5 minute read

“La corsa più alta del mondo” da Trafoi allo Stelvio

Next Article
SONO DISPONIBILI

SONO DISPONIBILI

NEL 1932 SI SVOLGEVA IL PRIMO “CAMPIONATO INTERNAZIONALE DELLA MONTAGNA”

SUL PASSO DELLO STELVIO. GLI ORGANIZZATORI ERANO I 5 CLUB AUTOMOBILISTICI PIÙ IMPORTANTI D’EUROPA CHE PROPONEVANO LE LORO 5 MIGLIORI STRADE DI MONTAGNA

Advertisement

COME PISTE DI GARA. IN ITALIA FU QUELLA DA TRAFOI ALLO STELVIO. di Stephan Gander

Il Campionato Internazionale Della Montagna

Nel 1932, i 5 più importanti club automobilistici europei organizzarono il primo “Campionato Internazionale della Montagna”, ogni nazione proponeva il suo percorso di montagna più attraente: la Germania con il Kesselberg, l’Austria con il Gaisberg, la Svizzera con il Passo del Klausen, la Francia con il Mont Ventoux e per l’Italia l’Automobile Club di Milano, con il supporto degli Automobile Club locali di Merano e Bolzano, aveva scelto lo Stelvio come luogo di gara. La corsa da Trafoi (1.550 m) allo Stelvio (2.760 m), con un dislivello di 1.200 m, era pubblicizzata come la “corsa più alta del mondo”. Il vincitore riceveva un premio in denaro pari a 50.000 lire, che oggi equivale a circa 50.000 euro.

Tanti assi del circo internazionale delle corse si iscrissero alla gara dello Stelvio: per esempio dalla Germania due piloti super star come Rudolf Caracciola e Hans Stuck, il “re della montagna”. Anche dalla Svizzera si misero in lista due piloti di punta come Hans Stuber e Horst Von Waldthausen. La lista dei piloti Italiani iscritti di una certa fama è lunghissima, da Clerici, al Marchese Cornaggia, a Aymini, Minozzi e Strazza, anche la “Scuderia Ferrari”, la squadra corse dell’Alfa Romeo, con Enzo Ferrari come direttore di gara, era presente con grandi nomi come Tazio Nuvolari e Mario Tadini.

LAVORI PREPARATORI, TECNOLOGIA ALL’AVANGUARDIA E ALLENAMENTI

Già diversi giorni prima della gara, a Trafoi tutto era in piena attività: le 45 curve (segnalate con numerazioni progressive) della strada sterrata dello Stelvio doveva essere in perfette condizioni. In più tra

Trafoi e lo Stelvio sono stati istallati appositamente una linea telefonica di 14 km per avere un collegamento funzionante in 5 punti del percorso, un moderno sistema di altoparlanti e per la prima volta come innovazione assoluta un apparato elettronico di misurazione del tempo in grado di registrare i tempi di arrivo dei gareggianti con frazioni di secondo. Nell’area di arrivo del Giogo dello Stelvio sono stati allestiti parcheggi per le auto private e un’area riservata alle macchine da gara, oltre a una tribuna per spettatori e giornalisti. Il giorno prima della gara al mattino dalle 5 alle 8, si tenevano le prove a circuito chiuso per consentire ai partecipanti di testare l’impegnativo percorso: il miglior tempo è stato ottenuto dal pilota tedesco Rudolf Caracciola. Anche dopo la riapertura della strada al traffco generale, la maggior parte degli automobilisti ha continuato a fare giri di ricognizione per memorizzare in modo perfetto il percorso.

La Notte Prima Della Corsa

A Trafoi, in zona di partenza un buio cielo notturno avvolge le montagne dell’Ortles e dello Stelvio, sopra le quali brilla un magnifco cielo stellato e una pittoresca falce di luna illumina i ghiacciai. A Trafoi, dove i corridori hanno preso alloggio, c’è ancora una calma sognante in questa notte scura-argentata, che però promette una giornata meravigliosa. I bellissimi bolidi sono tutti parcheggiati a valle, stanno l in fla come una composizione di colori rosso, blu, verde, nero e bianco, protetti dalle loro guardie e in attesa della loro grande esibizione. A partire dalle ore 9.00, direttamente di fronte all’Hotel Bella Vista di Trafoi, nella curva 46, avverrà la partenza per la grande “Corsa dello Stelvio”.

Allo Stelvio nel cuore della notte, le fnestre dell’hotel del Giogo si illuminano, a questa altitudine lontana dalla vita di città, l’osservatore è accolto da una vita da campo automobilistico mai vista prima. Striscioni, bandiere e manifesti ovunque, una folla di persone e centinaia di auto. Alle 5 del mattino la calca delle macchine è al massimo perché, poco dopo, la strada sarà chiusa. La confusione al parcheggio è grande, ma l’umore di tutti, nonostante l’ora mattutina, è brillante. Branchi di persone si muovono tra le automobili, cantando, fschiando, suonando delle trombe. Alle ore 7.00 un debole vento mattutino muove gli striscioni e le bandiere. L’Ortles brilla magnifcamente alla prima luce del sole, ora il colle dello Stelvio inizia ad affollarsi fno alla cima, tutti vogliono il posto migliore, tutti vogliono osservare la grande gara dello Stelvio.

LA GRANDE GARA, UN FINALE AL CARDIOPALMA

Alle 9 l’altoparlante annuncia la partenza del primo concorrente, la gara è iniziata. Le prime a partire sono le auto di serie utilitarie della “classe turismo”, la maggior parte delle quali sono piloti privati. Il grande interesse degli spettatori è, però, per i nomi di fama mondiale con le auto sportive e da corsa che entrano in gara solo nella seconda metà della corsa. La partenza dei concorrenti avviene ogni 3 minuti, l’altoparlante annuncia fnalmente la partenza numero 68 ... “ ans Stuck ... partito!” Pochi minuti dopo la partenza, un’imponente nuvola di polvere si alza nella foresta di Trafoi; ancor prima che si possa intravedere la Mercedes SSKL bianca, si preannuncia la sua corsa eroica. Ora è fnalmente visibile in pista: Stuc è uno specialista delle salite, compie veri e propri miracoli con la sua pesante e potentissima auto, sfreccia sui tornanti, solca letteralmente il manto stradale, fa rombare il motore e corre impetuosamente verso il traguardo sollevando nuvole di polvere e ghiaia. E raggiunge il miglior tempo!

La folla si scatena, ma non c’è tempo per commenti, perché Tazio Nuvolari, con il numero 72, è partito sei minuti dopo Stuck. Il “Mantovano volante” in partenza, aveva dimenticato di mettersi gli occhiali e, nonostante la polvere ed il vento da corsa, è sempre al massimo attacco in tutta la serie di tornanti. Tuttavia, l’italiano - la cui Alfa Romeo 2300 “Mille Miglia” ha solo la metà della cilindrata della vettura del suo concorrente tedesco - è leggermente in ritardo rispetto alla tabella di marcia e alla fne, attraversando il traguardo, è in ritardo di 20 secondi su Stuck.

Ora è un botta e risposta: tutti aspettano con ansia il pilota che negli allenamenti ha raggiunto il miglior tempo: “Rudi Caracciola n° 98 ... partito…”. Il pubblico lo segue per tutta la pista e osserva il suo stile elegante nei tornanti e l’accelerazione della vettura sui brevi rettilinei; tutti applaudono, ma alla fne “Caratsch” con la sua Alfa Romeo 8C è in ritardo di qualche secondo rispetto al suo connazionale Stuck.

Manca solo un’Alfa rossa della “Scuderia Ferrari” che potrebbe entrare nei migliori tempi assoluti. Mario Tadini con il numero 100 è velocissimo nei tornanti: il pubblico percepisce la sua splendida corsa e lo accompagna con entusiasmo su per le curve. Si arrampica con energia, con stile, con facilità. Riuscirà a fare quello che Caracciola non è riuscito a fare Diventa un fnale al cardiopalma: Tadini è all’ultimo tornante, a pochi metri dal traguardo, ma all’improvviso la macchina rallenta per un breve istante, suffciente per perdere la gara. Il cronometro si ferma, manca un battito di ciglia al miglior tempo di Stuck.

I 4 EROI E L’ANALISI

Mario Tadini, è vincitore della categoria 2000 cm³ e secondo assoluto; poi, rivela alla stampa di non essere riuscito a inserire la terza marcia per un breve momento sul rettilineo d’arrivo. Rudolf Caracciola, terzo assoluto, ha commentato con entusiasmo il percorso allo Stelvio: “per il motore questa pista è durissima, ma per il pilota è divertentissima!”. Tazio Nuvolari, quarto in classifca generale, ha ironizzato con il suo solito umorismo asciutto: “ È stata una gara estrema, si parte dal fondovalle con l’acqua piena e quando si arriva in cima è tutta evaporata”, ha detto alludendo al radiatore fumante della sua Alfa Romeo. Nel frattempo, il vincitore assoluto Hans Stuck è stato decorato con una gigantesca corona d’alloro, circondato dagli applausi di una folla innumerevole e, corteggiato dai cacciatori di autograf. Per i numerosi spettatori la gara dello Stelvio del 1932 - su questa magica pista unica in Europa - è stata di grande impatto e rimarrà un’esperienza indelebile da pelle d’oca.

This article is from: