1 minute read
PICCOLI E GRANDI COSTRUTTORI PER L’EPOCA D’ORO DEL MOTOCICLISMO ITALIANO
LA VITTORIA DI “PECCO” BAGNAIA CON LA DUCATI NELLA MOTOGP 2022 CI RICOLLEGA DIRETTAMENTE AL PERIODO D’ORO DEL MOTOCICLISMO ITALIANO. ERANO INFATTI
CINQUANT’ANNI CHE UN PILOTA NOSTRANO NON VINCEVA IL TITOLO DELLA CLASSE TOP IN SELLA A UNA MOTO ITALIANA. PARLIAMO DI GIACOMO AGOSTINI CON LA MV AGUSTA. di Franco Carmignani
Advertisement
Tra il 1962 e il 1972 si era completata la rivoluzione giapponese che ha preso il via con il neozelandese Tom Phillis nella classe 125 con la Honda, che fa il bis l’anno seguente con lo svizzero Luigi Taveri. È poi la volta di Suzuki con l’altro australiano Hugh Anderson, nel 1965, e fnalmente Yamaha con il fenomeno Bill Ivy nel 1967, e Kawasaki nel 1969 con l’inglese Dave Simmonds. La situazione non cambia nella 250, classe nella quale c’è il duello tra i due “pezzi da novanta” Mi e ailwood ( onda) e Phil Read (Yamaha).
Nella “tre e mezzo”, Agostini e la MV riescono a respingere gli attacchi di ailwood e Read fno al 1973, mentre nella “mezzo litro”il dominio della MV Agusta dura ben 16 anni, per una leggenda alimentata da ohn Surtees, Gary oc ing, Mi e ailwood, Phil Read, Giacomo Agostini. Sarà proprio Agostini, passato in Yamaha, a causa della diffcile convivenza con Read, a interrompere la striscia di Cascina Costa con la Y R O 23 della casa di Iwata.