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La Piemontese fa fatica, vanno meglio le francesi

LA RAZZA TIPICA DEL TERRITORIO PAGA IL CALO DEI CONSUMI MENTRE CHAROLAISE E LIMOUSINE SONO PIÙ STABILI

di Silvia Agnello

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Un ulteriore calo dei prezzi e dei volumi per la razza Piemontese. Nello scorso numero de “L’Agricoltore cuneese” avevamo dato conto di una contrazione del prezzo intorno al 10%. Da allora ad inizio giugno si è registrata un’ulteriore diminuzione globale intorno al 7-8%. Le ragioni sono varie econcatenate: sicuramente il blocco della ristorazione e, in seguito, la riapertura con numeri contingentati a cui si aggiunge un timore ancora piuttosto diffuso nel frequentare locali sono elementi che hanno influito, ma è anche possibile che si sia attivata una dinamica di tipo speculativo da parte dei grandi gruppi e dei macellatori.

“Con i volumi in diminuzione e la conseguente contrazione del prezzo, gli allevatori sono in difficoltà – racconta Alberto Brugiafreddo, presidente della Sezione Bovini da Carne di Confagricoltura Cuneo –. Il problema del ribasso è marcato soprattutto sui maschi mentre sulle femmine e sulle vacche c’è più stabilità”. Meno critica invece la situazione delle razze francesi. Grazie al costo al consumatore più contenuto, il posizionamento sulla filiera della grande distribuzione ha contenuto la variazione dei prezzi rispetto allo scorso anno. A soffrire un po’ di più, soprattutto nel prezzo è stata la Charolaise, mentre per la Limousine la situazione è abbastanza stabile. Racconta Claudio Gastaldi, titolare insieme al fratello Massimo di una azienda che a Vottignasco conta 1.100 capi, per lo più di razza Limousine: “Al momento non abbiamo subito particolari stress né sui volumi né sui prezzi. Anche per quanto riguarda i capi che arrivano dalla Francia, che noi prendiamo già svezzati, siamo in linea con i costi dello scorso anno, forse addirittura qualche centesimo in meno. Nel mese di maggio il prezzo si è tenuto sui 2,70 €/kg, a inizio giugno siamo scesi a 2,65, con la prospettiva di una ulteriore contrazione per le settimane successive. Si tratta di un andamento abbastanza normale per il periodo: maggio e giugno per queste qualità sono sempre i mesi più difficili. Normalmente con l’avvio della stagione turistica la tendenza si inverte, complice anche la domanda di spalla anteriore da parte del mercato greco. Vero è che quest’anno ci sono molte incognite su come andrà il turismo... Già con il lockdown è venuto meno il canale delle crociere, che prima dell’emergenza mi ritirava in media 18 tori a settimana. Per fortuna, al momento, a compensare c’è stata una maggiore richiesta da parte dei supermercati”.

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