Prefazione
Proprio in questi giorni la Federconsumatori ha diffuso i risultati di un’indagine condotta per quantificare gli aumenti delle spese delle famiglie italiane nel primo anno di vita di un bambino. “Le cifre sono da capogiro: si va da un costo minimo complessivo annuo di 6.119 euro ad un massimo di 13.486, con un aumento rispetto al 2010, rispettivamente del 5% e del 4%. I prodotti in cima alla lista nera? Il biberon, il bagnetto, la culla e tutto ciò che è necessario per l’igiene, dai pannolini alle salviette umidificate”. Così recita il comunicato stampa. Di fronte a questi dati, il fiorente mercato di prodotti per l’infanzia gongola, mentre tremano le famiglie al pensiero delle spese da sostenere. Magari c’è anche chi abbandona il desiderio di un figlio, spaventato dall’impegno economico che sembra derivarne. Del resto chi farebbe mai mancare ai propri bambini tutto il “necessario” per crescere? Perciò, niente paura! I negozi si attrezzano per liste di nascita sempre più ricche (in tutti i sensi) e le aziende sfornano di continuo oggetti e gadget di ogni genere che si ritrovano puntualmente anche nelle pubblicità sulla carta stampata e in televisione. I futuri genitori diventano così il bersaglio permanente di messaggi in cui tali prodotti vengono mostrati come necessari e irrinunciabili. In questo modo, si fa leva sull’inesperienza di papà e mamma, soprattutto se alla prima gravidanza, e si continua a diffondere una cultura basata sugli oggetti, sul consumismo e su un ac-
8 Bebè a costo zero cudimento dei bambini “a basso contatto” fisico. Infatti, esiste sempre un accessorio, appositamente studiato da centri di ricerca sempre più avanzati (e costosi), che sostituisce il genitore: di giorno, di notte, in automobile, in giardino, sulla spiaggia… Ecco pronti i contenitori “di nuova generazione, colorati, griffati, stimolanti” per adagiare un bambino che nelle pubblicità appare sempre sorridente e felice di staccarsi dalle braccia degli adulti. Peccato che tutto questo non c’entri proprio nulla con i reali bisogni dei bambini e che generi un equivoco infinito fra la realtà e le aspettative dei genitori. Peccato ancor di più che questo tipo di messaggi e di cultura non aiuti la relazione fra genitori e figli e faccia dubitare i genitori di essere in grado di crescere i propri piccoli facendo ricorso alle proprie risorse. Nella cultura italiana, infatti, è considerato normale e scontato usare passeggini, carrozzine, sdraiette, ciucci, biberon, pannolini usa e getta (quanti italiani sanno che per decomporre un solo pannolino ci vogliono circa cinquecento anni?), apparecchi per sentire e vedere i bambini “a distanza” da altre stanze della casa. Tutti oggetti che suggeriscono, quindi, un distacco tra madre e figlio. In altre culture, invece, è altrettanto normale e scontato utilizzare fasce porta bebè (magari confezionate in proprio o ricevute in prestito come memoria affettiva da condividere fra amici e parenti), fare a meno di ciucci e biberon, dormire insieme ai bambini rendendoli partecipi della vita comune della famiglia di giorno e di notte. Si vive semplicemente con loro e non nonostante loro. Bebè a costo zero fa riflettere proprio sul fatto che ciò che a noi sembra normale acquistare quando arriva un bambino risponde più a un’abitudine socio-culturale che ai suoi reali bisogni affettivi. Infatti, il bisogno più immediato e importante di ogni neonato, ovunque nasca e cresca, è quello di contatto. Molti scambiano questa esigenza con un vizio: quello di voler sempre stare in braccio, di essere cullato, di attirare l’attenzione, di essere furbo e egoista. E si dà per scontato che la soddisfazione dei bisogni irrinunciabili del bambino passi attraverso gli oggetti. Oggetti che dovrebbero aiutare il bimbo nella conquista dell’autonomia e dell’indipendenza dall’adulto. In realtà, anche le ricerche scientifiche più aggiornate affermano chiaramente che tutto ciò di cui ha davvero bisogno un bambino non si compra nei negozi ma si ‘vive’ attraverso la relazione con i propri familiari.
Prefazione
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Questo libro, giunto oggi alla seconda edizione, unisce finalmente alle informazioni pratiche sull’accudimento dei bambini anche preziosi spunti di riflessione sui loro bisogni affettivi e sull’importanza di un’educazione “ad alto contatto” indipendentemente dalla cultura di appartenenza e dal luogo in cui vivono i genitori. È un libro senza frontiere e senza pregiudizi, un libro che parla di ciò che è davvero necessario per una sana crescita psico-affettiva. Non è una guida per gli acquisti, né un libro che serve per risparmiare. È molto di più. È un libro che aiuta i genitori a credere sempre più in se stessi, a dare fiducia alle richieste dei propri piccoli e a trovare dentro di sé le risorse per crescerli con amore e rispetto. È un libro che rafforza gli istinti e unisce grandi e piccini in un cerchio indissolubile di complicità e amore. Perché ogni bambino che nasce è un piccolo di mammifero che ha esigenze mammifere, cioè ha bisogno di rapporti umani con persone che lo facciano sentire amato, non con oggetti. L’autrice, mamma dolcissima di tre bambini e giornalista, con rara delicatezza e sensibilità accompagna il lettore nella giungla dei prodotti per l’infanzia non perdendo mai di vista l’importanza della relazione affettiva fra genitori e figli. Il risultato è un libro dalla parte delle famiglie e dei bambini che non cede al marketing, al consumismo e alle imposizioni del mercato. Una guida che mostra come ognuno dei nostri bambini possa essere un bebè a costo zero! E come le risposte più semplici e immediate ai loro bisogni non costino nulla, siano alla portata di tutti i genitori e di tutta la società e generino forza e felicità. Amore, calore, rispetto, fiducia, ascolto, braccia che cullano, avvolgono, proteggono, per fortuna, non si devono acquistare! Crescere un bambino senza andare in bancarotta e magari aiutando anche un po’ l’ambiente è possibile: tutto dipende dalle scelte dei genitori e dal loro stile genitoriale. Se si sceglie di rispettare i bisogni affettivi dei bambini, di difendere e migliorare insieme a loro il pianeta in cui viviamo, di avere fiducia nelle competenze di tutti (grandi e piccini) e nel valore delle relazioni familiari e sociali, gli oggetti da acquistare si ridurranno enormemente e i bilanci familiari non ne risentiranno come il mercato vuole puntualmente farci credere. E ancora, questo è un libro che valorizza l’unicità delle famiglie e degli esseri umani in quanto aiuta gli adulti a scoprirsi competenti e in grado di soddisfare le esigenze irrinunciabili dei loro bambini.
10 Bebè a costo zero Ridurre i consumi e ripensare all’effettiva necessità di tanti acquisti, infine, significa anche stimolare la condivisione della crescita dei nostri bimbi, grazie alla creazione di reti di mamme e di genitori che, per scambiarsi prodotti ormai inutilizzati, scoprono che la solitudine delle nostre città si può combattere anch’essa a costo zero e con la solidarietà affettiva fra esseri umani. Alessandra Bortolotti Psicologa perinatale, autrice di E se poi prende il vizio?
IX Il bebè in casa
L’ambiente deve essere nei limiti del possibile allegro e stimolante: non occorrono arredamenti costosi o giocattoli di lusso; anche una soffitta, un magazzino o un retrobottega possono andare benissimo purché ci siano luce, oggetti colorati, spazio per muoversi e, magari, un po’ di musica. Marcello Bernardi
Sicuramente la nascita di un bambino rivoluziona la vita dei suoi genitori. Con l’arrivo di un bebè, nulla sarà più come prima. Tutto sarà infinitamente più bello, intenso, felice. Ma alla rivoluzione dei cuori non corrispondono necessariamente grandi cambiamenti nell’organizzazione dell’ambiente domestico. Non è affatto detto, ad esempio, che la casa debba riempirsi di accessori ingombranti e costosi (quali box, recinti, girelli, ecc.) e neppure che si debbano spendere migliaia di euro per arredare la camera del bebè. Nei primi anni di vita al bambino non serve nulla di particolare. Per favorire il suo sviluppo psico-fisico non sono necessari gadget industriali o arredi su misura, ma è sufficiente una coperta posata a terra o un angolino circondato di cuscini. L’unica accortezza, quando il bimbo comincia a muoversi nello spazio, è quella di creare un ambiente che gli permetta di esplorare in tutta sicurezza: anche in questo caso non è indispensabile acquistare qualcosa, semmai è utile eliminare qualcosa, ovvero spostare oggetti potenzialmente pericolosi o fragili in luoghi inaccessibili al bebè. Basteranno un po’ di buon senso e attenzione e il bambino potrà sperimentare, conoscere ed esplorare l’ambiente in cui vive in tutta tranquillità.
184 Bebè a costo zero 0-6 Mesi: dagli abbracci al pavimento Nei primissimi mesi successivi alla nascita, la mamma – come abbiamo visto – è la risposta a ogni esigenza. Se i genitori glielo concedono il bimbo trascorre molto volentieri questo primo periodo della sua vita tra le loro braccia. Quando non è in braccio, il bambino sta benissimo sdraiato nella sua culla, sul lettone (l’importante è che sia circondato da cuscini o costantemente vigilato da un adulto per evitare il rischio di cadute) o su un materassino collocato a terra. Questa sistemazione gli assicura, infatti, la necessaria libertà di movimento e gli permette di esercitare muscolatura e coordinazione: in posizione supina, il bebè ha modo di guardarsi intorno, scoprire le proprie mani e portarle alla bocca, imparare ad afferrare i piedini e “assaggiarli”; in posizione prona, può esercitarsi a sollevare la testolina e voltarsi. Contenitori addio: è tempo di muoversi! Superate le prime settimane di vita, per le famiglie che hanno utilizzato dei “contenitori” per bebè (sdraiette, ovetti o altre soluzioni) si avvicina il momento di dire addio a questi accessori. Crescendo, infatti, il bambino scopre nuove possibilità di movimento per cui è fondamentale che possa “allenarsi” in libertà, senza trovarsi limitato o “costretto”, all’interno di un qualsiasi accessorio, dove può solo restare sdraiato sulla schiena, in posizione più o meno sollevata a seconda di come viene regolata la sdraietta. A questo proposito ricordiamo le parole del pediatra Marcello Bernardi: Col progressivo svilupparsi della padronanza di se stesso, il bimbo avverte il bisogno di usare il proprio corpo per girarsi, scalciare, agitare le braccia, afferrarsi un piede; e poi, in un secondo tempo, per rotolarsi, trascinarsi, protendersi verso qualcosa o qualcuno. Egli ha bisogno di dominare lo spazio. È chiaro perciò che l’ambiente migliore per le sue attività è quello che gli concede la maggiore libertà di manovra. Il piccolo esploratore ha bisogno di orizzonti sconfinati, di smisurati continenti, di terre senza frontiere. Ha bisogno del pavimento.1
Bernardi M., Il nuovo bambino, op.cit.
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Un angolo per il bebè Quel piccolo cerchio centrato sulla madre si è già dilatato: ora a terra si rotola, punta sulle mani e alza la testa, ride alla propria immagine allo specchio e a chiunque lo guardi sorridendo Grazia Honegger Fresco
Per rotolare, imparare a strisciare, esercitare i muscoli, serve spazio; l’ideale è quindi collocare il bambino su un piano orizzontale dove possa sperimentare le sue nuove potenzialità. Perché il piccolo si muova liberamente, ma in sicurezza, la soluzione più semplice e immediata è rappresentata dal pavimento. Il suggerimento degli esperti2 è quindi quello di creare un angolo ad hoc per il bimbo, con una coperta o un tappeto morbido (eventualmente rivestito da un lenzuolo pulito) e delimitato da cuscini. Sdraiato su un tappeto, un pezzo di moquette o una coperta, avrà così la possibilità di esercitare i muscoli del dorso e delle braccia (che gli permettono di sollevare il busto), di assumere diverse posizioni e di sperimentare vari punti di vista, acquisendo così nuove informazioni, che gli permettano di ampliare le proprie conoscenze e la propria comprensione della realtà. - Ora sto seduto! Intorno al sesto mese si colloca una tappa fondamentale dello sviluppo: pian piano il bimbo comincia a rimanere seduto senza aiuto per un tempo sempre più lungo. Abbandonare la posizione supina e imparare a stare seduti è una conquista che richiede tempo, energia e un gran numero di tentativi. La difficoltà
La pedagogista italiana Grazia Honegger Fresco, nel suo libro Una casa a misura di bambino, cit., suggerisce di creare un angolo speciale, da ritrovare ogni mattina, riparato dal freddo e dal duro pavimento. Basta un tappeto pulito un po’ rigido o un pezzo di moquette a pelo basso (una coperta ha il difetto di restare meno ferma sotto di lui), da coprire con una stoffa carina e lavabile o anche con un semplice lenzuolo da rimboccare. L’importante è che sia qualcosa in cui il bambino non affondi e che si possa pulire facilmente.
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186 Bebè a costo zero principale è quella di trovare e soprattutto conservare l’equilibrio: per riuscire a stare seduti senza sbilanciarsi e cadere sono indispensabili un buon controllo muscolare, coordinazione e, infine, una serie di “stratagemmi” che ogni bambino elabora facendo esperienza. Per conservare l’equilibrio che questa nuova posizione richiede, infatti, molti bimbi sperimentano la posizione a paracadute, ovvero si piegano leggermente in avanti e si “puntellano” appoggiando le mani davanti a sé. Anche le gambe sono d’aiuto per evitare di ribaltarsi: c’è chi preferisce piegarle e avvicinarle al corpo e chi invece le tiene divaricate davanti a sé, in ogni caso l’obiettivo è di controbilanciare lo spostamento del resto del corpo e mantenere la posizione. Affinché il bambino possa allenare la muscolatura e il senso dell’equilibrio necessari per restare seduto autonomamente sempre più a lungo, ancora una volta, deve avere libertà di azione. Lo stesso angolo che gli permette di sperimentare il movimento, può rappresentare la soluzione ideale, purché il bimbo sia circondato da cuscini che lo sostengano e attutiscano eventuali cadute.
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Dai 6 mesi: muoversi in libertà Guardare non gli basta più. Dopo i sei mesi il bimbo sente sempre più forte il desiderio di esplorare. Non si pone più in modo passivo nella veste di osservatore di quanto lo circonda ma, guidato dal desiderio di conoscere, è pronto a muoversi ed entrare in relazione con l’ambiente. Grazie alla maturazione del sistema nervoso centrale e dell’apparato muscolare, il piccolo riesce a mantenere la schiena e il busto sempre più eretti e quindi a stare seduto con crescente sicurezza. Da questa posizione ha modo di vedere un numero maggiore di oggetti e nuovi spazi che esercitano su di lui un fascino irresistibile. A questo punto ogni bambino trova il suo modo di spostarsi: si inizia strisciando in avanti per poi imparare a gattonare3 o a procedere da seduto trascinandosi sul sederino e, da un giorno all’altro… si parte alla scoperta del mondo.4 Cosa serve al bimbo in questa fase? Libertà di movimento, nessun accessorio, mamma e papà che lo incoraggiano e accolgono con gioia ed emozione tutti i suoi piccoli grandi progressi. Il box Per il periodo in cui il bimbo comincia a stare seduto e a spostarsi in modo autonomo, il mercato dei prodotti per l’infanzia ha pensato ad accessori che creino uno spazio ben delimitato e contengano il piccolo evitando che possa, esplorando l’ambiente circostante, incappare in qualche pericolo. L’utilità di box e recinti è assolutamente soggettiva, moltissime famiglie non ne hanno mai sentito l’esigenza, preferendo lasciare al bimbo libertà di movimento, altre li hanno utilizzati con soddisfazione.5 Sicuramente, anche
Naturalmente, dato che ogni bimbo è diverso, ci sono anche piccoli che saltano la fase del gattonamento per alzarsi direttamente in piedi ed accennare i primi passi. 4 Anche per quanto riguarda lo sviluppo motorio, ognuno ha i suoi tempi e il carattere e il temperamento individuale contribuiscono a queste differenze: un bimbo può risultare particolarmente interessato al movimento e un altro alla scoperta degli oggetti o ancora alla sperimentazione di suoni, o all’acquisizione del linguaggio. 5 Se decidete di acquistare un box, attenzione alla sicurezza: questi accessori non devono avere tubi con estremità aperte, aperture o interstizi. Per verificare la conformità alle norme vigenti del box che si intende acquistare, cercare sul libretto delle istruzioni o sull’etichetta 3
188 Bebè a costo zero in questo caso, si tratta di accessori non indispensabili per la crescita e il benessere del bambino (anzi, se usati a sproposito, possono rallentare i suoi progressi e la sua voglia di muoversi nello spazio ed esplorare la realtà), e a farci consigliare cautela prima di investire denaro per il loro acquisto c’è anche la possibile reazione del bimbo: ci sono bambini che non accettano di buona voglia di restare all’interno di un box… Non solo. Quella di spostarsi nello spazio è una conquista molto impegnativa, frutto di lunghi mesi di esercizio e allenamento. Il bimbo comincia trascinandosi in avanti, usando braccia e gambe e spingendosi con i piedini, quando si trova sdraiato a pancia in giù. Poi scopre la posizione carponi e hanno inizio i tentativi: dondolando, oscillando e cercando di sollevare una mano o di spostare le gambine, il bambino sonda le sue possibilità e “prende le misure”, e solo dopo una serie di prove arriva a coordinare gli arti e combinare i movimenti che gli permettono di spostarsi autonomamente. È evidente che per “allenarsi” il bambino ha assolutamente bisogno di una certa libertà di azione e che questa sua esigenza è in contrasto con l’utilizzo di vari accessori per l’infanzia, anche se la pubblicità – a dispetto di ogni evidenza – è riuscita a indicare il box come una soluzione che “permette al bimbo di muoversi in libertà”! Il recinto fai da te Una proposta interessante per circoscrivere nello spazio le esplorazioni del bambino, senza rinchiuderlo o limitare eccessivamente la sua libertà di movimento, si trova nel manuale Il nuovo Bambino: il pediatra Marcello Bernardi suggerisce, infatti, di ricorrere a un “recinto” fai da te, per evitare che il piccolo possa trovarsi in qualche situazione pericolosa, ma realizzato
la sigla: UNI EN 12227-1:2001. Oltre ai meccanismi sicuri e alle strutture solide sono molto importanti anche i materiali. A questo proposito Altroconsumo mette in guardia dalla formaldeide, una sostanza cancerogena che non deve essere presente negli accessori per bebè, e sottolinea che: le parti in metallo devono essere resistenti alla corrosione e i materiali e le superfici non devono rilasciare sostanze potenzialmente tossiche o nocive che i bambini (avendo l’abitudine di ciucciare e assaggiare gli oggetti) potrebbero ingerire. Per acquisti sicuri, potete verificare la presenza di questa sigla: EN 71-3, che attesta il rispetto della norma relativa alla migrazione di sostanze nocive. Maggiori informazioni sul sito di Altroconsumo (alla pagina http://www.altroconsumo.it/map/src/180373.htm).
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in modo tale che non abbia l’impressione di essere “imprigionato”6. L’ideale secondo Bernardi è un recinto improvvisato, composto di oggetti attraenti (ad esempio scatoloni, ceste, pile di vecchie riviste, ecc.) possibilmente dai colori vivaci, che incuriosiscano il bambino e si prestino a essere esplorati. Gli oggetti scelti dovranno inoltre offrire una garanzia di stabilità poiché oltre a impedire al bambino di viaggiare verso qualche pericolo, serviranno da appiglio per i suoi primi tentativi di conquistare la posizione eretta. E per dirla con le parole del famoso pediatra italiano: molto meglio un recinto fabbricato con amore e fantasia dal papà o da uno zio «inventore» (in tutte le famiglie c’è uno zio inventore), che i soliti strumenti di contenzione del commercio, muniti di reti e sbarre, ai quali manca solo la scritta «Carcere giudiziario».7 In merito all’uso di tale recinto, Bernardi comunque precisa che non deve diventare un’abitudine e di non metterci il bimbo quando lui si sta divertendo altrove o è impegnato a esplorare un’altra zona della casa. Attenzione alla sicurezza Quando il bimbo comincia a spostarsi nello spazio, strisciando o procedendo gattoni, la sua voglia di esplorare non conosce limiti. Verso l’anno, poi, si sforza di mettersi in piedi, e usa per alzarsi ogni appiglio che trova. Per questo è importante creare un ambiente sicuro, a misura di bambino, in modo da evitare possibili incidenti. Eliminando oggetti e situazioni potenzialmente pericolosi, i genitori potranno stare più tranquilli e il bimbo potrà esplorare in libertà (cosa fondamentale a quest’età) senza ricevere continui divieti che rischiano di smorzare il suo desiderio di scoprire e renderlo insicuro e ansioso.8 Ecco alcuni semplici suggerimenti di carattere generale. Ogni genitore, valutando con attenzione la propria realtà, provvederà a integrarli con gli interventi necessari.
Bernardi M., op. cit., pagg. 218-19. Bernardi M., op. cit., pag. 219. 8 È importante che i genitori incoraggino il piccolo nelle sue esplorazioni, anziché frenarlo, permettendogli di fare nuove esperienze, accrescere la sua comprensione della realtà e ampliare il suo bagaglio di conoscenze. 6 7
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• Eliminare dalla portata dei bambini soprammobili delicati, oggetti pericolosi (forbici, coltelli, ecc.), molto piccoli (che potrebbero essere inghiottiti) o fragili (che cadendo possono rompersi con il rischio di ferire il bimbo), piante (alcune piante sono velenose e quindi il bimbo non deve assolutamente poterle raggiungere e, in generale, il bambino può combinare notevoli disastri con la terra dei vasi). • Riporre in alto, o in mobiletti dotati di chiusura di sicurezza, tutti i detersivi e i medicinali. • Coprire le prese di corrente che spesso esercitano un fascino particolare e sembrano attirare le dita dei bimbi. L’ideale sarebbe nasconderle collocandoci davanti dei mobili che il bimbo non sia in grado di spostare, altrimenti si suggerisce di coprire la presa (in commercio esistono dispositivi appositi, ma si possono realizzare delle coperture casalinghe con del cartone duro). • Attenzione a tavolini e sgabelli a cui il piccolo potrebbe aggrapparsi per alzarsi in piedi, rischiando di cadere e tirarseli addosso. Da coprire, infine, gli spigoli vivi, in cui il bambino potrebbe andare a sbattere, ferendosi al viso o alla testa. Il girello Il bimbo ha bisogno di sentirsi libero e di poter viaggiare a suo talento. Dal suo punto di vista seggiolone, seggiolino, girello, eccetera, sono altrettante carceri. Marcello Bernardi
Il girello rientra senza dubbio nell’elenco di accessori che non sono necessari per la crescita e il benessere del bebè e che, eventualmente, possono essere utili per i genitori che, grazie a un suo momentaneo utilizzo, sistemano il bimbo per un certo lasso di tempo. I girelli moderni, poi, sembrano giostre degne di un luna-park; le pubblicità presentano modelli musicali con led che si illuminano ad ogni movimento, funzioni sonore, girelli con giochi educativi (!)… e più il modello è multi-accessoriato e più, naturalmente, il prezzo sale.
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Ricordiamo però che quella del girello – modello base o ultima generazione – non è una soluzione ideale per intrattenere un piccino, se non per pochi minuti.9 Il bambino ha bisogno di potersi muovere (esercitando così muscolatura e coordinazione), prendere le misure della realtà che lo circonda, sperimentare le proprie potenzialità e i propri limiti (per arrivare gradualmente a superarli). In questo modo si dedica a un esercizio costante e proficuo che lo porta pian piano a conquistare lo spazio intorno a lui, senza l’ausilio di rotelle. La presunta libertà di movimento di cui il bimbo gode mentre è nel girello, è inoltre molto relativa poiché può spostarsi nello spazio, ma – proprio per la particolare struttura del girello – non può, ad esempio, arrivare ad afferrare o esplorare quanto lo circonda, o raccogliere da terra un oggetto che ha attratto il suo interesse. La pediatra Elena Balsamo definisce il girello una dannosa forzatura all’acquisizione spontanea della stazione eretta e della marcia.10 Attenzione infine, per chi abita in case dove ci sono scale, terrazzi non protetti, gradini (ne basta uno perché il bimbo rischi di ribaltarsi con il girello). Il pediatra Paolo Sarti, in un articolo pubblicato sulla rivista “Un pediatra per amico”,11 ricorda che in Canada, nel 2004, la legge ha vietato la commercializzazione di questo accessorio in quanto ritenuto potenzialmente pericoloso. ~A conti fatti La libertà non ha prezzo, si sa, ma nel caso dei bambini porta anche un bel risparmio ai genitori. Sì, perché creando un angolo ad hoc per i più piccini e permettendo una certa libertà di movimento ai più grandicelli, si evita l’acquisto di una serie di accessori il cui utilizzo è molto limitato nel tempo. Vediamo qualche prezzo12… Box: da 69 a 99 euro Girello: da 41 a 74 euro
Bernardi M., op. cit. A pagina 299 Bernardi scrive: mi rendo perfettamente conto che in certi casi il loro uso può rivelarsi inevitabile, ma comunque deve essere limitato al più breve tempo possibile. Non oltre alcuni minuti, come regola generale. 10 Balsamo E., op. cit., pag. 133. 11 Sarti P., Girelli e seggiolini non è roba da bambini, “Un pediatra per amico”, numero 4, 2004. 12 I prezzi sono tratti dalla rivista “Io e il mio Bambino”, numero 289, agosto 2007. 9
192 Bebè a costo zero La cameretta del bebè Il primo ambiente per il bambino è il corpo materno. È la sua prima casa dove trascorre parecchi mesi della sua esistenza. Poi ha bisogno di un “nido” esterno, di uno spazio in cui collocarsi e in cui crescere sviluppando un po’ alla volta tutte le proprie potenzialità. L’ambiente è in questo senso fondamentale: se strutturato e organizzato a misura di bambino diventa per se stesso “educante”. Elena Balsamo
È innegabile, quelle fiabesche camerette in tinta pastello con graziosi motivi decorativi che si ripetono sulla culla, il lettino, l’armadio, il tappeto e il lampadario, hanno un loro fascino.13 Attenzione, però: arredare la camera del bambino, quando è ancora molto piccolo o prima ancora che nasca, può rivelarsi prematuro e decisamente costoso. In genere i bambini trascorrono il primo anno di vita vicino ai genitori, molti bimbi dormono nella camera di mamma e papà, e tutti, una volta svegli, “seguono” la mamma nei vari locali della casa, dapprima sdraiati, poi seduti, poi muovendosi ed esplorando al suo seguito. Dovrà trascorrere parecchio tempo prima che il bambino accetti di buon grado di restare “separato” dalla madre, giocando da solo nella sua bella cameretta.14 Il rischio è quindi quello di arredare (spendendo molto denaro) un ambiente che poi viene utilizzato raramente se non mai nel primo anno di vita. Quando il bimbo è cresciuto, infine, le camerette che si possono ammirare nei cataloghi (studiate per piacere agli adulti) non sempre rispondono alle sue effettive esigenze. Esigenze che sono in realtà molto limitate e si riassumono in un ambiente a misura di bambino: quindi con un letto da cui può scendere e salire senza rischiare di farsi male, delle mensole collocate alla sua altezza, o un piccolo scaffale sistemato alla sua portata, dove poter riporre giochi e libretti.
Nonostante l’innegabile fascino romantico di certe camerette da catalogo, queste soluzioni si rivelano spesso assai poco funzionali. 14 I bambini hanno bisogno di contatto, dapprima fisico, poi visivo: nel primo anno di vita, in genere, scoppiano a piangere non appena si rendono conto che la mamma li lascia soli, poiché ancora non sono in grado di comprendere che lei non è “sparita”, ma è soltanto nell’altra stanza. 13
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Non dimentichiamo inoltre che ciò di cui ha bisogno un neonato e ciò che serve a un bimbo di uno, tre o sei anni sono cose molto diverse; l’ideale è quindi – come suggerisce la pediatra Elena Balsamo – scegliere il mobilio un po’ alla volta, adattandolo alle esigenze del piccolo, man mano che cresce.15 Senza fretta dunque, e senza necessariamente dover spendere del denaro, si potrà realizzare nel tempo un ambiente sempre rispondente alle esigenze del bambino che cresce, e personalizzato, assecondando laddove possibile le sue preferenze.16 Una casa a misura di bambino Esplorando l’ambiente in cui vive, il bambino conosce, comprende, impara… Ogni oggetto, ogni armadio, ogni cassetto, tutto ciò che lo circonda nasconde misteriosi segreti da scoprire. È evidente che non si può pensare di “confinare” un bambino in spazi delimitati per evitare che causi disordine o si metta nei pasticci. D’altronde la casa è tanto sua quanto dei genitori, quindi ha diritto a “viverla” come può, in base alla sua età e alla sua capacità di comprensione. L’unica soluzione è trovare dei compromessi accettabili che non penalizzino né lui né gli adulti. Lo spiega molto bene la pedagogista Grazia Honegger Fresco che sottolinea: La casa è per lui territorio immenso, affascinante, tutto da scoprire e da utilizzare, mentre per noi è tutt’altro: non cominciamo a litigare fin dal primo momento su questa divergenza… d’uso; cerchiamo soluzioni di compromesso per la sua libertà esplorativa e per la nostra tranquillità. Come conciliare la fisiologica esigenza di conoscenza del bambino e le esigenze di ordine e sicurezza degli adulti? Stabiliamo sin dall’inizio i sì e i no della situazione (…) I sì dovrebbero essere moltiplicati, i no ridotti al minimo, detti una sola volta, con voce ferma e guardando negli occhi, senza rabbia né toni di minaccia.17
Balsamo E., op. cit., pagina 132. Quando i miei bambini hanno lasciato la camera di mamma e papà per prendere possesso della loro camera, abbiamo dipinto insieme su una parete un prato fiorito con farfalle, coccinelle e ricci. Il risultato è decisamente “artigianale”, ma a loro piace molto! 17 Honegger Fresco G., e Honegger Chiari S., Una casa a misura di bambino, op.cit., a pagina 31. 15 16
194 Bebè a costo zero Dato che il bimbo, di solito, appena è in grado di farlo, segue la mamma in tutti i suoi spostamenti, l’ideale è creare degli spazi per lui (corredati di cestino dei tesori)18 in ogni locale della casa, e riservare alle sue esplorazioni il cassetto più in basso della cucina, dove custodiremo tovaglioli o altri oggetti che il piccolo possa toccare senza danno (imbuto, spremiagrumi, mestoli in legno, portauovo, ecc), l’antina del mobile del bagno dove sono conservati asciugamani, spazzole, pettini, ecc.19 Più che box e recinti (da cui prima o poi il bimbo dovrà pur uscire!), ad aiutare mamma e papà sono la flessibilità e la fantasia. Fantasia che permette di intrattenere il piccolo con poco; mentre si cucina, ad esempio, si può lasciare a sua disposizione un cesto di frutta da svuotare, mentre si stende o si ritirano i panni, il bambino potrà divertirsi un mondo con le mollette per il bucato… Man mano che il bimbo cresce, infine, diventa sempre più facile coinvolgerlo nelle attività dei genitori, incanalando le sue energie e la sua curiosità in piccoli compiti adeguati all’età e alle sue possibilità, come quello di aiutare ad apparecchiare o di mettere i panni sporchi in una cesta. Al bambino piace molto fare qualcosa con e per i genitori.
Voci di mamma e papà Dato che prima della nascita di Viola gli unici bebè che avevo conosciuto erano quelli della pubblicità, pensavo che i bambini avessero bisogno di tutto quello che proponevano gli spot… Però, per fortuna, mia figlia mi ha aperto gli occhi e ho capito che il 90% delle cose pensate per i bambini sono… inutili per i bambini! Tra queste vi sono le varie barriere (box, recinti, ecc.): utili solo per i genitori che in questo modo possono non prestare attenzione al proprio figlio.
Vedi capitolo XI Gioco e giocattoli. La pediatra Elena Balsamo, in Sono qui con te, suggerisce di organizzare un angolino “a misura di bambino” possibilmente in ogni stanza della casa. Per esempio in cucina destinare un ripiano o un’anta di un armadietto ai suoi attrezzi: una pentolina con coperchio, qualche cucchiaio di legno, un colino, ecc. 18 19
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Con il tempo ho capito che i bambini non sono quei kamikaze che ci vogliono far credere, e che sono molto più competenti di quel che pensiamo. Così ho sviluppato un odio per gabbie, lucchetti&co, e con Jacopo abbiamo fatto a meno anche del lettino con le sbarre. Ho unito il suo lettino (con la sbarra abbassata) al mio; in questo modo, sin da quando ha nove mesi, ogni volta che vuole alzarsi passa sul mio letto e da lì scende tranquillamente. Agnese, mamma di Viola, 4 anni, e Jacopo, 2 anni *** Non ho usato il girello perché mia figlia Chiara mi ha aiutato a capire che era quanto meno un orpello inutile. Ha iniziato a muoversi strisciando come un marine già a quattro mesi, e dopo pochissimo tempo ha imparato a gattonare arrivando dove voleva. I giochi e i libri li tenevamo per terra o in basso, per cui li raggiungeva comodamente. Insomma proprio non vedevo l’utilità di un girello, mi sembrava di toglierle libertà di movimento piuttosto che dargliene di più: in fin dei conti con il girello puoi muoverti, ma non arrivi negli spazi stretti, non puoi raccogliere le cose da terra, non puoi nasconderti dietro la poltrona e fare cucù… Gaia, mamma di Chiara, 7 anni, Edoardo, 2 anni, e in attesa del terzo bebè *** Le mamme che conoscevo utilizzavano il box con i loro bambini, ma quando è toccato a me sperimentare la grande utilità di questo oggetto, il mio piccolo ha cominciato a urlare come un matto, senza neppure degnare di uno sguardo i giocattoli colorati che avevo preparato al suo interno. I tentativi successivi non hanno sortito risultati diversi: per noi il box è diventato un contenitore dove buttare i giochi al momento di riordinare. E io ho continuato a cucinare e sbrigare le mie faccende con Benedetto accanto, molto soddisfatto di stare vicino alla mamma e di poter seguire “in diretta” tutte le sue azioni… Elisa, mamma di Benedetto, 2 anni ***
196 Bebè a costo zero Mia nonna ha sempre detto che il girello faceva venire le gambe a taralluccio. Io mi sono sempre chiesta perché avrei dovuto far camminare un bambino che non era pronto per farlo: è così semplice, se è il suo momento si alza e cammina… Il box… Mettiamoci dalla parte dei bambini: proviamo a immaginarci dentro una gabbia e vediamo… Patrizia, mamma di Enrico, 7 anni, Diadora, 5 anni, e Jader, 2 anni *** Elena comincia a gattonare a sette-otto mesi, ed è subito chiaro che più la si lascia fare, più lei trova le sue strategie per affrontare le difficoltà che incontra: cadere, superare un ostacolo, ecc. È entusiasta di esplorare e non chiede altro: come negarglielo? Il box è inutile e il girello forse anche dannoso; questo è il mio pensiero appena mi sono dovuta confrontare con l’argomento. “Come fai se hai un’urgenza e non puoi controllare tua figlia?” mi chiede un’amica stupefatta. La metto nel lettino con due giochetti. Se proprio devo fare altro la metto nella fascia e me la porto dietro. Non posso far finta di non avere una figlia di pochi mesi! Certo, la zona in cui la lascio giocare è stata “bonificata” dai rischi: un bel cuscino gigante di fronte al groviglio dei fili elettrici di TV e stereo, prese elettriche chiuse con appositi tappini e tavolino basso spostato, per ora, in un’altra stanza… Morale? Elena a dieci mesi camminava e molto raramente si è fatta male cadendo o in altro modo. Lisa, mamma di Elena, 21 mesi, e in dolce attesa di Romeo *** Io ho il box ma l’ho usato pochissimo. Di solito lascio Matilde per terra in cucina e lei esplora tutto, tocca tutto ma sta molto attenta. Si diverte a girare sotto il tavolo ma non è mai caduta… Benedetta, mamma di Matilde, 9 mesi ***
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Box, girelli, recinti… Non possediamo nulla di tutto ciò. A parte il caminetto (circondato da un tavolino da tè e una palizzata di sedie), il resto della casa è a sua disposizione. Le cose delicate o fragili le abbiamo spostate in alto. Tarik a sei mesi stava seduto. A sette ha iniziato a camminare. Ora corre qui e là per la casa in esplorazione di armadi e cassetti. Unici problemi: le prese della corrente (quando ancora non sapeva camminare era irrimediabilmente attirato da quei buchini) e la tendenza a esplorare con la bocca, che lo porta ad “assaggiare” anche le scarpe che può trovare in giro… Ilic, papà di Tarik, 15 mesi *** Il bimbo gioca: tappeto per terra e via! Altro che sdraietta o altalena o box. In caso di urgenza (quale potrà mai essere?) il bimbo lo porterò con me. Monica, futura mamma al sesto mese di gravidanza. Consigli di lettura Honegger Fresco G. e Honegger Chiari S., Una casa a misura di bambino, Red edizioni, 2000
Indice
Prefazione di Alessandra Bortolotti Introduzione
7 11
I
UN BEBÈ IN ARRIVO
14
Un tempo privilegiato Vestirsi in gravidanza La cura del corpo in gravidanza Prepararsi ad allattare Prepararsi alla nascita La salute della futura mamma L’ansia da corredino La borsa per l’ospedale La futura mamma che lavora Voci di mamma e papà
14 15 17 19 22 24 27 28 30 32
È NATO!
37
Di cosa ha bisogno il neonato? L’abbraccio materno Sostituti dell’abbraccio materno Accoglienza e comprensione Di cosa ha bisogno la mamma? Voci di mamma e papà
39 39 41 43 46 47
ALIMENTAZIONE DA 0 A 6 MESI
55
Latte di mamma, unico e inimitabile Latte materno, perché?
55 57
II
III
Indice
IV
V
279
Un bene senza prezzo a costo zero Una scelta etica ed ecologica Quando serve una scorta di latte Latte artificiale Quando serve un’aggiunta E quando non serve… Integrazioni nei primi giorni di vita Tisane e camomilla Vitamine, sali minerali, fluoro Il ciuccio Il biberon La bilancia pesa-bebè Prodotti per la mamma che allatta Integratori per la mamma che allatta L’abbigliamento della mamma che allatta Poltrone e cuscini per allattare Voci mamma e papà
61 61 64 66 70 71 72 73 76 76 81 84 86 89 89 91 93
SEI MESI: A TAVOLA!
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È il momento! Parola d’ordine: gradualità Pappe e poppate, binomio vincente Creme precotte e farine istantanee Omogeneizzati Alimenti per bebè? Un concetto superato Utensili, piatti, bicchieri per bebè Il seggiolone Voci di mamma e papà
99 100 101 102 103 106 110 111 112
L’IGIENE DEL BEBÈ
117
Il bagnetto del bebè Saponi e bagnoschiuma Lo shampoo La vaschetta Prodotti per l’igiene intima Salviettine umidificate L’olio per la pelle Attenzione alle etichette! La colonia per il bebè
117 117 119 119 120 121 122 123 124
280 Bebè a costo zero
VI
VII
Vestitini, così sono puliti Voci di mamma e papà
125 127
I PANNOLINI
130
Pannolini usa e getta Usa e getta ecologici Pannolini di stoffa Elimination Communication A ognuno la sua soluzione Il fasciatoio La pattumiera dei pannolini Il vasino Voci di mamma e papà
130 133 134 139 141 142 143 144 145
ABBIGLIAMENTO
151
Vestitini: viva la comodità Scarpe, come e quando? Offerte, saldi, grandi magazzini Di bimbo in bimbo… Il mercato dell’usato Voci di mamma e papà
151 149 153 154 155 157
VIII IL SONNO
IX
161
Come dormono i bambini? In camera con i genitori La culla Il lettino Il co-sleeping Il side-bed Il materasso I manuali sulla nanna Voci di mamma e papà
161 164 165 167 169 172 173 173 176
IL BEBÈ IN CASA
183
0-6 Mesi: dagli abbracci al pavimento Contenitori addio: è tempo di muoversi! Un angolo per il bebè Dai 6 mesi: muoversi in libertà
184 184 185 187
Indice
X
XI
281
Il box Il recinto fai da te Il girello La cameretta del bebè Una casa a misura di bambino Voci di mamma e papà
187 188 190 192 193 194
A SPASSO CON IL BEBÈ
198
La carrozzina Il passeggino Tre in uno: i combinati L’arte di “portare” i piccoli Il marsupio Lo zaino La fascia Il Mei Tai Una soluzione economica Bebè in auto Cosa prevede il codice della strada Come scegliere seggiolini e adattatori Voci di mamma e papà
198 199 200 201 203 204 204 206 206 208 209 209 212
GIOCO E GIOCATTOLI
217
Cosa serve per giocare Da 0 a 3 mesi: una danza a due voci Felice con mamma e papà La giostrina per la culla La palestrina Da 3 a 6 mesi: alla scoperta del corpo Sonagli, palle e pupazzi La borsa delle stoffe Trotta, trotta cavallino… In acqua che divertimento Da 6 a 9 mesi: alla scoperta degli oggetti Il cestino dei tesori Batti, batti le manine Canzoni e filastrocche Giocare con la musica Da 9-12 mesi: alla scoperta della casa
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282 Bebè a costo zero
XII
Divertirsi all’aria aperta E dopo il primo anno… Voci di mamma e papà
230 232 234
LIBRI, FIABE E RACCONTI
239
Nati per leggere Gli effetti della lettura ad alta voce Cerchi un libro? Ecco dove trovarlo… Voci di mamma e papà
240 240 242 246
XIII A COSTO ZERO
249
XIV VOCI DI ESPERTI
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Gravidanza e parto, eventi “naturali”? (Enzo Esposito) Avere o Essere? (Polina Zlotnik) Di cosa ha bisogno un neonato? (Elena Balsamo) Quanti accessori inutili e dannosi! (Sergio Conti Nibali) Allattamento: storia di una riscoperta (Alberto Ferrando) Alimenti speciali per l’infanzia: facciamo chiarezza (Lucio Piermarini) Igiene: acqua, amido, olio e rispetto per l’ambiente (Maria Edoarda Trillò) Quali accessori per il primo anno del bambino? (Monica Pierattelli-Adrienne Davidson) Sviluppo del bambino: meno oggetti e più rispetto! (Grazia Honegger Fresco) Un’associazione a tutela dei piccoli consumatori (Linda Grilli)
Bibliografia Siti di interesse Indirizzi utili Indice
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269 271 276 278