase, orpelli e spesso incomprensibili onanismi, vuole conoscere, da me, la Verità. E io dovrei chiedergli, pilatescamente, 'La Verità, cos'è la Verità?' , soprattutto in politica e in amore... Ma lo sguardo di Marino è profondo e sincero, le sue parole sono esattamente lo specchio dei suoi pensieri che condividiamo senza alcuna esitazione. E siamo felici che per lui si schiuda il magico, pesante cancello che delimita e racchiude il Parnaso dei Poeti salentini, proprio là dove ci attende l'immortale amico Antonio L. Verri, che ci accoglie con il suo sorriso ironico e l'occhio fuori asse che gli dona un indimenticabile sguardo introspettivo... Raffaele Polo
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S A P E R E D E L L u O G H I
GIuLIO CESARE INFANTINO Lecce Sacra a cura di Mario Cazzato Edizioni ArtWork Cultura 2022 pp.410 €45,00 ISBN 9788894711301 LEccE SAcRA DI gIULIO cESARE INfANtINO LA RIStAMPA ANAStAtIcA A cURA DI MARIO cAzzAtO
Quando nel 1634 Giulio Cesare Infantino, parroco di Santa Maria della Luce, diede il suo manoscritto al tipografo Pietro Micheli probabilmente mai avrebbe immaginato l’importanza che la sua opera, definita utile e curiosa, avrebbe avuto nel tempo. Lecce sacra, ispirata alla Napoli sacra di Cesare D’Engenio Caracciolo al punto da emularne il titolo, trattava le origini di tutte le chiese, monasteri cappelle e altri luoghi sacri della città di Lecce, ripotando epitaffi e iscrizioni così come uomini illustri e reliquie di santi. Un libro destinato a diventare, attraverso i secoli, tra i più importanti della letteratura salentina e una preziosa testimonianza della Lecce seicentesca con le sue chiese, ma anche un compendio della stessa storia della città attraverso il racconto di fatti e avvenimenti che l’Infantino documentò con uno sguardo da cronista. A testimoniare la fortuna dell’opera parlano le ristampe a cominciare da quella del 1859 da Nicola Del Vecchio con notevoli errori di stampa e quella successiva nel 1998 da Mario De Marco. La ristampa della versione originale fu realizzata nel 1973 da Pietro De Leo, a questa si aggiunge l’operazione editoriale effettuata da Art Work Cultura nel 2022 grazie alla quale si potranno sfogliare le pagine dell’opera in anastatica dell’Infantino curata dallo storico e architetto Mario Cazzato che ha corredato questa nuova edizione con un apparato di note esplicative, archivistiche, documentarie di notevole interesse. «Cazzato con le sue oltre duecento schede, puntuali, approfondite e documentate –scrive nella introduzione Domenico Urgesi presidente della Società Storica di Terra d’Otranto – sembra accompagnare l’Infantino e aiutarlo a colmare le lacune coeve, le impressioni che per lui erano scontate, i riferimenti sottaciuti o appena scorti. » Un impegno notevole quello di Mario Cazzato che ci restituisce una visione approfondita del testo dell’Infantino incrementando gli esiti delle ricerche e degli studi che si sono susseguiti nei 4 secoli successivi alla prima edizione dell’opera. «Scorrere le pagine di quest’opera seicentesca - si legge nella presentazione dell’Arcivescovo Michele Seccia - significa fare un tuffo nel passato, rivedere Chiese e Cappelle di cui poco o nulla è rimasto, ma vuol dire anche rilegger la storia di Lecce, arricchita dall’opera di artisti, architetti, scultori di grande pregio, così come dalla presenza di tanti ordini religiosi maschili e femminili che popolarono il capoluogo barocco» Le prime 288 pagine sono dunque la copia anastatica della versione originale, da pagina 289 inizia il commento preciso e scientifico dello storico Mario Cazzato che da sempre si adopera per divulgare, anche attraverso i social e con una rubrica sulla rivista Arte e Luoghi
curiosità, aneddoti e perle di storia salentina che da attento studioso ricerca consultando libri e testi antichi. Difatti la pubblicazione in anastatica della Lecce Sacra - spiega nella premessa Paolo Babbo presidente di ArtWOrk Cultura - è dovuta alla sua lungimiranza e al suo impegno che coincide anche con quella della cooperativa ArtWork che firma anche LecceEcclesiae, un progetto per la fruizione artistica del patrimonio culturale ecclesiastico di concerto con la’Arcidiocesi di Lecce creando un circolo vizioso tra luoghi, persone e istituzioni. Una guida preziosa, dunque, non solo per gli addetti ai lavori ma per chi vorrà approfondire la storia del patrimonio artistico e architettonico di Lecce. Addentrandosi nella lettura, infatti, è possibile approfondire l’evoluzione dei monumenti citati dall’Infantino come avviene ad esempio per il Duomo, la cappella di San Sebastiano, oggi sede della Fondazione Palmieri, e via via tanti altri, anche quei monumenti che non esistono più come nel caso della Cappella di Santa Lucia che sorgeva in corrispondenza dell’odierno civico 6 di piazzetta Lillo o quelli che, rimaneggiati, nel corso del tempo presentano un aspetto diverso da quello descritto nella Lecce Sacra dell’Infantino come nel caso dell’originaria Chiesa gotica di Santa Chiara. Concludendo, il prezioso apparato documentario in appendice ci illustra gli stravolgimenti architettonici e i cambiamenti urbanistici che hanno cambiato il volto della Città Chiesa che, non a caso, all’epoca del Regno di Napoli, ricordando le parole del filosofo Giambattista Vico, era seconda alla capitale «per magnificenza di edifici e per frequenza di abitatori e per isplendore di civili costumi e per ricchezza di marittimi traffichi. »
Antonietta Fulvio