in memoriam…
L’ultimo volo di “Freccia28”
A
ll’età di 100 anni, il 10 aprile di quest’anno, Floriano Gomiero ha chiuso le ali. Anzi, “è partito per l’ultimo volo”, come lui stesso amava dire a chi lo andava a trovare - prima della sospensione delle visite per l'emergenza sanitaria - alla Casa Famiglia dove era ospite, a La Salle, paese del suo più grande amico, Umberto Coccoz, che non riuscì mai a guarire del tutto dalle ferite di guerra e scomparve nel 1956. Vicepresidente della Sezione Regionale della Valle d’Aosta dell’Associazione Arma Aeronautica – Aviatori d’Italia, Floriano Gomiero era l’ultimo pilota combattente di aerei da caccia della Valle d’Aosta nella seconda Guerra Mondiale. Ancora lucidissimo nonostante avesse superato un secolo di vita, Gomiero ricordava volentieri gli anni in cui sfidava i cieli infuocati dai combattimenti. Nato nel 1920 a Cervarese Santa Croce, in provincia di Padova, era ancora un bambino quando si trasferì con la famiglia ad Aosta, quella che considerava la sua seconda città di nascita. Fu lì che nacque la passione per il volo: il giovane Gomiero scappava spesso ad ammirare di nascosto i velivoli dell’epoca nel nuovo aeroporto di fortuna aostano, all’ingresso della città, in quello che è oggi il Quartiere Cogne. Non ancora diciannovenne, conseguì nel 1938 il brevetto di tipo “A” per il volo senza motore, dopo aver frequentato la scuola di volo a vela. Vinto il concorso per 1.500 allievi piloti bandito dal Ministero della Guerra, si arruolò il 29 novembre 1939 nella Regia Aeronautica insieme a quello che divenne l’amico di una vita, il valdostano Umberto Coccoz, che condivideva con lui l’amore per il volo: destinato anch’egli a diventare pilota di aerei da caccia, Coccoz divenne sergente pilota, Medaglia di Bronzo al Valor Militare, e a lui è dedicata la Sezione Regionale A.A.A. – Aviatori d’Italia Valle d’Aosta. Floriano Gomiero frequentò le scuole di volo di Orvieto, Rovello, Rimini e Aquino, oltre alla Scuola Caccia di Gorizia, dove fu trasferito per le sue qualità dopo aver ottenuto il brevetto di pilota militare nel 1941. Volò su biplani Fiat C.R.32, C.R.42 e IMAM RO-41 nonché sui monoplani Fiat G.50 e Macchi C.200. Divenuto sergente pilota noto col nome in codice “Freccia 28”, nell'estate del 1942 venne assegnato al 54° Stormo, 7°-16° Gruppo e 76^ Squadriglia da Caccia, prima a Reggio Calabria e, successivamente, a Castelvetrano, a Pantelleria e a Trapani in Sicilia. La sua attività principale era quella di scorta ai convogli marittimi sul Mar Mediterraneo, più occasionali missioni di copertura aerea delle truppe impegnate in Tunisia. A gennaio del 1943 si posizionò negli aeroporti di Chinisia e Castelvetrano, quindi alla scuola di pilotaggio nell’aeroporto di Leverano: con l’armistizio dell’8 settembre 1943, “Freccia 28” decise di rimanere nella Regia Aeronautica e di combattere contro i tedeschi. Venne pertanto assegnato al 4° Stormo Caccia Terrestre – 12° Gruppo Caccia Autonomo – 73^ Squadriglia e si trovò ai comandi degli aerei statunitensi P39 “Airacobra”: velivoli vecchi, pesanti, con comandi diversi dai nostri aerei, che Gomiero stesso definiva estremamente complicati da pilotare, al punto da rischiare la vita in
due difficili atterraggi di emergenza che fortunatamente non ebbero gravi conseguenze, a parte ferite leggere. Effettuò il suo ultimo volo con il P39 il 16 agosto 1945 e, stanco e provato da tante azioni di guerra, si congedò il 30 settembre 1945, decorato con tre croci al merito di guerra, con 1.000 ore di volo all’attivo, anche nella 159^ Squadriglia e 379^ Squadriglia Autonoma oltre al Reparto Collaudo Aerei da Caccia. Ritornato alla vita civile, aprì un negozio da orologiaio, ma senza dimenticare la Forza Armata e la sua passione per il volo: socio fondatore della sezione valdostana dell’Associazione Arma Aeronautica, della quale ha ricoperto da lungo tempo la carica di vice presidente, ha partecipato alla vita dell’Aeroclub di Aosta e in generale si è sempre impegnato, a titolo di volontariato, nell’organizzazione di manifestazioni in campo aeronautico che hanno portato prestigio alla Valle d’Aosta. Fu insignito nel 2013 dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana. I funerali di Floriano Gomiero, che - come l’amico pilota Umberto Coccoz - ha ricevuto l’omaggio “Cieli Blu”, sono stati celebrati il 12 aprile nella chiesa di Maria Immacolata ad Aosta, celebrate dal parroco don Luigino da Ros. Tanti amici e parenti hanno voluto salutarlo per l’ultima volta, tra i quali la cugina Viviana Crivellaro con il marito Sergio Bionaz e l’affezionato amico Matteo Pastorello, presidente dell'Associazione Arma Aeronautica – Aviatori d’Italia della Valle d'Aosta. Per dargli un degno addio, nel feretro di “Freccia28” è stato fatto scivolare un modellino del caccia Macchi 202 fatto da lui stesso in legno di balsa con livrea mimetica, per accompagnarlo nel suo viaggio nei cieli più ignoti.
Floriano Gomiero, vicepresidente A.A.A. Valle d’Aosta.
Aeronautica 7-2021
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