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A STAR IS BORN

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Manovella PER

Manovella PER

IL PRODUTTORE DINO DE LAURENTIIS RIMASE FOLGORATO DALL’INTERPRETAZIONE DI CLINT EASTWOOD NEL FILM “LE STREGHE” E COMPRÒ UNA FERRARI 275 GTB ESCLUSIVAMENTE PER CEDERLA ALL’ATTORE, CHE SE LA PORTERÀ IN AMERICA

E LA FARÀ PERSONALIZZARE DAL “CAR GURU” DEI VIP GEORGE BARRIS. di Luca Marconetti

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Auna recente conferenza su un marchio concorrente di Ferrari tra gli anni ‘60 e ‘70, alla quale ho preso parte, mi sono sentito dire “queste auto andavano molto meglio delle Ferrari e poi erano più belle e particolari”… inutile dire che ho dovuto trattenere una reazione rabbiosa e ingoiare il rospo ma la sensazione di fastidio è rimasta per giorni, quasi che fossi il nipote di Enzo Ferrari: “ma come?”- continuavo a ripetermi - “una Ferrari denigrata per favorire un’auto costruita per pochi anni da un’azienda poi fallita? Ma ci rendiamo conto?! Ferrari è automo i e er efni ione, ue a che tutti sognano, tutti vog iono e tutti conoscono. i otr essere stato anche ua cosa i meg io, o sosteneva anche un certo am orghini ma icona, a e e a sen a tem o, orgog io del Made in Italy più conosciuto al mondo sono indiscutibili”. E così mi sono subito messo a pensare cosa avrei potuto inventarmi, almeno per fare pace con me stesso, per riabilitare il ruolo di mito assoluto che la Ferrari deve avere, non può essere scalfto ma cosa? Di corse ne hanno parlato e ne parlano tutti, di modelli meno fortunati di altri, anche, e poi in pratica non ce ne sono (le Ferrari, sono tutte Ferrari a prescindere!), di aneddoti sulle persone coinvolte a vario titolo nella più straordinaria storia italiana, ne sono pieni i libri. A un certo punto l’illuminazione! Alla scorsa edizione di Milano Autoclassica, allo stand ASI, c’era la Ferrari 275 GTB verde appartenuta a Clint Eastwood: si potrebbe parlare di quella. Uno dei più grandi attori e registi di Hollywood, un esemplare raro fra i rari, una mosca bianca, una vicenda che sa di Dolce Vita, dell’Italia Bella degli anni 60, di fascino, di tempi d’oro. È perfetto! Un paio di telefonate, un viaggio in macchina ed eccomi qui, in una residenza del veronese (sì, se l’è accaparrata un collezionista italiano: bello, vero?) al cospetto di una delle auto più sensazionali ed eleganti che abbia mai visto e della quale vale la pena raccontare la storia per flo e per segno, senza tralasciare nulla.

LA 275 GTB

Prima di parlare dell’esemplare protagonista del nostro servizio, cerchiamo di capire che modello è, nell’orbita Ferrari, quella meraviglia della 275 GTB, perché di un esemplare di questa fortunata serie, si parla. Presentata al Salone di Parigi del 1964 come sostituta delle varie 250, è innovativa come poche altre vetture del cavallino: sospensioni posteriori a ruote indipendenti, cerchi in lega leggera, cambio a 5 marce in blocco col differenziale al posteriore - architettura che la Porsche, adottandola, defnirà Transaxle - e il lancio di una sigla che farà storia GTB, Gran Turismo Berlinetta , ossia una vettura sportiva, votata alla guida veloce ed esuberante ma con fniture curatissime ed eccellenti capacità stradiste. A confezionare tutto questo con un involucro degno di tale modernità, ci penserà il fdo Pininfarina, che realizzerà un vero capolavoro, considerato oggi uno dei suoi disegni più importanti per il Cavallino Rampante, la perfetta commistione di linee sinuose e moderne con gli stilemi tradizionali del Marchio, senza ardori eccessivi, che ne avrebbero rovinato l’equilibrio formale.

Sono numerose e piuttosto frequenti le modifche intervenute al modello originario - tutte le evoluzioni le spiega bene Elvio Deganello nel suo completissimo servizio pubblicato sul numero di aprile 2022 de La Manovella - ma in linea di massima, possiamo dividere le 275 in tre gruppi , caratterizzati da due carrozzerie e due motorizzazioni diverse: il primo con il V12 di 3285,72 cm progettato da Gioachino Colombo, alimentato da 3 carburatori o, a richiesta, da 6, da 280 o 300 CV con un albero a camme per bancata, il secondo col medesimo motore ma lo sbalzo anteriore più prominente e la calandra più sottile, elemento che introdurrà la differenza fra le precedenti Muso Corto e le successive Muso Lungo (inizio produzione a fne 1965) e il terzo, quello degli esemplari denominati 275 GTB/4, dove il numero indica gli alberi a camme in testa ossia due per ogni bancata di cilindri, abbinati ai 6 carburatori di serie: presentata al Salone di Parigi del ’66, è la prima Ferrari stradale a introdurre tale innovazione.

TELAIO #08359

Enigmatico, tenebroso, bello e dannato, Eastwood deve molto all’Italia, soprattutto a un regista, Sergio Leone, che ne fece la star del suo fortunatissimo flone Spa- ghetti Western”, una rivisitazione del genere classico che seppe unire e intrecciare le produzioni di Cinecittà con quelle statunitensi, godendone entrambe e portando la reputazione del cinema italiano a vette diffcilmente replicate. Mentre è in Italia, con Leone Eastwood gira Per un Pugno di Dollari , Per qualche Dollaro in pi e Il Buono, il Brutto e il Cattivo” ma c’è spazio anche per altre interpretazioni, un po’ per gioco un po’ per capacità attoriali versatili e sorprendenti, come in una scena di Le Streghe (uscito nel 1967), un flm corale e dal cast stellare - fra gli altri Silvana Mangano, Massimo Girotti, Annie Girardot, Alberto Sordi, Totò -, una serie di episodi diretti dai più grandi registi dell’epocaDe Sica, Pasolini, Visconti, Bolognini - e prodotto da Dino De Laurentiis. Proprio seguendolo nell’episodio di De Sica Una Sera come le Altre , dove interpreta un marito americano che fa l’impiegato in Italia, inetto, insofferente e sonnolento, del quale la bella moglie (Silvana Mangano) ancora giovane e vitale, è stufa, De Laurentiis rimane colpito dalla sua bravura e decide di fargli un regalo speciale. Eastwood, nel lungo soggiorno romano, apprezza soprattutto le belle ragazze e le belle auto, prime fra tutte le Ferrari. De Laurentiis lo sa e decide di fargliene avere una. La scelta ricade su una 275 GTB, all’epoca la più sportiva e lussuosa GT a 2 posti secchi Ferrari, che viene confgurata in un elegante ma fn troppo sobrio Grigio Notte 106-E-28 (come confermato dall’expertis Ferrari Classiche) e, fn dall’origine, dotata di tachimetro in miglia orarie, cerchi a raggi Borrani e i poggiatesta, che completano gli interni rivestiti in cuoio nero VM 8500. Nello specifco parliamo del l’esemplare caratterizzato dal n° di telaio 08359, completato nel marzo 1966 presso gli stabilimenti di Maranello, poi intestata alla Dino De Laurentiis Cinematografca , come attesta il Foglio Complementare, con targa Roma 925721. L’auto, essendo del ’66 inoltrato, rispecchia tutte le caratteristiche delle altre Muso Lungo (introdotte sulle vetture di serie a partire dal telaio 07883) con motore a due alberi (tipo 213): unità motore 1144/64, tre carburatori eber 40 DC 6, accensione a spinterogeno Marelli, lubrifcazione a carter umido, 4 freni a disco con doppio circuito, cambio manuale a 5 marce in blocco col differenziale posteriore tipo 563, rapporto al ponte 9:32.

A partire dal telaio 08306, le 275 risolvono il problema delle fastidiose vibrazioni causate dall’albero di trasmissione su cuscinetto, adottando un tubo rigido d’acciaio che insacchetta l’albero: essendo l’esemplare oggetto del servizio successivo, ne è dotato anch’esso e il confort e la silenziosità di marcia, ne sono un segnale. Altre caratteristiche peculiari riscontrabili sulla nostra 08359, rispetto alle serie precedenti, sono i paraurti più alti, il serbatoio sdoppiato ai due lati del bagagliaio, il lunotto più ampio e le cerniere del baule esterne al cofano, rivestite da un guscio cromato. Finita la lunga tournée italiana, Eastwood torna negli USA e attende la sua Ferrari nel Nevada, dove riceve i documenti americani che ne attestano ancora la sua proprietà. La 275 gli piace molto ma, proprio per questo, è deciso a personalizzarla secondo i suoi gusti. All’epoca in America, a rendere uniche le automobili dei Vip e dei divi del jet-set, ci pensa George Barris il creatore di vetture star del grande e piccolo schermo come la Lincoln Futura Batmobile , la Dodge

Charger Generale Lee e la Pontiac Firebird Trans-Am itt e che, le sue avventure con le richieste, le stramberie, i vizi, i capricci di Dean Martin, ohn ayne, Elizabeth Taylor, Elton ohn, Elvis e Steve McQueen, le racconta in un esilarante libretto intitolato “Stars and their Cars”. Il sottotitolo recita: n uesto i ro straor inario, visiterete le superstars nelle loro case e saprete per primi che auto posseggono o che sognano di avere!”

È qui che scopriamo l’evoluzione della 275 di Clint, anch’esso suo cliente, del quale dichiara: “Per Clint la strada migliore di tutte è la a i ornia s ig a ne, una stretta e tortuosa striscia as a to che si arrampica a scogliere di pietra grigia a picco sulla costa. Anche se è molto a i e, ne a gui a si istrae e o anno anche g i a tri automo i isti, che si voltano verso la baia per guardare il mare. Ecco perché Clint ha bisogno i un automo i e recisa, otente e in gra o i ar ronte a im revisti senza perdere il controllo. In altre parole: una Ferrari. È il suo orgoglio e a sua gioia, i ta eto magico che o orta a casa, a o smog i os nge es a cie o scinti ante e a mare i ig aran , a sua mog ie e la sua famiglia. La lucida personalmente due volte a settimana… è una della auto meglio tenute che abbia mai visto. a rima vo ta che int entrato ui era con suo fg io, che si entusiasmo nel vedere la Batmobile”.

Appena l’ho vista ho capito subito che mi sarebbe piaciuto lavorarci: atteggiamento i un uomo nei con ronti e a sua auto, si riconosce a a cura che ci mette, e ho ca ito che int a o i ue a macchina. sem re i aci e e ivertente, uan o i c iente interessato uanto me a ciò che sta per accadere.

Eastwood, giunto alla Barris Kustom Industries di Los Angeles, vuole sicuramente cambiare colore: dopo aver espresso a Barris i suoi desideri, i due convengono che quello più adatto per la 275 è il bellissimo verde che vediamo oggi, scuro ma brillante, con ri essi smeraldo che si accendono solo se sulla carrozzeria ri ette il sole: simbolo di voglia di vita ma anche di determinazione e tenacia, è la tonalità che più rispecchia l’animo dell’attore. “Si tratta di tre o quattro tonalità di verdi diversi stesi in trenta mani: l’ho fatto una volta e non potrei più ar o a uno ei i ei co ori che siano mai usciti a uesta o fcina , scrive Barris, che poi continua: “tutto ciò che lo prevedeva è stato ricromato, a e manig ie e e orte ai araurti, a e ruote a raggi. int veniva in o fcina ogni giorno ag i stu i e a niversa , er seguire i procedere dei lavori: non poteva sopportare di stare una o due settimane senza guidare!”.

All’interno poi, fa installare un mobiletto per l’impianto CB con ricetrasmittente (all’epoca non esistono i telefonini e così Clint può comunicare direttamente con la sicurezza per trovare i cancelli aperti quando arriva sul set, ed evitare che qualche fan troppo scatenato/a ammacchi la carrozzeria).

Eastwood avrà altre Ferrari, come la famosa Daytona Gr.4 prestata a Paul Newman per qualche gara e la bella 365 GT4 BB canna di fucile mentre la 275 la venderà nei primi anni ’80.

Una Storia Limpida E Un Futuro Certo

Riappare in Europa, in un museo svizzero, a Muriaux che, quando chiude, la cede a un venditore inglese, Paul Baber di Londra, specializzato in Ferrari classiche. È nella primavera del 2000 che viene ricomprata dal collezionista Diego Ribandeneira che la sottopone a regolare manutenzione e provvede anche al ricondizionamento totale dell’imponente V12, che riceve nuovi pistoni, fasce e guarnizione della testa, mentre la carrozzeria in eccellenti condizioni, e il bell’interno in pelle nera conservato splendidamente coi naturali segni del tempo, non sono mai stati toccati. L’auto si vede a raduni e manifestazioni in giro per l’Europa e poi torna in vendita. E arriviamo all’attuale proprietà. Un imprenditore veronese, a metà anni 2000 vuole una Ferrari degli anni ’60 ma che sia un po’ particolare. Viene a sapere di un’asta di Bonhams che si tiene a Gstaad, in Svizzera, dedicata esclusivamente a Ferrari: mancano pochi giorni al Natale del 2004. Fra i lotti l’attuale proprietario rimane colpito dal n°267, che, si legge sul catalogo, è ex-Dino De Laurentiis/Clint Eastwood” e ha coincidenti numeri di motore e telaio: non se la lascia scappare. Pochi giorni dopo giunge presso la sua nuova casa, dove viene custodita con cure amorevoli e maniacali. Oggi, la 275 08359, auto conosciuta agli appassionati internazionali e perfno riprodotta in scala, oltre a essere superba e incredibilmente bella da qualsiasi angolazione la si guardi, complice il lungo muso che entusiasmerà lo stesso Pininfarina, è in splendida forma: il suo V12 va in moto sornione e rotondo con mezzo giro di chiave poi su strada si anima, vibra, scalpita e, al giusto numero di giri, regala il suo ruggito inconfondibile che ti entra nelle ossa e ti scuote l’anima. Poche altre cose, al mondo, possono emozionare come la sinfonia di un V12 Ferrari provare per credere.

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