Trovare un partner gradito

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Edoardo Giusti - Gilda Di Nardo



collana Psicoterapia & Counseling diretta da Edoardo Giusti PSICOTERAPIA

COUNSELING

70 Centro Europeo di Ricerche per lo Studio delle Psicoterapie Integrate e Comparate



Edoardo Giusti - Gilda Di Nardo

TROVARE UN PARTNER GRADITO Psicologia del Coaching relazionale Incontrarsi e conoscersi attraverso internet

OVERA EDITORE



Š 2008 SOVERA MULTIMEDIA s.r.l. Via Vincenzo Brunacci, 55/55A - 00146 ROMA www.soveraedizioni.it email: info@soveraedizioni.it I diritti di traduzione, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i paesi.


Indice

Capitolo 1: Il mondo di internet

11

Capitolo 2: Iscriversi ad un sito relazionale

35

Capitolo 3: Caratteristiche dell’incontro e della comunicazione chatline

43

Capitolo 4: Dal virtuale al reale

51

Capitolo 5: Il lato oscuro di internet

61

Capitolo 6: Di chat in chat

75

Capitolo 7: Un’altra vita: relazioni e Second Life

91

Capitolo 8: Dallo status single alla coppia con il MentalCoaching relazionale 125 Capitolo 9: Relazioni di coppie moderne

143

Capitolo 10: La ricerca ASPIC

155

Capitolo 11: Guida ai siti commentata

199

Conclusioni: prospettive future della Rete

229

Appendice

231

Bibliografia

245 5


Sommario

Capitolo 1: Il mondo di internet

11 11 19 24 26 28

Capitolo 2: Iscriversi ad un sito relazionale

35

1.1. 1.2. 1.3. 1.4. 1.5.

Nel mondo di internet Incontri online e siti relazionali Dating online e speed dating Cybersesso, corteggiamenti e incontri Dal sesso giocoso a quello estremo e dissacrante

2.1. Siti d’incontro: indicazioni per riconoscerne l’attendibilità 2.2. Che cosa è adatto a me? 2.3. Il nickname e il profilo 2.4. Come creare il proprio annuncio 2.5. Giudizi e pregiudizi sulle relazioni: chat, una possibilità per affrontarli

Capitolo 3: Caratteristiche dell’incontro e della comunicazione chatline 3.1. La comunicazione in chat 3.2. Le regole e il codice condiviso in chat 3.3. Emozioni, seduzione, sesso: cosa accade in chat?

Capitolo 4: Dal virtuale al reale 4.1. 4.2. 4.3. 4.4.

Cosa osservare in sé e nell’altro online Il diario di chat: uno strumento di auto-osservazione Il primo incontro dal vivo Alcune reali possibilità

35 37 37 39 41

43 43 45 47 51 51 52 54 58 7


Capitolo 5: Il lato oscuro di internet

61 61 63 65 69

Capitolo 6: Di chat in chat

75 75 77 82 87

Capitolo 7: Un’altra vita: relazioni e Second Life

91

5.1. 5.2. 5.3. 5.4. 6.1. 6.2. 6.3. 6.4.

Burle, truffe e cyberstalking Abuso e rete-dipendenza Tradimento online Bugie e verità in chat

I dati della ricerca Sogni, desideri, sesso, identià di genere e internet Divagazioni su uomini e donne in chat Internet: quali orizzonti?

7.1. Incontri, amore, sesso, lavoro, studio, viaggi, affari, solidarietà: tutto su Second Life 7.2. Vivere una Second Life

Marco CHIMENTI 7.2.1. 7.2.2. 7.2.3. 7.2.4. 7.2.5. 7.2.6.

Requisiti e iscrizione Spostarsi e parlare L’aspetto e gli acquisti Traduzione, luoghi e informazione Sitografia Glossario

7.3. Realtà virtuali, simulazione e neuroni specchio

91 98

121

Capitolo 8: Dallo status single alla coppia con il MentalCoaching relazionale 125 Flavia GERMANO e Katia SCALISI 8.1. Introduzione al Coaching e al MentalCoaching 8.2. Il MentalCoaching relazionale

125 129

8.3. Il ciclo relazionale: dallo stato di single, alla coppia e al ri-trovarsi

133

8.2.1. Ambiti applicativi del MentalCoaching relazionale

8.3.1. “La scelta”, fase del precontatto 8.3.2. “L’innamoramento”, fase del contatto 8.3.3. Dalla fusione alla coppia stabile e ad un rinnovato ritrovarsi

8


8.3.4. L’interruzione del contatto: i single di ritorno

8.4. Innamorarsi via internet e il MentalCoaching relazionale

Capitolo 9: Relazioni di coppie moderne Edoardo GIUSTI

141 143

9.1. Dalla inconsapevolezza inconscia alla consapevolezza conscia

143

d’amore

148 150 152

9.2. La coppia passionale: amore appassionato o malattia 9.3. Verso una passione sostenibile 9.4. Il potere nella coppia

Capitolo 10: La ricerca ASPIC: fantasie e paure della popolazione del Web 155 Florinda BARBUTO E Gilda DI NARDO 10.1. Introduzione 10.2. Il questionario 10.3. Il campione 10.4. I risultati 10.5. Osservazioni conclusive

155 156 163 166 195

Capitolo 11: Guida ai siti commentata

11.1. Il decalogo ed i proverbi della chat 11.2. Valutazione dei siti d’incontro

199 199 204

Conclusioni: prospettive future della Rete

229

Appendice

231 231 233 237

Bibliografia

245

A) B) C)

Lista dei siti Alcune poesie Filmografia sulle relazioni e l’utilizzo di internet

9


Ringraziamo Emanuela Rahm per la correzione e la stesura del testo.

10


Capitolo 1

Il mondo di internet

1.1. Nel mondo di internet Provate ad entrare nel mondo di internet, troverete un po’ di tutto… Se prima di addentrarvi nella Rete volete informarvi, anche in questo caso troverete un po’ di tutto: da frasi come “internet, rischio di dipendenza” ad “internet, meglio dello psicologo!”, da iniziative e movimenti culturali o di solidarietà, a truffe, reati e colossali burle; tutti commessi attraverso questo strumento. La nostra opinione è che internet sia davvero tutto questo, e contempli in sé una miriade di meravigliose e terribili possibilità. A dire il vero, nell’iniziare questa nostra esplorazione del mondo virtuale, alcune immagini ed informazioni continuavano a “contaminare” il nostro pensiero, ad ostacolarci nel fare tabula rasa dei nostri giudizi e pregiudizi; continuava a venirci in mente uno sketch di Corrado Guzzanti, in cui il suo personaggio descriveva le meravigliose possibilità di internet ribadendo che ti permette di tutto, anche di parlare con un aborigeno dall’altra parte del mondo, e concludeva chiedendosi: “ma se pure ci puoi parlare con l’aborigeno, ma che cavolo gli devi dire?”. Ci tornavano alla mente fatti di cronaca in cui l’assassino era una conoscenza occasionale della Rete o, ancora più terrificante, il caso del serial killer cannibale che ha trovato la sua “preda” consenziente proprio attraverso internet. Insomma, se si aggiunge l’Internet Addiction Disorder, la Rete pedofila e quant’altro di negativo, il “demone internet” è creato. 11


A dirla tutta, eravamo anche in disaccordo tra noi: estremo entusiasmo verso la Rete da un lato, estremo scetticismo dall’altro, ma, facendo la media dei nostri atteggiamenti, abbiamo provato a muoverci con occhio equilibrato attraverso la Rete. D’altronde, si studia e ci si forma online, sempre più gente si incontra online, il commercio si muove online, si fa spionaggio online, non si regolamenta più di tanto ma si fa comunque censura, si gioca, si fa sesso e in qualche modo si fa la guerra (vedi i comunicati terroristici inviati via internet), insomma, come dicevamo, un po’ di tutto! Poiché crediamo che angeli e demoni non appartengano alla realtà, abbiamo pensato di vedere più da vicino ciò che accade nel mondo di internet, in che modo noi, rete umana reale, creiamo una rete virtuale popolandola di angeli e demoni (che altro non sono che le nostre migliori e peggiori capacità umane che mandiamo ad agire nel virtuale), trasformandoli in una realtà talvolta più potente, talvolta decisamente illusoria. Abbiamo voluto osservare da vicino cosa accade nel mondo degli incontri online, e capire in che modo è meglio muoversi se si vuole usare internet in maniera sana e funzionale ai propri bisogni. Anche su quest’argomento troverete di tutto: dalle “regole d’oro dell’incontro”, al “decalogo del bravo conquistatore virtuale”. Abbiamo cercato di procedere attraverso la Rete usando il diario di chat e le nostre conoscenze su ricerche condotte con criteri scientifici. Tra il serio e il faceto, vi racconteremo alcune realtà in cui ci è capitato di imbatterci visitando e facendo ricerca sul mondo di internet e vi aggiorneremo anche su “ciò che si dice in giro” di questo mondo. Insomma vi parleremo della Rete, ve la racconteremo e vi informeremo. Se vi forniremo informazioni che già avete, ci appelliamo al detto latino “repetita iuvant” (talvolta sono le frasi degli antichi che ti offrono una via di fuga, saggezza d’altri tempi!), altrimenti saremo felici di aver arricchito la vostra conoscenza sull’argomento. Crediamo importante creare maggiore conoscenza e cultura rispetto ad internet, perché se ne possa fare il miglior uso possibile (anche se crediamo connaturato alla natura umana farne anche il peggior uso possibile). Ecco allora alcuni racconti su internet; passere12


mo poi, nei paragrafi successivi, a raccontarvi della vita dei siti d’incontro. Tante, migliaia, sono le realtà che vi potremmo raccontare, di cui siamo venuti a conoscenza attraverso internet. Rispetto ai dati di ricerca, abbiamo scelto i più attendibili e significativi (solo una parte, naturalmente); rispetto ad alcune esperienze realizzate online, abbiamo scelto quelle che ci hanno colpito, ma se inizierete ad esplorare ne potrete trovare a milioni. C’è un po’ di tutto, lo ripetiamo ancora una volta: intelligenza e stupidità, amore e odio, tutto ciò che è umanamente concepibile, nel bene e nel male, è presente in Rete. Da dove partire? Ma sì! Partiamo “giocando in casa”, e vediamo cosa ci dice una ricerca condotta alla Bocconi; abbiamo appreso di questa ricerca attraverso un articolo online pubblicato da un importante quotidiano; la giornalista esordiva proprio con “meglio internet dello psicologo”. Nell’articolo, questo punto di vista è articolato in maniera oggettiva e realistica, ma certo il messaggio, passato in maniera così plateale, ci appare alquanto rischioso e contrario ai principi dell’informazione. È necessario distinguere i due campi d’intervento e far comprendere, a chi si informa e legge, che internet è uno strumento con pregi e difetti e come tale va considerato; la giornalista riportava l’opinione emersa tra i “navigatori”, ma non un dato di fatto; non è possibile equiparare internet ad un intervento psicologico, e non si può pensare che l’uno sia preferibile all’altro e viceversa. Noi crediamo sia importante tenere separati i contesti: strumenti diversi hanno caratteristiche, limiti e pregi diversi e ognuno deve farne un uso diversificato ed adeguato ai propri bisogni. Tornando alla ricerca di cui sopra, un pool di psicologi e di ricercatori ha rilevato che su un campione di 860 navigatori italiani fra i 25 e i 55 anni che frequentano, o hanno frequentato, una terapia psicologica, un internauta su due dichiara che navigare sul Web è molto più efficace che andare dallo psicologo. Questo dato è in controtendenza rispetto al panorama di buona parte della ricerca scientifica, in particolar modo di quella statunitense dove, secondo uno studio condotto dalla Carnegie Mellon University di Pittsburgh, su 169 cittadini americani, basta 13


trascorrere su internet poche ore alla settimana per veder aumentare la solitudine e la depressione in soggetti predisposti. In Italia, almeno nell’opinione dei navigatori, internet aiuta invece a socializzare! Sarà perché spesso si naviga in compagnia, come fa notare Andreina Mandelli, responsabile dell’Osservatorio Internet Italia della Bocconi, o perché la visita di un certo sito avviene solo dopo uno stimolante passaparola. Analizzando le risposte degli 860 intervistati, si nota che: il 46% di loro non ha dubbi nel sostenere che internet abbia “formidabili capacità terapeutiche” e che produca effetti benefici più rapidamente di quanto non riesca una psicoterapia tradizionale; il 32% degli italiani dichiara che internet permette di entrare in contatto con qualcuno che è online in qualsiasi momento del giorno e della notte; per il 24% l’importante è riuscire a confessarsi nelle chat, e trovare qui qualcuno che possa ascoltare e capire, mentre, per il 18% di chi va online, il Web rappresenta una valvola di sfogo e di svago; il 17% sostiene che internet ha una proprietà taumaturgica senza pari rappresentando “un forte stimolo per la fantasia e un ottimo antidoto alla depressione”, e un altro 15% riconosce nel Net un effetto terapeutico dato dalla possibilità di coltivare tutti i propri interessi, da soli o condividendoli con altri, tramite mailing list, newsgroup e chat. Una volta entrati a far parte della comunità digitale, inoltre, gli intervistati dichiarano di ricevere una grande dose di energia e di spirito di iniziativa (15%), oltre che un senso di autostima e di sollievo (10%). Secondo un 9% di italiani, inoltre, internet è anche un antidoto contro il calo del desiderio sessuale, grazie alle prospettive di incontro con il proprio partner ideale offerte dalle chat. Ma c’è anche chi trae beneficio dalla connessione online perché “si rende utile agli altri facendo donazioni nei vari siti di associazioni umanitarie e di volontariato” (5%) e chi, invece, “finalmente può ritornare bambino senza responsabilità e problemi, pensando solo a divertirsi” (3%). Inoltre, spesso, ci si diverte in compagnia, perché come è emerso dai focus group organizzati alla Bocconi, dove gruppi di dieci persone alla volta hanno cercato di far emergere le proprie sensazioni scaturite dal Web, internet è un medium attivo e collettivo. Soprattutto per chi si collega da 14


casa, la navigazione avviene in compagnia di amici o familiari, uniti da una curiosità comune verso un determinato sito. Un po’ come succede per il cinema o per la lettura dei giornali, e il contrario di quanto accade invece per la televisione dove i programmi, dichiarano gli esperti, non vengono né scelti, né consigliati, bensì subiti. Altre ricerche, sempre su territorio italiano, sembrano confermare che realmente coloro che nelle relazioni tendono ad essere particolarmente insicuri, o troppo emotivi, riescono nella relazione online a migliorare le loro capacità relazionali e tendono per esempio a non attivare, durante l’incontro virtuale, strategie di evitamento o forti emozioni negative. L’intero panorama di ricerca suggerisce, comunque, che “l’esercizio relazionale” in Rete può comportare acquisizioni positive e salutari tanto quanto patologiche per l’individuo che lo pratica. Le caratteristiche della comunicazione virtuale possono rendere infatti, per alcuni, la Rete più agevole della realtà, anzi, tanto gradevole da instaurare una sorta di dipendenza. Alcuni studi di psichiatri e psicologi indicano che il 10% dei navigatori è esposto a questo rischio: un dato inquietante e forse eccessivo. C’è poi da considerare tutti coloro che hanno già una patologia, e che nella maggior parte dei casi finiscono con l’usufruire anche della Rete in maniera disfunzionale e patologica. Un dato da tenere presente è che, allo stato dei fatti, le uniche ricerche possibili su internet sono di carattere esplorativo e non danno certezze scientifiche. Inoltre, rispetto alla ricerca su riportata, c’è da dire che il campione era costituito da navigatori che avevano ricevuto almeno per un paio d’anni un supporto psicologico che, probabilmente, li aveva messi in condizione di aver già acquisito degli strumenti relazionali; in altri casi il campione era scelto tra studenti universitari, o una popolazione molto motivata e non sempre altamente rappresentativa dell’intero popolo navigante! Insomma, ciò che avviene “nel laboratorio” di osservazione di internet non è detto che avvenga nell’intera popolazione che usufruisce di internet. Una certezza, comunque, c’è: al momento si sa più del comportamento disfunzionale in internet che non di quello sano, che pure esiste. Volendo 15


usare una buona dose di cinismo potremmo dire che è il tormentone del momento, l’Internet Addiction Disorder. In realtà è una problematica seria che dilaga, purtroppo; ma la definiremo meglio più avanti. Ora, restando più sul faceto che sul serio, sapete che la terminologia è nata da uno di quei fantastici scherzi planetari? Ebbene sì, uno psichiatra americano fece girare in Rete i criteri diagnostici per la dipendenza da internet, mutuati dal DSM-IV (manuale diagnostico dei disturbi mentali). Come spesso succede in Rete, la fantasia fu superata dalla realtà, sia pure virtuale: la dipendenza divenne un argomento straordinariamente attuale. Dibattuta, demonizzata, esaltata: la Rete non colse, in pratica, la differenza fra realtà e scherzo. Altra beffa clamorosa è stata poi l’invenzione di gruppi online di auto-aiuto per retomani. L’Internet Addiction Disorder, quello vero e non la beffa, è invece divenuto un fenomeno noto al di fuori della Rete quando, nel 1996, la dottoressa statunitense Kimberly Young, dell’Università di Pittsburg, pubblicò la ricerca “Internet Addiction: the emergence of a new clinical disorder” (1996), relativa allo studio di un campione di soggetti dipendenti dalla Rete. Restando sui tormentoni, non si può non parlare della Cina: da alcuni siti ed articoli di giornale apprendiamo che il numero di utenti navigatori sta crescendo esponenzialmente, nonostante sia una delle nazioni dove si attua la maggiore censura su internet. Ma poi, veniamo anche a sapere che le tariffe sono basse, il servizio di assistenza è ottimo e i tecnici arrivano a casa dopo poche ore in caso di segnalazione di un guasto. Inoltre, ci si può collegare dappertutto componendo semplici numeri che accreditano il costo sulla bolletta del telefono e nei grandi hotel viene offerta la banda larga senza costi aggiuntivi. Certo, i siti che parlano di diritti umani e di democrazia sono bloccati, ma la navigazione in internet viene insegnata a scuola. I giovani di tutto il mondo e del nostro paese, come si muovono in Rete? Poche sigle vi basteranno: MySpace e YouTube, siti finalizzati a fare social networking, cioè a relazionarsi, scambiarsi file musicali, video, ecc.; c’è anche l’ultima novità, Qoob, tv digitale e sito insieme, lanciato da Mtv, rete giovanile 16


per eccellenza. Proprio dei giovani hanno filmato ed immesso in Rete scene di violenza e bullismo… e spesso in questi casi il bello è (si fa per dire!) che la polemica sullo strumento internet prevale sulla constatazione della gravità dei fatti, come se internet possa creare “mostri” che altrimenti non esisterebbero; noi crediamo che possa renderli, se mai, più visibili. C’è poi chi dice che non c’è più amore che non nasca da un display (pc, telefonino, webcam) e così in Inghilterra si può anche arrivare a pagare centoventicinque sterline, 205 euro, per vedere il proprio numero telefonico e la propria foto formato gigante su un muro alto dieci metri per cinque, stampata sulla lamiera di un autobus (tra uno yogurt e un pannolino!) o su un cartellone della stazione ferroviaria. Sempre dall’Inghilterra arriva il toothing; questo termine (letteralmente mordere, rosicchiare “to tooth”) sembra costituire il nuovo modo per ingannare il tempo mentre si viaggia in treno, in metropolitana, ma anche durante un noioso convegno di lavoro. Il toothing è infatti la nuova frontiera dell’accoppiamento mordi-e-fuggi; tramite la tecnologia Bluetooth, di cui quasi tutti i nuovi telefoni cellulari e i palmari sono dotati, è infatti possibile identificare gli altri apparecchi (segnalandone numero telefonico, modello e nickname) che si trovano negli immediati paraggi. Chi ha voglia di fare toothing, cerca tramite il proprio telefonino un nome o un nickname che lo attrae e manda un sms (di solito con scritto “Toothing?”). Se la risposta è positiva, inizia il gioco che può concludersi a casa di uno dei due interlocutori o, nel caso di “ormoni tempestosi”, anche nella più vicina toilette. Lo stesso inventore del toothing ha lanciato un sito con chat e blog individuali e nel giro di quattro mesi ha dato vita ad una community del sesso casuale, dove i partecipanti fanno a gara per raccontare le loro esperienze, che non sempre, però, vanno a buon fine, perché non è detto che ad ogni nick corrisponda esattamente quello che ci si aspetta! Insomma, anche attraverso internet e cellulari si sta diffondendo l’abitudine di avviare relazioni di vario genere o, ancora, di sponsorizzare se stessi con un’immagine pubblicitaria, persino con annunci matrimoniali sulle confezioni di latte! Sempre a proposito di amore ed inter17


net, una coppia conosciutasi online ha chiamato la propria figlia Yahoo, proprio come il portale che ha permesso l’incontro! Di certo in Rete tutto scorre molto veloce; questa velocità finisce per influenzare le relazioni e alimentare e diffondere un nuovo modo di consumo: relazioni sempre più usa e getta e consumo mordi e fuggi. Crediamo che questa sia una possibilità, ma speriamo che, nell’eventualità, sapremo trovare adattamenti creativi a tale frenetica turnazione di relazioni e consumi; iniziano in effetti a sorgere temporary store, negozi e ristoranti a tempo e non in pianta stabile, aprono in una città, poi chiudono ed aprono in un’altra, oppure uno stesso locale di una città ora si presta ad essere ristorante, poi showroom e così via, in una continua turnazione. Ah! Sapete di cosa abbiamo avuto notizia? Esiste un sito d’élite dove si incontrano i figli dell’alta società, per scambiarsi consigli di finanza e sui locali “in”; è riservato e si può entrare solo con una password concessa dopo un’attenta selezione. Ci sono poi molti siti “contro”: controinformazione, informazione alternativa, organizzazione di manifestazioni ed eventi politici di diversi orientamenti. Alcuni di questi siti sono molto attivi e spesso vengono censurati o chiusi, perché ritenuti pericolosi per l’ordine pubblico (non è ancora stato stabilito se la censura sia altrettanto pericolosa!). In questi siti passano una serie di informazioni di carattere politico e vengono attivati forum di discussione decisamente vivi e accesi. Ma se qualcuno volesse tenersi lontano da dissidi, contrasti e tensioni politiche che animano realmente la nostra società, e volesse rimanere con “la testa tra le nuvole”, può visitare il sito (www.cloudsappreciationsociety.org) creato da un signore inglese: migliaia di immagini delle formazioni nuvolose più grandi, più belle, più insolite di tutto il mondo, ed ogni settimana si elegge anche la regina delle nubi! Potremmo continuare con altri mille racconti, ironici, tragici o inquietanti, ridicoli o seri, di tutti i tipi, ma ci fermiamo e passiamo ad osservare più da vicino i siti relazionali.

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1.2. Incontri online e siti relazionali Vi poniamo una domanda: entro domani quante possibilità avete di conoscere almeno tre nuove persone della vostra città, completamente sconosciute? Parecchie? Non tutti risponderanno allo stesso modo. Comunque iniziate a pensare alle azioni pratiche che dovreste compiere; magari potreste andare al bar ed “attaccar bottone” col primo estraneo che vi attira, o andare in palestra, e così via. Sareste disposti a farlo? Ora vi poniamo un’altra domanda: quante possibilità avete entro domani di conoscere almeno altre tre persone, una di Londra, una americana ed una australiana (e l’aborigeno torna nei nostri discorsi!)? Beh, se ragionate in concreto “forse” (a meno che non abbiate un jet personale che viaggi alla velocità della luce) sarete costretti a rispondere “nessuna possibilità”! Eppure attraverso internet potreste farlo, e della vostra città potreste conoscere non solo tre persone, bensì trenta o trecento! Non di persona, certo, ma visti i tempi della Rete, volendo, forse entro domani qualche persona potreste anche riuscire ad incontrarla. Ma facciamo un passo alla volta. Innanzitutto crediamo che, se si vuole usare internet in maniera funzionale, il primo passo è sapere cosa si cerca, cosa si vuole e qual è il proprio bisogno; il passo successivo è cercare una o più persone che corrispondano a ciò che noi cerchiamo, la disponibilità a conoscersi in Rete e, eventualmente, a incontrarsi prima o poi. È necessario darsi del tempo per esplorare i vari siti, capire qual è quello più adatto alle proprie esigenze; alcuni siti sono per lo speed dating, l’incontro veloce dal vivo, altri invitano più o meno esplicitamente all’incontro di sesso, altri ancora alla ricerca dell’anima gemella, e alcuni sono solo di amicizia o scambio di opinioni e informazioni. Ci vuole tempo anche per capire bene come funziona il sito scelto, quali servizi offre e per imparare ad usarlo. Una volta connessi alla Rete è indispensabile crearsi un’identità virtuale, il nickname; è possibile avere diverse alternative: essere se stessi (solitamente poco utilizzata), assumere un’identità immaginaria o esprimere solo alcune parti della vera identità. 19


Molto spesso ci si permette, attraverso il nickname, di spaziare liberamente con le proprie fantasie. Forse vi ritroverete a scegliere tra il primo dettaglio dell’ambiente che vi circonda, oppure userete il nome di un personaggio a voi caro, e così via. Nickname e password, alcuni dati anagrafici (alcuni obbligatori, altri opzionali) e la registrazione è fatta. E così, passo dopo passo, vi ritroverete tra i milioni di persone che usano la Rete per trovare compagnia o l’anima gemella. Il tran tran quotidiano talvolta non favorisce questi incontri, sia per limiti spazio-temporali che per difficoltà di interazione con l’altro sesso; così questi siti danno l’opportunità di fare amicizie virtuali, con l’obiettivo di trasformarle in vere amicizie, oppure di trovare il partner. Solitamente questi siti sono frequentati anche da persone non necessariamente single, interessate a flirtare online (ma non solo) e non ad una relazione seria e duratura. A differenza delle conoscenze che si fanno nella vita di tutti i giorni, in questo tipo di siti c’è il vantaggio di poter scegliere chi conoscere attraverso un’accurata selezione, consultando i profili che più si addicono alla figura del partner ideale. Una volta entrati nel sito, avrete la possibilità sia di chiamare un utente sia di essere chiamati. La conversazione comincia solitamente con una semplice presentazione tipo: età, luogo di provenienza, occupazione, stato civile. Esistono però anche navigatori più “diretti”, per cui potreste imbattervi facilmente in qualcuno che vi esterna in prima battuta i suoi desideri sessuali o che vi chiede per quale motivo vi siete iscritti e se siete disposti a un legame sentimentale. In generale, è consigliabile sondare il motivo per cui il vostro “incontro virtuale” è iscritto e, allo stesso tempo, dichiarare la propria motivazione; a tal proposito bisogna trovare una modalità comunicativa adeguata e considerare che non si deve compiere un interrogatorio né pronunciare un diktat! Crediamo realistico e prudente consigliarvi di accostarvi all’utilizzo di internet con lo stesso atteggiamento che avreste andando in un locale per passare una serata piacevole e fare nuove conoscenze; o meglio, andando al bar o ad una festa per co20


noscere gente, non dovreste aspettarvi necessariamente di trovare l’anima gemella ma più semplicemente di incontrare persone nuove, per poi capire se c’è compatibilità tra voi. È importante essere ben predisposti, ma anche sapere che si sta entrando in una rete di perfetti sconosciuti, con tutti i limiti e i vantaggi che ciò comporta. Inoltre, è opportuno prendere in considerazione che, se pure il proprio modo di accostarsi ad internet può avere motivazioni più o meno serie e profonde, ognuno “entra in Rete” con i propri obiettivi, che non sempre coincidono. In pratica, chi cerca amicizia si potrà trovare comunque a dialogare con chi cerca solo sesso; chi cerca un rapido incontro dal vivo, magari si imbatterà in chi desidera una lunga corrispondenza. È comunque possibile trovare ciò che si vuole e, se pure dopo alcuni vani tentativi, si riesce ad avviare una conoscenza virtuale, che può trasformarsi in un incontro reale. Può darsi che per voi muoversi in Rete sia un modo per giocare un po’, oppure che a spingervi all’avventura online sia una vera voglia di incontrare nuove persone, magari l’amore; in generale, comunque, è bene mantenere sempre un atteggiamento realistico, evitando che il gioco, la burla, la voglia di amicizia e amore riportati in internet, diventino l’unico motivo di vita, e che la navigazione in Rete diventi per voi un comportamento dannoso, o finisca col costituire un arido palliativo, sostitutivo alla realtà. Il gioco, la burla a tutti i costi o anche la ricerca esasperata di amicizia o amore, in modo continuativo, possono essere un modo per non affrontare la realtà; a volte, inconsapevolmente, si può finire col ferire o appesantire davvero chi è dall’altra parte dello schermo, e rimanere insoddisfatti o vittime del proprio stesso gioco. Non è del tutto consigliabile navigare in Rete con grandi aspettative e illusioni; ad una grande illusione, nella maggior parte dei casi, non potrà che seguire una grande delusione, meglio perciò partire a piccoli passi, con entusiasmo e realismo. Certo, in Rete tutto è relativo, anche rispetto al tempo; nei primi giorni è facile ed ovvio che vi accompagnino una maggiore curiosità, entusiasmo, illusione, o, al contrario, una grande ed esagerata prudenza. Può succedere che, per molto tempo (nel 21


caso di alcuni cibernauti, anche anni), si continui ad usare la Rete per perpetrare lo stesso ruolo: il millantatore, il romantico, il conquistatore, la principessa, la panterona, la timida o il trasgressivo e, in alcuni casi, si mantenga tutto ciò su un piano esclusivamente virtuale (sperimentando magari un ruolo opposto a quello che si vive nella realtà). In questi casi, è sicuramente opportuno auto-osservare il proprio comportamento, e capire se si sta usando la Rete in maniera disfunzionale, oppure come fuga da una realtà che non soddisfa; qualche giorno di evasione dalla realtà possiamo concedercelo, ma restare solo e sempre su un piano virtuale può essere più problematico. Alcune ricerche sostengono che, in chat, un incontro su due è esclusivamente a luci rosse; nella nostra esperienza la frequenza non è così alta. Rispetto all’interazione sessuale virtuale ci si è molto interrogati su quanto possa essere considerata perversa. Leiblum (1997) ha ipotizzato che ad un livello così estremamente virtuale, interazione digitale tastiera/schermo, è possibile avvicinarsi ad uno stile espressivo più patologico; questo soprattutto se l’utente sente la necessità di raggiungere il piacere sessuale solo ed esclusivamente attraverso una tale modalità relazionale. Restiamo comunque dell’opinione che molto dipende da quanto si lascia che la relazione virtuale invada la propria vita, sconfinando al punto tale da supplire quasi del tutto la realtà. Una caratteristica degna di nota è che in chat è facile incontrare persone che manifestano un’identità sessuale di un genere opposto a quello biologico; è impossibile, in questi siti, verificare la vera identità di genere e questo permette agli utenti di spaziare liberamente fingendosi maschi o femmine. Se un uomo decide di identificarsi in un ruolo femminile, ad esempio, se è abile potrà instaurare una relazione virtuale all’insegna dell’inganno. Anche per questi aspetti sin qui evidenziati, alcuni esperti del Web e psicologi sostengono che il “dating” online è foriero di delusioni brucianti, soprattutto perché buona parte degli utenti si descrive fisicamente in modo diverso da quello che è, mentre spesso lo stato civile sbandierato è quanto di più lontano possa 22


esserci dalla realtà. Si può verificare la vera identità di colui/colei che si ha di fronte chiedendo esplicitamente la visione di una fotografia spedita sempre tramite internet; questo potrebbe essere un modo per interrompere la relazione virtuale che si stava instaurando, ma è possibile che la persona dall’altra parte dello schermo, prevedendo tale richiesta, si munisca di fotografie credibili che confermino la falsa identità, quindi la conversazione potrà continuare senza dare adito a dubbi. Questi dati potrebbero scoraggiare ed allontanare dall’usare internet, ma esiste un “uso sano” di internet, non esistono solo storie e conoscenze illusorie; per molti internet non rappresenta la possibilità di alimentare condotte patologiche o dannose, ma la chat può anzi essere liberatoria e può costituire un valido esercizio relazionale: l’importante è sapere sempre che ciò che accade in chat non è reale, o meglio, lo è solo parzialmente. Da dietro uno schermo di un computer alcune persone hanno meno problemi nel comunicare emozioni e sentimenti e, ad esempio, se si è normalmente timidi e si arrossisce facilmente (non che ciò sia deprovevole), è probabile che in chat lo si riesca a nascondere, mostrandosi tutt’altro che timidi. L’anonimato della situazione virtuale può quindi permettere all’individuo una maggiore libertà di porsi in relazione con i propri desideri; per quanto riguarda poi il cybersex si può attenuare notevolmente il timore di “non piacere” e di ricevere un repentino rifiuto e si può più facilmente sperimentare la mancanza totale di ansia da prestazione. Per alcuni, questa presunta caduta di inibizioni può portare a creare, per se stessi, anche involontariamente, una identità lontana da quella reale. Secondo noi, bisogna considerare che “virtuale” rimanda ad una possibilità di libertà che non abbiamo mai conosciuto nel mondo territoriale, e ciò ha i suoi limiti e i suoi vantaggi ed è, tra l’altro, un problema che non si pone soltanto in internet. L’attendibilità dell’informazione è aleatoria, indefinibile, in ogni situazione comunicativa. La Rete crea certo una situazione comunicativa nuova, perché il comunicatore è distaccato dall’oggetto della sua comunicazione e, quando l’agente della comunicazione può mascherarsi, è chiaro che l’informazione può diventare indefinibile e imprecisa. Ma è an23


che vero il contrario: e cioè che il contesto nel quale la comunicazione si svolge può divenire più ricco, più ambiguo e dunque capace di aprire prospettive più ampie proprie della comunicazione comune, faccia a faccia. Per la comunicazione in Rete, che consente il mascheramento di chi comunica, l’idea di oggettività e attendibilità dell’informazione diventa pertanto superflua.

1.3. Dating online e speed dating Lo speed dating è una pragmatica soluzione inventata a Los Angeles da un rabbino per favorire i matrimoni tra persone di origine ebraica ed è poi divenuto “la nuova frontiera dell’incontro”, anche al di fuori della comunità ebraica. In Italia “la serata” è una variazione dello speed dating americano, versione originale, che di solito prevede incontri di sette minuti. Qui il tempo è dimezzato. Seduti di fronte, uomini e donne hanno tre minuti a disposizione per far colpo l’uno sull’altro. Chi si butta nello speed dating esprime una precisa intenzione: trovare un partner il più in fretta possibile. Solitamente, i partecipanti vengono suddivisi per età: al tavolino coppie under 35, over 35, ecc. Il gioco lo conducono i maschi, che dopo tre minuti scalano di un posto. E così via finché ogni uomo ha parlato con ogni donna e viceversa. C’è solo un’ora per “trovare il partner ideale”. Alla fine ognuno scrive su un biglietto la persona che lo ha più intrigato e, se le indicazioni coincidono, c’è lo scambio dei numeri di telefono e magari una cena a lume di candela. A fare da “sensale” è il locale stesso, che alla fine ci guadagna sicuramente. In Italia, rispetto all’America, siamo ancora agli inizi. Negli ultimi anni circa trenta milioni di americani hanno visitato siti di dating, spendendo 314 milioni di dollari in annunci personali sul Web. Una cifra che potrebbe raddoppiare nel giro dei prossimi due anni, viste le migliaia di matrimoni nati attraverso siti d’incontro. A New York e dintorni sono ormai anni che oltre a locali per speed dating dilagano single bar per la sera, dating café per la colazione del mattino, e la moda “single in cerca dell’anima ge24


mella” arriva anche in metropolitana: i primi vagoni della linea “F” sono dedicati ai single, iniziativa congiunta dell’azienda dei trasporti e dell’associazione “For better underground living”. In Inghilterra non sono da meno con lo speed dating, ed ultimamente in una regione è anche partita la campagna latte e amore (foto di single pubblicate sulla bottiglia del latte). Sempre a New York è stato calcolato che un single, dai trenta ai cinquant’anni, potrebbe passare le sue giornate tra un appuntamento e l’altro – ormai vengono inseriti nelle pause caffè o anche a fine spesa al supermercato – con un calcolo di almeno dieci dating giornalieri. All’estero lo speed dating, in generale il dating e gli incontri iniziano già a trasformarsi nelle modalità e, secondo gli esperti, il dating-online dovrebbe prima o poi sparire, cancellato dal dating sul telefonino, accessibile, al contrario di internet, a milioni di persone. Il sistema, provato in via sperimentale da Match.com, che ha portato in cinque giorni di attivazione allo scambio di undicimila sms, ha oramai preso il largo. Per ciò che riguarda lo speed dating nostrano, è arrivato qui in Italia da qualche anno grazie ad un insegnante di lingua inglese e fondatore della BEST Network – Business English Specialist Teaching – che, per rendere interessante e divertenti le sue lezioni di inglese, organizzava serate-incontro per far fare conversazione agli allievi. Da questi incontri nascevano spesso delle amicizie, e così l’intraprendente insegnante ha deciso di estendere questa formula in forma di gioco, creando Speed Date®, l’appuntamento lampo italiano. Una delle “variazioni sul tema” dello speed dating, e che si sta diffondendo ultimamente anche in Italia, è l’“Eye gazing”: stesse modalità e finalità dello speed dating, ma in silenzio! Le coppie, infatti, si alternano sempre per tre minuti, davanti ad un tavolino, ma possono scambiarsi solo sguardi e non parole, testando in tal modo la loro compatibilità. All’Università dell’Indiana, proprio utilizzando lo speed dating, sono stati condotti alcuni studi per comprendere meglio i meccanismi di base della scelta di coppia, nel caso del cosiddetto colpo di fulmine; è emerso che, al di là di ciò che i parteci25


panti avessero dichiarato nella scheda che si compila prima di iniziare a “giocare” lo speed dating (nella quale si dichiarano le proprie preferenze relative al reddito, alla professione, all’aspetto fisico, ecc. del proprio interlocutore), finivano col seguire due tipi di comportamento: gli uomini si dichiaravano disponibili a rivedere solo le donne che reputavano attraenti, e le donne desideravano rivedere quegli uomini che avevano dato loro impressione di fiducia e protezione, scegliendo uomini di pari livello estetico. Altri studi dell’Università della Pennsylvania, su frequentatori di speed dating, sembrano indicare e ribadire che quando ci si incontra ci si fa guidare dalla prima impressione e molto poco da elementi che sembrano riguardare religione, studi, abitudini di vita. Insomma, come suggerisce il titolo di un articolo del “Corriere della sera”, tre minuti sarebbero sufficienti per innamorarsi; certo poi costruire e mantenere una relazione è ben altra cosa!

1.4. Cybersesso, corteggiamenti e incontri Il sesso e la sessualità sono tra gli aspetti dell’esistenza umana che stanno subendo i cambiamenti più radicali, anche in relazione alle nuove tecnologie. II termine cybersesso è divenuto un contenitore per descrivere una varietà di comportamenti, collegati al sesso, messi in atto tramite il computer. Il cybersex è una forma di comportamento in cui i partecipanti simulano, mediante strumenti informatici e telematici, di avere reali rapporti sessuali descrivendo le loro azioni e rispondendo ai loro partner in forma prevalentemente scritta, stimolando le proprie fantasie sessuali ed esprimendo le proprie sensazioni. Il cybersesso a volte include una reale masturbazione, anche mediante l’uso di giocattoli sessuali. La qualità in questi tipi di incontri dipende tipicamente dall’abilità e dalla volontà dei partecipanti di evocare vivide immagini nella mente del partner, per questo l’immaginazione riveste un ruolo importante. Il cybersesso può anche essere utilizzato all’interno di rapporti inti26


mi già esistenti, ad esempio tra persone sentimentalmente legate ma geograficamente separate, rivestendo così tutte le caratteristiche di una prosecuzione della sessualità di coppia. In altri casi, le persone che praticano cybersex si giovano dell’anonimato, più o meno completo, garantito dallo strumento informatico; in questo senso, una persona può nascondere la propria identità, alterare volutamente la propria descrizione fisica (ad es. celando caratteristiche considerate poco appetibili o esagerandone altre più sensuali), o addirittura mutare volutamente il proprio genere sessuale, fingendosi uomo o donna per sperimentare ruoli diversi. Statistiche di circa cinque anni fa segnalavano che fossero in quarantamila gli italiani che si intrattenevano a fare sesso online, molti tra questi erano donne che, in qualche caso, avevano compiuto il passaggio da casalinghe a gestori di linee hard con guadagni da cinquemila euro al mese. Eppure, gli italiani sono all’ultimo posto in Europa per il sesso online, passando in media solo 36,5 minuti al mese collegati a un sito per adulti, contro i 59,2 minuti dei tedeschi e i 55,4 dei norvegesi. Sembra che intraprendere sesso online possa essere, laddove non diventi l’unica esperienza sessuale e non si accompagni a modalità di relazione patologica, un’esperienza soddisfacente e liberatoria per uomini e donne. Per ciò che riguarda gli incontri che si evolvono in incontri reali e sessuali, sembra frequente l’effetto chiamato “troppo e troppo presto”: grande passione che poi si sgretola e lascia il sapore di essersi illusi che l’altro ci piacesse follemente. La relazione sessuale in chat è mediata dalla scrittura, è una sessualità che vive di narrazione. Foto o webcam sono un supporto alla parola ma non la sostituiscono mai, perché è attraverso la scrittura di sé che si costruisce il rapporto. Il mondo virtuale delle chat non riproduce il reale ma lo allarga, fa emergere non solo ciò che già esiste e si pratica di sé e della propria sessualità, ma anche tutto ciò che altrimenti non potrebbe esistere. In chat è possibile proiettare fantasie che non si oserebbero “pensare” in un rapporto diretto.

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1.5. Dal sesso giocoso a quello estremo e dissacrante Oggetto di un tabù sociale ancora molto diffuso, il sesso in Rete vive in realtà di dimensioni molto diverse che possono andare dalla scoperta di aspetti significativi di sé a pratiche che si collocano sul confine del consumo pornografico. La maggior parte di chi entra nella Rete per scopi sessuali si divide in due gruppi: coloro che ricercano materiale erotico e coloro che cercano dei partner. Questi ultimi, non sempre si limitano al così detto cybersex, ma se la relazione (etero o omosessuale che sia) diventa più stabile, con il tempo trasferiscono il rapporto nella vita reale (Daneback, Mansson, Ross, 2007). Dati di ricerca sembrano indicare che sperimentarsi nel sesso virtuale possa essere d’aiuto a superare piccole inibizioni o a soddisfare “virtualmente” piccole curiosità; tuttavia, può essere anche fuorviante e fonte di scottanti delusioni, soprattutto se il diretto interessato scopre di aver fatto sesso con qualcuno che, dall’altra parte, si è solo divertito nell’osservare ciò che considera uno squallido e ridicolo spettacolo e si prenda la briga di comunicarlo; non è difficile raccogliere testimonianze di persone che, in tal senso, sono state burlate e si sono sentite dire, dopo quello che per loro era stato un “rapporto” soddisfacente, “ci sei cascato, mi sono fatto un sacco di risate”. Altro errore è credere, come capita talvolta, di poter risolvere problemi legati all’erezione utilizzando il sesso online; se ci sono difficoltà in questo campo, è necessario rivolgersi a medici e psicologi per un parere. Talvolta, persone con difficoltà o seri problemi relazionali si rifugiano in questa dimensione di sessualità che, a lungo andare, non può che esasperare le difficoltà, e vincolare sempre più la sessualità ad una realtà solo virtuale. Un altro rischio è soprattutto che tratti patologici, legati alla sessualità, possano essere alimentati da questo tipo di esperienze e che persone con seri problemi possano finire col trasferire modalità insane, patologiche e rischiose di rapporto (che sperimentano virtualmente) anche nella realtà. Anche nel caso del sesso, nella dimensione cyber abbiamo perciò potenzialità e limiti; come evidenzia ad esempio il ses28


suologo statunitense Gagnon, una peculiarità della società moderna è che il consumo di fantasie sessuali acquista un’importanza sempre maggiore, mentre la pratica non riesce ormai a tenere il passo, complice anche uno scenario erotico che diviene sempre più vasto, grazie al diffondersi sia del mercato pornografico, sia della stessa tecnologia e di quell’insieme che possiamo definire cultura, di libri, film e pubblicità, che sempre più fa leva su contenuti a sfondo sessuale. Tale scenario erotico, intrigante e talvolta estremo, dista però in maniera abissale da quella che è la realtà, diciamo così, del “sesso quotidiano”; ed è così che una parte degli internauti dediti al sesso finisce col cercare piacevoli ed avventurose sperimentazioni sessuali online al fine di migliorare ed arricchire anche la sessualità offline, mentre un’altra parte finisce solo col cercare una risposta alla propria frustrazione o patologia nel sesso online, e giunge a non avere neppure più una sessualità nel quotidiano e nel mondo offline. Nella popolazione maschile sembrerebbe essere diffuso il ricorso alla dimensione cyber per consumare pornografia e, comunque, contatti esplicitamente erotici; l’approccio maschile sarebbe cioè mirato a ciò che in gergo viene definito “fast sex”. Le donne (per quanto le esplorazioni del Web ne rivelano un atteggiamento aggressivo e da cacciatrici intraprendenti di sesso) si accostano al Web principalmente per sedurre, flirtare e conquistare, meno per arrivare a consumare nella realtà. Da una ricerca del 2007 emerge che, in un campione statunitense, circa il 40% delle donne e il 35% degli uomini intervistati riportano di aver avuto delle esperienze di questo tipo, anche se la maggior parte sostiene di averlo fatto al massimo un paio di volte. Dai resoconti emerge che la maggior parte degli utenti sono single o divorziati/e; ciò limita l’immagine generale che vede il cybersex come una fonte di tradimento (Daneback, Mansson, Ross, 2007). Se ci concentriamo solo sulle donne, un’altra ricerca del 2006 identifica tre principali tipi di comportamento sessuale: attività solitarie, attività con altre persone e compravendita di materiale pornografico (Ferree, 2006). Della prima categoria fanno parte sia la visione di materiale erotico che la fruizione di mate29


riale scritto, come romanzi, testi o newsgroup dedicati. Nella seconda categoria, invece, ci sono lo scambio di mail, la partecipazione a chatroom, a discussioni di gruppo su tematiche sessuali o ad ambienti virtuali e il vero e proprio cybersex. Internet sta trasformando la cultura in maniera molto profonda, consentendo l’accesso a contenuti e informazioni messe in Rete da ogni parte del mondo, con controlli ancora insufficienti. Oltre agli straordinari vantaggi che la Rete offre da un punto di vista dell’informazione, internet consente un facile accesso, forse troppo, a contenuti hard, tanto che si stima che il 65% delle visite ha propositi legati al sesso. Molti individui in Rete hanno comportamenti sessuali (sadomaso, con inclinazioni omosessuali o pedofile) che non manifestano mai nel mondo reale. La maggior parte delle persone vive queste esperienze per curiosità, un 12%, invece, rimane legato al cybersesso e ciò gli crea seri problemi nella Rete. Si ritiene che gli appassionati di cybersesso in Rete siano tra l’8 % e il 10% dei navigatori, soprattutto uomini (circa 75%), più della metà sposati, che navigano “amorevolmente” per circa 10 ore a settimana. Nel follow up di una ricerca svolta da Cooper (Cooper - Delmonico - Burg, 2000, pp. 11-19) sono emersi molti dati interessanti che fanno comprendere meglio il fenomeno del cybersesso: • circa il 6% degli utenti ha problemi riguardo all’uso di internet per scopi sessuali; • un profilo di problemi gravi è presente per l’1% degli utenti, che virtualmente compromettono la loro abilità di funzionare a livello interpersonale ed intrapersonale; il 40%, di questa popolazione estrema sono donne; • la maggior parte del materiale pornografico viene scaricata durante l’orario di lavoro (9-17); 100.000 pagine web sono dedicate in qualche modo alla vendita di sesso e materiale sessuale, senza contare le chat, l’utilizzo di email o altre forme di contatto nel Web; • 200 siti collegati al sesso vengono aggiunti ogni giorno; • il sesso su internet costituisce il terzo settore economico della Rete (Software e Computer sono i primi due); 30


• le più grandi innovazioni tecnologiche sul Web vengono sviluppate dalle industrie del sesso (ad esempio il video streaming). Carnes e coll. (Carnes - Delmonico - Griffin, 2001, p. 3) forniscono ulteriori dati che rendono ancora più evidente la diffusione del cybersesso: • la parola “sex” è tra quelle digitate con più frequenza nei motori di ricerca, superata solo da “the” e “and”. L’erotismo hard e la pornografia sono stati il primo business ad aver utilizzato massicciamente internet per trarre profitti e guadagni; tuttavia, c’è da dire che se sesso e internet sino a qualche anno fa erano quasi sinonimo di pornografia, intesa come riduzione della sessualità femminile a mero oggetto di piacere maschile, con il self publishing ed i blog, in particolare, la donna ha causato un ribaltamento netto della situazione. La donna non rinuncia alla propria sessualità ma se ne riappropria, decidendo se condividere questa parte di se stessa, come, quando e con chi. L’uomo in questo nuovo equilibrio viene ricollocato non più come cacciatore, ma come partner con il quale la donna decide di condividere la propria sessualità, che può esplicarsi in forma di confidenze, immagini, emozioni, esperienze o quant’altro. I ruoli, online, sembrano essersi riallineati su equilibri diversi: gli uomini divengono spettatori non più predominanti, ma adulatori rispettosi ed affascinati. Un esempio di questo cambiamento lo possiamo osservare nei blog. Tra i blog italiani più visitati ce ne sono molti gestiti da donne e dal contenuto più o meno erotico. Possono contenere solo le emozioni e le confidenze in forma testuale sino ad arrivare alla voglia di esibire il proprio corpo in maniera consapevole. Così, se realmente l’Italia risulta molto in basso nella lista dei paesi riguardo alla parità tra sessi, virtualmente, almeno, si inizia ad intravedere qualche cambiamento: chissà che anche in tal senso la Rete non possa offrire qualche buono spunto, e non solo relativamente al sesso. Fra i detrattori di internet, una delle accuse ancora più frequenti è che con questo nuovo medium sia aumentato il “consumo” di pornografia; questo, nella nostra opinione e secondo i dati, è parzialmente vero. Allo stesso tempo, se prendiamo in 31


considerazione quelli che possiamo definire “comportamenti sessuali tecnomediati”, in questo grande calderone di situazioni ci sono comportamenti molto vicini alla normalità, e poi tutta una serie di altri comportamenti che, invece, possono essere a rischio di dipendenza, o diventare francamente compulsivi, cioè involontariamente obbligatori, coatti e ripetitivi. La psicologia di questi comportamenti non è unica, così come non è unica la modalità di dipendenza di comportamenti sessuali tecnomediati che è molto varia, perché riguarda una serie di canali sostanzialmente differenti dal punto di vista psicologico. Ci sono siti internet che offrono materiale pornografico, raccolto a volte attraverso archivi organizzati, che contengono varie tipologie di immagini, il più delle volte con video. Ci sono siti più recenti che consentono invece di collegarsi, per esempio, con una giovane donna che si spoglia online, con la quale è possibile comunicare. L’elemento psicologico forte che contraddistingue queste diverse maniere di consumare sesso virtuale è proprio l’interattività. All’interno di queste diverse modalità ci sono casi in cui evidentemente prevale una situazione di chiusura verso il mondo esterno, di introversione, da parte della persona che consuma sesso virtuale. L’interpretazione più tradizionale attribuisce delle sfumature anche di tipo sessuofobico, cioè chi consuma sesso online ha una fondamentale paura della relazione fisica concreta, una forte difficoltà alla relazione affettiva interumana, e preferisce canalizzare queste energie in una situazione protetta, difensiva, contraddistinta da una dimensione quasi fobica del contatto reale. Tuttavia, se questo tipo di situazione esiste, è anche vero che esistono situazioni di abuso e dipendenza, sesso su internet e pornografia, anche in soggetti che dispongono di buone risorse relazionali e affettive, ma che sviluppano questa modalità aggiuntiva di consumo di sesso virtuale non a partire da una paura del sesso vero, ma con un atteggiamento che inizialmente è di tipo ludico. Alcuni mantengono questo aspetto sotto controllo, in altri c’è un coinvolgimento progressivo, che può portare alla compulsività con la necessità di collegarsi per un numero di ore sempre crescente, anche fino a 15 al giorno, quotidianamente. 32


Per la maggior parte delle persone la sessualità è una parte fondamentale della vita. Il sesso con individui abituali, il sesso vissuto come esperienza di nuove scoperte o l’autoerotismo rappresentano una scelta. Per i sessodipendenti la sessualità è vissuta in maniera diversa dagli altri, non integrata in relazioni, ma come mezzo per vincere la noia o l’ansia o per sentirsi importanti. Riteniamo quindi fondamentale che internet, laddove venga a rappresentare una possibilità in più per sperimentarsi, debba essere utilizzato come una saltuaria e giocosa alternativa. Nel caso specifico del cybersesso, senza entrare nel campo della morale e di decisioni che comunque spettano al singolo e possono essere più o meno condivisibili e opinabili, la differenza sta quindi nell’usare la tecnologia senza farsi usare da essa e da tutti quei meccanismi di potere e mercato che tendono a renderci vittime non solo di insane abitudini sessuali, ma anche di una squallida mercificazione e disagio relazionale; l’uso più sano del cybersesso è quello legato all’esplorazione delle proprie fantasie e dei propri desideri e non quello di sostituire tale pratica al sesso reale. D’altronde, come evidenzia Pamela Paul in Pornopotere, sostenere che il consumo di pornografia e di sesso virtuale non abbia impatto sul nostro immaginario sarebbe come affermare che la pubblicità non cambia il nostro atteggiamento nei confronti degli acquisti. Il porno, il sesso online, spinge a cercare sensazioni sempre più forti, e soprattutto a perdere di vista le complicazioni delle relazioni reali: nel virtuale non ci sono intoppi, fallimenti imbarazzanti o la necessità di offrire cene e ascoltare, o fare discorsi sentimentali; bisogna allora, laddove se ne abbia voglia, saper utilizzare questo mondo virtuale per arricchire il nostro immaginario e non per appiattirlo o incastrarlo in un mondo immaginario e inconsistente che inevitabilmente ci allontana da quello reale e ci incatena a schemi che si finisce anche col considerare trasgressivi, ma sono fondamentalmente gabbie per la nostra immaginazione e disagio per le nostre relazioni. In pratica, una cosa è il sesso giocoso, altra quello estremo e dissacrante, altra ancora la pornografia; ovviamente queste sono 33


tre dimensioni ben distinte, tendenzialmente sana la prima, tendenzialmente insane e svilenti per l’essere umano, uomo o donna che sia, le altre due.

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NELLA STESSA COLLANA

Benson J., Gruppi. Organizzazione e conduzione per lo sviluppo personale e la psicoterapia, 20001, pp. 272 Beutler L.E. - Harwood T.M., Psicoterapia prescrittiva elettiva. La scelta del trattamento sistematico fondata sull’evidenza, 2002, pp. 224 Bozarth J.D., La terapia centrata sulla persona. Un paradigma rivoluzionario, 2001, pp. 240 Campanella V. - Fiori M. - Santoriello D., Disturbi mentali gravi. Modelli d’intervento pluralistico integrato dall’autismo alle psicosi, 2003, pp. 272 Chambon O. - Marie-Cardine M., Le basi della psicoterapia eclettica e integrata, 2002, pp. 288 Clarkson P., Gestalt - Counseling, 1999 II ediz., pp. 192 Clarkson P., La Relazione Psicoterapeutica integrata, 1996, pp. 392 Delisle G., I disturbi della personalità, 20001, pp. 224 Feltham C. - Dryden W. (a cura di E. Giusti), Dizionario di counseling, 1995, pp. 320 Fontana D., Stress Counseling. Come gestire gli stati personali di tensione, 1996, pp. 160 Frisch M.B., Psicoterapia integrata della qualità della vita, 2001, pp. 352 Giannella E., Palumbo M., Vigliar G., Mediazione familiare e affido condiviso. Come separarsi insieme, 2007, pp. 240 Giusti E. - Calzone T., Promozione e visibilità clinica. Motivare i pazienti ai trattamenti psicologici, 2006, pp. 288 Giusti E. - Carolei F., Terapie transpersonali. L’integrazione della spiritualità e della meditazione nei trattamenti pluralistici, 2005, pp. 336 Giusti E. - Chiacchio A., Ossessioni e compulsioni. Valutazione e trattamento della Psicoterapia Pluralistica Integrata, 2002, pp. 176 Giusti E. - Ciotta A., Metafore nella relazione d’aiuto e nei settori formativi, 2005, pp. 256 Giusti E. - Corte B., La terapia del per-dono, 2008, pp. 304 Giusti E. - Di Fazio T., Psicoterapia integrata dello stress. Il burn-out professionale, 2005, pp. 256 Giusti E. - Di Francesco G., L’autoerotismo. L’alba del piacere sessuale: dall’identità verso la relazione, 2006, pp. 208 Giusti E. - Di Nardo G., Silenzio e solitudine. L’integrazione della quiete nel trattamento terapeutico, 2006, pp. 240 Giusti E. - Frandina M., Terapia della gelosia e dell’invidia. Trattamenti psicologici integrati, 2007, pp. 224 Giusti E. - Fusco L., Uomini. Psicologia e psicoterapia della maschilità, 2002, pp. 464

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Nella stessa collana Giusti E. - Germano F., Etica del con-tatto fisico in psicoterapia e nel counseling, 2003, pp. 160 Giusti E. - Germano F., Terapia della rabbia. Capire e trattare emozioni violente d’ira, collera e furia, 2003, pp. 224 Giusti E. - Giordani B. Il formatore di successo, 2002, pp. 224 Giusti E. - Harman R. (a cura di), La psicoterapia della Gestalt, 1996, pp. 224 Giusti E. - La Fata S., Quando il mio terapeuta è un cane, 2004, pp. 448 Giusti E. - Lazzari A., Psicoterapia Interpersonale Integrata, 2003, pp. 160 Giusti E. - Lazzari A., Narrazione e autosvelamento nella clinica. La rivelazione del Sé reciproco nella relazione di sostegno, 2005, pp. 160 Giusti E. - Locatelli M., L’empatia integrata, 2007 (Nuova edizione), pp. 320 Giusti E. - Mancinelli L., Il counseling domiciliare, 2008, pp. 160 Giusti E. - Minonne G., L’interpretazione dei significati nelle varie fasi evolutive dei trattamenti psicologici, 2004, pp. 396 Giusti E. - Minonne G., Ricerca scientifica e tesi di specializzazione in psicoterapia, 2005, pp. 368 Giusti E. - Montanari C., Trattamenti psicologici in emergenza con EMDR per profughi, rifugiati e vittime di traumi, 2000, pp. 192 Giusti E. - Montanari C., La CoPsicoterapia. Due è meglio e più di uno in efficacia ed efficienza, 2005, pp. 320 Giusti E. - Nardini M.C., Gruppi pluralistici. Guida transteorica alle terapie collettive integrate, 2004, pp. 304 Giusti E. - Ornelli C., Role play. Teoria e pratica nella Clinica e nella Formazione, 1999, pp. 144 Giusti E. - Palomba M., L’attività psicoterapeutica. Etica ed estetica promozionale del libero professionista, 1993, pp. 128 Giusti E. - Perfetti E., Ricerche sulla felicità. Come accrescere il benEssere psicologico per una vita più soddisfacente, 2004, pp. 192 Giusti E. - Pitrone A., Essere insieme. Terapia integrata della coppia amorosa, 2004, pp. 240 Giusti E. - Pizzo M., La selezione professionale. Intervista e valutazione delle risorse umane con il modello pluralistico integrato, 2003, pp. 208 Giusti E. - Proietti M.C., La delega direzionale, 1996, pp. 112 Giusti E. - Proietti M.C., Qualità e formazione. Manuale per operatori sanitari e psicosociali, 1999, pp. 184 Giusti E. - Rapanà L., Narcisismo. Valutazione pluralistica e trattamento clinico integrato del Disturbo Narcisistico di Personalità, 2002, pp. 176 Giusti E. - Romero R., L’accoglienza. I primi momenti di una relazione psicoterapeutica, 2005, pp. 176 Giusti E. - Sica A., L’epilogo della cura terapeutica. I colloqui conclusivi dei trattamenti psicologici, 2005, pp. 160 Giusti E. - Surdo V., Affezione da Alzheimer. Il trattamento psicologico complementare per le demenze, 2004, pp. 144 Giusti E. - Taranto R., Super Coaching tra Counseling e Mentoring, 2004, pp. 352

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Nella stessa collana Giusti E. - Testi A., L’Autostima. Vincere quasi sempre con le 3 A, 2006, pp. 224 Giusti E. - Testi A., L’Assertività. Vincere quasi sempre con le 3 A, 2006, pp. 224 Giusti E. - Testi A., L’Autoefficacia. Vincere quasi sempre con le 3 A, 2006, pp. 96 Giusti E., Essere in divenendo. Integrazione pluralistica dell’identità del Sé, 2001, pp. 144 Giusti E., Autostima, psicologia della sicurezza in Sé, 20055, pp. 200 Giusti E., Videoterapia. Un ausilio al Counseling e alle Arti-Terapie, 1999, pp. 176 Giusti E., Tecniche immaginative. Il teatro interiore nelle relazioni d’aiuto, 2007, pp. 272 Gold J.R., Concetti chiave in psicoterapia integrata, 2000, pp. 268 Goldfried M.R., Dalla terapia cognitivo-comportamentale all’integrazione delle psicoterapie, 2000, pp. 288 Greenberg L.S. (et al.), Manuale di psicoterapia esperienziale integrata, 2000, pp. 576 Greenberg L.S. - Paivio S.C., Lavorare con le emozioni in psicoterapia integrata, 2000, pp. 368 Manucci C. - Di Matteo L., Come gestire un caso clinico, 2004 Murgatroyd S., Il Counseling nella relazione d’aiuto, 20001, pp. 192 Perls F., Qui & ora. Psicoterapia autobiografica, 1991, pp. 256 Persons J.B. - Davidson J. - Tompkins M.A., Depressione. Terapia cognitivo-comportamentale. Componenti essenziali, 2002, pp. 288 Preston J., Psicoterapia breve integrata, 2001, pp. 256 Reddy M., Il Counseling aziendale. Il Manager come Counselor, 1994, pp. 176 Santostefano S., Psicoterapia integrata. Per bambini e adolescenti. Vol. I: “Metateoria pluralistica”, 2002, pp. 400 Santostefano S., Psicoterapia integrata. Per bambini e adolescenti. Vol. II: “Tecnologia applicativa”, 2003, pp. 384 Spalletta E. - Quaranta C., Counseling scolastico integrato, 2002, pp. 352

Videodidattica per le psicoterapie scientifiche dell’American Psychological Association • Video Psicoterapia Psicodinamica Breve D.K. Freedheim + Libro Psicoterapia breve integrata di J. Preston € 120,00 • Video Psicoterapia Cognitiva-Affettiva Comportamentale Prof. M.R. Goldfried + Libro Dalla Terapia cognitivo-comportamentale all’Integrazione delle Psicoterapie € 120,00 • Video Psicoterapia Processuale Esperienziale L.S. Greenberg + Libro Manuale di Psicoterapia Esperienziale Integrata € 132,00 • Video La Terapia Centrata sul Cliente N.J. Raskin + Libro La Terapia Centrata sulla Persona di J.D. Bozarth € 120,00

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Nella stessa collana • Video EMDR per Traumi: Movimento oculare Desensibilizzante e Rielaborazione F. Shapiro + Libro Trattamenti Psicologici in Emergenza di E. Giusti, C. Montanari € 118,00 • Video La Terapia Eclettica Prescrittiva J.C. Norcross + Libro Psicoterapia Prescrittiva Elettiva, fondata sull’evidenza di Beutler/Harwood € 120,00 • Video Psicoterapia Multimodale A.A. Lazarus + Libro Le basi della Psicoterapia Eclettica ed Integrata di Chambon - Cardine € 125,50 • Video Psicoterapia Infantile J. Annunziata + Libro Counseling Scolastico Integrato di E. Spalletta, C. Quaranta € 122,00 • Video Ipnoterapia Ericksoniana J.K. Zeig + Libro Ipnosi e Psicoanalisi, collisioni e collusioni di L. Chertok € 120,00 • 2 Video Il Counseling breve in azione J.M. Littrell + Libro Il Counseling breve in Azione di J.M. Littrell € 122,00 • Video Psicoterapia Esperienziale A. Mahrer + Libro Lavorare con le emozioni in Psicoterapia Integrata di Greenberg/Paivio € 127,50 • 5 Videocassette Terapia Cognitivo-Comportamentale per la Depressione per l’autoformazione didattica, libro di G.B. Persons, Costo complessivo: € 275,00 • Video Psicoterapia Comportamentale con paziente ossessivo-compulsivo S.M. Turner + Libro Ossessione e Compulsioni, Valutazione e Trattamento di Edoardo Giusti, Antonio Chiacchio € 127,50 • Video Psicoterapia Pratica con Adolescenti A.K. Rubenstein + Due Libri Psicoterapia Integrata per bambini e adolescenti di Sebastiano Santostefano € 155,00 • Video Psicoanalisi con paziente schizofrenico B. Karon + libro Disturbi mentali gravi di V. Campanella - M. Fiori - D. Santoriello € 120,00 • Video Come gestire il transfert erotico in psicoterapia AA.VV. + libro Etica del contatto fisico di E. Giusti - F. Germano € 115,00 • Video Psicoterapia Interpersonale Ricostruttiva Lorna Smith Benjamin + libro Psicoterapia Interpersonale Integrata di E. Giusti - A. Lazzari € 118,00 • Video Come gestire la rabbia dei pazienti in psicoterapia AA.VV. + libro Terapia della rabbia di E. Giusti - F. Germano € 118,00

Edizioni ASPIC • Video Terapia della Gestalt individuale in gruppo Ginger/Masquelier + libro Psicoterapia della Gestalt di E. Giusti - V. Rosa € 130,00

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Nella stessa collana

EDIZIONE SOVERA STRUMENTI Elliott R. - Watson J.C. - Goldman R.N. - Greenberg L.S., Apprendere la terapia focalizzata sulle emozioni. L’approccio esperienziale orientato al processo per il cambiamento, in corso di stampa, pp. 368 Giusti E., Montanari C., Iannazzo A., Psicodiagnosi integrata. Valutazione transitiva e progressiva del processo qualitativo e degli esiti nella psicoterapia pluralistica fondata sull’evidenza obiettiva, 2006, pp. 580 Giusti E., Bonessi A., Garda V., Salute e malattia psicosomatica. Significato, diagnosi e cura, 2006, pp. 240 Giusti E., Germano F.., Psicoterapeuti generalisti. Competenze essenziali di base: dall’adeguatezza verso l’eccellenza, 2006, pp. 256 Giusti E., Pacifico M., Staffa T., L’intelligenza multidimensionale per le psicoterapie innovative, 2007, pp. 400 Giusti E. - Tridici D., Smoking. Basta davvero, 2009, pp. 224 Goodheart C.D. - Kazdin A.E. - Sternberg R.J., Psicoterapia a prova di evidenza. Dove la pratica e la ricerca si incontrano, in corso di stampa Norcross J.C., Beutler L.E., Levant R.F., Salute mentale: trattamenti basati sull’evidenza. Dibattiti e dialoghi sulle questioni fondamentali, 2006, pp. 464 Spalletta E., Germano F., MicroCounseling e MicroCoaching. Manuale operativo di strategie brevi per la motivazione al cambiamento, 2006, pp. 480 Wolfe B.E., Trattamenti integrati per disturbi d’ansia. La cura del Sé ferito, 2007, pp. 304

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