Babele – anno 2021 – n. 3 (vol. 81)

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CINEMA E LETTERATURA, UNA LETTURA PSICODINAMICA 36

Where the wild things are ALBERTO ODDO medico, psicoterapeuta in formazione, IdO-MITE – Roma

N

el paese dei mostri selvaggi è un albo illustrato, scritto e disegnato da Maurice Sendak, e pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1963. Questo libro ha ottenuto numerosi riconoscimenti, come il Caldecott Medal nel 1964, il Boston Horn-Book Award e l’American Library Association Notable Book. Ad oggi è stato ristampato numerosissime volte e tradotto in molte lingue ed è diventato un classico della letteratura americana per bambini. RACCONTO La storia composta da poche pagine ha uno svolgimento molto semplice che segue un ritmo in crescendo fino ad arrivare al suo apice a metà della narrazione e una seconda metà in cui la tensione si scioglie e il ritmo va calando fino alla conclusione. In questa fiaba ci viene presentato il protagonista Max, descritto come un bambino iperattivo e privo di controllo, che utilizza un travestimento da lupo quando dà sfogo alle sue pulsioni. All’ennesima disubbidienza Max viene messo in punizione e mandato in camera sua senza cena. Da quel momento la fiaba entra nel suo vivo; la camera di Max si trasforma, le pareti scompaiono e Max si ritrova in una foresta. Compare anche un oceano e, sulla riva, una barca con scritto il suo nome. Max naviga attraverso i giorni e le notti fino ad arrivare nel paese dei mostri selvaggi. I mostri appaiono subito aggressivi e cercano di spaventarlo, ma lui li fissa negli occhi senza battter ciglio. I mostri sono intimoriti, lo nominano re e Max inizia con loro una serie di balli selvaggi. Alla fine della notte Max è stanco e manda i mostri a letto senza cena, inizia a sentire nostalgia di casa e, proprio in quel momento, avverte l’odore di qualcosa di buono da mangiare. Decide di ripartire per tornare a casa. I mostri si oppongono alla sua decisione, mostrando nuovamente la loro natura aggressiva, ma Max salta sulla sua barca e saluta con la mano quelle creature. Al suo arrivo a casa ritrova la cena in camera sua, lasciata lì dalla mamma, e si accorge che è ancora calda. Negli anni sono state date molte interpretazioni di questa fiaba; alcune legate più ad aspetti pedagogici, nelle quali si critica in modo più o meno duro il comportamento della madre e la sua inadeguatezza a porre un freno a Max, altre più legate all’aspetto psicologico del protagonista, nelle quali si tende a mettere in risalto la sua figura, ponendo l’accento interamente sulle capacità di Max, svalutando gli aspetti importanti degli altri personaggi. L’autore non ha mai dato una sua interpretazione né ha mai commentato le principali

Fig. 1 – Maurice Sendak (1963), Where the wild things are, copertina dell’edizione originale del libro

interpretazioni che sono state fatte, ma il grande successo che la sua fiaba ha riscosso a livello mondiale, appassionando tutte le giovani generazioni a partire dagli anni Sessanta, rivela come i contenuti e le immagini che vengono evocate dalla fiaba possano avere una valenza più profonda, che attinge a sfere inconsce e, in un certo senso, collettive. Per addentrarci nell’interpretazione di questa fiaba, cercando di dimostrarne la connessione con figure archetipiche, è necessario ricercare queste figure nella letteratura; se hanno dei riscontri nei miti e nelle fiabe del passato senza etichettarle con troppa fretta come immagini archetipiche. La prima ipotesi da dimostrare è che sia corretto interpretare questa fiaba in chiave simbolico-mitologica senza, con questo, compiere alcuna forzatura. È necessario perciò vedere se sono riscontrabili alcune strutture comuni, non equivocabili con la narrazione mitologica. Come spiegato da Puala Philippson i racconti mitologici hanno una tipica commistione tra tempo Chronico, appartenente alle cose in divenire, e tempo Aionico, eterno e divino. L’incrocio di queste due traiettorie temporali dà vita al «tempo del mito» e costituisce il Kosmos symbolicos delle narrazioni mitologiche (Philippson, 1949, pp. 39-41). Nella nostra fiaba l’incrocio di queste due traiettorie temporali avviene nel momento in cui Max


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