NOTIZIARIO MISSIONARIO: LA CLESSIDRA

Page 1

NOTIZIARIO MISSIONARIO "LA CLESSIDRA"


Carissimi dedichiamo queste pagine alle Clessidre Missionarie di Radio Maria e a tutti gli ascoltatori che da “formichine” diventano “missionari” di Radio Maria per diffondere il Vangelo e la voce della Regina della Pace nelle terre più stravolte e dimenticate. La Clessidra Missionaria è unica nel suo genere, creata per il Natale del dicembre 2020 da un gruppo di ragazze italiane di Radio Maria con lo scopo di raccogliere fondi per realizzare stazioni di Radio Maria in diversi punti strategici dell’Africa dove troppe sono le guerre etniche ancora in corso e dove urge risanare le anime per portarle al cuore della Madonna e a Dio. Tante lingue diverse da villaggio a villaggio, territori immensi: una vera sfida che solo uno strumento come Radio Maria riesce a raccogliere e a concretizzare. Una vera scuola alle popolazioni, dall’istruzione all’educazione cristiana per poi diventare lo strumento di riconciliazione nei luoghi di conflitto, creando ponti di preghiera e collegamenti per le Sante Messe. Unire, pregare insieme come sorelle e fratelli senza guardarsi più come nemici. La generosità degli ascoltatori italiani è insuperabile per questo noi ragazze di Radio Maria abbiamo pensato di definirli missionari: con tanti sacrifici hanno creato tutte le Radio Maria nel continente africano realizzando un seguito di milioni di ascoltatori al giorno. Radio Maria in Africa è accanto al suo popolo per aiutare ad affrontare le sfide di oggi nella fede e nella speranza in un futuro di Pace; è una parrocchia, santa Messa, preghiera; è scuola per educazione agli studenti, è centro di salute, igiene, prevenzione. Un mezzo radiofonico straordinario. Con una semplice chiamata telefonica a Radio Maria, i vescovi africani proseguono il loro lavoro pastorale anche in questi tempi di quarantena perché la chiusura delle chiese ha aumentato a dismisura il bisogno di degli gli studi mobili. In Burkina Faso per esempio Radio Maria è utilizzata come un’aula di scuola per continuare l’educazione degli studenti dalle loro case. Qui l’educazione online è quasi impossibile per mancanza dell’accesso ad internet, computer, corrente elettrica. Così Radio Maria raggiunge tanti bambini ragazzi e giovani che l’amano molto e sono pieni di entusiasmo quando possono condurre o partecipare alle trasmissioni in diretta.Da qui è nata un’altra iniziativa: i gemellaggi tra i bambini italiani e africani che si scambiano saluti in canti e danze. I ragazzi africani imparano frasi in lingua italiana preparano jingles ed inviano files audio e video durante tutte le Mariatone. Lo stesso vale per i ragazzi italiani. Un’impresa missionaria eccezionale che prosegue grazie esclusivamente agli ascoltatori italiani che non si risparmiano mai e che con entusiasmo aderiscono a tutte le nostre Clessidre: “ogni goccia forma il mare e la tua è essenziale”. Grazie di cuore ascoltatori missionari di Radio Maria: che la Regina della Pace vi sorrida sempre, protegga voi e le vostre famiglie e benedica ogni sacrificio per la diffusione del vangelo.


Realizzato in KENYA a Maggio 2021 Tot. 100.000 € Realizzato REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO a Maggio 2021 (2 SOTTOSTAZIONI: Isiro e Kalamie) Tot. 100.000 €

Realizzato REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO a Giugno 2021 (4 SOTTOSTAZIONI: Gemena, Kikuit, Bunia e Kindu) Tot. 210.225 €

Realizzato in REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO ad Agosto 2021 (3 SOTTOSTAZIONI: Lisala, Inongo e Tshikapa) Tot. 167.063 €


Realizzato in SUD SUDAN a Settembre 2021 Tot. 195.910 €

Realizzato in UGANDA a Dicembre 2021 (Tororo) Tot. 200.000 € Realizzato in ANGOLA a Gennaio 2022 (Uije) Tot. 221.515 €


Realizzato in NIGERIA ad Aprile (2 SOTTOSTAZIONI: Gboko e Ibadan) Tot. 404.369 €

Realizzato in NIGERIA (Onistha e Port Harcourt) ad Ottobre 2022 Tot. 400.000 €


Realizzato in LIBANO ad Ottobre 2022 Tot. 201.354 €


OGNI GRANELLO DONATO È UN FRATELLO RITROVATO Granello dopo granello aumenta il tesoro in cielo, La pace globale che tarlo o ladro non può rubare si cura con la pace del cuore, e che Dio moltiplica, se donato con ed è un dono che solo Dio ti può dare, amore. non c’è altro modo che pregare e vivere ciò che Lui ti chiede di fare. Granello dopo granello aumentano i sorrisi, Per questo che la fame spirituale le conversioni, è importante tanto quanto quella le preghiere fatte per noi. materiale, I perdoni dopo i litigi perché anche il corpo muore le strette di mano, dopo gli omicidi. se smette di amare, nulla ha più senso senza l’amore. Se lo spirito sta bene anche il corpo lo segue, Portando il nostro granello se lo spirito sa pregare portiamo a Dio il nostro fratello, anche il corpo lo sa fare, lo riconciliamo con se stesso e tutto diventa una lode al Signore. e con il prossimo. È come se a Dio gli dicessimo: Per questo Radio Maria è importante, “eccolo, so che da Te avrà il meglio”. tutto parte dalla conversione del cuore La Madonna ci sta chiedendo proprio cambia la vita, la rende migliore. questo: Cambiano i modi di fare portare a Dio ogni nostro fratello, non è più difficile perdonare, poi lo Spirito farà il resto, diventa più facile amare ma non può farlo, senza il nostro se riconosci di essere granello. figlio della stessa Madre, se in te alberga il Signore. Gabriele M.


MISSIONARI SI DIVENTA Scendi in fondo al tuo cuore dona la pace, dona l’amore. Ti basta poco per portare la Madonna a chi sta male. Un’offerta anche piccola è la tua goccia, diventa cascata, unita alla nostra. Insieme come una vera famiglia il mondo cambia, con Radio Maria. Missionari si diventa in partenza verso l’Africa, è la Madonna che ci chiama: portate la gioia, la speranza. In un mondo perso che non crede più a mio Figlio, siate il mio esercito e il male sarà sconfitto. Gabriele M.


♥ CONGO: Ci stiamo impegnando per l’acquisizione di 10 ripetitori (ci vorranno 2 anni di lavoro).

♥ TANZANIA: Ci stiamo impegnando per l’acquisizione di 10 ripetitori (ci vorranno 2 anni di lavoro).

♥ NIGERIA: Continua il nostro

sostegno alla Nigeria. Sono 11 le sottostazioni di Radio Maria Nigeria da realizzare. Insieme ne abbiamo realizzate 4 a Ibadan, Gboko, Onitsha e Port Harcour. Ora mancano 7 sottostazioni (ci vorranno 3 anni di lavoro). Arcidiocesi di Kaduna: sarà una sottostazione in Lingua” Hausa” parlata da circa 55 milioni Nigeriani. Arcidiocesi di Owerri: sarà una sottostazione in “Lingua Igbo” parlata da circa 24 milioni Nigeriani.


SE ANCHE TU VUOI METTERE IL TUO GRANELLO NELLA CLESSIDRA MISSIONARIA DI RADIO MARIA Ecco nelle FOTO come puoi contribuire

Per maggiori informazioni:

https://radiomaria.it/sostienici info.ita@radiomaria.org Tel. 031 610600


PROPOSTE DI BENEFICENZA PER RACCOLTA FONDI Le proposte missionarie sono creazioni uniche realizzate da artisti, ascoltatrici ed ascoltatori di Radio Maria, a favore delle nostre Clessidre Missionarie per la realizzazione di Radio Maria nei paesi più poveri, disastrati e dimenticati al mondo. OFFERTA LIBERA A FAVORE DELLE NOSTRE CLESSIDRE MISSIONARIE IN CORSO WHATSAPP: 031/610610


La Nigeria è il paese più popoloso dell’Africa: conta circa 205milioni di persone. I cristiani in Nigeria sono circa 98/100milioni di persone, metà del paese è cattolico. Nel nord del paese, all’interno della città di Maiduguri, la popolazione cristiana è minoritaria. Ad Arnaud ci sono tre gruppi islamici [Boko Haram, ISWAP(Stato Islamico della Provincia dell’Africa Occidentale), gruppo di etnia Fulani]. Questi gruppi che sono al centro della persecuzione dei cristianisono sono sette molto feroci. Prima di Boko Haram in Nigeria c’era un clima di tolleranza tra cristiani e musulmani, con la presenza di queste sette feroci, a partire dal 2009, la persecuzione dei cristiani ha assunto invece un carattere drammatico.

Il fondatore di Boko Haram ha fomentato i suoi seguaci a perseguitare i cristiani dicendo loro che i cristiani costituiscono un problema per la società poichè faranno diventare i musulmani degli schiavi. Tutto questo ha fatto quindi scaturire sentimenti di odio.Dal 2014 ad oggi il numero di cristiani uccisi si aggira intorno a 45.000persone. Boko Haram vuole sterminare i cristiani e i villaggi in cui vivono diventando così, insieme ai Fulani, una minaccia per i cattolici in Nigeria. Al sud di Kaduna i cristiani vengono sottomessi e uccisi in modo feroce. La persecuzione contro i cristiani è una cosa orchestrata. In Nigeria i cristiani vivono con grande tristezza, le persone sono sottomesse, non possono uscire dai loro paesi, le strade per loro non sono più sicure. I gruppi islamici hanno bruciato le chiese, le scuole… Un’altra cosa che recentemente preoccupa in Nigeria è il rapimento dei sacerdoti. Nei villaggi cristiani c’è un grande sterminio di bambini, donne…


Si formano dei gruppi di vigilanza per difendere e far da guardia alle chiese ma è molto difficile riuscire a difendersi perché la popolazione non possiede armi sofisticate come invece le possiedono i gruppi islamici. Noi come chiesa non diciamo alla popolazione cristiana di portare le armi e di combattere. Sappiamo che difendersi è importante ma la chiesa non è un muro. Durante questa persecuzione il numero di cristiani è in crescente aumento come ad esempio lo si è riscontrato in un villaggio di nome Pulka. Più la Chiesa viene perseguitata e più la fede cattolica aumenta anche in silenzio. Questo avviene per opera del Signore.Quasi tutte le parrocchie avevano le scuole elementari ma adesso molte sono state bruciate. Tanti musulmani vogliono istruirsi presso le nostre scuole perché pensano che le scuole cattoliche hanno forti radici e noi non facciamo distinzioni tra cristiani e musulmani. Le scuole sono aperte a tutti. Le scuole superiori si trovano più nelle grandi città mentre le scuole elementari si trovano nei villaggi. Nel 2014, formalmente nel giugno 2015 quando Boko Haram era già diventata un’organizzazione completamente “militare”, si affilia all’ISIS (stato islamico). Il traffico di esseri umani porta a Boko Haram molte armi perché vengono pagati con esse dagli jihadisti. Questo aumenta dunque la loro capacità militare. I nostri servizi di intelligence sanno quello che accade ma all’opinione pubblica arrivano poche informazioni. Questo spiega anche un po’ (non completamente) perché il cristianesimo è visto come un nemico: perché a questa mercificazione dell’essere umano il Cristianesimo si oppone per vocazione. Insegnando la carità e la giustizia diventa automaticamente un nemico. Questa probabilmente è la ragione per cui vengono rapiti. Se c’è un presidio di legalità e giustizia in questi paesi, normalmente è la chiesa, la parrocchia che istruiscono le persone, forniscono un quadro valoriale di riferimento. Questo li fa individualizzare come nemici per antonomasia. Le incursioni che fanno nei villaggi li fanno sostanzialmente per rapire e questo fenomeno si sta rafforzando ed espandendo verso sud.


All’interno della chiesa, in Nigeria, la conoscenza è alta perché sin dall’inizio i Vescovi della Nigeria ci hanno dato una mano quando tanti villaggi sono stati saccheggiati: i Vescovi e i preti hanno accolto le persone. All’interno della chiesa nigeriana c’è una grande conoscenza di questa persecuzione e i Vescovi si prestano ad aiutare. Il governo invece spesso non dialoga con la Chiesa per trovare una soluzione. Non tutti però sono a conoscenza di questa persecuzione perché le informazioni che arrivano al di fuori della Nigeria dicono che è in corso una guerra di etnia non una persecuzione della fede. Radio Maria è un’opportunità unica per poter arrivare poter parlare a tante persone di e in questa tremenda persecuzione: portare il Vangelo, la voce della Regina della Pace.


FOTO BAMBINI RADIO MARIA AFRICA

NIGERIA ARCIDIOCESI DI IBADAN

TOGO


MALAWI

kenya


liberia

costa d'avorio


LE RADIO MARIA IN AFRICA REALIZZATE IN QUESTI ANNI LE RADIO MARIA IN AFRICA REALIZZATE IN QUESTI ANNI GRAZIE AGLI ASCOLTATORI MISSIONARI ITALIANI

Radio Maria Gabon

Radio Maria Madagascar

Radio Maria Sud Sudan

Radio Maria Tanzania


Radio Maria Uganda

Radio Maria Uganda (Mbarara)

Radio Maria Rwanda

Radio Maria Camerun

Radio Maria Kibeho


QUANDO UNA RADIO MARIA ARRIVA IN AFRICA Portare una Radio Maria in lingua locale, unisce i popoli attraverso la preghiera in comune, il Vangelo, la voce della Regina della Pace GRAZIE PER I VOSTRI ATTI DI CARITÀ, PER I VOSTRI GESTI DI GENEROSITÀ’!!! REGINA DELLA PACE PREGA PER IL MONDO INTERO

MALAWI

TOGO


LIBERIA Corso di formazione per 37 studenti di 10 scuole superiori cattoliche: giornalismo Stanno per diventare reporter per il programma: “il corriere degli studenti cattolici” scriveranno storie ed avvenimenti dei loro campus trasmettendo le notizie in diretta

TANZANIA

MADAGASCAR


BURUNDI

SIERRA LEONE


GHANA

CONGO


guinea - conakry

Il 7/10/2022, è stata inaugurata ufficialmente Radio Maria in Guinea Conakry. Si chiama “Radio la Voce della Pace” (Radio la Voix de la paix, in Francese). Infatti, i cristiani sono una piccolissima minoranza tra i Musulmani. Lo scopo della questa radio è di rafforzare la fede cattolica, portare la luce del Vangelo a tutti (Cattolici e non cristiani) e seminare la pace in questo paese di ovest Africa, regione che sta attraversando le turbolenze politiche forti. La Santa Messa e la benedizione degli studi sono state presiedute per l’arcivescovo di Conakry, la capitale del paese, Monsignor Vincent Coulibaly in presenza di tanti sacerdoti e amici della radio nascente. Che la Regina della Pace benedica tutti gli ascoltatori benefattori di Radio Maria che hanno reso possibile la realizzazione del questo progetto!


QUANDO SI INAUGURA UNA RADIO MARIA IN AFRICA MALAWI:

FESTA PER L’ARRIVO DI UN GENERATORE IN UNA SOTTOSTAZIONE DI RADIO MARIA

KENYA

22 Marzo 2022 - INAUGURATA LA SEDE NAZIONALE DI RADIO MARIA NAIROBI!! Il Cardinale John Njue (arcivescovo emerito di Nairobi) e il nuovo arcivescovo Philip Anyolo hanno inaugurato la sede nazionale di Radio Maria a Nairobi, città di 4 milioni di cattolici!!!


NIGERIA sottostazione di Gboko: i lavori di ristrutturazione della sede della radio sono stati già iniziati


VOCI DALLE RADIO MARIA IN AFRICA Testimonianza di Padre Filimon, Kaduna - Nigeria Con grande gioia e gratitudine a Dio, l’arcidiocesi cattolica di Kaduna ha ricevuto alcune meravigliose notizie dalla Famiglia Mondiale di Radio Maria. Radio Maria ha annunciato l’intenzione di stabilire una filiale di Radio Maria, una stazione radiofonica nell’arcidiocesi di Kaduna, Nigeria. Sono padre Filimon, sacerdote dell’arcidiocesi di Kaduna. Stiamo pregando per la realizzazione di questo importantissimo e benedetto progetto. L’arcidiocesi di Kaduna si trova nello stato di Kaduna, nel nord ovest del Paese. Lo Stato di Kaduna è l’ottavo Stato più grande della Nigeria. Lo Stato di Kaduna è noto come centro per religiosi e attività politiche. Negli ultimi anni lo Stato di Kaduna ha assistito a rapimenti e banditismo con l’uccisione di sacerdoti, ministri e persone di tutte le fedi, perpetrata da fondamentalismi islamici. L’idea di fondare Radio Maria a Kaduna non è solo significativa, ma è un progetto opportuno come bene. Una stazione radio è il mezzo di comunicazione migliore e più semplice in Nigeria. È facile accedere alle trasmissioni radio poiché quasi tutti i nigeriani ascoltano la radio a casa e al lavoro. Radio Maria servirà cristiani e non cristiani allo stesso modo. Radio Maria servirà come mezzo di evangelizzazione, attraverso programmi che insegneranno e catechizzeranno le persone su Dio, sulle dottrine della Chiesa, sui Sacramenti, sul matrimonio e sulla vita familiare. Radio Maria trasmetterà anche la Santa Messa, il Rosario, altre preghiere e devozioni. Radio Maria sarà di grande conforto per gli anziani e le altre persone costrette a casa che non possono essere fisicamente presenti in chiesa. Radio Maria svolgerà anche una funzione molto importante di servire come mezzo di risoluzione dei conflitti, poiché promuove la pace e l’unità con il dialogo interreligioso, la tolleranza tra cristiani e musulmani e trasmettendo messaggi che predicano la pacifica convivenza, formerà anche un forum in cui le persone potranno condividere le loro storie di esperienze e sfide di fede. In conclusione, vorrei ringraziare la direzione di Radio Maria per la scelta dell’arcidiocesi di Kaduna per questo progetto. Le parole da sole non possono trasmettere la profondità della nostra gratitudine e il frutto che verrà a dare. Desidero inoltre ringraziare tutti i benefattori di Radio Maria e tutti coloro che lavorano a questo progetto per renderlo realtà. Che Dio benedica ciascuno di voi e le vostre famiglie e che l’amore di Dio continui ad abitare nei vostri cuori. Amen


Nord Kivu, “l’orrore non ha limiti”. Le parole del vescovo di Butembo-Beni dopo il nuovo appello del Papa Agenzia sir

Nel villaggio di Maboya, provincia del Nord Kivu (Repubblica democratica del Congo), il 20 ottobre scorso l’ennesima mattanza. Nella regione è in corso una guerra, non dichiarata, fomentata dal Ruanda. Il gruppo armato M23 semina terrore e morte. Torna lo spettro della lotta tra Hutu e Tutsi. Il missionario don Giovanni Piumatti spiega come “la vittima può diventare carnefice” “Ci mancano le parole: l’orrore stavolta ha ben oltrepassato la soglia di tolleranza!”. Così il vescovo di Butembo-Beni, mons. Melchisedec Sikuli Paluku, scrive nel suo messaggio di condoglianze alla popolazione del villaggio di Maboya, provincia del Nord Kivu, a est della Repubblica democratica del Congo, dove il 20 ottobre scorso le comunità cristiane hanno subito l’ennesima mattanza. “La diocesi di Beni condanna per l’ennesima volta queste violenze”, ripete il vescovo. Lo stillicidio di uccisioni e soprusi, ad opera di gruppi armati presumibilmente legati alle milizie affiliate al Ruanda, in particolare il gruppo M23, è sempre ben presente nelle preghiere di Papa Francesco che anche mercoledì 26 ottobre in udienza è tornato a ricordare il Nord Kivu. “Assistiamo inorriditi agli eventi che continuano ad insanguinare la Repubblica democratica del Congo – ha detto il Pontefice –; esprimo la mia ferma deplorazione per l’assalto avvenuto a Maboya, dove sono state uccise persone inermi, tra cui una religiosa impegnata nell’assistenza sanitaria”.

“Massacri veri e propri”. Quello di Maboya è solo l’ultimo tragico episodio (sette i morti tra cui una religiosa delle Piccole sorelle di Notre Dame) in ordine di tempo, ma non il solo e forse non il peggiore. Sebbene stavolta la Chiesa cattolica sia stata pesantemente presa di mira dai terroristi. “La parola giusta, quella che dovremmo usare se volessimo davvero parlare di quanto accade nel Kivu è genocidio”, esattamente “come di genocidio tra Hutu e Tutsi” si parlò portando all’attenzione del mondo un crimine contro l’umanità commesso in Ruanda nel 1994. Sono ancora le parole di monsignor Melchisedec Sikuli Paluku, da noi intervistato alcune settimane prima dell’ultimo carnage.Il vescovo è certo che “il peccato originale di tutta questa crisi ventennale in Congo sia da rintracciare proprio nel Ruanda, che da vittima si è fatto aggressore”e manovra le attività criminali del gruppo armato al confine tra Kivu e Ruanda.


“Non parlo semplicemente di persone uccise, parlo di massacri veri e propri: di donne incinte squarciate, di cose che non si possono ripetere e guardare due volte, sono tragedie che noi vediamo ogni giorno”, aggiunge. Sappiamo che questa regione del Paese, nella parte orientale dei Grandi Laghi, “è ricca di tutte le maggiori risorse, dal coltan al petrolio, e il motivo per cui è così contesa sono proprio le sue ricchezze”. La guerra è più vicina. Ma cosa accade esattamente nel Congo senza pace da almeno venti anni? A 12 anni dal celebre e negletto Rapporto Mapping delle Nazioni Unite (oltre 600 pagine fitte di dati e testimonianze), la Repubblica Democratica del Congo è ancora nel baratro, ad un passo dalla balcanizzazione. E sempre più vicina ad una guerra esplicita con il Ruanda. Quel rapporto testimoniava già allora la violazione dei diritti umani e il continuo massacro di congolesi da parte del vicino Ruanda, che volle pareggiare i conti con gli Hutu. Ma può una vittima diventare carnefice? “La risposta è sì, questo accade di continuo nella storia”, risponde a “Popoli ne Missione” don Giovanni Piumatti, missionario fidei donum per una vita in Congo, oggi rientrato in Italia. La violenza dei guerriglieri. “Tra il 1996 e il 1997 per il Ruanda fu l’occasione giusta per pareggiare i conti con gli Hutu scappati dalla Repubblica Democratica del Congo nel 1994; inizia il massacro del popolo congolese e l’occupazione delle loro terre, con i quali i ruandesi subentrano alla popolazione autoctona – così testimonia in Senato, a Roma, Jean-Jacques Diku, portavoce del Comitato Azione Rd Congo, in occasione dell’uscita del Rapporto Mapping –. Si verifica ciò che ancora oggi la Comunità internazionale non ha il coraggio di definire genocidio”. In quegli anni si formarono due schieramenti: gli amici e gli alleati del governo di Kinshasa e gli alleati del Ruanda.Questi schieramenti proseguono tuttora, mentre nel Congo balcanizzato si muore.Lo status peggiore fino ad ora era quello di Bunagana, conquistata dai guerriglieri M23, il 13 giugno scorso, soggetta a una continua minaccia di morte. Oltre a Bunagana, ci sono diversi villaggi appartenenti a quattro raggruppamenti diversi nelle mani dei guerriglieri dell’M23, appoggiati dal Ruanda, come accusa il governo di Kinshasa. Ma con il massacro del 20 ottobre a Maboya, forse, è stato oltrepassato un nuovo limite.


TESTIMONIANZA di Padre George Odafe, prete dell’arcidiocesi di Kaduna Buongiorno agli ascoltatori di Radio Maria, sono padre George Odafe, prete dell’arcidiocesi di Kaduna e professore delle lingue bibliche e corsi biblici nel seminario maggiore provinciale a Kaduna, a nord ovest della Nigeria. Siamo veramente lieti di sapere dell’arrivo di Radio Maria in Nigeria, in particolare nella nostra arcidiocesi di Kaduna. Questa Radio aiuterà i preti, i religiosi e i fedeli della nostra arcidiocesi, ma anche i musulmani che parlano della Vergine Maria e i protestanti che fanno il cammino di vicinanza a Maria. Con questa Radio ci sarà una crescita di fede e conoscenza della Beata Vergine Maria nella nostra zona della Nigeria. Spiritualmente, la Radio darà lo spazio ai fedeli a casa per ascoltare le Messe, pregare il Rosario e seguire gli insegnamenti cattolici ogni giorno. Pastoralmente, la Radio verrà sentita in ogni villaggio nei dintorni di Kaduna e rafforzerà le associazioni cattoliche che prendono la Madonna come loro patrona, a mantenere il cammino di Gesù ispirato da Lei. Nella nostra arcidiocesi abbiamo diverse associazioni che verranno ben incoraggiate dalla presenza di questa Radio. Vi ringraziamo per ogni mano di assistenza data alla Radio per mantenere questo progetto a Kaduna. Ogni donazione che fate farà crescere la fede e aiuterà i bisognosi che cercano quasi ogni giorno la Parola di Dio e gli insegnamenti della Chiesa, che vogliono sapere come aumentare la loro fede e come fare il cammino di vita ispirata da Dio e dagli insegnamenti della Chiesa. Ogni mano che date a questo progetto è un modo per fare missione fuori dall’Italia e anche nella parte della Nigeria che cerca una presenza di fede di questo genere. Dio vi benedica sempre, ogni giorno. Amen


Testimonianza di Padre Patrick Alumuku – Abuja, Nigeria La Chiesa in Nigeria ha celebrato la festa di Pentecoste con eventi tragici e drammatici. Gli attacchi nella chiesa parrocchiale di San Francesco a Owa (diocesi di Ondo) hanno causato più di 50 morti e altri 50 feriti. La Chiesa – e tutta la nazione – è in lutto. Il vicepresidente della Repubblica Yemi Osinbajo ha visitato la parrocchia e i feriti in ospedale. È la prima volta nella regione ovest del Paese che accade un attacco del genere. Nel nord ci sono stati spesso attacchi alle parrocchie. Si teme che gli attacchi ai cristiani nel Paese si stiano allargando. Abbiamo piena fiducia che il Signore non ci lascia e che non può permettere la continuazione di questa situazione di disagio per la Chiesa in Nigeria con più di cinquanta milioni di cattolici e tanti altri membri delle altre Chiese cristiane. Siamo consolati dalle parole del Santo Padre papa Francesco che sta accanto alla Chiesa nigeriana e che sta contro questa violenza. Una violenza che mostra solo l’odio contro tantissimi cristiani nel nostro Paese. Lo stesso giorno di Pentecoste, un sacerdote della diocesi di Lokoja è stato rapito e quello stesso giorno il cuoco di una parrocchia della diocesi di Otukpo è stato rapito. Vi chiedo preghiere per la Chiesa in Nigeria, per la pace nel nostro Paese e per la pace nel mondo intero. Chiedo aiuto dagli ascoltatori di Radio Maria e da tutti i cattolici per la possibilità di poter accendere le dieci licenze di Radio Maria in Nigeria, affinché la voce della Regina della pace possa essere ascoltata ovunque in Nigeria.


Approfondimenti Nigeria tratti dalla Tavola rotonda a cura di Marco Invernizzi del 24/4/2022 Ospiti: Don Joseph Fidelis e Valter Maccantelli Don Joseph Fidelis – sacerdote nigeriano intervistato da Marco Invernizzi: La Nigeria è il paese più popoloso dell’Africa: conta circa 205milioni di persone. I cristiani in Nigeria sono circa 98/100milioni di persone, metà del paese è cattolico. Nel nord del paese, all’interno della città di Maiduguri, la popolazione cristiana è minoritaria. Ad Arnaud ci sono tre gruppi islamici [Boko Haram, ISWAP (Stato Islamico della Provincia dell'Africa Occidentale), gruppo di etnia Fulani]. Questi gruppi che sono al centro della persecuzione dei cristiani sono sette molto feroci. Prima di Boko Haram in Nigeria c’era un clima di tolleranza tra cristiani e musulmani, con la presenza di queste sette feroci, a partire dal 2009, la persecuzione dei cristiani ha assunto invece un carattere drammatico. Il fondatore di Boko Haram ha fomentato i suoi seguaci a perseguitare i cristiani dicendo loro che i cristiani costituiscono un problema per la società poichè faranno diventare i musulmani degli schiavi. Tutto questo ha fatto quindi scaturire sentimenti di odio. Dal 2014 ad oggi il numero di cristiani uccisi si aggira intorno a 45.000 persone. Boko Haram vuole sterminare i cristiani e i villaggi in cui vivono diventando così, insieme ai Fulani, una minaccia per i cattolici in Nigeria. Al sud di Kaduna i cristiani vengono sottomessi e uccisi in modo feroce. La persecuzione contro i cristiani è una cosa orchestrata. In Nigeria i cristiani vivono con grande tristezza, le persone sono sottomesse, non possono uscire dai loro paesi, le strade per loro non sono più sicure. I gruppi islamici hanno bruciato le chiese, le scuole… Un’altra cosa che recentemente preoccupa in Nigeria è il rapimento dei sacerdoti. Nei villaggi cristiani c’è un grande sterminio di bambini, donne… Il governo come si comporta? Il governo invece che chiedere aiuto o aiutare direttamente queste persone afferma che può gestire la situazione e che tutto è sotto controllo. Il governo cerca di far qualcosa ma alla fine non aiuta perché le vittime sono sempre i cristiani. Recentemente il governo è molto cauto e non accetta nessuna critica. C’è modo di difendersi dalle aggressioni di questi gruppi islamici oppure no? Si formano dei gruppi di vigilanza per difendere e far da guardia alle chiese ma è molto difficile riuscire a difendersi perché la popolazione non possiede armi sofisticate come invece le possiedono i gruppi islamici. Noi come chiesa non diciamo alla popolazione cristiana di portare le armi e di combattere. Sappiamo che difendersi è importante ma la chiesa non è un muro. La polizia e l’esercito non intervengono? L’esercito interviene ma molto spesso in ritardo, quando il danno è già stato fatto. Interviene quando i gruppi islamici hanno già bruciato chiese, scuole, case e ucciso le persone. Com’è la vita delle comunità cristiane? Questo è un fenomeno sorprendente: durante questa persecuzione il numero di cristiani è in crescente aumento come ad esempio lo si è riscontrato in un villaggio di nome Pulka. Più la Chiesa viene perseguitata e più la fede cattolica aumenta anche in silenzio. Questo avviene per opera del Signore. La Chiesa ha molte scuole? Prima sì, quasi tutte le parrocchie avevano le scuole elementari ma adesso molte sono state bruciate. Tanti musulmani vogliono istruirsi presso le nostre scuole perché pensano che le scuole cattoliche hanno forti radici e noi non facciamo distinzioni tra cristiani e musulmani. Le scuole sono aperte a tutti. Le scuole superiori si trovano più nelle grandi città mentre le scuole elementari si trovano nei villaggi.


Approfondimenti di Valter Maccantelli su Boko Haram: Nel 2014, formalmente nel giugno 2015 quando Boko Haram era già diventata un’organizzazione completamente “militare”, si affilia all’ISIS (stato islamico). Il traffico di esseri umani porta a Boko Haram molte armi perché vengono pagati con esse dagli jihadisti. Questo aumenta dunque la loro capacità militare. I nostri servizi di intelligence sanno quello che accade ma all’opinione pubblica arrivano poche informazioni. Questo spiega anche un po’ (non completamente) perché il cristianesimo è visto come un nemico: perché a questa mercificazione dell’essere umano il Cristianesimo si oppone per vocazione. Insegnando la carità e la giustizia diventa automaticamente un nemico. Questa probabilmente è la ragione per cui vengono rapiti. Se c’è un presidio di legalità e giustizia in questi paesi, normalmente è la chiesa, la parrocchia che istruiscono le persone, forniscono un quadro valoriale di riferimento. Questo li fa individualizzare come nemici per antonomasia. Le incursioni che fanno nei villaggi li fanno sostanzialmente per rapire e questo fenomeno si sta rafforzando ed espandendo verso sud. Che consapevolezza c’è nella Chiesa e tra i cristiani della portata di questo pericolo che incombe sui cristiani? Don Joseph Fidelis: All’interno della chiesa, in Nigeria, la conoscenza è alta perché sin dall’inizio i Vescovi della Nigeria ci hanno dato una mano quando tanti villaggi sono stati saccheggiati: i Vescovi e i preti hanno accolto le persone. All’interno della chiesa nigeriana c’è una grande conoscenza di questa persecuzione e i Vescovi si prestano ad aiutare. Il governo invece spesso non dialoga con la Chiesa per trovare una soluzione. Anche alcune associazioni come Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) e Caritas ci hanno aiutato. Non tutti però sono a conoscenza di questa persecuzione perché le informazioni che arrivano al di fuori della Nigeria dicono che è in corso una guerra di etnia non una persecuzione della fede. Grazie a Radio Maria che ci ha dato la possibilità di poter parlare a tante persone di questa persecuzione. Questa guerra non è in atto solo per il possesso di un pezzo di terra. Se questa situazione dovesse esplodere anche l’Europa si troverebbe in difficoltà.

La Pasqua rossa della Nigeria di Giulio Meotti – Il Foglio C’è un paese dove un cristiano viene ucciso ogni due ore. Il genocidio dei centomila, condannati anche all’invisibilità "È tempo che l’occidente salvi i cristiani della Nigeria”, titola lo Spectator di questa settimana. Salvarli? Perché, sono in pericolo? Nessuno sembra essersene accorto, come del prete copto assassinato questa settimana ad Alessandria d’Egitto. Un gruppo per i diritti umani, l’International Society for Civil Liberties and Rule of Law (Intersociety), rivela sempre questa settimana che 6.006 cristiani nigeriani sono stati orribilmente uccisi in appena quindici mesi da gennaio 2021 a marzo 2022 da islamici radicali: pastori Fulani, Boko Haram e altri gruppi terroristici. 6.006 uccisi in quindici mesi e 45.644 in tredici anni. E in un solo paese. “Si stima che altri 18.500 cristiani siano scomparsi senza lasciare tracce. Un totale di 17.500 chiese e oltre duemila scuole cristiane sono state attaccate, dieci milioni di cristiani del nord sono stati sradicati e sei milioni costretti a fuggire dalle loro case per evitare di essere trucidati a morte dai jihadisti”. Non passa giorno nell’Africa subsahariana, in Mali, in Burkina Faso, in Centrafrica, in Nigeria, senza che i cristiani vengano massacrati. In Nigeria, il paese africano che paga il prezzo più pesante per il jihadismo, immagini terrificanti mostrano cristiani bruciati vivi da assassini assetati di odio. La cristianofobia assassina e genocida è il risultato di decenni di insegnamento dell’odio e del progresso della sharia, anche se molti derubricano le stragi alla voce “scontri fra contadini e pastori” o danno la colpa al cambiamento climatico. Paesi conquistati non solo dal barbaro jihadismo ma anche dall’islamismo di stato ufficialmente importato dai paesi del Golfo. E nell’era di informazione h24 sui cellulari, computer, televisori e social, l’umanitarismo è virale per tutti, tranne che per i cristiani perseguitati, che deve rimanere senza immagini e senza titoli, tra un occidente espiatorio e un islam radicale che li perseguita.


“Ogni due ore un cristiano è ucciso in Nigeria”, dice il rapporto 2022 della World Watch List di Open Doors, dove la Nigeria guida la classifica mondiale dei cristiani uccisi per la loro fede. I musulmani Fulani dieci giorni fa hanno ucciso 50 cristiani e rapito un sacerdote cattolico in attacchi alle comunità cristiane nello stato di Kaduna. “Hanno bruciato case, una chiesa, negozi e ucciso animali”, ha detto un testimone a Morning Star News. “Non hanno permesso che venissero seppelliti nemmeno i cadaveri e sparato alle persone in lutto che sono tornate nei villaggi per celebrare i funerali. Donne e bambini sono tra le vittime”. Poi le stragi di 80 fedeli nei villaggi cristiani documentate da Barnabas Fund. Onu e media derubricano le stragi a scontri fra contadini e pastori. I vescovi nigeriani non la pensano così: “Vogliono islamizzare il paese” Il sacerdote cattolico Felix Fidson Zakari è stato rapito. Cosa lo attende? “Siamo stati torturati, ero così scioccato da non riuscire neanche a pregare”, ha raccontato a dicembre padre Bako Francis Awesuh ad Aiuto alla Chiesa che soffre. I bambini cristiani rapiti sono islamizzati, convertiti e gli viene dato un nome arabo. I jihadisti hanno ucciso tutti i maschi cristiani in due città del Niger, Fantio e Dolbel. I sopravvissuti – donne con bambini piccoli e neonati – sono fuggite nella regione dei Dori, in Burkina Faso. Aiuto alla Chiesa che soffre ha parlato con le donne, che hanno raccontato come i terroristi abbiano attaccato due volte i villaggi, “uccidendo tutti gli uomini”. A Fantio, i jihadisti hanno preso una statua della Madonna, i libri liturgici e li hanno bruciati. Questa persecuzione era precedentemente limitata a paesi come il Niger, dove i musulmani sono netta maggioranza, e la Nigeria, dove la popolazione è divisa equamente tra musulmani e cristiani. Ma si sta ora diffondendo in paesi in cui i cristiani costituiscono la netta maggioranza. Uno di questi paesi è il Congo, oggi terra di attacchi ai cristiani. Johnnie Moore, Commissario per la libertà religiosa internazionale, ha recentemente dichiarato che “migliaia di chiese sono state date alle fiamme, bambini massacrati, pastori decapitati, case e campi incendiati a decine di migliaia, persone prese di mira solo per la loro fede cristiana”. “Anche il genocidio ruandese è stato inizialmente chiamato ‘conflitto contadini-pastori’, e guarda cosa è diventato. Il Ruanda ha le dimensioni di uno stato nigeriano. Il mondo non sarà in grado di far fronte alle conseguenze. E’ in atto un genocidio in Nigeria?”. Questa è la domanda appena posta dalla baronessa Cox, membro della Camera dei Lord britannica e presidente dell’Humanitarian Aid Relief Trust, nell’ultimo rapporto della sua organizzazione: “Mentre l’attenzione del mondo si rivolge all’Ucraina, non dobbiamo dimenticare la sofferenza dei cristiani. Decine di migliaia sono stati uccisi in orribili attacchi terroristici. Milioni sfollati. I bambini non possono andare a scuola. Alcuni osservatori sono arrivati al punto di descrivere l’aumento degli attacchi come una campagna di pulizia etno-religiosa. In molti si pongono la domanda: è in atto un genocidio in Nigeria? Nonostante la portata e la natura della violenza, raramente fa notizia. La crisi resta nascosta ai media mondiali”. Questi cristiani, ha detto Marc Fromager di Aiuto alla Chiesa che soffre in Francia, “pensano di essere stati venduti per trenta barili di petrolio da parte delle autorità politiche dell’occidente”. Douglas Burton, ex funzionario del Dipartimento di stato americano esperto di Nigeria, ci racconta: “Quello contro i cristiani è un genocidio. E’ stato documentato nel libro ‘Silent Slaughter’. Ma il massacro è stato ridotto a una disputa tra pastori e agricoltori, esacerbata dal riscaldamento globale. Questa narrazione è accolta con favore dai governanti musulmani e dai loro alleati. Pulizia etnica, avanti tutta”. Un rapporto al Parlamento inglese spiega: “E’ in atto un genocidio in Nigeria”. Un rapporto parla di centomila morti in vent’anni L’International Organization for Peace Building and Social Justice, l’International Committee on Nigeria e l’All-Party Parliamentary Group for International Freedom of Religion or Belief in un rapporto rilevano che 100 mila cristiani sono stati uccisi in Nigeria in vent’anni. Boko Haram, al Qaida, Fulani e altri gruppi estremisti sono responsabili della morte di oltre 96 mila cristiani in 21 mila attacchi separati. 100 mila in vent’anni, se pensiamo che l’International Christian Concern valuta in 50-70 mila il numero di cristiani uccisi soltanto negli ultimi dieci anni (le violenze islamiche iniziarono a Kano nel 2003-2004).


Dieci anni fa Robert Sarah, arcivescovo della Guinea e già presidente della Conferenza episcopale dell’Africa occidentale, ci aveva avvertito: “L’islam ha un solo progetto: fare dell’Africa un continente islamico. C’è effettivamente una volontà e una strategia ben elaborata per islamizzare e persino arabizzare l’Africa. E ci sono i mezzi finanziari e la propaganda mediatica disponibili per la riuscita di questo piano”. I grandi gruppi terroristici hanno iniziato con i primi studenti mandati nelle scuole islamiche dell’Arabia Saudita Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti offrono borse di studio ai giovani africani per frequentare le scuole religiose negli stati del Golfo. Secondo un rapporto dell’Africa Center for Strategic Studies, il numero di studenti dell’Africa orientale iscritti alle università islamiche del Golfo è passato da diverse centinaia nel 2010 a diecimila in soli quattro anni. “L’Africa subsahariana è stata a lungo considerata immune al richiamo della militanza islamista a causa delle sue pratiche religiose non ortodosse – radicate nel sufismo – e delle sue culture tradizionali e oggi l’area è diventata il fronte in più rapida crescita della jihad globale, e forse la più letale”, ha scritto sul Wall Street Journal Yaroslav Trofimov. A guidare questo cambiamento c’è una trasformazione cruciale del modo in cui l’islam viene praticato dai 250 milioni di musulmani che vivono a sud del Sahara, una popolazione che si prevede aumenterà del 60 per cento in trent’anni. In Niger e in molti paesi vicini, il ritmo di questa forma di islamizzazione è stato “vertiginoso”. Issoufou Yahaya, uno storico del Niger, dice che quando ha studiato all’Università di Niamey alla fine degli anni 80, non c’era una sola moschea nel campus. “Oggi abbiamo più moschee qui che aule”, ha detto Yahaya, che dirige il dipartimento di Storia dell’università. Il proselitismo degli enti di beneficenza sauditi e, in misura minore, del Qatar, hanno inondato l’Africa di denaro. “L’islam ci viene imposto”, ha detto ad Aiuto alla Chiesa che soffre il vescovo del Congo Melchisedech Paluku Sikuli. “Le moschee vengono costruite ovunque”. Gambia, Senegal e Mauritania sono al 90 per cento islamizzate, ma la quota decresce man mano che si scende, raggiungendo un nove per cento di presenze in Sudafrica. L’obiettivo dell’islamizzazione è espandersi verso sud, fino a costruire un gigantesco continente afromusulmano. La Izala Society, nata nel nord della Nigeria alla fine degli anni 70, ha guadagnato terreno in diversi paesi vicini. Uno dei principali sceicchi influenzati da Izala era Ja’afar Adam, laureato all’Università islamica di Medina che presiedeva una famosa moschea nella città nigeriana di Kano. Uno dei suoi allievi era Mohammed Yusuf, il predicatore che ha fondato Boko Haram e che ha devastato gran parte della Nigeria, del Camerun, del Ciad e del Niger. La sharia venne introdotta nello stato di Zamfara dopo che la dittatura militare lasciò il potere nel 1999. Nell’arco di tre anni, 12 dei 36 stati della federazione nigeriana seguirono l’esempio adottando la sharia. In visita in Svizzera dal 12 al 20 marzo su invito di Aiuto alla Chiesa che soffre, il sacerdote nigeriano Obiora Francis Ike ha avvertito l’occidente: “Uscite dalla vostra comfort zone, svegliatevi, vedete il pericolo: in Nigeria i terroristi jihadisti, finanziati dai politici locali e dai paesi del Golfo, vogliono islamizzare il paese. L’occidente non è intenzionato a sostenere i cristiani in Africa!”. Il vescovo cattolico Kundi: “Qual è il numero accettabile di morti per qualificarsi come genocidio secondo il diritto internazionale?” Le testimonianze delle ragazze cristiane sono le più terribili. “E’ arrivato un momento in cui avevamo visto così tanti cadaveri che non avevamo più paura di morire”. E’ la frase agghiacciante riferita da una ragazza cristiana di Chibok sopravvissuta al rapimento di massa di Boko Haram. Anche l’arcivescovo anglicano di Jos, Benjamin Argak Kwashi, , ha detto che “questa cosa è sistematica pianificata, calcolata. La loro intenzione è islamizzare la Nigeria”. Julius Yakubu Kundi, vescovo di Kafanchan, ha appena parlato del “desiderio di sterminare i cristiani” a La Croix. “Noi cristiani stiamo gradualmente diventando una specie in via di estinzione condannata allo sterminio”. Chiede il vescovo Kundi: “Qual è il numero accettabile di morti per qualificarsi come genocidio secondo il diritto internazionale? Qual è il criterio utilizzato dalla comunità internazionale per assegnare un valore a una vita?”. Per i seguaci wokisti della punizione permanente dell’Uomo Bianco chiamato ad autoflagellarsi per espiare colpe passate imprescrittibili, l’occidente colpevole ad vitam aeternam, nella “intersezionalità delle vittime” non basta neanche più essere nero. Non devi essere stato ucciso in quanto cristiano.


RADIO MARIA CAMEROUN Ciao cari amici di Radio Maria Italia. Sono padre Pascal, sacerdote dell’arcidiocesi di Yaoundé e amico di Radio Maria Camerun. A nome del direttore di Radio Maria Camerun invio questo messaggio di gratitudine. Il team di Radio Maria e tutti gli ascoltatori ringraziano di cuore tutti gli ascoltatori e benefattori di Radio Maria Italia per la loro generosità. È grazie a questa grande generosità che anche Radio Maria Yaoundé ha potuto aprire la sua nuova sede. Cari amici di Radio Maria Italia è grazie a voi che abbiamo una nuova sede, studi e materiale. Potete essere certi che li metteremo a frutto. Grazie a voi, attraverso Radio Maria tante famiglie in Camerun potranno continuare ad ascoltare il Vangelo e vivere la loro fede, nonostante la pandemia. Il Signore tenga sempre conto del vostro gesto di generosità nei nostri confronti e vi benedica abbondantemente. Lunga vita al nostro Signore Gesù Cristo, lunga vita alla Vergine Maria, lunga vita a Radio Maria e grazie!

Testimonianza di Jean Paul su Radio Maria in Africa Durante il periodo di Ebola Radio Maria Sierra Leone è stata utilizzata dagli insegnanti per insegnare agli studenti. Quindi la Radio faceva questo lavoro di lottare contro Ebola e quindi dando le misure, comunicando alla popolazione le misure di prevenzione. Ma siccome gli studenti erano a casa Radio Maria è stata utilizzata come una radio scuola, dove gli insegnanti secondo un programma parlavano agli studenti utilizzando Radio Maria. Adesso siccome c’è il Coronavirus con il lockdown, ancora gli insegnanti stanno utilizzando Radio Maria. Vorrei aggiungere un altro paese, il Kenya. Adesso Radio Maria in Kenya, precisamente nella città di Nairobi e nella diocesi di Nyeri e anche nella diocesi di Muranga, Radio Maria è utilizzata adesso come una scuola e quindi gli insegnanti stanno mandando stanno comunicando con gli studenti utilizzando Radio Maria.

Testimonianza di Jean Paul per Radio Maria in Africa (2) In Africa Radio Maria sta pensando alla cura del corpo e alla salvezza dell’ anima. Cosa significa? Per il primo aspetto della cura del corpo Radio Maria sta sensibilizzando fortemente la popolazione a mettere in pratica le misure di prevenzione contro il Coronavirus. Questo è molto importante per Radio Maria in Africa, perché la popolazione ascolta bene ciò che dicono i vescovi o il direttore di Radio Maria. In altre parole, il popolo africano dà molta credibilità a ciò che dice Radio Maria. É per questo motivo che le Radio Maria di Africa hanno modificato il palinsesto per intensificare le campagne di prevenzione al fine di evitare che molte persone siano contaminate dal Coronavirus, sapendo che le infrastrutture sanitarie sono molto molto insufficienti o inesistenti in alcuni posti più poveri.


Questa campagna di sensibilizzazione è accompagnata da esempi visibili. Ad esempio, durante alcune celebrazioni liturgiche vediamo i sacerdoti o i vescovi che indossano le mascherine. In Africa il Coronavirus e il lockdown stanno creando anche un problema di fame e la malnutrizione dei bambini. La Chiesa adesso in tanti Paesi ha quasi un solo mezzo, quindi Radio Maria per stimolare la generosità e invitando i fedeli di vivere la fede cristiana con una preghiera ai fatti, i gesti concreti, ad esempio dando il pane a qualcuno che non ce l’ha. Ancora le Radio Maria stanno trasmettendo le testimonianze di generosità in modo che la persona che fugge dal Coronavirus non sia uccisa dalla fame. Su questo tema della fame il programma alimentare mondiale dice che tra tre mesi, ad esempio all’ est dell’ Africa (in Burundi, Gibuti, Etiopia, Eritrea, Kenya, Ruanda, Somalia e Uganda) circa venti milioni di persone non avranno il cibo sufficiente. Ora vorrei parlare della salvezza dell’ anima. In effetti le Radio Maria dell’ Africa pensano alla salute, al benessere del corpo, all’ importanza delle cose materiali, ma danno anche un’ importanza forte alla preghiera, in particolare la Messa e il Rosario. Ora che le chiese sono chiuse, nelle diocesi di cui è operativa Radio Maria, i vescovi e i parroci riescono ad animare la vita spirituale dei fedeli tramite Radio Maria. Radio Maria riesce a dare la speranza cristiana e il coraggio agli ammalati nell’ ospedale o nelle case di quarantena al fine di evitare che l’ isolamento possa creare ansia, stress e le paure. L’ esperienza ha dimostrato che le persone alimentate continuamente dalla Parola di Dio, dalle preghiere e dalle parole che creano la speranza cristiana riescono ad affrontare le difficili prove della vita in Africa. A causa dei frutti di Radio Maria in Africa gli ascoltatori stanno inviando migliaia di messaggi di gratitudine, perché per loro Radio Maria è un dono di Maria. Anche in questo momento difficile Maria è con loro, li accompagna come accompagnato Gesù sulla via della Croce. Anche se le Radio Maria stanno ricevendo questi messaggi di gratitudine, stanno affrontando gravemente situazioni economiche. Prima le Radio Maria ricevevano le donazioni in denaro o in natura nelle parrocchie. Ora che le parrocchie sono chiuse, le offerte sono rare, ad esempio il Madagascar, anche se questo paese è molto povero, prima del coronavirus Radio Maria Madagascar era quasi autosufficiente. Ora che non può ricevere donazioni in natura come riso, fagioli, mais, le offerte sono diminuite di oltre il 50%. Tuttavia, è inimmaginabile che questa Radio non possa essere in onda adesso, perché è diventata la cattedrale della diocesi di Ambositra, dove si trova la sua sede. Concludo con queste parole del vescovo Ambositra che recentemente diceva: «Cari fedeli, ringrazio la Madonna per averci dato Radio Maria, che è uno strumento necessario, efficace durante questo periodo in cui viviamo ora, nessuno poteva immaginare che la sede di Radio Maria sarebbe diventata la mia cattedrale, dove cercherebbero la Messa. Adesso, tramite Radio Maria, vi benedico tutti affinché possiate avere il coraggio di affrontare questo problema mondiale».

Testimonianza di Padre Adeodato Muhigi per Radio Maria Goma Cari ascoltatori di Radio Maria Italia, mi chiamo Don Adeodato Muhigi, direttore editoriale di Radio Maria Goma nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo. Come in molti Paesi del mondo, il nostro è stato influenzato dalla pandemia di Covid-19 e anche la malattia da virus Ebola non è stata ancora sradicata. Data questa situazione, lo Stato congolese ha preso una serie di decisioni per combattere la diffusione di questa pandemia. Una di queste decisioni è la chiusura delle chiese. I sacerdoti non possono più celebrare l’Eucaristia per i loro fedeli, i Sacramenti del Matrimonio e del Battesimo sono rinviati, pertanto tutti i fedeli sono obbligati a rimanere a casa, anche la domenica. Non possono uscire per partecipare alla Santa Messa. L’unico mezzo che il vescovo usa per trasmettere il suo messaggio ai fedeli è Radio Maria. Anche i messaggi di consapevolezza per combattere contro questa pandemia passano dalla nostra Radio. È ora che sentiamo fortemente l’importanza di questo strumento di evangelizzazione. Per questo motivo ribadiamo i nostri ringraziamenti per aver partecipato al finanziamento di questo progetto di Radio Maria Goma che ci consente non solo di evangelizzare, ma anche di informare e formare i nostri contemporanei. Ricordiamo che attualmente l’unica “parrocchia” che funziona è Radio Maria. Essa accompagna i fedeli nella preghiera, nel comportamento di dover combattere contro malattie e nella pacificazione della regione. In breve, la nostra Radio è più utile che mai per accompagnare e dare speranza ai nostri compatrioti confinati. Purtroppo solo il 40% della nostra diocesi riceve il segnale di Radio Maria della frequenza materna. Ci sono persino posto in cui non arrivano segnali. Il giorno in cui il segnale Radio Maria coprirà l’intera nostra diocesi saremo felici. Grazie!


Testimonianza di una suora per Radio Maria Ruanda Un caro saluto cari ascoltatori di Radio Maria Italia, sono una suora del Ruanda. Sono una suora oblata dello Spirito Santo, volontaria e ascoltatrice di Radio Maria Ruanda. Cari ascoltatori, vi voglio dare la mia testimonianza come ascoltatrice di Radio Maria Ruanda. Durante questo periodo di confinamento a causa di Coronavirus, tutte le chiese sono chiuse e Radio Maria Ruanda è stato un grande aiuto per la vita cristiana. Ci ha offerto opportunità da casa di vivere i momenti più importanti della vita cristiana, seguire e ascoltare la Messa due volte al giorno in settimana e quattro volte al giorno la domenica in diverse lingue. Quasi tutti i cattolici del Ruanda seguono la Messa, il Rosario, le preghiere della mattina e della sera, e altri insegnamenti che aiutano ai cristiani a rimanere nella speranza. Quindi ci sono i messaggi di speranza, i messaggi di affidamento alla Madonna con Radio Maria Ruanda. La gente ha capito che l’uomo ha bisogno del Signore e che le sue forze non bastano. Cari ascoltatori di Radio Maria Italia, in questo periodo quasi tutta l’animazione pastorale spirituale della Chiesa cattolica in Ruanda è possibile grazie a Radio Maria Ruanda. Passano anche i messaggi di prevenzione contro Coronavirus. Questa Radio chiaramente aiuta molto. Per questo voglio ringraziare gli ascoltatori di Radio Maria Italia per aver dato le offerte per crearla. Voglio ringraziare davvero per tutto ciò che è stato seminato, ha veramente portato tanti, tanti frutti. Chiedo la benedizione del Signore su di voi per la vostra generosità. Che il Signore vi dia sempre un cuore di continuare a fare il bene che le persone che hanno bisogno, perché con questo Covid c’è tanta fame, tanta miseria. Continuate in questo cammino, avete scelto bene e il Signore è con voi. Oggi come oggi, se non ci fosse Radio Maria Ruanda saremmo nel buio totale, saremmo come i bambini malnutriti. Invece con Radio Maria Ruanda il nostro attaccamento al Signore, il nostro attaccamento alla Madonna è cresciuto anche adesso nelle nostre case vogliamo vivere accompagnati dalla Madonna per poter continuare a lodare, a cantare insieme il Magnificat per le grandi cose che Lui continua nella nostra vita. Non perdiamo la speranza per via del Covid-19. Vorrei chiedere agli ascoltatori di Radio Maria Italia di continuare a sostenere l’Africa in questo periodo e rimanere in una prospettiva di speranza. La speranza non è un’illusione. Chi ha speranza, chi ha fede è certamente più forte degli altri. Vi affido alla cura della nostra Madre Maria. Ciao.

Testimonianza di padre Valter di Pina per Radio Maria Capoverde Cari ascoltatori della Radio Maria Italia pace e bene a tutti voi, vi parla padre Valter di Pina, direttore di Radio Maria Capoverde. Vorrei condividere con voi la situazione emergenziale del Covid-19 qui a Capo Verde e come la nostra Radio sta dando risposta a questo momento di disagio, di fatica e di incertezze. Qui la situazione è ancora stabile grazie al fatto che siamo un arcipelago di dieci isole per cui abbiamo solo in tre isole casi positivi che sono già 175 di cui due morti. Ci sono alcune centinaia di sospetti in quarantena, soprattutto alle isole di Santiago dove c’è la capitale Praia. Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza inizialmente per tutte le dieci isole e ora solo per le tre isole con casi positivi. Comunque tutti sono confinati a casa. Sono stati sospesi tutti i voli, sia internazionali che locali, i traghetti di passeggeri tra le isole sospesi anche, gli uffici sono chiusi e anche le ditte, ad eccezione degli alimentari e le farmacie. Le chiese sono ancora chiuse nelle tre isole con casi positivi. Nelle altre isole le chiese sono aperte però con concorso di popolo molto ridotto. Anche le scuole sono chiuse fino a settembre. I capoverdiani sono consapevoli della gravità di questo virus e che può espandersi velocemente a causa della cultura di prossimità e vicinanza di questo popolo, della mancata informazione e formazione della gente, della mancanza delle condizioni igieniche minime, soprattutto nelle periferie delle città, nelle zone rurali. Per tutto ciò le persone sono preoccupate, agitate e spesso con paura. C’è una grande percentuale della popolazione che vive alla giornata e non potendo vivere di risorse, deve rimanere negli ambienti dove quotidianamente trova piccoli sostegni.


Questo aumenta le probabilità di contagio e crea tensione nella società e ciò si ripercuote in tutte le classi sociali. Quindi si possono creare situazioni limite il che può generare angoscia e può arrivare addirittura alla disperazione. Di fronte a questa situazione drammatica, Radio Maria qui è chiamata a dare una risposta all’altezza della sua missione che è portare la speranza alla gente. Per cui abbiamo adattato la programmazione per poter rispondere ai bisogni attuali della gente. É così che abbiamo tanti programmi religiosi per nutrire e rafforzare la fede degli ascoltatori. Abbiamo Messa tutti i giorni, commento al brano del Vangelo del giorno, abbiamo il Santo del giorno, abbiamo tre Rosari più il Rosario della Misericordia, abbiamo il Regina Coeli, lepreghiere del mattino e della sera. Abbiamo la preghiera diretta dai bambini ai bambini e adolescenti che sono a casa in questo periodo. Abbiamo due momenti settimanali in cui i due vescovi si rivolgono ai fedeli. Poi abbiamo altri programmi di formazioni cristiane sulla famiglia, sulla catechesi e sulla liturgia, rispondendo così alle richieste dei fedeli per poter vivere la propria fede anche da casa. E abbiamo anche i programmi di formazione umana, un programma sulla salute, un altro di ascolto delle preoccupazioni della gente. Abbiamo cinque spazi informativi con notizie precise sul Coronavirus, sia nazionale che internazionale. Abbiamo lezioni per gli studenti delle elementari che sono a casa adesso, per cui abbiamo fatto un accordo con la scuola cattolica dei Salesiani per fare queste lezioni in diretta radio. Poi, come direttore, dirigo tutti i giorni una parola di speranza, di conforto e di luce agli ascoltatori che sono tanti. Come vedete, cari ascoltatori, stiamo facendo tanti programmi per infondere coraggio, fede e speranza a questo popolo meraviglioso che è in mezzo all’Atlantico a remare contro le onde alte di questa tempesta che si chiama nuovo Coronavirus. Per finire, vorrei ringraziare tutti gli ascoltatori di Radio Maria Italia che ci sostengono non solo con le loro preghiere, ma anche con le loro risorse economiche, soprattutto in questo periodo molto difficile in cui facciamo salti mortali per compiere la nostra missione di evangelizzazione e di promozione umana. Grazie a tutti voi. Dio vi benedica e la Madonna vi custodisca. Abbiate cura di voi. Da Capoverde, padre Valter di Pina, direttore di Radio Maria.

Testimonianza di Padre Augusto per Radio Maria Togo I miei saluti a voi ascoltatori di Radio Maria Italia. Sono padre Augusto, direttore dei programmi Radio Maria Togo. La crisi sanitaria Covid-19 ci ha costretti a cambiare abitudini per la casa e così via. Radio Maria Togo ha dovuto anche lei e riorganizzarsi, soprattutto i suoi programmi. L’idea è di essere vicino, cioè accompagnare quelli che sono chiusi a casa. E così dal 23 marzo in poi abbiamo dovuto rivedere un po’ quattro cose: innanzitutto le Messe, abbiamo tre Messe al giorno in diretta ritrasmesse e la domenica quattro, una in inglese. Dopo tre settimane abbiamo cambiato un po’ di metodo, c’è una Messa e trasmessa dalla segreteria di una parrocchia della città di Lomé, la capitale, al mattino: la seconda alle 12:30 questa volta dalla cappella della Radio. Quella Messa venne celebrata da un sacerdote religioso salesiano comboniano, che vuole che chiamiamo. La terza mezza è alle ore 18 da una sub stazione di Radio Maria del Paese Togo (sono quattro le stazioni). Poi, per la preghiera perchè del Rosario quattro volte al giorno, mezzanotte, 4:30 al mattino, 8:30 del mattino, poi ore 19. Allora devo precisare che quello delle 19 viene dalle famiglie. Questo l’abbiamo iniziato il primo maggio scorso. Ogni giorno ore 15 c’è il Rosario della Misericordia.


Altro programma, specialmente le trasmissione mi sul Covid-19 per dare più informazioni necessarie ai numerosi ascoltatori. Altre trasmissioni di formazione cristiana per gli alunni e studenti rimasti a casa abbiamo ho concepito una un programma pedagogica per loro due volte alla settimana. Ogni mattina una trasmissione di promozione in direzione degli ascoltatori per chiedere loro come si sentono, poi raccogliere le loro proposte e per quelli che lo vogliono fare qualche offerta per aiutare la Radio. Per finire tutto questo per chi ne è capace, può andare sul nostro sito, o su Facebook c’è anche la possibilità di seguire tutto questo. Il Signore Gesù è sempre con noi. Lui è vincitore del male, è Risorto. Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

Testimonianza di padre Joseph Kimu per Radio Maria Malawi Cari ascoltatori di Radio Maria Italia, sono padre Joseph Kimu, il direttore di Radio Maria Malawi. Vi mando i miei più cari saluti da Radio Maria Malawi che quest’anno compie ventuno anni. Lo scopo di questo messaggio è quello di ringraziarvi tanto per le offerte che fate a Radio Maria Italia che hanno reso possibile la nascita e l’esistenza di Radio Maria Malawi. Il Malawi a circa diciotto milioni di abitanti. Essendo il quarto Paese più povero al mondo, non sarebbe stato in grado di avviare una stazione radio cattolica nazionale, quale è oggi. Attraverso i vostri sacrifici, Radio Maria Italia ha potuto aiutarci con la struttura, i trasmettitori e varie apparecchiature per la Radio. Non potete immaginare come le vostre offerte stanno facendo miracoli in Malawi. Attraverso Radio Maria Malawi siamo in grado di trasmettere in diretta per ventiquattro ore programmi di spiritualità, catechesi, istruzione, agricoltura, salute, giustizia e pace, diritto civile, diritto canonico, Sacra Scrittura, promozione della donna, protezione dei bambini, notizie attuali e molti altri programmi. E ora, con la pandemia del Covid-19, abbiamo introdotto due nuovi programmi che stanno aiutando a fare capire i pericoli del Coronavirus. Questi sono primo “Riflessioni spirituali su questa pandemia”; il secondo programma “Qualche notizia su questo virus”. In alcune zone i sacerdoti hanno difficoltà a raggiungere i cristiani per insegnare il catechismo e celebrare la Santa Messa a causa delle condizioni delle strade o per carenza di infrastrutture. Alcuni riescono a visitare alcune chiese succursali solo due o tre volte all’anno.

Non potete immaginare la gioia di chi vive in un villaggio, poi una foresta remota che è in grado di ascoltare Radio Maria Malawi, una voce veramente cristiana nella loro casa e seguire la Santa Messa che trasmettiamo due volte al giorno. Questo miracolo è stato reso possibile grazie al vostro grande cuore e ai vostri sacrifici. La gioia, le preghiere e la gratitudine di queste persone porteranno certamente benedizioni a voi stessi e alle vostre famiglie e a tutte le persone che amate. Voi siete veramente le mani della divina Provvidenza per i nostri ascoltatori e ogni sabato nella cappella di Radio Maria Malawi, celebriamo una solenne Santa Messa in onore della Madonna e preghiamo per tutti voi. Questa è la nostra gratitudine per la grande opera di evangelizzazione che fate al nostro paese, il Malawi, attraverso Radio Maria Malawi. So che stiamo tutti attraversando tempi economici molto difficili a causa del Coronavirus, e sappiamo tutti come l’Italia abbia sofferto molto in questo senso. Ma vorrei prendere in prestito le parole di San Paolo nella lettera ai Galati, che li esortava dicendo: «Non stancatevi di fare il bene» (Gal 6,9). Continuate ad aiutare Radio Maria Italia affinché possa continuare ad aiutare la nascita di nuove stazioni di Radio Maria in Africa. Attraverso l’intercessione della Beata Vergine Maria, Regina della Pace, vi mando la mia benedizione nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Che siate pieni della gioia di evangelizzare e regalare il sorriso di Maria ha molte nazioni africane. Vostro padre Josef Kimu, direttore di Radio Maria Malawi. Sia lodato Gesù Cristo.


Testimonianza di Mons. William Shomali Cari ascoltatori di Radio Maria in tutto il mondo sono monsignor William Shomali, vicario patriarcale per la Chiesa di Giordania. Quando ero studente a Roma negli anni ‘80, ascoltavo Radio Maria. Mi dava molta pace e serenità e non sapevo che Radio Maria esisteva in tutto il mondo. Venendo qui in Giordania da tre anni ho scoperto che c’è una sezione mobile per questa Radio che contribuisce a qualche programma in lingua araba. Ho la gioia di contribuire di tanto in tanto qualche conferenza su un tema particolare. Vorrei ringraziare Radio Maria per quello che fa nella trasmissione della fede, specialmente nel tempo di Coronavirus. Quando le chiese sono chiuse, il popolo di Dio non può venire a celebrare e la Chiesa, tramite i diversi mezzi di comunicazione sociale, (noi parliamo di Radio Maria) Chiesa arriva a tutte le case. Vorrei raccontare una barzellettina che ho sentito recentemente: il diavolo dice al Signore: «Ti ho sconfitto perché ho fatto chiudere tutte le chiese del mondo». Il Signore dice: «È vero che tutte le chiese del mondo sono state chiuse durante questa pandemia, ma sono riuscito a trasformare tutte le case e in chiese domestiche». Quello che il Signore ha detto avviene grazie a tutti i mezzi di comunicazione che la Chiesa dirige. I miei auguri e gratitudine agli operatori di Radio Maria.

Testimonianza di padre Laurent Nadembega per Radio Maria Burkina Faso

Cari ascoltatori di Radio Maria buongiorno, sono padre Laurent Nadembega, direttore editoriale di Radio Maria Burkina Faso. In questo momento difficile del Coronavirus è nella speranza che vorrei rivolgere a tutti il mio saluto fraterno e assicurarvi della mia unione di preghiera. Tramite i media sentiamo tutto ciò che sta accadendo nel mondo e nel vostro paese, l’ Italia in particolare. Ma è nella fede che manteniamo viva la speranza e imploriamo Dio che porti via questa malattia e tutto ciò che oggi distrugge il nostro mondo. Radio Maria esiste in Burkina Faso dal 1993 prima a Ouagadougou nella capitale, poi dal 1997 nell’arcidiocesi di Koupéla, dove sono io. Quindi sono ventisette anni di presenza. É la prima Radio Maria in Africa. É grazie in particolare alla vostra generosità che Radio Maria Burkina è stata creata e vi ringraziamo per questo. Il Burkina Faso, per chi non lo sa, è un Paese dell’Africa occidentale. Come molti paesi in Africa, anche l’ultima fase è colpito dal Covid-19. Il primo caso positivo di Coronavirus è stato segnalato il 9 marzo. Oggi ci sono più di ottocento persone infette e più di cinquanta morti. Sin dai primi momenti Radio Maria Burkina Faso è stata al primo posto. Abbiamo invitato i medici a informare la gente sulla malattia e sulla sua gravità e anche a sensibilizzare in modo che possano proteggersi dalla malattia. Successivamente abbiamo continuato con messaggi spot sulle misure barriere. In Burkina Faso l’arcivescovo emerito di Koupéla, dove sono, e anche un cardinale hanno sofferto del Coronavirus, ma grazie a Dio sono guariti e ringraziamo Dio per questo. Il nostro arcivescovo attuale è stato confinato per due settimane perché aveva visitato il suo predecessore senza sapere che soffriva del Covid-19. Per combattere la malattia, il governo ha adottato molte misure: chiusura dei mercati, chiusura delle scuole, delle chiese e altri luoghi di culto, quarantena di alcune città, confinamento forzato di persone. Tutte queste misure sono buone per proteggere la popolazione, ma hanno aumentato la povertà. In realtà, molti vivono di ciò che guadagnano giorno dopo giorno e lavorano nel settore informale come il piccolo commercio, i piccoli lavori manuali. Durante questo periodo, Radio Maria è diventata il centro nevralgico della vita della nostra Chiesa locale. Il team della Radio organizza la vita spirituale. I tempi di preghiera sono stati moltiplicati: almeno due Messe al giorno, tempi di meditazione, preghiera del Rosario ed altre devozioni ancora. Le persone spesso ci chiamano per chiedere di pregare per loro. Ci sono molte testimonianze che attestano che i fedeli cristiani ci ascoltano. La Radio è diventata come la Cattedrale e la chiesa parrocchiale per i cristiani. Il momento più importante è stata la celebrazione delle festività pasquali. Fu solo per Radio che la gente era in grado di seguire tutte le celebrazioni.


Qui pochissime persone hanno la televisione o internet per poter sfruttare i mezzi moderni. Non hanno nemmeno l’elettricità. Quindi capite che la Radio rimane il mezzo più accessibile a tutti. Abbiamo anche avviato lezioni per aiutare gli alunni e altri studenti a continuare ad imparare nonostante la chiusura delle scuole. Ma come tutti sappiamo, Radio Maria vive della generosità degli ascoltatori. Per noi, ad esempio, qualche raccolta in chiesa e poi che le chiese sono chiuse e le persone non possono più lavorare. Il compito diventa ancora più difficile per la Radio. Già non abbiamo abbastanza risorse per sopravvivere. Contiamo sempre sulla Provvidenza e sulla generosità dei benefattori per continuare il nostro lavoro di evangelizzazione. Quest’anno il tema della Mariatona è portare il sorriso di Maria a tutti. Tra poco le chiese si apriranno di nuovo. Pensiamo sempre di poter adempiere il nostro compito e di portare la speranza e la gioia di Maria a tutti. In questi tempi difficili pensiamo anche a voi. Sappiamo che il Covid-19 ha colpito il vostro Paese più duramente. Pensiamo alle vittime, alle loro famiglie e a tutte le persone che si impegnano ogni giorno per vincere la malattia. Vi assicuriamo della nostra unione di preghiera. Dio vi benedica e cacci via questa malattia lontano da noi tutti. Possa la Regina di Radio Maria proteggerci tutti. Ciao ciao. Grazie a tutti.

Testimonianza di don Thomas Banda per Radio Maria Zambia Ciao a tutti, sono don Thomas Banda, direttore di Radio Maria Zambia. Vorrei salutare tutti gli ascoltatori di Radio Maria Italia e esprimere loro la mia solidarietà a tutti coloro che si stanno prendendo cura dei malati e a quelli che stanno piangendo un loro caro che hanno perso da poco a causa del Coronavirus. Vorrei assicurare loro, ovunque essi siano, che Radio Maria li accompagna con la preghiera. Come risposta alla pandemia di Coronavirus Radio Maria Zambia ha ripensato la sua programmazione. Al posto delle due Messe quotidiane che normalmente si trasmettevano, ora ne abbiamo quattro giornaliere. La bellezza di queste Messe sta nel fatto che sono celebrate da sacerdoti che provengono da ogni parrocchia dell’arcidiocesi. Le Messe sono state programmate dai parroci che le celebrano alla Radio e i parrocchiani sono contenti di seguire la Messa celebrata da un loro parroco. Oltre alle Messe recitiamo anche il Rosario molte più volte rispetto a prima. E questo rosario si prega anche per il Coronavirus. Infatti noi imploriamo nostra Madre Maria affinché interceda per noi. Ci avvaliamo anche della collaborazione di laici e preti di diverse congregazioni che trasmettono riflessioni e parole di incoraggiamento ai nostri ascoltatori. La nostra redazione ha anche formulato molti messaggi per istruire i cittadini su pericoli del Covid-19 e sui possibili modi per evitare di contrarre il virus. Questi messaggi vanno in onda ogni giorno per rendere tutti consapevoli dei pericoli di questa epidemia. Lo Zambia come tanti altri Paesi africani, è cosciente del fatto che questa pandemia non è ancora ben conosciuta, che è molto contagiosa e può tornare facilmente. Ed è per questo che questa campagna per combattere il virus è veramente incisiva. Come in molti Paesi, la pandemia di Coronavirus ha colpito l’economia dello Zambia. Molte persone hanno perso il lavoro, specialmente quelli nelle piccole imprese. Anche lo Zambia, come paese, ha perso le sue entrate, perché pochissime persone pagano le tasse su beni e servizi. Anche gli operatori della Chiesa ne sono colpiti. La Chiesa non ha soldi per pagare gli operai, nemmeno i catechisti. Permettetemi di approfittare di questa occasione per ringraziare sinceramente i cristiani ascoltatori di Radio Maria. È stato attraverso il vostro contributo che abbiamo Radio Maria in Zambia. La stazione che ci avete dato, ora è diventata il centro della Chiesa. Grazie mille. Comunque, nonostante la presenza di questa malattia, noi siamo rimasti pieni di speranza e di fiducia in Dio. Noi crediamo che Dio ci ha creati non per vivere una vita da depressi, ma una vita in pienezza. Nel mezzo di questa situazione abbiamo comunque conosciuto testimoni di fede e di buona volontà. Alla fine ne usciremo vittoriosi non soltanto per coloro che rimangono in vita, ma anche per coloro che saranno chiamati da Dio. La speranza è più forte della paura e della morte. Per questo l’avremmo vinta. Dio vi benedica tutti. Don Thomas, direttore di Radio Maria Zambia.


Testimonianza di padre Moses per Radio Maria Kenya

Sono Padre Moses, amico di Radio Maria. Vi scrivo questo messaggio a nome del direttore di Radio Maria Padre Lorenz e a nome del vescovo Sua Eccellenza James Maria Wainaina, vescovo della diocesi di Muranga. Ho l’ onore ad inviarvi il suo saluto. In questo tempo difficile della pandemia Coronavirus abbiamo apportato alcune modifiche generali al programma nell’operare la Radio per aiutare la gente a superare le sfide che stanno vivendo. Primo, pastorale e spiritualità: la Santa Messa. Dal lunedì al sabato celebriamo la Santa Messa due volte ogni giorno. Ogni domenica celebriamo la Santa Messa tre volte ed una delle volte il vescovo celebra nella Cattedrale. A volte nei giorni feriali, il vescovo Sua Eccellenza James Maria Wainaina celebra la Santa Messa nella casa di produzione dove si trova la Radio. Preghiere e Rosario. In questo momento di pandemia preghiamo di più e ogni giorno abbiamo un’ora del Rosario. Per aiutare la gente che soffre a causa della pandemia abbiamo i sacerdoti ed esperti di terapie che aiutano quelli che chiedono aiuto. Questo si chiama in inglese “counseling”. Secondo: aiuto sanitario e sensibilizzazione. Ogni tanto gli operatori sanitari aiutano la gente nell’educazione per evitare il virus. Ogni tanto facciamo dei messaggi che invitano la gente ad osservare delle misure necessarie ad evitare la pandemia. Su Facebook ci sono dei messaggi che educano la gente sulla pandemia. Terzo: Gli ascoltatori della Radio. In questo tempo gli ascoltatori sono numerosi perché il programma è arricchito. La gente può darci un feedback attraverso le chiamate e ci scrivono dei messaggi. Quarto: educazione. Radio Maria funziona come ponte dell’educazione. Gli studenti ascoltano gli insegnanti che insegnano attraverso la Radio in questo momento di chiusura delle scuole. Quinto: l’impatto economico del Coronavirus. A causa della chiusura delle chiese e i luoghi di preghiera, non riusciamo a contattare la gente che ci aiutano con loro supporto. Alcuni di essi non lavorano più a causa della chiusura. I costi per gestire la Radio sono elevati a causa della chiusura. Vogliamo darvi la nostra gratitudine. Sin dall’inizio più di undici anni fa siamo grati per il vostro sostegno economico. Attraverso la Radio abbiamo evangelizzato molte persone che ascoltano dei programmi che educano e aumentano la fede ogni giorno. Siamo sicuri che attraverso Radio Maria la situazione della nostra gente è migliorata. Ringraziamo il Signore del vostro aiuto. Che Dio vi benedica abbondantemente. Siamo rattristati dall’effetto negativo del Coronavirus nel vostro paese Italia. Vi ricordiamo specialmente nella preghiera. Che Dio vi aiuti e vi accompagni in questa fase di ripresa. Che la Madonna vi ricordi e vi mantenga sempre protetti sotto il suo manto. Dio vi benedica grazie a voi!

Testimonianza di don Joseph Luger per Radio Maria Uganda Cari ascoltatori di Radio Maria Italia dall’ Uganda vi saluto. Sono don Joseph Luger, il direttore di Radio Maria Uganda, sottostazione di Nebbi. Vorrei raccontarvi brevemente come Radio Marea Uganda sta affrontando la situazione difficile della chiusura totale delle chiese ed il lockdown a causa del Covid-19. Nel palinsesto di Radio Maria Uganda trasmettiamo la Santa Messa tre volte al giorno. La prima Santa Messa mattutina nazionale in inglese è organizzata a rotazione nelle sottostazioni seguenti: Mbarara, Kabale, Hoima, Nebbi, Gulu, Moroto e Bale. La seconda Santa Messa è detta in ogni sottostazione a mezzogiorno nella lingua locale. La terza Santa Messa nazionale in inglese è ancora celebrata la sera nella cappella della sede nazionale di Radio Maria Uganda a Kampala, la capitale del nostro paese. Abbiamo anche le preghiere tradizionali dei fedeli tre volte al giorno.


Tra queste preghiere il Rosario ha la sua grandissima importanza. Una volta alla settimana ci colleghiamo a Kibeho per recitare insieme il rosario destinato agli ascoltatori di tutte le Radio Maria di lingua inglese. Quindi da Kibeho chiediamo alla Madre del Verbo di proteggerci contro il Covid-19. Per lottare contro la propagazione del Covid-19, Radio Maria Uganda fornisce le informazioni sanitarie necessarie alla protezione contro la pandemia. Adesso voglio ringraziare voi, cari ascoltatori di Radio Maria Italia, con il vostro aiuto nella creazione di Radio Maria Uganda, che è una grandissima Radio con le sue sette sottostazioni, adesso la parola di Dio e le preghiere entrano nelle case delle persone durante il lockdown. Adesso vi parlo delle sfide di questo virus. Le offerte per Radio Maria sono date durante le Messe nelle parrocchie. Adesso non ci sono più a causa della chiusura delle parrocchie. I parroci stessi stanno soffrendo. C’è un aumento della povertà, perché la gente non può fare le attività economiche. La pandemia di Covid-19 ha aumentato il livello della delinquenza giovanile, il livello della violenza contro le donne è aumentato a causa del lockdown. In questo contesto Radio Maria Uganda sta aiutando le persone attraverso la predicazione, le Messe, l’adorazione e incoraggiamo le persone a fare la carità alle persone che non hanno da mangiare. Attraverso la Radio educhiamo anche gli ascoltatori al rispetto delle donne durante questo periodo difficile per tutti. Infine, vorrei ringraziare ancora voi, cari ascoltatori di Radio Maria Italia, perché ci avete dato un bellissimo regalo di Radio Marea Uganda. Preghiamo per voi. Io, Don Joseph vi benedico nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Testimonianza di don Joseph Luger per Radio Maria Uganda Cari amici di Radio Maria Italia sono don Miguel, direttore di Radio Maria Mozambico. Dio vi benedica tutti e vi porti nel suo Cuore. Con l’arrivo del Coronavirus abbiamo adattato tutta la nostra programmazione per essere più vicini ai nostri ascoltatori e proteggere i nostri lavoratori e i volontari. La nostra Radio è diventata un grande mezzo di comunicazione cattolica nel nostro amato Mozambico. Abbiamo creato un programma incentrato nella Santa Messa e nel Santo Rosario con la partecipazione di ascoltatori per telefono. Rivolgiamo la nostra solidarietà a tutti i fratelli italiani che hanno perso parenti e amici e chiediamo anche a ciascuno di voi di pregare per il Mozambico, dove si registrano nuovi casi di contagio del Coronavirus. Malgrado le misure di prevenzione che sono state prese, il numero di casi sta aumentando. Il Presidente del Mozambico ha annunciato lo stato di emergenza nel giorno 24 aprile e lo ha prolungato fino alla fine di maggio. Sono state adottate misure necessarie per lottare contro il Coronavirus e Radio Maria partecipa attivamente a questa campagna. Molta gente sta osservando le misure di prevenzione con l’uso delle mascherine; l’attenzione sull’igiene delle mani con acqua e sapone o l’ uso di alcool igienizzante; il distanziamento sociale è osservato in alcuni luoghi. La pandemia del Coronavirus, con le misure preventive prese, ha avuto una impatto sull’economia nazionale. Risentano le grandi imprese come anche l’economia domestica informale. Le grandi imprese per proteggersi riducono il numero dei lavoratori, non rinnovano i contratti e non contrattano più perché anche i lavori sono sospesi in alcuni settori, di conseguenza aumentando la povertà. L’economia domestica è portata avanti dalle donne. Per loro che vendono e per molte altre persone che consumano è una questione di vita o di morte e si sono fermate dal vendere. Non avranno da mangiare. Le tante famiglie che vivono alla giornata non hanno soldi per comprare e conservare il cibo per lungo tempo. Il dilemma è questo: rimanere in casa senza vendere o morire di fame? Rischiare con la consapevolezza di contrarre possibilmente il virus. Le Messe sono celebrate due volte al giorno con la collaborazione del clero locale e la partecipazione attiva dell’arcivescovo che ha accettato di celebrare ogni lunedì alle ore 18. Ringraziamo Dio per la collaborazione e la partecipazione di tutti. È da sublimare che adesso Radio Maria Mozambico è impegnata a guadagnare più visibilità e più ascoltatori grazie al lavoro che è stato fatto e alle scelte minuziose dei programmi di indole cattolica e religiosa. Ciò aiuta gli ascoltatori a pregare e a essere in sintonia con la propria fede. Parlando di sostegno sappiamo che Radio Maria Mozambico vive in grande parte dalle offerte che vengono dalle parrocchie. Con le chiese chiuse le offerte non sono come prima. Siamo molto grati a tutti i fratelli italiani che ci hanno aiutato in questo momento molto particolare nella manutenzione economica di Radio Maria Mozambico anche perché senza il vostro aiuto così importante non ci sarebbe possibile portare Dio nelle famiglie mozambicane attraverso la radio. Dio vi benedica sempre e vi ricompensi per il vostro gentile aiuto. Concludiamo comunicandovi che Radio Maria Mozambico sta festeggiando 25 anni di presenza. È per noi una gioia immensa questo Giubileo d’ argento. Anche se siamo in contesto poco gioioso colpiti dalla pandemia, la nostra gioia è giustificata per il servizio e il bene che Radio Maria fa per la società mozambicana in particolare e per il mondo in generale con il suo progetto di evangelizzazione che è fatto di portare Dio e la gioia nei cuori delle persone. Cari ascoltatori di Radio Maria Italia grazie per avere contribuito alla realizzazione di Radio Maria Mozambico e per averla aiutata durante questi 25 anni. Possa la Vergine Maria darvi la ricompensa e vi Protegga contro il Coronavirus. Dal Mozambico vi portiamo nella nostra preghiera. Dio vi benedica.


Testimonianza di Don Miguel per Radio Maria Mozambico Cari amici di Radio Maria Italia sono don Miguel, direttore di Radio Maria Mozambico. Dio vi benedica tutti e vi porti nel suo Cuore. Con l’arrivo del Coronavirus abbiamo adattato tutta la nostra programmazione per essere più vicini ai nostri ascoltatori e proteggere i nostri lavoratori e i volontari. La nostra Radio è diventata un grande mezzo di comunicazione cattolica nel nostro amato Mozambico. Abbiamo creato un programma incentrato nella Santa Messa e nel Santo Rosario con la partecipazione di ascoltatori per telefono. Rivolgiamo la nostra solidarietà a tutti i fratelli italiani che hanno perso parenti e amici e chiediamo anche a ciascuno di voi di pregare per il Mozambico, dove si registrano nuovi casi di contagio del Coronavirus. Malgrado le misure di prevenzione che sono state prese, il numero di casi sta aumentando. Il Presidente del Mozambico ha annunciato lo stato di emergenza nel giorno 24 aprile e lo ha prolungato fino alla fine di maggio. Sono state adottate misure necessarie per lottare contro il Coronavirus e Radio Maria partecipa attivamente a questa campagna. Molta gente sta osservando le misure di prevenzione con l’uso delle mascherine; l’attenzione sull’igiene delle mani con acqua e sapone o l’ uso di alcool igienizzante; il distanziamento sociale è osservato in alcuni luoghi. La pandemia del Coronavirus, con le misure preventive prese, ha avuto una impatto sull’economia nazionale. Risentano le grandi imprese come anche l’economia domestica informale. Le grandi imprese per proteggersi riducono il numero dei lavoratori, non rinnovano i contratti e non contrattano più perché anche i lavori sono sospesi in alcuni settori, di conseguenza aumentando la povertà. L’economia domestica è portata avanti dalle donne. Per loro che vendono e per molte altre persone che consumano è una questione di vita o di morte e si sono fermate dal vendere. Non avranno da mangiare. Le tante famiglie che vivono alla giornata non hanno soldi per comprare e conservare il cibo per lungo tempo. Il dilemma è questo: rimanere in casa senza vendere o morire di fame? Rischiare con la consapevolezza di contrarre possibilmente il virus. Le Messe sono celebrate due volte al giorno con la collaborazione del clero locale e la partecipazione attiva dell’arcivescovo che ha accettato di celebrare ogni lunedì alle ore 18. Ringraziamo Dio per la collaborazione e la partecipazione di tutti. È da sublimare che adesso Radio Maria Mozambico è impegnata a guadagnare più visibilità e più ascoltatori grazie al lavoro che è stato fatto e alle scelte minuziose dei programmi di indole cattolica e religiosa. Ciò aiuta gli ascoltatori a pregare e a essere in sintonia con la propria fede. Parlando di sostegno sappiamo che Radio Maria Mozambico vive in grande parte dalle offerte che vengono dalle parrocchie. Con le chiese chiuse le offerte non sono come prima. Siamo molto grati a tutti i fratelli italiani che ci hanno aiutato in questo momento molto particolare nella manutenzione economica di Radio Maria Mozambico anche perché senza il vostro aiuto così importante non ci sarebbe possibile portare Dio nelle famiglie mozambicane attraverso la radio. Dio vi benedica sempre e vi ricompensi per il vostro gentile aiuto. Concludiamo comunicandovi che Radio Maria Mozambico sta festeggiando 25 anni di presenza. È per noi una gioia immensa questo Giubileo d’ argento. Anche se siamo in contesto poco gioioso colpiti dalla pandemia, la nostra gioia è giustificata per il servizio e il bene che Radio Maria fa per la società mozambicana in particolare e per il mondo in generale con il suo progetto di evangelizzazione che è fatto di portare Dio e la gioia nei cuori delle persone. Cari ascoltatori di Radio Maria Italia grazie per avere contribuito alla realizzazione di Radio Maria Mozambico e per averla aiutata durante questi 25 anni. Possa la Vergine Maria darvi la ricompensa e vi Protegga contro il Coronavirus. Dal Mozambico vi portiamo nella nostra preghiera. Dio vi benedica.

Testimonianza di padre Max per Radio Maria Madagascar

Buongiorno a tutti, carissimi ascoltatori italiani di radio Maria. Sono padre Max. Radio Maria Madagascar ha il suo centro qui a nella nostra diocesi. È una buona occasione per me di dire due parole per voi ascoltatori, ma soprattutto per Radio Maria. Abbiamo imparato che davanti a questa disastro che ha provocato il Coronavirus, abbiamo imparato e abbiamo sentito che l’Italia ha subìto molto forte la conseguenza di questa malattia. Quindi noi sentiamo il vostro dolore. Vorrei anche partecipare, portare nella preghiera che non è facile perché avete sopportato tante cose. Ad esempio come prete, più di centoventi preti… che mamma mia, veramente triste. Per fortuna però anche se qui in Madagascar siamo stati attaccati da questa malattia, non in maniera forte come in Italia. Però è lo abbiamo ha avuto anche noi e questo ci fa ci fa sentire tra noi reciprocamente la condivisione che io dico questo vorrei condividere la nostra sofferenza, però anche la nostra gioia, perché per fortuna c’è Radio Maria, perché ha fatto dei disastri in Madagascar (il Coronavirus) ,non possiamo neanche fare la preghiera in chiesa. È roba che non esisteva mai, mai, mai.


Per fortuna c’è Radio Maria per quattro o cinque diocesi che Radio Maria riesce a diffondere le onde. Quindi questa è stata una grazia di Dio, un bel regalo che voi Radio Maria Italia avete sostenuto un noi qui in Madagascar, è per quello che noi, i malgasci possono seguire la preghiera tramite Radio Maria e tutte le domeniche, ma anche tutti i giorni c’è sempre la Messa. Questo fa piacere alle genti. Ma sapete che qui Madagascar, molti che non sanno leggere, però attraverso la radio, loro sono capace di ascoltare, seguono volentieri. Io ho girato dappertutto però è bellissimo perché la gente comincia a pregare, comincia ad approfondire le fede. Quindi vorrei ringraziare voi di questo regalo grande grande per Madagascar, questa radio Maria. Io ho sentito dire dal vescovo che per fortuna c’è Radio Maria che adesso si sente di avere un’altra cattedra che è Radio Maria, perché lo lui poteva dire alla Messa così tanta gente, tutti i cristiani, seguono la Messa del vescovo e anche il vescovo si sente molto, molto aiutato attraverso Radio Maria. Quindi ancora una volta vorrei ringraziare mille volte per Radio Maria e noi ci sentiamo molto, molto vicino a voi per averci aiutato e per questo vostro dolore (per il Coronavirus) noi vi assicuriamo la nostra preghiera per voi e affidiamo alla Madonna che sa di che cosa abbiamo bisogno, che cosa avete bisogno. Ma questo, anche secondo me, ci aiuterà a vivere la reciprocità, la l’aiuto vicendevole di condividere quello che abbiamo. Voi avete aiutato noi con questa Radio Maria, ma anche a noi adesso stiamo pensando a come fare per aiutare l’Italia. Quindi vorrei ultimare questo mio piccolo e povero ringraziamento e vi teniamo conto nelle nostre preghiere e poi anche cercheremo di trovare il modo per vivere insieme perché le difficoltà ci sarà sempre, però se noi troviamo delle maniere per camminare insieme secondo me la Madonna ci aiuta. Grazie per avermi ascoltato.

Testimonianza di don Severino per Radio Maria Uganda Carissimi fratelli e sorelle e tutti gli ascoltatori di Radio Maria in Italia. Cordiali saluti dall’Uganda a tutti voi. Mi chiamo don Severino, sono un prete diocesano dell’arcidiocesi di Mbarara, in Uganda. Vi ringrazio per la carità e la generosità verso Radio Maria Uganda. Visto che Radio Maria ha origini in Italia, voi siete il nostro modello. Io vorrei dire che è una bella missione nel mondo intero, soprattutto nella vita cristiana. Io ascolto regolarmente Radio Maria Uganda che per fortuna ha una stazione qui a Mbarara. È anche mia gioia presentare alcuni programmi liturgici per esempio celebrare la Santa Messa e insegnare programmi di catechismo. La mia è una testimonianza su come Radio Maria ha cambiato la nostra vita specialmente tra i giovani cristiani, bambini e famiglie cattoliche e la vita di preghiera di tutti i fedeli. In questo momento stiamo svolgendo alcuni diversi programmi tra cui la sensibilizzazione sulla pandemia da Covid-19, la violenza domestica, la prevenzione contro la malaria e altre malattie. Altri programmi che portiamo avanti sono ad esempio la promozione della vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata, l’educazione allo sviluppo economico e umano. Non possiamo dimenticare il grande lavoro fatto da Emanuele Ferrario per iniziare Radio Maria Uganda, soprattutto la prima stazione a Mbarara. Preghiamo che la sua anima riposi in pace. Che Dio Onnipotente vi benedica, Il Padre e Il Figlio e lo Spirito Santo. Tantissime grazie. Ciao ciao


Testimonianza di suor Rita Almici per Radio Maria Congo Buongiorno a tutti, sono suor Rita Almici, Figlia di San Paolo. Mi è stato chiesto di fare la mia testimonianza sull’importanza di Radio Maria in Repubblica Democratica del Congo. Lo faccio volentieri, come ascoltatrice e anche come conduttrice di qualche programma. Dal 31 ottobre 2014 Radio Maria è la nostra casa, la casa di tutti. È la nostra Chiesa online che ci porta Gesù e Maria in casa. Radio Maria ci edifica, ci istruisce, santifica i nostri pensieri, sentimenti e azioni con i suoi bei programmi. Radio Maria è una benedizione. Radio Maria è una bella evangelizzazione in collaborazione tra laici e i preti. Tanti programmi sono apprezzati, soprattutto perché sono interattivi. Programmi sulla catechesi e meditazione del direttore padre Roger Wawa sono molto apprezzati. Ma anche quelli di altri sacerdoti che sono qualificati per arrivare al cuore degli ascoltatori. Questi programmi poi sono in lingue diverse, la Radio si esprime in francese, in lingala, in swahili e altre lingue. Vorrei sottolineare i programmi sulla spiritualità di Maria che ci porta a Cristo. Poi altri programmi sulla preghiera, la Bibbia, il Rosario. Soprattutto la trasmissione delle celebrazioni eucaristiche nel tempo della quarantena per il virus Covid-19 che abbiamo avuto. Altri programmi come “Voici mon probleme” (Ecco il mio problema), non posso citarli tutti ma voglio concludere dicendo che Radio Maria è veramente una benedizione del Cielo. È Gesù e Maria in mezzo a noi, con noi e in noi. Sento tante persone esprimersi positivamente per Radio Maria. Radio Maria è la prima radio cattolica in Congo, ha superato le altre. È venuta dopo e ha preso il primo posto. Grazie per questa bella Radio! Grazie Maria, grazie Gesù per questa bella Radio in mezzo a noi!

Testimonianza di padre Christian Ngazai per Radio Maria Congo Nel nostro Paese, la Repubblica Democratica del Congo, Radio Maria sta facendo un ottimo lavoro per diffondere il Vangelo. Radio Maria è veramente uno strumento efficacie per propagare e rafforzare la fede cristiana. Tutti i programmi radiofonici sono davvero orientati verso questo obiettivo. In questo periodo particolare della storia dell’uma nità con la pandemia della malattia Covid-19, Radio Maria ci offre veramente un ottimo lavoro. Seguiamo le Messe, le prediche, le meditazioni della Parola di Dio e poi c’è veramente uno spirito nella Radio, uno spirito cristiano soprattutto cattolico, che tutti gli operai della Radio stanno facendo. Grazie!

Testimonianza di Andrè Etandala – conduttore di Radio Maria Congo Buongiorno, mi chiamo Andrè Etandala e sono uno psicologo. Da qualche anno animiamo un programma a Radio Maria qui a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo. Il programma di cui ci occupiamo si chiama “Voici mon probleme” (Ecco il mio problema). Si tratta di sensibilizzare la gente, gli ascoltatori, sull’importanza nel tenere conto degli aspetti psicologici nella nostra vita di ogni giorno e in modo particolare nelle nostre relazioni interpersonali. Dalla nostra esperienza riteniamo che Radio Maria aiutata tanta gente, non solo qui a Kinshasa ma in tutto il Congo. Infatti ci chiamano da tutto il Paese per chiedere consigli, aiuto e accompagnamento al fine di risolvere i loro diversi problemi psicologici oppure di essere accompagnati, cosa che facciamo volentieri per quanto possiamo. Inoltre, non sono solo i cattolici che ascoltano Radio Maria. Ci chiama anche gente di altre confessioni religiose e noi rispondiamo e aiutiamo tutti senza discriminazione. Ringraziamo Radio Maria e auguroni a tutti quanti. Ciao.


Testimonianza di Leopold, missionario - Radio Maria Congo Cari ascoltatori di Radio Maria in Italia, vi saluto cordialmente dalla Repubblica Democratica del Congo. Vi saluto anche da parte degli ascoltatori di Radio Maria del mio Paese. Io sono padre Leopold, sono missionario del Verbo Divino in Congo. Per il mio lavoro ho l’incarico di direttore nazionale dell’apostolato biblico presso la Conferenza Episcopale nazionale del Congo.L’apostolato biblico è un servizio della Commissione Episcopale per la Dottrina della Fede. Vengo a ringraziare gli ascoltatori di Radio Maria in Italia che hanno finanziato l’inizio di Radio Maria in Congo. Con il vostro sostegno Radio Maria Congo è oggi una grande Radio nel Paese. Grazie mille a tutti voi. Vorrei dirvi che Radio Maria ci aiuta molto nel nostro servizio di evangelizzazione. Radio Maria dà al nostro servizio un ampio spazio per le trasmissioni bibliche. Così raggiungiamo masse di uomini, donne, bambini, giovani e adulti e riusciamo a fare un lavoro di educazione, di catechesi, per l’edificazione della fede. In questo modo formiamo cristiani che si impegnano per la Chiesa e per la società. Per quanto sia possibile il vostro sostegno ci aiuterà ancora ad avere Radio Maria in molte diocesi del Paese, oggi ne abbiamo 47. Grazie per tutto quello che potete ancora fare. Grazie tante. Vi benedica Dio, il Dio dell’amore, nelle vostre famiglie. Vi protegga da ogni male e vi dia una buona salute. Grazie. Arrivederci.

Testimonianza di Jacquiline per Radio Maria Repubblica Democratica del Congo Cari fratelli e sorelle buongiorno, sono Jacquiline, una consacrata della Repubblica Democratica del Congo. In questa occasione vorrei ringraziare tutti quanti voi, figli e figlie della Mamma Maria per il vostro aiuto a Radio Maria della Repubblica Democratica del Congo. Questa Radio è uno strumento di evangelizzazione che fa portare il Signore nelle periferie, come dice sempre il nostro papa Francesco. Radio Maria nella Repubblica Democratica del Congo è veramente questo strumento che aiuta, è anche un dono del Signore per questa popolazione ferita che non ha speranza, ha solamente il Signore, le sue parole. Mille grazie per questo. Anche per me che vivo in Germania questa Radio è stata per me una forza durante il tempo della pandemia. Quando andavo al mio lavoro per il Signore, guardando gli occhi dei malati che non avevano più forza di vivere, mancava anche a me questa forza. Qualche volta avevo anche paura, ma le preghiere di Radio Maria mi hanno aiutato a portare davanti il mio lavoro e anche a vedere gli occhi del Signore nelle persone sofferenti durante la pandemia e con l’aiuto della Mamma Maria, nostra Mamma del Cielo, ho avuto la forza di andare avanti. Grazie mille. Continuate ad aiutare sempre questa Radio, perché questa arrivi in tutte le diocesi della Repubblica Democratica del Congo. Noi pregheremo per voi, per le vostre famiglie e per l’Italia, quel Paese anche preso da questa pandemia. La nostra preghiera è sempre rivolta a voi. Grazie di tutto cuore.


Testimonianza di Litahamba per Radio Maria Congo Mi chiamo Litahamba, sono una religiosa delle Figlie di San Paolo nella Repubblica Democratica del Congo. Con gioia e gratitudine vi ringrazio tanto per la vostra generosità per quanto riguarda il finanziamento soprattutto all’inizio della Radio Maria in Congo a Kinshasa. Non immaginate quanti servizi questa Radio ci rende in Congo. Ci insegna, ci fa amare e pregare con Maria. Anzi, ci aiuta a conoscere di più la vita della Chiesa e educa alla fede, alla formazione umana e alla consapevolezza di massa. In realtà è uno strumento di evangelizzazione, quindi contiamo sempre sulla vostra generosità. Non stancatevi di sostenerci perché tante diocesi del Congo hanno bisogno dell’aiuto di Radio Maria Italia. Da parte nostra noi preghiamo sempre per voi, soprattutto in questo momento difficile della pandemia da Covid-19. Dio vi benedica e vi colmi di grazie

Testimonianza di padre Adeodato Muhighi – Congo Cari ascoltatori di Radio Maria Italia buongiorno! Mi chiamo Adeodato Muhighi, e sono il direttore di Radio Maria a Goma, nell’est della Repubblica Democratica del Congo. Vi ringrazio per quanto avete fatto per il lancio di Radio Maria nella Repubblica Democratica del Congo in generale, e per quello della sottostazione di Goma in particolare, soprattutto per il suo attuale sviluppo. Infatti, i fedeli delle diocesi che hanno beneficiato delle onde mariane, esprimono la loro soddisfazione. Queste sono le diocesi di Kananga, Bukavu, Kinshasa e Goma. Nel nostro paese, alcune stazioni sono i gestazione: Kisangani, Lubumbashi e Matadi. Molti vescovi esprimono il desiderio di avere Radio Maria all’interno delle loro diocesi. Le Radio che sono già operative fanno molto bene agli ascoltatori. In realtà, molti ammalati e anziani sono supportati nella loro sofferenza. I momenti di preghiera e di insegnamento prodotti da Radio Maria li aiutano a ritrovare la serenità e i prigionieri sono confortati quando la seguono. Anche i non cattolici seguono i nostri programmi con grande interesse. Seguendo gli insegnamenti capiscono la profondità della fede cattolica ed è così che la tenacia dei loro pregiudizi inizia a svanire. Radio Maria produce anche programmi che promuovono lo sviluppo, la salute e la pace. L’est del nostro Paese – dove si trova la nostra sottostazione di Goma – è fortemente colpito dall’insicurezza causata dai gruppi armati che uccidono e violentano i cittadini. Il rapimento fa male a più livelli, soprattutto psicologicamente e economicamente. Molte persone sono costrette a lasciare la periferia per concentrarsi nei centri urbani. Le vittime hanno bisogno di una parola per essere consolati e per convertirsi. Radio Maria ha capito questa esigenza e ha agito da questa angolazione. Il Signore benedica tutti i benefattori di Radio Maria che partecipano all’evangelizzazione attraverso le onde mariane. Grazie mille!

Testimonianza di don Alexander Gbamoquelli, direttore di Radio Maria Liberia Cari benefattori e benefattrici, sono don Alexander Gbamoquelli, direttore di Radio Maria Liberia. Vorrei, a nome del mio vescovo e di tutta la nostra diocesi, ringraziarvi per tutte le buone cose che ci avete mandato. Carissimi, abbiamo adesso tre nuovi studi nella nostra Radio qui in Liberia. Abbiamo tante cose qui: gli attrezzi sono tantissimi, abbiamo microfoni, mixer, equipaggiamenti, nuovi soffitti acustici e anche pavimenti in linoleum. Sono piastrelle apposta per uno studio radiofonico. A nome di tutti i fedeli della nostra diocesi vorrei ringraziarvi. Sono contentissimo, non so esprimermi bene ma con queste piccole parole dico le nostre gioie per queste cose per far ripartire la Radio qui in Liberia. La Radio ci serve come uno strumento di evangelizzazione, uno strumento che parla direttamente ai cuori dei nostri fedeli e agli altri per raccontare il messaggio, il buon Vangelo di Gesù Cristo ai cuori dei nostri cari ascoltatori qui in Liberia.


A nome di tutti loro vorrei ringraziarvi, che Dio vi benedica, che Dio vi dia la gioia, la pace, la misericordia e le benedizioni. Vi ringrazio carissimi, vi ringrazio. Per concludere vorrei pregare per voi. Signore Gesù Cristo, tu sei il nostro Signore. Ti chiedo, Signore Gesù Cristo, manda tutte le benedizioni sui nostri cari in Italia, sui nostri benefattori e benefattrici che sempre rivolgono a noi. Da’ loro tutte le forze per andare avanti e ascolta le loro preghiere, le loro richieste. Grazie Signore Gesù Cristo, te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen Il Signore sia con voi. E con il tuo spirito. E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi e sulle vostre famiglie, e con voi rimanga sempre. Amen. Grazie e grazie a voi.

Testimonianza di Evelyn Cari ascoltatori di Radio Maria Italia buongiorno. Mi chiamo Evelyn, ex alunna dell’Università per stranieri di Siena dove mi sono laureata in lingua e cultura italiana. Adesso sono in Kenya, una cristiana dell’arcidiocesi di Nairobi. Abbiamo la fortuna di avere qui una sede di Radio Maria con studi moderni nell’arcidiocesi di Nairobi, anche se la nostra frequenza è piccola e copre meno di cinque chilometri. Radio Maria è molto importante per noi perché è uno strumento di evangelizzazione che nutre spiritualmente, socialmente e moralmente. Soprattutto in questi tempi difficili della pandemia. Fa risaltare bene la nostra fede e identità cattolica nei suoi programmi e insegnamenti. Quando ci sarà una frequenza che coprirà tutta l’arcidiocesi, cioè più di cinquanta chilometri, riusciremo a ricevere comunicazioni e informazioni dalle nostre parrocchie e dall’arcidiocesi. Noi preghiamo per voi e vi ringraziamo per le vostre preghiere e continuiamo a chiedere il vostro sostegno alla nostra Radio, specialmente durante questi tempi difficili in cui le persone voglio ascoltarci. Pregheremo ora un’Ave Maria in italiano e in swahili, lingua nazionale del Kenya Ave, Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen Nukuamkia Maria, umejaliwa neema, Bwana ni nawe,mbarikiwa wee kuliko wanawake wote,na mbarikiwa mtote wa tumbo lako Yesu. Maria mtakatifu,Mama wa Mungu,utuombee sisi wakosefu, sasa na wataki wa kufa kwetu. Amina Grazie a tutti voi, arrivederci.


Testimonianza del Card. Arlindo Gomes Furtado di Capo Verde In Cristo, sotto la protezione di Maria, siamo una sola famiglia, la famiglia del popolo di Dio. Questa idea, questo concetto, questa consapevolezza che siamo solidali gli uni con gli altri è molto importante. Lo spirito di solidarietà. Siamo un solo corpo a fare un lavoro per tutti. Se il lavoro viene fatto in un territorio locale, la ripercussione è in tutto il mondo, per tutta la Chiesa. Allora questa Mariatona è simbolo di questa consapevolezza esistente nel cuore e nella mente di ciascuno di noi. Allo stesso tempo è anche uno strumento per incentivare questa fratellanza e questo coinvolgimento in un progetto di Cristo che è il nostro progetto di evangelizzare tutto il mondo. Allora, questa consapevolezza si esprime ancora di più perché Cristo sia conosciuto e seguito con l’amore. L’unica cosa più importante della vita umana è trovare Gesù Cristo, come dice San Paolo. Conoscere, seguire, sperimentare e vivere con Gesù Cristo e in Cristo anche con gli altri fratelli e sorelle è l’esperienza più bella che possiamo fare nel mondo e che ci prepara nella comunione dei santi nell’eternità. Saluto tutti. Ciascuno, secondo la sua possibilità facciamo con amore, generosità e gioia quello che c’è da fare per il bene del progetto di Gesù Cristo di portare la Buona Notizia a tutto il mondo.

Testimonianza don Mesmin-Prosper Massengo arcidiocesi di Brazzaville – Congo Cari ascoltatori di Radio Maria Italia buongiorno. Sono don Mesmin-Prosper Massengo dell’arcidiocesi di Brazzaville in Congo. Sono parroco di una parrocchia che si chiama Notre Dame du Rosaire de Bacongo (Nostra Signora del Rosario di Bacongo). Questo posto è stato scelto per accogliere la sede di Radio Maria Brazzaville. I lavori sono quasi alla fine. È il momento per dirvi grazie per tutto quello che avete fatto perchè questi lavori sono giunti al termine. Ne approfitto anche per ringraziarvi per tutto il materiale necessario che avete mandato dall’Italia e che arriverà la prossima settimana, il 5 maggio. Da quello che ci è stato riferito, il materiale sarà al porto di Pointe-Noire il 5 maggio e poi arriverà qui in parrocchia. Grazie di cuore per quello che avete fatto. Vi assicuro la nostra preghiera, il nostro appoggio. Domani iniziamo con il mese di maggio, che è il mese di Maria. Pregheremo tutti quanti affinché la Madonna ci aiuti ad andare avanti e che preghi sempre per noi presso suo Figlio per il bene di tutti. Che Dio vi benedica, benedica Radio Maria e tutto vada avanti. Grazie di cuore e arrivederci.

Testimonianza di padre Pascal,Yaoundé - Camerun Ciao cari amici di Radio Maria Italia. Sono padre Pascal, sacerdote dell’arcidiocesi di Yaoundé e amico di Radio Maria Camerun. A nome del direttore di Radio Maria Camerun invio questo messaggio di gratitudine. Il team di Radio Maria e tutti gli ascoltatori ringraziano di cuore tutti gli ascoltatori e benefattori di Radio Maria Italia per la loro generosità. È grazie a questa grande generosità che anche Radio Maria Yaoundé ha potuto aprire la sua nuova sede. Attualmente le costruzioni sono praticamente terminate e da qualche giorno sono in fase di installazione gli studi, l’apparecchiatura radio che abbiamo ricevuto grazie a voi. Se Dio lo vorrà tra dieci giorni sarà tutto pronto.


Cari amici di Radio Maria Italia è grazie a voi che abbiamo una nuova sede, nuovi edifici, nuovi studi e nuovo materiale di ottima qualità. Potete essere certi che li metteremo a frutto. Vi invieremo alcune foto dell’inaugurazione della nuova sede. Grazie mille! Grazie a voi, attraverso Radio Maria tante famiglie in Camerun potranno continuare ad ascoltare il Vangelo e vivere la loro fede, nonostante la pandemia. Il Signore tenga sempre conto del vostro gesto di generosità nei nostri confronti e vi benedica abbondantemente. Lunga vita al nostro Signore Gesù Cristo, lunga vita alla Vergine Maria, lunga vita a Radio Maria e grazie!

Testimonianza di Adeodato Muhighi direttore di Radio Maria a Goma

Mi chiamo Adeodato Muhighi e sono il direttore di Radio Maria a Goma. Radio Maria si trova nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo dove l’insicurezza, i rapimenti e le guerre, preoccupano le persone. Così l’istallazione di questo mezzo di comunicazione è un sollievo, poiché annuncia il messaggio di pace e di non violenza. Infatti, la necessità di averlo si è manifestata durante l’eruzione vulcanica. L’esperienza che Radio Maria ha avuto in quel momento mostra bene che Radio Maria porta speranza e consolazione. A proposito, questa eruzione è iniziata senza preavviso. Questa improvvisa attività vulcanica suscitò subito la preoccupazione delle popolazioni che sono state costrette a partire in direzione est, ovest e nord. La gente si muoveva in tutte le direzioni perlopiù a piedi trasportando ciò che poteva, ma anche in macchina o i barca. Alcuni residenti hanno scelto di attraversare il lago Kivu in barca, in direzione di Bukavu, nel sud. Il 22 maggio 2021 il vulcano Nyiragongo ha eruttato e il flusso di lava si è fermato a trecento metri dall’aeroporto internazionale di Goma. Gran parte della popolazione locale è stata evacuata durante la notte. Nella fuga precipitosa dell’evacuazione la gente ha iniziato a correre in tutte le direzioni, più di centocinquanta bambini sono stati separati dalle loro famiglie. Con questo tragico evento che ha colpito la città di Goma c’è stata una solidarietà straordinaria. Molte famiglie hanno accolto bambini smarriti. Diverse famiglie, infatti, sono state dislocate. Molti bambini si sono separati dai genitori e la riunificazione dei membri di queste famiglie era necessaria. Di fronte a questa situazione, ricordando il tema di questo anno cioè “Testimoni di speranza”, ci siamo posti la domanda su quale sarebbe stato il nostro contributo affinché queste famiglie si ricostituiscano. Per questo motivo il nostro programma di dediche e saluti è stato adattato e dedicato agli ascoltatori che interagiscono con messaggi di conforto durante questo tragico periodo. Un altro spazio è stato creato per ritrovare i bambini che si erano smarriti mentre fuggivano dal pericolo della colata lavica che si stava dirigendo verso la città. Si trattava di aprire i telefoni in modo che coloro che avevano perso i loro parenti potessero avviare una chiamata di ricerca dal vivo, per trovarli. Grazie a questa iniziativa diversi bambini hanno incontrato i loro parenti. Così, Radio Maria si è rivelata uno strumento di consolazione che dà speranza ai suoi ascoltatori. Radio Maria è presente nella Repubblica Democratica del Congo dal 25 marzo 2009, quando è stata inaugurata. Ha iniziato infatti a Kananga. A Bukavu è stato inaugurata il 22 agosto 2014. A Kinshasa il 31 ottobre 2014. A Goma il primo segnale ha avuto luogo il 24 gennaio 2017 e l’inaugurazione ufficiale il 17 marzo 2018. Gli ascoltatori apprezzano questo strumento di evangelizzazione. Radio Maria li accompagna nella preghiera, dà loro insegnamenti della Chiesa attraverso l’interazione, la formazione umana, alcuni divertimenti e informazione. Grazie alla collaborazione con il nostro vescovo, i fedeli della diocesi di Goma sono già mobilitati per sostenere finanziariamente Radio Maria. Tuttavia, molti di loro non ricevono il segnale, nonostante abbiano partecipato attivamente alla Mariatona da quattro anni. A proposito, dodici parrocchie su ventinove ricevono il segnale al 100%, alcuni al 50%, altri al 10% e altri non ricevono nulla. Ecco perché una somma di 20.000 dollari è stata stanziata per il progetto di espansione del segnale. Il loro contributo dimostra che hanno sete di ascoltare Radio Maria. Grazie


Testimonianza per Radio Maria Uganda – Tororo Salve cari ascoltatori di Radio Maria Italia, sono una focolarina ugandese. Vi saluto caramente a nome di tutti gli ugandesi. Vorrei darvi una breve testimonianza sull’importanza di Radio Maria in Uganda. Radio Maria è praticamente al servizio della Chiesa cattolica con lo scopo di comunione tra tutti e di dare la dottrina e il messaggio pastorale per la crescita della fede. Radio Maria è uno strumento potente che ci aiuta nell’evangelizzazione del popolo ugandese e arriva nelle periferie, dove non si riesce magari ad arrivare. È stato molto importante utilizzare Radio Maria per l’evangelizzazione in questo periodo in cui il Covid-19 ha colpito tutto il paese. Radio Maria ci aiuta molto a conoscere la Vergine Maria attraverso le preghiere del Rosario e gli insegnamenti della Chiesa, per la catechesi e altre cose. Siamo molto felici della vostra generosità missionaria che ci arriva. Vi ringraziamo. Preghiamo per tutti voi per quello che state facendo. Affidiamo tutto a Maria. Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.

Messaggiodi don Queirós Figueira, Angola Cari ascoltatori, vorrei dirvi che Radio Maria è molto importante nella grande diocesi di Uije. È una delle province dell’Angola che è stata molto colpita dalla guerra civile che il paese ha vissuto. Radio Maria è importante perché può portare alle famiglie una parola di speranza e di riconciliazione. A Uije oggi ci sono molti bambini fuori dal sistema scolastico. Ci sono zone senza ospedali, ci sono zone senza acqua potabile, ci sono zone che non hanno la presenza di un sacerdote. Per questo è importante la presenza di Radio Maria in questa parte dell’Angola. Vi ringraziamo per la vostra generosità per questo progetto. Dio vi benedica tutti nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Testimonianza di padre Oliviodi Uije – Angola Cari ascoltatori, sono padre Olivio di Uije, Angola. Vi saluto da Kibeho dove ho incontrato Jean Paul che è il responsabile editoriale per Radio Maria Africa affinché lui provveda, insieme ai benefattori di Radio Maria, a portare un raggio alla diocesi di Uije che ha tanto bisogno. La nostra diocesi è molto vasta e fare arrivare il messaggio della fede a tutti continua ad essere una cosa molto difficile. Stiamo accompagnando ciò che Radio Maria fa negli altri paesi africani. È un lavoro bellissimo quello che fa Radio Maria perché fa in modo che Dio sia vicino ai fedeli, agli uomini di buona volontà ma permette anche agli ascoltatori di stare più vicino a Dio. È una Radio che funziona soprattutto grazie alla generosità degli ascoltatori. Per cui chiedo a voi ascoltatori di Radio Maria Italia di aiutare anche noi di Uije ad avere una Radio Maria. Vi chiedo di cuore di aiutarci ad avere questo grande strumento di evangelizzazione nella nostra diocesi. Termino ringraziando ciascuno di voi per ciò che fate e vorrei anche fare un compromesso con voi: pregherò per tutti voi cari ascoltatori perché fate tanto per i bisognosi. Contate sulle nostre preghiere qui da Angola. Vi auguro un buon Natale e un anno nuovo con prosperità. Dio vi benedica nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.


Testimonianza di padre John Bosco Sserumaga direttore di Radio Maria Uganda

Vi saluto nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, cari fratelli e sorelle ascoltatori di Radio Maria in Italia. Sono padre John Bosco Sserumaga, direttore di Radio Maria Uganda. Vi ringrazio tanto dal mio cuore per tutto l’aiuto che state facendo per Radio Maria nella diocesi di Tororo. Vi ringrazio tanto per il vostro contributo continuo per Radio Maria a Tororo. A Tororo si parlano dodici lingue. Tutti hanno bisogno di sentire la Parola di Dio nella propria lingua. Per questo io continuo a chiedere il vostro aiuto per aiutarci, perché possiamo arrivare a tutti questi cristiani. Il Signore vi benedica, benedica il lavoro delle vostre mani e la vostra vita. Vi auguro un buon Natale e un felice 2022. Mi trovo ora a Kibeho, in Ruanda e prego che nostra Madre interceda per voi. Il Signore vi benedica tutti. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo

Testimonianza di don Patrick Alumukuper Radio Maria Abuja

Sono don Patrick Alumuku, direttore della Comunicazione dell’arcidiocesi di Abuja, città capitale della Nigeria. Vorrei esprimere la mia gioia e la gioia di tutti i cattolici della città di Abuja perché Radio Maria è accesa. Un sincero ringraziamento va agli ascoltatori di Radio Maria Italia perché questa Radio è accesa grazie alle vostre offerte. Questo è un bellissimo regalo di Natale, in questo anno 2021. Saluto Padre Livio in modo speciale, per il suo spirito missionario per la Nigeria e per il continente africano. Vi auguro un buon Natale e il Signore vi benedica, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Testimonianza del Cardinale John Olorunfemi Onaiyekan per Radio Maria Gboko

Siamo nell’arcidiocesi di Abuja. Fino a due anni fa ero arcivescovo di Abuja. Gboko fa parte della provincia ecclesiastica di Abuja. Conosco bene la situazione pastorale e sociale della diocesi di Gboko. È veramente una cosa molto gradevole vedere che Radio Maria in Italia ha mostrato interesse per aiutare la diocesi di Gboko per portare qui Radio Maria. Gboko è una delle diocesi nigeriane con un’alta percentuale di popolazione cattolica, non abbiamo cifre precise ma pressappoco il 70% della popolazione di Gboko è cattolica. Secondo me, allora, è una buona scelta. Il progetto di Gboko sarà un buon esempio, un modello che altri potranno seguire. Spero che se Radio Maria in Italia sostiene Radio Maria a Gboko, altri paesi sosterranno altre diocesi. Tutti nell’ambito della stessa Conferenza Episcopale della Nigeria e con la struttura centrale ad Abuja per Radio Maria Nigeria. Si deve iniziare da qualche parte, se si comincia bene a poco a poco il lavoro va dappertutto. Continuiamo a pregare per il successo di questa iniziativa.


Testimonianza di Mons. Hilarioda Cruza Massinga Buon pomeriggio a tutti gli ascoltatori, benefattori e amici di Radio Maria. Sono Hilario da Cruza Massinga, vescovo di Quelimane, in Mozambico, Africa. Parlo a tutti della gioia che abbiamo ricevuto quando abbiamo visto l’istallazione di Radio Maria nella nostra diocesi. Oggi tutti i fedeli possono ascoltare Radio Maria e la gioia è immensa perché prima era difficile raggiungere tutti i posti dove abbiamo le comunità che sono più di duemila. Vi ringraziamo di cuore perché questo gesto non è solo di benevolenza umana, ma soprattutto divina, perché il Vangelo arriva a tutti i punti della nostra diocesi attraverso Radio Maria. Vi promettiamo le nostre preghiere per tutti i nostri benefattori e voglio lasciare su di voi la benedizione di Dio Padre che ci ha fatti fratelli per condividere anche i suoi doni. Grazie e aspettiamo che veniate a trovarci. Anche noi vogliamo vedervi, conoscervi. Grazie tante!

Testimonianza di padre Paul Agabo da Gboko – Nigeria Cari ascoltatori di Radio Maria in Italia, vi saluto. Mi chiamo padre Paul Agabo, sono sacerdote religioso degli oblati di San Giuseppe. Lavoro nella diocesi di Gboko da sei anni, anche se sono della zona dico che qui la fede è molto viva e ci sono tanti cattolici. Noi abbiamo bisogno del Vangelo, di propagare la parola di Dio. Ci sono diversi modi per propagare la Parola di Dio, predicare in chiesa. Abbiamo tantissime parrocchie e cappelle ma i sacerdoti, pur essendo tanti, non possono raggiungere la gente nei villaggi piccoli, nei paesini. Abbiamo bisogno di un mezzo con cui possiamo raggiungere tutti perché anche Gesù ha detto che dobbiamo predicare il Vangelo fino a confini del mondo. Avendo la stazione di Radio Maria qui nella diocesi di Gboko, sarebbe un modo con cui possiamo predicare il Vangelo a tutti, anche a quelli che non possono essere raggiunti fisicamente dal vescovo o dai sacerdoti. Non ci saranno le frontiere grazie a Radio Maria! La Chiesa dappertutto è l’ultima speranza per la gente, per i dispersi a causa della guerra, della violenza, per quelli che non trovano aiuti dal governo. Quindi, con Radio Maria può ancora di più essere fedele a questo suo compito di essere l’ultima speranza per la gente. Raggiungere la gente, predicare il Vangelo ai poveri, come Gesù dice nel Vangelo di Luca, capitolo 4, dal versetto 16. Dobbiamo raggiungere i poveri tramite questo mezzo che è Radio Maria. La Chiesa non solo predica il Vangelo per la salvezza spirituale, c’è anche la salvezza fisica, l’economia. Tramite questa stazione di Radio Maria la Chiesa può anche insegnare alla gente che abita qui i mezzi con cui sfruttare meglio la terra, essendoci tanti contadini. Dico così perché la Chiesa può insegnare come utilizzare i mezzi moderni per coltivare la terra, per renderla più fruttuosa e fertile. Per cui possono anche guadagnare avendo un buon raccolto, venderlo per avere dei soldi da usare per altre cose. Vorrei anche aggiungere che la gente perisce a causa dell’ignoranza. Radio Maria, quindi, sarebbe uno strumento che illumina la gente ignorante, la gente che non sa nulla, che senza la Radio non potrebbe sentire e quindi sapere ciò che è buono per la salute, per il bene comune, per la pace, per la convivenza con gli altri. La stazione di Radio Maria che presto avremo nella diocesi di Gboko potrà insegnare alla gente, potrà essere un canale educativo per essere luce del mondo. Avendo qui in mezzo a noi una popolazione molto cattolica, Radio Maria può aiutare la gente a pregare la Madonna di più perché ci sono qui dei cattolici che non sanno ancora recitare il Rosario, pregare la Coroncina. Con Radio Maria ci saranno dei programmi, in cui il Rosario, l’Angelus e altre preghiere mariane saranno recitate e la nostra gente imparerà di più la fede cattolica e saprà qualcosa di più sulla Vergine Maria. Tramite questa stazione che avremo la Chiesa sarà più vicino alla gente. Se il vescovo vorrà dire qualcosa a tutti i suoi figli spirituali, potrà farlo tramite Radio Maria. Per esempio se vorrà scrivere una lettera pastorale o fare un discorso pastorale durante la quaresima o a Natale, Radio Maria sarà il mezzo per far arrivare il messaggio della Chiesa a tutti. In questa zona la Chiesa sta facendo molto per i poveri e sempre ha fatto così per la gente. Per cui rimane sempre l’ultima speranza per la nostra gente. Vorrei chiedervi, cari ascoltatori e care ascoltatrici, se volete potete aiutare Radio Maria ad essere qui da noi a Gboko, in Nigeria. Ne abbiamo tanto bisogno! Preghiamo che la Vergine Maria vi accompagni. Anche noi preghiamo per voi, perché possiate donarci quello che potete. Grazie e Dio vi benedica.


Testimonianza di suor Graciela Sandoya Perez messicana e missionaria nella diocesi di Gboko, Nigeria.

Cari ascoltatori vi saluto dalla Nigeria. Sono suor Graciela Sandoya Perez messicana e missionaria nella diocesi di Gboko, Nigeria. Voglio ringraziarvi per la buona notizia di Radio Maria qui. È proprio una grande novità e sarà un grande aiuto per tutta la diocesi nel suo lavoro di evangelizzazione. È una diocesi nuova con un territorio immenso. In una sola parrocchia possiamo trovare cinquanta comunità e non così vicino da raggiungerle. Questa Radio sarà un mezzo per arrivare a tanta gente che vuole partecipare alla Santa Messa domenicale, che vuole partecipare alle diverse attività e non può. Vi ringrazio e vi prego di continuare ad aiutarci in questa nostra evangelizzazione qui perché ne vediamo la necessità. È una Chiesa nuova e in tante parti della parrocchia ancora hanno bisogno anche di camminare o usare il motorino per arrivare alla gente. Allora la radio è un mezzo molto più facile che tutta la gente può usare e il Vangelo può raggiungere la loro famiglia. È una diocesi molto attiva che fa tutto lo sforzo, cominciando dal nostro Vescovo, i sacerdoti, per evangelizzare utilizzando tutti i mezzi possibili. Vi ringrazio che potete continuare ad aiutare questo progetto, noi offriamo la nostra preghiera per tutti voi. Sappiamo della vostra generosità. Come sempre aiutate la Chiesa in cammino, la Chiesa che comincia in questa zona. È una Chiesa nascente e credo che il Vangelo sta arrivando proprio con la frescura ma abbiamo bisogno del vostro aiuto e questo mezzo adesso è molto importante perché è l’unico mezzo che ha questo popolo di Dio. Attraverso il telefonino possono ascoltare i programmi, la Parola di Dio, la formazione dei bambini, l’informazione oggettiva che non abbiamo qui e continuiamo a usare il fumo o dei rumori per comunicare. È un grande piacere sentire che c’è questo progetto e vogliamo chiedervi di continuare in questo spirito, uniti nell’unica missione del Signore Gesù attraverso tutti noi e voi. Vi ringrazio, Dio vi benedica e che Maria, la nostra Madre, la nostra Madonna continui ad aiutarci a crescere e a continuare la nostra missione qui.

Testimonianza di padre Silas Akpa da Gboko - Nigeria Cari ascoltatori di Radio Maria, mi chiamo padre Silas Akpa, della diocesi di Boko. Vorrei ringraziare tutti voi per questa opportunità che mi hanno dato di parlare adesso con voi dell’importanza di Radio Maria nella mia diocesi di Gboko. La nostra diocesi ha soltanto nove anni, siamo una nuova diocesi. Abbiamo bisogno di tantissime cose per poter evangelizzare, portare al mondo e al nostro popolo il messaggio di Dio, della salvezza. Siamo in un periodo molto difficile per la nostra diocesi. È una diocesi molto grande e a volte non siamo in grado di avere tanti preti per andare ai confini di questa diocesi e perlopiù abbiamo bisogno di questa Radio perché abbiamo la popolazione che è ignorante in tante cose della Chiesa cattolica e del Cristianesimo. Siamo anche in mezza a un popolo di protestanti che alle volte non capiscono bene le dottrine cattoliche. E quando arriverà Radio Maria allora sarà la soluzione perché tutti la potranno ascoltare, anche nei veicoli in movimento, nelle case, negli uffici, dappertutto. Tutti ascolteranno questa Radio e questo sarà molto utile per noi perché potremo predicare, insegnare, questo messaggio di salvezza a tutti. Per questo siamo molto felici di avere questa Radio e siamo molto felici per voi e per tutti gli ascoltatori di Radio Maria. Preghiamo sempre per voi e adesso vi do la mia benedizione che continuerà ogni giorno. Che Dio Onnipotente vi benedica: Padre, Figlio e Spirito Santo. Amen


Testimonianza di padre Paul Agabo da Gboko - Nigeria Cari ascoltatori, mi chiamo padre Paul. Lavoro nella diocesi di Gboko. Vorrei condividere con voi alcune sfide che abbiamo qui in diocesi., dove lavoro io. In diocesi abbiamo tanta gente cattolica che non ha la possibilità di sentire, di ascoltare il Vangelo, di pregare la Madonna perché i sacerdoti non ci arrivano. Qui in diocesi abbiamo gente che non sa molto della catechesi, per cui c’è ignoranza della Bibbia, della Parola di Dio e anche della fede, pur essendo cattolici. Qui in diocesi abbiamo gente che ha bisogno di qualche parola che li consola, che li rassicura da un padre, da un vescovo. Con queste sfide ho trovato la soluzione in Radio Maria. Avendo Radio Maria qui a Gboko sono sicuro che la gente avrà la possibilità di ascoltare la Parola di Dio, la Parola che salva, che guarisce, che dà la speranza. Grazie a Radio Maria la gente può anche pregare con la Madonna. Quindi vi prego di aiutarci per avere Radio Maria nella diocesi di Gboko. Noi assicuriamo le nostre preghiere per voi, sempre. Il Signore sia con voi, vi benedica Dio Onnipotente: Padre, Figlio e Spirito Santo. Amen.Grazie.

Testimonianza di suor Daniela Farcas da Gboko - Nigeria Cari ascoltatori, vi sto parlando da Gboko. Mi chiamo suor Daniela Farcas, vengo dalla Romania e faccio parte dell’Istituto delle suore di Gesù Redentore. Sono in Nigeria da sedici anni, missionaria e da quattro anni mi trovo a Gboko, una situazione con tante sfide ma con tanta ricchezza pastorale. Qui vive gente semplice, ci sono villaggi dove ci troviamo con tante sfide come ad esempio le strade che non sono asfaltate, in tante zone non c’è la luce, mancano tanti edifici a livello sanitario, mancano le scuole. Nonostante questo la diocesi, nella persona del nostro vescovo, sta cercando di promuovere l’educazione costruendo con quello che può tante scuole per promuovere l’educazione, promuovere la salute, promuovere la pastorale perché, nonostante ci troviamo in questa zona di povertà, la gente è molto sensibile. La gente ha una fede semplice, crede in Dio, crede nella sua fede e sa che solo Dio può salvare, può aiutare. Attraverso questo mezzo di Radio Maria desideriamo far conoscere, far promuovere, tante realtà che stiamo vivendo e vogliamo farle conoscere a tutto il mondo. Per questo chiediamo semplicemente, umilmente, se vi sentite, a darci una mano per aiutarci perché questo sogno di avere Radio Maria in questa zona dell’Africa, della Nigeria, possa diventare una realtà. Vi assicuriamo che preghiamo per voi. Sarete nelle nostre preghiere. Sarete nei nostri pensieri e sicuramente crediamo che il Signore vi benedirà. Grazie infinite.


NOTIZIARIO MISSIONARIO "LA CLESSIDRA"


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.