Fabio Battistetti - Eniac - aprile 2020
IL SUONO DELL’ISOLAMENTO Come suona il mondo oggi?
Di epidemia ed isolamento ne avevamo letto in qualche libro di fantascienza a cavallo della fine del XX° secolo. Credevamo facessero parte della sola finzione o di un futuro remoto e distopico.
Immagine scattata sul percorso di Aurora Sonora, Torino, 2017.
Il modo in cui abbiamo vissuto sinora, qui in occidente non ha avuto esperienze di tragedie collettive, almeno da settant'anni a questa parte. Oggi, invece si sta delineando attorno a noi, un paesaggio inedito, di attese alla finestra, di sentimenti disturbanti e di futuri incerti. Le strade si sono svuotate del normale flusso di persone e mezzi, sono pressoché deserte; una delle conseguenze registrate è stato l’abbassamento del livello di inquinamento atmosferico ed acustico. La natura, d'improvviso si è ritrovata libera di popolare lo spazio degli ambienti antropici, per la prima volta da molti anni. 1
Fabio Battistetti - Eniac - aprile 2020
Qualche anno fa, per Aurora Sonora1 ci eravamo posti delle domande: Come suonano le vie di un quartiere? Come si può ascoltare lo spazio? Oggi, questi quesiti assumono nuovo valore, d’improvviso cambia il nostro spazio di riferimento e di azione, seppur i luoghi del paesaggio siano sempre lì, muta la percezione e la fruizione, per la prima volta è possibile ascoltare come suonino senza la nostra presenza. Sino all'altro ieri, eravamo là fuori, a correre dietro agli impegni, come se avessimo infinite energie cibernetiche, ora ci ritroviamo isolati nella nostra fragilità di esseri umani. La nostra quotidianità è cambiata in maniera netta e repentina, si è ristretta allo spazio delle nostre case ed è alle prese con un tipo di socialità, inedito per molti. Abbiamo da affrontare una relazione continua con le persone con cui viviamo, senza le pause del lavoro o degli impegni del tempo libero. Un altro aspetto nuovo è il minor livello di inquinamento acustico; in alcuni scritti tra i tanti post ed articoli che ho letto sullo status quo, ho trovato molte volte il riferimento alla condizione di silenzio o di realtà ovattata, sul piano acustico.
Come suonano le vie di un quartiere? Come suona lo spazio?
Torino, 2017
Oltre l'epidemia in sé e quel che ne comporta, con tutto il rispetto e supporto a chi sta soffrendo, vorrei approfondire l'aspetto più vicino ad Aurora Sonora.
Abbiamo attorno a noi, una condizione temporanea che ci isola in casa ed ovatta il mondo al di fuori; possiamo prenderci il tempo per approfondire il tema dell'ascolto cercando di traslarlo sul piano delle nostre relazioni. Non va dato come un assunto che siamo in grado di stare in ascolto ed avere empatia delle le persone a noi più vicine. Pensiamo a quali erano i tempi e le dinamiche della nostra quotidianità sino a poco tempo fa: la nostra attenzione era per lo più altrove o in balia degli eventi. La responsabilità non è del tutto nostra, entrano in gioco molti fattori, ma per certo, in questo tempo abbiamo la possibilità e le 1
una passeggiata sonora per le vie di Aurora, Torino. - http://www.eassociazione.org/aurora-sonora/ 2
Fabio Battistetti - Eniac - aprile 2020
condizioni per provare ad ascoltarci. Gli strumenti che abbiamo appreso con le pratiche delle passeggiate sonore possono essere utili anche su questo piano. Ad esempio, il mio stato di isolamento coincide con il trovarmi fuori città in una zona collinare, a stretto contatto con il risveglio della primavera, accompagnato da un piacevole spettro sonoro (uccellini e vento), seppure sul piano visivo osservo un paesaggio per lo più immobile, perché il mondo in cui abbiamo vissuto sino a ieri, è ora fermo, silente. Noi esseri umani facciamo tanto rumore, solo ora che siamo stati indotti a fermarci, ce ne accorgiamo, ma la natura come ecosistema va avanti lo stesso. Nell'attuale condizione lo si può percepire sia dal suono quanto dalla vista, ed in questo caso, gli unici elementi colorati nel paesaggio, sono lo sbocciare dei fiori e le prime foglie sugli alberi. La primavera arriva ogni anno, ma ora abbiamo quel po' di tempo in più per accorgerci del suo processo di avanzamento, Noi esseri umani di come ad esempio aumenti la presenza ed il canto degli facciamo tanto uccelli; per tanti, questa esperienza non capitava dai tempi rumore… della scuola. E' un po' come se la natura ci stesse mostrando che è in grado di riprendersi lo spazio in poco tempo o forse più semplicemente, non appena noi smettiamo di fare il nostro fracasso quotidiano, si può constatare che ci sia qualcosa di diverso, c'è il silenzio, quello della natura. Lo stop che abbiamo ricevuto, alla fin fine arriva direttamente dalla natura, di cui ne facciamo parte, ma da cui riteniamo di esserne diversi, super partes. Di fatto non ascoltiamo la natura e questo assunto ha dimostrazioni continue, per come la nostra società viene indirizzata sui piani politici ed economici ma anche da parte, di chi la vive, noi. Gli effetti dell'epidemia e soprattutto le reazioni espresse dalla società e dagli stati danno un'ulteriore dimostrazione che non siamo in grado di prenderne atto, la risposta primaria è stata: “Passerà”. Le conseguenze di questa emergenza, invece possono metterci nella condizione di iniziare (almeno) ad ascoltare lo stato dell'ecosistema in cui viviamo, a partire dalle persone che ci stanno attorno. Ora che abbiamo del tempo a disposizione per noi ed abbiamo anche le migliori condizioni acustiche possibili, possiamo almeno provare. Proviamo a porci in una condizione di ascolto. Possiamo iniziarlo a fare da soli e per noi stessi. Occorre liberare la mente da pensieri e porre la nostra attenzione all'udito, possiamo farlo attraverso un respiro lungo e profondo (che aiuta a calmare la mente ed il corpo). Una volta che iniziamo a mettere il nostro udito in primo piano, prestiamo attenzione ad ogni suono che percepiamo e cerchiamo di coglierne le sfumature e la bellezza (eventuale). Dopo di che, proviamo a prestare attenzione alla fonte di questi suoni, da quale direzione arrivano e chi potrebbe emetterli.
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Fabio Battistetti - Eniac - aprile 2020
Prendiamoci del tempo. A seguire, proviamo a distinguere la tipologia di suono che stiamo ascoltando: è di origine naturale (il vento, un'animale), è di origine umana (la voce, i passi…), è di origine artificiale (un'auto, i macchinari). Proviamo anche a distinguere se questi suoni si ripetono o succedono una volta sola.
La vista dal luogo del mio isolamento, aprile 2020.
In questo modo cerchiamo di prendere confidenza con le diverse tipologie di suono, per catalogarle mentalmente, quelli più belli, quelli più coloriti, quelli più stridenti, quelli più fastidiosi, quelli più rilassanti. Questo archivio mentale di suoni, potrebbe esserci utile, in altri momenti, ad esempio per distrarre la mente o per comporre un'ipotetica musica. Quanto sopra è un esempio di esercizio da compiere in libertà, esplorando ulteriori e personali suggestioni, facendosi guidare dal solo udito. Vi sono tanti possibili esercizi a partire da quelli ispirati dai compositori, Raymond Murray Schafer e Hildegard Westerkamp che hanno definito il paesaggio sonoro nelle sue linee guida ed anche molti concetti sull'ecologia sonora. https://www.thecanadianencyclopedia.ca/en/article/r-murray-schaferemc https://www.hildegardwesterkamp.ca/ Un'ulteriore motivo in più per migliorare il nostro ascolto ed il paesaggio sonoro a noi circostante, è perché nonostante siamo in una condizione di parziale silenzio, c'è un costante rumore di fondo, frutto dal continuo flusso di informazioni che arrivano dai media. Abbiamo la necessità di avere notizie sull'epidemia per sapere come comportarci. L’utilità dell’informazione è anche quella di darci la capacità di capire come affrontare il mondo. Sappiamo ormai bene che la tecnologia, negli ultimi anni, ha stabilito una connessione diretta tra l'individuo e la rete (ed i media), tanto da scandire la nostra quotidianità, al ritmo della ricezione di dati ed informazioni. Assistiamo (o veniamo travolti?) da un sovraccarico di notizie, non sempre univoche e confermate che crea un disturbo nella percezione dei fatti e di conseguenza dei nostri comportamenti, in special modo quando c'è un qualcosa che mette paura, che crea minaccia. 4
Fabio Battistetti - Eniac - aprile 2020
Questo succede anche oggi, quando è precluso l'accesso al mondo là fuori, ed in contemporanea impera quello virtuale, del flusso di informazioni che arrivano da uno schermo: l'unico mezzo che in questa condizione può farci sentire parte del mondo. E’ un rumore di fondo che rende più difficile ascoltare, comprendere ed elaborare. Allora a maggior ragione, dovremmo provare a fare pulizia dello spettro sonoro che ci circonda. Non ho un esercizio specifico da suggerire, l'unica indicazione è cercare di focalizzare il nostro orecchio verso L’unica indicazione la bellezza, della natura, della musica, delle persone che è cercare di sentiamo vicine. Forse così saremmo in grado di distinguere focalizzare il nostro il suono dal rumore.
orecchio verso la bellezza
E' certo che le strade deserte, là fuori, rappresentino una tentazione, vorremmo essere lì, per sentire come suonino e vedere con i nostri occhi, come sia il paesaggio libero dal traffico, ma pazientiamo, ora è il tempo di proteggerci. Ad ogni modo, c'è chi ha avuto modo di farlo (con breve camminate o ascolti dalla finestra di casa): Sara Lenzi, Giuseppe Gavazza, ad esempio. https://aporee.org/maps/work/? loc=47891&fbclid=IwAR1ElGD7aPESPUJ6YCi9gdsMX7SfRjVRACFw2WU4V8zecF0OgdEq RiuvSeQ https://www.saralenzi.com/datasonificationblog/2020/3/17/covid-19-lockdown-onesoundscape-a-day Anche voi, se vorrete, potreste contribuire a raccontare il paesaggio sonoro di questo isolamento, dalle vostre finestre, balconi e cortili, Soundesign e Cities and Memories hanno lanciato delle call per sottoporre registrazioni di questa strana quiete. http://www.soundesign.info/2020/03/28/the-sound-outside/ https://citiesandmemory.com/covid19-sounds/ Da parte di Aurora Sonora, possiamo solo svelarvi come suonava il Cortile del Maglio (Balon, Torino) nel 2015, durante le ricerche sonore che hanno portato ad Aurora Sonora. https://drive.google.com/open?id=17hqGDxwxAseVZ2zhqQN_jNuHzN0BkFPQ Ed aggiungo un piccolo frammento presente, dal mio isolamento. Ascolterete uno spettro principalmente animato da uccellini, ma con sullo sfondo qualche attività umana di resistenza all'isolamento stesso (…) https://drive.google.com/open?id=1ujduxm9yeNiu0XS8_Hn-EWlBaS0R2eh9 Torneremo a godere il nostro diritto alla bellezza del mondo, certo, con tutte le sue contraddizioni, ma si spera con qualche consapevolezza in più. Fabio Battistetti - Eniac www.eassociazione.org 5