Babele – anno 2022 – n. 1 (vol. 82)

Page 13

LUOGHI DI CURA l’immaginale 13

L’emergenza del sogno Viaggi onirici al tempo del Covid-19 VALENTINA BOTTIGLIERI, SILVIA GAMBATO, ELISABETTA PERRONE, MILENA POLETTO, VALENTINA ALICE TOMASELLI Psicologhe, psicoterapeute dell’età evolutiva

La cosa più superba è la Notte, quando cadono gli ultimi spaventi e l’anima si getta all’avventura. Lui tace nel tuo grembo come riassorbito dal sangue, che finalmente si colora di Dio e tu preghi che taccia per sempre, per non sentirlo come rigoglio fisso fin dentro le pareti. A. Merini

La parola «emergenza» racchiude in sé significati antichi: l’atto dell’emergere, salire in superficie, uscir fuori dall’acqua all’improvviso. In senso figurativo è il diventare noto e visibile. Tuttavia emergenza richiama anche l’idea di una difficoltà improvvisa e inaspettata a cui dover far fronte, da superare, bloccare, contro cui lottare. Negli ultimi anni diverse sono state le aree emergenziali, la questione climatica, sociale, educativa, economica fino ad arrivare a quella sanitaria. Il più delle volte si resta bloccati sull’aspetto dell’urgenza emergenziale, sulla necessaria operatività che sembrerebbe mettere in secondo piano il valore simbolico dell’emersione di contenuti che necessitano di uno ascolto più autentico. L’emergenza sanitaria e la conseguente quarantena imposta ci restituisce l’occasione del portar fuori, mentre siamo obbligati a stare dentro, chiusi nelle nostre case. Il tempo diluito, infinito, indifferenziato ha posto la collettività di fronte alla necessità di confrontarsi con la noia, con l’attesa, con i silenzi, con la difficoltà, a volte, di restare in una relazione senza poter adottare vie di fuga. Come se il virus avesse cambiato drasticamente la rotta dell’energia, dall’estroversione all’introversione. Ecco la meraviglia, la ribellione del sogno, che ci dà uno spazio nell’assenza, un movimento nel blocco, un tempo nell’attesa dove far riaffiorare vissuti, racconti e immagini di noi. Attraverso i sogni che ci sono arrivati da pazienti, amici o parenti, abbiamo, dunque, trovato una chiave per continuare a restare in contatto con il materiale psichico nonostante l’immobilità imposta. Le radici etimologiche delle immagini, il gioco degli opposti, i paradossi, le ombre, le trasformazioni sono divenute le linee guida che hanno sostenuto la lettura dei sogni, fornendo poi strumenti utili per contestualizzare, riflettere, interrogarsi sul significato profondo e analitico di un momento storico di grande crisi umanitaria. Secondo la prospettiva della psicologia analitica il sogno contiene una doppia matrice di significato, quello personale e quello archetipico, intendendo con quest’ultimo l’istanza psi-

chica collettiva che si affianca e amplifica l’immaginario onirico individuale. Il sogno è un momento in cui si presentifica la traccia autentica della sorgente del trauma, sia esso individuale o collettivo, che non può essere tollerata a livello conscio. Quindi è uno spazio dove la funzione simbolica permette un accesso e una narrazione diversa al trauma, tutelando la funzionalità psichica, laddove nel mondo diurno può esprimersi solo attraverso una sintomatologia disfunzionale. È importante raggiungere un luogo in cui la realtà non sia negata e la fantasia possa mantenere la sua vitalità. Ogden (1986) definiva questo spazio potenziale come l’unica via per ritrovare una dialettica psicologica necessaria a generare un’esperienza significativa e modulare l’originario vissuto terrifico. Solitamente quando un trauma colpisce la psiche si verifica una frammentazione della coscienza in cui i diversi pezzi o complessi si organizzano secondo certi modelli arcaici o archetipici. Attraverso questa dissociazione una parte dell’io regredisce e l’altra parte progredisce, cresce velocemente e si adatta al mondo esterno spesso sotto forma di un falso Sé (Kalsched, 2001). Il risultato è spesso un’analisi parziale dei processi psichici laddove il linguaggio onirico conserva, invece, la traccia del trauma nella sua autenticità ed essendo privo di sovrastrutture difensive può restituirci una visione più complessa dell’animo umano di fronte a queste grandi sfide. Secondo alcuni studi durante un trauma collettivo si presenta una maggiore produzione onirica. Rispetto a una dimensione individuale traumatica, di fatto sembra esserci una maggiore facilità nel condividere i vissuti onirici in quanto si attribuisce ad essi una valenza più sociale che individuale. Questo aspetto viene tradotto come il bisogno di costruzione di un senso e di un’ appartenenza a un progetto trasformativo. È da queste premesse che nasce il confronto tra noi cinque psicoterapeute che abbiamo intrapreso un viaggio attraverso le trame oniriche per avvicinarci a quei segreti e a quelle esperienze millenarie che l’inconscio collettivo continua a custodire e sedimentare. LA RICERCA La raccolta comprende 216 sogni in un arco temporale che va dal 19 marzo al 3 maggio 2020, per un totale di 75 sognatori (54 femmine e 21 maschi) dai 3 agli 80 anni. I sognatori non


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.