La perfetta imperfezione

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Edoardo Giusti - Ottavia Caputo



collana Psicoterapia & Counseling diretta da Edoardo Giusti

78 Centro Europeo di Ricerche per lo Studio delle Psicoterapie Integrate e Comparate


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Edoardo Giusti - Ottavia Caputo

LA PERFETTA IMPERFEZIONE Il trattamento delle insoddisfazioni e degli ideali irraggiungibili

OVERA EDIZIONI


Š 2009 SOVERA MULTIMEDIA s.r.l. Via Vincenzo Brunacci, 55/55A - 00146 ROMA www.soveraedizioni.it email: info@soveraedizioni.it I diritti di traduzione, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale (compresi i microďƒžlm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i paesi.


Sommario

Premessa

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Introduzione

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Capitolo 1: Storiograa della perfezione

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Filosoa greca, cristianesimo e perfezione Filosoa moderna e perfezione Antropologia del limite: Ricardo Peter

Capitolo 2: Psicologia del perfezionismo Teoria unidimensionale: anni Sessanta Teoria multidimensionale: anni Novanta Perfezionismo disfunzionale o clinico Quando il perfezionista è donna Teorie psicologiche sullo sviluppo del perfezionismo Perfezionismo e sindrome da omicidio psichico, maa interna, falso Sé Perfezionismo e stile di attaccamento Perfezionismo e analisi transazionale Enneatipo 1: il perfezioniata Le emozioni del perfezionismo: vergogna, imbarazzo, orgoglio, senso di colpa

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Capitolo 3: Perfezionismo e narcisismo: matrici comuni e diagnosi differenziale Dal mito al tratto di personalità Il pensiero di Kohut Il pensiero di Mitchell Diagnosi differenziale

Capitolo 4: Psicopatologia del perfezionismo Perfezionismo e disturbi del comportamento alimentare Perfezionismo e depressione Perfezionismo e disturbo d’ansia Perfezionismo e disturbo ossessivo-compulsivo DOC Perfezionismo e fobia sociale Perfezionismo e malattie psicosomatiche

Capitolo 5: La terapia del perfezionismo Il perfezionista in terapia Terapia di gruppo Il perfezionista tra psicoterapia individuale e terapia di gruppo Approccio cognitivo-comportamentale Approccio bioenergetico di Lowen L’approcio dell’analisi transazionale Verso una terapia integrata del perfezionismo Il perfezionismo del terapeuta La strutturazione della relazione terapeutica con il paziente perfezionista

Conclusioni

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APPENDICI A. Homeworks B. I nostri diritti C. Suggerimenti utili D. La favola E. La canzone F. La perfezione in Leonardo G. MPS (versione italiana) H. Misura del quoziente perfezionistico Bibliograďƒža

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a Viviana, bambina buona e brava a Ottavia, femmina, donna, professionista



Premessa

Fu una supervisione individuale del 2005, una frase del prof. Edoardo Giusti: «Quanto devono essere state alte le aspettative dei tuoi genitori e quanto hai dovuto faticare per non deluderli, quanto è ancora duro mantenere lo standard… Perfezionismo, questa sarà la tua tesi di specializzazione, quando l’avrai nita sarai guarita!». Ecco che in poche battute mi sono trovata con una tesi assegnata che mai avrei potuto riutare, pena un vissuto di catastroca inadeguatezza di fronte al massimo esponente ASPIC. Inizia la ricerca, le innumerevoli letture, la scrittura, le prime bozze, i continui stimoli del professore e insieme le mie lunghe pause e procrastinazioni, il mio cancellare e annullare capitoli perché mi apparivano inadeguati o semplicistici o parziali, insomma mai all’altezza. Contemporaneamente lunghi momenti di analisi personale, di risonanze emotive, di svelamenti e riconoscimenti della mia limitatezza: possibile? Io che avevo sempre fatto tutto in modo efcace ed efciente non ero riuscita a diplomarmi in quattro anni!! Vergogna e imbarazzo, coperte da razionalizzazioni del tipo: “vabbè ma io lavoro tanto!”, mi hanno animato in questi anni. Non sono andata in frantumi, non sono impazzita, nessuno mi ha allontanato o denigrato per questo. E dunque oggi posso dire di aver compiuto “imperfettamente” un percorso perfetto. Ringrazio dunque il prof. Giusti per aver fatto sì che mi prendessi cura di quella mia parte rigida e illusoria, prendendosene cura lui stesso. Ringrazio la mia famiglia a cui ora so di poter mostrare le mie vulnerabilità. Ringrazio N., vittima della mia idea di amore perfetto. Ringrazio C., che posso amare imperfettamente. Ringrazio 11


P., mia paziente per quattro anni, che mi ha permesso attraverso il lavoro fatto insieme di riconciliarmi con alcune mie parti di cui questo scritto parla. OTTAVIA CAPUTO

Dedico questo testo a tutti i miei allievi e collaboratori per i loro contributi durante i miei 35 anni di vita professionale a migliorare con entusiasmo come clinico e ricercatore. Grazie alla saggezza dell’esperienza ho imparato a navigare anche nei limiti dell’incertezza sostituendo alcuni limiti di perfezionismo con una affascinante visione realistica e pluralistica. EDOARDO GIUSTI

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Introduzione

Quando riesco a concludere qualcosa provo sempre stupore. Stupore e afizione. Il mio istinto di perfezionismo mi inibisce dal concludere; a tratti mi inibisce perno di cominciare… un paziente anonimo

La nostra epoca sembra essere fondata prevalentemente sul concetto del non limite, da cui deriva un modus vivendi e cogitandi peculiare, in cui vige un’etica, una spiritualità ed una terapia in funzione della perfezione e dell’auto-esaltazione individuale e di gruppo. La perfezione sembra lavorare attivamente in tutte le dimensioni della vita sotto forme diverse: nella sete insaziabile di possedere e fare, nell’illusione del “born to win”, nella mistica dell’efcienza, nel mito del progresso senza limiti, che spinge l’uomo ossessivamente alla propria auto-gloricazione. L’uomo ritiene che si possa trovare il meglio, l’ottimo, il perfetto, in qualsiasi ambito – sico o intellettuale – e che quindi la perfezione esista. Di “perfezione” i dizionari danno denizioni più o meno complesse, comunque chiare; una, sintetica, è: «mancanza di errori, di difetti, di lacune; completezza; eccellenza» (Dizionario DeAgostini della lingua italiana, 2001). Lo stesso dizionario aggiunge: «con riferimento a organismo vivente, sviluppo completo». Perfezione è comunque un termine astratto e ha un senso solo se esistono oggetti, situazioni, comportamenti “perfetti”. 13


A tal proposito mi ha colpito un articolo di sica in cui il prof. Lanzavecchia sottolinea che tutti i materiali contengono difetti di varia natura, i quali, per motivi diversi, sono indispensabili, ossia esistono perché le leggi di natura, o l’ambiente, lo richiedono. Scrive G. Lanzavecchia che «l’organizzazione “perfetta” della materia è un’astrazione, alla quale ci si può avvicinare con opportuni procedimenti (processi di cristallizzazione di sostanze iperpuricate, in condizioni di temperatura regolatissima e in quasi totale assenza di “stress”) così da eliminare i difetti e da congelare poi la situazione. È ovvio che la perfezione è un’anomalia, che i cosiddetti difetti non sono tali, ma la condizione ottimale per la materia». Prodotti o società perfetti sono tuttavia un articio, mentre la norma è quella di sistemi che, secondo gli schemi mentali correnti, sono sporchi, imperfetti, devianti. Anche per quanto riguarda la salute si deve tener presente che alcune “anomalie” geniche, che portano a malattie, possono risultare vantaggiose per altre condizioni socio-ambientali. Questo non vuol dire che le modiche, quali l’eliminazione o la trasformazione di geni responsabili di malattie gravi, non siano beneche; ma che non possono essere interpretate nel senso che esistono condizioni genetiche ottimali, tipiche della “perfezione”, così come pensò di fare Hitler. La perfezione è seria, ci fa perdere il senso del ridicolo, dell’umorismo, della frivolezza e della leggerezza. La serietà serve al perfezionista da scudo contro la realtà e la vita che incombe con la sua fragilità ed imprevedibilità. La realtà perfetta, o che si postula come tale, è ordine per certi versi auspicabile, da contrapporre al caos e all’infelicità del nostro mondo, ordine che può essere negazione mortale della nostra umanità. La perfezione è sempre associata alla felicità, all’armonia, alla pienezza dell’essere. Il disordine, l’accadere, è anarchia, anarchia del succedersi, del modicarsi. Il perfezionista, dice Ricardo Peter (1995), è ammalato di spirito di gravità e andare verso la perfezione signica uscire dalla vita o, ancora peggio, non entrarci mai. 14


La ricerca della perfezione mediante l’isolamento o l’esagerazione, il fanatismo ci fa diventare perfezionisti, nevrotici, no all’ossessione. La condizione ossessiva si instaura quando tutta l’energia psichica, che dovrebbe essere distribuita tra le varie parti della personalità nel tentativo di armonizzarle, si concentra solo su un aspetto escludendo il resto. L’ossessione è sempre una ssazione, un congelamento della personalità. Il perfezionista non è una persona libera, ha un impulso represso: DEVE! E tale unilateralità rende la sua vita a senso unico, limitando sempre più lo spazio per altri contenuti esistenziali. C’è un aspetto catatonico nella persona perfezionista, dietro il quale si cela la paura che può far pecipitare in cieco terrore, e la persona diviene allora incapace di muoversi. L’intento di questo testo è comprendere, partendo da un excursus storico-losoco sulle origini del concetto di perfezione e della tendenza alla perfezione, i meccanismi psicologici, relazionali, sociali che determinano e rinforzano tale tendenza, ingabbiando molti individui e impedendo loro di vivere in maniera autentica. Cercando anche di capire quanto sia possibile isolare il perfezionismo da sintomo di un diturbo a sindrome a sé stante.

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Capitolo 1

Storiograa della perfezione

Ma se tutti gli uomini morissero, morirebbero anche tutti gli dèi. Ecco, anche Dio è biodegradabile. Non c’è vita senza mortalità, ciò vale pure per gli dèi degli uomini. (E. Morin)

L’idea di sé è l’idea più perfetta che ci porta a ricercare la stabilità della nostra unicità attraverso lo spazio e il tempo. Ritroviamo tale idea già in Omero, in cui è evidente la necessità umana di emanciparsi da un cosmo incontrollabile e dal determinismo divino, nella prospettiva classica in cui la scoperta di sé è un processo che prevede la preesistenza di un concetto di sé, un pensiero razionale che lo sorregge, un linguaggio maturo che lo denisce; nelle teorie meccanicistiche, come il comportamentismo, la crescita umana dipende dalla relazione con l’ambiente e il sé è essenzialmente un arco riesso che gestisce stimoli interni o bisogni che spingono al comportamento; nella teoria psicoanalitica l’individuo è un essere affettivo irrazionale che gradualmente impara a controllare i propri impulsi.

Filosoa greca, cristianesimo e perfezione Il pensiero occidentale è glio dell’idea di perfezione derivante da due correnti culturali, quella greca e quella cristiana. Già Senofa17


ne, nel VI secolo a.C., aprì la strada alla considerazione delle divinità come entità perfette in contrapposizione all’eccessivo antropomorsmo religioso dell’epoca. È con Parmenide che si affermerà la necessità della perfezione dell’essere. Secondo Aristotele una forma, una capacità possono dirsi perfette quando non si possa concepire nulla di superiore e quando raggiungono il proprio vero ne. L’imperfezione sarà connotata losocamente come mancanza di qualità, degradazione. Nel cristianesimo il concetto di perfezione assumerà una posizione di rilievo in funzione della marcata inuenza della losoa greca. Nel giudaismo, infatti, tale concetto è completamente assente. In nessuno dei libri dell’Antico Testamento si dice che JAHVÈ è perfetto, si usano altre espressioni come santità e misericordia, la perfezione pare essere una impropria traduzione greca. Si pensi al concetto importante dell’“imitatio dei”: «siate santi, perché il Signore vostro dio è santo» (Lv 19, 1-2). Il concetto di perfezione è esplicito invece nelle Lettere degli apostoli. Nell’elaborazione della morale cristiana il concetto di perfezione passa dalla sfera metasica a quella morale: la perfezione divina reclama la perfezione umana, importante la denizione biblica sulla natura dell’uomo: «e Dio creò l’uomo a sua immagine. A immagine di Dio Lo creò. Maschio e femmina li creò» (Gen. 1, 26-27). Solo l’essere mortale lo distingue. La via dei consigli evangelici è stata spesso chiamata: “via della perfezione”; e lo stato di vita consacrata: “stato di perfezione”. Parlando di via di perfezione si presuppone evidentemente che tale perfezione sia da conquistare, attraverso l’osservanza dei comandamenti e la pratica dei consigli evangelici, come spiega chiaramente Tommaso d’Aquino. La penitenza, il disprezzo della materia, la lotta contro il peccato, le passioni, il mondo, vengono proposti come strategie per la crescita morale. La moralizzazione del concetto di perfezione raggiunge poi il suo culmine nel Medioevo: perfetto è l’uomo senza macchia e difetti. 18


Con il trionfo della vita monastica, in Occidente sono nati i manuali di spiritualità che hanno classicato la perfezione cristiana in essenziale, operativa (carità), strumentale e nale (comunione con Dio), e indicato i modi per correggere le imperfezioni: penitenze e morticazioni dei bisogni del corpo, anche i sensi divengono nemici. Si innesca una vera e propria lotta contro tutto ciò che, secondo ragione, rientrava nel perimetro dell’imperfetto, dunque tutta la categoria dell’umano viene condannata a morte. Si distinguono due livelli: quello positivo, cioè ciò che bisogna fare per raggiungere la perfezione, e quello negativo, ciò che bisogna fare per eliminare le imperfezioni. Nella letteratura agiograca sono numerosi i casi di santi e martiri che hanno combattuto contro i propri limiti no al punto di sacricare la propria umanità. La perfezione non è di questo mondo riecheggia nelle apparizioni (es. della Madonna a Bernardette) e nei sermoni religiosi. E il paradosso è che nel mondo ci sono persone che pensano al martirio come al segno di una vita perfetta, e perfettamente compiuta.

Filosoa moderna e perfezione La tradizione losoca ha elaborato a lungo idee di perfezione adattabili agli esseri umani: l’idea della perfezione come compiutezza, o completezza ontologica. La perfezione è come l’essere di Parmenide e di tutti i loso che l’hanno seguito sino ad oggi: richiede condizioni di equilibrio, stabilità, certezza, atemporalità. Cartesio sposterà la riessione dal teocentrismo medievale all’antropocentrismo, alla ricerca di un sapere assoluto attraverso il dubbio metodico. Il dubbio, in questo contesto, è nalizzato non a relativizzare la conoscenza ma a produrre una conoscenza e una sicurezza intellettuale perfette. Leibniz parla della perfezione come dell’arte della brevità, della capacità di scoprire pochi pensieri entro i quali racchiudere tutti i pensieri possibili. 19


La felicità, anzi la somma felicità dell’uomo, consiste nell’essere perfetto, e «nella sua perfezione accresciuta quanto più è possibile», ci dice Leibniz; la perfezione è una specie di sovrappiù di salute. «Come la malattia consiste in una lesione delle nostre facoltà, così la perfezione consiste nell’aumento della potenza». L’idea di Leibniz però nascondeva una precisazione: la facoltà che è in gioco in ogni disquisire sulla malattia e la salute è in verità il pensiero. I criteri di valutazione della salute umana non sono la forza e la prestanza del corpo, ma la “vis cogitandi”. Leibniz ci spiega che per accrescerla abbiamo rimedi sici, che agiscono direttamente sui nostri organi, e «per mezzo dei quali si scaccia il torpore, si rinsalda l’immaginazione, e si acuiscono i sensi». Ma non basta: abbiamo anche rimedi che agiscono direttamente sulla mente, e tali rimedi «consistono in certi modi di pensare, per mezzo dei quali si rendono più agevoli altri pensieri». E tra tutti, una specie di miracoloso allucinogeno del pensiero: «il massimo rimedio per la mente consiste nella possibilità di scoprire pochi pensieri dai quali scaturiscano in ordine altri inniti pensieri» (frammento incompiuto, De Organo sive arte magna cogitandi). Per creare la perfezione nelle idee e nelle relazioni l’uomo deve agire tutta la sua umanità, che poi deve completamente accantonare e sacricare per poter rendere gli stessi ideali resistenti al tempo, poiché la sua stessa umanità inevitabilmente li corromperebbe. Il modo migliore per consacrare un ideale è sempre l’eliminazione dell’elemento umano, che in quanto tale vive ed evolve nel tempo: la separazione, o meglio la morte, congelano nel tempo la perfezione esaltante anche delle aggregazioni umane che lo scorrere della vita inevitabilmente corromperebbe (si pensi a particolari forme di suicidio, oppure alle interruzioni di relazioni signicative). In tal senso, secondo i copioni più drammatici, Giulietta e Romeo devono morire per consegnare alla storia la perfezione della loro passione amorosa (Cecchin, 2003). Essere prigionieri di un’idea perfetta comporta la sensazione di non potersene più liberare. Non si torna più indietro e non si può più andare avanti, anche se è evidente che l’idea non serve più, in quanto persone e contesti cambiano. 20


E proprio come la rotondità ideale del piatto di Platone può essere solo un’idea e non un dato sensibile, così un ruolo perfetto non può che essere ideale. Qualsiasi sua realizzazione nell’universo sensibile può essere al massimo solo un’approssimazione imperfetta. Jung distingue tra perfezione e completezza: la perfezione appartiene agli dèi, la completezza o la totalità è il massimo cui un essere umano può aspirare: l’archetipo. Ad esempio, la Madonna rappresenta senz’altro una certa immagine perfetta del femminile, ma la donna reale deve anche accettare la puttana che ha in sé per amore della completezza.

Antropologia del limite: Ricardo Peter Ricardo Peter, autore della terapia dell’imperfezione, riconferisce dignità al limite come dimensione nella quale l’uomo nasce, vive, cresce, si muove e sperimenta se stesso; è lo spazio dove incontra la realtà. Il limite, argomenta l’autore, obbliga l’uomo a ridenire continuamente il signicato della propria vita e del mondo in cui vive. Dunque l’uomo trova nei fondamenti della sua esistenza la radice di un’angoscia fondamentale: l’uomo non solo è limitato, ma è anche denito dal limite. Il linguaggio del limite parla attraverso opere come l’Edipo re di Sofocle, il Don Chisciotte di Cervantes. Questo linguaggio emerge anche nei Vangeli, le cui parabole sono l’esaltazione del disonesto e la festosa celebrazione del gliol prodigo. La capacità di riconoscere la propria nitezza e di agire in accordo con questa dolorosa scoperta può essere la maggiore conquista psicologica dell’individuo. L’accettazione della caducità è compito dell’IO, che realizza il lavoro emotivo che precede, accompagna e segue ogni separazione. Senza questo tipo di lavoro non si raggiunge una valida concezione del tempo, dei limiti e della precarietà degli investimenti oggettuali. Il perfezionista né abbraccia la sua ipseità, né raggiunge l’alterità, 21


è danneggiato in entrambe le direzioni: si perde riguardo al suo IO e si fuorvia rispetto all’altro. Chi tende alla perfezione guida la propria esistenza tra le coordinate della colpa e del dovrei, ciò signica porsi standard smisurati che alimentano il senso di inadeguatezza. Prolungare i dovrei fa crescere la linea verticale della colpa. Quando si accetta la morte si ha un atteggiamento nuovo verso la vita e una nuova forma di narcisismo che trascende i conni dell’individuo: narcisismo cosmico. Narcisismo cosmico e umorismo sono trasformazioni del narcisismo che aiutano l’uomo a tollerare la propria nitezza. La volontà progettuale di perfezionamento dell’essere e della società è dominata dalla paura ancestrale e devastante del nulla (Fortunati, 2004). Sono ormai molti gli studiosi che hanno evidenziato come l’ansia perfezionistica sia sintomo di una ineludibile angoscia di morte, dal momento che la tensione per un impiego perfetto del tempo è strettamente connessa alla dolorosa consapevolezza della nitezza della vita umana. Il perfezionista non sceglie, rinvia, procrastina perché ogni scelta, intesa come taglio con il passato, simbolicamente lo avvicina alla morte, di cui egli ha una terribile paura. Chi non riesce a staccarsi dalle cose, e quindi in generale non riesce a sciogliere gli attaccamenti e a lasciar andare, non si sta preparando alla morte, che è l’ultimo dei distacchi. Il perfezionista colleziona le cose, non butta via niente per la stessa ragione: fermare il tempo. Lo stesso fa con i legami: si lascia sempre una porta aperta. La dipendenza dalla perfezione è alla base della dipendenza suicida.

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Nella stessa collana Giusti E. - Germano F., Etica del con-tatto fisico in psicoterapia e nel counseling, 2003, pp. 160 Giusti E. - Germano F., Terapia della rabbia. Capire e trattare emozioni violente d’ira, collera e furia, 2003, pp. 224 Giusti E. - Giordani B. Il formatore di successo, 2002, pp. 224 Giusti E. - Harman R. (a cura di), La psicoterapia della Gestalt, 1996, pp. 224 Giusti E. - La Fata S., Quando il mio terapeuta è un cane, 2004, pp. 448 Giusti E. - Lazzari A., Psicoterapia Interpersonale Integrata, 2003, pp. 160 Giusti E. - Lazzari A., Narrazione e autosvelamento nella clinica. La rivelazione del Sé reciproco nella relazione di sostegno, 2005, pp. 160 Giusti E. - Locatelli M., L’empatia integrata, 2007 (Nuova edizione), pp. 320 Giusti E. - Mancinelli L., Il counseling domiciliare, 2008, pp. 160 Giusti E. - Minonne G., L’interpretazione dei significati nelle varie fasi evolutive dei trattamenti psicologici, 2004, pp. 396 Giusti E. - Minonne G., Ricerca scientifica e tesi di specializzazione in psicoterapia, 2005, pp. 368 Giusti E. - Montanari C., Trattamenti psicologici in emergenza con EMDR per profughi, rifugiati e vittime di traumi, 2000, pp. 192 Giusti E. - Montanari C., La CoPsicoterapia. Due è meglio e più di uno in efficacia ed efficienza, 2005, pp. 320 Giusti E. - Nardini M.C., Gruppi pluralistici. Guida transteorica alle terapie collettive integrate, 2004, pp. 304 Giusti E. - Ornelli C., Role play. Teoria e pratica nella Clinica e nella Formazione, 1999, pp. 144 Giusti E. - Palomba M., L’attività psicoterapeutica. Etica ed estetica promozionale del libero professionista, 1993, pp. 128 Giusti E. - Perfetti E., Ricerche sulla felicità. Come accrescere il benEssere psicologico per una vita più soddisfacente, 2004, pp. 192 Giusti E. - Pitrone A., Essere insieme. Terapia integrata della coppia amorosa, 2004, pp. 240 Giusti E. - Pizzo M., La selezione professionale. Intervista e valutazione delle risorse umane con il modello pluralistico integrato, 2003, pp. 208 Giusti E. - Proietti M.C., La delega direzionale, 1996, pp. 112 Giusti E. - Proietti M.C., Qualità e formazione. Manuale per operatori sanitari e psicosociali, 1999, pp. 184 Giusti E. - Rapanà L., Narcisismo. Valutazione pluralistica e trattamento clinico integrato del Disturbo Narcisistico di Personalità, 2002, pp. 176 Giusti E. - Romero R., L’accoglienza. I primi momenti di una relazione psicoterapeutica, 2005, pp. 176 Giusti E. - Sica A., L’epilogo della cura terapeutica. I colloqui conclusivi dei trattamenti psicologici, 2005, pp. 160 Giusti E. - Surdo V., Affezione da Alzheimer. Il trattamento psicologico complementare per le demenze, 2004, pp. 144 Giusti E. - Taranto R., Super Coaching tra Counseling e Mentoring, 2004, pp. 352

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Nella stessa collana Giusti E. - Testi A., L’Autostima. Vincere quasi sempre con le 3 A, 2006, pp. 224 Giusti E. - Testi A., L’Assertività. Vincere quasi sempre con le 3 A, 2006, pp. 224 Giusti E. - Testi A., L’Autoefficacia. Vincere quasi sempre con le 3 A, 2006, pp. 96 Giusti E., Essere in divenendo. Integrazione pluralistica dell’identità del Sé, 2001, pp. 144 Giusti E., Autostima, psicologia della sicurezza in Sé, 20055, pp. 200 Giusti E., Videoterapia. Un ausilio al Counseling e alle Arti-Terapie, 1999, pp. 176 Giusti E., Tecniche immaginative. Il teatro interiore nelle relazioni d’aiuto, 2007, pp. 272 Gold J.R., Concetti chiave in psicoterapia integrata, 2000, pp. 268 Goldfried M.R., Dalla terapia cognitivo-comportamentale all’integrazione delle psicoterapie, 2000, pp. 288 Greenberg L.S. (et al.), Manuale di psicoterapia esperienziale integrata, 2000, pp. 576 Greenberg L.S. - Paivio S.C., Lavorare con le emozioni in psicoterapia integrata, 2000, pp. 368 Manucci C. - Di Matteo L., Come gestire un caso clinico, 2004 Murgatroyd S., Il Counseling nella relazione d’aiuto, 20001, pp. 192 Perls F., Qui & ora. Psicoterapia autobiografica, 1991, pp. 256 Persons J.B. - Davidson J. - Tompkins M.A., Depressione. Terapia cognitivo-comportamentale. Componenti essenziali, 2002, pp. 288 Preston J., Psicoterapia breve integrata, 2001, pp. 256 Reddy M., Il Counseling aziendale. Il Manager come Counselor, 1994, pp. 176 Santostefano S., Psicoterapia integrata. Per bambini e adolescenti. Vol. I: “Metateoria pluralistica”, 2002, pp. 400 Santostefano S., Psicoterapia integrata. Per bambini e adolescenti. Vol. II: “Tecnologia applicativa”, 2003, pp. 384 Spalletta E. - Quaranta C., Counseling scolastico integrato, 2002, pp. 352

Videodidattica per le psicoterapie scientifiche dell’American Psychological Association • Video Psicoterapia Psicodinamica Breve D.K. Freedheim + Libro Psicoterapia breve integrata di J. Preston € 120,00 • Video Psicoterapia Cognitiva-Affettiva Comportamentale Prof. M.R. Goldfried + Libro Dalla Terapia cognitivo-comportamentale all’Integrazione delle Psicoterapie € 120,00 • Video Psicoterapia Processuale Esperienziale L.S. Greenberg + Libro Manuale di Psicoterapia Esperienziale Integrata € 132,00 • Video La Terapia Centrata sul Cliente N.J. Raskin + Libro La Terapia Centrata sulla Persona di J.D. Bozarth € 120,00

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Nella stessa collana • Video EMDR per Traumi: Movimento oculare Desensibilizzante e Rielaborazione F. Shapiro + Libro Trattamenti Psicologici in Emergenza di E. Giusti, C. Montanari € 118,00 • Video La Terapia Eclettica Prescrittiva J.C. Norcross + Libro Psicoterapia Prescrittiva Elettiva, fondata sull’evidenza di Beutler/Harwood € 120,00 • Video Psicoterapia Multimodale A.A. Lazarus + Libro Le basi della Psicoterapia Eclettica ed Integrata di Chambon - Cardine € 125,50 • Video Psicoterapia Infantile J. Annunziata + Libro Counseling Scolastico Integrato di E. Spalletta, C. Quaranta € 122,00 • Video Ipnoterapia Ericksoniana J.K. Zeig + Libro Ipnosi e Psicoanalisi, collisioni e collusioni di L. Chertok € 120,00 • 2 Video Il Counseling breve in azione J.M. Littrell + Libro Il Counseling breve in Azione di J.M. Littrell € 122,00 • Video Psicoterapia Esperienziale A. Mahrer + Libro Lavorare con le emozioni in Psicoterapia Integrata di Greenberg/Paivio € 127,50 • 5 Videocassette Terapia Cognitivo-Comportamentale per la Depressione per l’autoformazione didattica, libro di G.B. Persons, Costo complessivo: € 275,00 • Video Psicoterapia Comportamentale con paziente ossessivo-compulsivo S.M. Turner + Libro Ossessione e Compulsioni, Valutazione e Trattamento di Edoardo Giusti, Antonio Chiacchio € 127,50 • Video Psicoterapia Pratica con Adolescenti A.K. Rubenstein + Due Libri Psicoterapia Integrata per bambini e adolescenti di Sebastiano Santostefano € 155,00 • Video Psicoanalisi con paziente schizofrenico B. Karon + libro Disturbi mentali gravi di V. Campanella - M. Fiori - D. Santoriello € 120,00 • Video Come gestire il transfert erotico in psicoterapia AA.VV. + libro Etica del contatto fisico di E. Giusti - F. Germano € 115,00 • Video Psicoterapia Interpersonale Ricostruttiva Lorna Smith Benjamin + libro Psicoterapia Interpersonale Integrata di E. Giusti - A. Lazzari € 118,00 • Video Come gestire la rabbia dei pazienti in psicoterapia AA.VV. + libro Terapia della rabbia di E. Giusti - F. Germano € 118,00

Edizioni ASPIC • Video Terapia della Gestalt individuale in gruppo Ginger/Masquelier + libro Psicoterapia della Gestalt di E. Giusti - V. Rosa € 130,00

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Nella stessa collana

EDIZIONE SOVERA STRUMENTI Elliott R. - Watson J.C. - Goldman R.N. - Greenberg L.S., Apprendere la terapia focalizzata sulle emozioni. L’approccio esperienziale orientato al processo per il cambiamento, in corso di stampa, pp. 368 Giusti E., Montanari C., Iannazzo A., Psicodiagnosi integrata. Valutazione transitiva e progressiva del processo qualitativo e degli esiti nella psicoterapia pluralistica fondata sull’evidenza obiettiva, 2006, pp. 580 Giusti E., Bonessi A., Garda V., Salute e malattia psicosomatica. Significato, diagnosi e cura, 2006, pp. 240 Giusti E., Germano F.., Psicoterapeuti generalisti. Competenze essenziali di base: dall’adeguatezza verso l’eccellenza, 2006, pp. 256 Giusti E., Pacifico M., Staffa T., L’intelligenza multidimensionale per le psicoterapie innovative, 2007, pp. 400 Giusti E. - Tridici D., Smoking. Basta davvero, 2009, pp. 224 Goodheart C.D. - Kazdin A.E. - Sternberg R.J., Psicoterapia a prova di evidenza. Dove la pratica e la ricerca si incontrano, in corso di stampa Norcross J.C., Beutler L.E., Levant R.F., Salute mentale: trattamenti basati sull’evidenza. Dibattiti e dialoghi sulle questioni fondamentali, 2006, pp. 464 Spalletta E., Germano F., MicroCounseling e MicroCoaching. Manuale operativo di strategie brevi per la motivazione al cambiamento, 2006, pp. 480 Wolfe B.E., Trattamenti integrati per disturbi d’ansia. La cura del Sé ferito, 2007, pp. 304

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