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Do The Writing! le associazioni per la creatività urbana in Italia Stampa Alternativa / Nuovi Equilibri INWARD osservatorio sulla creatività urbana Autori: Luca Borriello e Salvatore POPE Velotti Traduzione: Jonathan Levin Grafica: Francesco ZENTWO Palladino Managing Editor: Adolfo Rossomando © 2010 Stampa Alternativa / Nuovi Equilibri, Viterbo – Italy Stampato in Italia da Iacobelli srl (Roma) - maggio 2010 ISBN 978-88-6222-131-3 Tutti i diritti riservati. Nessuna parte del presente volume può essere riprodotta o trasmessa, in nessun modo e con qualsiasi mezzo, salvo in caso di recensioni, senza il preventivo consenso dell’Editore. All right reserved. No part of this publication may be reproduced or transmitted in any form or by any means, electronic or mechanical, including photocopy, recording, or any other information storage and retrieval system, without prior permission in writing from the Publisher. Nuovi Equilibri Strada Tuscanese km. 4,800 01100 Viterbo – Italy +39 0761 352277 www.stampalternativa.it ordini@stampalternativa.it
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Ricerca Research
Progetto Project
Sviluppo Development
Prefazione Preface Adolfo Rossomando —p 6 -------Valorizzare la Creatività Urbana Valorizing Urban Creativity Luca Borriello —p 8 -------Creatività Urbana e Comunicazione Urban Creativity and Communication Mario Morcellini —p 14 -------Creatività Urbana e Arte Urban Creativity and Art Achille Bonito Oliva —p 20 -------Creatività Urbana e Città Urban Creativity and the City Luigi Prestinenza Puglisi —p 28
Introduzione alle ACU Introduction to UCAs INWARD —p 36 -------Mappa delle ACU Map of UCAs —p 38 -------400ml —p 40 A3D —p 44 AIW / Tribù dell’Indice —p 48 Artefacto —p 52 Artefice —p 56 Bereshit —p 60 Duevventi —p 64 Evoluzioni —p 68 Forme Urbane —p 72 Friends —p 74 Graphia —p 76 Il Cerchio e le Gocce —p 80
Creatività Urbana e Istituzioni Urban Creativity and the Institutions Giorgia Meloni —p 134
Infart —p 84 ISA —p 88 Kaleidos —p 92 Macross —p 96 Monkeys Evolution —p 100 Ologram —p 104 Romagna in Fiore —p 108 Style Orange —p 112 Thinks —p 116 Tinte Forti —p 120 WALLS —p 124 Xpression —p 128
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Prefazione Preface
Rappresentare attraverso un libro il Writing, fenomeno in costante mutamento, è sempre un tributo e una sfida al tempo stesso. Quando poi questo movimento ai limiti dell’illegalità riesce ad entrare nel territorio delle buone pratiche, proponendosi alle istituzioni come interlocutore per interventi di riqualificazione urbana, illustrare questo cambiamento epocale diventa anche un atto dovuto. Tassello fondamentale in questo ampio progetto di testimonianza partito negli anni ’90, e al quale Stampa Alternativa ha saputo dare spazio e fiducia, è stata la ricerca di fonti dirette e di rilievo. Grazie al contributo dei pionieri newyorkesi di IGTimes, che hanno
scavato fino alle radici del fenomeno e dei suoi sviluppi artistici nella New York degli anni ’70, è stato possibile realizzare nel 1996 il volume Style: Writing from the Underground. Nel 2003 sono stati i writer che gravitano intorno al collettivo Why Style ad accompagnarci con Just Push The Button, Writing Metropolitano nel tessuto metropolitano della Roma degli anni ’90, playground ideale per i più prolifici writer italiani e stranieri di quella stagione. Oggi invece, in uno scenario di grandi mutazioni, a guidarci attraverso una nuova inedita stagione propositiva del Writing in Italia sono i ricercatori di INWARD, osservatorio internazionale sulla creatività urbana, da anni impegnato nella valorizzazione della cultura del Writing. È grazie anche al loro impegno che la dirompente energia creativa dei writer italiani ha sposato il progetto di un network nazionale di Associazioni per la
Creatività Urbana (ACU). Ed è proprio con INWARD che vede la luce questo terzo lavoro dal titolo Do The Writing!, un libro che è parte di un progetto più ampio, destinato ad accelerare le dinamiche di sviluppo all’interno della community e la spinta propositiva nei confronti dell’opinione pubblica e delle istituzioni, locali e nazionali. Le pagine di Do The Writing! affidano a Luca Borriello, direttore di INWARD, la regia di un triplice registro di lettura che gravita intorno ai concetti di Ricerca, Progetto e Sviluppo. In tale contesto, le interviste a Mario Morcellini, Achille Bonito Oliva e Luigi Prestinenza Puglisi evidenziano solo alcuni dei tanti terreni di ricerca che il Writing, a 40 anni dalla nascita e ben lontano dall’esaurire la propria spinta propulsiva, continua a vitalizzare. Sono invece le stesse ACU ad illustrare nella sezione centrale di questo lavoro nuove
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dimensioni progettuali, capacità organizzative ed efficienza esecutiva, attraverso la rassegna di produzioni culturali di elevato valore comunicativo, artistico, sociale. Sugli sviluppi che per il Writing si prospettano da oggi anche nel progressivo dialogo con gli enti pubblici, interviene infine il Ministro della Gioventù Giorgia Meloni, promotrice del recente riconoscimento istituzionale e sostegno alla valorizzazione della creatività urbana e al più ampio progetto Do The Writing! Mi auguro che questo libro, condiviso e realizzato con grande impegno insieme a Luca Borriello, Salvatore Velotti e Francesco Palladino, nonché grazie all’indispensabile contributo di tutte le ACU d’Italia, stimoli un nuovo processo di crescita e affermazione per tutto il movimento, verso il quale rimango ancora e sempre più profondamente legato e riconoscente. Adolfo Rossomando Viterbo, maggio 2010
Writing is a phenomenon undergoing constant change, and trying to represent it through a book is always both a tribute and a challenge at the same time. And when this movement on the threshold of illegality manages to enter the realm of good practice and introduces itself to the institutions with proposals of urban renewal, then it certainly becomes our duty to illustrate this turning point. The search for prominent and direct sources was an important piece of the puzzle of this vast research project born in the 90s and supported with resources and faith by Stampa Alternativa. In 1996 the volume Style, Writing From The Underground was printed thanks to the contribution of the New York pioneers of IGTimes that dug up the roots of the phenomenon and its artistic developments in New York in the 70s. In 2003, the writers gravitating around the Why Style collective guided us with the book Writing Metropolitano JPTB through the urban
intricacy of Rome in the 90s, the ideal playground for the most prolific Italian and foreign writers of the time. Today, the researchers of the INWARD national observatory on urban creativity, which for years have been involved in the valorization of the Writing culture, guide us through a new period of great changes for the Italian Writing movement. It is also thanks to their commitment if the explosive creative energy of Italian writers has embraced the project for a national network of Urban Creativity Associations (UCAs), and this third work Do The Writing! has come to life. This book is part of a larger project designed to accelerate the dynamics of development within the community and the
propositive thrust towards public opinion and the institutions, both local and international. INWARD’s director Luca Borriello has been given the task of supervising the triple key to interpretation that revolves around the concepts of Research, Planning, and Development. In this context, the interviews of Mario Morcellini, Achille Bonito Oliva, and Luigi Prestinenza Puglisi emphasize just a few of the many fields of research that Writing continues to vitalize 40 years after its birth. After all these years it has not yet exhausted its driving force. In the central section of the book the UCAs describe new planning dimensions, organizational skills, and executive efficiency through the analysis of high-value communicative, artistic, and socio-cultural productions. The Youth Minister Giorgia Meloni finally intervenes on the developments which concern Writing in the
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ongoing dialogue with public institutions as the promoter of the recent institutional recognition and valorization of urban creativity and of the more extensive project Do The Writing! This book was put together with great effort together with Luca Borriello, Salvatore Velotti, Francesco Palladino and the essential contribution of all the Italian UCAs. I hope it will stimulate a new process of growth and affirmation for the whole movement towards which I feel more than ever tied and grateful. Adolfo Rossomando Viterbo, May 2010
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[...] La ragione stessa dell’istituzione in associazione è un’affermazione di legalità, contrariamente alla visione comune che identifica questi soggetti come dediti sostanzialmente a pratiche illegali [...]
[...] The reason for establishing such association is by itself an affirmation of legality, as opposed to the common view which considers these subjects exclusively dedicated to illegal practices [...]
Valorizzare la Creatività Urbana Valorizing Urban Creativity di Luca Borriello, direttore INWARD by Luca Borriello, INWARD director
INWARD è l’osservatorio sulla creatività urbana che dirigo. Il suo nome si riferisce alla più spiccata caratteristica della cultura studiata, alla sua paradossale introversione. Nasce come piattaforma associativa e sta per International Network on Writing Art Research and Development, soggetto internazionale dedicato a ricerca e promozione di tutto quanto è arte dei graffiti, creatività urbana. Opera da sempre attraverso convention, seminari, studi e progetti, nelle università, con gli enti pubblici, per i privati ed in collaborazione con associazioni ed operatori culturali. All’insegna
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della sperimentazione e con il sostegno di ricerche negli ambiti della sociologia, antropologia, estetica, urbanistica, architettura, critica d’arte e comunicazione, lavora incessantemente per favorire il massimo dialogo possibile tra le forze genuine del fenomeno e, d’altro canto, gli enti locali, il sistema dei media, l’opinione pubblica. Il presente volume nasce come documento necessario di una stagione decisamente sorprendente per tutto ciò che siamo soliti chiamare writing anche in Italia. L’espressione “Do The Writing!” assonante con il titolo del film di Spike Lee (“Do the right thing”) venne fuori nel 2003 ad Alfredo Forino, un socio fondatore della nostra organizzazione, durante la presenza come gruppo “Evoluzioni” presso lo stand della Provincia di Napoli a
Galassia Gutenberg. Vi si accamparono diversi writer per più giorni, tra performance e informazioni al pubblico sulla cultura del writing. Lo stand di fianco era quello di Stampa Alternativa. Conoscemmo Adolfo Rossomando. Si fermò anche un ex funzionario della Circumvesuviana, Franco Cusati, gallerista, che aveva sviluppato una forte curiosità per i graffiti insieme ad Aldo Cinque, allora dipendente dell’Azienda, fotografo appassionato dei dettagli del writing. L’ultima tappa tra le sei dell’innovativo progetto Circumwriting che poi ne venne fuori vide dipingere, nel luglio del 2004, più di cento writer presso la stazione ferroviaria di Barra ed ebbe titolo “Do The Writing!”, come un incitamento da cavalleria. In seguito, l’idea di farci promozione e la buona intesa con la Galleria Cusati ci fecero produrre “Quarantotto Segnalibri”, un progetto di segnalibri d’artista, con quarantotto nomi della scena nazionale ed un segnalibro aggiunto con
l’espressione “Do The Writing!” a fare da slogan. Nel 2007, organizzammo un talk sulla creatività urbana dal titolo “Do The Writing!”, a Roma, per “Estate alla Sapienza”, con partecipazioni universitarie atte a verificare la fattibilità di un Centro studi dedicato, che ha avuto poi la sua firma ufficiale nell’aprile del 2009. Il 31 ottobre 2008, in occasione del rinvio della “norma anti-writer” in seno al Consiglio dei Ministri tenutosi a Napoli che avrebbe dovuto discutere, appunto, anche del “problema dei graffiti”, INWARD diffuse un comunicato stampa in cui si dichiarava disposto a dialogare con le istituzioni centrali sui temi, nuovamente e malamente ricorrenti, del writing e delle pratiche affini, chiedendo tuttavia la necessaria attivazione di un Tavolo tecnico a riguardo. Il Tavolo, nelle prime intenzioni rimesse alle agenzie, avrebbe dovuto anzitutto
sancire la distinzione tra vandalismo in città e creatività urbana, scarto certificabile ed esistente da sempre, così da rimetterla con maggiore forza all’opinione pubblica e all’attenzione dei media nazionali, più e prima ancora che alla classe politica italiana. Dal Tavolo sarebbe dovuta emergere, attivamente, quella parte del fenomeno oramai matura anzitutto dal punto di vista organizzativo e tuttavia, fino a quel momento, oscurata o tralasciata dai media a vantaggio, quasi esclusivo, del lamento di tanti, in testa i Comuni d’Italia, verso l’incommensurabile universo del vandalismo in città. Il ministro della Gioventù Giorgia Meloni volle comprendere all’istante quale fosse, e perché poco valorizzato,
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questo particolare associazionismo giovanile desideroso e capace di un dialogo con le istituzioni pubbliche sui temi della creatività urbana, di cui INWARD faceva già monitoraggio, volendone interpretare le dinamiche e richiedendo un confronto ravvicinato con i protagonisti del fenomeno. Le parti si trovavano così, per la prima volta, a dialogare ad altissimi livelli. Mai un Governo nazionale aveva considerato la possibilità di attivare uno strumento del genere per comprendere una cultura così particolare come quella dei graffiti. Fu annunciato così il primo Tavolo tecnico sulla creatività urbana: per rappresentarvi il fenomeno nel modo più diretto, venne spontaneo considerare proprio questo tipo di organizzazioni culturali operanti sul territorio nazionale. Da un’osservazione più completa e da molti viaggi compiuti allo scopo di conoscere la consistenza
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[...] Il Writing prende le componenti delle parole, le anima e le fa vivere come progetto di comunicazione [...]
[...] Writing animates the words’ components, bringing them to life as part of a communication project [...]
Creatività Urbana e Comunicazione Urban Creativity and Communication intervista a Mario Morcellini, preside Facoltà Scienze della Comunicazione, Sapienza - Università di Roma interview with Mario Morcellini, dean of the Faculty of Communication Sciences, Sapienza - University of Rome
Tra i massimi condottieri della comunicazione in Italia, ricorda il suo primo impatto o incontro con le forme della creatività urbana? La prima percezione, dal punto di vista visivo, è stata certamente di sorpresa e di incomprensione. Per rendere un parametro, riferisco un ricordo. Quando Eugenio Scalfari si dimise da “Repubblica” rilasciò un’intervista a “Prima Comunicazione”, esternandone le ragioni, e disse grosso modo: «Il sabato leggo il supplemento “Musica!” di “Repubblica” e non ci capisco nulla. Per cui ho realizzato che devo
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passare la mano». Ecco, se posso dirla tutta, con il Writing, con la creatività urbana, con le parole disegnate, la prima sensazione che ha un adulto attento alla testualità, attento alle patrie lettere, è quella dello sconcerto; poi è chiaro che sopraggiunga il pensiero di cercare di capire, ma la prima sensazione, difficile da negare, è quella della provocazione visiva. La sua risposta suggestiva ci rimanda a Herb Lubalin, il creatore dell’Avant Garde. Secondo una sua teoria, nata al freddo delle megalopoli e nei primissimi anni dei graffiti, la riduzione del 10% della lettura, in una scrittura, produce per essa il 100% in più di impatto visivo. È forse questa un’impertinenza comunicativa tipica dei graffiti, non farsi leggere?
Se la prima reazione è di tipo conservatrice essendo noi studiosi di letteratura, di cultura, in quanto per le nostre persone la forza delle parole è quasi un tratto spirituale dell’identità la seconda reazione è appunto cercare di capire. Da questo punto di vista, il Writing fa pensare a due cose: la lettura in pubblico ed il culto delle parole disegnate. Da bambini, quando si imparava a scrivere, le forme delle lettere, che ora si trovano solo nei mercatini degli antiquari perchè nessuno vi si applica più, avevano accanto un oggetto che le richiamava come sua iniziale. Per molti versi, la cura estetica delle singole lettere provoca quasi una regressione infantile, e la cura posta nel disegno anche volumetrico delle lettere può far pensare ad un’enfatizzazione. Il Writing siamo abituati ad affrontarlo come somma di forme alfabetiche, di grafemi, come la produzione di uno che
scrive, ma bisognerebbe confrontarlo con ciò che è la lettura in pubblico di poesie e romanzi, ovvero considerando anche chi si trova ad intenderlo. Il libro cartaceo nasce per essere letto in solitudine, ma uno dei modi in cui i moderni mettono in forma pubblica la lettura è proprio quello di vedere se una diversa rispondenza poetica riesce a provocare un sistema di enfasi sulle parole, una specie di rafforzamento professionale della lettura. Quello della lettura in pubblico, della lettura enfatica dei testi, è un pensiero per certi versi avvicinabile al mondo del Writing. Quali sono a suo avviso le forze comunicative specifiche del Writing?
Vedo energia sia nel contenuto che nella forma espressiva; la rivoluzione stessa del Writing sta nella dimensione della produzione culturale di massa da parte dei giovani. Dov’è il vincolo dell’accesso dei giovani, secondo talenti e meriti, alla struttura delle opportunità pubbliche? Sta nel fatto che ci sono molti Soloni all’ingresso, che decidono chi debba entrare e chi no, e questo stringe anche la comunicazione dei giovani ad ambiti minoritari o trascurati dagli adulti. Il Writing corrisponde perfettamente a questi mondi: una scelta polemica contro la mancanza di località attribuite alle culture giovanili. La politica si riempie la bocca di paroloni, ma poi di fatto, nelle professioni
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pregiate, i giovani sono nettamente tagliati fuori, attitudine che vuole contrastare chi si ritiene poter essere usurpatore della comunicazione. Il Writing è quindi anche una delle grandi proteste contro la scarsa apertura dell’industria culturale. Tuttavia, si assiste da tempo ad alcuni interessanti processi: il sistema dei media e della pubblicità che pesca dal Writing e viceversa, le agenzie di comunicazione che assoldano creativi urbani e la stessa creatività urbana che rinnova le pratiche della promozione commerciale. È vero che c’è una parte intelligente e sensibile dell’industria culturale e dell’università che si rende conto che non si può non considerare un fenomeno come questo. Quindi ciò significa che ci si prepara anche a comprenderne l’estetica,
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[...] Il Writing è frutto di un impulso creativo e trovo che il graffitismo sia un fenomeno che ha a che fare non solo con la creatività ma proprio con l’arte, sia chiaro [...]
[...] Writing is the result of a creative impulse. Let me make it clear that I find graffiti to be a phenomenon that has not only to do with creativity but with art itself [...]
Creatività Urbana e Arte Urban Creativity and Art intervista ad Achille Bonito Oliva, critico d’arte interview with Achille Bonito Oliva, art critic
Tra i maggiori critici d’arte internazionali, riflettendo sul nostro sistema della creatività urbana, dal punto di vista estetico più che storico-artistico, direbbe che esiste un Writing propriamente italiano? Io penso di no, perchè il graffitismo come dimensione culturale e anche come fenomeno creativo ha un’estrazione che sappiamo bene provenire da New York e dalla California, prodotta da minoranze etniche afro-americane e latino-americane, che si sono espresse utilizzando il muro come pagina e la metropolitana come spazio, adottando
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linguaggi che erano anche frutto della Pop art, dei media, dei cartoon, dei fumetti, producendo risultati alcune volte straordinari. Ricordiamo Basquiat, lo stesso Haring, Rammeellzee e tanti altri che io ho presentato alla fine degli anni Settanta in Italia, in quanto testimone privilegiato del miglior periodo di un fenomeno che poi è proseguito nel tempo, anzi ha avuto un’espansione extracontinentale arrivando anche in Europa, finanche in quei Paesi che hanno non solo alle spalle una storia di immigrazione ma anche una memoria del passato. Certo, la domanda allora è la seguente: nel momento in cui questo intervento a caldo sulla pelle della città si incontra e fa cortocircuito con il passato e con la memoria, può esprimere un genius loci, può essere espressione non solo di una storia ma anche di una cronaca? Io credo
che il graffitismo, nel momento stesso in cui approda in contesti come l’Italia, diventa una scrittura di buon gusto, diventa manierismo, nel senso storico della parola, ossia citazione di un linguaggio che nasce nella seconda metà degli anni Sessanta come protesta globale, come forza di affermazione. Ebbene, il graffitismo, scremato di questa protesta, è diventato styling, esercizio di stile, come nel design. Come il design è frutto di una progettazione ma poi, nel momento in cui deve affrontare una crisi, si “addobba”, come le auto americane con grande carrozzeria, così il graffitismo, a mio avviso, dagli anni Novanta ad oggi si è “addobbato” di effetti collaterali per continuare a épater le bourgeois, per produrre attenzione attraverso un’illegalità quasi completamente rientrata. L’illegalità era un carattere costitutivo,
perchè i primi veri writer non si ponevano neanche il problema della trasgressione, erano semplicemente attivi, erano incursori, inviati speciali in una realtà suburbana in cui vivevano integralmente; adesso sono gruppi che fanno spedizioni e che arredano la pelle della città senza però più bucarla, il più delle volte senza lasciare segni profondi del proprio passaggio. In Italia è emerso il network delle ACU, associazioni per la creatività urbana, organizzazioni no-profit che raggruppano buona parte dei protagonisti del fenomeno, creando così una rete nazionale inedita, sebbene basata quasi sempre su relazioni esistenti, finalizzata a produrre graffiti, street art, urban design in piena sintonia con gli organi di governo locali e nazionali. Tale stato dei fatti genera un primato dell’Italia quanto meno in termini organizzativi.
In questo caso, il fenomeno è assolutamente rispettabile, anzi direi che è la piega giusta che questo fenomeno ha preso, in quanto sappiamo bene che le rivoluzioni hanno sempre bisogno di un periodo e di un qualche modo di assestamento: uscir fuori dall’improvvisazione, dal furore creativo, trovare un sistema entro cui poter sviluppare una propria presenza appunto sistematica. Per cui io trovo positivo che queste ACU si confrontino con i Municipi e con i Ministeri, tutto questo è assolutamente molto positivo; potrebbe quasi avere a che fare con una sorta di Disneyland della creatività, che merita rispetto per la gestualità con cui si propone, per il suo avverarsi en plein air fuori dei sistemi scolastici. È un’operazione che sociologicamente merita attenzione, anche se artisticamente, a mio avviso, senza troppe nuove valenze linguistiche.
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Una gran parte delle attività delle ACU è riconducibile alla tipologia delle riqualificazioni pittoriche, con una recente richiesta e riaffermazione del figurativo, del disegno e della rappresentazione, elementi storicamente tipici della produzione artistica nazionale. Si può forse identificare in ciò il carattere italiano dei graffiti? Vorrei fare una differenza tra graffitismo figurativo e muralismo. Quest’ultimo ha un passato nobile, rivoluzionario, ha protagonisti di eccellenza come Orozco, Rivera, Siqueiros, e parlo di un Messico prealfabetizzato che, attraverso i murales, ha praticato la rivoluzione per via di una comunicazione iconografica straordinaria: lì il muralismo faceva di necessità virtù. La regressione nei centri
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[...] Se ciò che vanno a realizzare, dunque, sono opere di arredo urbano, allora esse sono da valutare con i criteri dell’arredo urbano: cioè se sono ben fatte, se sono durevoli nel tempo, se si inseriscono più o meno bene all’interno del contesto [...]
[...] If their creations are works of urban design, then they must be evaluated according to urban design criteria: that is if they are well-made, durable in time, and whether they more or less fit the context or not [...]
Creatività Urbana e Città Urban Creativity and the City intervista a Luigi Prestinenza Puglisi, critico d’architettura interview with Luigi Prestinenza Puglisi, architecture critic
Da grande esperto della città contemporanea, quale la sua esperienza personale su quanto può essere definito creatività urbana, produzione visiva così permeata nel tessuto urbano? Devo dire di non avere avuto grandi esperienze con il mondo del Writing, forse anche perché vivo in un quartiere di Roma dove non si manifestano quei fenomeni che, in genere, sono in effetti legati ad aree più degradate. Non frequento neanche molto gli ambienti periferici o quei posti alternativi della città, magari divenuti di moda, ma che restano un’espressione del disagio sociale. L’unica
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esperienza diretta che ho, essendo un utilizzatore della rete metropolitana, è quella dei segni realizzati sui vagoni, molti dei quali, devo onestamente dire, sono di cattiva qualità. Ogni tanto qualcuno di questi autori ignoti si vede che ha una qualità artistica, ma per lo più si tratta di pasticci di lettere e colori. Ho poi avuto esperienza di mostre d’arte in cui vi sono artisti di strada che acquistano un’aura molto più interessante, anche perché si tratta di soggetti di straordinario talento. Ho sempre trovato molto interessante, inoltre, il lavoro fatto sul recupero delle facciate cieche di palazzi. Ritengo che il fenomeno sia estremamente interessante nel momento in cui agisce in certi contesti urbani ma, anche qui, la differenza tra l’arte, l’espressione individuale ed il pasticcio può essere molto vaga.
Ha subito toccato uno dei temi centrali del volume, la differenza tra la pratica legale e illegale del Writing che molto spesso, per semplificazione dei media, non avviene in maniera adeguata. Non vedo così male il vandalismo di questo tipo, seppure non voglia assolutamente difenderlo. Solo credo che l’atto di violenza compiuto in questi casi nei confronti della città non sia molto peggiore di quelli che compiono certi costruttori quando realizzano immobili speculativi o anche certi artisti da quattro soldi che realizzano opere per piazze o parchi urbani. Ad esempio, nel mio quartiere, vi è una statua orrenda che scambierei con piacere con qualsiasi scarabocchio fatto dal writer più disperato. Il mio atteggiamento non è quindi di condanna netta, perché anche il fenomeno illegale rappresenta un qualche segno di vitalità. Mi viene in mente l’edificio di Alvaro Siza a Berlino, dove qualcuno ha
scritto “Bonjour tristesse”, e meriterebbe un premio per questa sua azione. Così come davanti a certe esternazioni d’amore si può trovare poesia ed immedesimazione. Per esempio, in un tratto di strada che solitamente percorro in auto, c’è scritto “Luigi ama Antonella”, ed ogni volta che io e mia moglie Antonella passiamo di lì la prendiamo come un buon auspicio per il nostro amore. Credo che tutto ciò, contenuto entro certi limiti, dia alla città quel senso di non finito, di esistenziale e di vitale. Quindi la città contemporanea è frutto anche di diversi aspetti immateriali che, come dei layer sovrapposti, concorrono a formarla. È dunque possibile
considerare la creatività urbana come uno di questi layer, anche vista la sua diffusione planetaria e considerando i suoi tempi rapidi di esecuzione e di fruizione, assolutamente in linea con lo stile di vita e di utilizzo della città contemporanea? Direi di sì, anche perché tendiamo a considerare inaccettabile e a rimuovere tutte le manifestazioni inattese in base ad una logica di tipo astratta. Io mi rendo conto di avere una posizione non del tutto condivisibile ma credo che anche certe forme di devianza, comprese alcune forme di illegalità, siano una componente dell’umano e che le società che si pongono il compito di rimuovere completamente queste realtà alla fine diventano molto più tristi, devianti e illegali di quelle in cui c’è un po’ di tolleranza per questi fenomeni. Ciò detto, è molto difficile stabilire limiti, confini. Certo, il limite non può essere solo quello di assegnare ai writer un posto dove fare le loro opere, perché
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si svuoterebbero del segno che hanno. A volte maledico i writer, che dovrebbero fare un altro mestiere, perché si vede proprio che consumano inutilmente il colore quando riducono in certi modi la metropolitana; a volte è proprio evidente che quel bisogno espressivo che spinge all’azione produce spesso solo orrori, in cui manca anche solo un minimo di qualità. La massima parte dei writer italiani è oramai maturata, proprio per crescita fisica, ma anche portandosi dall’illegalità alla legalità; questa emersione, in Italia, si è resa manifesta anzitutto attraverso il fenomeno delle ACU, associazioni per la creatività urbana, che hanno mantenuto una forte appartenenza territoriale ed una grande relazione con le proprie città.
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Introduzione alle ACU Introduction to UCAs a cura di INWARD osservatorio sulla creatività urbana by INWARD observatory on urban creativity
ACU è l’acronimo di Associazione per la Creatività Urbana. È una denominazione maturata durante le ultime discussioni sulla “questione dei graffiti”, che vede ancora impegnati centinaia di Enti locali ed una parte del Governo nazionale in un dibattito dinamico tra sanzioni al vandalismo in città ed intese con i giovani creativi urbani. In tal senso, per “creatività urbana” si vuole intendere tutto quanto sia Writing, street art, muralismo, urban design o pratiche espressive affini, nel rispetto del decoro urbano e del patrimonio storicoartistico. ACU sono quindi tutte quelle organizzazioni no-profit operanti in massima parte su progetti di creatività urbana e/o che contano una composizione significativa di creativi urbani, i quali proprio nella forma
associativa trovano lo strumento di dialogo con le istituzioni, dichiarando l’affrancamento dal vandalismo, che pure partecipano a ripudiare. Al 30 aprile 2010 le ACU riconosciute tali sono 24, distribuite in 12 regioni in maniera piuttosto uniforme, con le eccezioni di Napoli e Torino, ad oggi le città con un numero locale superiore di associazioni di questo tipo. Costituitesi tra il 2000 ed il 2010, quasi sempre come espressione formale di gruppi informali operanti in certi casi dagli anni Novanta, le ACU italiane rappresentano un unicum al mondo, per la ricerca di tanti osservatori internazionali interessati a comprenderne la fattispecie istitutiva, il portato organizzativo, i risultati materiali e il trend di inclusione delle nuove generazioni. Il processo prevede che dalle singole intese tra ACU regionali – attraverso “Do The Writing!” – si
passi a una Conferenza ACU d’Italia presso il Tavolo tecnico per la creatività urbana (per discutere sul tema con le strutture di Governo) e a un Coordinamento ACU d’Italia (associazione di associazioni, per agire sui grandi gruppi nazionali), fino all’idea estrema di una Fondazione per la Creatività Urbana (compimento auspicabile tra soggetti pubblici e soggetti privati). Ciò che segue è un’istantanea dello stato dei fatti nazionali, che punta a dimostrare il patrimonio progettuale e le capacità organizzative di una generosa parte della creatività urbana italiana esattamente nel momento in cui l’Italia sta per trasformarsi in un cantiere creativo disseminato, a seguito dei risultati del bando nazionale “Valorizzazione della street art e del Writing urbano”,
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fortemente voluto dal Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall’ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani. Le ACU protagoniste di questo libro, quindi, attuali organizzazioni per la creatività urbana in Italia e prime di un percorso che si immagina incrementabile, sono quelle che hanno aderito allo spirito di “Do The Writing!”, dando avvio al disegno di una sorta di “via italiana” per lo sviluppo del fenomeno e riuscendo così a stabilire una concordia sociale che, altrove nel mondo, appare quantomeno difficile. L’opinione pubblica, il sistema dei media e la politica locale e nazionale, a questo punto, non possono più ignorare tali preziose risorse.
UCA is an acronym which stands for Urban Creativity Association. This designation was formulated during the last discussions about the “graffiti problem”, still involving hundreds of local bodies and the National Government in a dynamic debate dealing with the legal sanctions against urban vandalism and bridge-builing with creative urban youth. “Urban creativity” refers to everything that deals with Writing, street art, muralism, urban design, and similar forms of expression that show respect for public decorum as well as Historic and Artistic Heritage. The term UCA can be applied to all those non-profit organizations operating for the most part on urban creativity projects, and/or significantly composed by urban creatives who find within the associations an instrument to communicate
with the institutions and outdistance from vandalism. As of April 30th , 2010, the 24 UCAs recognized as such were distributed rather uniformly over 12 regions. The cities of Naples and Turin are exceptions as they possess the highest number of associations of this type. Most of them were established between the years 2000 and 2010, often as the formal expression of informal groups that have been active in some cases since the 90s. UCAs represent a unique example worldwide and attract the interest of many international observatories in understanding the circumstances of their founding, organizational capacities, material results, and inclusion trend of younger generations. There is confidence that the understanding between local UCAs and the effects of Do The Writing! might foster the arrangement of a Conference of Italian
UCAs at the Round Table for Urban Creativity (for discussing the issue with Government bodies) and an Organization of Italian UCAs (an association of associations to enhance the formation of large nationwide groups). The proposal of a Foundation for Urban Creativity is the last step of this process (most desirable between public and private bodies). What follows is a snapshot of the situation in Italy today, whose aim is to demonstrate the planning heritage and the organizational capacities of a generous portion of the Italian urban creativeness. As a result of the National Ordinance for the Valorization of Street Art and Urban Graffiti demanded by the Youth Department of the Presidency of the Council of Ministers and the National Association of Italian
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Municipalities (ANCI), Italy is becoming a creative workshop nationwide. The Italian UCAs presented in this book that have embraced the spirit of Do The Writing! are organizations for urban creativity at the forefront of this field of research which can be further developed. They have initiated a sort of an “Italian way” for the development of the phenomenon, and reached a social agreement that other parts of the world are still far from achieving. Public opinion, the media system and politics both on a local and a national level can no longer ignore such valuable resources.
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Do The Writing!
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ACU Kaleidos Istituzione: 2009 Referente: Antonio Bonatesta Regione: Puglia Web: http://sn.im/uz6ce
Year established: 2009 Organizer: Antonio Bonatesta Region: Puglia Web: http://sn.im/uz6ce
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Dalla fitta trama del tessuto autentico della militanza pugliese è nata, ad inizio 2009, l’associazione culturale Kaleidos, un gruppo che da allora ricomprende gran parte dei circuito underground del Writing nelle sei province di Lecce, Brindisi, Taranto, Bari, Barletta-AndriaTrani (BAT) e Foggia. Le connessioni tra writer e street artists del panorama pugliese hanno generato un progetto ambizioso con l’intento di creare nuovi canali di espressione e nuovi strumenti di negoziazione delle istanze e delle effervescenze della creatività urbana. Nuovi canali e nuovi strumenti che però non sono stati giustapposti ai vecchi linguaggi e ai vecchi codici ma, nel rispetto dei significati della territorialità e della
solidarietà per crew, si sono concretizzati in un Comitato di Rappresentanza, affiancato al Direttivo e al Presidente. Due amici da ogni provincia rappresentano, all’interno del Comitato, le istanze e le idee dei rispettivi luoghi di appartenenza, offrendo una mediazione orizzontale rispetto alle esigenze operative tipiche di un’associazione. Kaleidos è per questo un network, in cui le potenzialità e le professionalità trovano momenti di confronto e di promozione rispetto al mondo del lavoro, alla società civile, alla politica. L’Associazione Culturale Kaleidos ha assunto l’obiettivo di valorizzare la cultura del Writing e dell’aerosol art, promuovendone la legittimazione sociale e favorendo il dialogo intergenerazionale. Gli strumenti sono seminari, workshop, momenti aggregativi ed espositivi e, soprattutto, gli interventi di riqualificazione urbana, in piena collaborazione con istituzioni, amministrazioni, enti e agenzie formative presenti sul territorio. Word up!
The Kaleidos Cultural Association was created at the beginning of 2009, out of the dense network forming the original Pugliese scene. The organization has since then encompassed a large part of the underground Writing scene from the provinces of Lecce, Brindisi, Taranto, Bari, Barletta-Andria-Trani (BAT) and Foggia. The link between writers and street artists has generated an ambitious project whose main purpose is to create new modes of expression and new tools to discuss the topics and the excitement of urban creativity. These tools and channels have not been juxtaposed to the old languages and codes, but have instead taken shape in the form of a Committee of Representatives supported by a Director and a President. Within this committee, two friends from every province bring forward the arguments and ideas from their place of origin, resulting in horizontal mediation power regarding
the association’s routine demands and needs. For this reason Kaleidos is a network whose capabilities and expertise are a tool for comparison and promotion in the work environment, civil society, and politics. The objectives of the Kaleidos Cultural Association are enhancing the value of the Writing and aerosol art culture by promoting social legitimation and exchange between generations. The means of achieving these goals are by organizing seminars, workshops, exhibitions, and urban renewal projects with the cooperation of local institutions, administrations, and development agencies. Word up!
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* ArtVillage Event L’associazione Kaleidos ha partecipato all’evento con una selezione di 20 artisti del territorio. Ogni intervento è stato caratterizzato dalla rivisitazione di 20 opere di Fabrizio De Andrè, tributo al cantautore nell’anno del decennale della sua scomparsa. Acciaio e cemento invasi da strati di pittura che seguono le pareti perimetrali in un percorso che muta in melodia visiva. Un modello di partecipazione giovanile del Tavoliere che rievoca l’acronimo di “ART” in “Attività di Recupero nel Territorio”.
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* ArtVillage Event The Kaleidos Association participated in the event with 20 local writers. Every intervention was characterized by the writers’ interpretation of 20 Fabrizio De Andrè works for the 10th year from the songwriter’s death. Steel and cement structures covered by layers of paint along the perimetral walls formed a visual melody with a changing composition from one end of the surface to the other. A pattern of participation in the Tavoliere area that reminds one of the acronym of the word “ART”: “Activity for Recovery in the Territory”.
95 * On the Flow Nell’ambito di OntheFlow, Festival delle discipline sportive e delle pratiche culturali di contesto urbano, si è tenuta la puntata pugliese del format itinerante nazionale “Do The Writing!”. Durante l’incontro lo studio FF3300 ha presentato la nuova identità visiva di Kaleidos. L’iniziativa ha coinvolto 20 writer del territorio pugliese su 3 strutture cubiformi allestite all’interno del centro sportivo.
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* On the Flow The Pugliese edition of the touring event “Do The Writing” took place within the OnTheFlow Festival of urban sports and culture. During the happening Kaleidos’s new visual identity was presented by the FF3 300 Studio. 20 local Pugliese writers took part and painted 3 cubic structures mounted inside the sports center.
* Workshop Area Junior Kaleidos In occasione della riqualificazione urbana dei cantieri della Cattedrale di Foggia, si è svolto il primo evento dedicato all’area junior dell’associazione Kaleidos. Una selezione di 6 giovani writer del territorio (di età compresa tra i 12 e i 17 anni), in un processo di lavoro contraddistinto dal costante tutoraggio di CAKTUS e MARIA, curatori dell’iniziativa. Non uno scontro di posizione forzato dalla diversità generazionale, ma un fermento che riunisce in sé tutti gli amici della vernice.
* Junior Kaleidos Workshop Area In occasion of the urban renewal of the Cathedral of Foggia’s construction sites, the Kaleidos Association organized the first event dedicated to its junior participants. Six young local writers were selected with ages ranging from 12 to 17, to participate in a work process with the tutoring of CAKTUS and MARIA, the two curators. The goal was not a forced confrontation on generational diversity, but the creation of excitement among all paint loving friends.
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[...] Cosa se non l’amore per il proprio territorio spinge tanti giovani ad adoperarsi in maniera spontanea per migliorare gli spazi urbani che essi stessi quotidianamente vivono? [...]
[...] What else if not the love for one’s territory pushes so many youngsters in taking spontaneous action for improving the urban blight they live in? [...]
Creatività Urbana e Istituzioni Urban Creativity and the Institutions intervista a Giorgia Meloni, ministro della Gioventù interview with Giorgia Meloni, Italian Youth Minister
Come Ministro più giovane della storia della Repubblica d’Italia, ricorda i suoi primi pensieri sulle opere di Writing o street art, produzione visiva da considerare tra le più originali forme espressive tipiche delle giovani generazioni? Come cittadina proveniente da un quartiere popolare, ho avuto modo sin da giovane di incontrare opere di Writing. Mi hanno subito affascinato, forse proprio perché mi risultava abbastanza evidente la loro forza espressiva e comunicativa.
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Ha mai avuto modo di conoscere writer o streetartisti? Ho conosciuto personalmente alcuni writer italiani, a Roma, a Napoli, a Torino, a Milano e in altre città d’Italia. Una distribuzione così fitta e variegata mi ha reso subito l’impressione di un fenomeno ben radicato alle località, eppure come vivente in una sfera unica nazionale, senza confini regionali, ricca di relazioni, sintonie, collaborazioni ben rodate. In occasione di mie presenze ufficiali presso eventi di tutt’altro genere, non poche volte ho ricevuto il saluto soddisfatto di writer singoli o di associazioni di writer che si riconoscevano nel coordinamento che sta maturando in Italia.
Nelle nostre città, in Italia, che senso può avere la creatività urbana, essendo un fenomeno che ha una sua nascita specifica forse lontana dalle condizioni sociali e culturali statunitensi? Io credo che sia un linguaggio universale, che accomuna tanti giovani in tante nazioni e che vada quindi osservato con attenzione. Le distanze temporali e spaziali oramai non sono più un problema nel mondo contemporaneo. Credo che il sentimento di amore verso le nostre città possa avere anche nella creatività urbana una delle sue manifestazioni; cosa se non l’amore per il proprio territorio, per le proprie strade, può avere spinto negli anni passati e spinge tuttora tanti giovani ad adoperarsi
in maniera spontanea per migliorare gli spazi urbani degradati che essi stessi quotidianamente vivono, nella legalità di un’intesa con le parti amministrative locali e con la comunità civile? Ecco, anche per via dell’unicità del nostro patrimonio culturale cittadino, in tutto ciò credo sia possibile rintracciare il senso della creatività urbana in Italia, dove le città presentano situazioni strutturali assolutamente diverse da quelle statunitensi dove il fenomeno si è formato e, forse, vi è possibile un’integrazione tra passato e presente stimolante ed innovativa. Di frequente il Writing, forse anche per semplificazione, è considerato sinonimo di
vandalismo, mentre è noto che esiste una parte di giovani creativi urbani che agisce nel pieno rispetto della legalità e che anche questa pubblicazione vuole portare all’attenzione dell’opinione pubblica. Io credo che la differenza tra chi fa creatività urbana e vandalismo in città, oltre ad essere evidente negli esiti pittorici di veri e propri progetti artistici piuttosto che di inquinamento grafico sui muri, sia visibile a chi ha la voglia di indagare a fondo il fenomeno, e capisco invece che ad un’occhiata superficiale possa sfuggire il confine, che invece esiste. Un atteggiamento vigile di ricerca e di comprensione contribuirà – ne sono certa – a fornire strumenti per favorire meglio l’evidenza di tale confine a chi voglia approfondire l’osservazione. Oltre ciò, resta ferma la mia condanna per quanti
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praticano atti vandalici che deturpano le nostre città che sono patrimoni artistici nel loro insieme e non solo nel singolo episodio, siano essi writer di altro pensiero o meno. La distinzione è necessaria e spero che col tempo diventi più evidente agli occhi di tutti, anche grazie ad un’importante promozione dei lavori meritori delle centinaia di creativi urbani italiani rispettosi della legalità e delle regole di convivenza civile. Tuttavia, le azioni dei governi nei confronti della creatività urbana sono state il più delle volte repressive. La sua decisiva e manifesta apertura verso la parte che opera nella legalità segna una svolta rispetto a questo andamento. Come è
Luca Borriello
Salvatore POPE Adolfo Velotti Rossomando
Luca Borriello, nato nel 1977, laureato in Conservazione dei Beni Culturali con una ricerca sull’evoluzione delle forme alfabetiche d’Occidente analizzata su quattro millenni di lettere A. Dottorando borsista in Conoscenza e valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale, presso la Scuola Superiore ISUFI, Università del Salento. Presidente del network nazionale Arteteca e di ATS Mediaterraneum. Consulente per le Relazioni Generali di Mentoring USA/Italia Onlus. Vicesegretario Generale della Fondazione Valenzi. Direttore Generale di Exposito, del Dipartimento Creatività di AMESCI e di INWARD, l’osservatorio internazionale sulla creatività urbana.
Salvatore POPE Velotti, nato nel 1977, vesuviano, è writer dal 1992 e ha dedicato la maggior parte della sua vita al Writing. Creativo urbano, ideatore di eventi e performance, è fondatore e vicepresidente del network nazionale Arteteca, al cui interno opera Evoluzioni, gruppo per la valorizzazione e la promozione della cultura del Writing da lui costituito nel 1998 e che tutt’ora coordina. Ha fondato e dirige il gruppo di progettazione architettonica e di design Embater con cui ha realizzato anche diversi allestimenti per mostre e performance di Writing in Italia. È segretario generale di INWARD, l’osservatorio internazionale sulla creatività urbana.
Adolfo Rossomando, nato a Salerno nel 1961, laureato in Lingue e Letterature Straniere Moderne, incontra il Writing nelle strade di Londra e avvia nel 1987 un lavoro di ricerca sul campo che, passando per l’organizzazione di eventi in Inghilterra e in Italia, culminerà nel 1996 con la pubblicazione del libro Style: Writing from the Underground e nel 2003 con Just Push The Button, Writing Metropolitano. Entusiasta cultore della creatività urbana e dei linguaggi espressivi coniati dalle giovani generazioni nell’arte, nello sport e nello spettacolo dal vivo, alterna alla collaborazione con la casa editrice Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri la direzione del trimestrale Juggling Magazine, da lui fondato nel 1998.
Luca Borriello, born in 1977, earned a degree in Conservation of Cultural Heritage with a research on the evolution in the Occidental culture of the alphabetic letter A over the past four millennia. Received a scholarship for graduate studies in Knowledge and Valorization of the Cultural and Environmental Heritage at the ISUFI University of Salento. He is president of the national cultural network Arteteca, the ATS Mediaterraneum and General Relations consultant for the Mentoring USA/Italy Onlus. He is Vice Secretary General of the Valenzi Foundation, Director General of Exposito, AMESCI Department of Creativity and INWARD, the international observatory on urban creativity.
Salvatore “POPE” Velotti was born in 1977 in the Vesuvian area. A graffiti writer since 1992, he has dedicated most of his life to Writing. Urban creative artists and organizer of events and performances, he is also the founder and Vice President of the national network Arteteca, within which operates Evoluzioni, a working group for the valorization and promotion of the culture of Writing that he founded in 1998. He is the founder and director of the architectural planning and design group Embater, through which he has designed various exhibitions and performances of Writing in Italy. He is Secretary General of INWARD, the international observatory on urban creativity.
Adolfo Rossomando, born in Salerno in 1961, after earning his degree in Foreign Modern Languages and Literatures come in touch with Writing in the streets of London. There he started a field work into Writing in 1987 which, after the co organization of a few events both in Geat Britain and Italy, crowned with the managing editing of the books Style: Writing from the Underground in 1996, and Just Push The Button, Writing Metropolitano in 2003. An enthusiastic expert in urban creativity and expressive languages coined by younger generations in the fields of art, sports, and live performances, he alternates his collaboration with the publishing house Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri to the editorial direction of the quarterly publication Juggling Magazine, which he founded back in 1998.