VANILLA CLUB I NOSTRI COCKTAIL
Vanilla Club – Via dei Saponai 14/R – Firenze – Tel: 328 974 8301
Dry Martini •
8/10 Gin
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2/10 Vermouth dry
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Tecnica: Stir & Strain
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Bicchiere: coppetta Martini
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Decorazione: Scorza di limone o oliva verde
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Le tesi riguardanti le origini di questo cocktail sono svariate e, in gran parte, vicine alla leggenda. La più autorevole, documentata da John Doxan in "Stirred - Not Shaken", afferma che un barista di nome Martini originario di Arma di Taggia in Liguria, emigrato negli Stati Uniti, avesse creato la miscela attorno al 1910 presso il Knickerbocker Hotel di New York in onore di John D. Rockefeller. Altre versioni vedono il cocktail nascere un decennio prima dall'estro di un tale Martinez di New Orleans o da una cittadina della California di nome Martinez. Qui infatti una targa in bronzo reca scitto: "In questo luogo, nel 1874 Julio Richelieu, barista, ha servito il primo Martini a un minatore che, entrato nel suo saloon... aveva chiesto qualcosa di speciale. Gli venne servito un 'Martinez Special'. Dopo tre o quattro bicchieri la 'z' si era persa per strada." Ancora prima, intorno al 1860, pare che Jerry Thomas, titolare di un bar a San Francisco presso l'Occidental Hotel sulla Montgomery Street, avesse servito un cocktail di nome Martinez ad un cliente in viaggio appunto per Martinez. L'Oxford English Dictionary invece associa erroneamente l'origine del nome del cocktail a quello del vermouth dry della Martini & Rossi, ma la ditta sarebbe nata più tardi del cocktail stesso. Resta il fatto però che la ricetta attuale, se non per la presenza del gin fra gli ingredienti, è ben differente dalle prime ricette. Anche lo stesso gin che conosciamo noi oggi si produce così solo dagli inizi del 1900, come afferma Charles Schumann in "American Bar". Al di là di tutto ciò che appartiene al passato, oggi il Dry Martini è il re dei cocktail, che vanta innumerevoli varianti e metodi di preparazione, un rito questa, per ogni barman che si rispetti.
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Americano • • • • • • •
5/10 Vermouth rosso
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L'Americano diventa, negli anni un cocktail di successo, raggiungendo una certa fama anche grazie ad alcuni omaggi cinematografici: si tratta infatti di uno dei cocktail preferiti di James Bond. Il cocktail italiano è considerato anche il "padre" del Negroni.
5/10 Bitter Campari Soda Tecnica: build Bicchiere: old fashioned / Rock glass Decorazione: scorza di limone e mezza fetta di arancia L’Americano è un cocktail on the rock aperitivo preparato con prodotti tipicamente italiani è moderatamente alcolico ed amarognolo e reso lievemente frizzante dall’aggiunta di soda. Non è uno short drink ma un medium drink visto che la sua quantità di mescita è di 9-14 cl. Come molti cocktail, la sua origine è ignota ma vi sono diversi racconti che accompagnano la sua storia. Il più antico cita l'Americano nel 1860, ideato presso il Gaspare Campari’s bar a Milano. Un altro racconto lo fa risalire agli anni trenta, dando anche una spiegazione al perché del nome che non rispecchia la natura del cocktail e dei suoi ingredienti; i quali sono, di fatto, tutti tipicamente italiani: Il Campari è di Milano, il Vermut è di Torino; milanese è anche la soda. Il cocktail quindi sarebbe stato chiamato così in onore a Primo Carnera, un pugile italiano molto attivo negli Stati Uniti, e per questo detto appunto "l'Americano".
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Negroni • • • • • • •
1/3 Gin 1/3 Vermouth rosso
1/3 Bitter Campari Tecnica: Build Bicchiere: Old Fashioned Decorazione: ½ fetta di arancia Fu ideato a Firenze nel 1919-20 dal conte Camillo Negroni. Negli anni ’20 il Conte frequentava spesso il Caffè Casoni in Via de' Tornabuoni a Firenze, ora chiamato Caffè Giacosa e, stanco del solito aperitivo Americano, chiese al barman Fosco Scarselli, una spruzzatina di Gin in sostituzione del seltz al suo Americano in onore agli ultimi viaggi londinesi. Quello che per il conte era «il solito», divenne per gli altri un "Americano alla moda del conte Negroni" ovvero un Americano con un'aggiunta di gin e prese il nome del conte che tanto lo amava. Oggi il Negroni è considerato uno dei più famosi aperitivi italiani, e in tutto il mondo è conosciuto semplicemente come "Negroni".
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Manhattan • • • • • • •
7/10 Rye Whiskey 3/10 Vermouth rosso
1 dash di angostura. Tecnica: stir & strain Bicchiere: Coppetta Martini Decorazione: Ciliegina rossa
La nascita di questo cocktail, riportano le cronache, è del 1875 quando un’affascinante signora di New York, Jennie Jerome, offriva ai suoi ospiti ( tra i quali Lord Randolph Churchill, divenuto poi suo marito e padre del più famoso Winston Churchill) un cocktail di sua creazione che aveva voluto dedicare all’isola di Manhattan. Questo cocktail era ottenuto miscelando Whiskey con quello che lei chiamava “ vino piccato da erbe amare” in poche parole Vermouth.
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Stinger •
7/10 Brandy o Cognac
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3/10 Crema di menta bianca
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Tecnica: Shake & Strain
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Bicchiere: Coppetta Martini
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Decorazione: Foglia di menta
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Lo Stinger è un cocktail che punge (non a caso oggi è sinonimo di missile terra aria o di un pungiglione). La ricetta classica proposta da Harry Craddock era a base di Brandy (precisamente ¼ di Crema di menta bianca e ¾ di Brandy) e si preparava nello shaker. Curiosamente nell’ultima codificazione IBA il cocktail viene mescolato nel mixing glass. Le origini di questo cocktail non sono chiare, ma è citato in diversi ricettari sin daI deal Bartender di Tom Bullock, pubblicato nel 1917. Miscelando invece Crema di menta verde con il Brandy, abbiamo un altro cocktail: Green Hornet. Durante il periodo in cui ha goduto della massima popolarità, è stato considerato il “bicchierino” ideale per accompagnare una notte a New York. Nel 1957 il film Kiss Them For Me (con Cary Grant) in diverse scene lo Stinger fa capolino, sorseggiato dai protagonisti. Tre anni dopo, nel 1960, avviene la stessa cosa anche nel film The Apartment con Jack Lemmon e Shirley Mc Laine. E anche in Gorky Park (il film), il detective Arkady Renko si riferisce allo Stinger come "drink da puttane". Dello Stinger di solito sono proposte due versioni: una cosiddetta short ed una on the rocks. La versione short va servita nella coppetta cocktail, dopo aver vigorosamente shakerato gli ingredienti. Per controllare se è stato shakerato alla perfezione, dapprima dovrà risultare torbido con una percettibile schiumetta bianca in superficie per alcuni secondi, poi dovrà tornare ad essere di colore marrone chiaro. Nella versione on the rocks, il cocktail va sempre shakerato, per essere servito in un old fashioned.
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Sidecar • • • • • • •
6/10 Cognac 3/10 Cointreau 1/10 Succo di Limone Tecnica: Shake & Strain Bicchiere: Coppetta Martini
Decorazione: Nessuna Secondo alcuni sarebbe nato attorno al 1920 a Parigi ad opera del barman del “Chatom”, che lo dedicò a un suo cliente che soleva girare a bordo di un sidecar. Un’altra versione, forse la più attendibile, ci porta invece al 1911 in occasione dell’apertura dell’Harry’s bar di Parigi, ad opera di Harry Mc Elhone, mago dei cocktails.
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Margherita • • • • • • •
5/10 Tequila 3/10 Triple sec 2/10 Succo di lime Tecnica: Shake & Strain Bicchiere: Coppa Margarita
Decorazione: Rondella di Lime E’ certo che la formula originale di questo cocktail fu creata da Margarita Sames, donna di successo assai corteggiata, nel 1948 ad Acapulco realizzata dal barman Herrera. Nel 1995 l’autrice, rintracciata dalla catena televisiva CNN, raccontò in una dettagliata intervista come avesse consigliato il barman a preparare la bevanda che avrebbe preso il suo nome.
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Brandy Alexander •
1/3 Brandy
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1/3 Crema di cacao bianca
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1/3 crema di latte.
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Tecnica: Shake & Strain
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Bicchiere: Doppia coppa Martini
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Decorazione: Spolverata di noce moscata o di cacao amara
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L'Alexander è un cocktail a base di cognac, con crema di cacao e crema di latte. È stato creato a Londra nel 1922 da Henry mc Elhone al "Ciro's Club", in onore di una sposa famosa.
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Pare che il primo nome di questo cocktail fosse Panamà: al posto del cognac si usava il gin. L’Alexander è un cocktail storico, sin dall'inizio nelle file dei cocktail internazionali. La miscela, profumata, è rimasta quasi inalterata. Oltre al gin si è preferita la crema di cacao scura al posto di quella chiara, anche se in realtà per l'effetto scenico è meglio usare la crema di cacao bianca.
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Due sono le ipotesi sulla sua origine:
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Alexander ricorderebbe Alessandro Magno, il grande condottiero dell'antica Grecia;
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la seconda leggenda è riferita al maresciallo Alexander, che divenne conte di Tunisi dopo la vittoria a El Alamein sulle truppe dell'Asse, nel 1943
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Daiquiri •
6/10 Rum bianco
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3/10 Succo di Lime
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1/10 Zucchero liquido
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Tecnica: Shake & strain
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Bicchiere: Doppia coppa Martini
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Decorazione: rondella di Lime
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Già in voga negli USA ai primi del Novecento, si può bere anche come corroborante e dissetante. Le sue origini vengono fatte risalire al 1898, quando vi fu la guerra tra Stati Uniti e Spagna, dopo l'affondamento della nave Maine, nel porto dell'Avana. Secondo gli storiografi, un marine sbarcò in un piccolo villaggio nei pressi di Santiago di Cuba, precisamente a Daiquiri.
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Qui per placare la sete entrò in una baracca che fungeva da mescita. Rifiutandosi di bere rum liscio, lo fece allungare con succo di lime e poi lo corresse ulteriormente con un po' di zucchero. Nacque così il Daiquiri.
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Un'altra leggenda riportata da Elfloridita.net, sposta la sua data di nascita pochi anni più tardi, nel 1905, quando alcuni ingegneri americani impegnati nei lavori in una miniera, lo inventarono e gli diedero il nome della spiaggia cubana Daiquiri. Successe che l'ingegnere Pagliuchi visitò una miniera di ferro ad est di Cuba chiamata Daiquiri. Qui fa domande all'ingegnere americano Jennings S. Cox sul funzionamento della miniera per poterne esplorare altre...
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Alla fine della giornata, Pagliuchi propose di bere qualcosa. La leggenda narra che Cox aveva a disposizione solo rum, dei lime e dello zucchero. Miscelarono gli ingredienti in uno shaker con ghiaccio e Pagliuchi fece: "Come si chiama questo cocktail?". "Non ha un nome...potrebbe essere un rum sour", rispose Cox. Pagliuchi concluse: "Questo nome non è degno di un cocktail così fine e delizioso come il nostro. Lo chiameremo Daiquiri".
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Il Daiquiri è celebre per essere stato uno dei preferiti dallo scrittore Ernest Hemingway, assieme al mojito ("Mi mojito at La Bodeguita, mi daiquiri at El Floridita"), viene anche ripetutamente citato nel film "Il Nostro Agente all'Avana" (1958). Viene citato inoltre in "Improvvisamente l'estate scorsa" (film del 1959, diretto da Joseph L. Mankiewicz) da Katharine Hepburn che lo offre a Montgomery Clift. Un Daiquiri è uno degli elementi chiave nel giallo Assassinio allo specchio di Guy Hamilton, dal romanzo di Agatha Christie.
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White Lady • • • • • • •
5/10 Dry Gin 3/10 Triple sec
2/10 Succo di Limone Tecnica: Shake & Strain Bicchiere: Coppetta Martini Decorazione: Rondella di Limone o nessuna decorazione.
Questo famoso cocktail ha una storia un po’ romantica. Intorno alla metà del 1920, l’ormai mitico Harry Mc Elhone, all’Harry’s bar di Parigi, si trovò una sera a dover rinfrancare un’affascinante signora, completamente vestita di bianco, colta da un temporaneo malore, ed inventò al momento una nuova bevanda che chiamò White Lady, in realtà una variante del suo Sidecar, con il Gin al posto del Cognac, ma questo la “Dama Bianca” non poteva saperlo..
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Ginn Fizz •
3/10 Dry Gin
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2/10 Succo di Limone
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1/10 Zucchero liquido
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4/10 Soda water.
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Tecnica: Shake & Strain + Build
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Bicchiere: Tumbler
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Decorazione: Rondella di limone e ciliegina al maraschino
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Le origini del Gin Fizz si perdono lontane nei secoli: secondo alcuni la sua ricetta risale addirittura al 1750. Si tratta di una variante del Gin Tonic. Quest’ultimo pare sia stato inventato da alcuni ufficiali della Marina inglese, che nel 1750, dopo le campagne coloniali, presero l’abitudine di utilizzare il gin per combattere la febbre: da qui nacque il grande cocktail Gin tonic. Infatti a quei tempi le navigazioni erano lunghe e in stiva si consumavano prodotti non freschi, soprattutto senza una delle vitamine più importanti: la C, utile a prevenire lo scorbuto. Da qui l’idea di preparare un elixir dove ci fosse anche il limone. Fu l’ammiraglio Nelson ad avere l’idea di miscelare questi ingredienti (si aggiungeva all’epoca, nella ricetta originale, la pianta della china). In questo modo l’alcool riusciva a conservare la vitamina C.
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Il successo della bevanda tra le truppe fu totale, soprattutto nella lotta allo scorbuto. Ancora oggi i marinai britannici sono soprannominati Limey (probabilmente derivato da lime juicer (“succo di lime”) per l’usanza della Royal Navy di distribuire succo di lime per prevenire questa malattia.
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Al ritorno in patria, i marinai inglesi conservarono l’abitudine di consumare il gin in questo modo, ma modificarono la ricetta aumentando gli ingredienti e aggiungendo la soda water: ecco nato il Gin Fizz (fizz sta per frizzante).
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Old Fashioned •
9/10 Bourbon Whiskey
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1/10 Soda Water
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1 Zolletta di Zucchero
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2 Gocce di Angostura Bitter
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Tecnica: Build
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Bicchiere: Old Fashioned
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Decorazione: Fettina di arancia e ciliegina al maraschino
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La leggenda vuole che il cocktail “Old-Fashioned" sia stato creato nel lontano 1880 dal barman del Pendennis Club in Louisville in Kentucky per poi essere popolare grazie ad uno dei membri del club , il colonnello James E. Pepper che lo diffuse al bar del Waldorf-Astoria Hotel di New York.
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Il Pendennis Club è tutt' ora un club privato fondato nel 1881 (al quanto discordante nella data della creazione del drink) che prese il nome dal romanzo di William Makepeace Thackeray , "Pendennis" (1848–1850).
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Il Club non è solo il luogo di nascita di uno dei cocktail più storici ma bensì è anche conosciuto per uno dei loro storici dipendenti , Henry Bain (1863-1928).Henry fu l'ideatore della omonima salsa "Henry Bain's Famous Sauce", che era resa disponibile solo per i propri soci e ospiti. Un altra curiosità sul Pendennis Club è il "Old Fashioned Ball" , un ballo annuale per festeggiare il cocktail creato nel Club (l'evento offre una degustazione di Bourbon whiskey).
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James E. Pepper è stato l'ultimo di una famiglia di distillatori. Suo nonno era Elia Pepe che in Kentucky cominciò nel 1780 a distillare whiskey. Nel 1867 con la morte di Oscar Pepper (Padre di) , james E. Pepper prenderà le redini della distilleria.Nel 1870 si trasferirà a New York , per poi vendere la distilleria di famiglia "Labrot & Graham's Old Oscar Pepper Distillery" oggi conosciuta come "Labrot & Graham - Woodford Reserve". Fu proprio in quei anni che Pepper diffuse il "Cocktail Old-Fashioned" al bar del Waldorf-Astoria Hotel di New York. Per molti la leggenda non è che altro che un avvenimento storico che non da certezze sulla data e sul luogo di creazione dell' "Old-Fashioned", ma bensì che diede un impulso alla popolarità del cocktail e che oggi, rende più affascinante e misterioso di quello che resta di un drink ormai quasi dimenticato dal popolo dei consumatori. Alcuni sosterrebbero che il drink sia la metamorfosi di un' altro e importante cocktail e cioè il "Cocktail Whiskey". Il primo riferimento è il manuale del professore Jerry Thomas. Per molti altri la data più concreta e certa sia datata , 13 maggio del 1806 quando per la prima volta apparve sul “The Balance and the Columbian Repository”, il termine “cocktail”.
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Bronx •
6/10 Gin
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2/10 Vermouth rosso
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2/10 Vermouth dry
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2/10 Succo d’arancia
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Tecnica: Shake & Strain
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Bicchiere: Coppetta Martini
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Decorazione: Fettina di arancia e ciliegina al maraschino
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Come per molti altri cocktail creati nel periodo del proibizionismo, esistono molte storie sulla creazione di questo cocktail.
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Due fonti attribuiscono a Joseph S. Sormani la creazione di questo drink.
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"Il cocktail Bronx, strano a dirsi visto il nome, fu inventato a Philadelphia. Poi dev'esser rimasto ignoto ai più, finché un tale Joseph Sormani, un ristoratore del Bronx, lo scoprì a Quaker City nel 1905. La ricetta originale fu molto distorta nel corso degli anni, ma ecco l'originale per guidarvi e per compararla con le altre ricette attuali: quattro parti di gin, una parte di succo d'arancia ed una parte di Vermouth italiano. Agitare con del ghiaccio e servire."
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Gin Rikey • • • • • • •
6 cl di Gin 1 Lime spremuto Soda water Tecnica: Build Bichiere: high ball
Decorazione: spirale di limone o rondellina di lime Questo è il più autorevole e ha origini americane abbastanza documentate. Il colonnello Jim Rickey, intorno al 1895, a Washington gli diede il nome anche se non è sicuro che ne sia stato anche l’artefice. Pare infatti che fu un barman a prepararglielo e che poi lo rese famoso nel suo posto di lavoro, al St. James Hotel di New York.
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Caipirinha • • • • • • •
6 cl di Cachaça ½ Lime
2 cucchiaini di zucchero di canna. Tecnica: Muddle Bicchiere: Old Fashioned Decorazione: nessuna o rondella di Lime Nella storia della caipirinha sappiamo poco o nulla. l'origine della Caipirinha era un misto di cachaça, aglio, limone e miele utilizzato dagli abitanti del luogo per combattere l'epidemia di influenza che ha colpito il Brasile nel 1918. La caipirinha , o caipiriña in spagnolo, è diventato il più popolare cocktail alcolico in Brasile ed è la bevanda tipica di questo paese più riconosciuto a livello mondiale. Tale è l'entità del successo del cocktail caipirinha che nel 2003 ha dichiarato il governo nazionale come la tipica bevanda brasiliana.
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Whiskey sour • • • • • • • •
5/10 Bourbon Whiskey 3/10 Succo di limone 2/10 Sciroppo di zucchero Albume d’uovo Tecnica: Shake & strain Bicchiere: Old fashioned o gobblet Decorazione: mezza fetta di arancia e ciliegina rossa L'Inglese Elliott Stubb nell'anno 1872 sbarcato nel porto di Iquique cittadina in passato appartenne allo stato Peruviano, apri un bar e sperimentando diversi aperitivi arrivò a miscelare il "limon de pica" col Whisky aggiungendo dello zucchero creando una giunzione tra lo stile anglosassone e il frutto Sudamericano divenendo un apprezzato cocktail il cui richiamo arriva sino ai nostri giorni. Parliamo appunto del "Whisky Sour" dove nell'attualità il Bourbon unendosi al succo di limone ad un cucchiaino di zucchero ed al sapiente utilizzo dell'albume d'uovo (segreto per ottenere una ricca schiuma sulla superficie del drink) viene a creare un vero cult tra i cocktail nonché un pregiato after-dinner. L'affascinante storia dei cocktails in un suo prezioso prodotto il "Whisky Sour".
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Shirley Temple • • • • • •
9/10 Ginger ale 1/10 Granatina Tecnica: Build Bicchiere: Highball Decorazione: Fettina di arancia, ciliegina rossa, Spirale di limone (optional)
Nella calda atmosfera delle isole e dell'epoca nell’Hotel Royal Hawaien di Waikiki-Hawaii negli anni trenta nasceva un prezioso e classico Cocktail in omaggio alla giovanissima attrice Shirley Temple che rimane un icona un personaggio simbolo del cinema Americano. Il cocktail data la sua giovane età non poteva non essere che analcolico, nella tonica ed energizzante miscela di Ginger Ale, Granatina, soda e decorando con fettina di arancio scorza di limone e ciliegina. Altri sostengono che sia stata proprio l'attrice "enfant prodige"ad inventare questo cocktail.
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Tom o John Collins • • • • • • • •
3/10 London dry gin 2/10 Succo di limone 1/10 Sciroppo di zucchero 4/10 Soda water Tecnica: Build Bicchiere: Tumbler alto Decorazione: Fettina di limone e ciliegina rossa Servito nell'apposito "Collins glass" nella sua armoniosa miscela - Old Tom Gin (gin olandese) - succo di limone- sciroppo di zucchero - soda water e ghiaccio tritato, si modella appunto nella sua classe unica il "Tom collins cocktail". Il tutto accadeva secodo i dati storici dell'epoca nel Limmer's Old House di londra nel 1890 dove i fratelli Collins (John e Tom) servivano questo pregiato cocktail nel cuore della citta'. Eccellente nella sua presa col pubblico amato nelle piacevoli serate estive da anni accompagna il beverage e lo stile Brittannico in primo luogo, affermandosi anche oltre manica tra chi del Gin e il suo miscelarsi in fresche e secche armonie appunto ne apprezza i suoi caratteri semplici e di classe. Il British Style nell' eleganza di un cocktail. In alcuni paesi viene usata anche l’angostura, aggiungendone alcune gocce nella preparazione.
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Pina Colada • • • • • • •
3/10 Rum bianco
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Un riferimento iniziale ad una bevanda chiamata Piña Colada composta da rum, noce di cocco e ananas, si trova nell'edizione del 16 aprile 1950 del New York Times.
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Un'altra versione riconosce il Piña Colada come bevanda tipica di Porto Rico, paese dove si dice sia stato creato per la prima volta nel 1963 da Don Ramon Portas Mingot, che tentando di ideare un cocktail originale a base di frutta, preparò il primo Piña Colada. Nella Vecchia San Juan c'è una targhetta commemorativa in marmo per ricordare questo evento.
2/10 Latte di cocco 5/10 Succo di ananas Tecnica: Blend Bicchiere: Tumbler alto Decorazione: Spicchio di ananas, ciliegina rossa (facoltativa) Esistono diverse versioni circa l'origine di questa bevanda. Alcune testimonianze parlano di "bevande a base di ananas e rum", ma senza il latte di cocco, già dagli anni venti.
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Cuba Libre •
2/10 Rum Bianco
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7/10 Coca Cola
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1/10 Succo di lime
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Tecnica: Build
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Bicchiere: Highball o Tumbler alto
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Decorazione: Fettina di Lime
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La storia di Cuba Libre (Traduzione Cuba Liberata) risale al 1898 quando le truppe americane liberarono l'isola di Cuba dal dominio spagnolo. Una delle tante storie recita così: Una sera un gruppo di soldati statunitensi che erano fuori servizio Corps Riders capitarono in un bar dell'Avana. Fausto Rodriguez, un giovane soldato, ricordò che il capitano Russell ordinò del rum, Coca-Cola, ghiaccio e una fetta di lime. Il capitano bevve con molto piacere che suscitò l'interesse dei soldati attorno a lui. Rum e Coca-Cola è stato un successo immediato per tutti i soldati. Quando ordinarono un altro giro, un soldato propose un brindisi per la nuova liberata Cuba "Per Cuba Libre". Il capitano alzò il bicchiere e cantarono il grido di battaglia che aveva ispirato i soldati vittoriosi nella Guerra d'Indipendenza.
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Gin Tonic • • • • • •
4/10 London dry gin 6/10 Tonic water
Tecnica: Build Bicchiere: Highball Decorazione: Fettina di Lime Nell’ottocento, quando gli inglesi dominavano l’India e vi trasferivano le loro truppe si trovarono a far fronte al problema della malaria. Si sapeva già che il chinino era un farmaco antimalarico e anche che l’acqua tonica del tempo ne conteneva una buona dose quindi era naturale tentare di abituare le truppe a bersela. La tonica di allora era però talmente amara che non voleva bersela nessuno finche’, da qualche parte, in qualche tenda, un ufficiale di malumore in vena di esperimenti aggiunse del gin alla tonica, il sapore amaro della tonica sparì in buona parte e così nacque il Gin Tonic. Probabilmente si trattò di una grande scoperta per il tempo, se da un lato si fomentavano le truppe a bere l’intruglio a scopi curativi, dall’altro si aveva un esercito sempre allegrotto e pronto ad ogni impresa.
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Screwdriver • • • • • •
3/10 Vodka 7/10 Succo d’arancia Tecnica: Build Bicchiere: Highball Decorazione: Fettina d’arancia Il nome dello Screwdriver (cacciavite) sembra che proviene dagli operai americani che lavoravano sulle piattaforme petrolifere in Iran nel 1940. Durante la pausa pranzo alcuni operai aggiunsero la vodka alle loro lattine di succo d’arancia, trovandosi a corto di cucchiaini usavano un cacciavite per mischiare i loro drink.
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Tequila Sunrise •
3/10 Tequila
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6/10 Succo d’arancia
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1/10 Sciroppo di granatina
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Tecnica: Build
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Bicchiere: Highball
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Decorazione: Fettina di arancia e ciliegina rossa
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Non è molto chiara l'origine del drink, ma i primi riferimenti sulla Tequila Sunrise vede un cocktail diverso da quello che noi conosciamo oggi. La leggenda vuole che era circa la fine del 1930 o 1940, quando un uomo di nome Gene Sulit andò a lavorare a l'Arizona Biltmore Resort & Spa. Un luogo sopratutto in quei tempi frequentato da celebrità e gente benestante. Gene lavorò nel Hotel per ben 35 anni e la sua vera passione era l'arte del Bartending. Come ricorda la leggenda, un ospite abituale del'Arizona Biltmore in quell’ anno incontrò Gene che era un amante della Tequila ed era alla ricerca di una bevanda rinfrescante che avrebbe voluto bere a bordo piscina. Gene non mancò nello stupire il cliente, creando dalle basi di un drink un cocktail che inizialmente presentava ingredienti come la soda e la crema di cassis. Successivamente la Tequila Sunrise divenne una icona grazie soprattutto a un brano degli Eagles (1973) e dei Cypress Hill
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Mint Julep •
6 cl. Whiskey americano
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6 foglie di menta
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1 cucchiaino di zucchero
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Soda water
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Tecnica: Muddle
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Bicchiere: Old Fashioned
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Decorazione: Rametto di menta
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L'origine di questo storico drink non è ben definita, in ogni caso la sua prima testimonianza scritta risale a ciò che viene riportato in un famoso libro pubblicato da John Davis a Londra nel 1803. Successivamente il Senatore Henry Clay introdusse la moda di questo drink a Washington nel Round Robin Bar nel famoso Willard Hotel. Questo Cocktail a base di Bourbon, menta fresca e zucchero di canna è legato al "Kentucky Derby" dove durante la corsa dei cavalli diventa il drink prediletto degli spettatori Statunitensi che ne consumano a centinaia, ampliando il discorso commerciale del prodotto e rendendolo unico nella sua popolarità. La classe del Bourbon per un drink amatissimo negli Stati uniti.
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Mojito • • • • • • • • •
6/10 Rum Bianco 2/10 zucchero di canna bianco 2/10 Soda water ½ Lime 6 foglie di hierba buena o menta Tecnica: Muddle Bicchiere: Tumbler alto Decorazione: Rondella di Lime o rametto di menta L’origine del Mojito parte da questo signore: Francis Drake, noto come “El Draque” (il drago), che era un famoso pirata inglese (il primo uomo inglese a circumnavigare il mondo) ed è stato un punto di riferimento situato a ”La Isla”, la “Isla de la Juventud” a Cuba. Sedotto da questo paesaggio naturale è rimasto vuoto e silenzioso. La stessa isola nel Mar dei Caraibi che ha ispirato Robert Louis Stevenson a scrivere “L’isola del tesoro”.
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Planters Punch •
5/10 Rum scuro
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2/10 Succo di arancia
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2/10 Succo di ananas
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1/10 Succco di limone
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1 cucchiaino di granatina
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1 cucchiaino di sciroppo di zucchero
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4 gocce di Angostura
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Tecnica: Shake & Strain
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Bicchiere: Hurricane
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Decorazione: Fettina di ananas e ciliegina rossa
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La primissima menzione della ricetta di questo cocktail risale al 1878: sul giornale inglese Funviene riportata la preparazione di un drink a base di rhum succo di limone. Nel 1908 viene nuovamente citato in un articolo, questa volta del New York Times. La disputa sulla reale invenzione è però controversa: nonostante sia accreditata la tesi che la ricetta originale provenga dalla Jamaica (una delle possibili storie ne attribuisce la maternità alla moglie di un possidente terriero, che lo inventò per dissetare i lavoratori), e messo a punto nel 1879 per festeggiare l'inaugurazione delle distillerie di Rhum Myers, anche l'Hotel Planter di Charleston, in South Carolina, ne rivendica l'ufficialità.
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