Vademecum Azione 1.3

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VADEMECUM AZIONE 1.3 “PROGETTI GIOVANI E DEMOCRAZIA” Il vademecum intende aiutare i promotori di “Progetti Giovani e Democrazia” nella definizione di un buon progetto, attraverso un processo logico di accompagnamento del lettore nelle tre macrofasi che lo caratterizzano: dall’idea alla redazione del formulario di presentazione della domanda di sovvenzione, alla rendicontazione finale Il vademecum non sostituisce in alcun modo la guida al Programma Gioventù in Azione che rimane il documento ufficiale della Commissione Europea cui dovete attenervi per la presentazione e realizzazione del progetto. Il presente opuscolo, da leggere solo dopo aver studiato con attenzione la guida ufficiale al Programma GiA, è così articolato:

IDEAZIONE pag. 2

VALUTAZIONE EX-ANTE

IDENTIFICAZIONE

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pag.16

IL BUDGET

VISIBILITÀ

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pag. 30

DIFFUSIONE E VALORIZZAZIONE pag. 32

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IDEAZIONE

Cosa bisogna sapere prima di iniziare

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CONOSCIAMO L’AZIONE 1.3 Giovani e Democrazia I progetti “Giovani e Democrazia” incoraggiano e facilitano il dialogo tra autorità pubbliche e gruppi di giovani, promuovono il coinvolgimento dei giovani in strutture partecipative, sperimentano strategie per avvicinare i giovani ai processi decisionali, aiutano a identificare e quindi rimuovere gli ostacoli alla partecipazione dei giovani alla vita democratica. Alla luce di tali obiettivi, un progetto “Giovani e Democrazia” dovrebbe fondarsi su un partenariato da sviluppare su due livelli: locale e internazionale. In concreto, nel progetto dovrebbero essere coinvolti giovani tra i 13 e i 30 anni provenienti da almeno 2 Paesi aderenti al Programma e due promotori locali per Paese. Per realizzare un progetto di qualità, considerando le finalità della misura, è auspicabile la creazione di una partnership composta da promotori con profili differenti. Questo tipo di esperienza, che rende i giovani protagonisti in prima persona, ha lo scopo di motivarli a interessarsi alla vita pubblica e a conoscere i meccanismi dei processi decisionali che spesso appaiono troppo complessi, inaccessibili e distanti dalla loro quotidianità. In sostanza, i progetti “Giovani e Democrazia” offrono ai giovani l’opportunità di conoscere il funzionamento delle istituzioni democratiche e di giocare un ruolo attivo come cittadini nelle proprie comunità locali e a livello europeo. Essi presentano, dunque, un indubbio valore pedagogico di apprendimento in un contesto non formale e consentono ai ragazzi di mettere in pratica le conoscenze acquisite “imparando a partecipare” e a farsi ascoltare. I progetti “Giovani e Democrazia” costituiscono anche un’importante piattaforma d’incontro tra giovani che si approcciano alle dinamiche della vita democratica e soggetti che ne sono già attivi protagonisti. Questi ultimi dovrebbero stimolare, permettere e sostenere la partecipazione giovanile nell’ambito dell’organizzazione della vita comunitaria; le autorità pubbliche, in particolare, dovrebbero considerare i giovani come parte attiva nella vita del proprio comune, della propria regione e del proprio Stato. Dal canto loro i giovani non dovrebbero limitarsi a essere soltanto spettatori o fruitori passivi di politiche pensate, realizzate e pianificate da altri. Essi dovrebbero entrare direttamente in contatto con le forze sociali e politiche della propria comunità presso le quali esercitare un ruolo propositivo e presentare le proprie eventuali istanze. La partecipazione attiva dei giovani alle decisioni e alle attività a livello locale, regionale e nazionale è essenziale per la costruzione di società più democratiche, più solidali e più prospere. Un progetto “Giovani e Democrazia” deve possedere una dimensione locale e internazionale, al fine di promuovere lo scambio di idee, di esperienze e di buone prassi a livello europeo con il Paese (o più Paesi) partner, favorendo l’apprendimento interculturale. Il presente vademecum si concentrerà sui progetti “Giovani e Democrazia” i cui soggetti promotori - ai fini della presentazione della domanda di sovvenzione - siano gruppi informali di giovani. In particolare se partecipate come promotori dovrete condividere con tutti i soggetti coinvolti ciascuna fase di elaborazione del progetto, a cominciare dalla sua ideazione e dalle attività preparatorie. Nella fase di ideazione si intersecano e si sovrappongono due momenti che possono essere definiti di studio del programma “Gioventù in Azione” e di studio preliminare del progetto:

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• studio del programma: è fondamentale familiarizzare con i principali documenti e linee guida del programma GiA, in modo da aver chiari quali sono gli obiettivi generali e specifici che si pone, le priorità sulle quali i progetti devono concentrarsi, quali soggetti/beneficiari possono essere coinvolti; • studio preliminare dell’idea: consiste nel definire a livello generale l’obiettivo del progetto, il tema del progetto e le competenze/conoscenze da acquisire, l’idea di come pensate di realizzarlo, le priorità del Programma a cui aderire, la composizione del gruppo dei partecipanti. Per quanto concerne la formazione del vostro gruppo - che verrà valutato ai fini della concessione della sovvenzione - ricordatevi di assicurare l’equa partecipazione di genere (maschi/femmine) e di rispettare le disposizioni relative al numero dei partecipanti per gruppo (come da “Guida al Programma”). Vi ricordiamo che un “gruppo informale” è un gruppo di giovani che si forma spontaneamente e che agisce collettivamente senza fini di lucro per perseguire, ad esempio, obiettivi o interessi comuni. Il “gruppo informale” non necessita, pertanto, di alcuna registrazione formale. In caso di richiesta della sovvenzione da parte di un gruppo informale, uno dei membri del gruppo assume il ruolo di rappresentante legale e la responsabilità di presentare domanda alla propria Agenzia Nazionale e di firmare l’accordo di sovvenzione. In generale, un progetto “Giovani e Democrazia” dovrebbe privilegiare una tematica che i promotori e i gruppi partner desiderino analizzare insieme a voi e che vada a insistere sulle seguenti macro-aree: la partecipazione dei giovani ai meccanismi di democrazia partecipata; la possibilità per i giovani di confrontarsi con i concetti e i procedimenti di democrazia rappresentativa e cittadinanza attiva; lo sviluppo del dialogo tra giovani e decisori politici a tutti i livelli (locale, regionale, nazionale ed europeo). In conclusione gli elementi che contribuiscono alla realizzazione di un progetto “Giovani e Democrazia” di qualità sono:

PARTECIPAZIONE ATTIVA DEI GIOVANI

DIALOGO GIOVANI/ADULTI

IMPARARE A PARTECIPARE

INFLUENZA NEI PROCESSI DECISIONALI E IMPATTO LOCALE

SCAMBIO DI ESPERIENZE E BUONE PRASSI A LIVELLO EUROPEO

APPRENDIMENTO INTERCULTURALE

Infine, ricordate sempre che l’Azione “Gioventù per l’Europa” intende incoraggiare i giovani a proporre progetti propri, sostenendo in tal modo il loro spirito d'iniziativa, d'imprenditorialità e di creatività, e rafforzare il sentimento di cittadinanza europea supportando attività legate alla partecipazione dei giovani alla vita democratica. Tenendo presente questa premessa e la rilevanza delle parole-chiave sopra evidenziate, vi invitiamo a inquadrare il vostro progetto “Giovani e Democrazia” nell’ambito dell’obiettivo generale di GiA che mira a “promuovere la cittadinanza attiva dei giovani in generale, e in particolare la loro cittadinanza europea”.

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CONOSCIAMO L’OBIETTIVO GENERALE Promuovere la cittadinanza attiva dei giovani, in generale, e la loro cittadinanza europea in particolare L'obiettivo generale dell’Azione 1 "Promuovere la cittadinanza attiva dei giovani" ha lo scopo di: • dare la possibilità ai giovani e alle loro organizzazioni di partecipare allo sviluppo della società e dell'UE; • sviluppare il loro sentimento di appartenenza all’UE; • incoraggiare la loro partecipazione alla vita democratica in Europa; • rafforzare la loro mobilità in Europa; • sviluppare l’apprendimento interculturale; • promuovere i valori fondamentali dell'UE; • incoraggiare lo spirito d’iniziativa, d’imprenditorialità e di creatività; • garantire la partecipazione al programma dei giovani svantaggiati, compresi i giovani disabili; • assicurare e promuovere il principio di pari opportunità tra uomini e donne nella selezione dei partecipanti al programma; • offrire possibilità di apprendimento informale e non formale avente una dimensione europea e creare possibilità innovative nel campo della cittadinanza attiva. Non esiste una definizione univoca di “cittadinanza attiva”. Una possibile che vi suggeriamo è la seguente: “partecipazione e cittadinanza attiva significano avere i diritti, i mezzi, lo spazio e l’opportunità - e, laddove necessario, il supporto - per partecipare alle decisioni prese in una comunità, influenzarle, e impegnarsi in azioni e attività che possano contribuire a costruire una società migliore”. Nell’ambito delle politiche giovanili viene data particolare importanza all’acquisizione delle competenze necessarie per l’esercizio della “cittadinanza attiva” tramite attività volontarie, con lo scopo non soltanto di aumentare le proprie conoscenze, ma anche di rafforzare le proprie motivazioni, la capacità e l’esperienza pratica dell’essere un cittadino attivo. Essere un cittadino attivo vuol dire anche possedere l’autonomia necessaria per sviluppare ed esprimere le proprie idee e la propria identità. Ecco perché le politiche a favore dei giovani dovrebbero sostenerli nel divenire autonomi, intraprendenti, creativi, responsabili e solidali. Potreste iniziare la vostra riflessione cercando di definire il vostro concetto di “essere europei”, come vedete il futuro del continente di cui fate parte, cosa significhi per voi essere un cittadino europeo attivo e che cosa l’Europa possa fare per le vostre comunità locali e per il vostro gruppo in particolare. Non trascurate neppure le criticità legate al concetto di “cittadinanza europea” quali ad esempio le reali possibilità per un giovane di influenzare le decisioni a livello europeo, quali diritti sia necessario rivendicare e quali responsabilità assumersi, se siete consapevoli o meno delle numerose opportunità legate alla mobilità europea, se riteniate che i giovani siano esclusi dai grandi dibattiti legati alla cittadinanza europea. Oggi, fenomeni quali la globalizzazione, l’integrazione multiculturale, il degrado ambientale globale e le innovazioni tecnologiche ci invitano a pensare a comunità più ampie: ad esempio, l’Europa, il mondo. Allo stesso tempo, le comunità più tradizionali di riferimento sono rese meno stabili dalle con-

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seguenze di questi cambiamenti. Il mondo sembra difatti divenire sempre più piccolo e interdipendente dal punto di vista dell’informazione, dell’economia, dell’ambiente e tuttavia più difficile da influenzare. La sfida è tentare di sviluppare una nuova relazione, più stretta e più equilibrata, tra i cittadini e le comunità di riferimento: la base di una cittadinanza attiva. Gli slogan come “pensa globalmente, agisci localmente” ispirano gli sforzi dei vari gruppi che cercano di colmare il divario tra gli individui e i meccanismi di partecipazione alla società, pur nella consapevolezza dei propri limiti e dei molti fallimenti. Questa sfida è pertanto ancora tutta aperta!

PER APPROFONDIRE • • • •

Il sito del Dipartimento della Gioventù http://www.gioventu.gov.it/ Il sito dell’Agenzia Nazionale Giovani: http://www.agenziagiovani.it/home.aspx Il Portale europeo dei giovani: http://europa.eu/youth/index.cfm?l_id=IT Il sito sulle politiche giovanili del Consiglio d’Europa: http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/index.html

• The European Youth Forum: http://www.youthforum.org/ • European Citizenship Portal: http://www.european-citizenship.org

Una volta presa confidenza con il programma “Gioventù in Azione”, riflettete su come la vostra idea sia collegata alle priorità permanenti del Programma: cittadinanza europea, partecipazione dei giovani, diversità culturale, inserimento dei giovani con minori opportunità.

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IL MOTORE DEL PROGRAMMA GIOVENTÙ IN AZIONE Le quattro priorità permanenti e l’apprendimento non formale Le quattro priorità e l’apprendimento non formale rappresentano i pilastri su cui si basa la costruzione del programma Gioventù in Azione; occorre dunque impadronirsi di questi concetti chiave per poter realizzare un’iniziativa efficace. Come vedrete i temi affrontati sono fortemente legati tra loro.

SUGGERIMENTI I centri risorse Salto-Youth (http://www.salto-youth.net/tools/training/find-a-training/) mettono a disposizione un calendario con le attività formative organizzate nel campo della gioventù. In particolare con GET INVOLVED, i centri organizzano dei seminari formativi per aiutare la ricerca di partner e migliorare le capacità di gestire un progetto Giovani e Democrazia (http://www.salto-youth.net/rc/participation/YDPdescription/).

Partecipazione dei giovani La nozione di partecipazione dei giovani nella società è in continua evoluzione. La Carta europea riveduta della partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale (si veda box pag. 9) afferma che “partecipare ed essere un cittadino attivo, vuol dire avere il diritto, i mezzi, il luogo, la possibilità, e, se del caso, il necessario sostegno per intervenire nelle decisioni, influenzarle ed impegnarsi in attività ed iniziative che possano contribuire alla costruzione di una società migliore”. Questa definizione non limita dunque la partecipazione alla vita democratica di una comunità, qualunque essa sia, unicamente al fatto di votare o di presentarsi a delle elezioni, per quanto importanti siano tali elementi; evidenzia, invece, come partecipare significhi esercitare influenza e responsabilità su decisioni e azioni che hanno un impatto sulla vita dei giovani o sono semplicemente importanti per loro. In questo approccio, che rispecchia anche le finalità del Programma “Gioventù in azione”, i giovani sono visti come attori attivi nelle proprie organizzazioni o nella vita delle proprie comunità e pertanto dovrebbero ricevere l’opportunità di esprimere i propri bisogni e di trovare la strada per soddisfarli. Per introdurre i principi della partecipazione giovanile in una comunità possiamo utilizzare il modello ideato da Marc Jans e Kurt de Backer, che fa riferimento alle “tre C per una partecipazione di successo”: Challenge (Sfida), Capacity (Capacità), Connection (Connessione). Secondo questo approccio, per costruire un progetto di successo è necessario che i giovani trovino il giusto equilibrio tra i propri interessi, le proprie capacità e i propri limiti. In secondo luogo, bisogna che i giovani siano coinvolti in tutto il processo, in modo da accrescere il loro senso di appartenenza.

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Questo modello suggerisce dunque che: • la partecipazione dovrebbe fondarsi su una sfida, ovvero su un’attività stimolante, convincente e d’interesse per i giovani; • la partecipazione dovrebbe fondarsi sulla capacità: i giovani devono possedere le competenze necessarie per impegnarsi nella sfida, altrimenti potrebbero rinunciarvi con conseguente senso di sfiducia e frustrazione. Il progetto dovrà colmare le eventuali lacune dei ragazzi e offrire occasioni di apprendimento informale; • la partecipazione dovrebbe fondarsi su una connessione, ovvero i giovani dovrebbero sentire un legame con l’attività che deve essere adattata e compatibile con il loro mondo. La partecipazione in “Giovani e Democrazia” Il termine democrazia non dovrebbe essere analizzato soltanto nella sua accezione classica di forma di governo della società, ma anche dalla prospettiva del modo di comportarsi, di costruirsi le proprie opinioni e prendere decisioni nella propria vita quotidiana (familiare, scolastica, comunitaria). Si può dire dunque che le sfide alla partecipazione giovanile si riflettono essenzialmente nella capacità di saper organizzare idee e azioni in modo da lavorare in gruppi di coetanei che condividano gli stessi obiettivi, pur prendendo in considerazione i diversi valori e bisogni di ciascuno, e così sviluppando un senso di responsabilità verso se stessi e nei confronti della comunità di appartenenza. Lo sviluppo di tali forme di organizzazione giovanile può assumere, dunque, un ruolo complementare rispetto alle misure pianificate dalle istituzioni per assicurare la piena partecipazione dei cittadini in una società democratica. La partecipazione giovanile costituisce pertanto un elemento, un indicatore e un punto d’inizio per il progresso democratico di una società in generale, laddove la democrazia prevede che tutti coloro che siano oggetto di decisioni siano anche parte attiva del processo decisionale stesso. La partecipazione giovanile può apportare benefici concreti e visibili non soltanto ai giovani stessi, ma anche alle organizzazioni/istituzioni e comunità in cui essi sono inseriti Una partecipazione giovanile “di qualità”: • produce un cambiamento positivo nella vita dei giovani. La partecipazione non deve essere vista soltanto come un fine cui tendere, ma come un mezzo per ottenere un cambiamento positivo della società. I giovani possono contribuire a questo cambiamento, specialmente quando ne riscontrano direttamente gli effetti positivi; • fa in modo che si senta “la voce” dei giovani. I giovani chiedono di essere ascoltati e desiderano che i propri punti di vista siano presi in considerazione seriamente. Tramite la partecipazione attiva, essi possono esprimere le proprie opinioni in diversi ambiti e ricevere l’opportunità che queste vengano prese in considerazione; • aiuta gli adulti a comprendere i bisogni e i punti di vista dei giovani. Lavorare direttamente con i giovani e coinvolgerli nei processi di consultazione può certamente creare opportunità per ricevere informazioni di prima mano sulle esigenze dei giovani; • aiuta i giovani a sviluppare competenze che permettano loro di collaborare in modo efficiente con gli adulti. Lavorando con gli adulti i giovani hanno l’opportunità di apprendere come debba essere impostato il rapporto di collaborazione; • crea opportunità per gli adulti di condividere la propria conoscenza ed esperienza con i giovani in un ruolo non autoritario e gerarchico. I giovani in genere non amano che gli si dica ciò che devono fare, preferiscono esplorare e imparare facendo. Essi però sanno anche apprezzare chi ha più esperienza e conoscenze di loro. Se gli adulti saranno capaci di non imporre le proprie decisioni,

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i giovani saranno meglio predisposti a imparare da essi, e conseguentemente riusciranno a beneficiare della loro esperienza; • rende i processi decisionali più rappresentativi. Se ai giovani viene concesso di partecipare ai processi decisionali, c’è una probabilità maggiore che i loro punti di vista vengano presi in considerazione e soddisfatti i loro bisogni; • stimola nuovi approcci e idee per risolvere problemi locali e regionali. I giovani sono tradizionalmente esclusi dalla maggior parte dei processi decisionali, mentre gli adulti esercitano la maggior parte del potere. Laddove i giovani sono stati invitati a collaborare per risolvere problemi locali che li riguardavano, essi hanno saputo apportare nuove idee e stimolare i decisori ad andare oltre gli approcci tradizionali.

PER APPROFONDIRE • Consiglio d’Europa - Carta europea riveduta della partecipazione alla vita locale e regionale http://www.coe.int/t/dg4/youth/Source/Coe_youth/Participation/COE_charter_participation_it.pdf

• Put Your imprint on society http://www.salto-youth.net/downloads/4-17-1697/salto_mag_Final.pdf

La cittadinanza europea e la dimensione europea La cittadinanza europea è sia un processo che uno status che idealmente permette agli individui di essere pienamente se stessi e allo stesso tempo essere una parte attiva delle proprie comunità in tutta Europa. Tutto questo senza rinunciare ad alcuna parte della propria identità o senso di appartenenza, quanto piuttosto approfondendoli. Nel concreto, il concetto di cittadinanza europea, alla luce dei continui cambiamenti sociali, politici e tecnologici, è un’idea dinamica e “under construction”. Tale complessità va sempre tenuta a mente nella stesura dei progetti perché vi si chiede anche di indagare e arricchire il senso di appartenenza all’Europa. In fondo la domanda semplice che ci dobbiamo porre è: abbiamo fatto l’Europa, ora come facciamo gli europei? Essere cittadino europeo significa riconoscersi nei valori di libertà e democrazia su cui sono fondate le istituzioni europee. La democrazia è un modo di vivere insieme in una comunità, dove la partecipazione alle scelte da compiere deve vedere coinvolto il più ampio numero di persone. I progetti Giovani e Democrazia dovrebbero dunque promuovere una “cittadinanza democratica”. Ciò significa favorire tutte quelle attività che aiutino i giovani a partecipare attivamente alla vita politica e sociale, riconoscendo ed esercitando i propri diritti e le proprie responsabilità. Ma non solo, le iniziative ideate dovrebbero educare ad una “cittadinanza democratica”, prevedendo di rispondere alle esigenze di conoscenza necessarie agli individui per esercitare i propri diritti e adempiere ai propri doveri nel contesto dei sistemi giuridici e politici che regolano la cittadinanza, a livello nazionale, europeo ed internazionale. L’educazione alla cittadinanza europea è dunque legata allo sviluppo della conoscenza dei sistemi politici e giuridici (ad es. diritti civili e politici, altri diritti umani, doveri civici), all’acquisizione di competenze civiche e sociali e alla maturazione di atteggiamenti critici costruttivi e favorevoli alla democrazia.

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Un secondo elemento importante dell’Azione, strettamente legato al precedente, è la dimensione europea. Un progetto Giovani e Democrazia deve avere una dimensione europea, deve cioè affrontare temi di interesse europeo e/o problematiche comuni e/o i valori di riferimento dell’UE. Ciò significa che nella scelta del tema che andrete a sviluppare nel progetto, oltre a definirlo chiaramente, dovrete rappresentare un’esigenza/fabbisogno sia del vostro gruppo sia dell’Unione Europea.

PER APPROFONDIRE • Programma di Partenariato sulla Formazione Giovanile Europea, T-kit: "In Costruzione...Cittadinanza, Gioventù ed Europa" http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/publications/T-kits/7/Tkit_7_IT

• “What could European Citizenship in youth work look like?” http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/Training/EC_Valorisation_Publication.pdf

Inclusione di giovani con minori opportunità Il concetto di “Inclusione” definisce una situazione ideale nella quale tutte le persone che vivono in una determinata società hanno pari diritti di accesso e di partecipazione. Situazione ideale che non si realizza nella realtà, trasformando l’inclusione in un obiettivo da perseguire: favorire una migliore e piena integrazione della persona nel contesto sociale ed economico nel quale vive, incentivare il suo inserimento e la sua partecipazione. Il Programma Gioventù in azione si pone questo obiettivo in riferimento ai giovani con minori opportunità, ovvero quei giovani che si trovano in una situazione di svantaggio rispetto ai loro coetanei. Non ci sono solo condizioni soggettive all’origine dell’esclusione (una disabilità, una dipendenza, etc.) ma anche culture e contesti che generano esclusione sociale. Per rischio di esclusione si deve quindi intendere un concetto dinamico che consideri anche le condizioni che possono, in qualsiasi momento della vita di ciascuno, accrescere il rischio di essere esclusi (disoccupazione, basso reddito, basso livello d’istruzione, dover emigrare, ecc.). Un progetto che si prefigge l’obiettivo di favorire l’inclusione dei giovani, nell’ambito della normale definizione delle attività, deve porre l’attenzione su tre elementi essenziali: • il coinvolgimento: entrare in contatto con giovani con minori opportunità oltre a essere complicato non è sufficiente. Occorre coinvolgerli, farli sentire protagonisti e beneficiari del progetto, dando valore al bagaglio di conoscenze che possono portare e offrendo loro qualcosa di attraente e stimolante, nuove opportunità che sino ad ora sono state per loro irraggiungibili. È auspicabile che ci sia un collegamento con la comunità locale, con l’obiettivo di colmare il divario tra i giovani e la società. • la socializzazione: è necessario innescare e favorire un processo di socializzazione, aiutando i giovani a comunicare e a collaborare tra loro. Messi nella condizione di conoscere e incontrare altri giovani, i loro pregiudizi, stereotipi e certezze verranno messi in discussione. Nonostante le differenze, scopriranno che altri giovani condividono le stesse speranze e aspirazioni per il futuro. I giovani capiscono più a fondo la vita degli altri quando vi è una connessione di tipo emotivo. • l’autostima: accrescere l’autostima è obiettivo importante di tutti i progetti riguardanti i giovani, ancora di più quando sono volti all’inclusione. La bassa autostima è spesso messa in collegamento con una vasta gamma di problemi sociali. L’autostima viene da dentro noi stessi, ma un elemento chiave per il suo sviluppo è la costruzione personale del senso di adeguatezza che risulta dall’interazione con

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gli altri e con l’ambiente in cui si vive. I giovani svantaggiati, per definizione, hanno minori opportunità di sperimentare queste interazioni che generano fiducia, un feedback positivo, un senso di adeguatezza.

PER APPROFONDIRE • Programma di Partenariato sulla Formazione Giovanile Europea, T-Kit “Inclusione Sociale” http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/Publications/T_kits/8/Italian/tkit8_italian.pdf

• Salto-Youth ID Booklet “Idee per l’inclusione e la diversità” http://www.salto-youth.net/downloads/4-17-2069/IDBookletIT.pdf

La diversità culturale e la dimensione interculturale Il preambolo della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea afferma che: “L'Unione Europea si fonda sui valori indivisibili ed universali di dignità umana, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà; l’Unione si basa sui principi di democrazia e dello Stato di diritto (…). L'Unione contribuisce al mantenimento e allo sviluppo di questi valori comuni, nel rispetto della diversità delle culture e delle tradizioni dei popoli europei, dell'identità nazionale degli Stati membri". Il concetto di diversità costituisce dunque uno dei pilastri dell’Unione Europea per conseguire i propri obiettivi strategici di cooperazione e integrazione e costruire un’Europa più inclusiva. Seguendo questo approccio, la dimensione interculturale dei progetti costituisce uno strumento fondamentale per promuovere il dialogo tra diverse culture e per coinvolgere i giovani europei nella vita politica e sociale delle proprie comunità. La cultura viene considerata come il “software” che le persone usano nella vita di tutti i giorni; viene comunemente descritta come quell’insieme complesso di conoscenze, idee, leggi, fedi, costumi, tradizioni e di tutte quelle capacità e abitudini che una persona acquisisce volontariamente o involontariamente nel suo essere parte di una nazione. La cultura può essere considerata come un iceberg di cui solo una piccola parte emerge dall’acqua ed è visibile: architettura, arte, cucina, musica, lingua ecc. La punta dell’iceberg è però sostenuta da una parte molto più grande e solida che si trova sott’acqua ed è perciò invisibile. Le fondamenta della cultura sono difficili da individuare: la storia del gruppo, le sue regole, i valori, le stesse idee sullo spazio, la natura, il tempo, ecc. Il modello iceberg sottolinea la difficoltà a capire i popoli con basi culturali diverse poiché è possibile individuare solo le parti visibili del “loro iceberg”, senza riuscire a vedere subito quali sono le basi sulle quali poggiano. Ci ricorda anche che negli incontri interculturali, quelle che a prima vista possono sembrare affinità potrebbero basarsi su presupposti completamente diversi dalla realtà. L’apprendimento secondo un approccio interculturale significa perciò rendersi conto di quella parte inferiore del proprio iceberg. C’è una differenza abissale tra accettare un’azione e capirla. Obiettivo del dialogo interculturale e perciò dei progetti Giovani e Democrazia è quello di rendere possibile la comprensione delle idee e delle azioni di persone con differenti background culturali anche senza doverle necessariamente condividere. La sfida di ogni progetto nel campo della gioventù è di favorire l’apprendimento interculturale dei partecipanti, attraverso esercizi e processi di educazione non formale che aiutino i ragazzi a rafforzare

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la propria identità individuale o di gruppo non in contrapposizione ma in comunicazione con gli altri; a sviluppare una personalità curiosa, attenta, disponibile, sensibile e rispettosa dell’altro; a stimolare la riflessione su di sé, sugli altri, sugli stereotipi e i pregiudizi; a prendere coscienza della complessità dei punti di vista e quindi essere capace di cambiare il proprio essere; in conclusione, ad affrontare meglio le difficoltà delle società moderne. È infine utile conoscere le principali linee guida su cui poggia l’apprendimento interculturale nel lavoro giovanile: • l’apprendimento interculturale si basa su un processo di apprendimento lento e continuo. Coinvolge sia la ragione che i sentimenti; • l’apprendimento interculturale si basa sulla diversità e la differenza, sul pluralismo, su domande aperte e complesse e infine sulla riflessione e il cambiamento; • l’apprendimento interculturale si basa sul confronto tra me e te, sui legami e la solidarietà, sul prendere seriamente gli altri; • l’apprendimento interculturale si basa sulla formazione e il cambiamento dell’identità personale, sulla comprensione dei cambiamenti di significato, sull’accettazione di tensioni e contraddizioni. • l’apprendimento interculturale attribuisce grande importanza alle differenze e ai diversi contesti di vita; • l’apprendimento interculturale si basa sulla democrazia e la cittadinanza, porta a schierarsi contro l’oppressione e l’esclusione e i meccanismi sui quali si fondano.

PER APPROFONDIRE • Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea http://www.europarl.europa.eu/charter/default_it.htm

• Consiglio d’Europa - Commissione Europea T-Kit “Apprendimento Interculturale” http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/publications/T-kits/4/Tkit_4_ITA

Arrivati a questo punto chiedetevi in che modo il vostro progetto sia collegato alle priorità annuali (2012) del Programma “Gioventù in Azione”. Le cinque priorità annuali del 2012 sono le seguenti: Disoccupazione giovanile, Lotta contro la povertà e l'emarginazione, Creatività e imprenditorialità, Lo sport per promuovere stili di vita salutari, inclusione sociale e partecipazione attiva, Sfide ambientali globali e cambiamento climatico. Ancora una volta non è necessario focalizzarsi su tutte le priorità, ma scegliere soltanto quelle in linea con il vostro progetto. Ricordatevi che gli obiettivi generali, le priorità permanenti e annuali, vi spiegano perché il vostro progetto è importante nel quadro del Programma “Gioventù in Azione”.

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APPRENDIMENTO NON FORMALE L'apprendimento non formale è quello che ha luogo al di fuori del curriculum previsto dall’istruzione formale. Le attività di apprendimento non formale si svolgono su base volontaria e sono accuratamente progettate per favorire lo sviluppo personale, sociale e professionale dei partecipanti. In Europa, la maggior parte dei cittadini ha ricevuto nella propria vita una qualche forma di scolarizzazione. Questa istruzione scolastica formale si basa normalmente su una relazione “verticale” tra studente e insegnante: colui che possiede la conoscenza e la trasmette (insegnante) e colui che la riceve (discente). L’istruzione non-formale, al contrario, può essere spiegata con la formula “learning by doing”, ovvero imparare direttamente sul campo. La metodologia di apprendimento consiste nell’interazione tra i discenti e le concrete situazioni di cui fanno esperienza. Non vi sono insegnanti che impartiscono lezioni ex-cathedra: i giovani, gli animatori giovanili, gli educatori (trainer) sviluppano insieme conoscenze e competenze, in una relazione “orizzontale”. I principi dell'apprendimento non formale: • Utilizza metodi partecipativi, incentrati su chi apprende. • Costruito in base agli interessi dei giovani. • La valutazione di fallimento o successo non è mai individuale ma collettiva, diritto di sbagliare. • Realizzato in ambienti e situazioni nelle quali la formazione e l'apprendimento non sono l'unica attività. • Il contesto di apprendimento deve mettere a proprio agio i partecipanti. • Le attività sono guidate da facilitatori dell’apprendimento, sia professionisti sia volontari. • Le attività sono pianificate in base a obiettivi e si rivolgono a gruppi target specifici. Le metodologie partecipative utilizzate nell’educazione non formale sono molte e sono strettamente legate agli obiettivi che si intendono raggiungere attraverso il proprio progetto un’iniziativa focalizzata sull’inclusione di giovani con minori opportunità, svilupperà strumenti di apprendimento diversi da attività che mirano a educare alla cittadinanza europea. Ogni situazione è diversa. Leggete i metodi presentati nelle varie pubblicazioni che vi consigliamo come approfondimento e, in questa prospettiva, sceglieteli, adattateli o create qualcosa di nuovo a seconda delle particolari esigenze del gruppo. I metodi presentati non sono verità assolute, sono degli esempi, una raccolta di esperienze utili. Nello sviluppo delle attività educative e nella definizione dei contenuti è importante spiegare chiaramente quali sono le competenze chiave sviluppate nel nostro processo di apprendimento. Gli elementi qualitativi da considerare nella realizzazione di un’attività di apprendimento non formale sono: chiarezza degli obiettivi - qualità dello staff (volontari e professionali) varietà dei metodi partecipativi utilizzati - equilibrio tra attività educative individuali e di gruppo - divisione appropriata del tempo tra studio, svago e tempo privato - equilibrio tra apprendimento cognitivo, emotivo e comportamentale nella definizione delle attività.

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Le competenze chiave per l’apprendimento permanente L’Unione Europea ha identificato e definito otto competenze che contribuiscono alla realizzazione personale, alla coesione sociale, alla cittadinanza attiva e all’occupazione. Le istituzioni europee ed i governi nazionali basano le loro strategie per una istruzione e formazione di qualità su tale raccomandazione. Per “competenza” si intende una combinazione di conoscenze, abilità e attitudini adeguate per affrontare una situazione particolare. Nello specifico i giovani dovrebbero acquisire tali competenze per poter affrontare al meglio la vita adulta. Esse sono: 1. Comunicazione nella madrelingua. 2. Comunicazione nelle lingue straniere. 3. Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia. 4. Competenza digitale. 5. Imparare ad imparare. 6. Competenze sociali e civiche. 7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità. 8. Consapevolezza ed espressione culturale. I progetti in campo giovanile contribuiscono, attraverso l’educazione e l’apprendimento non formale, in varia maniera all’acquisizione delle competenze chiave. Un progetto Giovani e Democrazia può sviluppare, ad esempio, le competenze civiche e sociali, la comunicazione in una lingua straniera, ecc. Nell’ideazione della vostra iniziativa dovete sempre interrogarvi su quali competenze chiave svilupperete. È utile sapere che i centri risorse Salto-Youth mettono a disposizione un database denominato TOY di trainer esperti in educazione non formale che potete contattare direttamente o tramite Salto. (http://www.salto-youth.net/tools/toy/) Per maggiori approfondimenti e per esplorare e sviluppare nuovi metodi a seconda della vostra situazione di apprendimento e formazione, vi suggeriamo: • T-Kit “Fondamenti della Formazione” (per animatori): http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/Publications/T_kits/6/Italian/tkit6_italian.pdf

• T-Kit “Inclusione sociale”: http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/Publications/T_kits/8/Italian/tkit8_italian.pdf

• T-Kit “Cittadinanza europea”: http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/Publications/T_kits/7/Italian/tkit7_italian.pdf

• Il sito sull’educazione alla cittadinanza europea: http://www.european-citizenship.org/2008/04/project-characteristics/

Azione 1.3

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• T-Kit “Apprendimento interculturale”: http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/Publications/T_kits/4/Italian/tkit4_italian.pdf

• Raccomandazione UE sulle competenze chiave: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2006:394:0010:0018:IT:PDF

Azione 1.3

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IDENTIFICAZIONE

Azione 1.3


Identificazione del progetto Arrivati a questo punto, è il momento di identificare il vostro progetto, ovvero di sviluppare l’idea che intendete realizzare. Rispetto ad altre azioni del programma GiA, nell’Azione 1.3 Giovani e Democrazia, pur sempre nell’ambito dell’obiettivo generale e delle priorità permanenti, gli obiettivi che si deve prefiggere un progetto sono individuati/suggeriti dal programma con maggiore incisività e precisione, delineando i confini entro i quali il progetto stesso deve inserirsi. Come ampiamente illustrato nel capitolo precedente, l’obiettivo dell’Azione Giovani e Democrazia è di sostenere la partecipazione dei giovani alla vita democratica, di incoraggiarne la partecipazione attiva nella propria comunità locale, regionale, nazionale, internazionale. Obiettivo che può essere perseguito attraverso progetti che vadano ad agire su aspetti differenti del medesimo problema, occupandosi ad esempio di: • Promuovere il coinvolgimento dei giovani in strutture partecipative. • Sviluppare e facilitare il dialogo tra autorità pubbliche e gruppi di giovani. • Creare strutture o strategie per avvicinare i giovani ai processi decisionali politici. • Identificare e rimuovere gli ostacoli alla partecipazione dei giovani alla vita democratica. Partendo da queste considerazioni, dovete decidere come raggiungere l’obiettivo “prefissato” nell’ambito della tematica da voi scelta. Il vostro progetto rappresenta, alla luce del contesto locale, delle vostre esigenze, dei vostri interessi, il modo in cui voi intendete perseguire l’obiettivo. Per identificare il vostro progetto è necessario procedere passo dopo passo, seguendo un percorso di analisi e pianificazione che attraverso fasi successive vi porterà a definire cosa volete fare (gli obiettivi), con chi e per chi volete farlo (i partner e i beneficiari) e come volete farlo (le attività) e vi accompagnerà nella redazione della domanda di sovvenzione. Domanda di sovvenzione che deve essere presentata per via telematica utilizzando l’apposito “E-FORM” (“Electronic Application Form”) disponibile sul sito dell’Agenzia, secondo le indicazioni in esso contenute. Per sostenere la teoria con esempi pratici e semplificare il collegamento e la comprensione delle diverse tappe del percorso, si è fatto riferimento al caso di studio seguente:

Un gruppo di studenti di Scienze della comunicazione, di ritorno da un progetto Erasmus in Spagna, si fa promotore, insieme con l’amministrazione regionale, di un Progetto Giovani e Democrazia che miri a migliorare e facilitare il dialogo tra giovani e autorità pubbliche e consenta loro di sviluppare competenze nell’ambito della comunicazione istituzionale. I partner individuati sono studenti spagnoli dell’Università presso la quale hanno maturato l’esperienza di studio all’estero e l’ufficio per le relazioni con il pubblico del medesimo Ateneo.

Azione 1.3

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ANALISI DEI PROBLEMI E DEGLI OBIETTIVI Come si procede? Alla base di un progetto c’è sempre un bisogno, una vostra esigenza da soddisfare. Esigenza che nel caso di un Progetto Giovani e Democrazia è sempre legata al limitato coinvolgimento dei giovani alla vita partecipativa e democratica della propria comunità, alla difficoltà di dialogo tra giovani e autorità pubbliche. Dovete analizzare questa esigenza in relazione al contesto della vostra comunità e in relazione a una tematica di vostro interesse rispetto alla quale avvertite effettivamente tale esigenza e sulla quale si concentrerà il vostro progetto. Ad esempio, siete interessati alla politica e avvertite un disagio legato alla distanza tra voi, la vostra comunità locale e chi la rappresenta, o alla mancanza di un rappresentante delle istanze di voi giovani? Potreste ideare un progetto che miri ad avvicinare i giovani alla politica, a superare gli ostacoli che incontrano nel farlo, a stimolarne la partecipazione attiva. Siete un gruppo di giovani appena usciti dal liceo turistico, vorreste dare il vostro contributo allo sviluppo del turismo nel vostro comune, proponendo ad esempio idee innovative, ma avete difficoltà a farlo? Potreste realizzare un progetto insieme all’ufficio di promozione turistica locale, in modo da instaurare con esso un dialogo soddisfacente e costruttivo.

Un progetto ben strutturato non può quindi prescindere da un’esigenza chiaramente individuata, da una tematica di interesse comune e da un’adeguata analisi del contesto in cui si realizza, dovendo avere necessariamente un legame con la realtà/comunità locale in cui si inserisce. Se così non fosse, ogni progetto sarebbe “trasferibile” a scatola chiusa in qualsiasi altro contesto. Se avete deciso di realizzare un Progetto Giovani e Democrazia su uno specifico tema vuol dire che avete individuato, forse senza nemmeno pensarci, un’esigenza, un fabbisogno vostro e della vostra comunità locale legato a quella tematica: è il momento di analizzarla!

Stabilito e condiviso da tutti i partecipanti del vostro gruppo e da tutti i promotori il tema comune sul quale concentrarvi (Q), dovete individuare il beneficio che il progetto porterà a voi giovani che

Azione 1.3

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lo realizzerete e in maniera più ampia alla Q - CONTROLLO DI QUALITÀ vostra comunità locale, chiedendovi: perché vogliamo realizzare il progetto? O anche, Il tema del progetto deve essere chiaramente perché c’è bisogno di questo progetto? La doidentificato e deve essere condiviso dai compomanda potrà sembravi superflua e la risposta nenti del gruppo e da tutti i promotori. scontata, in quanto nella vostra testa avete già chiari i motivi; ma proprio la risposta Si privilegiano tematiche focalizzate sulla partecipazione dei giovani ai meccanismi parteciparappresenta il punto di partenza e di arritivi, sulla possibilità per i giovani di confrontarsi vo del vostro progetto. Se rispondete evicon concetti e procedimenti di cittadinanza denziando gli aspetti negativi state indiviattiva, sullo sviluppo del dialogo tra giovani e duando l’esigenza che vi spinge a realizzarlo decisori politici. (il problema da cui nasce il vostro progetto), se vi concentrate su quelli positivi state invece definendo l’obiettivo che volete raggiungere attraverso il vostro progetto. Sembrerà strano, ma se ci pensate bene un problema non è che l’altra faccia di un obiettivo…e viceversa. Se un problema/fabbisogno è la formalizzazione di un disagio, l'obiettivo corrispondente è l'eliminazione o riduzione di quel disagio. Non ne siete convinti? Ecco un esempio di due possibili risposte alla domanda precedente riferite al caso di studio proposto: • Risposta in termini positivi - obiettivo: per promuovere il dialogo tra giovani e autorità pubblica. • Risposta in termini negativi - problema: perché il dialogo tra giovani e autorità pubblica è insufficiente e inadeguato. Dato che state analizzando la situazione iniziale che avete intenzione di migliorare, dovete in questa fase concentrarvi sull’aspetto negativo della realtà attuale, quindi sulle criticità che presenta. Partendo dal problema/fabbisogno principale individuato, sempre in riferimento al contesto e alla vostra idea di progetto, cercate di individuare i problemi sottostanti e le cause che li determinano. I problemi non si presentano mai isolati, ma sono tra loro collegati e concatenati. Nel caso di studio proposto i problemi sottostanti possono essere individuati nelle poche occasioni d’incontro e discussione tra giovani e politici/amministratori, nel disinteresse dei giovani ad essere coinvolti nella vita politica e della comunità, nella loro sfiducia nei confronti dei politici e degli amministratori, nell’incapacità di ascolto di questi ultimi e nella distanza che li separa dai giovani, nella scarse competenze civiche, politiche e comunicative dei giovani. Una volta che li avete individuati, non rimane che ordinarli gerarchicamente in base al nesso causaeffetto che li lega, costruendo, livello dopo livello, quello che comunemente si definisce “Albero dei problemi”. L'albero dei problemi permette di collocare i problemi in un diagramma di causa-effetto (ovvero determinare cosa provoca cosa e cosa è provocato da qualcos'altro), presentando, in senso verticale dal basso verso l'alto, i legami causali esistenti tra i problemi identificati. Per aiutarvi nella costruzione dell’albero dei problemi scriveteli su dei post-it, in modo poi da poterli spostare e ordinare secondo il nesso che li lega, e cercate di rispondere a queste domande, vedrete che sarà tutto più semplice: • da che cosa è generato il problema? • in quali problemi più ampi si colloca? • quali problemi genera? Azione 1.3

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Per tornare al caso di studio: 1) cosa genera l’insufficiente dialogo tra giovani e autorità pubblica? Le limitate occasioni di confronto e discussione (causa); 2) le limitate occasioni d’incontro da cosa sono generate? E/o quali problemi generano? Generano distanza tra giovani e politici/amministratori (effetto); 3) tale distanza da cosa è generata? E/o quali problemi genera? È generata dalla scarsa propensione all’ascolto dei decisori politici (causa), dalle limitate capacità comunicative dei giovani e dal loro disinteresse a essere coinvolti (causa); 4) tale disinteresse da cosa è generato? E/o quali problemi genera? È generato dalla sfiducia dei giovani verso la politica e l’autorità pubblica (causa) e dalla loro scarsa cultura civico/politica (causa). L’albero corrispondente è così composto:

Insufficiente dialogo tra giovani e autorità pubblica

EFFETTI Distanza tra giovani e politici/ amministratori pubblici

Limitate occasioni di confronto e discussione

Disinteresse dei giovani a essere coinvolti e verso la politica

Scarsa propensione all’ascolto dei responsabili politico/amministrativi

CAUSE Sfiducia dei giovani verso la politica e l’autorità pubblica

Azione 1.3

Limitata cultura politica e civica dei giovani

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Scarsa capacità comunicativa dei giovani


Analisi degli obiettivi Definita la faccia negativa della medaglia, rappresentata dai fabbisogni che avete individuato e sintetizzato nell’albero dei problemi, è ora necessario occuparsi di quella positiva, passando all’analisi degli obiettivi e alla costruzione dell’albero degli obiettivi, che nei suoi rami presenterà gli aspetti positivi della situazione desiderata per il futuro, una volta realizzato il vostro progetto. Immaginate l’Albero degli obiettivi come lo specchio positivo dell’albero dei problemi. A questo punto il passaggio dall’uno all’altro è tecnicamente molto semplice: basta trasformare ogni condizione attuale negativa (problema) in una condizione positiva futura (obiettivo), partendo dalla base dell’albero.

Problema

Obiettivo

Insufficiente dialogo tra giovani e autorità pubblica

Sviluppato e facilitato il dialogo tra giovani e autorità pubblica

Per aiutarvi, ponetevi questa domanda: la soluzione del problema a cosa porterebbe? Partite dal livello inferiore, dal problema più piccolo: rispondete, sostituite ed avete costruito il vostro “Albero degli obiettivi”.

Sviluppato e facilitato il dialogo giovani artisti e assessorato alla cultura

SCOPI Migliorato il rapporto tra giovani e politici/responsabili pubblici

Create occasioni di confronto e discussione

Stimolata la voglia di partecipazione dei giovani

Migliorata la predisposizione all’ascolto dell’amministratore

MEZZI Migliorato il giudizio dei giovani riguardo alla politica e agli amministratori pubblici

Azione 1.3

Sviluppate competenze civiche e politiche dei giovani

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Sviluppate competenze comunicative dei giovani artisti


SUGGERIMENTI

Controllate che i vostri obiettivi siano: espressi chiaramente, facilmente comprensibili, raggiungibili dal gruppo entro la durata del progetto, impegnativi ma realistici.

Il prodotto di questa analisi genererà: il vostro obiettivo specifico, gli obiettivi intermedi, i problemi che vi proponete di affrontare…che sarete in grado di illustrare nell’E-FORM nelle sezioni relative a obiettivi, priorità e tematiche del progetto.

Azione 1.3

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DEFINIZIONE DELLA PARTNERSHIP Mentalmente avrete fino ad ora fatto riferimento ad uno o più partner con i quali realizzare il progetto. È arrivato il momento di individuarli compiutamente e di selezionarli. Un progetto Giovani e Democrazia deve coinvolgere almeno due Paesi e almeno 4 partner (promotori), due per ciascun Paese (Q). Tralasciando in questa sede i partner pubblici e quelli aventi una struttura consolidata (organizzazioni, associazioni, enti), e concentrandosi sulle modalità di ricerca di un partner rappresentato da un gruppo informale di giovani proveniente da un altro Paese, dovete chiedervi con chi desiderate condividere il vostro progetto, inteso come obiettivi, valori, attività, decisioni.

Q - CONTROLLO DI QUALITÀ Una partnership composta da promotori con profili differenti (p.es. coinvolgendo autorità locali e Ong) può aiutare la realizzazione dell’attività, in particolare se lo scopo è di favorire l’interazione tra giovani e responsabili decisionali.

La qualità della partnership è legata fondamentalmente a tre aspetti: • la sua composizione: deve essere garantito un giusto equilibrio in riferimento al numero di partecipanti per ciascun gruppo partner, auspicando l’uguaglianza di genere all’interno di ciascun gruppo, la diversità linguistica e culturale, incoraggiando la partecipazione di giovani con minori opportunità; Q - CONTROLLO DI QUALITÀ • il coinvolgimento di tutti i gruppi partecipanti nella scelta delle attività, del metodo, nella realizzazione delle attiL’esigenza da cui nasce il progetto deve vità; essere avvertita anche dai partner nella • la condivisione degli obiettivi del proloro realtà (esigenza comparabile). La partnership è adeguata? getto, che presuppone un confronto delle diverse realtà locali e la comparabilità delle esigenze espresse da ciascuno. Se le esigenze non collimano o sono in contraddizione dovete semplicemente accettare il fatto che non siete davanti al partner giusto per realizzare il vostro progetto. Esigenze diverse hanno bisogno di strategie diverse (Q). Insieme ai partner selezionati, intendendo in questo caso tutti gli altri promotori, è necessario verificare alcuni dei passaggi precedenti (analisi dei problemi e degli obiettivi), provvedendo eventualmente ad aggiustare il tiro nella definizione dell’obiettivo specifico del progetto.

Azione 1.3

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SUGGERIMENTI

Per aiutarvi nella ricerca partner vi suggeriamo: i centri risorse Salto-Youth (http://www.salto-youth.net/rc/participation/partnerrequests/); la banca dati “Otlas” (www.salto-youth.net/otlas).

Al termine di questo laborioso processo di ricerca, coinvolgimento e condivisione di obiettivi e temi, non vi rimane che descriverlo nell’E-FORM nella sezione riguardante partnership e attività.

Azione 1.3

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ATTIVITÀ Strategia d’intervento: cosa fare? Una volta costruito l’albero degli obiettivi, dovete decidere la strategia per raggiungerli, dovete definire le attività che quotidianamente metterete in atto per realizzare il progetQ - CONTROLLO DI QUALITÀ to. Se vi trovate di fronte a un albero degli obiettivi complesso e “ramificato” vuol dire Non pensate di poter fare tutto. Ci sono più che avete svolto al meglio le analisi precestrade per raggiungere un obiettivo, voi denti, ma vuol dire anche che dovete decidovete percorrerne una sola, la vostra. dere il percorso da seguire per raggiungere l’obiettivo posto in cima. Scegliete valuRicordatevi che le attività devono garantire opportunità di apprendimento ed essere: tando le diverse opzioni alla luce di quelle che • chiaramente definite; considerate le priorità (vostre, dei partner, del• realistiche; le comunità locali, del programma), delle • in linea con gli obiettivi del progetto e del possibilità di successo, delle competenze programma; specifiche che possedete, delle disponi• equilibrate e coerenti. bilità finanziarie (Q). Fatto? Allora non vi resta che collegare ad ogni obiettivo intermedio un’attività che vi porti a raggiungerlo, anche se vedrete che la stessa azione porterà contemporaneamente a più obiettivi intermedi. Ponete attenzione all’equilibrio tra le diverse attività che il progetto prevede: attività educative, ricreative, di socializzazione e conoscenza, sono parimenti importanti e meritano ognuna un tempo adeguato (Q). Sicuramente nella vostra testa le attività che intendete porre in essere sono ben chiare, addirittura quasi ovvie, essendo stati voi ad ideare il progetto. Lo stesso non si può dire per chi lo legge per la prima volta e non ha partecipato alla sua costruzione, come ad esempio il valutatore: è quindi indispensabile che illustriate in maniera approfondita le attività che intendete realizzare, scendendo nel dettaglio delle singole fasi sia in termini di modalità che di tempi di attuazione. Mettetevi nei panni di chi legge e valuta: non si può valutare positivamente ciò che non risulta chiaro! Per definire le attività del progetto in modo adeguato e coerente con lo stesso e con il Programma, dovete rispondere a una serie di domande, le principali delle quali sono sintetizzate nello schema seguente: Come si sviluppa il nostro progetto? Cosa facciamo per raggiungere l’obiettivo prefissato? Dovete individuare nel dettaglio le attività che verranno realizzate nel corso del progetto, sia direttamente dal vostro gruppo che dagli altri promotori.

Elementi chiave: partecipazione dei giovani, cittadinanza attiva, dimensione europea del progetto.

Come lo facciamo? Dovete scendere nel concreto di come fare quanto previsto, del metodo di lavoro adottato, della sequenza logica delle attività, ponendo attenzione all’equilibrio in termini di tempo dedicato a ciascuna di esse.

Azione 1.3

Elementi chiave: innovatività, competenze possedute e richieste, opportunità di apprendimento, equilibrio tra le attività.

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In che modo intendiamo favorire lo sviluppo e l’acquisizione di competenze? Dovete specificare le attività di apprendimento non formale previste dall’iniziativa e l’oggetto dell’apprendimento.

Elementi chiave: apprendimento non formale e educazione alla partecipazione attiva.

Come favorire l’approccio partecipativo nel partenariato e nei confronti della società esterna? Coinvolgete i membri del partenariato in ogni fase: tutti devono sentirsi motivati per raggiungere gli obiettivi stabiliti. Garantite a ciascuno influenza sulle decisioni inerenti il progetto e lasciate spazio all’interazione tra i partecipanti. Sperimentate strategie per avvicinarvi alle istituzioni e a i processi decisionali.

Elementi chiave: coinvolgimento, apprendimento interculturale, partecipazione nel processo decisionale.

Come superare gli ostacoli alla partecipazione dei giovani ai meccanismi di democrazia rappresentativa? Sviluppate un dialogo aperto con i decisori politici che superi le barriere generazionali e vi ponga come interlocutori/partner dello stesso livello.

Elementi chiave: flessibilità e apertura nei confronti delle istituzioni, processi decisionali più rappresentativi, apprendimento non formale.

Chi fa cosa? Come sono suddivisi i compiti tra i gruppi partner, relativamente alle attività comuni e/o complementari, e all’interno dei singoli gruppi? Specificate, considerando le competenze di tutti i promotori, come intendete suddividere i compiti, le competenze apportate da ciascuno, dalle comunità locali o da reperire all’esterno, il tipo di training da attivare per colmare eventuali gap tra competenze necessarie e possedute.

Elementi chiave: partecipazione dei promotori, dialogo giovani/adulti, competenze eterogenee, apprendimento formale e non formale di nuove conoscenze.

Come superare le differenze e gestire le difficoltà nella partnership giovani/adulti? Considerate il conflitto come un aspetto normale dell’interazione e come un’opportunità per nuove idee, creatività e miglioramento. Aiutate gli adulti a comprendere i vostri bisogni e punti di vista, create opportunità per condividere esperienze e conoscenze.

Elementi chiave: dialogo giovani/adulti, conoscenza e comprensione reciproca, valorizzazione delle differenze, inclusione, comunicazione efficace all’interno del partenariato.

Dove lo facciamo? Individuate sedi, spazi comuni, spazi all’aperto, alloggi dei partecipanti. Ricordate che le attività devono aver luogo nel paese/paesi di uno o più promotori. Realizzare le attività nei paesi di tutti i soggetti promotori, costituisce elemento qualificante del progetto.

Azione 1.3

Elementi chiave: uso intelligente degli spazi e delle risorse disponibili, sicurezza dei partecipanti.

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Quanto ci costa farlo? Definite il budget delle attività, il dettaglio dei costi totali - vostri e dei partner - da sostenere per realizzare il progetto (vedi sezione specifica).

Elementi chiave: costi coerenti con la sovvenzione richiesta e le attività previste.

Quando lo facciamo? Definite il crono-programma delle attività, che deve essere logicamente coerente e rispettare la durata prevista per i Progetti Giovani e Democrazia.

Elementi chiave: coerenza tra il contenuto del progetto, le attività e il calendario delle attività.

In che modo intendiamo valutare le attività? Definite le modalità di valutazione in itinere e finale, ovvero come intendete valutare le singole attività che realizzerete e il progetto nel suo complesso (es. moduli di autovalutazione, report, ecc.).

Elementi chiave: obiettivi del progetto e del programma, soddisfazione delle aspettative dei gruppi e delle comunità locali, apprendimento, impatto locale, costanza nella valutazione.

Si intravede il traguardo, ma qualche risposta ancora manca. Dall’elenco è stata volutamente omessa una domanda che molti nel pianificare un progetto sottovalutano o non si pongono affatto: come intendiamo garantire la sicurezza dei partecipanti? (E-FORM: sezione Protezione e sicurezza). La risposta non deve far riferimento solo agli aspetti per così dire “burocratici” della sicurezza (assicurazioni, autorizzazione per i minorenni), ma presuppone la valutazione degli eventuali rischi connessi al progetto, l’individuazione delle modalità per farvi fronte, la previsione di un adeguato numero di animatori di entrambi i sessi, ecc.

SUGGERIMENTI Molti progetti in campo giovanile sono stati già realizzati. Potrebbe essere molto utile consultare i vari database europei esistenti, per trarre insegnamento dalle esperienze degli altri e cercare di evitare gli stessi errori. Utilizzare idee di prodotti esistenti o di metodi sperimentati può aiutare nella realizzazione di un progetto più efficace. DG EAC EVE Platform http://ec.europa.eu/dgs/education_culture/eve/ DG EAC Valorisation Website http://ec.europa.eu/dgs/education_culture/valorisation/best-practice_en.htm

Quando presenterete la domanda dovrete allegare un programma settimanale/mensile dell’attività pianificata, nel quale illustrare in dettaglio i singoli interventi che il progetto prevede di realizzare e la loro tempistica.

Azione 1.3

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Il cronoprogramma rappresenta uno degli strumenti di aiuto alla pianificazione temporale delle attività del vostro progetto, definendone la sequenza, le priorità, le contemporaneità, le scadenze, i termini, ecc. Una pianificazione temporale di base consentirà, nelle fasi successive di sviluppo del progetto, di verificare l'avanzamento delle varie fasi del vostro progetto, di dettagliare il programma delle attività specifiche, di controllare le eventuali sfasature temporali, i ritardi e le possibilità/necessità di riprogrammazioni. A tal fine potete utilizzare un modello che ricalchi la tabella seguente, che non rappresenta comunque uno schema obbligatorio. Schema Programmazione Temporale Attività di progetto (Cronoprogramma da adattare)

ATTIVITA’ STADIO DEL PROGETTO

(A quali attività i partecipanti al progetto Giovani prenderanno parte, quali altri soggetti saranno coinvolti e dove tali attività avranno luogo?)

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO ATTESI (Che cosa apprenderanno i partecipanti al progetto)

ATTIVITA’ PREPARATORIE (inserire le date)

IMPLEMENTAZIONE DEL PROGETTO (es. svolgimento delle attività) (inserire le date)

ATTIVITA’ DI VALUTAZIONE (es. fase di revisione dei successi, dei risultati e dell’impatto del progetto; fase di completamento del progetto con la programmazione di attività di disseminazione e follow-up) (inserire le date)

vostre necessità...

A questo punto il vostro progetto è in dirittura d’arrivo, sarete in grado di compilare l’E-FORM nelle sezioni: Contenuti del progetto e metodologia, Dimensione interculturale, Dimensione europea, Inclusione giovani con minori opportunità.

Azione 1.3

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IMPATTO, EFFETTO MOLTIPLICATORE E FOLLOW UP Una volta definite le attività del vostro Progetto Giovani e Democrazia, dovete chiedervi quale impatto avrà sui partecipanti e sul contesto locale, nazionale ed europeo e come pensate di dare seguito all’iniziativa (follow-up). Durante un progetto Giovani e Democrazia i partecipanti hanno la possibilità di prendere parte alla vita democratica e di sviluppare il concetto di “cittadinanza attiva”. Le risultanze che possono ricadere sui giovani partecipanti sono numerose e possono: consentire un dialogo tra giovani e responsabili politico/decisionali; dare modo di partecipare o incoraggiare la partecipazione allo sviluppo della società e dell’UE; far sviluppare l’apprendimento interculturale, lo spirito d’iniziativa e di creatività; far rafforzare la mobilità dei giovani in Europa; promuovere i valori fondamentali dell’UE. È necessario, pertanto, in fase di stesura del progetto, pianificare quali strategie adoperare per far sì che il nuovo bagaglio di esperienze e di conoscenze che il giovane andrà ad ottenere, possa essere usato anche a conclusione dell’attività, di come possa essere utilizzato nella vita quotidiana, magari ampliandolo e migliorandolo. Cercare di prevedere quale sarà l’impatto di un Progetto di Giovani e Democrazia sulla comunità e sul contesto territoriale di riferimento è di fondamentale importanza proprio perché è un’iniziativa che si basa sulla possibilità per il giovane di partecipare attivamente alla vita della comunità in cui vive, intesa sia come comunità locale di appartenenza, che, in senso più ampio, come comunità nazionale ed europea. Per queste ragioni è necessario che verifichiate, sin dalla stesura del progetto, l’adeguatezza dell’impatto desiderato e le effettive possibilità di ottenerlo, chiedendovi: • Chi nella comunità beneficerà delle idee, degli scambi di esperienze e delle buone pratiche condivise a livello transnazionale tramite il vostro progetto? • In che modo i partecipanti continueranno ad interagire con il contesto locale/nazionale/europeo con cui sono entrati in contatto? • In che modo il progetto verrà condiviso tra i giovani e le Istituzioni, nazionali e del Paese partner, coinvolti? • Di quali supporti avrà bisogno il gruppo per avere l’impatto desiderato? • L’Amministrazione Pubblica coinvolta avrà interesse a instaurare forme di collaborazione stabili e di lungo termine con i giovani con cui è entrata in contatto? Se siete riusciti a dare una risposta a queste domande vuol dire che siete sulla buona strada! La visibilità delle attività progettuali, la diffusione e valorizzazione dei risultati (queste ultime due trattate nella prossima sezione) e le relative attività che riuscirete a mettere in campo, vi aiuteranno a ottenere un maggiore impatto per il vostro progetto e a moltiplicarne gli effetti positivi. Infine bisogna interrogarsi sulla sostenibilità e sulla possibilità di portare avanti gli obiettivi del progetto nel futuro, affinché non rimanga una bellissima ma isolata esperienza. Potrebbe scaturire una nuova attività a partire dai risultati che sono stati raggiunti? Sarebbe possibile coinvolgere un nuovo promotore in una prossima iniziativa? Un nuovo progetto di Gioventù in Azione potrebbe aiutare a sviluppare ulteriormente le competenze del gruppo? Come potrebbe essere portata avanti la discussione sui temi scelti? Sarà possibile realizzare nuove attività per implementare i risultati raggiunti? E’ stato previsto come mantenere i contatti tra i ragazzi e le istituzioni? In che modo si potrebbero raggiungere altri partecipanti?

Azione 1.3

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VISIBILITA’

Azione 1.3


Ogni anno in Europa sono migliaia i progetti finanziati il cui impatto diretto ricade sulle nuove generazioni di cittadini europei, sulla società nel suo complesso e sui decisori politici. La Commissione Europea vuole massimizzare la visibilità di Gioventù in Azione tramite processi che avvengono sia in fase di svolgimento delle attività (visibilità) che successivamente la chiusura dei Progetti Giovani e Democrazia (disseminazione e valorizzazione). L’azione di visibilità consiste nel promuovere le attività del vostro progetto, il programma Gioventù in Azione e le opportunità che offre ai giovani, prima e durante la realizzazione dell’iniziativa. Se mostrerete all’esterno ciò che di buono state realizzando riuscirete a coinvolgere un maggior numero di partecipanti; farete conoscere il vostro gruppo ottenendo un maggior credito da parte delle Istituzioni e degli Enti Pubblici con cui potrete entrare in contatto; potrete ricevere ulteriori finanziamenti. Ricordate che per raggiungere un qualsiasi target di pubblico dovrete prima analizzare da chi è composto, quale tipo di messaggio si mostri eventualmente disponibile ad ascoltare, quale sia il momento adatto per far circolare tale messaggio e quale strumento utilizzare a tal fine. Alcuni brevi consigli per migliorare la vostra comunicazione: • definite la vostra immagine e quella del vostro progetto in modo da risultare interessanti: utilizzate un titolo significativo e semplice da ricordare, sarà il primo messaggio che raggiungerà il mondo esterno! • realizzate un vostro simbolo o logo e utilizzatelo sempre nel materiale prodotto (CD-Rom, DVD, sito internet, lettere, t-shirt, cappellini, volantini pubblicitari …): sarà più facile ricordarsi del vostro progetto. • non dimenticate di utilizzare il logo del programma Gioventù in Azione secondo quanto indicato al seguente link: http://ec.europa.eu/dgs/education_culture/publ/graphics/identity_en.html. È obbligatorio e certifica che un’importante istituzione ha creduto nel vostro progetto finanziandolo! • utilizzate foto, elementi visivi e immagini evidentemente collegate allo spirito del progetto e al target group. • ricordate che state collaborando con Pubbliche Istituzioni che sono dotate di propri mezzi per pubblicizzare le iniziative cui prendono parte (siti internet di Comuni, Provincie, Assessorati, giornali a diffusione locale, …) e, inoltre, godono di canali preferenziali con i media: interagite con i loro uffici stampa. • sollecitate tutti i vostri partner a pubblicizzare l’iniziativa sui loro mezzi di comunicazione; • contattate persone al di fuori del gruppo dei partecipanti (tramite incontri, conferenze, siti web, blog, facebook, video on-line...): coinvolgere quante più persone è il miglior modo per aumentare la visibilità del vostro Progetto Giovani e Democrazia. • sappiate lavorare in modo professionale con la stampa e i media in generale in modo da ottenere visibilità e pubblicità gratuita; sappiate contattare la tipologia di media più adatta al vostro progetto. • accertatevi di pubblicizzare il progetto non solo nel vostro Paese ma anche in tutti quelli dei vostri partner transnazionali coinvolti.

SUGGERIMENTI Salto-youth hanno realizzato una pubblicazione molto utile, Making Waves (http://www.salto-youth.net/downloads/4-17-1408/MakingWaves.pdf), la quale offre molti esempi su come migliorare la visibilità delle attività e la disseminazione e valorizzazione dei risultati!

Azione 1.3

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DIFFUSIONE E VALORIZZAZIONE

Azione 1.3


La Commissione Europea definisce come una priorità la diffusione e valorizzazione dei risultati provenienti dai progetti: vuole, in tal modo, ottimizzare il valore, la sostenibilità, il trasferimento e il consolidamento nei sistemi, a livello locale e globale dei risultati. Solo così le attività dei Progetti Giovani e Democrazia potranno essere considerate non il punto di arrivo ultimo ma il punto di partenza per altre attività future. Per raggiungere tali obiettivi, dovrete, in fase di stesura del progetto, pianificare delle strategie da attuare a chiusura delle attività. La diffusione (o più propriamente la disseminazione) non è da intendersi soltanto come diffusione del progetto al più ampio numero di partecipanti possibili, ma piuttosto come un processo pianificato di disseminazione dei risultati raggiunti, in uno spirito di condivisione con i gruppi target a cui volete rivolgervi. Sin dalla fase di stesura del Progetto, quale che sia il risultato che vi prefissate di raggiungere (coinvolgere dei giovani in strutture partecipative, sviluppare un dialogo tra autorità pubbliche e gruppi di ragazzi, dare l’opportunità a policy maker di conoscere meglio il mondo dei giovani e le loro grandi potenzialità, creare metodi per avvicinare i ragazzi ai processi decisionali o per rimuovere gli ostacoli alla loro partecipazione attiva alla vita democratica, …), dovrete riuscire a prevedere dei metodi per metterlo a disposizione del più ampio numero di soggetti. Inoltre, il Progetto permetterà ai giovani partecipanti di ottenere nuove competenze e capacità (relazionarsi con una diversa generazione, conoscere il funzionamento dei centri decisionali, acquisire la consapevolezza di poter formulare delle proposte che possono influire sul contesto sociale, creare un processo meritocratico tramite cui credere di più in se stessi e nelle proprie capacità, …) che saranno “spendibili” in un contesto esterno. Anche questi risultati devono essere messi a disposizione per il più ampio numero di soggetti. E’ quindi importante trovare il modo per documentare i risultati che vi siete prefissati e renderli visibili. Qualche suggerimento: • se il punto di forza del vostro progetto pensate sia il metodo utilizzato, prevedete di documentare come lo avete realizzato e come potrebbe essere adattato ad altri contesti. Potreste fare un video o una pubblicazione che racconta come avete implementato il vostro nuovo metodo; • presentate la cooperazione con i vostri Paesi partner mostrando il networking che intendete creare: le istituzioni nazionali e transfrontaliere coinvolte, le organizzazioni, gli operatori giovanili coinvolti, …; • prevedete di tradurre nella lingua del Paese partner e in inglese tutte le pubblicazioni, i CD, il sito internet che realizzerete; • potete prevedete di rilasciare un attestato che riconosca le conoscenze e competenze acquisite dai ragazzi durante lo svolgimento delle attività; • prevedere di raccogliere immagini, video e documenti che mostrano i momenti di incontro, i seminari, le conferenze dei partecipanti con gli enti pubblici. Nella fase di disseminazione dei risultati è molto importante fare attenzione alla scelta degli strumenti di comunicazione. Essi devono essere appropriati, a seconda degli attori cui vi rivolgerete: una conferenza potrà essere adatta per dei decisori politici ma per rivolgersi a dei ragazzi potrebbe essere meglio un incontro informale. L’ultima parte del vostro lavoro consiste nella valorizzazione (exploitation) dei risultati raggiunti dal vostro Progetto Giovani e Democrazia, cioè pianificare un processo capace di consolidare i risultati, garantendone la possibilità di utilizzo da parte di nuovi gruppi target e in nuovi contesti.

Azione 1.3

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La valorizzazione dei risultati può avere luogo tramite due diverse categorie di azioni: • azioni necessarie a garantire che i risultati del progetto siano utilizzabili da altri, in una moltitudine di contesti e Paesi Europei diversi, e che possano essere ulteriormente sviluppati in altri progetti. Se riuscirete in questo i risultati del vostro progetto continueranno a camminare con le proprie gambe! • azioni atte a persuadere i decisori politici locali, regionali, nazionali o europei ad adottare le esperienze e i risultati delle attività svolte, in modo da migliorare sistemi, best practice e procedure poste in essere. Aver realizzato in partenariato con un ente pubblico il vostro progetto, getta delle ottime basi per poter interagire con altri policy maker e riuscire quindi nell’intento generale di dare l’opportunità ai giovani di entrare a far parte della vita democratica attivamente. Qualche consiglio: • definite i vostri target group di interesse (istituzioni locali, regionali, nazionali ed europee, centri di aggregazione, scuole, organizzazioni giovanili, …) e rendete i vostri risultati coerenti alle loro necessità: in questo modo aumentate le probabilità di utilizzo futuro del vostro lavoro; • supportate gli altri a trarre vantaggio dalle vostre attività: potete prevedere delle sessioni informative o delle conferenze on line per raccontare la vostra esperienza; • rendete i vostri risultati sostenibili, cioè pensate a come farne prolungare gli effetti nel tempo; • evidenziate le criticità del vostro progetto affinché possa essere migliorato da chi ne utilizzerà in futuro i risultati.

Azione 1.3

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BUDGET

Azione 1.3


La stesura del budget rappresenta una fase importante nel processo di sviluppo del vostro progetto. Un budget mal definito, che non riflette la reale situazione, può portare al fallimento del progetto stesso o a problematiche durante la fase di realizzazione. Prima di costruire il budget preparatevi studiando i moduli di presentazione della domanda, che potrebbero contenere voci di spesa che non avevate preventivato. Eseguendo questa operazione in fase di costruzione del budget, la sua stesura risulterà più semplice. Per completare il quadro del budget dovete individuare le spese e le loro caratteristiche quali-quantitative, definire le entrate, verificare l’equilibrio tra entrate e spese.

INDIVIDUAZIONE DELLE SPESE In “Giovani e Democrazia”, l’entità del contributo è pari al 75% dei costi totali ammissibili fino a un importo massimo di € 50.000,00. Sono ammissibili alla sovvenzione le seguenti tipologie di costi: Costi diretti eleggibili: sono tutti quei costi strettamente legati alla realizzazione del progetto. Esempi: costi di viaggio, vitto e alloggio, attività, pubblicazioni, ecc. A fine progetto sarà necessario dimostrare di aver sostenuto i suddetti costi con un documento giustificativo fiscalmente valido (fatture/ricevute/biglietti di viaggio). Costi indiretti eleggibili: sono i costi gestionali e amministrativi (utenze varie, affitto locali, costo del personale permanente ecc.) sostenuti dal beneficiario e non imputabili in maniera esclusiva alle attività del progetto. Nell’azione “Giovani e Democrazia” una quota parte di questi costi può essere imputata a carico del progetto se attinente alle attività dello stesso progetto e in stretto rapporto con la sua durata. Nell’ambito dei costi indiretti, il “Programma” finanzia un importo forfettario entro il limite del 7% del totale dei costi diretti ritenuti ammissibili. Esempio: Totale costi diretti € 25.000; costi indiretti ammissibili = € 25.000*0.07= € 1.750. In sede di rendicontazione i costi indiretti non vanno documentati con ricevute o fatture. COSTI DIRETTI ELEGGIBILI Spese di viaggio Il ”Costo del Viaggio” è una stima del costo che dovete sostenere per raggiungere il luogo dove si svolgerà il progetto o parte del progetto. I parametri della stima sono: • il tragitto, di andata e ritorno, dalla propria abitazione al luogo dove si svolgerà il progetto; • il mezzo meno costoso; • la tariffa più economica. Costi di vitto e alloggio I costi di vitto e alloggio sono ammissibili esclusivamente per i partecipanti al progetto. Se alle attività di progetto partecipano responsabili/esperti esterni, la sovvenzione di Gioventù in Azione non coprirà alcun costo relativo alla loro partecipazione. I costi di viaggio, vitto, alloggio, ecc. dovranno essere coperti con altre risorse disponibili (es. contributi dei promotori, altri aiuti pubblici, ecc).

Azione 1.3

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Organizzazione di seminari, incontri, consulte, attività Si tratta di costi che occorre sostenere se il progetto prevede incontri preparatori, meeting, focus group, seminari, anche transnazionali, per coinvolgere i soggetti interessati e discutere del progetto nel suo complesso. In questa voce di spesa potete far rientrare i costi per noleggio service audio/luci, noleggio lavagna luminosa, materiale di cancelleria e di lavoro, affitto sale, ecc. Non sono ammissibili i costi per l’acquisto di attrezzature. Costi di traduzione (includendo viaggio, alloggio e onorari) Sono i compensi per servizi forniti da interpreti e includono il rispettivo costo di viaggio e alloggio. Costi per pubblicazioni/traduzioni/informazione Sono costi per produzione e pubblicazione di materiale informativo, traduzione di documenti in altre lingue. Diffusione e valorizzazione dei risultati. I promotori di un progetto devono elaborare misure volte a pubblicizzare il Programma GiA, il progetto, le sue attività e i suoi obiettivi. A tal fine è possibile prevedere seminari, conferenze, dibattiti, messaggi pubblicitari, volantinaggio, adesivi, gadget promozionali, comunicati stampa, ecc Tali spese, rientrano nei costi ordinari delle attività di un progetto, si sostengono prima e durante l’esecuzione del progetto “Giovani e Democrazia” e non riguardano i risultati del progetto stesso. Se nel vostro progetto, a conclusione dell’iniziativa avete previsto attività di diffusione e valorizzazione dei risultati, potete richiedere un ulteriore contributo relativamente alle spese connesse. Le attività di diffusione e valorizzazione devono essere chiaramente descritte nel modulo di domanda e i relativi costi dovranno essere giustificati con fatture e/o ricevute. Si tratta di costi legati, a solo titolo esemplificativo, a: creazione di un portale internet; organizzazione di eventi/convegni; allestimento di mostre fotografiche; pubblicazione di materiale informativo (brochure, opuscoli, newsletter); realizzazione di prodotti audiovisivi (CD Rom e DVD del progetto); pubblicità del progetto su stampa locale e/o canali riservati all’informazione per i giovani, pubblicazione di testimonianze dei partecipanti. Altre spese collegate direttamente all’implementazione del progetto Sono ad esempio le spese per l’assicurazione dei partecipanti, per il noleggio di beni materiali, ecc. Le spese del personale dipendente non sono ammesse nei costi diretti ma solo in quelli indiretti.

Azione 1.3

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DEFINIZIONE DELLE ENTRATE Il Programma “Gioventù in Azione” cofinanzia i progetti, ciò significa che una parte delle spese deve essere sostenuta dai promotori. In “Giovani e Democrazia” il Programma eroga un contributo pari al 75% del totale delle spese eleggibili per un importo massimo concedibile di € 50.000. Di conseguenza vi dovete attivare per coprire l’ulteriore 25%. Le fonti di finanziamento possono essere rappresentate da: • Risorse proprie: potete coprire parte delle uscite con fondi propri da reperire ad esempio con le quote associative o le quote di partecipazione (quota d’iscrizione simbolica da chiedere a coloro che intendono partecipare al progetto); • Finanziamenti privati che potete reperire tramite donazioni; • Altri aiuti economici pubblici da integrare con la sovvenzione; • Contributi in natura concessi da terzi ed esenti da qualsiasi tipo di pagamento. (N.B. non sono ammissibili i beni e i servizi apportati dai promotori). Fra i contributi in natura potete far rientrare ad esempio: - l’apporto di attrezzature di terzi (computer, macchina fotografica, ecc); - servizi forniti da professionisti/privati a titolo volontario e non oneroso.

Eccezion fatta per i gruppi informali di giovani e gli enti pubblici, se viene richiesta una sovvenzione di importo superiore a 25.000 euro, è necessario dimostrare la propria capacità finanziaria allegando alla domanda: • il conto dei profitti e delle perdite e lo stato patrimoniale relativo all'ultimo esercizio approvato, ovvero il bilancio; • un documento contenente i dati bancari, compilato dal candidato e autenticato dalla banca. Ciò consente, dopo verifica da parte dell’ANG, di proseguire il normale iter di valutazione della domanda di sovvenzione. Il superamento dell’importo di 25.000 euro s’intende calcolato per l’anno finanziario di riferimento e cumulativo di tutte le sovvenzioni richieste per qualunque Azione del Programma GiA.

Azione 1.3

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VALUTAZIONE EX ANTE

Azione 1.3


La valutazione ex-ante ha come finalità quella di valutare preliminarmente, prima della sua presentazione, il progetto così come formulato, consentendo di verificarne la qualità. In tal modo è possibile già in questa fase apportare correttivi e perfezionare il lavoro di progettazione, eliminando eventuali aspetti critici che potrebbero compromettere il buon esito della domanda e la realizzazione pratica del progetto stesso. La valutazione ex-ante analizza il progetto sotto due punti di vista qualitativi: 1. qualità in relazione al programma GiA; 2. qualità “interna” del vostro progetto. Il modo migliore per effettuarla è attraverso una serie di domande di verifica che vi permettano di ripercorrere e analizzare il progetto attraverso i suoi punti chiave. Qualità del progetto in relazione al programma Check-list di autovalutazione: • Obiettivi e priorità Gli obiettivi del progetto sono in linea con gli obiettivi generali e le priorità del programma GiA? Nella definizione del progetto e dell’obiettivo che si pone sono stati coinvolti tutti i partner? Ne avete dato chiara evidenza? • Tema del progetto Il tema del progetto è stato scelto di comune accordo con tutti i promotori? Rispecchia esigenze e interessi comuni a tutti i promotori? Ne avete dato chiara evidenza? • Partecipazione attiva dei partecipanti al progetto I partecipanti svolgono un ruolo attivo in tutte le fasi del progetto, dall’ideazione alla sua realizzazione? Ne avete dato chiara evidenza? • Impatto locale L’iniziativa è percepita come utile dai beneficiari? Il progetto mira effettivamente a soddisfare le specifiche esigenze e gli interessi delle comunità locali di partner? • Dimensione europea Il progetto affronta un tema di interesse europeo? Aumenta la consapevolezza della cittadinanza europea? O promuovere i valori europei? O riflette una preoccupazione comune per la società europea? • Dimensione interculturale Il progetto favorisce il dialogo e l’incontro interculturale? Contribuisce a combattere i pregiudizi e a sviluppare tolleranza e comprensione verso le diversità? • Apprendimento non formale Il progetto segue i principi dell’apprendimento non formale? È in grado di consentire ai partecipanti di apprendere qualcosa di nuovo? Favorisce il loro sviluppo sociale e personale? Ne avete dato chiara evidenza nel progetto? • Visibilità, diffusione e valorizzazione Sono previste attività volte a promuovere la visibilità del progetto e del programma Gioventù in Azione? Sono previste azioni volte a diffondere e valorizzare i risultati del progetto?

Azione 1.3

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Qualità “interna” del progetto Check-list di autovalutazione: • • • • • • •

Il tema del progetto è stato chiaramente identificato? Gli obiettivi del progetto sono stati chiaramente identificati? I beneficiari sono stati chiaramente individuati? E il fabbisogno da cui nasce il progetto? L’obiettivo del progetto è coerente con il fabbisogno individuato? Le attività previste sono coerenti con l’obiettivo da raggiungere? E con la durata del progetto? Il progetto è realistico e realizzabile? La partnership garantisce l'esperienza e le competenze necessarie per realizzare le singole attività? Eventualmente avete previsto come reperirle? • Sono stati considerati eventuali ostacoli alla realizzazione del progetto? • Avete tralasciato qualcosa? Che cos’altro è necessario per raggiungere questo obiettivo?

SUGGERIMENTI Fate leggere il progetto a qualcuno che non lo conosce per nulla, a qualcuno che non ha partecipato alla sua redazione, potrà fornirvi indicazioni importanti circa la chiarezza dei contenuti e della scrittura, e indicarvi eventuali punti da rivedere.

Azione 1.3

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