Psicoterapia integrata dello stress

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Edoardo Giusti - Tiziana Di Fazio



collana Psicoterapia & Counseling diretta da Edoardo Giusti PSICOTERAPIA�

COUNSELING�

65 Centro Europeo di Ricerche per lo Studio delle Psicoterapie Integrate e Comparate



Edoardo Giusti – Tiziana Di Fazio

PSICOTERAPIA INTEGRATA DELLO STRESS Il burn-out professionale

OVERA EDITORE


Š 2008 SOVERA MULTIMEDIA s.r.l. Via Vincenzo Brunacci, 55/55A - 00146 ROMA www.soveraedizioni.it e-mail: info@soveraedizioni.it I diritti di traduzione, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i paesi.


Sommario

Presentazione di MASSIMO BIONDI

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Prefazione di ROBERTO TATARELLI

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PARTE PRIMA: CHE COS’È LO STRESS E COME INFLUENZA LA NOSTRA VITA

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Capitolo 1. Il concetto di stress: verso una visione olistica 1.1. Origini e ricerche 1.2. Il modello integrativo-relazionale

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Capitolo 2. Lo stress e i suoi effetti 2.1. I fattori più comuni della vita quotidiana che generano stress 2.2. Lo stress è sempre negativo? 2.3. Gli effetti dello stress

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Capitolo 3. Stress e malattia 3.1. Relazione tra soma, psiche e stress 3.2. Stress, ansia e depressione 3.3. Stress psicosociale, immunità e infezioni 3.4. Stress e cancro 3.5. Lo stress e il cervello nella pancia

33 33 35 37 39 40

Capitolo 4. Personalità e stress 4.1. Personalità “resilienti” 4.2. Personalità cardiaca: “Tipo A” 4.3. Personalità di “Tipo B” 4.4. Personalità “ansiosa-reattiva” 4.5. Personalità di “Tipo C”

43 43 45 48 49 50

Capitolo 5. La sindrome di risposta da stress

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PARTE SECONDA: COMPRENSIONE OLISTICA DELLO STRESS DEL PAZIENTE Capitolo 6. Il processo di assessment 6.1. Le misure dello stress 6.2. La relazione nel processo di assessment 6.3. Le aspettative del cliente 6.4. Stili di personalità 6.5. Un modello di valutazione: CABB 6.6. Significato soggettivo e coping 6.6.1. Modalità diverse di coping

6.7. Le risorse dell’individuo 6.8. Il supporto sociale 6.8.1. Misurazioni del supporto sociale

6.9. Stile di vita e tipo di lavoro

59 61 63 70 72 73 75 81 83 84 97 98 100

Capitolo 7. Valutazione della “Sindrome di Risposta allo Stress” 109 7.1. La valutazione delle sindromi di risposta allo stress 112 PARTE TERZA: INTERVENTI TERAPEUTICI

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Capitolo 8. Approcci psicoterapeutici per la gestione dello stress 8.1. Approccio psicodinamico analitico 8.2. Approccio cognitivo-comportamentale 8.3. Approccio umanistico-esistenziale 8.4. Approccio ecologico-sistemico 8.5. Approccio biofunzionale-corporeo 8.7. Approccio pluralistico integrato

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Capitolo 9. Approccio integrato alla gestione dello stress 9.1. Obiettivi a breve, medio e lungo termine nella gestione dello stress 9.2. La gestione dei pensieri irrazionali

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9.2.1. Focalizzare l’attenzione su ciò che si pensa 9.2.2. Espressione delle emozioni dolorose

9.3. Sviluppare abilità di coping efficaci 9.3.1. Rinforzare l’hardiness e il senso di autoefficacia 9.3.2. Migliorare la fiducia in se stessi e l’autostima 9.3.3. Aumento della propria consapevolezza e spiritualità

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9.3.4. Imparare a rilassarsi 9.3.5. Sviluppo dei contatti sociali e delle amicizie

9.4. Migliorare la comunicazione 9.4.1. Comunicare in modo assertivo 9.4.2. Gestire in modo efficace i conflitti

9.5. Migliorare lo stile di vita 9.5.1. Dieta antistress ed esercizio fisico 9.5.2. Migliorare il riposo notturno 9.5.3. Dedicare del tempo a se stessi

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PARTE QUARTA: LO STRESS DEL PROFESSIONISTA

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Capitolo 10. Lo stress nelle professioni di aiuto 10.1. Relazioni tra stress e burn-out 10.2. Autovalutazione del burn-out 10.3. Cause del burn-out 10.4. Diagnosi del burn-out 10.5. Interventi finalizzati a bloccare il burn-out 10.6. Il mobbing e lo stress

195 197 200 204 208 204 215

Capitolo 11. Lo stress dello psicoterapeuta 11.1. Fattori di stress legati al lavoro terapeutico 11.2. Lo stress nei terapeuti in formazione 11.3. Strategie di coping utilizzate dai terapeuti

219 219 225 226

Capitolo 12. Consigli utili per prevenire lo stress e il burn-out clinico-professionale dello psicoterapeuta 231 Appendice: IRIS - Istituto Ricerca Internazionale Stress a cura di Raffaele D’Alterio e Laura Barreliere

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Bibliografia

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Presentazione

Questo volume espone in modo documentato e scorrevole molti aspetti della psicologia dello stress, come un compendio che si fa leggere gradevolmente, offrendo al lettore uno dopo l’altro tanti contenuti in sequenza. Vi ho ritrovato lo stile espositivo dei numerosi volumi di Edoardo Giusti, docente dalla produzione infaticabile, appassionato direttore di una delle Scuole di formazione post-laurea tra le più attive e apprezzate a Roma, autore di numerosi volumi chiari e ben documentati nella formazione e non solo, di uno stile didattico, chiaro e pratico che apprezzo da anni. Questo non è però solo un libro sulla psicologia dello stress, ma un libro sulla psicologia dello stress applicata alla vita professionale dello psicoterapeuta, una delle professioni di aiuto a maggior rischio di “fatica del curare”. La tematica dello stress è sempre attuale ed interessante e il sottotitolo di questo volume – il burn-out professionale – lo rende per il lettore ancora più attraente. I due temi revisione della psicologia dello stress e la parte seconda del volume dedicata al tema dello stress del professionista trapassano l’uno nell’altro come sbocco naturale agli occhi del lettore. Edoardo Giusti, e Tiziana Di Fazio hanno organizzato questo volume con chiarezza, unita ad una notevole capacità di sintesi, numerose tabelle e strumenti trasportabili immediatamente nella pratica del clinico e comunque con vari possibili approfondimenti nei riferimenti bibliografici. In molti capitoli e paragrafi si trova l’essenziale della maggior parte della letteratura sulla psicologia dello stress, inclusa la più recente teorizzazione di Lazarus e Folkman. Ho apprezzato anche – da clinico – la sobria mancanza di riferimenti al Manuale diagnostico statistico dei Disturbi mentali, tentazione ormai molto forte e stereotipa in molti libri attuali che – sembra – non possono trattare argomenti senza far riferimento ad esso. In effetti, poteva esserci una sezione dedicata ai Disturbi da stress e adattamento, ripresa dal DSM-IV, ma per 9


gli scopi degli autori non ve ne era bisogno. Gli autori riportano i presupposti necessari per la valutazione dei casi, la collocazione nosografia verrà in un secondo momento (e in un altro testo) per il lettore che la desidera. Peraltro, tale classificazione nel DSM IV è piuttosto sofferente. Anche la parte sui correlati biologici e sui risvolti somatici dello stress è presente – qualcuno avrebbe forse potuto preferire che fosse più estesa – ma non era nella intenzione degli autori scrivere un testo che dallo stress passasse alla medicina psicosomatica. Vi è qui quanto basta per l’argomento e il tema dello stress del professionista, cui punta il volume. I capitoli, uno dopo l’altro, si avvicinano sempre più, concentricamente al bersaglio finale del sottotitolo. Nella prima parte, gli autori sintetizzano i temi principali sul concetto di stress, i suoi effetti, l’impatto possibile sulla salute psichica (ansia e depressione) e fisica, il ruolo della personalità. Si entra poi nell’ambito dell’assessment , articolato in diversi punti, dalle misure di stress alla relazione, le aspettative del cliente, gli stili di personalità, il coping, il CABB come proposta di modello di valutazione, ruolo del supporto sociale e del coping, fino al ruolo del lavoro, che anticipa la parte finale. Gli interventi psicoterapeutici per la gestione dello stress sono oggetto della terza parte. Sezione interessante poiché sono pochi i testi disponibili in italiano con tali spunti. La sezione finale è quella forse più utile al clinico. Come molti di noi sanno da una pluriennale esperienza clinica, lo psicoterapeuta è tra i più esposti a stress professionale. Forse è solo questa una delle poche attività professionali che non possono essere svolte tutti i giorni, per varie ore di seguito e che anzi richiede “turni di riposo” mentali: il lavoro diviene “usurante” emotivamente e mentalmente dopo 4-5 ore rendendo necessari spazi di riposo e recupero, altrimenti il terapeuta non funziona più. Non solo, è necessaria anche una solida vita personale dietro le spalle (v. il paragrafo “consigli”). Lo psicoterapeuta – più di altre figure professionali con l’eccezione forse di figure tra cui ad esempio i medici rianimatori, gli oncologi, gli psichiatri, vive continuamente a contatto con la sofferenza espressa dei clienti, il dolore psichico persistente, il blocco su emozioni negative, spesso malati di disagio esistenziale, di un disturbo, e comunque con una sofferenza 10


che riportano verbalmente e non verbalmente al terapeuta, che infaticabile ascolta, per capire, comprendere, intervenire e con pazienza riorganizza, ri-tesse, confronta, propone, incassa talora aggressività ma è pronto a ridiscutere, rincuorare e motivare la persona al cambiamento. Ma non è infaticabile. È un mito sbagliato, un’illusione. Lo psicoterapeuta si può logorare, anzi in genere si logora se non fa attenzione, se non “si dosa” nei tempi e nei modi. Lo psicoterapeuta fronteggia ad ogni seduta lo stress degli altri e in qualche modo se ne fa carico sulle spalle. Sebbene sia più “equipaggiato” della media delle persone – grazie al suo Training – non ha risorse illimitate e i suoi poteri sono in definitiva limitati. Lavora con la logica e con le emozioni anche le sue e maneggiarle costa. Perizia e tecnica servono, sono indispensabili, ma il costo c’è sempre. La sua energia viene come assorbita nella relazione terapeutica e si può consumare, in un gioco di equilibri tra la fatica della tipologia della propria vita professionale (ad esempio il tipo di pazienti che vede), i suoi destini personali (il retroterra di recupero e serenità, che a volte può venire a mancare, perché lo psicoterapeuta, anch’egli/ella essere umano può affrontare crisi personali), i successi ed insuccessi professionali. I capitoli 11 e 12 sono a mio giudizio i più preziosi del volume. Per quanto apparentemente semplici e diretti, sono i più utili specie al terapeuta in formazione come guida per proteggersi dal burn out. Ma possono essere un valido punto di riflessione anche per il terapeuta esperto, con esperienza pluriennale, che preso dalla passione per la sua professione, a volte potrebbe dimenticare questi punti tanto semplici quanto solidi. MASSIMO BIONDI

Professore Ordinario di Psichiatria Direttore del Dipartimento di Scienze Psichiatriche e Medicina Psicologica Università “La Sapienza” di Roma

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Prefazione

Fino a qualche decennio fa, l’interesse dei ricercatori sullo Stress si limitava al suo possibile fattore eziologico nelle patologie psicosomatiche. La letteratura scientifica recente gli riconosce, invece, un sempre più ampio ruolo nell’eziopatogenesi di molte patologie psichiatriche. Capirne a fondo i meccanismi significa fornire al clinico un importante strumento di diagnosi e di terapia. Dopo un’approfondita disamina dell’argomento, gli Autori affrontano nello specifico il problema, già richiamato nel sottotitolo del libro, del burn-out professionale, ed in particolare di quello dello psicoterapeuta. Da clinico e da terapeuta che ha dedicato gran parte della sua vita alla cura dei pazienti, mi sento di consigliare vivamente la lettura di questo capitolo a tutti i giovani che si stanno per affacciare a questo mestiere, tanto affascinante quanto faticoso e pieno di insidie. Conoscere e riconoscere i rischi cui si va incontro vuol dire non danneggiare sé stessi come operatori ma soprattutto vuol dire evitare di arrecare danni, seppur nella più completa buona fede, ai nostri pazienti. Edoardo Giusti e Tiziana Di Fazio sono riusciti a realizzare un’opera di estrema attualità, di grande valenza didattica ed alto contenuto scientifico e, non ultimo, di facile e piacevole lettura. ROBERTO TATARELLI Professore Ordinario di Psichiatria II Facoltà di Medicina e Chirurgia Università “La Sapienza” di Roma

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PARTE PRIMA CHE COS’È LO STRESS E COME INFLUENZA LA NOSTRA VITA



Capitolo 1

Il concetto di stress: verso una visione olistica

Non possiamo credere che le menti delle altre persone si basino sui nostri stessi principi… Gli altri non ragionano come ragioniamo noi, né valutano le cose che noi apprezziamo, né sono interessati a ciò che ci interessa. (Myers I. e Myers P., 1995)

1.1. Origini e ricerche Molti studiosi ritengono che l’origine della parola inglese stress (dal latino strictus = stretto, serrato, compresso) risalga al XVII secolo, periodo in cui è stata usata nel senso di “difficoltà”, “afflizione” o “avversità”. Nel XVIII e XIX secolo ha acquisito il significato di “forza” che produce tensione (strain), deformando l’oggetto a cui viene applicata (Rivolier, 1989; Pancheri, 1993; De Felice e Cioccolanti, 1999) e solo successivamente il termine ha assunto il significato di una pressione che agisce non solo su un oggetto ma anche su una persona, aprendo così la strada ad una interpretazione più inerente ai vissuti umani. Prima di prendere in considerazione le ricerche attuali sull’argomento, ci sembra importante fare un breve riferimento ai primi studi scientifici sullo stress che sono legati alla figura e all’opera del fisiologo ed endocrinologo Hans Selye. Egli ha sviluppato compiutamente le idee di Bernard (1865), il quale affermava che gli organismi viventi regolano il loro ambiente interno in risposta ai mutamenti nell’ambiente esterno, e di Cannon (1929), che definiva tale processo con il nome di “omeostasi”1, in un modello sistematico dello stress fisiologico. Negli anni ’30 Selye, studiando la risposta fisiologica a ciò che mi1 “Come regola, ogniqualvolta le condizioni sono tali da intaccare l’organismo nocivamente, ci saranno dei fattori all’interno che lo proteggono o che ristabiliscono l’equilibrio disturbato” (Cannon W., 1932, p. 287).

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naccia l’omeostasi dell’organismo, ad esempio il freddo o il caldo eccessivi, i raggi X o i traumi meccanici, osservò che, indipendentemente dallo stimolo sottoposto, otteneva sempre la stessa risposta organica: a) ingrossamento della corteccia delle ghiandole surrenali; b) riduzione o atrofia del timo e dei linfonodi; c) ulcere gastriche e duodenali. Ciascuna delle stimolazioni impiegate provocava, oltre agli effetti tipici della sua specie anche una risposta aspecifica, cioè indipendente dalla sua specie e uguale anche per stimoli differenti, caratterizzata dalle alterazioni sopra menzionate (Farné M., 1999, pp. 13-15). È interessante sottolineare che l’aumento della corteccia surrenale mobilita una sovrapproduzione di adrenalina che serve a preparare l’organismo all’azione: la risposta di “attacco o fuga”2 descritta in precedenza da Cannon (1929). Il timo e i linfonodi, invece, hanno un ruolo importante nel sistema immunitario che protegge e difende l’organismo dalle malattie (Cassidy T., 2002, p. 24). Da questi studi Selye arrivò nel 1936 a pubblicare sulla rivista scientifica “Nature” il primo articolo sulla sindrome aspecifica da malattia primitiva, da cui emergeva che lo stress è la reazione aspecifica di tutto l’organismo intero a qualsiasi agente stressante (stressor) e che agenti stressanti diversi provocano sempre la stessa reazione biologica, definita come Sindrome Generale di Adattamento (SGA; Di Nuovo S., Rispoli L. e Genta E., 2000, p. 16). La SGA coinvolge in una reazione a catena tutti i “sistemi della vita”, ossia il sistema neurovegetativo, il sistema endocrino, il sistema immunitario ed i sistemi metabolici al fine di superare o neutralizzare l’agente stressante. L’individuo mette in atto, quindi, una serie di risposte difensive ogni qualvolta gli viene richiesta una capacità di adattamento a causa di alterazioni significative che si verificano nell’ambiente esterno o interno dell’organismo. La SGA comprende tre risposte: A. reazione di allarme; B. fase di resistenza; C. fase di esaurimento. La reazione di allarme è caratterizzata da una mobilitazione generale di tutte le forze difensive mediante l’attivazione del sistema ner2 “Il riflesso di attacco o fuga è una risposta a stimoli sconosciuti o ad un pericolo che permette di attivare i processi corporei necessari all’attacco o alla fuga. Sono le informazioni esterne che determinano se l’animale combatterà o fuggirà” (Cannon W., 1929).

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voso autonomo, che è il sistema di primo intervento e di emergenza al primo impatto con lo stressor. Nella fase preliminare di allarme avviene un calo delle funzioni vitali e l’organismo subisce passivamente, sia per limitare gli effetti nocivi dell’agente stressante, assorbendolo senza opporre resistenza, sia per organizzare le difese e far fronte a questo stato. Segue poi una fase acuta di allarme in cui l’organismo organizza aspecificamente tutte le sue difese. In questa fase il sistema nervoso simpatico, oltre ad agire sul metabolismo e sulla circolazione sanguigna, attiva la costellazione endocrina simpatica, con la secrezione e l’immissione in circolo di adrenalina e noradrenalina, e mette in funzione l’asse ipotalamoipofisi-corticosurrene, con l’aumento del glucosio quale energia di pronto impiego. A questo punto la mobilitazione delle difese è generale e si verificano gli effetti descritti nella tab. 1.1. Alla fase acuta di allarme segue la fase di ripresa, con intervento del parasimpatico quale sistema di rigenerazione energetica e di restaurazione della normalità man mano che l’eccitazione del simpatico decresce. Esaurita la reazione di allarme, se in tempi relativamente brevi l’agente stressante non viene neutralizzato si attiva la fase di resistenza, Tab. 1.1. Le tre fasi della Sindrome Generale di Adattamento FASE DI ALLARME

Durante la fase di allarme si mobilitano le energie difensive (innalzamento della frequenza della pressione cardiaca, della tensione muscolare, diminuzione della secrezione salivare, aumentata liberazione di cortisolo, ecc.). Le funzioni corporee non strettamente necessarie alla difesa (digestione, sessualità, sintesi proteica, ecc.), vengono rallentate.

FASE DI RESISTENZA

Nella fase di resistenza l’organismo incrementa le funzioni omeostatiche basali con un notevole dispendio di energie.

FASE DI ESAURIMENTO

Se la condizione stressante continua, oppure risulta troppo intensa, si entra in una fase di esaurimento in cui l’organismo non riesce più a difendersi e la naturale capacità di adattarsi viene a mancare. Si assisterà in questa fase alla comparsa di “malattie dell’adattamento” rappresentate, per esempio, dal diabete o dall’ipertensione arteriosa (malattie psicosomatiche).

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nella quale vengono mobilitate le difese a lungo termine e continua l’iperproduzione di cortisolo. L’organismo sviluppa un miglior adattamento all’agente stressante, elevando le funzioni omeostatiche basali con un notevole dispendio di energie. Se in questa fase lo stressor non viene metabolizzato i meccanismi omeostatici vanno incontro alla fase di esaurimento in cui l’organismo viene sopraffatto da malattie a causa del crollo delle difese (ibidem, pp. 17-18). Applicando gli studi sullo stress all’uomo, l’attenzione di alcuni ricercatori si rivolse successivamente ai meccanismi attraverso i quali gli stressor più svariati (fisici, sociali e psicologici) possono indurre una reazione di potenziale significato patologico. La ricerca si concentrò, quindi, sull’individuazione delle fonti di stress nel mondo esterno (Holmes e Rahe, 1967; Brown e Harris, 1978; 1989). Thomas H. Holmes e Richard H. Rahe, presso l’Università di Washington, nel 1964 isolarono una serie di 43 eventi che precedono con frequenza significativa l’inizio di molte malattie somatiche e psicosomatiche. Intervistarono oltre 5000 persone con vari tipi di disturbi, sia organici che emotivi, per individuare la frequenza di una serie di avvenimenti di vita critici che richiedono un notevole sforzo adattivo. Partendo da tale lista di eventi, nel 1967 i due studiosi stabilirono una misura o “peso sociale” per ognuno degli eventi considerati. La lista così ottenuta fu denominata Social Readjustment Rating Scale (SRRS) e lo strumento da esso derivato per l’uso clinico fu chiamato Schedale of Recent Experience. Secondo i due autori, “maggiore è la somma dei cambiamenti, più è probabile l’insorgere di una malattia, o è più facile che le persone a rischio si ammalino” (Holmes e Masuda, 1974). Altrettanto importante fu la scoperta di Mason (1975) relativa al fatto che le reazioni endocrine a stimolazioni stressanti di vario genere producono non tanto una risposta aspecifica, bensì una “reazione emozionale specifica”, in quanto rapportata al vissuto emozionale del soggetto. Sia gli stimoli psicosociali che quelli fisico-biologici producono la reazione di stress essenzialmente attraverso la mediazione dell’eccitamento emozionale da essi prodotto (fig. 1.1.). La prospettiva di Mason mise in evidenza che se consideriamo la reazione emozionale come la causa principale, anche se non l’unica, che produce lo stress, ne consegue che potranno esistere stressor di tale intensità e durata che sempre e comunque producono la reazione di stress, mentre esisteranno altri stimoli che produrranno tale reazione solo in rapporto alla particolare reattività psicofisiologica del singolo soggetto (Pancheri P., 1980, pp. 27-28). 18


Fig. 1.1. stimoli fisici

stimoli psicosociali

attivazione emozionale

STRESS

stimoli biologici

Il valore delle emozioni e del significato attribuito all’evento stressante condusse alcuni studiosi a proporre il concetto di stress psicologico. Fu Lazarus (1966) a mettere in risalto l’importanza del significato soggettivo che l’individuo attribuisce all’evento, introducendo il concetto di “interpretazione valutativa”. Egli affermò che “le attività cognitive – la percezione valutativa, i pensieri e le inferenze – sono usate dalla persona per interpretare e guidare ogni interscambio adattivo con l’ambiente”. La persona valuta (appraisal) la transazione/interazione con l’ambiente, in rapporto al significato che questa ha per il suo benessere. Tale valutazione include sia i giudizi (consapevoli o non consapevoli) sulle richieste esterne, ossia quelle provenienti dall’ambiente, sia le risorse interne dell’individuo e le scelte operate per gestire in maniera appropriata la situazione. (Lazarus et al., 1980, p. 91). La valutazione cognitiva è caratterizzata, quindi, dall’interazione tra le risorse interne alla persona (la sua capacità di controllo, le sue precedenti esperienze, ecc.) e gli elementi che coinvolgono l’ambiente circostante (l’incidenza dell’evento stressante, il suo prolungarsi, ecc.). Nel corso del tempo si è andato così sempre di più affermando il modello olistico (dal greco òlos, “tutto”, “intero”, “totale”) sullo stress che considera la persona nella sua globalità, dando maggior risalto al significato che quest’ultima attribuisce all’evento ed all’interazione con il contesto nella quale è inserita. Un modello distante sia da quello biologico-medico che studiava lo stress partendo dalla risposta, ossia dall’esperienza provata dall’individuo, sia da quello dello stimolo che prendeva prevalentemente in considerazione gli agenti stressanti. Lo stress dunque viene considerato dalla maggior parte degli studiosi come un processo globale che coinvolge la persona e l’ambiente 19


ed in cui la nozione di appraisal e di coping (modalità di far fronte), come vedremo in modo più approfondito nella seconda parte di questo testo, assumono un ruolo molto importante.

1.2. Il modello integrativo-relazionale Un modello che rispecchia molto bene la concezione olistica legata allo stress è quello di Milner e Palmer (1998) che descrivono il modello integrativo-transazionale (fig. 1.2.) caratterizzato da cinque fasi. Fase 1. La persona riconosce una potenziale richiesta esterna e comincia a prendere in considerazione le risorse a sua disposizione per affrontarla (coping). Ad esempio a Jane, presidente deputato, viene chiesto di fare una presentazione al tavolo dei governatori. In questo caso le risorse potrebbero includere specifiche abilità, tempo disponibile per preparare tale presentazione, ecc. Fase 2. La persona valuta la situazione, attribuendole un significato, e decide se tale richiesta è adeguata o superiore alle risorse che possiede per affrontarla. La valutazione è caratterizzata dalle pressioni interne di ciascun individuo, ad esempio le proprie convinzioni e credenze, le esperienze passate positive o negative, ecc. Jane potrebbe avere delle aspettative molto elevate rispetto a se stessa e pensare: “Devo dare il meglio di me altrimenti sono una incapace”. Se in questa fase la persona valuta l’evento come minaccioso si passerà alla fase successiva, caratterizzata dalla risposta allo stress, altrimenti l’individuo sceglierà le strategie più opportune per affrontare al meglio la situazione. Fase 3. Si attiva la risposta allo stress, che è caratterizzata dall’interazione degli aspetti emotivi, fisiologici, cognitivi e comportamentali. Jane potrebbe sentirsi preoccupata, ansiosa e pensare che non ce la farà. A livello comportamentale, al fine di ridurre la sua ansia potrebbe, ad esempio, iniziare a pulire la sua scrivania o preparare una tazza di tè. Fase 4. La persona valuta l’effetto delle proprie risposte attuate nella situazione di stress durante la fase precedente. Nel nostro esempio, Jane valuta se l’approccio da lei adottato l’aiuta effettivamente a fronteggiare il problema. Questa rivalutazione può arrestare completamente la risposta allo stress, se il comportamento è considerato efficace ri20


Fig. 1.2. Modello integrativo-transazionale Fase 1/5 RICHIESTE ESTERNE MODALITÀ DI COPING

Fase 2/4

PRESSIONI INTERNE

VALUTAZIONE COGNITIVA

Fase 3/5

RISPOSTA ALLO STRESS

Risposte Biologiche

Risposte Affettive

Risposte Cognitive

Risposte Comportamentali

(da Milner P. e Palmer S., 1998, p. 6)

spetto alla richiesta esterna, oppure mantenere tale risposta, se l’individuo considera le strategie applicate non efficaci e la richiesta esterna ancora non affrontata. Jane potrebbe ridurre le sue pressioni interne abbassando il livello delle sue aspettative. Fase 5. Se le strategie impiegate sono inefficaci, l’individuo può sperimentare uno stress prolungato, che ha un impatto negativo sulle richieste esterne e sul suo stato interno interno. Se la presentazione di Jane andasse male, il tavolo dei governatori potrebbe decidere di mettere in discussione il suo operato e investigare altre aree del suo lavoro. Tutto ciò potrebbe diventare un ulteriore fattore di stress. In linea generale, quindi, possiamo affermare che lo stress è dato da uno squilibrio tra le richieste (stimoli esterni e intrapsichici) e l’effet21


tiva capacità di adattamento dell’individuo (risorse disponibili). Esiste una notevole variabilità interindividuale, sia qualitativa che quantitativa, di risposta allo stress (specificità di risposta), legate dal significato attribuito all’evento e alle nostre esperienze passate. Quando le risposte della persona non le consentono di far fronte in modo adeguato alle richieste ambientali possono insorgere degli stati negativi. Uno stress prolungato può avere molte conseguenze psicofisiologiche che possono portare l’individuo ad ammalarsi. Riepilogo Gli individui sono sottoposti spesso a situazioni stressanti e reagiscono, naturalmente, in maniera diversa di fronte a problemi diversi, anche se gli studi dimostrano che per molti aspetti l’organismo ha una reazione stereotipa (non specifica, appunto) con mutamenti biochimici sempre uguali tendenti a fargli affrontare qualsiasi nuova prestazione gli venga richiesta. La risposta dell’organismo agli stressor si sviluppa in tre fasi. Nella prima fase, detta di ALLARME, l’organismo cerca di riconoscere lo stimolo e di adeguarsi ad esso. Segue la fase di RESISTENZA: il corpo e la psiche intervengono attraverso una complessa reazione biologica che coinvolge il sistema neurovegetativo, endocrino e immunitario. Se lo stimolo stressante persiste nella sua azione, l’organismo esaurisce le energie richiamate appositamente per la fase di resistenza, ed entra nella terza ed ultima fase, detta appunto di ESAURIMENTO. In questa fase si sono già instaurate delle risposte organiche e psicologiche complesse che operano nel tentativo di continuare a reagire allo stress. Le tre principali teorie sullo stress sono: • stress come risposta: fa riferimento all’esperienza provata dalla persona in determinate situazioni. Tale approccio considera le conseguenze dello stress in termini di salute fisica e psicologica; • stress come stimolo: tale approccio rivolge la sua attenzione all’individuazione degli agenti stressanti (stressor) che pongono una richiesta alla persona. Ciò ha dato luogo all’elaborazione di vere e proprie liste di eventi o gerarchie di stressor potenziali, come quella elaborata da Holmes e Rahe; • stress come transazione: tiene conto del rapporto tra l’individuo e il suo ambiente, integrando lo stimolo e la risposta in un medesimo processo. Esso implica una visione olistica dello stress che prende in considerazione l’interazione tra le richieste ambientali e le risorse interne dell’individuo. 22


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Benson J., Gruppi. Organizzazione e conduzione per lo sviluppo personale e la psicoterapia, 20001, pp. 272 Beutler L.E. - Harwood T.M., Psicoterapia prescrittiva elettiva. La scelta del trattamento sistematico fondata sull’evidenza, 2002, pp. 224 Bozarth J.D., La terapia centrata sulla persona. Un paradigma rivoluzionario, 2001, pp. 240 Campanella V. - Fiori M. - Santoriello D., Disturbi mentali gravi. Modelli d’intervento pluralistico integrato dall’autismo alle psicosi, 2003, pp. 272 Chambon O. - Marie-Cardine M., Le basi della psicoterapia eclettica e integrata, 2002, pp. 288 Clarkson P., Gestalt - Counseling, 1999 II ediz., pp. 192 Clarkson P., La Relazione Psicoterapeutica integrata, 1996, pp. 392 Delisle G., I disturbi della personalità, 20001, pp. 224 Feltham C. - Dryden W. (a cura di E. Giusti), Dizionario di counseling, 1995, pp. 320 Fontana D., Stress Counseling. Come gestire gli stati personali di tensione, 1996, pp. 160 Frisch M.B., Psicoterapia integrata della qualità della vita, 2001, pp. 352 Giannella E., Palumbo M., Vigliar G., Mediazione familiare e affido condiviso. Come separarsi insieme, 2007, pp. 240 Giusti E. - Calzone T., Promozione e visibilità clinica. Motivare i pazienti ai trattamenti psicologici, 2006, pp. 288 Giusti E. - Carolei F., Terapie transpersonali. L’integrazione della spiritualità e della meditazione nei trattamenti pluralistici, 2005, pp. 336 Giusti E. - Chiacchio A., Ossessioni e compulsioni. Valutazione e trattamento della Psicoterapia Pluralistica Integrata, 2002, pp. 176 Giusti E. - Ciotta A., Metafore nella relazione d’aiuto e nei settori formativi, 2005, pp. 256 Giusti E. - Corte B., La terapia del per-dono, 2008, pp. 304 Giusti E. - Di Fazio T., Psicoterapia integrata dello stress. Il burn-out professionale, 2005, pp. 256 Giusti E. - Di Francesco G., L’autoerotismo. L’alba del piacere sessuale: dall’identità verso la relazione, 2006, pp. 208 Giusti E. - Di Nardo G., Silenzio e solitudine. L’integrazione della quiete nel trattamento terapeutico, 2006, pp. 240 Giusti E. - Frandina M., Terapia della gelosia e dell’invidia. Trattamenti psicologici integrati, 2007, pp. 224 Giusti E. - Fusco L., Uomini. Psicologia e psicoterapia della maschilità, 2002, pp. 464

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NELLA STESSA COLLANA

Benson J., Gruppi. Organizzazione e conduzione per lo sviluppo personale e la psicoterapia, 20001, pp. 272 Beutler L.E. - Harwood T.M., Psicoterapia prescrittiva elettiva. La scelta del trattamento sistematico fondata sull’evidenza, 2002, pp. 224 Bozarth J.D., La terapia centrata sulla persona. Un paradigma rivoluzionario, 2001, pp. 240 Campanella V. - Fiori M. - Santoriello D., Disturbi mentali gravi. Modelli d’intervento pluralistico integrato dall’autismo alle psicosi, 2003, pp. 272 Chambon O. - Marie-Cardine M., Le basi della psicoterapia eclettica e integrata, 2002, pp. 288 Clarkson P., Gestalt - Counseling, 1999 II ediz., pp. 192 Clarkson P., La Relazione Psicoterapeutica integrata, 1996, pp. 392 Delisle G., I disturbi della personalità, 20001, pp. 224 Feltham C. - Dryden W. (a cura di E. Giusti), Dizionario di counseling, 1995, pp. 320 Fontana D., Stress Counseling. Come gestire gli stati personali di tensione, 1996, pp. 160 Frisch M.B., Psicoterapia integrata della qualità della vita, 2001, pp. 352 Giannella E., Palumbo M., Vigliar G., Mediazione familiare e affido condiviso. Come separarsi insieme, 2007, pp. 240 Giusti E. - Calzone T., Promozione e visibilità clinica. Motivare i pazienti ai trattamenti psicologici, 2006, pp. 288 Giusti E. - Carolei F., Terapie transpersonali. L’integrazione della spiritualità e della meditazione nei trattamenti pluralistici, 2005, pp. 336 Giusti E. - Chiacchio A., Ossessioni e compulsioni. Valutazione e trattamento della Psicoterapia Pluralistica Integrata, 2002, pp. 176 Giusti E. - Ciotta A., Metafore nella relazione d’aiuto e nei settori formativi, 2005, pp. 256 Giusti E. - Corte B., La terapia del per-dono, 2008, pp. 304 Giusti E. - Di Fazio T., Psicoterapia integrata dello stress. Il burn-out professionale, 2005, pp. 256 Giusti E. - Di Francesco G., L’autoerotismo. L’alba del piacere sessuale: dall’identità verso la relazione, 2006, pp. 208 Giusti E. - Di Nardo G., Silenzio e solitudine. L’integrazione della quiete nel trattamento terapeutico, 2006, pp. 240 Giusti E. - Frandina M., Terapia della gelosia e dell’invidia. Trattamenti psicologici integrati, 2007, pp. 224 Giusti E. - Fusco L., Uomini. Psicologia e psicoterapia della maschilità, 2002, pp. 464

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Nella stessa collana Giusti E. - Germano F., Etica del con-tatto fisico in psicoterapia e nel counseling, 2003, pp. 160 Giusti E. - Germano F., Terapia della rabbia. Capire e trattare emozioni violente d’ira, collera e furia, 2003, pp. 224 Giusti E. - Giordani B. Il formatore di successo, 2002, pp. 224 Giusti E. - Harman R. (a cura di), La psicoterapia della Gestalt, 1996, pp. 224 Giusti E. - La Fata S., Quando il mio terapeuta è un cane, 2004, pp. 448 Giusti E. - Lazzari A., Psicoterapia Interpersonale Integrata, 2003, pp. 160 Giusti E. - Lazzari A., Narrazione e autosvelamento nella clinica. La rivelazione del Sé reciproco nella relazione di sostegno, 2005, pp. 160 Giusti E. - Locatelli M., L’empatia integrata, 2007 (Nuova edizione), pp. 320 Giusti E. - Mancinelli L., Il counseling domiciliare, 2008, pp. 160 Giusti E. - Minonne G., L’interpretazione dei significati nelle varie fasi evolutive dei trattamenti psicologici, 2004, pp. 396 Giusti E. - Minonne G., Ricerca scientifica e tesi di specializzazione in psicoterapia, 2005, pp. 368 Giusti E. - Montanari C., Trattamenti psicologici in emergenza con EMDR per profughi, rifugiati e vittime di traumi, 2000, pp. 192 Giusti E. - Montanari C., La CoPsicoterapia. Due è meglio e più di uno in efficacia ed efficienza, 2005, pp. 320 Giusti E. - Nardini M.C., Gruppi pluralistici. Guida transteorica alle terapie collettive integrate, 2004, pp. 304 Giusti E. - Ornelli C., Role play. Teoria e pratica nella Clinica e nella Formazione, 1999, pp. 144 Giusti E. - Palomba M., L’attività psicoterapeutica. Etica ed estetica promozionale del libero professionista, 1993, pp. 128 Giusti E. - Perfetti E., Ricerche sulla felicità. Come accrescere il benEssere psicologico per una vita più soddisfacente, 2004, pp. 192 Giusti E. - Pitrone A., Essere insieme. Terapia integrata della coppia amorosa, 2004, pp. 240 Giusti E. - Pizzo M., La selezione professionale. Intervista e valutazione delle risorse umane con il modello pluralistico integrato, 2003, pp. 208 Giusti E. - Proietti M.C., La delega direzionale, 1996, pp. 112 Giusti E. - Proietti M.C., Qualità e formazione. Manuale per operatori sanitari e psicosociali, 1999, pp. 184 Giusti E. - Rapanà L., Narcisismo. Valutazione pluralistica e trattamento clinico integrato del Disturbo Narcisistico di Personalità, 2002, pp. 176 Giusti E. - Romero R., L’accoglienza. I primi momenti di una relazione psicoterapeutica, 2005, pp. 176 Giusti E. - Sica A., L’epilogo della cura terapeutica. I colloqui conclusivi dei trattamenti psicologici, 2005, pp. 160 Giusti E. - Surdo V., Affezione da Alzheimer. Il trattamento psicologico complementare per le demenze, 2004, pp. 144 Giusti E. - Taranto R., Super Coaching tra Counseling e Mentoring, 2004, pp. 352

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Nella stessa collana Giusti E. - Testi A., L’Autostima. Vincere quasi sempre con le 3 A, 2006, pp. 224 Giusti E. - Testi A., L’Assertività. Vincere quasi sempre con le 3 A, 2006, pp. 224 Giusti E. - Testi A., L’Autoefficacia. Vincere quasi sempre con le 3 A, 2006, pp. 96 Giusti E., Essere in divenendo. Integrazione pluralistica dell’identità del Sé, 2001, pp. 144 Giusti E., Autostima, psicologia della sicurezza in Sé, 20055, pp. 200 Giusti E., Videoterapia. Un ausilio al Counseling e alle Arti-Terapie, 1999, pp. 176 Giusti E., Tecniche immaginative. Il teatro interiore nelle relazioni d’aiuto, 2007, pp. 272 Gold J.R., Concetti chiave in psicoterapia integrata, 2000, pp. 268 Goldfried M.R., Dalla terapia cognitivo-comportamentale all’integrazione delle psicoterapie, 2000, pp. 288 Greenberg L.S. (et al.), Manuale di psicoterapia esperienziale integrata, 2000, pp. 576 Greenberg L.S. - Paivio S.C., Lavorare con le emozioni in psicoterapia integrata, 2000, pp. 368 Manucci C. - Di Matteo L., Come gestire un caso clinico, 2004 Murgatroyd S., Il Counseling nella relazione d’aiuto, 20001, pp. 192 Perls F., Qui & ora. Psicoterapia autobiografica, 1991, pp. 256 Persons J.B. - Davidson J. - Tompkins M.A., Depressione. Terapia cognitivo-comportamentale. Componenti essenziali, 2002, pp. 288 Preston J., Psicoterapia breve integrata, 2001, pp. 256 Reddy M., Il Counseling aziendale. Il Manager come Counselor, 1994, pp. 176 Santostefano S., Psicoterapia integrata. Per bambini e adolescenti. Vol. I: “Metateoria pluralistica”, 2002, pp. 400 Santostefano S., Psicoterapia integrata. Per bambini e adolescenti. Vol. II: “Tecnologia applicativa”, 2003, pp. 384 Spalletta E. - Quaranta C., Counseling scolastico integrato, 2002, pp. 352

Videodidattica per le psicoterapie scientifiche dell’American Psychological Association • Video Psicoterapia Psicodinamica Breve D.K. Freedheim + Libro Psicoterapia breve integrata di J. Preston € 120,00 • Video Psicoterapia Cognitiva-Affettiva Comportamentale Prof. M.R. Goldfried + Libro Dalla Terapia cognitivo-comportamentale all’Integrazione delle Psicoterapie € 120,00 • Video Psicoterapia Processuale Esperienziale L.S. Greenberg + Libro Manuale di Psicoterapia Esperienziale Integrata € 132,00 • Video La Terapia Centrata sul Cliente N.J. Raskin + Libro La Terapia Centrata sulla Persona di J.D. Bozarth € 120,00

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Nella stessa collana • Video EMDR per Traumi: Movimento oculare Desensibilizzante e Rielaborazione F. Shapiro + Libro Trattamenti Psicologici in Emergenza di E. Giusti, C. Montanari € 118,00 • Video La Terapia Eclettica Prescrittiva J.C. Norcross + Libro Psicoterapia Prescrittiva Elettiva, fondata sull’evidenza di Beutler/Harwood € 120,00 • Video Psicoterapia Multimodale A.A. Lazarus + Libro Le basi della Psicoterapia Eclettica ed Integrata di Chambon - Cardine € 125,50 • Video Psicoterapia Infantile J. Annunziata + Libro Counseling Scolastico Integrato di E. Spalletta, C. Quaranta € 122,00 • Video Ipnoterapia Ericksoniana J.K. Zeig + Libro Ipnosi e Psicoanalisi, collisioni e collusioni di L. Chertok € 120,00 • 2 Video Il Counseling breve in azione J.M. Littrell + Libro Il Counseling breve in Azione di J.M. Littrell € 122,00 • Video Psicoterapia Esperienziale A. Mahrer + Libro Lavorare con le emozioni in Psicoterapia Integrata di Greenberg/Paivio € 127,50 • 5 Videocassette Terapia Cognitivo-Comportamentale per la Depressione per l’autoformazione didattica, libro di G.B. Persons, Costo complessivo: € 275,00 • Video Psicoterapia Comportamentale con paziente ossessivo-compulsivo S.M. Turner + Libro Ossessione e Compulsioni, Valutazione e Trattamento di Edoardo Giusti, Antonio Chiacchio € 127,50 • Video Psicoterapia Pratica con Adolescenti A.K. Rubenstein + Due Libri Psicoterapia Integrata per bambini e adolescenti di Sebastiano Santostefano € 155,00 • Video Psicoanalisi con paziente schizofrenico B. Karon + libro Disturbi mentali gravi di V. Campanella - M. Fiori - D. Santoriello € 120,00 • Video Come gestire il transfert erotico in psicoterapia AA.VV. + libro Etica del contatto fisico di E. Giusti - F. Germano € 115,00 • Video Psicoterapia Interpersonale Ricostruttiva Lorna Smith Benjamin + libro Psicoterapia Interpersonale Integrata di E. Giusti - A. Lazzari € 118,00 • Video Come gestire la rabbia dei pazienti in psicoterapia AA.VV. + libro Terapia della rabbia di E. Giusti - F. Germano € 118,00

Edizioni ASPIC • Video Terapia della Gestalt individuale in gruppo Ginger/Masquelier + libro Psicoterapia della Gestalt di E. Giusti - V. Rosa € 130,00

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Nella stessa collana

EDIZIONE SOVERA STRUMENTI Elliott R. - Watson J.C. - Goldman R.N. - Greenberg L.S., Apprendere la terapia focalizzata sulle emozioni. L’approccio esperienziale orientato al processo per il cambiamento, in corso di stampa, pp. 368 Giusti E., Montanari C., Iannazzo A., Psicodiagnosi integrata. Valutazione transitiva e progressiva del processo qualitativo e degli esiti nella psicoterapia pluralistica fondata sull’evidenza obiettiva, 2006, pp. 580 Giusti E., Bonessi A., Garda V., Salute e malattia psicosomatica. Significato, diagnosi e cura, 2006, pp. 240 Giusti E., Germano F.., Psicoterapeuti generalisti. Competenze essenziali di base: dall’adeguatezza verso l’eccellenza, 2006, pp. 256 Giusti E., Pacifico M., Staffa T., L’intelligenza multidimensionale per le psicoterapie innovative, 2007, pp. 400 Giusti E. - Tridici D., Smoking. Basta davvero, 2009, pp. 224 Goodheart C.D. - Kazdin A.E. - Sternberg R.J., Psicoterapia a prova di evidenza. Dove la pratica e la ricerca si incontrano, in corso di stampa Norcross J.C., Beutler L.E., Levant R.F., Salute mentale: trattamenti basati sull’evidenza. Dibattiti e dialoghi sulle questioni fondamentali, 2006, pp. 464 Spalletta E., Germano F., MicroCounseling e MicroCoaching. Manuale operativo di strategie brevi per la motivazione al cambiamento, 2006, pp. 480 Wolfe B.E., Trattamenti integrati per disturbi d’ansia. La cura del Sé ferito, 2007, pp. 304

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