CITTÀ CHIUSA
CITTĂ€ CHIUSA Grafica, foto e testi: Laura Rescio 2015
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Da qualche anno ho iniziato a notare i cartelli. La mia piccola città ha una lunga tradizione di piccole attività commerciali. È una città anziana, una città di impiegati statali, di piccoli e grandi proprietari immobiliari. Qui l’economia si basa su alcuni punti fermi, da qualche tempo sempre più incerti. Le aree militari dismesse rimangono vuote e inutilizzate senza contribuire al benessere di chi abita qui. Le attività commerciali spariscono e chiudono persino negozi presenti in città da decenni, vere e proprie istituzioni. La chiusura è una caratteristica forte della città. C’è la tradizionale chiusura del carattere degli abitanti, schivi e musoni più della media dei liguri. Ci sono i muri che quasi da ogni parte impediscono l’accesso al mare: dietro, gli edifici dell’Arsenale militare, i cantieri navali. Negli ultimi tempi, poi, le saracinesche abbassate sono più numerose dei negozi aperti e si sono popolate di cartelli colorati. Gli avvisi sui portoni tradiscono la crisi del mercato immobiliare. Case in vendita, case in affitto. L’aumento delle tasse sulla casa e la scomparsa del lavoro costringono le famiglie a mettere in vendita quelle case, un tempo considerate il più sicuro degli investimenti. Il problema è trovare acquirenti per queste case, inquilini per gli appartamenti, imprenditori che abbiano il coraggio di mettere in piedi un’attività nuova in un periodo come questo. La città non fa che chiudersi sempre di più.