Essere in divenendo

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collana Psicoterapia & Counseling diretta da Edoardo Giusti PSICOTERAPIA�

COUNSELING�

26 Centro Europeo di Ricerche per lo Studio delle Psicoterapie Integrate e Comparate



Edoardo Giusti

ESSERE in DIVENENDO Integrazione pluralistica dell’identità del Sé

OVERA EDITORE


Š 2002 SOVERA MULTIMEDIA s.r.l. Via Vincenzo Brunacci, 55/55A - 00146 ROMA www.soveraedizioni.it e-mail: info@soveraedizioni.it 2008 Prima ristampa I diritti di traduzione, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i paesi.


Sommario

Premessa Capitolo 1: Individuale, Relazionale, Culturale: Uno Solo o Tanti Sé? 1.1 Le definizioni del Sé in psicologia 1.2 La pluralità dei Sé 1.2.1 Il Sé ecologico 1.2.2 Il Sé interpersonale o relazionale 1.2.3. Il Sé ricordato 1.2.4 Il Sé privato 1.2.5 Il concetto di sé 1.3 Differenza fra il Sé occidentale e il Sé orientale 1.4 I Sé al di là della sfera della coscienza

Capitolo 2: Aspetti rilevanti nella costruzione e nella vita del Sé 2.1 Lo sviluppo del Sé 2.1.1 Il problema dello sviluppo di un Sé autentico

Capitolo 3: L’espressione del Sé nel linguaggio 3.1 Il “vocabolario del Sé” 3.2 Variazioni patologiche nelle narrazioni autobiografiche sul Sé

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11 11 13 14 15 17 18 19 21 22

25 25 29

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Capitolo 4: Autoefficacia: la self-efficacy del Sé 4.1 L’autoderminazione del Sé

37 40

Capitolo 5: L’autoregolazione del Sé 5.1 I sottoprocessi e le sottofasi dell’autoregolazione 5.2 Disfunzioni nell’autoregolazione 5.3 Lo sviluppo dell’autoregolazione

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Capitolo 6: L’auto-attuazione del Sé 6.1 Il legame fra l’auto-attuazione del Sé e la salute

55 55

Capitolo 7: Ottimismo e speranza del Sé 7.1 Il costrutto dell’ottimismo 7.2 Il costrutto della speranza

59 59 62

Capitolo 8: Il Sé nel Contesto Terapeutico 8.1 Apprendimento e cambiamento del Sé 8.2 L’apprendimento e il cambiamento del Sé in psicoterapia

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8.2.1 L’apprendimento 8.2.2 Il cambiamento

Capitolo 9: Un modello di psicopatologia e di terapia del Sé: il circolo vizioso che mantiene le attuali rappresentazioni del Sé 9.1 La relazione cliente-terapeuta nelle fasi dell’intervento sul circolo vizioso: il ruolo dell’attività di self-disclosure 9.2 Psicoterapia con personalità fobica/dipendente 9.3 Psicoterapia con la personalità schiva/depressa 9.4 Gli interventi terapeutici con il Sé interpersonale o relazionale

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73 76 80 84


Capitolo 10: Un approccio pluralistico alla psicoterapia del Sé 10.1 Psicoterapia della Gestalt 10.2 Altri approcci psicoterapeutici

87 91 93

Capitolo 11: Autonomia del Sé

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Capitolo 12: L’attesa e la preparazione alla fine del Sé

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Capitolo 13: Il Sé virtuale

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Capitolo 14: ri-Epilogo del Sé 14.1 Una storia delle concezioni cliniche del Sé 14.2 Verso un approccio integrato alla psicoterapia del Sé Rassegna di bibliografia clinica

111 111 115 119

Conclusione: I dilemmi del Sé

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Bibliografia generale

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Ringraziamenti Alla collega Margherita Fassari va tutto il mio riconoscimento per la ricerca sul tema e per la stesura redazionale definitiva del testo. La sua valida collaborazione ed il suo entusiasmo sono risultati indispensabili per completare il volume nei tempi prefissati dall’Editore.


Premessa

In questo testo verranno affrontati tre aspetti così determinanti nella vita di un individuo cercando di fornire un quadro il più possibile completo ed esauriente di un argomento così vasto e che è oggetto di continue esplorazioni da parte degli studiosi. Prima di tutto sarà analizzato il concetto di sé e il suo sviluppo alla luce delle più recenti e accreditate teorie psicologiche di riferimento; si affronteranno gli argomenti dell’auto-attuazione del Sé (essere), dell’apprendimento e del cambiamento del Sé (divenire). Nel primo capitolo si parlerà delle varie definizioni del Sé e di come il concetto di Sé abbia dei connotati socio-culturali molto forti e condizionanti. Nel secondo e nel terzo capitolo si affronteranno i temi dello sviluppo del Sé nell’infanzia e nell’adolescenza e all’interno del linguaggio. Nel quarto, quinto, sesto, settimo e decimo capitolo vengono affrontati degli aspetti relativi al benessere, all’azione e alla promozione del Sé: l’autoefficacia, l’autodeterminazione, l’auto-attuazione, l’ottimismo e la speranza e l’autonomia del Sé. I capitoli otto, nove e dieci sono rivolti all’analisi del Sé nel processo terapeutico e all’esplorazione di un approccio pluralistico allo sviluppo, e alla guarigione del Sé. 9


Il capitolo dodici affronta il tema della fine del Sé e dell’elaborazione del lutto nel processo terapeutico. Il capitolo tredici si occupa invece di una panoramica emergente dovuta alla diffusione di Internet: gli incontri con identità virtuali e la costruzione di una propria identità virtuale alternativa a quella reale. Nel capitolo quattordici viene presentato un riepilogo che può essere utilizzato come punto di partenza e come una banca dati a cui attingere, mentre nella conclusione vengono presentate le questioni tuttora irrisolte e ancora in fase di analisi.

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Capitolo 1

Individuale, Relazionale, Culturale: Uno Solo o Tanti Sé?

“Sé è una parola apparentemente indefinibile eppure chiaramente essenziale; essa dà nome alla sua cosa, ne è saturata, viene significato l’indescrivibile» (Bollas, 1984).

1.1 Le definizioni del Sé in psicologia La nozione di Sé fa la sua prima comparsa con William James che descrisse tre costituenti del Sé: un Sé materiale, che era definito come coscienza del proprio corpo, del proprio ambiente e dei propri beni; un Sé sociale, costituito dall’insieme delle norme morali e sociali della propria cultura e dalle percezioni che ogni individuo crede che gli altri abbiano di lui; infine un Sé spirituale, costituito dalla consapevolezza di Sé e della propria esistenza. Le maniere in cui oggi si ritiene possibile definire il Sé sono, invece, praticamente infinite (Siever, Frucht, 1997), a partire dalle differenze già implicite nelle espressioni utilizzate da lingue diverse. Per esempio, come sottolinea Jervis (1989) l’espressione self in inglese non indica un “concetto strutturale, o essenziale, o oggettivo, bensì è un concetto esperienziale […] pragmatico, laico, empiricamente introspettivo, quasi totalmente scevro da implicazioni sostanzialistiche e spiritualistiche”, mentre l’espressione tedesca Selbst 11


indica un qualcosa di “più sostanziale e spiritualmente essenziale” (Jervis, 1989; Giannakoulas, Armellini, Fabozzi, 2000). Gli individui possono vedersi come uomini o donne, bambini o adulti, italiani o stranieri. Si tratta di descrizioni che servono a distinguere il Sé da tutti gli altri Sé, un individuo singolo nella massa dell’umanità. Allo stesso tempo, sono descrizioni del Sé che l’individuo condivide con gli altri. Le persone hanno però anche molte altre maniere di vedere se stesse, che possono avere scarsa importanza per un estraneo ma che sono rappresentazioni uniche che la persona ha di se stessa e da cui si sente rappresentata in misura massima. Le rappresentazioni del Sé si distinguono fra loro per centralità e chiarezza. Alcune rappresentazioni del Sé sembrano infatti essere molto più centrali di altre. Per esempio la rappresentazione di Sé come “uomo” o “donna” sono considerate centrali anche per il ruolo decisivo che la società attribuisce alla connotazione sessuale. Altre rappresentazioni del Sé sono invece meno centrali, semplicemente per il fatto che rivestono un’importanza minore all’interno delle nostre organizzazioni sociali o perché derivano da un ruolo transitorio che l’individuo riveste in un momento particolare della sua vita (Giusti, Ornelli, 1999a). Per quanto riguarda la chiarezza delle rappresentazioni, queste, come tutti i concetti, vanno dal vago e appena distinguibile al chiaro e perfettamente messo a fuoco. Ne è un esempio il concetto di identità come “uomo” o “donna” durante il periodo dell’adolescenza. L’adolescente non ha ancora chiaro il concetto di sé come “adulto-uomo” o “adulto-donna” e oscilla fra una rappresentazione del Sé come adulto o come bambino; solo con il passare degli anni arriva 12


a percepirsi come tale, focalizzando sempre di più questa rappresentazione e allontanandosi definitivamente dalla rappresentazione di Sé come bambino. Dall’infanzia all’età adulta il Sé va incontro a un processo di sempre maggiore differenziazione nella direzione di una graduale e costante scoperta di chi siamo.

1.2 La pluralità dei Sé Proprio perché le rappresentazioni del Sé sono varie e differiscono in centralità e chiarezza, possiamo trovare una pluralità di Sé in ogni individuo che si distinguono anch’essi per chiarezza e centralità. Per tale ragione il Sé, più che essere un’entità, è una posizione dalla quale l’individuo percepisce Sé, gli altri e il mondo. Harrè, (1998) distingue, partendo da questi tre punti di vista, un Self 1 che percepisce e agisce sul materiale e sull’informazione proveniente dall’ambiente, un Self 2 che è maggiormente introvertito e riguarda la percezione delle proprie caratteristiche personali e un Self 3 che può essere definito come la totalità delle impressioni personali che ogni individuo si forma sugli altri (Francesco, 1998). Un punto di vista simile è quello adottato da Neisser (1993): non si può più pensare a un Sé come entità astratta che corrisponde a quello che i filosofi una volta definivano anima. Si può dire che un individuo ha un accesso variabile per chiarezza e profondità a diverse informazioni sul Sé che delineano cinque ambiti fondamentali: Sé ecologico, Sé interpersonale o relazionale, Sé ricordato, Sé privato e Sé concettuale (o concetto di sé). In ognuno di questi Sé ci sono delle rappresentazioni del Sé e degli attributi di ruolo ad esse relativi per ogni situazione interiore, esterna e interpersonale che 13


l’individuo si trova a vivere. Come sottolinea Gilligan (1997), ogni individuo è «il proprio passato, la propria biologia e il proprio contesto socio-ambientale. Questi fattori sono tutti e tre ugualmente importanti per la salute del Sé e ognuno deve fare i conti con ciascuno di questi aspetti, perché ignorarne uno vorrebbe dire come far morire una parte di Sé, ma anche sopravvalutarne uno sbilancerebbe la totalità del Sé». 1.2.1 Il Sé ecologico Il Sé ecologico è «l’individuo considerato come un agente attivo nell’ambiente immediatamente circostante» (Neisser, 1993); il primo Sé a emergere nel corso dello sviluppo è il senso di Sé come individuo che si distingue dalle cose intorno a lui e che agisce su di esse: «Percepiamo l’ambiente e percepiamo contemporaneamente noi stessi» (Gibson, 1979). Il Sé ecologico è un Sé che agisce e implica la capacità di considerare, per ogni situazione, le azioni che possono o no essere messe in atto; quindi riguarda sia il presente che il futuro (non il passato). I più recenti risultati della infant research hanno dimostrato che i neonati percepiscono con enorme chiarezza le disponibilità di azione; o meglio, le scoprono gradualmente nel reale con grande competenza. L’azione diretta dell’individuo sull’ambiente dà la percezione di Sé come agente in quanto le conseguenze sensoriali dell’azione coincidono con le intenzioni che hanno messo in moto lo schema motorio. Un bambino che spontaneamente accarezza il pelo di un cane e un bambino la cui mamma gli prende la mano e gli fa accarezzare il pelo del cane avranno esperienze sensoriali molto simili ma una percezione di SÉ 14


molto diversa: «noi percepiamo le nostre azioni come nostre se e solo se le loro conseguenze sono appropriate allo schema che le aveva generate» (Neisser, 1993). 1.2.2 Il Sé interpersonale o relazionale Il Sé interpersonale viene immediatamente dopo il senso di Sé come agente e si sviluppa nell’interazione quotidiana con i caregiver. In questo caso si sviluppano rappresentazioni di Sé come individuo attivo partecipe di un’attività comunicativa condivisa; di agente in uno scambio sociale (Giusti, Manucci, 1999d). Anche in questo caso la corrispondenza fra le intenzioni e i risultati stabilisce il senso di efficacia personale. Non si deve pensare che il Sé interpersonale o relazionale sia meno importante per la definizione di Sé, visto che noi acquisiamo le nostre prime definizione di Sé proprio dal modo in cui gli altri ci definiscono e dal modo in cui ci definiamo nelle relazioni. Gilligan (1997) ha sottolineato come anche il Sé relazionale non possa essere considerato un’entità statica, bensì in costante definizione a seconda delle relazioni in cui è impegnata. Secondo Gilligan (1997) il Sé relazionale viene vissuto e sperimentato sulla base di tre principi: 1. il principio del sentirsi vivi; 2. il principio dell’appartenenza; 3. il principio della connessione. Il principio del sentirsi vivi può essere sintetizzato come il semplice fatto di esistere come essere umano ed è presente in ciascun individuo. Secondo Gilligan questo senso di esisten15


za è il centro del nostro Sé e viene sperimentato a livello somatico. Il principio del sentirsi vivi ha a che fare con lo sperimentare e l’aver sperimentato nella propria infanzia che esistere come essere umano è una cosa fondamentalmente buona. Secondo Gilligan questo deriva da rituali di benedizione che il bambino riceve dai suoi caregiver e dall’ambiente in cui è inserito. Chi non passa attraverso questi rituali di benedizione non riuscirà a percepire il fatto di esistere come una cosa fondamentalmente buona e perderà il contatto con il centro del suo Sé; a causa di questi mancati rituali di benedizione, l’individuo non introietterà la capacità di mettere in atto rituali di auto-benedizione e di self-sponsorship una volta diventato adulto. Il principio dell’appartenenza ha a che fare con il sentirsi parte di un campo relazionale più ampio che trascende il proprio Sé. È importante sottolineare che nello sperimentare questo senso di appartenenza al campo relazionale più ampio l’individuo non perde mai la connessione con il proprio Sé centrale, anzi questa si approfondisce. Il senso di appartenenza rimane intatto quando l’individuo si sente parte e si sente in contatto con la vita che sta conducendo, ossia quando non la percepisce come un problema. Nella percezione della vita come un problema, infatti, l’individuo perde il senso di supporto e di non isolamento che deriverebbe dall’appartenenza a un campo relazionale più ampio. Di conseguenza, l’individuo rafforza le proprie strategie di controllo e di difesa perché si sente isolato se non addirittura aggredito dal campo relazionale. Il principio della connessione ha a che fare con lo sperimentare una connessione costante fra il sentirsi vivi e il sentirsi parte di un campo relazionale. Questo principio è il responsabile della percezione che ogni individuo ha di Sé 16


Soggetto: sentirsi vivi Connessione fra i due Campo CampoRelazionale: Relazionale: appartenenza appartenenza

Figura 1: I principi del Sé relazionale.

come totalità, come persona che ha un senso in quanto tale e in quanto parte di un contesto più ampio che la definisce e la differenzia allo stesso tempo. Senza questa connessione l’individuo avrà delle percezione scisse del proprio Sé e sperimenterà una sensazione di non appartenenza o di non riconoscimento di Sé nei confronti di alcune sue reazioni o scelte. La figura seguente (adattata da Gilligan, 1997) illustra con chiarezza come questi tre principi contribuiscano alla salute del Sé e alla sua definizione. I tre principi menzionati regolano quello che noi percepiamo come Sé interpersonale o relazionale. 1.2.3. Il Sé ricordato Le rappresentazioni che costituiscono il Sé ricordato si basano sul ricordo e sulle ricostruzioni di eventi passati. Queste narrazioni, che abitualmente gli individui costruiscono, costituiscono una versione del concetto di sé che trascende il momento presente. Nei bambini la capacità di costruire narrazioni sul proprio passato compare molto dopo lo stabi17


lirsi del concetto di sé vero e proprio, non prima del terzo anno di vita (Neisser, Fivush, 1994). Il Sé ricordato si distingue dal Sé percepito (ecologico + interpersonale) in quanto manca della stessa precisione: i ricordi e le ricostruzioni possono essere molto diversi dalla realtà che si è realmente vissuta. A volte è possibile vedere che in alcuni individui la distorsione dei ricordi relativi al Sé è responsabile di una percezione immediata del Sé (Sé percepito) a sua volta distorta. Anche il Sé ricordato è molto importante perché esiste una relazione circolare con il concetto di sé: da un lato, il concetto di sé può distorcere i ricordi e creare un passato che non è esattamente quello realmente esistito dall’altro, i ricordi possono a loro volta modellare il concetto di sé costruendo un’immagine di Sé che non corrisponde a quella vera (Klein, in stampa). 1.2.4 Il Sé privato Un’altra fonte importante di informazioni sul Sé deriva dall’esperienza interna conscia di ciascun individuo. È un’esperienza peculiare e profondamente privata, ma, contrariamente a quanto credono molti, non riveste la stessa importanza per tutti. Molti individui, infatti, danno grande importanza al loro mondo interiore e alla sua considerazione e osservazione; altri non lo considerano il centro di definizione del proprio Sé. Anche in questo caso i bambini, pur avendo esperienze interiori consce, non si rendono conto che queste esperienze sono solamente loro in quanto la privatezza della vita mentale viene acquisita solo con l’inizio dello sviluppo di una teoria della mente. 18


1.2.5 Il concetto di sé La più importante forma di consapevolezza per l’essere umano è costituita da quell’insieme di credenze che ogni individuo ha su se stesso e che nel loro insieme costituiscono il concetto di sé (Neisser, 1988), strettamente dipendente dalle forme culturali. Le rappresentazioni comprese all’interno del concetto di sé sono percepite come centrali e caratteristiche dell’individuo e di quella che viene chiamata identità; sono principalmente costituite dai diversi ruoli che l’individuo assume e ognuno di questi ruoli dà luogo ad aspettative, valutazioni e obblighi. Per l’individuo le aspettative e le valutazioni generate dai ruoli rivestono un’importanza particolare anche ai fini del cambiamento e della salute mentale. Il concetto di sé non compare prima della fine del primo anno di vita perché i bambini, pur avendo già sviluppato il Sé ecologico e il Sé interpersonale, non si considerano ancora come oggetti di pensiero, ossia non considerano se stessi e la loro situazione come oggetto della loro riflessione; la capacità di pensare deliberatamente a se stessi nasce infatti dalla presa di coscienza che siamo oggetto del pensiero di qualcun altro e della sua attenzione. Gli studiosi dell’infant research hanno stabilito che questa consapevolezza si sviluppa verso i dieci mesi quando l’attenzione condivisa diventa una delle modalità prevalenti di interazione genitorebambino (Tomasello, 1988). Tutte le rappresentazioni che hanno significato per l’individuo derivano questo significato dalla loro relazione con il concetto di sé già esistente. Ovviamente, questo effetto selettivo contribuisce a rendere il concetto di sé meno suscettibile al cambiamento. Un altro fattore che contribuisce alla stabilità del Sé feno19


menico è il comportamento che esso produce. Dal momento che il comportamento è una funzione del campo fenomenico, le persone si comportano basandosi sui loro concetti del Sé. Questo produce una specie di circolo vizioso, in cui una persona, credendo di essere solo x, si comporta come se lo fosse. Gli altri, che la vedono comportarsi solo nel modo x, la trattano come una persona-x, cosa che prova all’individuo di essere effettivamente una persona-x. Il concetto di sé implica due tipi di rappresentazioni: le rappresentazioni consce del Sé, che costituiscono la conoscenza dichiarativa che l’individuo ha del proprio Sé e le rappresentazioni inconsce del Sé che sono organizzate in quelli che si definiscono schemi del Sé (Horowitz e coll., 1995). Il repertorio che è contenuto all’interno del concetto di sé dichiarativo e all’interno degli schemi del Sé è costituito da immagini corporee, valori, ruoli, stato nel mondo, ricordi simbolici, obiettivi, piani, intenzioni e aspettative per il futuro. Tale repertorio può avere connotati fisici ed emotivi che mettono in moto specifiche reazioni psicologiche e fisiologiche. Il concetto di sé, e soprattutto gli schemi del Sé si sviluppano nelle primissime fasi della vita, sono importanti perché guideranno tutto il futuro comportamento dell’individuo. 1.2.5.1 Situazione esemplificativa dell’importanza del concetto di sé: la relazione con il partner Ricerche e numerosi studi hanno dimostrato che insicurezze disposizionali di un individuo sono responsabili di un maggiore tasso di vulnerabilità della relazione (Giusti, Spalletta, 1997a; Murray, Holmes, 2000). Gli individui con bassa autostima e con uno scarso concetto di sé vengono infatti intrappo20


lati in un conflitto vicinanza-evitamento all’interno delle loro relazioni romantiche: cercano il partner per accettazione e conferme del proprio valore, ma dubitano sempre che questi sentimenti esistano davvero (Giusti, 1995f). La difesa nei confronti di questa possibilità porta gli individui con scarsa autostima ad adottare un comportamento ambivalente nei confronti dei loro partner: ricerca attiva seguita da una presa di distanza fisica ed emotiva che si traduce anche in una percezione negativa della relazione nel suo complesso (Murray e coll., 1998). I tentativi di protezione del Sé da una perdita potenziale (non così remota agli occhi dell’individuo con scarsa autostima per il basso valore che assegna alla propria persona) interferiscono con il processo di attaccamento e di intimità e con la valorizzazione della relazione generando così insicurezza all’interno della relazione stessa (Giusti, 1984; 1986; 1987a; 1987b; Giusti, Spalletta, 1997a). È semplice immaginare come le costanti richieste di rassicurazione (Baldwin, Sinclair, 1996), le reazioni esagerate alla conflittualità e le visioni in parte negative del partner possano minare nel tempo la soddisfazione del partner creando i presupposti per una profezia che si autoavvera (Downey e coll., 1998). In conclusione, secondo questo modello la percezione della stima del partner funge da legame fra l’autostima e le percezioni della relazione (Giusti, 1995f; Giusti, Spalletta, 1997a; Murray e coll., in stampa).

1.3 Differenza fra il Sé occidentale e il Sé orientale Come si è detto a proposito delle definizioni del Sé, queste sono grandemente dipendenti dagli ideali socioculturali che modellano il Sé-ideale al quale aspirare. 21


Le rappresentazioni del Sé sono molto differenti nella cultura occidentale ed orientale. Molti studiosi che si sono occupati di questo problema hanno indicato la società occidentale come una cultura individualista in cui la persona deve mostrare la sua autosufficienza e la sua autonomia (Giusti, 1987c; 1988). Nelle culture collettiviste (orientali) invece, con l’aumentare dell’età ci si aspetta che l’individuo esca dal suo guscio e sviluppi dei legami di dipendenza dalla collettività e dai suoi organismi fondamentali (famiglia, comunità, ecc.). Di conseguenza, nelle culture individualiste le rappresentazioni del Sé saranno concentrate sugli obiettivi personali e sul loro raggiungimento, mentre nelle culture collettiviste saranno concentrate sugli obiettivi della comunità e la realizzazione stessa del Sé non può prescindere dal raggiungimento degli obiettivi del gruppo. Un’ultima osservazione sulla grande differenza fra la cultura occidentale e quella orientale riguarda l’enfasi che il buddismo pone sul progressivo distacco dal proprio Sé, sulla perdita del Sé: l’illuminato vive in uno stato di non-Sé ed è proprio questo a garantirgli la sua serenità e la sua imperturbabilità (Giannakoulas, Armellini, Fabozzi, 2000)

1.4 I Sé al di là della sfera della coscienza Wilber (1980) ha delineato una descrizione di molteplici Sé che si dipanano lungo un continuum che va dal Sé delle “pubbliche relazioni” a stadi del Sé che trascendono l’individualità del singolo. Secondo Wilber, lo stadio del Sé fenomenico corrisponde alla fase dell’ “Io Mentale”, che riguarda la nostra capacità 22


di assumere diversi ruoli sociali e questi ruoli possono essere identificati con delle subpersonalità. Nella teorizzazione di Wilber la fase del concetto di sé corrisponde a quello che chiama il “Centauro”, ossia il nucleo del Sé che unifica tutte le subpersonalità e che è in opposizione a un falso Sé che potrebbe essere definito il “Sé delle pubbliche relazioni”. Nel continuum, lo stadio che segue è quello del “Sé Psichico/Sottile”, un Sé che trascende i confini fra l’individuo e gli altri e che ha un senso del mondo molto più ecologico, è di natura multipla e politeistica e utilizza come mezzi di espressione i simboli e le immagini (Rowan, Cooper, 1999). Lo stadio successivo è quello del Sé Causale, che è orientato all’Uno, non ha più bisogno né di simboli né di immagini perché è completamente nell’ambito della spiritualità, del misticismo. Questo stato di coscienza è raggiunto solo tramite pratiche meditative o contemplative. L’ultimo stadio è quello che Wilber (1995) chiama il “Nonduale”, uno stadio dove il Sé non esiste più e che molti autori definiscono come “Vuoto”.

Maggiori informazioni

Altri libri della collana 23


NELLA STESSA COLLANA

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Benson J., Gruppi. Organizzazione e conduzione per lo sviluppo personale e la psicoterapia, 20001, pp. 272 Beutler L.E. - Harwood T.M., Psicoterapia prescrittiva elettiva. La scelta del trattamento sistematico fondata sull’evidenza, 2002, pp. 224 Bozarth J.D., La terapia centrata sulla persona. Un paradigma rivoluzionario, 2001, pp. 240 Campanella V. - Fiori M. - Santoriello D., Disturbi mentali gravi. Modelli d’intervento pluralistico integrato dall’autismo alle psicosi, 2003, pp. 272 Chambon O. - Marie-Cardine M., Le basi della psicoterapia eclettica e integrata, 2002, pp. 288 Clarkson P., Gestalt - Counseling, 1999 II ediz., pp. 192 Clarkson P., La Relazione Psicoterapeutica integrata, 1996, pp. 392 Delisle G., I disturbi della personalità, 20001, pp. 224 Feltham C. - Dryden W. (a cura di E. Giusti), Dizionario di counseling, 1995, pp. 320 Fontana D., Stress Counseling. Come gestire gli stati personali di tensione, 1996, pp. 160 Frisch M.B., Psicoterapia integrata della qualità della vita, 2001, pp. 352 Giannella E., Palumbo M., Vigliar G., Mediazione familiare e affido condiviso. Come separarsi insieme, 2007, pp. 240 Giusti E. - Calzone T., Promozione e visibilità clinica. Motivare i pazienti ai trattamenti psicologici, 2006, pp. 288 Giusti E. - Carolei F., Terapie transpersonali. L’integrazione della spiritualità e della meditazione nei trattamenti pluralistici, 2005, pp. 336 Giusti E. - Chiacchio A., Ossessioni e compulsioni. Valutazione e trattamento della Psicoterapia Pluralistica Integrata, 2002, pp. 176 Giusti E. - Ciotta A., Metafore nella relazione d’aiuto e nei settori formativi, 2005, pp. 256 Giusti E. - Corte B., La terapia del per-dono, 2008, pp. 304 Giusti E. - Di Fazio T., Psicoterapia integrata dello stress. Il burn-out professionale, 2005, pp. 256 Giusti E. - Di Francesco G., L’autoerotismo. L’alba del piacere sessuale: dall’identità verso la relazione, 2006, pp. 208 Giusti E. - Di Nardo G., Silenzio e solitudine. L’integrazione della quiete nel trattamento terapeutico, 2006, pp. 240 Giusti E. - Frandina M., Terapia della gelosia e dell’invidia. Trattamenti psicologici integrati, 2007, pp. 224 Giusti E. - Fusco L., Uomini. Psicologia e psicoterapia della maschilità, 2002, pp. 464

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Nella stessa collana Giusti E. - Germano F., Etica del con-tatto fisico in psicoterapia e nel counseling, 2003, pp. 160 Giusti E. - Germano F., Terapia della rabbia. Capire e trattare emozioni violente d’ira, collera e furia, 2003, pp. 224 Giusti E. - Giordani B. Il formatore di successo, 2002, pp. 224 Giusti E. - Harman R. (a cura di), La psicoterapia della Gestalt, 1996, pp. 224 Giusti E. - La Fata S., Quando il mio terapeuta è un cane, 2004, pp. 448 Giusti E. - Lazzari A., Psicoterapia Interpersonale Integrata, 2003, pp. 160 Giusti E. - Lazzari A., Narrazione e autosvelamento nella clinica. La rivelazione del Sé reciproco nella relazione di sostegno, 2005, pp. 160 Giusti E. - Locatelli M., L’empatia integrata, 2007 (Nuova edizione), pp. 320 Giusti E. - Mancinelli L., Il counseling domiciliare, 2008, pp. 160 Giusti E. - Minonne G., L’interpretazione dei significati nelle varie fasi evolutive dei trattamenti psicologici, 2004, pp. 396 Giusti E. - Minonne G., Ricerca scientifica e tesi di specializzazione in psicoterapia, 2005, pp. 368 Giusti E. - Montanari C., Trattamenti psicologici in emergenza con EMDR per profughi, rifugiati e vittime di traumi, 2000, pp. 192 Giusti E. - Montanari C., La CoPsicoterapia. Due è meglio e più di uno in efficacia ed efficienza, 2005, pp. 320 Giusti E. - Nardini M.C., Gruppi pluralistici. Guida transteorica alle terapie collettive integrate, 2004, pp. 304 Giusti E. - Ornelli C., Role play. Teoria e pratica nella Clinica e nella Formazione, 1999, pp. 144 Giusti E. - Palomba M., L’attività psicoterapeutica. Etica ed estetica promozionale del libero professionista, 1993, pp. 128 Giusti E. - Perfetti E., Ricerche sulla felicità. Come accrescere il benEssere psicologico per una vita più soddisfacente, 2004, pp. 192 Giusti E. - Pitrone A., Essere insieme. Terapia integrata della coppia amorosa, 2004, pp. 240 Giusti E. - Pizzo M., La selezione professionale. Intervista e valutazione delle risorse umane con il modello pluralistico integrato, 2003, pp. 208 Giusti E. - Proietti M.C., La delega direzionale, 1996, pp. 112 Giusti E. - Proietti M.C., Qualità e formazione. Manuale per operatori sanitari e psicosociali, 1999, pp. 184 Giusti E. - Rapanà L., Narcisismo. Valutazione pluralistica e trattamento clinico integrato del Disturbo Narcisistico di Personalità, 2002, pp. 176 Giusti E. - Romero R., L’accoglienza. I primi momenti di una relazione psicoterapeutica, 2005, pp. 176 Giusti E. - Sica A., L’epilogo della cura terapeutica. I colloqui conclusivi dei trattamenti psicologici, 2005, pp. 160 Giusti E. - Surdo V., Affezione da Alzheimer. Il trattamento psicologico complementare per le demenze, 2004, pp. 144 Giusti E. - Taranto R., Super Coaching tra Counseling e Mentoring, 2004, pp. 352

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Nella stessa collana Giusti E. - Testi A., L’Autostima. Vincere quasi sempre con le 3 A, 2006, pp. 224 Giusti E. - Testi A., L’Assertività. Vincere quasi sempre con le 3 A, 2006, pp. 224 Giusti E. - Testi A., L’Autoefficacia. Vincere quasi sempre con le 3 A, 2006, pp. 96 Giusti E., Essere in divenendo. Integrazione pluralistica dell’identità del Sé, 2001, pp. 144 Giusti E., Autostima, psicologia della sicurezza in Sé, 20055, pp. 200 Giusti E., Videoterapia. Un ausilio al Counseling e alle Arti-Terapie, 1999, pp. 176 Giusti E., Tecniche immaginative. Il teatro interiore nelle relazioni d’aiuto, 2007, pp. 272 Gold J.R., Concetti chiave in psicoterapia integrata, 2000, pp. 268 Goldfried M.R., Dalla terapia cognitivo-comportamentale all’integrazione delle psicoterapie, 2000, pp. 288 Greenberg L.S. (et al.), Manuale di psicoterapia esperienziale integrata, 2000, pp. 576 Greenberg L.S. - Paivio S.C., Lavorare con le emozioni in psicoterapia integrata, 2000, pp. 368 Manucci C. - Di Matteo L., Come gestire un caso clinico, 2004 Murgatroyd S., Il Counseling nella relazione d’aiuto, 20001, pp. 192 Perls F., Qui & ora. Psicoterapia autobiografica, 1991, pp. 256 Persons J.B. - Davidson J. - Tompkins M.A., Depressione. Terapia cognitivo-comportamentale. Componenti essenziali, 2002, pp. 288 Preston J., Psicoterapia breve integrata, 2001, pp. 256 Reddy M., Il Counseling aziendale. Il Manager come Counselor, 1994, pp. 176 Santostefano S., Psicoterapia integrata. Per bambini e adolescenti. Vol. I: “Metateoria pluralistica”, 2002, pp. 400 Santostefano S., Psicoterapia integrata. Per bambini e adolescenti. Vol. II: “Tecnologia applicativa”, 2003, pp. 384 Spalletta E. - Quaranta C., Counseling scolastico integrato, 2002, pp. 352

Videodidattica per le psicoterapie scientifiche dell’American Psychological Association • Video Psicoterapia Psicodinamica Breve D.K. Freedheim + Libro Psicoterapia breve integrata di J. Preston € 120,00 • Video Psicoterapia Cognitiva-Affettiva Comportamentale Prof. M.R. Goldfried + Libro Dalla Terapia cognitivo-comportamentale all’Integrazione delle Psicoterapie € 120,00 • Video Psicoterapia Processuale Esperienziale L.S. Greenberg + Libro Manuale di Psicoterapia Esperienziale Integrata € 132,00 • Video La Terapia Centrata sul Cliente N.J. Raskin + Libro La Terapia Centrata sulla Persona di J.D. Bozarth € 120,00

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Nella stessa collana • Video EMDR per Traumi: Movimento oculare Desensibilizzante e Rielaborazione F. Shapiro + Libro Trattamenti Psicologici in Emergenza di E. Giusti, C. Montanari € 118,00 • Video La Terapia Eclettica Prescrittiva J.C. Norcross + Libro Psicoterapia Prescrittiva Elettiva, fondata sull’evidenza di Beutler/Harwood € 120,00 • Video Psicoterapia Multimodale A.A. Lazarus + Libro Le basi della Psicoterapia Eclettica ed Integrata di Chambon - Cardine € 125,50 • Video Psicoterapia Infantile J. Annunziata + Libro Counseling Scolastico Integrato di E. Spalletta, C. Quaranta € 122,00 • Video Ipnoterapia Ericksoniana J.K. Zeig + Libro Ipnosi e Psicoanalisi, collisioni e collusioni di L. Chertok € 120,00 • 2 Video Il Counseling breve in azione J.M. Littrell + Libro Il Counseling breve in Azione di J.M. Littrell € 122,00 • Video Psicoterapia Esperienziale A. Mahrer + Libro Lavorare con le emozioni in Psicoterapia Integrata di Greenberg/Paivio € 127,50 • 5 Videocassette Terapia Cognitivo-Comportamentale per la Depressione per l’autoformazione didattica, libro di G.B. Persons, Costo complessivo: € 275,00 • Video Psicoterapia Comportamentale con paziente ossessivo-compulsivo S.M. Turner + Libro Ossessione e Compulsioni, Valutazione e Trattamento di Edoardo Giusti, Antonio Chiacchio € 127,50 • Video Psicoterapia Pratica con Adolescenti A.K. Rubenstein + Due Libri Psicoterapia Integrata per bambini e adolescenti di Sebastiano Santostefano € 155,00 • Video Psicoanalisi con paziente schizofrenico B. Karon + libro Disturbi mentali gravi di V. Campanella - M. Fiori - D. Santoriello € 120,00 • Video Come gestire il transfert erotico in psicoterapia AA.VV. + libro Etica del contatto fisico di E. Giusti - F. Germano € 115,00 • Video Psicoterapia Interpersonale Ricostruttiva Lorna Smith Benjamin + libro Psicoterapia Interpersonale Integrata di E. Giusti - A. Lazzari € 118,00 • Video Come gestire la rabbia dei pazienti in psicoterapia AA.VV. + libro Terapia della rabbia di E. Giusti - F. Germano € 118,00

Edizioni ASPIC • Video Terapia della Gestalt individuale in gruppo Ginger/Masquelier + libro Psicoterapia della Gestalt di E. Giusti - V. Rosa € 130,00

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Nella stessa collana

EDIZIONE SOVERA STRUMENTI Elliott R. - Watson J.C. - Goldman R.N. - Greenberg L.S., Apprendere la terapia focalizzata sulle emozioni. L’approccio esperienziale orientato al processo per il cambiamento, in corso di stampa, pp. 368 Giusti E., Montanari C., Iannazzo A., Psicodiagnosi integrata. Valutazione transitiva e progressiva del processo qualitativo e degli esiti nella psicoterapia pluralistica fondata sull’evidenza obiettiva, 2006, pp. 580 Giusti E., Bonessi A., Garda V., Salute e malattia psicosomatica. Significato, diagnosi e cura, 2006, pp. 240 Giusti E., Germano F.., Psicoterapeuti generalisti. Competenze essenziali di base: dall’adeguatezza verso l’eccellenza, 2006, pp. 256 Giusti E., Pacifico M., Staffa T., L’intelligenza multidimensionale per le psicoterapie innovative, 2007, pp. 400 Giusti E. - Tridici D., Smoking. Basta davvero, 2009, pp. 224 Goodheart C.D. - Kazdin A.E. - Sternberg R.J., Psicoterapia a prova di evidenza. Dove la pratica e la ricerca si incontrano, in corso di stampa Norcross J.C., Beutler L.E., Levant R.F., Salute mentale: trattamenti basati sull’evidenza. Dibattiti e dialoghi sulle questioni fondamentali, 2006, pp. 464 Spalletta E., Germano F., MicroCounseling e MicroCoaching. Manuale operativo di strategie brevi per la motivazione al cambiamento, 2006, pp. 480 Wolfe B.E., Trattamenti integrati per disturbi d’ansia. La cura del Sé ferito, 2007, pp. 304

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