Arti e Mestieri - La Casalinga

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Giuseppe Puma

ARTI E MESTIERI

LA CASALINGA



INDICE LA CASALINGA...................................................................................................pag. 5 ABBITIU.......................................................................................................................... 6 ATTREZZU PI FARI BUCULI.......................................................................................... 7 ATTREZZU PI FARI LA PASTA...................................................................................... 8 BAGNERA...................................................................................................................... 9 BBACAREDDA............................................................................................................. 10 BRACERI....................................................................................................................... 11 BUCALI SMALTATU..................................................................................................... 12 BURNIA........................................................................................................................ 13 CANNISTRI.................................................................................................................. 14 CANTARI...................................................................................................................... 15 CASCIA........................................................................................................................ 16 CATU ZINGATU.......................................................................................................... 17 CUFILARU.................................................................................................................... 18 FANGOTTA................................................................................................................. 19 FANGOTTU................................................................................................................. 20 FURCINA...................................................................................................................... 21 FUSI E FORFICI DI CASA........................................................................................... 22 GIRELLU....................................................................................................................... 23 GRATTALORA............................................................................................................. 24 LATTERA....................................................................................................................... 25 LEMMA......................................................................................................................... 26 LUMI A PITROLIU........................................................................................................ 27 MACINEDDU............................................................................................................... 28 MAIDDA....................................................................................................................... 29 MAZZI........................................................................................................................... 30 PILA PI LAVARI ROBBI................................................................................................ 31 POMPETTA-CLISTERE................................................................................................. 32 SBRIA............................................................................................................................ 33 SCANATURI................................................................................................................. 34 SPICCHIU CU LU PEDI............................................................................................... 35 SPICCHIU CU SERBATOIU........................................................................................ 36 STRIZZARROBBI.......................................................................................................... 37 VASCA ZINCATA........................................................................................................ 38

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LA CASALINGA Chi era la casalinga? Chi trascorreva il suo tempo, la sua vita in casa. Era certamente la madre di famiglia, la vera responsabile di tutto ciò che accadeva in casa e di tutto ciò che occorreva per la casa. Di primo mattino, o meglio, al canto del gallo, alle ore 3-4, si svegliava, accendeva la lucerna (spicchiu cu lu meccu), la luce era ancora di là da venire, e ricontrollava la saccoccia (sacchina) o la bisaccia (vertuli) del marito e dei figli: si assicurava che ci fossero il pane ed il companatico sistemato nella “cubbanaggera” ed i coltelli a serramanico ed il sale nel corno di vitello stagionato ed incavato e chiuso con tappo di sughero. Guardava anche gli indumenti, che i suoi uomini dovevano indossare (pantaloni “cazi”, giacca “bunaca”, camicia “cammisa”, calze ”cazetti”, passamontagna, …). Lei era ancora in camicia da notte “vistaglia”, insonnolita ma sveglia perla caparbia della vita sua e quella dei suoi familiari: la forza della miseria! Durante il giorno filava la lana ed il cotone con il fuso e la conocchia e man mano raccoglieva il filato in matasse (gliommari). Oppure lavorava all’uncinetto per fare maglie e maglioni, calze da notte e passamontagna, fasciacolle e scialli di vario colore e forme. Doveva pensare a lavare la “robba” sporca dell’intera famiglia: pantaloni, giacche e camicie, mutande e pannolini della nidiata di figliuoli; lavoro svolto a forza di braccia e di mani e “trantuliamenti”di tutto il corpo sulla “pila” piena e sulla ondulatura. Periodicamente si accingeva a preparare il pane e la pasta. Si alzava la mattina, quando fuori c’era ancora buio pesto, si rimboccava le maniche della sua lunga veste ed in breve tempo unitamente ad un’altra donna della sua famiglia o del vicinato era già pronta ad impastare la farina della maidda, a fare la “caddiata” nella grande “sbriga” e quindi decine e decine di forme di pane. C’era poi il forno da preparare e l’infornata. Verso l’imbrunire si trovava nel marciapiede a preparare la cena con il “cufilaru”: una grossa pentola dove bolliva una povera minestra che doveva servire per il marito ed il resto della numerosa famiglia. D’inverno si sedeva con i suoi figli attorno al braciere e raccontava delle storielle tramandate e del suo trascorso e della sua famiglia. Intanto poneva ad asciugare gli indumenti dei suoi piccoli sul “circu”: allora pioveva molto ed era tanto il bisogno del cambio. 5


ABBITIU L’abbitiu o torchio era uno strumento che usavano i piccoli pastai e molte famiglie per confezionare vari tipi di pasta. Era costituito da una base in legno, all’interno della quale era praticato un buco nel quale era inserito l’ingranaggio in ferro, un vero e proprio torchio. Venivano usate le formelle di bronzo diverse, a seconda che si volessero ottenere dei bucatini, degli spaghetti, lasagne… La lavorazione e la confezione della pasta avveniva azionando la leva di ferro, incastrata nell’asse verticale del torchio. Vicino all’abbitiu si possono vedere un paio di formelle in ferro per due tipi di pasta.

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PINZA PI FARI BUCULI Attrezzo che serviva alle donne in particolare per farsi i boccoli “buculi”, per arricciarsi i capelli ed apparire più belle. Era confezionato a mo’ di forbice, ma le due parti che la componevano erano due tondini tenuti fermi da una vite nel mezzo proprio come la forbice. I prolungamenti venivano riscaldati al fuoco e agganciati poi a ciocche di capelli che venivano attorcigliati; dopo qualche secondo le lasciavano libere e inanellate. Allora non c’erano parrucchiere che trattavano i capelli e le donne dovevano fare da sé con mezzi magari rudimentali ma efficaci e a costi zero.

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ATTREZZU PI FARI LA PASTA Questo attrezzo era comune in tutte le famiglie de mio paese (Ribera) e credo anche degli altri paesi e città e borghi della Sicilia. Si tratta di un bastone di una trentina di centimetri nel quale sono incastrati una dozzina di anelli in ferro sottili. Il bastone nelle due estremità conteneva due prese ben sagomate e comodamente prendibili. La donna di casa , in qualunque ora del giorno, quando se ne presentava la necessità, prima di tutto sistemava lo spianatore (scanaturi) tra due sedie, quindi vi versava con la sessola (sassula) della farina prelevata dal sacco, quindi l’acqua ed il lievito e poi passava all’impastata. Questa, diventata solida, veniva spianata ed affettata con l’attrezzo di cui sopra: ne uscivano fuori delle tagliatelle ,che venivano cotte e condite al ragù. Era allora il piatto più gustoso, come lo è ancora oggi.

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BAGNERA La bagnera era un oggetto che si trovava in ogni famiglia siciliana. Era necessaria per poter fare il bagno ai bambini. Era tutta zincata ed aveva le seguenti misure: lunghezza 50 cm; larghezza 40 a 30; altezza pure da 40 a 30. Portava delle rigature esterne nella parte superiore ed inferiore che venivano effettuate con la bordatrice. L’artigiano che produceva questo contenitore era lo stagnino. A lui ricorrevano le mamme e le brave massaie sia per comprarne delle nuove sia per ripararle quando si slegavano per la minor presa dello stagno.

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BBACAREDDA La “baccaredda” era una brocca alquanto panciuta e biansata , talvolta a un solo manico. Aveva la bocca rotonda ma era più piccola del boccale. Portava talvolta sulla parte rigonfia delle linee ondulate appena accennate, incise dal vasaio sull’argilla fresca adoperando ciuffetti di palma nana. Dimensioni: base cm 10, bocca cm 11, altezza cm 31.

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BRACERI, CONCA E CIRCU Sono le tre componenti in uso nei periodi invernali specie quando c’era molto freddo e pioveva quasi sempre ininterrottamente. Il braciere era in bronzo e dotato di due manici, poggiava su una base in legno di forma circolare detta “conca di luci” e quando pioveva, reggeva un “circu” intrecciato di listelli lignei, sul quale si stendeva della “roba” appena lavata, dato che fuori spesso pioveva a dirotto.

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BUCALI SMALTATU Il boccale o cannata da tavola aveva un solo manico e un versatoio a forma di becco. Era usato per spillare il vino e per mescerlo. Molto adoperato nelle osterie,costituiva una unità di misura equivalente a un litro. Variava nella forma più o meno panciuta. Il boccale aveva una base di 8 cm, la bocca di 12 cm e l’altezza di 13 cm.

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BBURNIA La bburnia è una specie di vaso alquanto schiacciato e curvilineo, dotato di due manici orizzontali. Veniva usato, per lo più, per la conserva di pomodoro, ma anche come contenitore di sale, sugna, sottoaceti. E’ una variante della “bburnia” a forma cilindrica che portava un coperchio a cono forato per l’aerazione dei prodotti conservati. Il corpo di questi contenitori era dipinto di motivi floreali con soluzioni di “terra nera”. La bburnia aveva una base di 7 cm, una bocca di 8 e un’altra di 23.

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CANNISTRI I canestri erano di forma ovale o circolare. Venivano costruiti con culmi o steli della varietà della tumminia selezionati dalle donne sull’aia e conservati in casa, appesi alle pareti raccolti in mazzi. Prima di essere intrecciati i culmi venivano messi a mollo per acquistare maggiore flessibilità. Servivano per offrire agli ospiti fave e ceci “caliati” e vari tipi di biscotti fatti in casa. Lo stesso si faceva con gli invitati (parenti, amici, vicini di casa) nelle occasioni di compleanni e anniversari.

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CANTARI Li cantari erano delle sellette o vasi da notte di ceramica smaltata, di forma cilindrica, col labbro svasato a due o a quattro manici. Essi venivano coperti da una pezzuola perchĂŠ non emanassero cattivi odori e venivano svuotati e lavati di prima mattina o la sera tardi presso qualche sorgiva. Avevano altezza e larghezza diverse adeguate alla dimensione e alla forma della persona. Anche i colori erano diversi: bianco, bianco-scuro, nero, verde.

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CASCIA (CASSAPANCA) Era un mobile di lusso pregiato,che solo le famiglie abbienti possedevano.Dentro vi venivano riposti, in bella cura, gli indumenti o le doti delle figlie che dovevano prendere marito; venivano cosparsi con naftalina per metterli al sicuro dai voraci topi. Avevano una capacitĂ e una dimensione variabili. Tuttavia le caratteristiche erano sempre le stesse: forma parallelopipeda,coperchio superiore,serratura e rinforzi particolari in lamierino di ferro. Quando una famiglia era molto numerosa,i genitori stendevano sul coperchio un materassino ed un cuscinetto e vi sistemavano uno dei loro figli.

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CATU ZINGATU (SECCHIO) Il secchio (catu) ò un contenitore molto comune nelle famiglie siciliane del passato. Ve n’erano di tutte le capienze. Serviva per Contenere o trasportare liquidi come acqua o latte. L’artigiano che li produceva era lo stagnino. A Ribera (Agrigento) molto noti erano il signor Di benedetto e Don Pitrineddu, che sono vissuti fino a pochi anni orsono. I secchi (cati) erano zingati e lavorati con la bordatrice, che all’interno e all’esterno li segnavano con delle ondulazioni caratteristiche. La forma era troncoconica e la base era rafforzata con con un cerchio robusto e largo 3-5 cm.Un tondino prensile ad arco legava diametralmente a due ganci dell’orlo superiore. 17


CUFILARU Era un oggetto importante per le famiglie contadine di un tempo. Costruito dallo stagnino e talvolta anche da uno della famiglia con lamiera resistente, serviva per cucinare le vivande o per cuocervi dei pomodori per fare la salsa o per fare l’estratto, che, asciugato al sole,veniva poi conservato come conserva nella “burnia” per prelevarlo alla bisogna nel corso dell’anno. Aveva la forma di un parallelepipedo alto circa 60 cm e largo 30 e portava in una facciata un foro di 20 cm che permetteva di accendervi la legna o il carbone. Due manici prensili nella parte più alta permettevano di spostarlo a piacere nel davanzale della porta o addirittura nel mezzo del marciapiede.

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FANGOTTA Letteralmente il termine significa fango-cotta,e infatti era fatta di creta. Era un piatto di portata,quindi piuttosto grande,in terracotta smaltata e decorata con colori molto vivaci:il verde,il blu ed il giallo. Talvolta le donne appendevano questi piatti qua e là nelle pareti del salotto o della cucine o lungo il corridoio che porta alla sala di aspetto. Ve ne erano di varie dimensioni e forme. Questa fangotta risulta cucita con fil di ferro nel senso diagonale: operazione che svolgevano i conciabrocche di mestiere. Si era in tempi di miseria e di povertà e bisognava economizzare al massimo. Ogni giorno attorno al conciapiatti accorrevano numerose madri di famiglia, ciascuna con l’oggetto o gli oggetti da riparare nelle mani.

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FANGOTTU Era un piatto di portata piuttosto grande, che veniva utilizzato sia come porta-vivande che come porta-frutta. Spesso veniva adoperato come decoro per le pareti della casa delle famiglie benestanti. Veniva smaltata e decorata con colori molto vivaci, in prevalenza verde, blu e giallo. Letteralmente significa fango-cotto. I disegni del bordo interno era a base di foglie verdi e di fiori vari, mentre il fondo era lasciato bianco e vi si rappresentavano animali nostrani ed esotici.

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FURCINA La “furcina” era costituita da un tondino di ferro , lungo circa un metro e veniva usata dai contadini per piantare le barbatelle cioè le pianticine delle viti. Finiva in una estremità a forcella con la quale veniva agganciata la parte radicale della barbatella e immessa nel buco profondo praticato dal palo di vigna. Per questo motivo veniva detta anche “chiantaturi di vigni”. Alla estremità superiore del palo s’innestava un tondino pure in ferro in modo orizzontale che le dava la forma di croce.

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FUSU E FORFICI Il fuso era un prodotto dell’artigianato locale; era fatto con legno duro e leggero di bagolaro, misurava 30 cm di lunghezza ed era così composto: un’asticciola nella quale erano incastrati due dischi, che corrispondevano al fusaiolo e al rocchetto. Il rocchetto era il disco inferiore,che aveva il diametro più grande del fusaiolo e fungeva da volano.

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GIRELLU La sua struttura era molto semplice:era formato da due piani sovrapposti, distanti fra loro circa 60-70 cm. Sia il primo che il secondo piano era costituito da un quadrato formato da quattro listelli in legno di mandorlo o di faggio, larghi 6-7 cm. Il primo piano era un quadrato di 60 cm circa,mentre il secondo era di circa la metĂ . Erano uniti da 8 assi affusolati, due per ogni lato posti alla stessa distanza ed incastrati mediante forellini appositi. Nel piano base spesso venivano sistemate delle rotelle in legno che servivano al bambino di muoversi con piĂš facilitĂ . Nel piano superiore , in un lato soltanto, il listello si slargava per dare la possibilitĂ di porvi giocattolini od altro per il bambino.

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GRATTALORA La grattugia di vecchio stampo, era in lamiera di ferro, resa concava e tutta forata dall’interno verso l’esterno in modo da rendere la lamiera rugosa e raschiosa. La lamiera veniva fissata con viti ai bordi di una spianatella di legno. I tipi più recenti furono costruiti con una lamiera interamente d’alluminio, onde evitare la facile ossidazione. In una estremità della spianatella veniva lasciata libera una parte a forma affusolata per la facile presa con la mano sinistra e per farvi passare al suo centro per un foro una cordicella legata che permetteva di essere appesa.

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LATTERA La lattiera è’ un contenitore di latte di cui ogni famiglia era dotata da tempo immemorabile sino agli anni ’60 del secolo scorso. Era composta di tre parti:il contenitore vero e proprio, il coperchio ed il manico. Il contenitore era di varia capienza, poteva contenere da un quarto sino a uno, due, tre litri di latte. Il contenitore più grande che si vede nella figura era di un litro mentre il più piccolo era di un quarto: sono in alluminio come pure i coperchi. Il manico era di bronzo.

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LEMMA Era un contenitore d’argilla di varie dimensioni e capacità. Aveva una forma troncoconica ed era smaltata in colore verde-lucido in tutta la parte interna. Terminava nella parte superiore con un cordone spesso di alcuni centimetri,pure smaltato dello stesso colore. Talvolta veniva dotato anche di manici appiccicati nella parte più alta in posizione orizzontale. Era un oggetto multiuso; serviva per mettere a mollo dei capi di biancheria o per lavare le stoviglie da cucina. Non c’era famiglia che ne possedesse più di una. In questa foto si possono vedere due lemme: una piccola e una grande, ambedue smaltate di colore verde-lucido.

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LUMI A PITROLIU Questo tipo di lume funzionava soltanto a petrolio. Era alto circa 20 cm e portava, incastrata nella parte superiore, una canna fumaria in vetro della stessa altezza. Aveva una forma di calice,che si slargava e copriva di una parte emisferica, che al centro finiva a mo’ di collo, alto alcuni cm e congegnato tutto intorno con alette traforate che servivano per raffermare la canna fumaria. Oltre ai lumi di bronzo,erano in uso anche quelli in onice.

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LU MACINEDDU DI CAFÈ Lu macineddu di cafè serviva a macinare il caffè o l’ozo tostato. Aveva la forma di un cubo,che aveva un’apertura da un lato per l’estrazione dell’orzo o del caffè macinato. Era sormontato da una specie di cupoletta sulla cui sommità veniva inserita una manovella, che, a sua volta portava nella parte terminale un pomello in legno sagomato. I quattro lati e la cupoletta erano segnati da una serie di cataletti inquadrati da una corncetta in ferro. Portava dentro un ruota elicoidale dentata per la rottura dei chicchi. Il meccanismo triturante veniva azionato dalla detta manovella.

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MAIDDA La “maidda” è una madia in legno, dove la farina, vagliata dal “crivu di sita”, subisce una prima lavorazione. La farina viene quindi impastata e manipolata fino a diventare un intero pastone. La madia “madida” aveva varie dimensioni, a seconda dei bisogni della famiglia e dei suoi componenti. Come si vede nell’immagine, essa è composta da una base e da due lati più lunghi in forma rettangolare e da due elementi trapezoidali collegati ai primi nelle due parti opposte.

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MAZZI La “mazza” è ricavata da un unico pezzo di legno (ilice) ed è lunga circa 50cm. e spessa circa 8-10 cm. Essa presenta l’impugnatura rotondeggiante e la parte restante piatta e robusta, poiché serve per trattenere le spighe rimaste intere nell’aia dopo il pisari (trebbiare) con gli animali. Veniva usata anche dalle spigolatrici (spicalora) per trebbiare le spighe raccolte dopo la strauliata.

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PILA PI LAVARI ROBBI La pila era una specie di vasca da bucato che in origine era in pietra ed in seguito venne costruita in legno, rivestita talvolta in parte o interamente in lamiera di zinco. Essa ha la forma tronco-piramidale rovesciata con pianta rettangolare ad una estremità . Da un’altra estremità reca una specie di trapezio scanalato, dove la donna strofinava i panni sporchi. Chi non ricorda la mamma, la sorella, la zia o la nonna, mentre tutta curva metteva in moto braccia e mani e quindi buona parte del corpo insaponando, sciacquando e strizzando i vari capi di biancheria familiare? E poi risciacquando stenderli su due tre fili di cordicelle legate a due forcelle per asciugarle al sole?

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POMPETTA - CLISTERE Chi non ricorda questo oggetto a forma di pera o di calice non svasato alla cui sommità si inseriva una rotella in plastica . Al centro di quest’ultima s’incastrava ermeticamente una specie di tubetto, pure in plastica resistente, di cm 7, che nella parte terminale era aperto per fare entrare il liquido nel buco posteriore. La sua funzione era la seguente: si premeva la parte gommosa rossa tenendo il beccuccio immerso nel liquido; allentando la pressione l’acqua entrava con forza riempiendo tutto il vuoto; quindi si eseguiva il clisterino per lo più ai bambini e talvolta agli adulti. La parte gommosa aveva una lunghezza di cm 12.

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SBRIA La “sbriga” è una gramola in cui il pastone dalla maidda viene riversato, malgamato ed omogeneizzato. Il pane già modellato viene adagiato su teli di lino già stesi sopra il letto per agevolare la lievitazione. Mentre i pani sono in lievitazione, la massaia prepara il forno con pezzi di tronchi stagionati ardenti.

SBRIGUNI Lu “sbriguni” è un lungo pistone situato sulla sbriga e tenuto incavicchiato da un rocchetto di legno da una estremità. Mentre l’asta viene alzata e abbassata sulla pasta, una donna, seduta sullo spigolo della gramola, la gira e rigira nei momenti in cui il pistone è alzato.

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SCANATURI Lo spianatoio (scanaturi) era una specie di tavola di forma rettangolare su cui si spiana e si confeziona ogni tipo di pasta e su cui mangiano le lasagne e la “riminata” papà e mamma con tutti i componenti della famiglia.Aveva le dimensioni seguenti: un metro e trenta per un metro e dieci. Lo spianatoio (scanaturi) che si vede è composto da tre tavole rettangolari, unite da listoni di legno nella parte retrostante . Strumento indispensabile per la spianatura del pastone era “lu sagnaturi” cioè il matterello lungo circa 1 m.

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SPICCHIU O lucerna ad olio: era una piccola coppa senza piede che portava, in una sezione del labbro superiore, un solo beccuccio dove si teneva acceso un lucignolo di cotone che prelevava il suo alimento dall’olio del contenitore. Questo lumino basso era talvolta dotato di manico e veniva usato sia nelle processioni che in casa o in qualsiasi luogo buio. Aveva le dimensioni di 19 cm di base,di 6 cm di bocca e di 36 cm di altezza. Ogni famiglia ne possedeva tanti quanti erano le esigenze della sua casa.

SPICCHIU CU LU PEDI Era una lucerna ad olio, formato da un fusto alto circa 18 cm, che poggiava su una base circolare piatta di 13 cm e recava sulla cima un contenitore per l’olio ed era fornito di un solo beccuccio dal quale fuoriusciva il lucignolo.

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SPICCHIU CU SERBATOIU Lu “spicchiu” è una lucerna ad olio, poggiante su un contenitore a forma di vaso che salendo si restringe in un collo anulato. È dotato nella parte alta, di un’ansa prensile. Porta sulla superficie smaltata delle pennellate artistiche dell’artigiano che l’ha prodotto. Il serbatoio era finalizzato ad alimentare la lucerna per un tempo più lungo. Veniva usato in ambienti che necessitavano di una ininterrotta illuminazione.

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STRIZZARROBBI Questo strumento serviva alle donne per la strizzatura della robba cioe’ della biancheria da lavare. Esso è composto di due elementi in legno e in ferro. Due rulli appaiati e combacianti generano all’interno dell’attrezzo, un moto in senso antiorario, quando sono azionati da una manovella girevole.

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VASCA ZINCATA Un contenitore di forma ovale, che serviva alle donne di casa per lavarvi e deporvi la biancheria appena strizzata con la forza delle mani e delle braccia. Era di capienza varia a seconda della quantitĂ dei capi da lavare. Erano confezionate dallo stagnino che saldava i vari pezzi e alla fine le zincava. Occorrevano:una vasca di lamiera, saldata ad un fondo ovale, saldato a sua volta ad un listello circolare di lamiera spessa e resistente, ed altri due brevi listelli per i manici che venivano saldati nelle parti opposte del raggio maggiore. Le vasche, come altri oggetti in lamiera, erano opera dello stagnino, che si dilettava talvolta a lasciarvi dei segni della sua arte con la sua immancabile bordatrice.

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