IO SONO TONIOLO

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io sono

Stagione 2013.14


C

ome ogni anno, la stagione del Toniolo rifiorisce puntuale fra i segnaposti d’eccellenza dell’offerta culturale cittadina, celebrando nell’occasione un particolare anniversario: nel 2013 infatti ricorre il centenario della sua nascita. Negli anniversari è buona cosa guardare al passato con la giusta soddisfazione, per proiettare fin da subito ogni energia verso il futuro; a sfogliare il cartellone delle proposte di quest’anno, la stagione del Centenario sembra rilanciare con forza la propria vocazione di teatro metropolitano, semmai provando a ritoccare verso l’alto, per l’occasione, un livello sempre assai elevato di qualità. Toni Servillo, Alessandro Gassman, Filippo Timi, Massimo Ranieri, Marco Paolini, Ivana Monti, questi alcuni dei nomi di assoluto valore artistico chiamati a dialogare con le aspettative di un pubblico sempre più esigente; e poi i cinque appuntamenti con la danza, vero fiore all’occhiello della stagione mestrina, ciclo che consolida un rapporto tutto particolare di Mestre con un’arte non sempre rappresentata come meriterebbe, anche nei grandi circuiti nazionali. Il Toniolo continua a offrire un avamposto vitale e insostituibile per l’intera offerta culturale cittadina, cui la stagione del Centenario può aggiungere un ulteriore stimolo di crescita e rafforzamento, che ci auguriamo confortato come ogni anno dall’entusiasmo del pubblico. Giorgio Orsoni Sindaco di Venezia

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l teatro è un mondo nel quale, come in poche altre situazioni, il ‘fare finta’ si fa metafora, esempio, ipotesi e riflessione sul nostro vivere reale. L’eccezionale attenzione riservata alle recenti stagioni del Toniolo attesta la maturità del pubblico di Mestre e del suo circondario. Sono in molti a cercare un momento di profondità, insieme alla distrazione e al divertimento, in questa realtà che coniuga esigenze locali e tensioni universali. Una delle caratteristiche della programmazione del Toniolo, forse una delle sue carte vincenti, sta nella diversificazione delle proposte e nel ventaglio di generi che propone. Per chi segue con fedeltà questa sala, ciò significa lasciarsi guidare anche in terreni che, da soli e seguendo il proprio gusto personale, non si sarebbero scelti. Si tratta di un aspetto decisivo: la credibilità del teatro si converte nella sua capacità di essere audaci oltre che assecondare, di proporre e di aprire agli spettatori territori inattesi e non solo di accontentare delle richieste. Quest’attitudine si traduce in un doppio servizio civico: dare e guidare, stimolando l’esercizio del pensiero senza che ciò significhi appesantire una giornata. Al contrario, le pause che si propongono sotto forma di spettacoli sono momenti di educazione collettiva e di riflessione personale. Sono questi i valori attorno a cui si coagula, tra piacere e pensiero, una comunità e la sua consapevolezza civile. Angela Vettese

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Assessore Attività culturali e Sviluppo del turismo


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gni anno, nel programmare una nuova stagione di spettacolo, l’apertura alle novità dialoga con il consolidamento dei punti di forza acquisiti; solo così un teatro può farsi organismo vivo, crocevia di rapporti nel mutare continuo di gusti, consuetudini, tendenze del mercato e del pubblico. Negli ultimi decenni, la vocazione “metropolitana” del teatro Toniolo ha inseguito con tenacia i riferimenti di una visione d’insieme sempre ricca e molteplice; cosicché la stagione ora ai nastri di partenza, chiamata a celebrarne degnamente il centenario della nascita, fissa il traguardo simbolico di un percorso complesso, in cui il tempo passato non si misura per semplice accumulo d’anni attorno alle sue mura, ma piuttosto nella tenuta di un modello di gestione che ha saputo traghettarlo in piena salute fino al secolo di vita. Il punto di forza più solido dell’offerta di spettacolo di questo teatro può riassumersi nel connubio simbolico di due concetti: diversificazione e qualità. In prosa, la coesistenza fra il repertorio “classico” e quanto di meglio sa offrire la drammaturgia contemporanea cesella anche qui un cartellone di grande interesse, innalzando ancora, se possibile, i parametri di qualità; così alle Voci di dentro di Eduardo, con Toni Servillo eccezionale interprete insieme al fratello Peppe, può affiancarsi ad esempio la voce dissacrante di Lella Costa, alle prese con un testo nuovissimo di Lidia Ravera, Il Don Giovanni luminoso e rutilante di Filippo Timi si contrappone al Riccardo III di Alessandro Gassman, testo shakespiriano adattato da Vitaliano Trevisan, e ancora Peter Stein, con il dramma di Harold Pinter e molto altro ancora. Una formula che anche la stagione di danza fa propria con rinnovato slancio, con il Royal Ballet di Mosca e il suo monumentale Schiaccianoci, con una replica speciale fuori abbonamento il 31 dicembre, a dialogare con la fluidità di figure e ritmi dell’imperdibile Käfig Brasil di Mourad Merzouki, all’interno di un incrocio mozzafiato di proposte, tutte di altissimo livello. Sul fronte delle novità e dell’incessante dialogo del teatro col territorio, la stagione del centenario porta con sé una ulteriore proposta, che ci auguriamo apra la via a nuove abitudini. Il turno A del mercoledì, quest’anno, è stato pensato per far coincidere la “prima” cittadina degli spettacoli con un orario di spettacolo in uso nelle città metropolitane europee ma ancora insolito per noi, le 19,30; un’occasione per ottimizzare i tempi di chi lavora e consentire anche a chi abita fuori dal centro di regalarsi un dopo teatro di ulteriore svago, una sana pausa ristoratrice, oppure semplicemente la possibilità di rientrare a casa non molto tardi. Insomma, quelli del Toniolo sono 100 anni portati benissimo, soprattutto senza rinunciare alla vecchia abitudine di un’inesauribile curiosità per il mondo che lo circonda e cresce assieme a lui… Angela Fiorella Dirigente Settore Produzioni culturali e Spettacolo

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STAGIONE di

PROSA

2013.14

DAL 13 AL 17 NOVEMBRE 2013

11 E 12 GENNAIO 2014

27 FEBBRAIO 2014

TEATRI UNITI / PICCOLO TEATRO DI MILANO TEATRO D’EUROPA / TEATRO DI ROMA TONI SERVILLO, PEPPE SERVILLO GIGIO MORRA, BETTI PEDRAZZI

SOCIETÀ PER ATTORI S.R.L. NANCY BRILLI

ATENEU NOU BARRIS (Barcellona)

LE VOCI DI DENTRO DAL 4 ALL’8 DICEMBRE 2013

GLI IPOCRITI ASS. REP LA COMPAGNIA DI REPERTORIO PIERFRANCESCO FAVINO

SERVO PER DUE

(ONE MAN, TWO GUVNORS) DALL’11 AL 15 DICEMBRE 2013

TEATRO STABILE DEL VENETO CARLO GOLDONI TEATRO STABILE TORINO / SOCIETÀ PER ATTORI S.R.L. con la partecipazione produttiva di LUGANO INSCENA ALESSANDRO GASSMANN

RIII - RICCARDO TERZO 18 E 19 DICEMBRE 2013

ANTIRUGGINE / JOLEFILM FONDAZIONE TEATRO REGIO DI TORINO MARIO BRUNELLO, MARCO PAOLINI

VERDI, NARRAR CANTANDO 8 E 9 GENNAIO 2014

TEATRO METASTASIO STABILE DELLA TOSCANA SPOLETO 56° FESTIVAL DEI 2MONDI PAOLO GRAZIOSI

IL RITORNO A CASA

LA LOCANDIERA

DAL 22 AL 26 GENNAIO 2014

PRODUZIONE TEATRO FRANCO PARENTI TEATRO STABILE DELL’UMBRIA FILIPPO TIMI

IL DON GIOVANNI

VIVERE È UN ABUSO, MAI UN DIRITTO DAL 5 AL 9 FEBBRAIO 2014

COMPAGNIA MOLIÈRE IVANA MONTI, DANIELE LIOTTI, ROSARIO COPPOLINO con la partecipazione di DEBORA CAPRIOGLIO

ELEPHANT MAN

DAL 12 AL 14 FEBBRAIO 2014

COMPAGNIA GLI IPOCRITI FONDAZIONE TEATRO DELLA PERGOLA MASSIMO RANIERI

VIVIANI VARIETÀ

Poesie, parole e musiche del Teatro di Raffaele Viviani in prova sul piroscafo Duilio in viaggio da Napoli a Buenos Aires nel 1929. DAL 21 AL 23 FEBBRAIO 2014

LA CONTEMPORANEA in coproduzione con MISMAONDA LELLA COSTA, PAOLO CALABRESI

NUDA PROPRIETÀ

CIRCUS KLEZMER DALL’11 AL 16 MARZO 2014

FONDAZIONE TEATRO DELL’ARCHIVOLTO NERI MARCORÈ e la BANDA OSIRIS

BEATLES SUBMARINE 20 E 21 MARZO 2014

ARENA DEL SOLE - NUOVA SCENA TEATRO STABILE DI BOLOGNA IVANO MARESCOTTI

LA FONDAZIONE DAL 28 AL 30 MARZO 2014

TEATRO STABILE DEL VENETO CARLO GOLDONI TEATRI E UMANESIMO LATINO SPA con la distribuzione di ARTEVEN CIRCUITO TEATRALE REGIONALE

SIOR TITA PARON 6 APRILE 2014

TEATRO MUSICA NOVECENTO

IL PAESE DEI CAMPANELLI DAL 10 AL 13 APRILE 2014

THEAMA TEATRO NATALINO BALASSO, ARISTIDE GENOVESE, ANNA ZAGO

SIGNORE & SIGNORI


DAL 13 AL 17 NOVEMBRE 2013 TURNO A B C D E DURATA: 110’ senza intervallo

TEATRI UNITI / PICCOLO TEATRO DI MILANO TEATRO D’EUROPA / TEATRO DI ROMA

TONI SERVILLO PEPPE SERVILLO GIGIO MORRA BETTI PEDRAZZI

di Eduardo De Filippo regia Toni Servillo e con Chiara Baffi, Marcello Romolo, Lucia Mandarini, Vincenzo Nemolato, Marianna Robustelli, Antonello Cossia, Daghi Rondanini, Rocco Giordano, Maria Angela Robustelli,

LE VOCI DI DENTRO

Francesco Paglino scene Lino Fiorito costumi Ortensia De Francesco luci Cesare Accetta suono Daghi Rondanini

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foto Fabio Esposito

aiuto regia Costanza Boccardi

“Eduardo De Filippo è il più straordinario e forse l’ultimo rappresentante di una drammaturgia contemporanea popolare, dopo di lui il prevalere dell’aspetto formale ha allontanato sempre più il teatro da una dimensione autenticamente popolare. È inoltre l’autore italiano che con maggior efficacia, all’interno del suo meccanismo drammaturgico, favorisce l’incontro e non la separazione tra testo e messa in scena. Affrontare le sue opere significa insinuarsi in quell’equilibrio instabile tra scrittura e oralità che rende ambiguo e sempre sorprendente il suo teatro. Seguendo il suo insegnamento cerco nel mio lavoro di non far mai prevalere il testo sull’interpretazione, l’interpretazione sul testo, la regia sul testo e sull’interpretazione. Il

profondo spazio silenzioso che c’è fra il testo, gli interpreti ed il pubblico va riempito di senso sera per sera sul palcoscenico, replica dopo replica. Le voci di dentro - continua Toni Servillo - è la commedia dove Eduardo, pur mantenendo un’atmosfera sospesa fra realtà e illusione, rimesta con più decisione e approfondimento nella cattiva coscienza dei suoi personaggi, e quindi dello stesso pubblico. L’assassinio di un amico, sognato dal protagonista Alberto Saporito, che poi lo crede realmente commesso dalla famiglia dei suoi vicini di casa, mette in moto oscuri meccanismi di sospetti e delazioni. Si arriva ad una vera e propria “atomizzazione della coscienza sporca”, di cui Alberto Saporito si sente testimone al tempo

stesso tragicamente complice, nell’impossibilitò di far nulla per redimersi. Eduardo scrive questa commedia sulle macerie della seconda guerra mondiale, ritraendo con acutezza una caduta di valori che avrebbe contraddistinto la società, non solo italiana, per i decenni a venire. E ancora oggi sembra che Alberto Saporito, personaggio-uomo, scenda dal palcoscenico per avvicinarsi allo spettatore dicendogli che la vicenda che si sta narrando lo riguarda, perché siamo tutti vittime, travolte dall’indifferenza, di un altro dopoguerra morale.” Una folta compagnia di attori napoletani di diverse generazioni affiancherà in scena Toni Servillo, a partire dal fratello Peppe, nel ruolo di Carlo Saporito, fratello del protagonista.


DAL 4 ALL’8 DICEMBRE 2013 TURNO A B C D E P

GLI IPOCRITI ASS. REP LA COMPAGNIA DI REPERTORIO

PIERFRANCESCO FAVINO

di RIchard Bean liberamente tratto da Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni

SERVO PER DUE (ONE MAN, TWO GUVNORS)

tradotto e adattato da Pierfrancesco Favino, Paolo Sassanelli, Marit Nissen, Simonetta Solder regia Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli e con gli attori del GRUPPO DANNY ROSE elaborazioni musicali a cura dell’Orchestra Musica da Ripostiglio scene Luigi Ferrigno costumi Alessandro Lai luci Cesare Accetta

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foto Daniele Barraco

coreografie Fabrizio Angelini

Negli anni Trenta a Rimini, Pippo, il nostro moderno Arlecchino, ha appena perso il lavoro e si ritrova depresso, senza soldi e senza la possibilità di poter mangiare. Essendo ossessionato dal cibo è disperato, comincia a cercare un nuovo mestiere e dopo vari tentativi accetta di lavorare contemporaneamente alle dipendenze di due diversi padroni, trovando così il modo di raddoppiare il suo salario e i suoi pasti. Uno è Rocco, un piccolo malvivente del Nord, ora a Rimini per riscuotere una notevole somma, dopo aver concluso un affare con Bartolo, padre della sua fidanzata Clarice; l’altro è Lodovico, anch’egli noto malfattore. Essere al servizio di due padroni, significherà per Pippo avere anche un doppio carico di lavoro; dovrà ricordare quali ordini e da chi gli verranno impartiti. Dopo un po’ di tempo, frequentando le due case, Pippo scoprirà che in realtà “Rocco”, sotto mentite spoglie, non è altro che la sua sorella gemella:

Rachele. Il vero Rocco, infatti, è stato ucciso dal fidanzato di Rachele, Lodovico (l’altro suo padrone). Destino vuole che questi, ricercato dalla polizia, sia nascosto a Rimini e stia aspettando di riunirsi a Rachele. Pippo, quindi, dovrà evitare che i suoi due padroni si incontrino, al fine di scongiurare che ognuno di loro capisca che sta lavorando anche per qualcun altro… Il cast dello spettacolo è formato da 23 attori del Gruppo Danny Rose che si alterneranno, di volta in volta nel corso della tournée. A Mestre saranno in scena: Bruno Armando, Gianluca Bazzoli, Ugo Dighero, Anna Ferzetti, Giampiero Judica, Marit Nissen, Diego Ribon, Eleonora Russo, Fabrizia Sacchi, Luciano Scarpa, Thomas Trabacchi, Roberto Zibetti. Il gruppo Musica da Ripostiglio è composto da: Luca Pirozzi - chitarra, voce e banjo; Luca Giacomelli – chitarra; Raffaele Toninelli –

contrabbasso e voce; Emanuele Pellegrini – batteria, percussioni e voce. A proposito del Gruppo Danny Rose…”il teatro che oggi sopravvive è il teatro dei pochi per pochi, il teatro che abbiamo intenzione di fare noi è un teatro che avvicini il pubblico al suo spirito più autentico, la vita. Vogliamo un teatro che consideri lo spettatore parte del processo creativo. In breve, il nostro vuole essere un teatro popolare interpretato da attori che hanno deciso di abbandonare le logiche delle produzioni tradizionali, per proporsi come compagnia allargata di repertorio: REP.”


DALL’11 AL 15 DICEMBRE 2013 TURNO A B C D E

TEATRO STABILE DEL VENETO CARLO GOLDONI / TEATRO STABILE TORINO / SOCIETÀ PER ATTORI S.R.L. con la partecipazione produttiva di LUGANO INSCENA

ALESSANDRO GASSMANN

di William Shakespeare

RIII - RICCARDO TERZO

traduzione e adattamento Vitaliano Trevisan ideazione scenica e regia Alessandro Gassmann con (i.o.a.) Mauro Marino, Giacomo Rosselli, Manrico Gammarota, Emanuele Maria Basso, Sabrina Knaflitz, Marco Cavicchioli, Marta Richeldi, Sergio Meogrossi e con la partecipazione di Paila Pavese scene Gianluca Amodio costumi Mariano Tufano musiche originali Pivio & Aldo De Scalzi light design Marco Palmieri

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foto Federico Riva

videografia Marco Schiavoni

La decisione di affrontare, per la prima volta anche da regista, un capolavoro di William Shakespeare non è disgiunta dal felice incontro artistico con Vitaliano Trevisan. Ho sempre avuto nei riguardi del Bardo, forse per l’incombenza di gigantesche ombre familiari, un certo distacco, un approccio timoroso; le messe in scena dei suoi capolavori, lo confesso, non sono mai riuscite a coinvolgermi del tutto, forse per la difficile sintonia con un linguaggio così complesso e articolato ma anche, in molte traduzioni, oscuro e arcaico. Un “ostacolo” che mi ha sempre impedito di immaginare una messa in scena in grado di restituire l’immensa componente poetica ed emozionale e allo stesso tempo di innervare

di asprezza contemporanea il cuore pulsante ed immortale dell’opera shakespeariana attraverso il registro comunicativo a me più congeniale, ovvero quello della modernità e dell’immediatezza. La lettura di un adattamento di un testo “minore” di Goldoni curato da Trevisan, sorprendentemente moderno e originale ma al tempo stesso accurato e rispettoso dell’autore, ha fatto scattare in me l’idea che quel tipo di approccio potesse essere non solo possibile ma altrettanto efficace nei riguardi dell’opera di Shakespeare che da anni sognavo di rappresentare: Riccardo III. I primi incontri con Trevisan e i successivi scambi di opinione non hanno fatto altro che confermare questa prima impressione; ci siamo trovati

concordi nell’idea di trasmettere i molteplici significati di questo capolavoro attraverso una struttura lessicale diretta e priva di filtri, che liberasse l’opera da ragnatele linguistiche e ne restituisse tutta la complessità, la forza, la bellezza e la sua straordinaria attualità. Il “nostro” Riccardo, col suo violento furore, la sua feroce brama di potere, la sua follia omicida, la sua “diversità” dovrà colpire al cuore, emozionare e coinvolgere il pubblico di oggi (mi auguro in gran parte formato da giovani), trasportandolo in un viaggio affascinante e tragico, attraverso le pieghe oscure dell’inconscio e nelle “deformità” congenite dell’animo umano. Alessandro Gassmann


18 E 19 DICEMBRE 2013 TURNO A B

ANTIRUGGINE JOLEFILM FONDAZIONE TEATRO REGIO DI TORINO

MARIO BRUNELLO MARCO PAOLINI

di Marco Paolini e Mario Brunello collaborazione alla drammaturgia e ai testi

VERDI, NARRAR CANTANDO

Gerardo Guccini regia Marco Paolini e Cesar Brie e con Stefano Nanni, arrangiamenti e armonium Francesca Breschi, maestra del coro coro popolare formato dal pubblico disegno luci Michele Mescalchin suono Gabriele Turra organizzazione e distribuzione Franco Panozzo_Artists Management Company

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foto Giacomo Bianchi

Michela Signori_Jolefilm

Nel bicentenario della nascita di Giuseppe Fortunino Francesco Verdi (Le Roncole, 10 ottobre 1813 - Milano, 27 gennaio 1901) saranno molti gli omaggi all’opera di colui che è stato uno dei più celebri autori di tutti i tempi, autore di melodrammi che fanno parte del repertorio operistico dei teatri di tutto il mondo. “Verdi non è solo un musicista, è un uomo di teatro che pensa a un disegno generale e poi ne cura ogni dettaglio per arrivare a un effetto mirato. La storia viene narrata dalle parole e dalla musica, ma niente di superfluo deve essere lasciato, per il solo gusto del bello o per l’esibizione della tecnica. Verdi dunque pensa a uno spettacolo globale ed essenziale; il risultato è straordinario perché egli inventa qualcosa che sembra molto più antico di lui. Le sue opere diventano tradizione da subito (non tutte ovviamente…), la gente lo canta anche se non è andata a teatro, la sua popolarità è pari a quella di Garibaldi.“ Marco Paolini Da queste suggestioni nasce l’idea di scoprire Verdi non solo dal punto di vista del musicista, ma da uomo di teatro, incuriosito da quella personalità e dal suo riflesso sulla cultura italiana. A modo loro Marco Paolini e Mario Brunello rendono omaggio a Verdi, raccontando l’uomo attraverso la sua vita e il suo lavoro. Non l’allestimento di un’opera e la sua esecuzione, ma il Verdi librettista, regista, impresario, patriota e politico. Il violoncello di Brunello ci porterà nel mondo

dei temi più popolari di Verdi, illustrando arie e parti delle opere entrate a far parte della nostra tradizione culturale. Per sottolineare questo aspetto, l’esecuzione dei cori di alcune opere sarà affidata al pubblico in sala, accompagnato dall’armonium di Stefano Nanni. Lo spettacolo sarà preceduto da una lezione di canto, tenuta da Mario Brunello e Francesca Breschi, per insegnare al pubblico testi e musiche dei cori che verranno poi eseguiti all’interno dello spettacolo. Parteciperanno i cori amatoriali o professionali della città per affiancare il pubblico che, trasformato in un coro popolare, sarà protagonista di una magnifica interazione con gli artisti sul palcoscenico. Sarà un impianto scenico molto pop e un po’ didattico; conterrà anche un racconto di Paolini su alcune parti significative della vita di Verdi e una straordinaria descrizione giornalistica (un inedito di Filippo Tommaso Marinetti) dei funerali del maestro a Milano con un bagno di folla degno di un re. Non è solo uno spettacolo pensato per ricordare Verdi, ma per far sentire come egli sia parte di una cultura popolare italiana ancora molto attuale.


8 E 9 GENNAIO 2014 TURNO A B

TEATRO METASTASIO STABILE DELLA TOSCANA SPOLETO 56° FESTIVAL DEI 2MONDI

IL RITORNO A CASA

di Harold Pinter traduzione Alessandra Serra regia Peter Stein con Paolo Graziosi, Alessandro Averone, Elia Schilton, Rosario Lisma, Andrea Nicolini, Arianna Scommegna scenografia Ferdinand Woegerbauer costumi Anna Maria Heinreich luci Roberto Innocenti

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foto Pino Le Pera

assistente alla regia Carlo Bellamio

Sin da quando ho visto la prima londinese, quasi 50 anni fa, ho desiderato mettere in scena Il ritorno a casa. È forse il lavoro più cupo di Pinter, che tratta dei profondi pericoli insiti nelle relazioni umane e soprattutto nel rapporto precario tra i sessi. La giungla nella quale si combatte è, naturalmente, la famiglia. I comportamenti formali, più o meno stabili si tramutano in aggressività fatale e violenza sessuale quando uno dei fratelli con la sua nuova moglie ritorna dall’America. Tutte le ossessioni sessuali maschili in questa famiglia di serpenti si proiettano sull’unica donna presente. Nelle fantasie degli uomini, e nel loro comportamento, viene trasformata in puttana e non le rimane che la possibilità della vendetta, assumendo quel

ruolo e soddisfacendo la loro bramosia più del previsto. Come sempre nei finali di Pinter tutto rimane aperto. L’immagine finale mostra la donna imponente, con gli uomini frignanti e anelanti ai suoi piedi e nessuno sulla scena e nell’uditorio saprà quello che può accadere. È un lavoro esclusivamente per attori. L’iniziativa di questo allestimento è partita dai membri del cast de I Demoni che era abituato ad un lavoro di stretta interazione. Speriamo, quindi, con il nostro lavoro di poter essere all’altezza dell’opera. Peter Stein


11 E 12 GENNAIO 2014 TURNO D E

SOCIETÀ PER ATTORI S.R.L.

NANCY BRILLI

di Carlo Goldoni adattamento e regia Giuseppe Marini

LA LOCANDIERA

con (i.o.a.) Fabio Bussotti, Giuseppe Marini, Maximilian Nisi e con Fabio Fusco, Andrea Paolotti scene Alessandro Chiti

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foto Federico Riva

costumi Nicoletta Ercole

Spietata, modernissima e proto-strindberghiana lotta tra i sessi, La Locandiera, oltre a sancire il mio esordio registico nel pianeta Goldoni, non ha mancato di esercitare nel tempo, un lungo tempo, proprio come la sua protagonista, una certa misteriosa malia incantatrice. Mistero che apre oggi delle possibili fessure di comprensione (e interpretazione) in quella sorta di trattato, lucido e precisissimo, sull’egotismo o, meglio ancora, sul narcisismo - o battaglia di narcisismi - che da sempre sembra trovare nella sfera amorosa il suo terreno di applicazione privilegiato. Nel deserto dei sentimenti, fra le macerie del desiderio, sempre più confuso e confusamente recalcitrante al suo soccombere, l’Eros riemerge nell’accezione più odiosa, quantunque

comica e divertente nel caso del capolavoro goldoniano, quella che reca il marchio della supremazia e della rivalsa. Nel perverso, quanto sterile, gioco di relazioni pericolose, l’Amore è sostituito dalle sue recite e la finzione si serve dell’Amore stesso come strumento e mai come autentica componente affettiva, fino al punto che il desiderio (maschile) faticosamente ritrovato, viene deriso e sbeffeggiato prima di morire, sacrificato sull’altare di un narcisismo (femminile) che tra calcolo, opportunismo, rivalsa, anche interclassista (ma le cose non andranno affatto meglio tra componenti della stessa classe) procede, costi quel che costi, senz’altro oggetto se non il proprio trionfo. Giuseppe Marini


DAL 22 AL 26 GENNAIO 2014 TURNO A B C D E

PRODUZIONE TEATRO FRANCO PARENTI TEATRO STABILE DELL’UMBRIA

FILIPPO TIMI di Filippo Timi regia e scena Filippo Timi regista assistente Fabio Cherstich e con Umberto Petranca, Alexandre Styker, Marina Rocco, Elena Lietti, Lucia Mascino,

IL DON GIOVANNI

VIVERE È UN ABUSO, MAI UN DIRITTO

Roberto Laureri Matteo De Blasio, Fulvio Accogli luci Gigi Saccomandi suono Beppe Pellicciari costumi Fabio Zambernardi in collaborazione con Lawrence Steele

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Né secondo Molière, né secondo Mozart, semplicemente secondo Filippo Timi: il mito di Don Giovanni riscritto dal più irriverente dei giovani artisti italiani. Dopo l’Amleto, col Don Giovanni, Filippo Timi continua il suo percorso di riscrittura e di reintepretazione intervenendo su un testo classico con quella carica di humor nero, che fa presagire la morte, tanto che il suo Don Giovanni sa già di dover morire; conosce la sua fine; deve semplicemente rincorrerla. Egli è il prototipo di una umanità volubile, che ha fame di potere, che ama la mistificazione e l’autoinganno, proprio perché sa che è condannata ad estinguersi, che non potrà esimersi dal suo appuntamento con la morte. Egli ha capito che la vita è ingiusta,

una farsa che si trasforma in tragedia, e che la vita è giustificata solo dalla morte. Questa consapevolezza lo trattiene, non lo fa bruciare, benché desideri di bruciare, essendo convinto che un desiderio morto non è più un desiderio. Il suo rapporto con Donna Anna, Donna Elvira e Zerlina è molto teatrale, proprio perché la sua arte è tutta teatrale. Donna Elvira è, forse, l’amore vero, quello che appartiene al passato, Donna Anna è l’amore ingannatore, e pertanto, violento, Zerlina è l’amore della seduzione, del desiderio di purezza. Tutte hanno le loro storie, così come Don Giovanni ha la sua, proprio per questo non si sottrae all’essere se stesso. Tutti i personaggi si trovano ingabbiati negli straordinari costumi di Fabio Zambernardi, e

nelle luci di forte spettacolarità, disegnate da Gigi Saccomandi.

Uno spettacolo pop, divertente, eccessivo, ironico, colorato, dissacrante, vuoto e pieno, demenziale, leggero e barocco, insomma una Babele di segni e modi che rimanda a un riconoscibile oggi. Energia fluida e non stabile, una sorta di greco “ciceone” bevanda miscuglio di parecchi ingredienti “che se non agitata, si disgrega”. E Filippo Timi, istrionico, generoso, autoironico, con i suoi bravi attori, agitano molto bene. Magda Poli - Corriere della Sera


DAL 5 AL 9 FEBBRAIO 2014 TURNO A B C D E P DURATA: 140’ con intervallo

COMPAGNIA MOLIÈRE

IVANA MONTI DANIELE LIOTTI ROSARIO COPPOLINO DEBORA CAPRIOGLIO con la partecipazione di

scritto e diretto da Giancarlo Marinelli

ELEPHANT MAN

e con Andrea Cavatorta, Francesco Cordella, Serena Marinelli, Simone Vaio scene Andrea Bianchi costumi Marta Crisolini Malatesta light designer Daniele Davino

“Io non sono un animale! Sono un essere umano! Sono... un... uomo” (J. Merrick) Uno spettacolo sull’umanità, la dignità e il dolore che si nasconde sotto una maschera mostruosa.

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The Elephant man non è soltanto un capolavoro della cinematografia firmato da David Lynch. È soprattutto un racconto perfetto, quasi in presa diretta, di un giovane chirurgo, Frederick Treves, che salvò l’Uomo Elefante, al secolo Joseph Merrick, dalle torture dei freak show della Londra di fine Ottocento. Perché portare in teatro la vera storia di Jopeph Merrick, mettendola in scena, per la prima volta, in un vero spettacolo di prosa? È presto detto; in un momento storico come

quello attuale in cui l’estetica del corpo, della “bellezza a tutti i costi”, sono divenuti un motivo perpetuo ed ossessivo, non senza conseguenze finanche drammatiche, (si pensi ai danni provocati dalla chirurgia estetica, o a patologie impulsive e compulsive letali come la bulimia e la anoressia), portare sulla scena una storia d’amicizia tra un brillante ed ambizioso chirurgo e “un mostro apparente”, capace però di regalare agli altri un universo di poesia e di bellezza, significa sovvertire il putrido sistema di vuote apparenze, di fasulle perfezioni, di oscene ostentazioni artificiali a cui siamo ormai assuefatti: la storia di Joseph Merrick è in fondo la storia della nostra ipocrisia, del nostro proverbiale rifiuto ad accettare “l’altro da noi”;

della nostra ostinata impotenza ad “andare oltre” il corpo, per rinchiuderci stomachevolmente in un tanto rassicurante quanto inutile culto della bellezza omologata. Ché la vita di Jospeh Merrick è la vita di ognuno di noi; la tensione di ciascuno ad essere amato non tanto per ciò che è ma per ciò che avrebbe voluto essere. Ché la morte di Jospeh Merrick è la morte di ognuno di noi; è il sogno di poter lasciare la terra nel ricordo di chi ci ha amati perché, al di là della “mostruosità” dei nostri luoghi oscuri, esiste sempre una luce eterna, che ha lo stesso tempo di riproduzione di una stella. Appartiene ad ogni uomo che, provando a dormire in modo diverso, ha cercato, in una notte di secoli che si ripetono, di essere migliore.


VIVIANI MASSIMO RANIERI VARIETÀ

DAL 12 AL 14 FEBBRAIO 2014 TURNO A B C P DURATA: 145’ con intervallo

COMPAGNIA GLI IPOCRITI FONDAZIONE TEATRO DELLA PERGOLA

Poesie, parole e musiche del Teatro di Raffaele Viviani in prova sul piroscafo Duilio in viaggio da Napoli a Buenos Aires nel 1929

di Raffaele Viviani regia Maurizio Scaparro con Ernesto Lama e con Roberto Bani, Angela De Matteo, Mario Zinno, Ivano Schiavi, Gaia Bassi, Rhuna Barduagni, Antonio Speranza, Martina Giordano e l’orchestra dal vivo: Ciro Cascino, pianoforte; Luigi Sigillo, contrabbasso; Donato Sensini, fiati; Aniello Palomba, chitarra; Mario Zinno, batteria. elaborazione musicale Pasquale Scialò testi a cura di Giuliano Longone Viviani scene e costumi Lorenzo Cutuli movimenti coreografici

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foto Marco Borrelli

Franco Miseria e Massimo Ranieri

Nel 1929 sul piroscafo Duilio, Massimo Ranieri/ Raffaele Viviani attraversa l’oceano da Napoli a Buenos Aires con la sua compagnia di attori e musicisti. Nella lunga traversata mette in prova lo spettacolo destinato a cercar fortuna nell’orizzonte di promesse e speranze del nuovo mondo, ma il vero debutto avverrà col pubblico degli emigranti imbarcati sulla nave per festeggiare la notte del passaggio dell’Equatore. Massimo Ranieri e Maurizio Scaparro ricompongono la galleria di ritratti in musica che Viviani ha disseminato nelle sue opere, riunendo nelle sale di terza classe del Duilio il popolo vitale e dolente degli scugnizzi, degli ambulanti, delle prostitute e della povera gente per farne i protagonisti e gli spettatori del varietà popolare che va in scena.

Nella sala del piroscafo affacciata sul blu dell’oceano, scorrono le melodie più note di Viviani; Ranieri ed il nutrito cast di attori cantano in acustica, accompagnati dal vivo dall’orchestra. Il piroscafo ricreato per la scena e i costumi portano la firma di Lorenzo Cutùli, le elaborazioni musicali sono di Pasquale Scialò, i movimenti coreografici di Franco Miseria e Massimo Ranieri, e i testi sono stati curati direttamente dal nipote di Raffaele Viviani, Giuliano Longone Viviani.

Ranieri dà il massimo del suo talento, per la gioia del pubblico. Gino Castaldo - La Repubblica …formidabile Massimo Ranieri… notevole è tutta la compagnia che lo affianca, scelta con un’accuratezza rara… Grazie a tutti loro: il teatro, la musica, la grandezza di Viviani continuano a parlarci. Maria Grazia Gregori - L’Unità …uno spettacolo calibratissimo di vero teatro, tutto cantato e suonato dal vivo come è sempre più raro sentire… gli applausi alla fine sono lunghi e calorosi. Paolo Petrone - Ansa


DAL 21 AL 23 FEBBRAIO 2014 TURNO C D E

di Lidia Ravera regia Emanuela Giordano e con Claudia Gusmano, Marco Palvetti scene Francesco Ghisu

LA CONTEMPORANEA in coproduzione con MISMAONDA

LELLA COSTA PAOLO CALABRESI

NUDA PROPRIETÀ

musiche Antonio Di Pofi

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Innamorarsi a 60 anni è una sfida, una forma d’arte, un capolavoro. È la vittoria della libertà contro gli stereotipi. Iris contro ogni logica si innamora di Carlo e Carlo di Iris. Lui dopo un po’, ma va bene così. Tutto comincia con una stanza in subaffitto. Iris la offre a Carlo, psicanalista sfrattato del pianoterra. Intanto lei, rimasta senza un soldo, vende in nuda proprietà la casa. Dissipatrice accanita, senza pensione, non ha altra scelta che cedere il suo unico bene al miglior offerente, fingendosi molto più malandata di quello che è. Il miglior offerente è senza scrupoli e una nipotina bella e nullafacente fa irruzione proprio quando Iris e Carlo capiscono che sta succedendo qualcosa di imprevedibile.

Mentre Carlo scopre di essere malato, Iris si accorge che non può più fare a meno di lui, della sua intelligenza, della sua ironia, della sua capacità di decifrare la vita per quello che è. Carlo è affascinato da questa donna incasinata e vitale, che si espone, si dichiara, senza farsi mortificare dalle convenzioni. Decidono di vivere insieme tutto quello che resta da vivere. In due riescono a guardare in faccia la realtà, a chiamare per nome tutte le loro paure e a riderci sopra. Noi rideremo con loro e piangeremo per loro, a scene alterne e anche nella stessa scena. Usciremo da questa commedia più leggeri e agguerriti, con il sorriso sulle labbra, felici di aver celebrato tutti insieme un rito propiziatorio, una festa alla forza e alla fragilità umana.


27 FEBBRAIO 2014 TURNO B P

idea originale e regia Adrián Schvarzstein drammaturgia Irma Borges

ATENEU NOU BARRIS (Barcellona)

musicisti

CIRCUS KLEZMER

Petra Rochau, fisarmonica Rebecca Macauley o Nuria Balcells, violino Nigel Haywood, clarinetto attori Helena Bittencourt o Eva Szwarcer, sposa tele e trapezio; Luís Niño ‘Toto’, sposo e giocoliere; Alba Sarraute o Cristina Solé, La Vicina Acrobata; Joan Catalá, Il Vicino, acrobata e giocoliere; Adrián Schvarzstein, matto del paese e attore. scene Miri Yeffet, Tzabar Amit luci Francis Baena costumi Paulette tecnico suono Ángel Estévez, ‘Quile’ tecnico luci Carlos Aparicio, ‘Charly’

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In un villaggio dell’Europa orientale, che non è ancora vicino, né lontano; in un’epoca che non è né ora né prima, né dopo, è l’inizio di una grande festa. I cittadini sono molto eccitati e vanno avanti e indietro facendo mille giocolerie, acrobazie e avventure, perché si tratta di un giorno molto speciale. Nel mercato, i musicisti stanno accordando i loro strumenti e la musica klezmer si comincia ad ascoltare in tutti gli angoli. Lo scemo del villaggio, lancia in cielo gli inviti. Gli inviti di cosa? Per il matrimonio! Ma, come per tutte le storie, ci sono sempre degli inconvenienti. E tutto questo avviene con grande umorismo, perché gli abitanti di questo luogo speciale avranno sempre un asso nella manica

per questo giorno tanto atteso che resterà scolpito nella loro memoria, la sposa, lo sposo e tutti gli ospiti. Incorniciato da anni, come ad esempio una foto che talvolta vediamo nei nostri ricordi, il grande matrimonio si terrà nel Circus Klezmer L’idea di Circus Klezmer è venuta una giornata ammirando i dipinti di Marc Chagall e l’ascolto di musica ebraica dell’Europa orientale. I dipinti di Marc Chagall contengono maschere e colori di forte intensità e hanno la capacità di trasportarci in una realtà distorta e fantastica. Inoltre, la musica klezmer è nata nelle piccole città in Europa orientale, dove si è sviluppata una intensa vita ebraica, prima della seconda

guerra mondiale. È musica per matrimoni e feste di grande profondità e forme esuberanti, happy music e nello stesso tempo malinconica. In breve, un circo e la musica, natura romantica e sognante che si sviluppa all’interno di un ambito molto popolare. Inoltre, l’umorismo tipico della cultura yiddish è quello che ha ispirato gran parte dello spettacolo. L’arte e il teatro basato sull’uso degli oggetti quotidiani (sedie, bottiglie, tavoli, piatti), ha contribuito a creare l’unico ambiente di un villaggio remoto. Il risultato è uno spettacolo molto ricco e pieno di passione, ricalcando il circo dalle sue origini, completato degli istinti umani migliori, facilmente identificabili da parte del pubblico, come l’amore, l’odio, la gioia, le risate e la malinconia.


DALL’11 AL 16 MARZO 2014 TURNO A B C D E P DURATA: 90’ senza intervallo

FONDAZIONE TEATRO DELL’ARCHIVOLTO

NERI MARCORÈ e la BANDA OSIRIS

BEATLES SUBMARINE

testo e regia Giorgio Gallione Band Osiris: Carlo Macrì Gianluigi Carlone Roberto Carlone

“Immagina te stesso tra alberi di mandarino e cieli di marmellata. Una ragazza con occhi di caleidoscopio ti chiama, mentre gente sui cavalli a dondolo si apre un varco in mezzo a fiori che crescono incredibilmente alti” John Lennon

Sandro Berti

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foto Chiara Saitta

Beatles Submarine è la beatlemania in palcoscenico, rivisitata dal talento bizzarro e stralunato di Neri Marcorè, cantante e filosofo assurdista e dei quattro professori della famigerata Banda Osiris, musici iconoclasti e ipercreativi. Uno spettacolo concerto alla gioiosa, fantastica esplorazione dell’universo della più leggendaria band beat/pop/rock di sempre. Un “Magical mystery tour” che raccoglie suggestioni, musiche, frammenti biografici, canzoni e racconti dei favolosi Beatles. Un tessuto narrativo che utilizza i brani più famosi e le caleidoscopiche

magie di Yellow Submarine, i surreali racconti di John Lennon, le poesie di Paul Mc Cartney e gli infiniti rimandi che le canzoni e gli scritti dei Beatles hanno reso eterni: dalle pagine dell’Alice in Wonderland di Lewis Carol alle magie surrealiste dell’avanguardia pop, dalle filastrocche per bambini alla poesia lisergica e sperimentale di Allen Ginsberg.

Beatles Submarine crea così una fantasmagoria visionaria e coloratissima, a dimostrazione che il fenomeno Beatles (a 50 anni dalla sua incredibile esplosione) non è stato una moda, ma una vera e propria cultura, fatta di rabbie dolci e fantasia al potere, alla ricerca di una Pepperland creativa che riesce a sconfiggere il silenzio ottuso e perbenista che i “Biechi blu” (i mostri che vogliono annullare musica e colore in Yellow submarine) tentano in ogni epoca di imporre.


20 E 21 MARZO 2014 TURNO B C P DURATA: 80’ senza intervallo

ARENA DEL SOLE - NUOVA SCENA TEATRO STABILE DI BOLOGNA

LA FONDAZIONE

di Raffaello Baldini regia Valerio Binasco

Il grande poeta romagnolo Raffaello Baldini mi ha consegnato, prima di morire, il suo ultimo testo, poi pubblicato presso Einaudi, dicendomi: “fanne quello che credi”. La fondazione parla di un uomo che nella sua vita non riesce a buttare via nulla. Tiene da conto tutto, perfino le cartine che avvolgono le arance. La moglie lo ha mollato ma lui preferisce vivere tra la sua “roba”. Perché? Perché quella “roba” non rappresenta la sua vita, quella roba “è” la sua vita stessa. E quando quella “spazzatura” verrà buttata, anche lui seguirà la stessa sorte. Uno spettacolo comico solo perché spesso e fortunatamente, riusciamo anche a ridere di noi stessi, perché, come disse Leo Longanesi, “i difetti degli altri somigliano troppo ai nostri”. Ivano Marescotti

scene Carlo De Marino musiche Arturo Annecchino luci Vincenzo Bonaffini costumi Elena Dal Pozzo suono Giampiero Berti

foto Raffaella Cavalieri

regista assistente Roberto Turchetta

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IVANO MARESCOTTI

Ho un doppio privilegio in questo spettacolo: quello di lavorare con due grandi artisti come Baldini e Marescotti. L’incontro con un grande interprete è poco frequente per un regista. E con un grande poeta, ancor meno. In che cosa possa consistere il mio lavoro, in uno spettacolo come

questo, a dire il vero non lo so. Al momento credo che la cosa essenziale sia quella di lasciarmi guidare (piccolo controsenso per un ‘director’), seguire la vita che nasce ogni giorno sulla scena così come si manifesta e, infine, prendermi cura della delicata bellezza che quei due, insieme, sanno creare. ‘Quei due’ sono Baldini e Marescotti, ovviamente. Sono una coppia d’arte che viaggia insieme da molti anni. Sono stati in qualche modo gli ‘scopritori’ l’uno dell’altro. Hanno un’intesa intima e inafferrabile. Hanno una storia d’amore felice. Il regista in questi casi corre il rischio di fare il terzo incomodo. Ho accettato il rischio, e mi sono messo in mezzo. Ho riso e pianto con loro tutti i giorni, un po’ in disparte, non sapendo bene cosa fare. Finché non è accaduta una cosa piuttosto sorprendente: a un certo punto non eravamo più in tre, ma eravamo diventati quattro. Tra noi c’era una creatura nuova, una strana fusione tra Marescotti e Baldini, più qualcosa, che nessuno di noi tre conosceva ancora (scusate se parlo di Baldini come se fosse vivo e presente alle prove, ma per Ivano è stato ed è così, e quindi lo è stato

anche per me) ed era il Personaggio. Questo Personaggio Senza Nome è un uomo di struggente tenerezza. Da subito ci ha conquistati tutti. Un bel giorno è arrivato, si è sistemato dentro alla voce di Ivano, dentro al suo sguardo, ed era come se fosse sempre stato lì, con noi. Una presenza fortissima, ma gentile come un ricordo. Questa persona è quanto di più ‘vivo’ ci possa essere oggi in un teatro, eppure è anche lontana come un ricordo. Aleggia una nostalgia assurda nella poesia di Baldini, ed è il ricordo di qualcosa che non c’è mai stato. Ovvero dell’innocenza perduta del mondo. Sono parole grosse, e qualcuno può anche sorridere, ma la nostalgia per l’innocenza perduta è la chiave per capire Baldini, il personaggio di questo monologo e, se qualcuno mai se lo chiedesse, anche il motivo per cui la gente va a teatro. Ci si va per scoprire che l’umanità, in fondo, ha nostalgia della propria umanità. E per il gusto di scoprire ogni volta che l’umanità è semplicemente la gente.

Valerio Binasco


DAL 28 AL 30 MARZO 2014 TURNO C D E

di Gino Rocca regia Lorenzo Maragoni con Anna De Franceschi, Davide Dolores, Francesco Folena Comini, Riccardo Maschi, Giacomo Rossetto, Laura Serena, Andrea Tonin, Anna Tringali scene Alberto Nonnato costumi Lauretta Salvagnin

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TEATRO STABILE DEL VENETO CARLO GOLDONI TEATRI E UMANESIMO LATINO SPA con la distribuzione di ARTEVEN CIRCUITO TEATRALE REGIONALE

SIOR TITA PARON

Sior Tita Paron è un dramma abilmente nascosto tra le righe di una perfetta macchina comica, una commedia feroce, lucida e terribilmente divertente. Un’affiatata squadra di servitori si ritrova all’improvviso a contendersi l’inaspettata eredità del defunto paron, e il piccolo paradiso in cui ognuno a modo suo riusciva ad approfittare delle ricchezze della casa entra subito in crisi. Il maggiordomo Tita, nominato inaspettatamente unico erede, diventa immediatamente centro dei sospetti e dell’ostilità degli altri servitori, e la lotta intorno all’improvvisa ricchezza è un gioco senza esclusione di colpi, in cui continuamente si fanno e disfano alleanze, si mente, si tradisce, si cerca di difendere con ogni mezzo le proprie piccole conquiste, il proprio angolo di territorio, senza potersi più fidare di nessuno. Per i nove personaggi si tratta di resistere al cambiamento in tutti i modi possibili: alle relazioni si preferisce il gioco dei ruoli, al confronto la logica del noi contro di loro, alla sincerità il non detto, in una serie infinita di occasioni mancate di una comunicazione a viso aperto tra esseri umani. Gino Rocca scrive Sior Tita Paron nel 1928, in anni difficilissimi. Lo dedica al figlio Guido, con l’indicazione (o forse il monito) “Queste creature,

che s’incamminano con lui, perché le trovi e le riconosca un giorno”. Ottantacinque anni dopo, le stesse creature sono ben presenti intorno a noi, siamo noi o quel che corriamo il rischio di diventare, quando nelle nostre relazioni familiari e sociali rinunciamo al dialogo e ci accorgiamo di non avere nulla con cui sostituirlo. La storia dei personaggi di Rocca, dell’ubriacone Serafin, del rissoso ortolano Nane, della cuoca Carlotta, della sognatrice Teresina, e naturalmente dell’imprevedibile Tita, è una storia che ancora, e forse più che mai, oggi ci riguarda. Per mettere in scena Sior Tita Paron allora la scelta è ricaduta su una squadra di giovani attori, affiatati e complici, al servizio della comicità e del ritmo del testo. Attori capaci di giocare al gioco dei ruoli con spietata (auto)ironia, capaci di ricostruire sulla scena, amplificate e distorte, le relazioni quotidiane di una società in cui la comunicazione si gioca le ultime, preziosissime carte. Lorenzo Maragoni


6 APRILE 2014 TURNO E

TEATRO MUSICA NOVECENTO Operetta in due atti di Virgilio Ranzato e Carlo Lombardo regia Alessandro Brachetti

con Silvia Felisetti, Alessandro Brachetti, Elena Rapita, Antonio Colamorea, Graziella Barbacini, Marco Falsetti, Francesco Mei, Fulvio Massa, Manuel Reitano Corpo di Ballo “Accademia” coreografie Costanza Chiapponi Orchestra “Cantieri d’Arte” diretta da Stefano Giaroli scene e costumi ArteScenica Reggio Emilia coordinamento artistico Claudia Catellani coordinamento musicale Carlotta Arata capo squadra tecnica Gabriele Sassi maestro alle luci Luciano Pellicelli

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IL PAESE DEI CAMPANELLI Il Paese dei Campanelli è un’operetta scritta da Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato. Composta nel 1923, andò in scena il 23 novembre di quello stesso anno al Teatro Lirico di Milano. Raccontano le cronache dell’epoca che già all’indomani della prima rappresentazione molti brani dell’operetta venissero canticchiati da giovani donzelle a passeggio per Milano. Nel caso del Paese dei Campanelli, il generale apprezzamento è dovuto particolarmente alla leggerezza del testo e dalla melodiosità e orecchiabilità della musica che lo accompagna, ricca di momenti lirici e arie cariche di sensualità e sentimento in grado di evidenziare le potenzialità canore del registro sopranile delle interpreti. A determinare il successo de Il Paese dei Campanelli - ambientato su un’isola di fantasia dell’Olanda - fu da subito la ricchezza di riferimenti esotici, tuttavia inseriti in una sostanziale

semplicità di ambientazione (un villaggio di pescatori, con tanto di birreria e popolane intente al ricamo sulla piazza principale). I pescatori conducono insieme alle loro mogli una vita tranquilla in deliziose casette, ciascuna delle quali possiede un piccolo campanile. La pace tuttavia è turbata dall’arrivo di una nave di aitanti marinai inglesi, che corteggiano vivacemente le signore del luogo. Tuttavia, i mariti possono dormire sonni tranquilli: una leggenda secolare afferma che qualora i vincoli di fedeltà vengano infranti, i campanelli della casa in questione cominceranno a suonare, avvisando tutto il paese del tradimento in corso. Riusciranno i nostri personaggi a resistere e a non far suonare i campanelli? Operetta spumeggiante, che vanta alcuni brani immortali (in particolare Luna, tu, non sai dirmi perché?, conosciuto anche come Fox della luna,

ma anche La Giavanese), che hanno finito per brillare nel tempo di luce propria, godendo di un successo anche esterno ad un’operetta, ritenuta comunque dai critici, senza tempo. Una delle operette più divertenti e corali della Compagnia, ormai da tempo garanzia di sicuro successo.


DAL 10 AL 13 APRILE 2014 TURNO P C D E DURATA: 110’ con intervallo

THEAMA TEATRO

NATALINO BALASSO ARISTIDE GENOVESE ANNA ZAGO

dal film di Pietro Germi

SIGNORE & SIGNORI

di Piergiorgio Piccoli e Aristide Genovese dalla sceneggiatura di Pietro Germi e Luciano Vincenzoni regia Piergiorgio Piccoli regista assistente Aristide Genovese e con Paolo Rozzi, Andrea Pennacchi, Silvia Piovan, Valerio Mazzucato, Angelo Zampieri, Anna Farinello, Marta Meneghetti, Max Fazenda, Piergiorgio Piccoli scene Adriano Pernigotti costumi Rebecca Cohen musiche Carlo Rustichelli e Pietro Germi

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foto Fabio Mattiolo

luci Samuel Donà

In un’imprecisata cittadina veneta si svolgono le vicende di una gaudente compagnia di commercianti e professionisti della media e alta borghesia, che dietro un’impeccabile facciata di perbenismo nasconde una fitta trama di tradimenti reciproci. La vicenda si sviluppa quindi attraverso tre storie di corna in un ambiente cattolicissimo, dove ognuno pensa ai fatti degli altri ma lava i panni sporchi fra le pareti domestiche, dove il sesso è ancora tabù ma dove i tradimenti sono la regola, anche se il divorzio non esiste ancora. Signore e Signori è una satira feroce sull’ipocrisia

della provincia italiana nella stagione del boom economico che racconta, dalla prospettiva di una piccola città, una realtà che riguarda l’intero paese, costruita come un romanzo corale articolato in un trittico di storie che coinvolgono sempre lo stesso gruppo di bizzarri personaggi. Lo spettacolo teatrale è oggi un divertentissimo paradigma, specchio, preludio di una storia che solo in parte è “storia di ieri” perché mostra quei tratti contrastanti di vizio e ingenuità, di godereccio perbenismo, di naturale semplicità che abbiamo imparato ad amare come tratti caratteristici dell’italiano medio. Il film Signore e Signori di Pietro Germi, Palma d’oro a Cannes nel 1966 e David di Donatello per la miglior regia, è un capolavoro della commedia all’italiana, una storia che ha messo davvero a nudo il popolo veneto ma anche gran parte dei

comportamenti degli italiani in generale. Lo spettacolo è ambientato nella stessa epoca della pellicola e il testo è il più possibile corrispondente alla sceneggiatura cinematografica, pur con garbate attualizzazioni, considerato che l’intreccio è ancora oggi di un’originalità e di una comicità che finora non hanno trovato pari nelle produzioni cinematografiche ambientate in questo territorio. Gran parte del compito di offrire al pubblico un momento di divertentissima ed originale teatralità è affidato agli attori, tutti veneti, capitanati da Natalino Balasso, che sapranno incarnare gli atteggiamenti, le abitudini e le piccole manie degli indimenticabili personaggi del film.

Piergiorgio Piccoli


STAGIONE di

DANZA VERSO L’UNIVERSO

RASSEGNA INTERNAZIONALE DI DANZA D’autore

2013.14

31 OTTOBRE 2013 ORE 21.00

18 GENNAIO 2014 ORE 21.00

2 MARZO 2014 ORE 18.30

CENTRE CHORÉGRAPHIQUE NATIONAL DE CRÉTEIL ET DU VAL-DE-MARNE COMPAGNIE KÄFIG

COMPAGNIA JUNIOR BALLETTO DI TOSCANA

BALLETTO DI ROMA CONSORZIO NAZIONALE DEL BALLETTO

liberamente tratto da Les enfants terribles di Jean Cocteau regia e coreografia Fabrizio Monteverde direzione artistica Cristina Bozzolini produzione 1985 Spaziozero / Compagnia Baltica produzione del riallestimento 2013 Balletto di Toscana Junior riallestimento nell’ambito del progetto RIC.CI / Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni ‘80/’90 ideazione e direzione artistica Marinella Guatterini assistente alla direzione Myriam Dolce

con la partecipazione straordinaria di KLEDI KADIU coreografia e regia Milena Zullo musiche Astor Piazzolla, Lucio Demare, Anibal Troilo, Juan D’Arienzo, Osvaldo Pugliese, Francisco Canaro e Angel Villoldo

KÄFIG BRASIL

direzione artistica e coreografia Mourad Merzouki ore 21.00 PROGETTO SUPPORTER 30 DICEMBRE 2013 ORE 21.00 31 DICEMBRE 2013 ORE 21.30 - fuori abbonamento

THE ROYAL BALLET OF MOSCOW THE CROWN OF RUSSIA

LO SCHIACCIANOCI

musica P. I. Ciaikovsky coreografia Lev Ivanov, Marius Petipa libretto Marius Petipa direzione artistica e adattamento Anatoly Emelyanov 30 DICEMBRE ore 21.00 PROGETTO SUPPORTER

LA BOULE DE NEIGE

ore 21.00 PROGETTO SUPPORTER

CONTEMPORARY TANGO

ore 18.30 PROGETTO SUPPORTER 27 MARZO 2014 ORE 21.00

COMPAGNIA MVULA SUNGANI PHYSICAL DANCE CENTRO REGIONALE DANZA LAZIO

FANTASIA

con la partecipazione di EMANUELA BIANCHINI regia e coreografia Mvula Sungani ore 21.00 PROGETTO SUPPORTER


ore 21.00 PROGETTO SUPPORTER DANZA

31 OTTOBRE 2013 ORE 21.00 DURATA: 60’ senza intervallo

CENTRE CHORÉGRAPHIQUE NATIONAL DE CRÉTEIL ET DU VAL-DE-MARNE COMPAGNIE KÄFIG (FRANCIA)

direzione artistica e coreografia Mourad Merzouki con Diego Alves Dos Santos Dieguinho, Leonardo Alves Moreira Leo, Cleiton Luiz Caetano De Oliveira, Aguinaldo De Oliveira Lopes Anjo, Christian Faxola Franco Faxola,

Ho danzato con il mio vicino di casa, poi con il mio vicino di quartiere. Oggi danzo con il mondo intero. Mourad Merzouki

Geovane Fidelis Da Conceição, Diego Gonçalves Do Nascimento Leitão White, Aldair Junior Machado Nogueira Al Franciss, Wanterlino Martins Neves Sorriso, Jose Amilton

Forte del planetario successo riscosso da Agwa e Correria, Mourad Merzouki ha voluto continuare la collaborazione con gli 11 danzatori brasiliani ideando questo nuovo progetto, una serata di creazioni composte da coreografi francesi e brasiliani.

Rodrigues Junior Ze, Alexsandro Soares Campahna Da Silva Pitt coreografia Anthony Egea, Cie Révolution, Céline Lefèvre, Cie C’Mouvoir, Octávio Nassur, Cie Curitiba, Denis Plassard, Cie Propos, i danzatori sotto l’egida di

costumi Émile Carpentier luci Yoann Tivoli, assistente Cécile Robin arrangiamenti musicali AS’N

foto Maurizio Montanari

Diego Gonçalves Do Nascimento Leitão White

Dal 1996 la Compagnia Käfig ha presentato 17 spettacoli davanti a più di un milione di spettatori in 45 paesi. Atleta dell’asfalto, Mourad Merzouki ha appreso i codici della danza e del circo prima di lanciare l’hip-hop nell’arena dei teatri. Dalla strada al palcoscenico, dalle acrobazie alla scrittura coreografica, dal circo a una pluralità di arti, nello sviluppare il proprio linguaggio non ha tralasciato alcuna contaminazione. La

compagnia Käfig permette agli undici danzatori carioca di proseguire la loro formazione e, allo stesso tempo, di proporsi come ambasciatori cosmopoliti di questa compagnia francese meticcia. Merzouki è lo “scultore” dello spettacolo composto da cinque brevi moduli e costruito riunendo coreografi che già in passato ha inserito nei suoi programmi o con cui ha condiviso progetti. Per collegare le diverse scritture che compongono Käfig Brasil, Merzouki allunga, taglia o sovrappone i materiali. La sua sfida: dare l’impressione che si tratti di un unico medesimo spettacolo, un patchwork danzato tenuto insieme da un filo rosso che caratterizza tutto il percorso di Merzouki: l’apertura all’altro, sul piano umano e/o artistico. L’apertura della serata è affidata al Collettivo Käfig Brasil con la creazione collettiva NOS – in portoghese significa “noi” ma anche “nodo” – utilizza le corde per esplorare i legami che si instaurano tra gli uomini. Fare e disfare i nodi incontrati per mezzo di ciò che li unisce: la danza. Si prosegue con ITS ITS, coreografia di Denis Plassard a cui va una particolare menzione: amico la cui strada si è incrociata con i progetti di Merzouki, che omaggia l’eterogeneità delle sue estetiche

KÄFIG BRASIL contemporanee con un umorismo fuori dagli schemi. ITS ITS ci mostra un gruppo di persone che giocano con l’oggetto ascensore. Attesa, entrata, uscita. Plassard racconta che “in questa fotografia quasi etnografica, ciascun movimento è sonorizzato all’interno di un ambiente che strizza l’occhio al mondo dei cartoon. La colonna sonora di questo improbabile cartone animato è realizzata dal vivo dai danzatori stessi, che alternano contorsioni corporee ad acrobazie vocali”. Cambio di registro con i paesaggi interiori di Céline Lefèvre che, nel suo EGO trip, mischia non detto, segreti e finzioni. Quando l’ego cade, i corpi si alzano e il cuore si apre. Quanto alla parte brasiliana, ANATOMIA SONORA affonda le radici nella capoeira, oltre che nell’hip-hop. Come spiega Octavio Nassur: “gli artisti che appartengono a questi movimenti e/o a queste società dialogano e viaggiano attraverso le culture, creando numeri ibridi. Danno così forma a uno spazio sonoro e performativo che offre molteplici prospettive di ascolto e comprensione estetica e simbolica”. Anthony Egéa chiude il ballo electro con ADRÉNALINE.


30 DICEMBRE 2013 ORE 21.00 DURATA: 125’ con intervallo 31 DICEMBRE 2013 ORE 21.30 fuori abbonamento DURATA: 150’ con intervallo musica P. I. Ciaikovsky coreografia Lev Ivanov, Marius Petipa libretto Marius Petipa direzione artistica e adattamento Anatoly Emelyanov

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30 dicembre ore 21.00 PROGETTO SUPPORTER DANZA

THE ROYAL BALLET OF MOSCOW - THE CROWN OF RUSSIA

LO SCHIACCIANOCI Diretto da Anatoly Emelyanov, il “Royal Ballet of Moscow – The Crown of Russia” è stato fondato dallo stesso Emelyanov e da Anna Aleksidze nel 1997. Il Corpo di Ballo annovera tra le sue fila ballerini di grande esperienza e raffinatezza artistica, provenienti dai migliori teatri russi. Punta di diamante della compagnia è la splendida étoile Julia Golitcina, già solista del Eifman Ballet. Nel corso degli anni la compagnia ha realizzato tournée in Inghilterra, Irlanda, Stati Uniti, Thailandia, Cina, Giappone, Israele, Messico, Svezia, Germania, Francia, Spagna e Portogallo, riscuotendo un grande successo internazionale. E per la prima volta nella storia del balletto russo, il Royal Ballet of Moscow ha effettuato una tournée nell’Africa orientale, visitando paesi come la Tanzania, lo Zambia e il Kenya. La loro filosofia artistica prevede non solo la messa in scena dei grandi classici del balletto, ma anche la creazione di un repertorio moderno di più ampio respiro, rivolto ad un pubblico sempre più vasto e al contempo esigente. Il repertorio della Compagnia include grandi titoli quali Il Lago dei Cigni, Lo Schiaccianoci, La Bella Addormentata, Giselle, Don Chisciotte, Romeo e Giulietta, Cenerentola, Biancaneve, il capolavoro di Yuri Grigorovich Spartacus, e balletti in un atto

come Carmen, Bolero, Danze Polovesiane, El Amor Brujo, tra gli altri.

Atto I: Durante la vigilia di Natale, agli inizi del XIX secolo, il sindaco indice una festa per i suoi amici e per i loro piccoli figli. Questi, in attesa dei regali e pieni di entusiasmo, stanno danzando quando arriva il signor Drosselmeyer, un amico di famiglia, che porta regali a tutti i bambini, intrattenendoli con giochi di prestigio, nonostante all’inizio incuta paura ai bambini. Alla sua prediletta, Clara, regala uno schiaccianoci a forma di soldatino che Fritz, il fratello della bambina, rompe per dispetto. Arrivano alla festa anche i parenti, che si uniscono alle danze e ai festeggiamenti. Clara, stanca per le danze della serata, dopo che gli invitati si sono ritirati, si addormenta e inizia a sognare. È mezzanotte, e tutto intorno a lei inizia a crescere: la sala, l’albero di Natale, i giocattoli... e soprattutto una miriade di topi che cercano di rubarle lo schiaccianoci. Clara tenta di cacciarli, quando lo Schiaccianoci si anima e partecipa alla battaglia con i soldatini di Fritz: alla fine si fronteggiano lo Schiaccianoci e il Re dei Topi, che lo mette in difficoltà. Clara, per salvare il suo Schiaccianoci, prende una ciabatta e la lancia addosso al Re dei Topi, distraendolo,

così lo Schiaccianoci lo colpisce uccidendolo. Ed ecco che lo Schiaccianoci si trasforma in un bellissimo Principe e Clara lo segue, entrando in una foresta innevata. La prima parte del balletto si chiude con lo splendido “Valzer dei Fiocchi di Neve”. Atto II: Lasciata la foresta innevata i due giovani entrano nel Regno dei Dolci dove, al variopinto Palazzo, li riceve la Fata Confetto che si fa raccontare dallo Schiaccianoci tutte le sue avventure, e di come ha vinto la battaglia col Re dei Topi. In onore dei due ospiti, tutto il Palazzo si esibisce in una serie di danze che compongono il Divertissement più famoso e conosciuto delle musiche di Chaikovsky, culminando nel mitico “Valzer dei Fiori”, al termine del quale, il Principe e la Fata Confetto si esibiscono in un incantevole Pas de deux. Lo spettacolo si conclude con un ultimo Valzer, e il sogno di Clara finisce: al risveglio Clara, abbracciando il suo Schiaccianoci, ripensa al suo magico sogno e per un attimo non sa dire se sia stato sogno o realtà.


18 GENNAIO 2014 ORE 21.00

COMPAGNIA JUNIOR BALLETTO DI TOSCANA (ITALIA)

DURATA: 60’ senza intervallo

liberamente tratto da Les enfants terribles di Jean Cocteau testi di Francesco Antinucci recitati da Marzia Risaliti e Andrea Bruno Savelli regia e coreografia Fabrizio Monteverde direzione artistica Cristina Bozzolini produzione 1985 Spaziozero / Compagnia Baltica produzione del riallestimento Balletto di Toscana Junior tutor Amat-Associazione Marchigiana Attività Teatrali & Città di Urbino – Assessorato alla Cultura In collaborazione con Amat-Associazione Marchigiana Attività Teatrali & Città di Urbino – Assessorato alla Cultura, Arteven Circuito Teatrale Regionale Veneto, Teatro Pubblico Pugliese. in coproduzione con Fondazione del Teatro Grande di Brescia, Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee, Fondazione Milano Teatro Scuola Paolo Grassi, Fondazione Ravenna Manifestazioni, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Torinodanza. riallestimento nell’ambito del progetto RIC.CI / Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni ‘80/’90 ideazione e direzione artistica Marinella Guatterini assistente alla direzione Myriam Dolce Anno di produzione 1985 Riallestimento 2013 personaggi e interpreti: Mirko De Campi, Claudia Manto, Luca Cesa, Alessandra Berti

ore 21.00 PROGETTO SUPPORTER DANZA

LA BOULE DE NEIGE La storia di un fratello e di una sorella: Paul ed Elisabeth, il loro amore, e il loro fatale dissolvimento. La camera di rue Montmartre, uno spazio chiuso, vincolato, a cui se ne sovrappongono altri che lo ricalcano e lo rigenerano e dove i due fratelli recitano e agiscono, mentre altri due personaggi, Gérard e Agathe, che hanno l’indispensabile funzione di pubblico, accettano sedotti e atterriti di seguirli fino al tragico e inevitabile epilogo. Come in un concerto da camera, dove il più piccolo suono o rumore ha l’importanza di un evento, qui l’apatia, il disordine, la malattia, il sonnambulismo, ma anche l’ilarità gratuita, il gioco, la complicità e, soprattutto, la neve e/o “la droga innata”, si spiegano lungo lo spartito della storia in ordine sparso, apparentemente casuale, collocati in un’atmosfera “viziata” dove tutto può succedere. Anzi, dove tutto deve succedere. Fabrizio Monteverde

LA BOULE RITROVATA La boule de neige di Fabrizio Monteverde, terza produzione del Progetto RIC.CI/Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni 80/90, colpisce già sulla carta, per quella puntuale distribuzione di personaggi che preannuncia, - assieme alle note del coreografo, rimaste giustamente immutate -, il riconoscimento di una narrazione. La “trama” della pièce, nata nel dicembre 1985, è infatti espunta da un testo letterario di Jean Cocteau, Les enfants terribles del 1929, davvero sconcertante per la sua temibile attualità, per come tratta con tragico rigore e impalpabile leggiadria un’età atrocemente felice e devastante come l’adolescenza. Marinella Guatterini


2 MARZO 2014 ORE 18.30 DURATA: 75’ senza intervallo

ore 18.30 PROGETTO SUPPORTER DANZA

BALLETTO DI ROMA CONSORZIO NAZIONALE DEL BALLETTO (ITALIA)

CONTEMPORARY TANGO

con la partecipazione straordinaria di KLEDI KADIU

coreografia e regia Milena Zullo musiche Astor Piazzolla, Lucio Demare, Anibal Troilo, Juan D’Arienzo, Osvaldo Pugliese, Francisco Canaro e Angel Villoldo maitre de ballet e assistente alle coreografie Piero Rocchetti costumi Giuseppina Maurizi light designer Emanuele De Maria

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L’opera, attraverso l’uso del linguaggio contemporaneo, vuole raccontare un ballo: il tango sociale, che sempre di più sembra diffondersi nel nostro pianeta. Segnale ulteriore del fenomeno della globalizzazione che ancora una volta anche in questo ambito, come nel linguaggio della danza tutta, contamina, unisce, condivide. Il Tango sociale vissuto non più semplicemente come un ballo, con i suoi passi tipici, ma capace di divenire “racconto” di un modo di sentire tanto diffuso e così capace anche di percorrere con la sua musica ormai tutti i continenti della terra. L’opera creata per il Balletto di Roma esplora una nuova contaminazione tra il linguaggio contemporaneo ed il “minimalismo” dell’incontro tra corpi che parlano di tango: incontro di un linguaggio popolare e sociale con il più ricco e variegato modulo del balletto. Lo spettacolo narra l’abbraccio del tango, dentro il quale si colmano bisogni, aspettative, sogni, desideri e oblii, un abbraccio che ciascuno esprime arricchendolo del proprio sé e portando in esso tutta quella memoria, consapevole e non, che la vita gli ha tracciato nel corpo. Preziosa e speciale diviene la partecipazione straordinaria

di Kledi Kadiu, grazie al quale la virilità contenuta in questa danza diverrà protagonista. Intorno alla sua virilità si snocciolerà il racconto di una serata nella Milonga, come una scatola dentro la quale s’addentrano tante persone/personaggi, ove il tempo diviene Hora Zero, come più volte affermato da Piazzolla, l’attimo tra la fine e l’inizio, il tempo sospeso, dentro il quale gli incontri, le passioni, le gelosie, gli abbandoni, le fantasie, le solitudini, le tante e diverse anime verranno raccontate come un album di fotografie da sfogliare. Nato a Tirana (Albania) nel 1974, Kledi Kadiu entra giovanissimo all’Accademia Nazionale di Danza dove si diploma nel 1992 e subito dopo nel corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Tirana dove, fin dall’inizio, ricopre ruoli solistici nei balletti di repertorio. Nel 1993 si trasferisce in Italia per lavorare prima a Mantova e successivamente a Rovereto. La prima esperienza televisiva arriva nel 1996 e dall’anno successivo è primo ballerino in programmi Mediaset noti al grande pubblico quali Buona Domenica, C’è posta per te ed Amici. Protagonista nel 2005 dei film autobiografico

Passo a due nel 2006 è tra gli interpreti della fiction RAI Ma chi l’avrebbe mai detto (con Ornella Muti e Katia Ricciarelli); dal 2010 è uno dei volti di Rai5 con il programma Step – passi di danza e come inviato speciale al Teatro alla Scala di Milano per l’anteprima del balletto Raimonda. Intensa l’attività di collaborazione con l’UNICEF per il quale è testimonial del progetto PIGOTTA e della campagna “IOcomeTU – Mai nemici per la pelle” e osservatore in Bangladesh. Nonostante la sua lunga permanenza in Italia è sempre molto stretto il legame con la sua terra d’origine: nel 2004 il Presidente della Repubblica d’Albania gli conferisce l’Alta Onorificenza “Ambasciatore della Nazione” e nel 2012 il grande titolo artistico Grande Maestro “per la sua attività artistica e per aver contribuito alla divulgazione della danza a livello internazionale. Nel 2007 inizia la sua collaborazione con il Balletto di Roma: è il protagonista della fortunata produzione Giulietta e Romeo di Fabrizio Monteverde e nel 2013 è interprete del rinnovato Contemporary Tango di Milena Zullo.


27 MARZO 2014 ORE 21.00

COMPAGNIA MVULA SUNGANI - PHYSICAL DANCE (ITALIA) CENTRO REGIONALE DANZA LAZIO

DURATA: 75’ senza intervallo

FANTASIA

regia e coreografia Mvula Sungani interpreti i solisti della compagnia arrangiamenti e musica dal vivo Riccardo Medile musiche AA.VV. costumi Giuseppe Tramontano

ore 21.00 PROGETTO SUPPORTER DANZA

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C’è un luogo in cui il reale si intreccia con l’irreale, in cui tutto può accadere in cui i sogni possono diventare realtà.... è la fantasia... La danza spinta fino all’estremo diventa un acrobalance e teatro-circo, dove il corpo umano prende forme e sembianze animali e vegetali. L’idea è quella di creare un teatro globale che unisce danza, musica, parola e circo. Arti unite e miscelate per costruire un racconto unico, quello dell’anima. Il linguaggio del corpo che viene usato per scrivere una storia tridimensionale, fatta di sculture che si trasformano in animali, di donne che si trasformano in antiche amazzoni, del mondo moderno che si alterna e fonde con quello antico. Mvula Sungani in questa nuova pièce vuole far vivere allo spettatore un atmosfera fiabesca. Per capire è sufficiente immaginare di essere in una casa, dove una persona ricorda la propria vita. Inizia il racconto talvolta fatto di sola danza o di sola musica o dall’insieme delle due cose, intento a proiettare chi assiste in luoghi al di fuori della casa stessa che si materializzano e prendono forma in base alle suggestioni rappresentate in quel momento. Insomma un insieme di quadri onirici accompagnati dalle più grandi melodie

e canzoni proprie della tradizione musicale Italiana, dal melodramma alla musica d’autore, il tutto unito a composizioni originali interpretate dal vivo. Scenografie multimediali e giochi di luce conferiranno allo spettacolo un sapore moderno e tecnologico. Fantasia con le sue suggestioni darà allo spettatore una chiave per assistere al circo dell’anima. La compagnia che fonda le basi della propria attività nella ricerca e nella contaminazione, sta attraversando una fase particolarmente intensa e ricca di soddisfazioni sia in Italia che all’estero effettuando tournée in Germania, Francia, Inghilterra, Portogallo e Croazia. La prima fase della ricerca di Sungani ha favorito la nascita del modern black, fusione della tecnica classica con quella moderna (Horton, Limon), contaminata con la contact improvvisation e la danza etnica (Dunham, afro-acrobatica e popolari italiane). Dopo aver consolidato lo stile black ed averlo trasformato in una tecnica, il coreografo italo africano ha proseguito la sua ricerca unendo il risultato del suo percorso sperimentale e creativo con le tecniche circensi (acrobalance,

con la partecipazione di EMANUELA BIANCHINI aereo, acrobatico, ecc) ed il karate (wado-riu), generando un nuovo concetto artistico: il physical dance theatre. La nuova danza asseconda le leggi naturali della fisica, conferendo al movimento fluidità, spettacolarità, plasticità e una spiritualità di origine orientale. Le trame coreografiche perdono ogni momento di fatica, facendo apparire gli interpreti intrappolati nella morbidezza di un moto perpetuo. La teatralità e la partecipazione emotiva degli interpreti conferiscono al nuovo stile grande phatos. La compagnia ha al suo attivo prestigiose coproduzioni con importanti enti, tra cui il Teatro Comunale di Modena, Taormina Arte e Vignale Danza. Si è esibita nei maggiori teatri italiani come il Teatro dell’Opera di Roma, il Teatro La Fenice di Venezia e il Teatro Petruzzelli di Bari. Molte le collaborazioni con étoiles internazionali, tra cui Isabelle Ciaravola, Emanuela Bianchini, Giuseppe Picone, Alessio Carbone, Raffaele Paganini e con nomi noti quali Anbeta Toromani e Kledi Kadiu oltre che con attori di immensa statura come Giorgio Albertazzi e Philippe Leroy, e di grande appeal popolare quali Alessandro Preziosi ed Anna Falchi.


IO SONO

COMICO & DINTORNI 2013.14

VENERDÌ 8 NOVEMBRE 2013 - turno A SABATO 9 NOVEMBRE 2013 - turno B DOMENICA 10 NOVEMBRE 2013 - fuori abbonamento

MERCOLEDÌ 15 GENNAIO 2014 - turno A GIOVEDÌ 16 GENNAIO 2014 - turno B

VENERDÌ 28 FEBBRAIO 2014 - turno A SABATO 1 MARZO 2014 - turno B

ENNIO MARCHETTO

MAURIZIO BATTISTA

VISTI DA VICINO

VENERDÌ 31 GENNAIO 2014 - turno A SABATO 1 FEBBRAIO 2014 - turno B

VENERDÌ 7 MARZO 2014 - turno A SABATO 8 MARZO 2014 - turno B

MERCOLEDÌ 27 NOVEMBRE 2013 - turno A VENERDÌ 29 NOVEMBRE 2013 - turno B

PAOLO MIGONE

ALE & FRANZ

CARLO & GIORGIO

GIUSEPPE GIACOBAZZI

UN PO’ DI ME

VENERDÌ 20 DICEMBRE 2013 - turno A

ENRICO BERTOLINO

CASTA AWAY LA TEMPESTA IMPERFETTA

GLI UOMINI VENGONO DA MARTE, LAVORI IN CORSO LE DONNE DA VENERE

SABATO 22 MARZO 2014 - turno A

SABATO 15 FEBBRAIO 2014 - turno B

TRICICLE

MAX CAVALLARI, GIORGIO VERDUCCI, DANIELE RONCHETTI, MARCO DELLA NOCE e RAFFAELA FICO

SABATO 5 APRILE 2014 - turno B

A CENA COI CRETINI

100% TRICICLE RAUL CREMONA

PRESTIGI

Tutti gli spettacoli iniziano alle ore 21.00


I

l Teatro Toniolo compie 100 anni e gli Amici della Musica di Mestre intendono con la XXVIII Stagione di musica sinfonica e da camera di Mestre festeggiare nel modo dovuto un evento, tanto carico di valori simbolici per la comunità cittadina. La stagione è caratterizzata da una grande varietà di proposte, da nuovi progetti e programmi di importanti artisti sempre pronti a rinnovare i loro repertori, ma anche di giovani tesi a costruire la loro futura vita musicale. L’apertura e la chiusura della stagione sono dedicate proprio a quei giovani che con il progetto X-Music hanno consentito agli Amici della Musica di Mestre di ricevere quest'anno dalla Associazione Nazionale Critici Musicali il prestigioso Premio Abbiati. Il via con l’Orchestra Giovanile Italiana, creata da Piero Farulli alla Scuola di Musica di Fiesole, compagine di 87 musicisti che sta riscuotendo grandi riconoscimenti internazionali, con un programma scintillante, Rachmaninov, e poi Ravel con il suo Bolero. Direttore di prestigio l'anglo-caraibico Wayne Marshall, che già alcuni anni fa con l'orchestra Verdi di Milano ha inaugurato la stagione mestrina. La chiusura della stagione, al giovanissimo Trio Armellini Marzadori, anch’essi vincitori del Premio Abbiati 2013, categoria esecutori, con un programma di opere fondamentali nel repertorio del trio con pianoforte. Tre concerti di “famiglie” di stessi strumenti andranno a scoprire interessanti musiche di varie epoche. Il primo, un quintetto di magnifici violoncellisti creato da Giovanni Sollima, che ha voluto celebrare uno dei padri della musica occidentale, il leggendario Principe dei Musici Gesualdo da Venosa. Poi un quartetto di sassofoni, Signum Saxophone Quartett, un soprano, un contralto, un tenore e un basso, musicisti di grande talento che suonano a memoria, con un’opera originale di Glazunov e affascinanti trascrizioni da Ravel, Berstein e Gershwin. Infine un duo di violini unico e straordinario per fantasia e qualità strumentale, Ilya Ioff e Lidija Kovalenko, marito e moglie, provenienti dalla grande scuola violinistica di San Pietroburgo, che faranno sentire come possono “dialogare” due violini a suon di virtuosismi. Due appuntamenti con il Recitar cantando dove parola e musica si aiutano l’una con l’altra. Dedicato a Verdi il primo, un nuovo spettacolo di Marco Paolini e Mario Brunello Verdi, narrar cantando, in cui si scoprirà un Verdi “quotidiano” nelle sue parole e nelle sue celebri melodie e dove anche il pubblico verrà istruito e invitato a cantare. Il concerto è dedicato ai 100 anni del Teatro Toniolo, che nell'agosto del 1913 fu inaugurato proprio con il Rigoletto di Giuseppe Verdi. Napoli, Firenze e Venezia del ‘600 musicale sono invece le tappe del viaggio tra musica tradizionale, sacra e profana, in cui la straordinaria voce e presenza scenica di Marco Beasley insieme al clavicembalista Guido Morini e all’Accordone Ensemble, saranno protagonisti. Il quartetto d’archi e il pianoforte sono colonne portanti di una stagione di musica da camera, così avremo gli spagnoli del Quarteto Casals, celebre per le sue esecuzioni del repertorio classico, questa volta con un programma tutto “spagnolo” accentuato dalla presenza del chitarrista Carles Trepat e compositori come Turina, Toldrò e Boccherini con il quintetto Fandango. La presenza di una leggenda del pianoforte come Grigory Sokolov è sempre un regalo, per la profondità e l’unicità delle sue interpretazioni amate dal pubblico di tutto il mondo. Un’attenzione particolare va al concerto del pianista Andrea Rebaudengo, che ci darà l’occasione rara di ascoltare e rivivere un pezzo di storia del '900 difficile da dimenticare. Il tema reso celebre dal gruppo Inti Illimani El pueblo unido jamàs serà vencido è il tema sul quale Federic Rzewski ha composto una fantastica opera per pianoforte, usando lo strumento in tutte le sue possibilità virtuosistiche ed espressive. Come ormai consuetudine la stagione si conclude con la trasferta all’Arena di Verona, questa volta per Un Ballo in Maschera, esplosiva e intrigante opera di Verdi.

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Mario Brunello

IO SONO

MUSICA

XXVIII STAGIONE DI MUSICA SINFONICA E DA CAMERA DI MESTRE 2013-2014 Associazione Amici della Musica di Mestre Onlus - Premio Abbiati 2013 Direttore Artistico Mario Brunello

5 novembre 2013 ore 21.00

28 gennaio 2014 ore 21.00

Direttore WAYNE MARSHALL

Vera Martinez e Abel Toma's, violini Jonathan Brown, viola Arman Toma's, violoncello Carles Trepat, chitarra

ORCHESTRA GIOVANILE ITALIANA 19 novembre 2013 ore 21.00

GIOVANNI SOLLIMA

TENEBRAE, IL PRINCIPE DEI MUSICI

Omaggio a Gesualdo di Venosa (1566-1613) il principe del madrigale a 400 anni dalla morte.

Violoncelli: Giovanni Sollima, Monica Lescovar, Hannah Suhyoung, Amedeo Cicchese, Paolo Bonomini 3 dicembre 2013 ore 21.00

ANDREA REBAUDENGO pianoforte

THE PEOPLE UNITED WILL BE NEVER DEFEATED

dal tema di El pueblo unido jamàs serà vencido degli Inti Illimani

17 dicembre 2013 ore 21.00

VERDI, NARRAR CANTANDO

progetto per i cento anni del Teatro Toniolo nel bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi di MARCO PAOLINI e MARIO BRUNELLO musiche di Giuseppe Verdi regia di Marco Paolini, Cesar Brie

CUARTETO CASALS

2 febbraio 2014 ore 20.00 - teatro La fenice

ORCHESTRA DEL TEATRO LA FENICE Direttore DIEGO MATHEUZ 4 febbraio 2014 ore 21.00

GRIGORY SOKOLOV PIANOFORTE 18 febbraio 2014 ore 21.00

SIGNUM SAXOPHONE QUARTET Blaz Kemperle, sassofono soprano Erik Nestler, sassofono alto Alan Luzar, sassofono tenore David Brand, sassofono baritono 4 marzo 2014 ore 21.00

ACCORDONE ENSEMBLE Marco Beasley, voce Guido Morini, organo, clavicembalo e direzione

LA BELLA NOEVA

Viaggio musicale nel barocco italiano con brani di musica sacra, profana, tradizionale.

Rossella Croce, violino Elisa Citterio, violino Marco Frezzato, violoncello Stefano Rocco, chitarra barocca e arciliuto Franco Pavan Tiorbai 1 aprile 2014 ore 21.00

ILYA IOFF VIOLINO LIDIIA KOVALENKO VIOLINO 15 aprile 2014 ore 21.00

TRIO ARMELLINI MARZADORI Premio Abbiati 2013 Leonora Armellini, pianoforte Laura Marzadori, violino Ludovico Armellini, violoncello

Fuori abbonamento 7 giugno 2014 ore 17.00 - Villa Zajotti

CONCERTO IN VILLA

Fuori abbonamento 27 giugno 2014 ore 21.15 - Arena di Verona

GIUSEPPE VERDI

UN BALLO IN MASCHERA


Città di Venezia

ARTEVEN

direzione attivitÀ culturali

CIRCUITO TEATRALE REGIONALE

Sindaco Giorgio Orsoni

Responsabile Amministrazione Daniela Voltan

Presidente Anselmo Boldrin

Assessore Attività culturali Angela Vettese

Organizzazione Teatro Toniolo Massimo Grandese

Struttura Organizzativa Direttore Pierluca Donin

Direttore Attività culturali Roberto Ellero

Promozione e Comunicazione Maria Cristina Moreschi Alessandra Pedani Chiara Toso

Vicedirettore Patrizia Boscolo

Dirigente Settore Produzioni culturali e Spettacolo - Direzione Teatro Toniolo Angela Fiorella

Comunicazione web Michele Diliberto Roberto Ranieri Francesca Sartori Amministrazione Cristina Pomelli Tiziana Rizzo Marina Trevisan

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Programmazione e gestione Lucina Baldan Stefania Baldassa Pier Giacomo Cirella Federico Corona Chiara Doria Vanessa Gibin Anna Zamattio Amministrazione Valentina Baldan Antonella Guzzo Alessandra Pavan Martina Perissinotto Alessandra Gianni



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www.teatrotoniolo.info


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