Lettera Mariatona Natale 2016

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Radio Maria a Kibeho (Rwanda, 11 milioni di abitanti, cattolici 60%)

Presso il santuario di No­ stra Signora dei Dolori a Kibeho, dove Maria appar­ ve negli anni ’80, è in co­ struzione uno studio al ser­ vizio di tutte le Radio Maria africane. Il 15 settembre è stata posata la prima pietra e col vostro aiuto potremo diffondere l’acco­ rato appello di Maria per la conversione dei cuori. Costo totale: 120.000 €

Radio Maria Erbil (Iraq, campo profughi) Erbil è la capitale del Kur­ distan iracheno, a poco più di un’ora dai territori dello Stato Islamico. Realizzare Radio Maria in questo luo­ go sarà una testimonianza d’amore fortissima per i 150.000 profughi cristiani che qui hanno trovato rifu­ gio dal terrore. Costo totale: 215.000 €

Radio Maria Liberia (3,5 milioni di abitanti, Radio cristiani 66% Mariam (in tra cattolici e lingua araba) protestanti) In coincidenza con il Giu­ bileo della Misericordia è

La Liberia, nell’Africa cen­ tro-occidentale, è un pae­

Radio Maria Lesotho (2 milioni di abitanti, cattolici 45%) La radio diocesana della capitale Maseru intende trasformarsi in Radio Maria ed estendersi poi a livel­ lo nazionale. La posizione di Maseru permetterà sin dall’inizio di arrivare anche nel confinante Sudafrica. Costo totale: 110.000 €

Ovviamente ci sono in cantiere altre iniziative, che vi segnaleremo man mano che avremo realizzato questi progetti, già pronti per partire. Facciamo tutto quello che ci è possibile per aiutare la Madonna a portare nel mondo la preghiera, l’amore e la pace. Guardiamo a quello che è stato già fatto e prendiamo coraggio per andare avanti.

Mariatona natalizia 2016 19 20 21 22 dicembre Tutti i modi per donare

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Una voce cristiana nella tua casa

Partecipiamo alla Mariatona natalizia 2016! Cari amici, invitiamo tutti i com­ ponenti della grande famiglia di Radio Maria a partecipare col consueto entusiasmo alla Mariatona in occasione del santo Na­ tale che si terrà lunedì 19, martedì 20, mercoledì 21 e giovedì 22 dicembre. Saranno giorni di festa, durante i quali apriremo i microfoni per sentire le vostre testimonianze su Radio Maria, ma anche per informarvi sul grande lavoro che stiamo facendo per portare avanti il pro­ getto di amore e di pace della Madonna in Italia e nel mondo intero. Stiamo vivendo un pas­ saggio difficile del cam­ mino dell’umanità e dobbiamo aiutare la Ma­ donna a diffondere il bene inestimabile della pace e a

19 20 21 22 dicembre dare ai nostri figli un futuro di speranza. Dobbiamo contribuire a tenere accesa nel mondo una forza di intercessione che illumini le menti offuscate e tocchi i cuori induriti. Vogliamo per prima cosa ringraziare di tutto cuore i nostri ascoltatori che, con offerte regolari, hanno permesso a Radio Maria di andare avanti anche nel tempo della crisi, che ha colpito tante famiglie. Nel medesimo tempo ci rivol­ giamo con fiducia a tutti i nostri ascoltatori che non hanno mai dato un’offerta, perché provino anch’essi la gioia di essere sostenitori attivi di un’opera così meri­ toria e oggi così necessaria

come Radio Maria. Dobbiamo, cari amici, non solo assicurare a Radio Maria Italia le risorse ne­ cessarie per andare avanti, ma anche continuare la nostra vocazione missio­ naria, diffondendo Radio Maria nel mondo, in parti­ colare nei luoghi dove c’è più necessità. I progetti che vi presentia­ mo per alcune nuove Radio Maria in determinate loca­ lità dell’Africa e del Medio Oriente potranno essere realizzati grazie alla vostra generosa risposta. Tanto è stato fatto con 76 Radio Maria nei cinque continen­ ti, ma molto resta ancora da fare col vostro aiuto. Vostro Padre Livio

Felice Anno nuovo!

Radio Maria col vostro aiuto si è estesa nei cinque continenti, realizzando finora ben 76 emittenti, riunite nella Famiglia mondiale di Radio Maria. Molte però, specialmente in Africa, devono ancora crescere per divenire radio nazionali. Altre invece sono in attesa di aiuti per poter mettere la prima pietra. La carne al fuoco è molta, ma mancano le risorse, dovendo in primo luogo provvedere perché Radio Maria in Italia funzioni bene e sia all’altezza delle sfide quotidiane. Segnaliamo qui alla vostra generosità alcuni progetti particolarmente significativi, in Africa e in Medio Oriente, che vorremmo realizzare col vostro aiuto. I canali per le offerte sono quelli consueti di Radio Maria, dove potrete specificare l’intenzione.

se a maggioranza cristiana (soprattutto protestanti), di recente colpito dall’ebola. A Dio piacendo e col vostro aiuto, entro la fine dell’an­ no in Liberia nascerà la 21ª Radio Maria africana. Costo totale: 160.000 €

Buon Natale e

ACCENDI UNA RADIO MARIA

nata Radio Mariam, come risposta concreta all’ap­ pello di papa Francesco per i cristiani arabi, in par­ ticolare quelli perseguitati. Trasmette via web e satel­ lite da una sede centrale in Italia, con studi mobili in Giordania, Iraq, Libano e, appena possibile, anche in Egitto, Palestina e Siria. Già attiva Costo annuale di gestione: 100.000 €


ERBIL (IRAQ) UNA RADIO MARIA PER I PROFUGHI CRISTIANI

N

ell’aprile 1982, la Regina della Pace disse ai veg­ genti di Medjugorje: «Dio ha permesso a Satana di mettere la Chiesa alla prova per un secolo, ma ha aggiunto: Non la distruggerai». È alla luce del­ la guerra che il drago conduce contro i figli di Maria che dobbiamo leggere gli eventi drammatici dei nostri tempi, segnati da un’ondata di terrore senza precedenti. È la tra­ gedia che vivono sulla propria pelle molti nostri fratelli cri­ stiani in Medio Oriente che papa Francesco ci invita a non dimenticare: «Ci lasciano increduli e sgomenti le notizie giunte dall’Iraq: migliaia di persone, tra cui tanti cristiani, cacciati dalle loro case in maniera brutale; bambini morti di sete e di fame durante la fuga; donne sequestrate; per­ sone massacrate; violenze di ogni tipo […]. Tutto questo offende gravemente Dio e offende gravemente l’umanità. Non si porta l’odio in nome di Dio! Non si fa la guerra in nome di Dio!». Da quella tragica estate del 2014, segnata dall’ascesa dello Stato Islamico, gli appelli del Santo Pa­ dre si sono moltiplicati affinché nessuno dimentichi il Me­ dio Oriente. Attualmente 150.000 cristiani iracheni fuggiti da Mosul per scampare alla violenza e ai massacri hanno trovato rifugio a Erbil, nella capitale del Kurdistan irache­ no, dove tuttora vivono da sfollati, disperando di poter ri­ trovare le loro case e ritornare alla propria vita, perdendo tutto ma non la fede. Per loro la presenza della Chiesa cat­ tolica è seme di rinascita spirituale e materiale. I 500 ma­ trimoni celebrati tra gli sfollati in questi due anni sono un segno inequivocabile del fatto che a Erbil non ci si arrende e c’è tanta voglia di ricominciare. Radio Maria non si limita ad annunciare la Buona Novella da lontano, ma si reca di­ rettamente accanto a ogni persona che soffre, dovunque sia più forte la sete di speranza. Per questo tra i progetti che vogliamo concretizzare con il vostro aiuto ci sta molto a cuore la possibilità di realizzare una Radio Maria a Erbil, affinché nonostante i lutti e le perdite subite questi nostri fratelli non perdano la speranza, per alimentare con la Parola di Dio la fede dei cristiani iracheni, per seminare la pace nell’Iraq devastato dalla violenza più cieca. Questo progetto costerà circa 215.000 euro ed è uno dei più urgen­ ti, dato che le popolazioni sfollate si trovano a soli 80 km dal terrore jihadista. La diffusione di Radio Maria in tanti paesi dilaniati dai conflitti ci mostra che solo Maria può portare ai suoi figli la vera pace, che non è frutto soltanto dell’opera umana, ma prima di tutto del cambiamento dei cuori. Con il vostro aiuto possiamo portare la luce là dove le tenebre sembrano più oscure e dire a ogni cristiano, a ogni rifugiato, a ogni cuore sofferente di Erbil: «Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene» (Rm 12,21).

KIBEHO

La testimonianza Come stai, Myriam? Bene, e tu? Molto bene. Di dove sei? Sei anche tu di Qaraqoush? Sì, sono di Qaraqoush. Hai dieci anni, vero? Sì. Da quanto tempo sei in questo campo? Da quattro mesi. Qual è la cosa che ti manca di più di Qaraqoush, che non hai qui? Avevamo una casa dove ci trovavamo a giocare e qui non c’è, ma grazie a Dio, Dio si preoccupa di noi. Cosa intendi con “Dio si preoccupa di noi”? Che Dio ci ama e non ha permesso che l’ISIS ci uccidesse. Tu sai quanto Dio ti ama, vero? Sì, Dio ci ama tutti, non solo me, Dio ama tutti. Credi che Dio ami anche coloro che ti hanno fatto del male o no? Lui li ama, ma non ama Satana. Cosa senti nei confronti di quelli che ti hanno obbligato a lasciare la tua casa e ti hanno causato dei disagi? Non voglio far loro nien­ te, chiedo solo a Dio di perdonarli. E anche tu puoi perdonarli? Sì.

Ma è molto difficile perdonare chi mi ha fatto soffrire, Myriam, o è facile? Io non voglio ucciderli, perché ucciderli? Sono solo triste che ci hanno cacciato dalle nostre case, perché lo hanno fatto? Ti piaceva la tua scuola a Qaraqoush, vero? Sì, ero la prima della classe. Avevi anche degli amici a scuola? Sì. Sono qui con te? O non c’è nessuno? Ci sono, ma non so dove sono. […] Cosa vorresti dire loro? Avevo un’amica prima di venire qui, si chiama Sandra, stavamo insie­ me tutto il giorno, tutto il giorno a scuola stavamo insieme, anche se non abitavamo vicine ci vole­ vamo bene, se una di noi faceva un torto all’altra, ci perdonavamo, a volte giocando ci facevamo del male, ma sempre ci per­ donavamo, ci volevamo bene; adesso mi piace­ rebbe solo rivederla. Non sai dov’è adesso, vero? No, non so dov’è. Se Sandra ci sta guardando sono sicuro che penserà a te e sono sicuro che ti vuole bene, Myriam. Mi vuole molto bene e io ne voglio molto a lei e spe­ ro di rivederla, un giorno.

Certamente, mi piacerebbe essere con te il giorno che la incontrerai. Spero. Cosa speri? Spero di tornare a casa e che anche lei torni a casa, così che ci possia­ mo rivedere. Spero che tornerai in una casa ancora più bella della tua prima casa. Se Dio vuole! Non quel­ lo che vogliamo noi, ma quello che vuole Dio, perché lui sa. Non sei triste qualche volta? Non ti sembra per esempio che Gesù ti abbia dimenticato? No, certe volte piango perché abbiamo la­ sciato la nostra casa di Qaraqoush, ma non sono arrabbiata con Dio perché abbiamo lasciato Qaraqoush, lo ringrazio perché si occupa di noi; anche se qui stiamo sof­ frendo, lui ci dà quello di cui abbiamo bisogno. Tu mi hai insegnato molte cose, Myriam. Grazie, anche tu mi hai insegnato molte cose. Cosa ti ho insegnato? Hai condiviso con me quello che sento io, volevo che le persone sapessero come mi sento, come si sentono i bambini qui. Sai che Gesù non ti abbandona mai? Lui non mi dimentica mai, se ci credi davvero lui non ti abbandona mai.

I

n tutta l’Africa la figura della “Mamma Maria” raduna cattolici e non cattolici in un comune sentimento di figliolanza. A Kibeho, in Rwanda, c’è però un luogo che è il cuore mariano dell’intero continente a partire dal 28 novembre 1981, quando la Vergine apparve ad alcune ragazze, Ana­ thalia, Alphonsine e Marie Claire, mostran­ do loro i massacri a venire del decennio suc­ cessivo. Il 15 agosto 1982 la Vergine apparve triste e le ragazze videro sangue, cadaveri e tutti gli orrori che si sarebbero verificati nel 1994 nel tremendo genocidio del Rwanda. La Madonna, che a Kibeho si era presenta­ ta come Nostra Signora dei Dolori, voleva mettere in guarda l’intera umanità: «Questo mondo è sull’orlo di una catastrofe. Medita­ te sulle sofferenze di Nostro Signore Gesù e sul profondo dolore di sua Madre. Pregate il Rosario, specialmente i Misteri Dolorosi, per ricevere la grazia di pentirvi». La via d’usci­ ta indicata da Maria consiste sempre nella preghiera e nella penitenza, per guarire dalle ferite del peccato e da ogni forma di male.

(RWANDA)

UNA SEDE DI RADIO MARIA NEL CUORE MARIANO DELL’AFRICA

Dopo il riconoscimento delle apparizioni da parte della Chiesa, nel 2003 è stato consa­ crato il nuovo santuario di Nostra Signora dei Dolori. Il 15 agosto 2004, inoltre, Radio Maria ha potuto iniziare le trasmissioni nel paese dove tuttora svolge un prezioso ser­ vizio di evangelizzazione e di riconciliazione, guarendo le ferite del popolo rwandese. Anche se il genocidio in Rwanda si è con­ cluso, troppi luoghi dell’Africa sono teatro di quella “guerra mondiale a pezzi” denun­ ciata da Papa Francesco ed è ancora più ur­ gente accogliere l’appello della Vergine alla conversione per ottenere il dono della vera pace, quella che il mondo non può dare. A Kibeho giungono innumerevoli fedeli da tut­ to il continente, attratti dall’invito materno di Nostra Signora dei Dolori amplificato dai microfoni di Radio Maria, come testimonia

la veggente Anathalia: «Ringrazio Dio e la Vergine Maria perché abbiamo Radio Maria Rwanda e così la Chiesa cattolica è libera di trasmettere tutti i suoi programmi senza interruzioni». Oltre a Radio Maria Rwanda, numerose Radio Maria africane giungono a Kibeho per trasmettere collegamenti di preghiera e programmi di evangelizzazione. Questo crescente afflusso ha reso necessa­ ria la costruzione di un’apposita sede e di uno studio presso il santuario di Kibeho. Lo scorso 15 settembre, ricorrenza della Vergi­ ne Addolorata, è stata posata e benedetta (vedi foto piccole) la prima pietra del nuovo edificio da S.E. mons. Philippe Rukamba, presidente della Conferenza Episcopale Rwandese, alla presenza del rettore del santuario, padre Zbigniew Pawłowski, e del presidente della Famiglia Mondiale di Radio Maria, Vittorio Viccardi. Il costo totale sarà di 120.000 euro che speriamo, con l’aiuto di tutti gli ascoltatori, di poter mettere al ser­ vizio della Chiesa e di Radio Maria in tutta l’Africa entro la prossima Pasqua.

Aiutiamo a crescere

RADIO MARIAM

L’EMITTENTE IN LINGUA ARABA DI RADIO MARIA PER I CRISTIANI PERSEGUITATI

L’

8 dicembre 2015, data mariana resa ancor più significativa dall’apertura del Giubileo della Misericordia, è stata inagu­ rata Radio Mariam per i cristiani di lingua araba. Abbiamo così mantenuto la promessa fatta poco più di un mese prima a papa Francesco, in risposta ai suoi molteplici inviti a non dimenticare le care popolazioni della Siria e del Medio Oriente. I luoghi della salvezza e dell’incarnazione di Cristo sono paradossal­ mente segnati dal proliferare di conflitti e persecuzioni, aggravati negli ultimi anni dall’ascesa del terrorismo e in particolare dello Stato Islamico. La coincidenza con l’Anno Santo non è casuale, poiché Radio Mariam vuole costituire una vera e propria presenza del volto della misericordia del Padre tra coloro che in questo momento hanno subito la perdita dei loro cari e delle loro case. Attraverso collegamenti fissi con studi mobili in Giordania, Iraq e Libano e altri che saranno presto attivi in Egitto, Palestina e Siria, potre­ mo mantenere accesa la fiaccola di quella grande eredità liturgica, spirituale e culturale della presenza cristiana in Medio Oriente. Radio Mariam trasmette via web e, dallo scorso aprile, anche sul satellite in chiaro Nile Sat, con un costo annuale di gestione di circa 100.000 euro. L’ascolto è in costante crescita, fino a superare attualmente i 15.000 ascoltatori da oltre 140 paesi. Infatti questi canali e la collaborazione con le Radio Maria europee permettono sia a coloro che vivono nei paesi arabi, sia a tutti coloro che hanno trovato rifugio in Europa, di restare sintonizzati con la Parola di Dio nella propria lingua, di attingere conti­ nuamente alle proprie radici per portare nuova linfa a un futuro che, anche nelle situazioni più difficili, anche nella persecuzione o nella lontananza dalla propria terra, darà frutti abbondanti di pace e di riconciliazione.

Lo staff di Radi o Mariam con l’a rcivescovo di Aleppo (Siria) mons. Joseph To bji.


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