CHANEL Personalmente, ho scelto di affrontare questo argomento nella realizzazione di questo progetto, perché ho sempre avuto un particolare interesse per il mondo della moda. Mi affascina il modo in cui gli stilisti riescano a creare dei veri e propri capolavori, delle magnifiche opere d’arte. Chanel è la stilista che preferisco in assoluto, per via del suo stile sobrio e allo stesso tempo affascinate e seducente. Lei non solo fu una grande artista, fu anche una donna piuttosto all’avanguardia per l’epoca in cui viveva, una donna imprenditrice di se stessa e la prima in assoluto a sfatare alcuni miti piuttosto maschilisti per quanto riguarda la figura femminile, come l’introduzione del pantalone come capo d’abbigliamento femminile ancora un tabù per l’epoca. Inizialmente, la mia tesina ha un taglio quasi storico, perché ho preferito collocare la stilista nella sua epoca storica, attraverso la sua biografia. Successivamente, ho voluto inserire la storia della Maison, dalle sue origini sino ad oggi, attraverso una panoramica di ciò che ha caratterizzato e che tutt’ ora caratterizza i prodotti firmati CHANEL. Sino ad arrivare ai must della maison che hanno lasciato un segno nella storia della moda, dai primi del ‘900 ad oggi.
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Indice
Coco Chanel…………………………………………………………………………………………………4
L’infanzia…………………………………………………………………………………………………………………………4 I primi passi verso il successo………………………………………………………………………………………….5 Gli anni Dieci…………………………………………………………………………………………………………………..7 Gli anni Venti…………………………………………………………………………………………………………………..9 Lo stile Chanel e la Rivoluzione Femminile……………………………………………………………………..9 Gli anni della Depressione……………………………………………………………………………………………..10 La carriera da costumista………………………………………………………………………………………………11 Gli anni Quaranta…………………………………………………………………………………………………………..11 Il ritorno…………………………………………………………………………………………………………………………12 Gli ultimi successi…………………………………………………………………………………………………………..12 Il destino della Maison…………………………………………………………………………………………………..13 I caratteri dello stile………………………………………………………………………………………………………14
La Maison CHANEL……………………………………………………………………………………..15
Storia……………………………………………………………………………………………………………………………..15 Filosofia e stile Chanel…………………………………………………………………………………………………..18 Profumi………………………………………………………………………………………………………………………….18 Orologi…………………………………………………………………………………………………………………………..20 Distribuzione, marketing e pubblicità del Brand…………………………………………………………….20 Testimonial…………………………………………………………………………………………………………………….20 La pubblicità del secolo: Brad Pitt e Chanel N°5…………………………………………………………….28
I must della Maison passati alla storia…………………………………………………………29
CHANEL N°5…………………………………………………………………………………………………………………..29 Il Little Black Dress…………………………………………………………………………………………………………31
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Coco Chanel Coco Chanel, pseudonimo di Gabrielle Bonheur Chanel (Saumur, 19 agosto 1883 – Parigi, 10 gennaio 1971), è stata una celebre stilista francese, capace con la sua opera di rivoluzionare il concetto di femminilità e di imporsi come figura fondamentale del fashion design e della cultura popolare del XX secolo. Ha fondato la nota casa di moda che porta il suo nome, Chanel. Di lei scrisse nel 1926 la rivista Vogue:
« Coco Chanel ha creato la nuova uniforme della donna moderna. »
L'infanzia Le informazioni affidabili sull'infanzia della stilista sono poche. La stessa Chanel rilasciò dichiarazioni contrastantiche hanno dato vita a una sorta di mitologia Chanel.
Una famiglia errante Gabrielle Bonheure Chanel nacque il 19 agosto 1883 in un ospizio dei poveri a Saumur, da HenriAlbert Chanel e Jeanne De Volle. La bambina venne concepita al di fuori del vincolo matrimoniale, così come la sorella Julie, nata un anno prima. Albert e Jeanne si sposarono solo il 17 novembre 1884. Il padre di Gabrielle era un venditore ambulante, che girovagava per mercati dell'Auvergne, tra i monti della Francia sud-orientale. La madre, Jeanne, figlia di un locandiere, diede alla luce Gabrielle all'età di diciannove anni. La famiglia si trasferì poco dopo a Issoire,dove vennero concepiti Alphonse, nel 1885, Antoinette, nel 1887 e Lucien, nel 1889. In seguito alla nascita dell'ultimogenito, la famiglia traslocò a Brive-laGaillarde, dove Jeanne, probabilmente spossata dalle gravidanze, si ammalò e morì in seguito a una febbre accompagnata da un attacco di asma. Venne trovata morta una mattina del febbraio 1895, all'età di trentadue anni. L'età della donna alla sua morte è stata messa in discussione a causa della discordanza di testimonianze: Chanel dichiarò che aveva 6 anni all'epoca, mentre in realtà ne aveva già 11.
Aubazine In seguito alla morte della moglie, Albert prese con sé i figli per abbandonarli nuovamente presso la residenza della propria madre, a Vichy. La donna non poté occuparsi personalmente dei bambini e Lucien e Alphonse vennero quindi mandati a lavorare presso un'azienda agricola. Le tre sorelline Chanel, invece, furono affidate alle suore della congregazione del Sacro Cuore, presso l'orfanotrofio di Aubazine. Ad occuparsi degli orfani fu anche una coppia di zii: Louise Chanel e Paul Costier.
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Nelle collezioni di Chanel si può percepire l'influenza degli anni di vita monacale. Come fa notare Karen Karbo, le suore hanno ispirato in Mademoiselle l'«amore per il bianco ed il nero» e l'«austerità». All'orfanotrofio, le sorelle Chanel facevano parte di un gruppo di bambine senza famiglia o con parenti così poveri da non potersi permettere donazioni all'istituto. Le bambine venivano quindi trattate diversamente e sfavorite rispetto alle altre.
I primi passi verso il successo Moulin Superato il limite di età per restare all'orfanotrofio, Julie e Gabrielle vennero mandate presso una scuola di apprendimento delle arti domestiche di Notre Dame. Coco compì diciotto anni nel 1901 e iniziò a lavorare come commessa a Moulin, presso il negozio di biancheria e maglieria Maison Grampayre. Lì mise a punto le nozioni di cucito apprese dalle suore di Notre Dame e approfondite con zia Louise.
Etienne de Balsan Negli stessi anni in cui lavorava presso la bottega Maison Grampayre, intraprese una breve carriera come cantante presso un caffè-concerto. Sembra che il soprannome Coco derivi dalla canzone Qui qu'a vu Coco?, in cui Gabrielle si esibiva (anche se, come vuole la mitologia Chanel, esistono più versioni anche per quanto riguarda questo particolare). La prima svolta nella vita di Gabrielle è l'incontro con il suo primo amante, Etienne de Balsan. Chanel incontrò Balsan nel 1904. Quando si conobbero — presso uno dei caffè-concerto di Moulin — lei aveva 21 anni e lui 24. Balsan fu anche il primo finanziatore della stilista. Figlio di imprenditori tessili, e ufficiale di cavalleria, Balsan invitò Chanel a trasferirsi presso il suo castello a Royallieu, nel 1908. La loro storia durò sei anni.
Royallieu Come scrive Karen Karbo nel suo libro, «lo stile rivoluzionario di Coco Chanel» sembrava essere «una risposta istintiva al fatto che non s'integrava con la gente cool di Royallieu». Al castello alloggiava anche l'altra amante di Balsan, Emilienne D'Aleçon, che lo lasciò presto per un fantino. Balsan era un appassionato di cavalli e di corse, perciò Chanel si ritrovò a passare le sue giornate nelle stalle dei purosangue del suo amante. Imparò a cavalcarli e destò l'ammirazione non solo di Balsan, ma anche dei suoi amici. Probabilmente fu proprio la vita equestre che le ispirò successivamente i pantaloni da cavallerizza e le cravattine lavorate a maglia.
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Nonostante Balsan non comprendesse il desiderio creativo di Chanel e la sua voglia di lavorare, la assecondò permettendole di creare cappelli presso il suo appartamento parigino, in Boulevard Malesherbes. Intorno al 1909, Coco Chanel iniziò la sua carriera realizzando cappellini: in un'epoca in cui vigevano cappelli sontuosi — ricoperti di piume e impossibili da indossare senza l'elaborata struttura di sostegno, chiamata Pompadour — i cappellini di paglia di Chanel, ornati da semplici fiori in raso o singole piume, scioccarono. La sua prima cliente fu proprio Emilienne D'Aleçon, che sfoggiò la creazione di Gabrielle all'ippodromo di Longchamps. Attraverso al rete di amicizie di Balsan, Chanel formò la sua prima clientela.
Boy Capel e Rue cambon Presso la residenza del suo primo amante, Chanel incontrò quello che viene considerato l'amore della sua vita, Arthur “Boy” Capel. Boy era un industriale di Newcastle, impegnato nell'esportazione del carbone. A differenza di Balsan, Capel incoraggiò e finanziò il lavoro di Chanel. I due andarono a vivere insieme a Parigi, dove Capel le anticipò i soldi per permetterle di aprire la sua boutique al 21 Rue Cambon. Coco e Boy non si sposarono mai «a causa del divario sociale che li separava, essendo appunto Chanel un'orfana di incerte origini e Capel un rappresentante dell'alta borghesia». Un'altra causa fu il fatto che Boy mise Chanel davanti ad una decisione:" l'amore della sua vita o il lavoro", mettendola al corrente che avrebbe sposato un'altra donna. Lei inconsapevolmente scelse il lavoro. Nel 1912, quando il negozio era già ormai avviato da due anni, Chanel iniziò a vendere oltre ai suoi capellini anche capi di vestiario come maglioni, gonne e qualche vestito.
« Non era una sarta, ma una creatrice di moda:”Per prima cosa io non disegno” ripeteva:”non ho mai disegnato un vestito. Adopero la mia matita solo per tingermi gli occhi e scrivere lettere. Scolpisco il modello, più che disegnarlo. Prendo la stoffa e taglio. Poi la appiccico con gli spilli su un manichino e, se va, qualcuno la cuce. Se non va la scucio e poi la ritaglio. Se non va ancora la butto via e ricomincio da capo…In tutta sincerità non so nemmeno cucire. » (Sofia Gnoli, Un secolo di moda italiana, 1900-2000, 2005, p.35)
Suzanne Orlandi indossò il primo vestito firmato Chanel, un abito in velluto nero ornato da un semplice colletto bianco, proprio perché Coco sosteneva che « […]il nero conteneva tutto. Anche il bianco. Sono d'una bellezza assoluta. È l'accordo perfetto»(Morand 1995, p113). Il bianco ed il nero non sono gli unici colori utilizzati da Chanel, che impiegò nei suoi abiti anche tonalità come il beige, il grigio e il blu marine.
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Nello stesso anno, in circostanze ignote, venne a mancare la sorella maggiore di Chanel, Julie. Coco non poté però prendersi cura del nipotino André perché al tempo, la legge non permetteva l'affidamento di un bambino ad una donna non sposata.
Gli anni dieci Deauville Capel fu per Chanel non solo un amante, ma anche il suo finanziatore. Nel 1913, Capel aprì per Chanel un nuovo negozio nella località balneare di Deauville. Il negozio sorgeva tra il Gran Casinò e l'albergo più lussuoso del posto, l'Hotel Normandie. A Deauville, ispirata dai marinai al lavoro, Chanel reinterpretò il loro abbigliamento, realizzando dei maglioni col medesimo scollo. Tutto lo stile di Chanel si rifaceva alla vita comune delle persone che la circondavano, per dare all'abbigliamento quella praticità che la Belle Époque aveva sostituito con bustini, corsetti e impalcature per cappelli. Coco veniva associata da Poiret allo stile stile pauvre, mentre Karen Karbo, sostiene che Chanel «non attinse il suo stile dalle classi più povere, ma dal genere umano».
La Grande Guerra Nell'estate del 1914 scoppiò la guerra e Chanel Modes decollò. Le famiglie più facoltose della Francia trascorrevano il periodo estivo nella località costiera di Deauville. Lì le signore potevano acquistare bei cappellini ed abiti leggeri da Gabrielle Chanel. Alla fine di luglio l'Austria dichiarò guerra alla Serbia, mentre la Germania si schierava contro la Russia e la Francia. L'Europa iniziava a muoversi verso il primo conflitto mondiale, mentre Chanel vedeva la sua clientela migrare di ritorno verso la capitale. Capel, grazie ai suoi giacimenti carboniferi, rifornì gli Alleati e venne a contatto con personalità influenti. Fece prima parte dello Stato Maggiore di Sir John French e in seguito divenne consigliere del primo ministro francese Georges Clemenceau.Attraverso i suoi contatti, Capel venne messo a conoscenza di informazioni segrete. La Chanel Modes stava per chiudere, quando Coco ricevette notizie da Capel, che le suggerì di non interrompere l'attività. In agosto vi fu la dichiarazione di guerra della Germania alla Francia e quella dell'Inghilterra alla Germania, che aveva invaso il Belgio e raggiunse ben presto la capitale francese. I giovani uomini francesi si arruolarono, mentre le mogli fecero ritorno a Deauville, dove si impegnarono in opere di volontariato per assistere feriti. Chanel era l'unico negozio di abbigliamento rimasto aperto e offriva capi di vestiario che in quella situazione si presentavano pratici e adatti alle esigenze.
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« Finiva un mondo, un altro stava per nascere. Io stavo là; si presentò un'opportunità, la presi. Avevo l'età di quel secolo nuovo che si rivolse dunque a me per l'espressione del suo guardaroba. Occorreva semplicità, comodità, nitidezza: gli offrii tutto questo, a sua insaputa. » (Coco Chanel, Un secolo di moda italiana, 1900-2000, 2005, p.34)
Sull'onda del successo di Deauville, il 15 luglio 1915 Chanel Modes aprì anche sulla costa atlantica della Francia, lontano dalle linee del fronte, a Biarritz, al confine con la Spagna neutrale con cui iniziò il commercio. Nel 1917, in uno dei cinque laboratori che Chanel aveva aperto, 60 sarte erano impegnate a confezionare solo abiti per le ricche signore spagnole. Il 1916 è l'anno del jersey: Coco Chanel acquistò dall'industriale tessile Jean Rodier una partita di jersey lavorato a macchina, col quale iniziò a realizzare i suoi capi. Come vuole la mitologia Chanel esiste anche un'altra versione: il contratto sottoscritto per Rue Cambon prevedeva che il negozio vendesse solo cappelli, perché vi era già nei paraggi un negozio d'abbigliamento. Non essendo a quell'epoca il jersey considerato materiale per vestiario da donna, pare che Chanel abbia aggirato i termini contrattuali. L'introduzione nel settore dell'abbigliamento di questo materiale fino ad allora destinato alla realizzazione di biancheria fu una vera novità. Ancora oggi Chanel è nota per le sue creazioni in jersey. Nel 1917, Chanel con l'aiuto di Capel riuscì ad ampliare le sue attività di Parigi e di Biarritz, arrivando a contare cinque laboratori e trecento lavoranti.
Misia Sert e il circolo degli artisti Fu in quegli anni che Chanel fece la conoscenza di Misia, la donna che la introdusse nel mondo degli artisti e degli intellettuali. Maria Misia Sophie Olga Godebska Natanson Edwards Sert, pianista polacca, aveva fatto il suo ingresso nel mondo dell'arte in seguito al suo matrimonio con il fondatore della rivista d'avanguardia, Revue Blanche, Thadèe Natanson. L'incontro tra Misia e Coco avvenne durante una serata organizzata da Cècile Sorel. Quando la festa si concluse, Chanel mise il suo cappotto e Misia non rimase indifferente al capo. La donna polacca elogiò la giacca della stilista e Chanel se la levò di dosso per regalargliela. Grazie a questa amicizia, Chanel poté fare la conoscenza di figure come Paul Morand, Pablo Picasso, Jean Cocteau, Max Jacob e Igor Stravinsky (col quale, nel 1921, ebbe una relazione). Nel 1918, Chanel rese al suo amante la somma completa che le aveva prestato. Lo stesso anno Capel si fidanzò con la giovane Diana Lister Wyndham, per rafforzare la sua posizione sociale e la sposò in ottobre. Tuttavia anche dopo il matrimonio, Capel e Chanel non interruppero la loro frequentazione. La relazione si protrasse fino al 1919.
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Quell'anno, nella notte fra il 22 e il 23 dicembre, Capel, in viaggio da Parigi verso Cannes, ebbe un grave incidente stradale e perse la vita all'età di 38 anni. Chanel ricevette la notizia nella notte e partì immediatamente verso il luogo dell'incidente, dove arrivò solo all'alba di tre giorni dopo. Sulla strada c'erano ancora i resti dell'incidente, presso i quali Coco pianse il suo amante. Probabilmente a causa della grave perdita Mademoiselle si buttò a capofitto nel lavoro. Il 1920 fu l'anno di un'altra perdita: la sorella minore di Gabrielle, Antoinette, partita col suo novello sposo argentino alla volta di Buenos Aires, morì a causa di un'epidemia di spagnola. Le rimanevano solo Alphonse e Lucien. Dal momento del suo decollo finanziario, Chanel non volle più riconoscere i suoi fratelli, ma inviò comunque loro del denaro, fino a che non fu costretta a chiudere l'attività, a causa della seconda guerra mondiale.
Gli anni venti I successi Negli anni venti, Chanel lanciò la moda del capello corto. Fu una fatalità. Essendosi accidentalmente bruciata i capelli su un fornello, tagliò anche il resto. Dopo poco tempo le giovani donne alla moda imitarono il suo taglio. Nel 1925 Chanel inizia la frequentazione del duca di Westminster, Hugh Richard Arthur Grosvenor, noto come Bendor. Fu lui che fece nascere in lei l'interesse per il tweed scozzese. Lo stesso anno a Parigi si tenne l'Exposition des Arts Décoratifs et Industriels Modernes, una rassegna delle innovazioni nelle arti applicate, che segnò la disfatta dello stilista Paul Poiret, rivale di Coco. Chanel imponeva il nuovo stile la cui parola chiave era comodità, Poiret non seppe adeguarsi e il richiamo alla Belle Époque dei suoi capi segnò il tramonto della sua era. Il 1926 per fu l'anno del debutto del piccolo vestito nero, la petite robe noire, che la rivista americana Vogue dell'epoca elogiò, paragonandolo a un'automobile. Chanel procedeva nella sua ascesa e nel 1928 la sua maison parigina si trasferì da Rue de Cambon 21 al numero 31, dove occupò ben tre piani. Nel 1927, gli abiti sportivi firmati Chanel arrivarono anche oltremanica, nel quartiere di Mayfair a Londra, dove venne aperto il nuovo negozio di Coco.
Lo stile Chanel e la rivoluzione femminile Al termine della prima guerra mondiale, durante la quale Chanel Modes aveva imposto la sua presenza sul mercato, nasce il prototipo della garçonne, che Chanel interpretò insieme a Patou. Coco Chanel, attraverso la moda, rappresentò il nuovo modello femminile che stava sviluppandosi nel 900: una donna dinamica,che lavorava e che non poteva più essere schiava dell'abbigliamento costrittivo della Belle Époque.
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Chanel diede a quella nuova donna il vestito giusto. Lo stesso famoso vestitino nero sembra proprio ispirato alla divisa delle commesse. La stilista sosteneva che «la vera eleganza non può prescindere dalla piena possibilità del libero movimento». (Coco Chanel, Storia illustrata della moda e del costume, 2001, p.222)
Per l'utilizzo di materiali umili e per l'ispirazione che traeva dalle figure legate alla vita lavorativa, Chanel venne rinominata la regina del genre pauvre, una «“povertà di lusso" molto moderna e snob». Paul Poiret chiamava lo stile di Coco misérbailisme de luxe.La stilista liberò le donne da corsetti e impalcature per cappelli, donando loro abiti comodi, semplici nelle linee per intraprendere una vita quotidiana dinamica. A partire dal 1913 fino ad arrivare al 1930, Chanel portò la lunghezza delle gonne sotto il ginocchio e abbassò il punto vita, promosse l'utilizzo del jersey e dello stile alla marinara, e per finire introdusse l'utilizzo dei pantaloni femminili. Chanel crea la nuova donna del XX secolo, una donna che afferma la propria femminilità non per contrasto, bensì per paradosso, attraverso la rivisitazione di abiti maschili. «Prendendo i vestiti maschili e dando loro una piega femminile, Coco diede anche un significante contributo al movimento femminile. […] Non si volle mai descrivere come femminista, ma la sua rivoluzione nel disegno dell'abito femminile […] coincise con l'esplosione del movimento femminista».
Gli anni della Depressione Negli anni trenta Chanel si dedica alla realizzazione di gioielli. Fino a quel momento la stilista aveva proposto — in abbinato ai suoi capi — pezzi di bigiotteria, come i gioielli di cristallo, pietre finte, collane di perle false e catenelle dorate. Il 29 ottobre 1929, l'America assistette al crollo di Wall Street e le ripercussioni europee si iniziarono a percepire solo all'alba degli anni trenta. Chanel risentì della Depressione e partì alla volta di Hollywood, per un ingaggio come costumista. Rientrò a Parigi due anni dopo e fu allora, a partire dal 1934, che propose alla sua clientela gioielli veri. Affiancata dai disegnatori Etienne de Beaumont e Fulco di Vedrura, Chanel espose le creazioni nella sua casa di Faubourg Saint-Honoré. La maison alla metà del decennio contava 20.000 dipendenti, 34 profumerie e realizzava 28 000 modelli l'anno . Dopo quella con Bendor, Chanel intraprese una relazione con Paul Iribe, caricaturista basco, che insieme all'amico della stilista, Cocteau, fondò la rivista Le Mot. La relazione iniziò intorno al 1933 e si protrasse fino al 1935 .
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Quell'anno Paul muore giocando a tennis sotto gli occhi di Chanel, che inconsolabile dopo la perdita dell'amante «per combattere le sue insonnie, […]si mette ad abusare di Sédol, un ipnotico a base di morfina del quale presto non si potrà più liberare» .
La carriera da costumista Chanel non fu solo una grande stilista, ma impiegò il suo talento anche nelle opere teatrali e cinematografiche. L'esordio risale al 1911, quando il suo cappello di paglia entrò sulla scena di Bel Ami, di Guy de Maupassant, adagiato sul capo dell'attrice Gabrielle Dorziat . Debuttò però nella vera carriera da costumista nel 1922, disegnando i costumi per l'opera realizzata dal poeta Cocteau, Antigone. Chanel realizzò delle tuniche di lana grezza, decorate con motivi greci. In seguito, nel 1924 , Chanel lavorò nuovamente per Cocteau, realizzando gli abiti per gli attori del balletto Le Train Bleu; anche Picasso contribuì all'opera, occupandosi della scenografia. Più tardi, grazie al suo nuovo amante, il duca di Westminster, Chanel incontrò Samuel Goldwyn, il quale la invitò negli Stati Uniti per realizzare i costumi da impiegare nei suoi film. Chanel accettò e nell'aprile del 1931 partì alla volta di Hollywood in compagnia di Misia. Il contratto sottoscritto da Chanel prevedeva che realizzasse abiti per l'attrice Gloria Swanson, che tuttavia rifiutò di indossare sempre abiti della stessa stilista. La carriera americana di Chanel si ridusse a un solo film.
Gli anni quaranta Con l'avvento della seconda guerra mondiale, Chanel chiuse il suo atelier, per riaprirlo solo alla fine del conflitto. Nel 1939 , fuggì da una Parigi bombardata, per farvi ritorno nell'agosto del 1940.
Operazione Modellhut In quegli anni, Coco intraprese una relazione con una membro del controspionaggio nazista, Hans Günter von Dincklage, detto Spatz, e in seguito si legò a uno dei giovani capi delle SS, Walter Schellenberg. Voleva servirsi degli agganci che aveva nell'ambiente inglese e in quello tedesco per mandare in porto la sua strategia di pace, escogitata insieme a Theodor Momm. L'operazione prese il nome di Modellhut. Il piano prevedeva che la trattativa si dovesse svolgere in Spagna. Lì però l'accompagnatrice di Chanel — Vera Lombardi — la tradì denunciandola all'Intelligence come un'agente tedesca. In seguito all'operazione Modellhut, nel 1944 le FFI(Forze Francesi dell'Interno) arrestarono Chanel, proprio per le sue relazioni con spie nemiche. Venne rilasciata dopo un interrogatorio di tre ore.
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Nel 1945, Chanel raggiunse Spatz in Svizzera, dove rimase in “esilio”. Nel 1953 partì per New York.
Il ritorno Negli anni in cui Chanel si assentò dal panorama della moda, si affacciò con le sue stravaganti proposte Christian Dior, che nel 1946 aprì il suo salone a Parigi. La risposta creativa di Dior alla guerra giunse nel 1947, con il suo New Look , che rinviava al passato, al busto della Belle Époque e alle gonne lunghe. Chanel non apprezzerà il recupero dei vecchi canoni e « di Dior dirà che “addobba delle poltrone, non veste delle donne: l'eleganza è ridurre il tutto alla più chic, costosa, raffinata povertà” ». Fu un vestito da ballo realizzato con una tenda di taffetà a segnare il suo ritorno. Nel 1953, MarieHélène de Rotschild, figlia di Edmond e Maggy van Zuylen, si apprestava a partecipare al ballo più importante dell'anno con un abito che Chanel definì un «orrore». Coco si improvvisò sarta e con il tessuto di una tenda cremisi, cucito direttamente sul corpo della giovane donna, realizzò per lei un nuovo vestito. Il giorno dopo, Marie-Hélène disse a Chanel quale scalpore avesse suscitato il suo abito. Nel 1954, ormai settantunenne, Chanel riaprì la sua maison e si ripresentò al suo pubblico con una nuova collezione, che presentò il 5 febbraio del 1954. I 30 modelli sfilarono davanti agli occhi di una folla di compratori, fotografi e giornalisti. La prima reazione dei critici francesi fu assolutamente negativa, a causa del ricorrere dei vecchi temi. Ben presto però i consensi iniziarono ad arrivare dall'America e Chanel tornò ancora una volta di moda.
Gli ultimi successi Nell'anno del ritorno di Chanel, la stravaganza della Schiaparelli non era più acclamata come agli esordi, e la stilista fu costretta a chiudere. La proposta di Chanel nell'anno della sua riapertura è il tailleur in tweed, con una gonna che riacquista un poco di lunghezza sotto il ginocchio, la giacca corta e i bottoni dorati. Nel 1955, 11
Mademoiselle ottenne un altro successo, dando vita ad un altro intramontabile accessorio firmato Chanel: la borsetta 2.55. L'innovativo design si ispira, nella pura tradizione Chanel, al guardaroba maschile: per dare volume alla sua pochette, la stilista prese esempio dalle giacche che gli stallieri indossavano agli ippodromi. La borsa matelassé - ovvero trapuntata - presentava l'aggiunta di una tracolla, che consisteva in una catenella di metallo, intrecciata al cuoio.
« Mi sono stancata di dover portare la mia borsa in mano[…] quindi ho aggiunto sottili cinturini, cosicché possa essere usata come una borsa a tracolla. » (Coco Chanel, Handbags: What Every Woman Should Know, 2006, p.68) Nel 1957, Christian Dior venne a mancare e lo stesso anno Coco Chanel venne invitata a Dallas per ricevere il Neiman-Marcus Award, l'Oscar della moda. Nonostante la consacrazione ufficiale Coco «ha negato la sua importanza. Lei era — disse — “Solo una semplice sarta"». Negli anni sessanta debuttò il sandalo bicolore, realizzato per Chanel dal calzolaio francese André Massaro.
Il destino della maison Chanel morì il 10 gennaio 1971 in una camera dell'Hôtel Ritz, all'età di 87 anni. Lasciò il suo patrimonio alla fondazione Coga, creata nel 1965 a Vaduz. In seguito alla sua morte la maison venne gestita dai suoi assistenti: nel 1971, Gaston Berthelot, Jean Cazaubon e Yvonne Dudel si presero cura dell'atelier. Passarono poi il testimone a Philippe Guibourgè nel '78, che venne sostituito da Ramone Esparza nel 1980. Dal 1983 la maison venne affidata a Karl Lagerfeld. 12
I Caratteri dello stile L'intramontab ilità dello stile Chanel è stata oggetto di analisi da parte di molti studiosi. A differenza della sua contemporan ea, Elsa Schiaparelli — che si fece influenzare dalla corrente Surrealista e dallo stile di Poiret — Chanel era scollegata dalle tendenze e dalle mode del momento. La classicità di Chanel si conserva negli anni grazie alle linee definite dei contorni e ai tessuti opachi, che con i loro colori sono in grado di catturare la luce. Il semiologo francese Jean-Marie Floch individuò l'estraneità temporale di Chanel nella capacità che aveva la stilista di assemblare alla moda femminile, elementi della moda maschile e quindi opposti, originando un bricolage. Il risultato di tale bricolage è qualcosa di totalmente nuovo, una femminilità accentuata per paradosso.
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La Maison
Chanel S.A., è una casa di moda parigina fondata ad inizio secolo da Coco Chanel. Specializzata nei beni di lusso (alta moda, prêt-à-porter, borse, profumeria e cosmetica, fra gli altri), il marchio Chanel è diventato uno dei più riconoscibili nomi nel campo della moda. La casa di moda è attualmente in mano ad Alain Wertheimer e Gerard Wertheimer, che sono i nipoti di Pierre Wertheimer, socio in affari di Coco Chanel.
Storia Anni venti-cinquanta
Un cappello realizzato da Chanel nel 1912. Nel 1909, Gabrielle Chanel aprì un negozio al piano terra degli appartamenti Balsan di Parigi dando il via a quello che in seguito diverrà uno dei più importanti imperi aziendali del mondo. L'edificio Balsan era un luogo in cui si ritrovava l'élite parigina, e per la stilista era una ottima opportunità di vendere i cappelli di sua creazione. In questa occasione Coco Chanel conobbe anche Arthur Capel, che riconobbe in lei un ottimo fiuto per gli affari, e l'aiutò a trasferire l'attività al 31 di Rue Cambon di Parigi, nel 1910, in cui già c'era un negozio di sartoria. Nel 1913, Chanel aprì due nuove boutique a Deauville e Biarritz in Francia, dove lanciò una moda femminile più semplice delle tendenze della Belle Époque, che privilegiava uno stile sfarzoso ed opulento.
Boutique Chanel a Parigi. L'inizio della prima guerra mondiale influenzò anche il mondo della moda, dato che le donne dovettero sopperire alle mancanze lavorative dei mariti impegnati al fronte. Pensando al modo in cui vestire le donne, affinché potessero avere dei capi d'abbigliamento comodi e pratici anche sul lavoro, Chanel aprì una nuova boutique a Rue de Cambon davanti all'Hôtel Ritz Paris. Furono prodotti blazer di 14
flanella, gonne di lino, marinarette e maglione in jersey. Lo stile Chanel divenne celebre per la sua semplicità in tutta la Francia nel 1915. Nel 1915 e nel 1917, la rivista Harper's Bazaar disse che un abito Chanel dovrebbe stare "nella lista di ogni compratore". Coco Chanel diventò una delle più celebri stiliste al mondo, e seguendo le tendenze della moda degli anni venti, Chanel produsse nuovi abiti femminili, in due o tre prezzi, ancora oggi considerati di grande eleganza. Nel 1921 venne prodotto il primo profumo della casa di moda, Chanel No. 5., creato da Ernest Beaux, mentre Coco Chanel si limitò a sceglierne il nome. Il profumo ebbe un grosso successo, al punto che il "5" divenne il suo numero fortunato. Chanel No.5 fu il primo di una serie di profumi che divennero uno dei prodotti di punta della maison e alla cui commercializzazione Pierre Wertheimer affiancò Coco Chanel. Chanel N.22 vide la luce nel 1922, Gardénia nel 1925, Bois des Îles nel 1926, Cuir de Russie nel 1927, Sycomore, Une idée nel 1930, Jasmin nel 1932.Nel 1923 la stilista rivelò ad Harper's Bazaar che la semplicità è la chiave di volta per la vera eleganza.
Chanel No. 5.
Risale al 1926 l'arrivo sul mercato del tubino, la petite robe noire, considerato il capo più importante nella storia dell’abbigliamento . Nel 1932 Chanel lanciò sul mercato una linea di gioielleria, basata principalmente sui diamanti, realizzati con la collaborazione del conte Etienne de Beaumont e del duca Fulco da Verdura. Chanel è giunta al culmine della propria notorietà, ed i 15
suoi atelier danno lavoro a 4000 persone, mentre le vendite degli abiti Chanel si aggirano a circa 28 000 modelli l'anno. Nel 1939 però lo scoppio della seconda guerra mondiale costrinse Coco Chanel a chiudere il negozio di rue de Cambon, lasciando in vita soltanto l'attività dei profumi. Dopo la guerra, Coco Chanel, accusata di aver collaborato con i nazisti, preferì trasferirsi in Svizzera e vendere tutti i diritti del marchio a Pierre Wertheimer.
Anni cinquanta-settanta Chanel ritornò a Parigi nel 1953 per scoprire che la scena della moda era dominata dal giovane stilista Christian Dior. Coco Chanel ritornò in affari con Pierre riprendendo pieno possesso del marchio "Chanel". La loro collaborazione fece tornare la maison al vertice del mondo della moda. La nuova collezione primaverile di Chanel ottenne un grande successo, ed in particolar modo fu molto apprezzato il suo tailleur di maglia, che diverrà celebre anche grazie a Jacqueline Kennedy. Chanel ottiene il prestigioso riconoscimento Fashion Oscar di Neiman Marcus, che le fu assegnato nel 1957 a Dallas. Nel 1965 Jacques Wertheimer prese il posto del padre Pierre alla guida dell'azienda. Il 10 gennaio 1971 Coco Chanel si spense all'età di 87 anni. La guida dell'azienda passò a Yvonne Dudel, Jean Cazaubon e Philippe Guibourge, che contribuirono a mantenere alto il nome del marchio, anche se Jacques Wertheimer alla fine rilevò l'intera casa di moda. Nel 1974 fu lanciata sul mercato l'eau de toilette Cristalle, nata da un progetto che Coco Chanel aveva iniziato quando era ancora in vita. Il 1978 vide la nascita della prima linea di prêt-à-porter del marchio (disegnata da Philippe Guibourgé) e la distribuzione di essa a livello mondiale. Alain Wertheimer, prese il posto del padre Jacques nel 1974. Grazie alle sue strategie di mercato, il profumo Chanel No. 5 ritornò ad essere il più venduto al mondo. Inoltre, Alain Wertheimer riuscì a "strappare" alla casa di moda Chloé il rinomato stilista Karl Lagerfeld.
Anni recenti
Negozio Chanel di Manhattan.
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Karl Lagerfeld si occupò dal 1983 della linea d'alta moda e dal 1984 del prêt-à-porter. Pur mantenendo inalterati lo stile ed i valori del marchio "Chanel", Lagerfeld attualizzò l'azienda introducendo importanti innovazioni e lanciando nuove linee, mentre la famiglia Wertheimer si occupò di creare nuove società per differenziare la produzione Chanel, spaziando dalla cosmetica, alla gioielleria, ai costumi da bagno (tramite il marchio Erès), agli orologi ed agli occhiali (licenziati da Luxottica). Nel febbraio 2002, in collaborazione con il Musée National d'Histoire Naturelle, è stata organizzata a Roma una mostra dedicata al diamante presso le scuderie del Quirinale. Insieme ai gioielli Cartier e de De Beers ed ai quadri di Tiziano e Rubens sono stati esposti tre gioielli firmati da Coco Chanel: la spilla del 1932 Étoile, in platino e diamanti, il collier Comète tempestato da 650 diamanti, ed un anello composto da 22 diamanti di 2,15 carati, ed al centro un diamante da un carato.
Filosofia e stile Chanel
Un abito Chanel. Coco Chanel rivoluzionò il mondo dell'alta moda sostituendo i sontuosi abiti femminili con modelli più semplici e lineari, oltre che notevolmente più comodi. Gli anni venti e trenta furono contraddistinti proprio dalle linee e dalla moda inventata dalla stilista. Chanel non diede solo una svolta al mondo della moda, ma per la prima volta valorizzò la donna e ruppe la coltre fitta che impediva di vedere il genere femminile alla pari con quello maschile. Il dettaglio per eccellenza nello stile Chanel è il cappello, in cui tutto il suo istinto e la sua passione si liberano, coronando gli abiti di luce, colore, eleganza, classe, leggerezza e personalità. La "petite couturière" Coco è sovrana dello stile e della classe ai quali non rinuncia mai, conferendo unicità e originalità ad ogni sua creazione. Chanel è per tutte le donne. Sempre giovanile ed elegante, diede alla donna un'importanza maggiore nel mondo del lavoro unendo una semplice giacca di taglio maschile ad una gonna, permettendo così a chi la indossava di mostrare la propria femminilità.
Profumi Direttori creativi della sezione profumi di Chanel sono stati in ordine cronologico, Ernest Beaux, Henri Robert e Jacques Polge. Di seguito un elenco incompleto dei principali profumi lanciati sul mercato da Chanel.
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Profumo
Anno
Famiglia
Tipo
Chanel No. 5
1921
Floreale-aldeidata
Donna
Chanel No. 22
1922
Floreale-aldeidata
Donna
Bois des Îles
1926
Donna
Cuir de Russie
1927
Donna
Pour Monsieur
1950
Uomo
Chanel No. 19
1970
Cristalle
1974
Donna
Antaeus
1981
Uomo
Coco
1984
Orientale-speziata
Donna
Égoïste
1993
Boisè-floreale muschiato
Uomo
Égoïste Platinum
1996
Fresco-verde-boschivo
Uomo
Allure
1996
Orientale-boisé
Donna
Allure pour Homme
1999
Orientale-boisé
Uomo
Coco Mademoiselle
2001
Orientale-fresco
Donna
Chance
2003
Cipriata-floreale
Donna
Allure Homme Sport
2004
Boisé-speziata
Uomo
No. 5 Elixir Sensuel
2004
Floreale-verde
Donna
Allure Sensuelle
2006
Orientale-floreale
Donna
Allure Homme Cologne Sport
2007
Esperidata-aromatico
Uomo
No. 5 Eau Premiere
2008
Floreale-aldeidata
Donna
Allure pour Homme Edition Blanche
2008
Esperidata-aromatica
Uomo
Bleu de Chanel
2011
Aromatica-boschiva
Uomo
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Floreale-verde
Donna
Orologi
Orologio Chanel
Il direttore creativo di Chanel, Jacques Helleu lanciò sul mercato il primo orologio del marchio, chiamato Premiere, nel 1987. La prestigiosa linea di orologi Chanel J12, provvista di tourbillon, invece vide la luce nel 2000. Nel 2005 i designer Chanel hanno sviluppato l'esclusiva tecnologia di movimento dell'orologio CHANEL O5-T.1. Nel 2006 è stato aggiunto alla produzione il prezioso Chanel J12 Haute Joaillerie, un orologio tempestato di diamanti, a cui è seguito Chanel J12 Tourbillon Haute Joaillerie. Nel 2007 è stata la volta del primo modello della linea J12 GMT. Da una collaborazione con Audemars Piguet è nato invece nel 2008 il modello J12 calibre 3125, equipaggiato dell'innovativa tecnologia di movimento CHANEL AP - 3125.
Distribuzione, marketing e pubblicità del brand
Boutique Chanel a Hong Kong. Chanel conta più di 200 boutique in tutto il mondo, distribuite in negozi monomarca, all'interno di grandi magazzini come Harrods e Neiman Marcus, o in alcuni aeroporti. Dal 2001 è iniziato un progetto dell'architetto Peter Marino con il quale è iniziata la ristrutturazione di alcune delle principali boutique Chanel, affinché esse si adeguino alla filosofia della stilista, secondo la quale "le cose più belle sono le più semplici, e niente è tanto bello quanto uno spazio vuoto". In questo progetto sono state fatte rientrare i negozi di New York, Parigi, Roma, Tokyo, Seul, Vienna, Città del Messico e Milano.
Testimonial La compagnia si è sempre avvalsa di testimonial particolarmente celebri, fra cui non si può non ricordare Catherine Deneuve, Nicole Kidman e Audrey Tautou (tutte e tre per il profumo Chanel No. 5), ma soprattutto, Marilyn Monroe che negli anni cinquanta si fece fotografare, mentre si spruzzava alcune gocce di Chanel No. 5. Tale immagine è rimasta sicuramente la più rappresentativa dell'intera produzione di Chanel, e continua ad essere una delle foto più celebri nella storia del marketing, ancora oggi citata in diverse occasioni o venduta in forma di poster.
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Catherine Deneuve
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Nicole Kidman
Audrey Tautou
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Marilyn Monroe
Per le sue campagna pubblicitarie spesso Chanel si affida a testimonial celebri come Kate Moss, Nicole Kidman o pi첫 recentemente a Keira Knightley, Jennifer Aniston, Scarlett Johansson, Kirsten Dunst, Vanessa Paradis.
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Kate Moss
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Vanessa Paradis 24
Keira Knightley
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Attualmente il principale volto maschile di Chanel, è il modello francese Baptiste Giabiconi, quello femminile invece sarà Blake Lively per le Chanel Mademoiselle bags.
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La pubblicità del secolo: Brad Pitt e Chanel N° 5
Elencare le strategie di marketing è quasi impensabile. Con il passare del tempo queste si sono adattate ai nuovi stili di vita, alle nuove tendenze, ai nuovi modi di pensare, considerato che le forme con cui si pubblicizzano prodotti e servizi sono quasi sempre diverse e soprattutto in continua evoluzione. Probabilmente la nuova campagna pubblicitaria di Chanel, che presto vedrà la luce, è nata proprio da un’esigenza di trovare innovative forme di espressione e di comunicazione. Infatti, per la sua ormai famosissima fragranza Chanel N° 5, pare che la casa di moda parigina abbia scelto un importante testimonial. Fin qui nulla di eclatante. Le pubblicità dei profumi, soprattutto da donna, ci hanno abituato a veder posare le più brillanti star del mondo dello spettacolo, belle e affascinanti come solo photoshop può rendere. Eppure Chanel ha puntato tutto su un testimonial maschile, Brad Pitt per la precisione. Sono già molti quelli che vedono nella nuova campagna pubblicitaria un azzardo coraggioso ma geniale, in grado di riscrivere la storia della pubblicità! In attesa di conoscere i dettagli della campagna e possibilmente vederne uno spot concreto, crediamo che sia facile comprendere l’idea di fondo sviluppata dai responsabili marketing del marchio francese. Il pubblico femminile non assocerà più l’immagine del profumo ad una bellezza femminile. Forse si è giunti alla conclusione che le donne di tutto il mondo non sono così stupide da credere che due gocce di Chanel N° 5 le faccia apparire come una bellissima star di Hollywood. Ed allora ecco che interviene un’altra idea, molto più subdola. Chiamiamola pure manovra di psicologia inversa. Il belloccio di turno, sentendo il profumo indossato dalla donna, ne rimane ammaliato, gettandosi ai piedi della fortunata. Tutte le consumatrici del globo terraqueo potranno 27
sognare di stregare qualsiasi uomo grazie ad un paio di gocce della fragranza francese. Ovviamente ancora non sappiamo che tipo di pubblicità sta preparando Chanel e soprattutto dove vuole andare a parare. Ora come ora possiamo solo ipotizzare quello che potrebbe essere un nuovo modo di comunicare con i propri clienti. Dunque sebbene l’attesa che sta crescendo intorno alla pubblicità di Brad Pitt per Chanel N° 5 sia molta, non mi stupisce affatto l’idea di fondo, o comunque non credo sia del tutto originale. Certamente, se così sarà, bisognerà riconoscere a Chanel il merito di essere andata contro la distinzione di genere che da sempre contraddistingue il mondo della pubblicità dei profumi: profumo da uomo sta a testimonial maschile così come profumo da donna sta a testimonial femminile.
I Must della Maison passati alla storia Chanel Nº 5 Chanel Nº 5 è il nome di un profumo della casa di moda Chanel, considerato uno dei più celebri della storia.
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Storia Negli anni venti, Coco intraprese un relazione col Granduca Dmitri Pavlovitch, cugino dello zar Nicola II, che conobbe a Biarritz. Fu voluto da Coco Chanel e commissionato al chimico Ernest Beaux, che miscelò per la prima volta essenze naturali e sintetiche (80 ingredienti differenti, tra i quali essenza artificiale di gelsomino). Grazie a tali prodotti chimici l'essenza del profumo si poteva sentire molto più a lungo mentre gli altri profumi dovevano essere dosati in gran quantità per farli sentire bene ma entro poco tempo l'essenza scompariva. Chanel, che all'epoca aveva 38 anni, scelse tutto il resto scostandosi, come sempre, dallo smielato romanticismo dell'epoca ("Non voglio nessun olezzo di rose o mughetto" spiegò Chanel "voglio un profumo elaborato"). Il risultato fu un profumo totalmente nuovo, che non assomigliava a nessun altro sul mercato: era gradevole e artificiale, non riconducibile a nessuna essenza specifica.
Nel 1923 uscì sul mercato il suo profumo Chanel N°5. La fragranza era del tutto innovativa, in un'epoca in cui iniziavano a farsi timidamente largo i profumi di sintesi. Il profumo di Chanel venne realizzato artificialmente, con molecole sintetiche. Nasceva così un nuovo ideale di profumo «[…]frutto di una fabbricazione, un profumo femminile» che odora «di donna, perché una donna deve odorare di donna e non di rosa». La fragranza prese il nome di N°5 in quanto corrispondeva alla quinta essenza scelta da Chanel (ma si dice anche che il 5 fosse il suo numero preferito). La confezione era una semplice bottiglia da farmacia trasparente con un'etichetta minimale bianca e nera. Si differenziava perciò dalle tradizionali boccette di profumo decisamente elaborate e decorate appositamente per attirare l'attenzione del cliente. La novità sta quindi anche in questo. Anche nel campo della profumeria, la pioniera Chanel aveva fatto centro. Chanel Nº 5 fu il primo prodotto che le aprì la strada alla produzione industriale di profumeria. Nel 1924, Chanel entra in società con i fratelli Paul e Pierre Wertheimer, proprietari della casa di profumi e cosmesi Les Parfumeries Bourjois, (la più famosa casa francese cosmetica del tempo), che acquistarono i diritti sulla produzione di profumi e prodotti di bellezza col marchio Chanel. In seguito all'enorme successo di Chanel N°5, Gabrielle rivendicò i diritti sul suo profumo, provvedendo alla fondazione di una nuova società: Societe Parfums Chanel. Coco stipulò un accordo grazie al quale detenne il 50% della Societe Parfums Chanel. Le azioni legali andarono avanti negli anni, ma Chanel non ottenne mai un incremento della sua percentuale iniziale.
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Promozione La più grande e indiscussa testimonial della fragranza è Marilyn Monroe che dichiarò di andare a letto indossando solo due gocce di Chanel Nº 5. Nello spot della donna Chanel Nº 5 come moderna Cappuccetto Rosso (ammansitrice del lupo con alle spalle la Tour Eiffel) si è vista la collaborazione di Milo Manara per lo storyboard della pubblicità. Altra attrici hanno incarnato successivamente la donna Chanel Nº 5. Una campagna stampa e televisiva ha utilizzato Nicole Kidman. Vestita com’è d’obbligo da Karl Lagerfeld, con un abito nero scollato sulla schiena dove era esposto un medaglione con il logo dell'essenza, l'australiana interpretava se stessa nello spot andato in onda per la prima volta in Italia il 6 dicembre 2004, fattosi attendere da settimane di cortissimi spot che presentavano il vero spot integrale. Una pubblicità che richiamava alla regia Baz Luhrmann con la medesima ambientazione del film Moulin Rouge. Dal 5 maggio 2009 La Kidman è stata sostituita da Audrey Tautou, in un nuovo spot ambientato sull'Orient Express. L'attrice è stata scelta dalla casa di moda Chanel anche per impersonificare Coco Chanel nel film Coco avant Chanel - L'amore prima del mito.
Il Little Black Dress Il Little Black Dress è un abito da sera o cocktail dress , tagliato in modo semplice e spesso molto corto. Gli storici della moda attribuiscono le origini del tubino nero a Coco Chanel, che disegnò nel 1926, destinato ad essere duraturo, versatile, economico, accessibile al più ampio mercato possibile e in un colore neutro. L'ubiquità è tale che è spesso semplicemente denominato "LBD”.
Un’ abito nero del 1964
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Il "little black dress" è considerato essenziale per un completo guardaroba da molte donne e osservatori di moda, che credono che è una "regola della moda" che ogni donna dovrebbe possedere un semplice, elegante abito nero che può essere “vestito” a seconda del occasione: per esempio, indossato con una giacca e cintura, per il giorno, e ornato con gioielli e accessori per la sera.
Storia Fino al 1926, il Little Black Dress, è stato spesso riservato per periodi di lutto e considerato indecente se indossato al di fuori tali circostanze. Nel 1926 Gabrielle "Coco" Chanel ha pubblicato una foto di un breve e semplice abito nero su Vogue America. Vogue lo ha definito "il Chanel Ford". Come il modello T , il tubino nero era semplice e accessibile per le donne di tutte le classi sociali. Vogue ha anche detto che il LBD sarebbe diventato "una sorta di uniforme per tutte le donne di gusto".
Vogue America, 1 Ottobre 1926, The Little Black Dress by Chanel
Il tubino nero ha continuato ad essere popolare anche durante la Grande Depressione , principalmente tramite la sua economica eleganza, anche con la linea un po' allungata. L'influenza di Hollywood sulla moda in Nord America ha contribuito alla popolarità del Little Black Dress. Durante la seconda guerra mondiale , la sua popolarità è aumentata in parte a causa di razionamento diffuso dei tessuti e in parte data dal suo utilizzo come una divisa comune (accessoriato per buisnesswear) per le donne civili che entrano nella forza lavoro. L'arrivo del "New Look" di Dior, nel dopoguerra e il conservatorismo sessuale degli anni 1950, ha restituito al tubino nero le sue radici, come una divisa e un simbolo della donna pericolosa. Le Fibre sintetiche rese popolari negli anni 1940 e 1950 hanno 31
ampliato la disponibilità e l'accessibilità di molti disegni. Il divario generazionale del 1960 creò una dicotomia nella progettazione del tubino nero. La generazione più giovane predilige, in generale, una minigonna sulle versioni del vestito, accorciando la gonna ancora di più, la creazione di ritagli o fessure nella gonna o nel corpetto del vestito , utilizzando tessuti trasparenti come rete o tulle. Molte altre donne del 1960, invece, aspirava a semplici tubini neri simili a quello disegnato da Hubert de Givenchy e indossato dall'attrice Audrey Hepburn nel film Colazione da Tiffany .
Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany
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La popolarità di tessuti casual e della maglieria, in particolare, molto in voga negli anni ’80, ha portato il vestito nero a perdere un po’ di quella sua popolarità di cui ne aveva goduto fino ad allora. Accompagnati con la mania del fitness, dei nuovi progetti, che prevedevano l’inserimento di dettagli già popolari in quel momento, come le spalle larghe. Più tardi , negli anni ‘90, spopolarono disegni più semplici, in una varietà di lunghezze e pienezza molto differente rispetto agli anni precedenti. In quegli anni spopolò la combinazione del tubino nero con sandali e stivali entrambi da combattimento, anche se lo stesso vestito è rimasto semplice, sia per quanto riguarda il taglio, sia per i tessuti. Il fascino nuovo della fine dell’ ultimo decennio del novecento, ha portato a nuove variazioni del vestito ma, il colore è riemerso come un fattore moda e la moda dimostra ancora una volta l'avversione al nero. A partire dalla fine del 2000 le tendenze della moda degli anni 1980 tornarono a favore. Ciò significava il ritorno di abbigliamento corpo cosciente, combinazioni di colori tenui, e il riemergere di nero. Tutte queste cose hanno riportato il vero LBD, e come ora è più popolare che mai.
“One is never over-dressed or underdressed with a Little Black Dress” - Karl Lagerfeld -
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Bibliografia
Chanel, Una vita un'epoca. Axel, Madsen. Novara, DeAgostini, 1990 Un secolo di moda italiana, 1900-2000. Sofia, Gnoli. Roma, Meltemi editore srl, 2005 Storia dei profumi. Dagli dèi dell'Olimpo al cyber-profumo. Brigitte, Munier. Bari, Edizioni Dedalo srl, 2006 Moda, regole e rappresentazioni: il cambiamento, il sistema, la comunicazione. Giulia Ceriani, Roberto Grandi. Milano, Franco Angeli, 2005 Il mondo di Coco Chanel. Karen, Karbo. Torino, Lindau, 2009 Moda e design. Stili e accessori del Novecento . Gabriella, D'Amato. Milano, Pearson Paravia Bruno Mondadori, 2007 Dizionario della moda 2010. Guido, Vergani. Milano,Baldini Castoldi Dalai., 2009 Enciclopedia illustrata della moda. Ludmila Kybalovà, Olga Herbenovà, Milena Lamarovà. Milano, Pearson Paravia Bruno Mondad, 2004 Storia illustrata della moda e del costume'. Laura Cocciolo,Davide Sala. Firenze, Giunti Editore, 2004
Filmografia
Coco avant Chanel – L’amore prima del mito. (Francia. 2009. Regia: Anne Fontaine; Attori: Audrey Tautou, Benoît Poelvoorde, Alessandro Nivola, Marie Gillain, Emmanuelle Devos)
Internet
www.Chanel.com
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Se sei nato senz'ali, non fare mai nulla per impedire loro di crescere. Coco Chanel
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