I colori veicolano tabÚ e pregiudizi ai quali obbediamo senza rendercene conto, e possiedono significati nascosti che influenzano il nostro ambiente, i nostri comportamenti, il nostro linguaggio e il nostro immaginario. La loro storia, ricchissima e sorprendente, racconta l’evoluzione delle mentalità , degli usi e delle società , intrecciando arte, politica, religione, psicologia, sociologia.
Una breve analisi che indaga le caratteristiche, gli effetti psico-fisici, la storia, i pigmenti, alcune curiosità , la forma, il suono, il profumo, il logo iconico-storico, il contrasto simultaneo e l’armonia cromatica del verde.
01. Caratteristiche
Una qualunque sostanza ci appare colorata solo in presenza di luce perché è formata da molecole in grado di assorbire selettivamente la luce incidente a ben determinate fasce di lunghezza d’onda, riflettendo il resto. Nel caso del bianco tutte le lunghezze d’onda vengono riflesse, mentre nel nero tutte le lunghezze d’onda vengono assorbite. Un fotone che colpisce una molecola del pigmento, eccita un elettrone facendolo passare da uno stato fondamentale ad uno stato eccitato su di un orbitale più esterno. Solo i fotoni di una ben determinata energia sono in grado di farlo e sono quelli corrispondenti alle lunghezze d’onda assorbite. La luce riflessa sarà priva di queste lunghezze d’onda e ci apparirà colorata. L’energia assorbita dall’elettrone viene normalmente restituita a lunghezze d’onda che cadono all’esterno della fascia visibile e quindi non sarà percepibile dal nostro occhio. Il verde è uno dei colori dello Spettro Visibile e la sua lunghezza d’onda si trova tra i 490 e i 570 nm. Si tratta di uno dei tre colori primari additivi insieme al blu e al rosso ed è complementare del magenta. Lo spettro del verde si situa al centro del range di vibrazioni visibili dall’occhio umano e suscita in noi un più veloce responso a causa della sua più forte stimolazione dei recettori visivi.
02.
Effetti psico-fisici
Il Pantone Color Institute, considerato un’autorità mondiale nell’abbinamento dei colori, nel 2013 ha premiato il verde smeraldo con il titolo di Color of the Year; in questa occasione la direttrice del Pantone Color Institute, Leatrice Eiseman, ha affermato: “Il verde è il colore più abbondante in natura, quello che l’occhio umano vede più spesso durante la giornata. Inoltre, la luce verde è anche quella che il nostro occhio è in grado percepire più facilmente e che la retina riesce a leggere in maniera corretta, senza troppe aberrazioni; è un colore che attrae e ispira al ringiovanimento e al rinnovamento.” Negli ultimi anni, diverse ricerche scientifiche hanno reso noti i numerosi benefici psicofisici legati al colore verde: • Il verde può migliorare l’abilità di lettura e comprensione di un testo e si ottiene un miglioramento apprezzabile della velocità di lettura applicando un livello trasparente verde al testo stampato. • L’Università di Berna ha svolto un importante studio sugli effetti psicologici del colore nel 2007, dimostrando che la percezione delle diverse sfumature di verde ha un effetto rasserenante, stimola i sentimenti
positivi e facilita la concentrazione, diminuendo il livello di stress e ansia. • abitare nelle vicinanze di parchi o ‘zone verdi’ aumenta le competenze sociali e le capacità di integrazione. I ricercatori della Heriot-Watt University di Edimburgo hanno fatto camminare diversi partecipanti allo studio in tre diversi contesti cittadini: nel centro storico, in un parco e in un’area commerciale. L’attività cerebrale del camminare era sempre simile, non così la sua qualità e la scia di benessere: chi camminava nel parco mostrava molti meno segnali di stress e frustrazione. Anche il contesto naturale, quindi, impegna la nostra mente, ma con una sorta di impegno senza sforzo: “Si chiama attenzione involontaria, in psicologia – spiega la ricercatrice Jenni Roe – una modalità che consente di tenere alta l’attenzione mentre nel contempo si libera spazio per la riflessione”. Lo studio suggerisce che, prendersi una pausa dal lavoro per una passeggiata nel verde, o anche solo per contemplare un’area verde dalla finestra, non è improduttivo, anzi “può avere un effetto ristoratore, ridurre la fatica e reintegrare le capacità di concentrazione”. • L’istintivo effetto rilassante deriverebbe dal fatto che in natura il verde indica abbondanza di acqua, elemento indispensabile alla vita e al benessere, e percepiamo effetti di rassicurazione. Per la nostra percezione primitiva la visione di un’oasi è un segnale di umido, di sorgente e freschezza, e ci attrae.
03. Storia
Nella storia dell’uomo il verde è sempre stato un colore di difficile riproduzione e questa è stata la causa della sua scarsa diffusione ed estraneità sia nelle espressioni delle nella vita sociale che di quella religiosa. Mentre nelle pitture rupestri sono ricorrenti il rosso, il nero e il bianco, il verde è del tutto assente. Secondo la teoria della Kuntswollen1, potrebbe esserci stata la volontà precisa di escluderlo essendo uno dei colori più diffusi in natura. Analizzando il lessico riguardante i colori, notiamo che, nell’antica Grecia, esistono termini esclusivamente per definire il bianco, il nero e il rosso. I greci, infatti, raramente descrivono le qualità cromatiche di un oggetto, ma piuttosto ne definiscono le caratteristiche plastiche o le emozioni da esso suscitate, e i termini utilizzati per indicare un colore risultano spesso ambigui e polisemantici. In Egitto, al contrario, il verde gode di alta considerazione, valutato così positivo da ritenere sacri gli animali di questo colore. È associato ad Osiride: dio funerario, della vegetazione e della rinascita, legato alla fertilità, alla crescita e alla resurrezione. I romani avevano coniato un termine specifico per definirlo: virdis. Etimologicamente questa parola si ricollega ad una grande famiglia di termini positivi come vigore, crescita, forza e vita. Colore difficile da ottenere per tingere i tessuti, veniva impiegato esclusivamente per gli abiti dei ceti più poveri, in quanto i tessuti risultavano ombreggiati e sbiaditi. 1. “Kuntswollen” è un termine tedesco introdotto da Riegl che significa “arte del volere”. Si tratta di una teoria storiografica secondo cui l’uomo sarebbe sempre stato in grado di rappresentare il reale verosimilmente, ma, a causa di un cattivo rapporto con la natura, non avrebbe voluto raffigurarla.
Durante il periodo imperiale le mode orientali si diffondono largamente, rendendo più presente il verde nella produzione artistica e nella vita quotidiana delle gens più abbienti. Vengono utilizzate tinte forti e accostamenti cromatici accesi, duramente contestati dai sostenitori dei mores romani. All’interno della letteratura biblica i colori non vengono citati molto spesso e il verde risulta essere esclusivamente il colore della vegetazione senza alcuna connotazione positiva o negativa. Il verde torna in auge quando, nel 1195, il cardinale Lotario dei conti di Segni, futuro Papa Innocenzo III, scrive il suo trattato “De Sacrosanti Altaris Mysterio” sull’uso dei paramenti sacri, nel quale egli prescrive l’utilizzo del bianco e dei suoi opposti, il rosso e il nero, per le occasioni particolari e di impiegare invece i paramenti verdi per le celebrazioni ordinarie. Considerato colore intermedio, diviene sinonimo di speranza e di vita eterna. Nella religione islamica il verde ha sempre avuto una connotazione positiva. Il profeta Maometto ama circondarsi di questo colore associandolo alla vegetazione, alla primavera al cielo e al paradiso. Inizialmente usato come simbolo della sua tribù diventa man mano più diffuso, fino a divenire colore ufficiale della religione islamica. Il verde riunisce tutti i popoli arabi dell’islam sotto un unico simbolo di speranza. La sua simbologia è associata all’acqua, alla ricchezza e alla felicità. Dopo il Mille il verde acquisisce importanza, grazie alla grande divulgazione degli studi di Aristotele. Il verde, considerato colore medio, diventa simbolo di equilibrio e rettitudine in un periodo in cui gli eccessi vengono condannati a favore di una vita tranquilla in linea con gli insegnamenti biblici. Nelle vetrate delle
chiese si inizia a farne largo uso soprattutto perché rilassa la vista e tranquillizza lo spirito. Nel Medioevo il verde viene associato alla primavera poiché è il momento del risveglio delle piante e della vegetazione, la natura si veste di un verde nuovo, fresco, tenero e allegro, è un momento di festa e di gioia, è la stagione delle feste e dei piaceri. In questo periodo i giovani usano lasciare degli arbusti davanti alle case delle proprie amate per esprimere l’intensità dei propri sentimenti. Così il verde diventa il colore degli amori nascenti, giovani, pieni di speranza. Le donne in vista del matrimonio o in dolce attesa si vestono spesso di verde per celebrare la novità e il cambiamento. Il verte diventa il colore della speranza di maternità. Alla fine del Medioevo il verde perde progressivamente importanza fino ad essere associato al diavolo. Oltre alla pelle del demone sono verdi anche le bestie a lui associate come rane, serpenti, draghi e coccodrilli, a cui vengono attribuite caratteristiche ambigue e maligne. Da vivace e allegro il verde diventa insaturo e cupo, inquietante e mortifero. Intorno all’XVI secolo, in ambito scientifico, viene abbandonato l’ordinamento dei colori ereditato dalla Grecia, in favore di nuove classificazioni. Il verde non è più uno dei colori principali ma diventa un miscuglio di giallo e blu, passando conseguentemente in secondo piano. I pittori iniziano a trascurarlo e disprezzarlo lasciandogli un ruolo secondario. Nel 1666 Isaac Newton, disperdendo un raggio luminoso attraverso un prisma di vetro, scopre lo spettro cromatico. La sequenza di colori dell’alto Medioevo (bianco, giallo, rosso, verde, blu, viola e nero) viene sostituita da quella odierna, nella quale il verde è chiaramente posto tra il giallo e il blu mentre il bianco e
il nero vengono eliminati dall’ordinamento dei colori. Nel XVIII secolo migliora l’illuminazione: i colori si vedono meglio e gli si presta più attenzione. I progressi scientifici e tecnologici permettono di riprodurre tonalità di colori in grandi quantità e il vocabolario si amplia per poterli meglio definire. In questo periodo però è il blu a trionfare, mentre il verde rimane in disuso e addirittura è detestato. È nei primi dell’Ottocento che il verde riprende la sua ascesa, diventando un simbolo ideologico di libertà, in contrapposizione al rosso, universalmente simbolo di divieto. A metà Ottocento gli abitanti delle città rincominciano a sentirsi attratti dalla campagna e dalla natura, al verde vengono attribuite capacità sempre più benefiche, diventando il colore della salute e dell’igiene, ma in pittura rimane in secondo piano poiché le teorie di Chevreul sul colore, e in particolare sulla mescolanza ottica2, rendono superfluo l’utilizzo dei colori secondari. A cavallo tra l’Ottocento e il Novecento anche gli insegnamenti della Bauhaus prediligono i colori primari, con la conseguente decadenza del verde e dei colori secondari; addirittura Mondrian, riguardo al verde, afferma: “un colore inutile”. Il verde così non viene più utilizzato per oggetti e arredi e scompare per diversi anni, finché non viene valorizzato dal settore dell’agroalimentare ecologico e della salute, e viene trasformato in un simbolo di nuovi valori positivi del mangiare bene e della salvaguardia del pianeta. Nonostante ciò, però, rimane un colore oscillante tra significati opposti, tra positività e negatività, tra speranze e serenità, avarizia ed invidia. 2. Quella della mescolanza ottica è una delle leggi più importanti teorizzate da Chevreul e afferma che due colori adiacenti tendono a fondersi visivamente e a essere percepiti dall’occhio come un colore unico.
04. Pigmenti
I pigmenti sono la materia prima indispensabile per la realizzazione e riproduzione dei colori. Possono essere di origine naturale o di sintesi, organici, minerali, animali, terre o ossidi. Disperdendoli poco per volta nel legante (olio di lino, resina acrilica, gomma arabica, resina o altro) si ottiene un impasto che può essere regolato in densità e saturazione secondo le necessità. Si presentano sottoforma di polveri con grane più o meno spesse e in base alle caratteristiche chimico-fisiche si possono utilizzare per materiali diversi con risultati più o meno efficaci. In natura i pigmenti inorganici si trovano in rocce e minerali, generalmente richiedono lunghe lavorazioni per essere purificati e resi utilizzabili. In biologia, il pigmento è ogni materiale colorato presente nelle cellule vegetali e animali. Molte strutture biologiche, come pelle, pelo, occhi e capelli contengono pigmenti, come la melanina, presenti in cellule specializzate dette cromatofori. Nei vegetali, i pigmenti sono contenuti nei plastidi, specificatamente nei cloroplasti, e sono rappresentati da clorofille (verde), carotenoidi e flavonoidi (giallo-arancione), tannini, presenti nella corteccia, e pigmenti florali, tra cui gli antociani.
Malachite
La sua origine è naturale minerale, ha una composizione di carbonato basico di Rame. É stata usata dai tempi più antichi fino al XIX secolo. Per il suo bel colore che va dal verde chiaro al verde scuro, la malachite viene utilizzata in gioielleria e in oggettistica semipreziosa. Tuttavia essendo un minerale con scarsa durezza, i manufatti in malachite possono rigarsi e rovinarsi facilmente, se usati e toccati senza attenzione. Pregiati lavori di intaglio vengono dalla Cina e dalla Russia. Sono famose le bellissime colonne in malachite della Cattedrale di Sant’Isacco a San Pietroburgo, pietra ampiamente utilizzata anche nel rivestimento delle sale della residenza estiva degli zar, il Palazzo d’Inverno, a San Pietroburgo. I Greci e i Romani ne facevano amuleti ritenendo che proteggesse dagli infortuni. Nell’arte viene utilizzata soprattutto nella pittura ad olio.
Verderame
Ha origine sintetica, ottenuto anticamente per corrosione del rame con l’aceto. È stato preparato e utilizzato dal tempo dei Greci e dei Romani fino al XIX secolo e oggi è impiegato come catalizzatore, pigmento, insetticida e fungicida. In pittura è un pigmento piuttosto trasparente di colore verde azzurro, un verde non intenso con una forte tendenza a sbiadire o annerire, per questo motivo è utilizzato soprattutto per velature, cioè strati sottili di colore dati sopra altri strati di colore, per ottenere il verde erba, è stato usato in tutte le tecniche eccetto che per l’affresco, in quanto questo pigmento deve essere stemperato con oli e resine per divenire brillante e molto velato.
Terra verde
La terra verde è un pigmento inorganico naturale minerale. E’ un pigmento usato già nella preistoria, e molto nell’età classica e durante il rinascimento. Ha una stabilità alta alla luce, temperatura e umidità. Asciutta ha l’aspetto di una terra fina che forma piccoli grumi mentre diluita è una pasta liscia uniforme. Si asciuga rapidamente, ha bisogno di un’alta quantità di olio, non è tossica ed ha uno scarso potere colorante. Non è molto coprente e tende a rimanere trasparente. Ha un colore assai variabile a seconda delle località di origine: da un verde opaco con sottotono bluastro a un verde intenso con sfumature giallastre
Verde di cromo
Si tratta di una miscela di Blu di Prussia e Giallo di Cromo ed è stato usato dall’inizio del XIX secolo, è un pigmento inorganico minerale naturale, che si ottiene sinteticamente. Il colore può variabile da verde erba a verde blu con granulazione molto fine. Ha le tipiche caratteristiche dei colori opachi: estremamente coprente, non si presta molto a sfumature ma rimane molto compatto e uniforme anche quando molto diluito. Ha un potere colorante medio-basso e si asciuga velocemente. Non è tossico ed è molto stabile.
Verde smeraldo
Il verde smeraldo è un pigmento inorganico sintetico. Fu inventato tra fine 1700 e inizio 1800, ha un colore blu-verde. E’ un pigmento che si asciuga rapidamente. Forma una bella pasta liquida, con la quale dà quasi un’idea di acquerello, e si presta ad interessanti sfumature date dalla variazione di quantità del diluente. La stesura con una pasta più compatta ossia meno diluita è più difficile, ma la tinta è lucente e viva, e possiede un’ampia gamma di sfumature e consistenze diverse. Il verde smeraldo è un pigmento tossico, motivo per cui spesso viene sostituito da altre tinte o viene realizzato artificialmente.
Clorofilla
La clorofilla è un pigmento organico presente nei grani dei cloroplasti delle cellule vegetali, o negli organismi che realizzano la fotosintesi clorofilliana. La clorofilla estratta dalle piante viene utilizzata come colorante per prodotti alimentari e farmaceutici; molte compresse verdi sono rivestite di clorofilla, così come il colorito dell’olio di oliva può essere facilmente esaltato mediante l’aggiunta di questi pigmenti. La presenza di clorofilla in un integratore alimentare, in un prodotto dietetico o in un farmaco può comunque avere un significato funzionale, dal momento che la sostanza è dotata di proprietà antiossidanti ed antianemiche. Di qualsiasi tipo essa sia presenta colore verde-giallastro.
05. Inoltre
L’NCS Color System è un sistema di colorazione basato su 4 colori: giallo, rosso, blu e verde. Per questo motivo il suo cerchio cromatico vira verso il verde.
Y
G
R
B
Bruno Munari, uno dei massimi protagonisti dell’arte e del design del XX secolo, ha dedicato una grande parte della sua attività ai bambini, per stimolare la loro intelligenza e incuriosirli. Partendo dalla fiaba classica di Cappuccetto Rosso, sovvertono il finale della storia permettendo a Cappuccetto di uscire indenne grazie all’intervento esterno di amici, ha creato Cappuccetto Verde. Cappuccetto Verde è una bambina tanto buona e simpatica che veste sempre di verde, Munari ci accompagna con lei nel suo mondo tutto verde. Con questa favola un colore diventa protagonista nei disegni, nel testo e nei personaggi. Bruno Munari ha così giocato con la fiaba tradizionale e ne ha allargato gli orizzonti, creando personaggi e storie nuove.
06. Forma del verde
Il colore, se è collegato ad un oggetto, è un segnale sinestetico, colore e forma interagiscono. Nel caso del verde le sensazioni che gli attribuiamo variano parecchio in base alla tonalità, ecco il motivo della sua ambiguità, altalenante tra significati positivi e negativi. Così se il verde bosco ci tranquillizza, quando il colore si satura ci spaventa riconducendoci all’idea di un verde veleno. Le forme che gli attribuiamo sono morbide e organiche nel primo caso, mentre le associamo a figure più tecniche e geometriche con dei verdi più turchesi.
Tutti noi siano costantemente circondati da suoni che possono essere piacevoli o disturbanti; possono stimolare emozioni positive o negative e possono ancora rilassare o far innervosire… Il suono è parte della nostra vita e, come tale, ha anche il potere di condizionarla. Ecco perché spesso, per diminuire stress e ansie quotidiane, basta prendersi qualche ora per trovare un accogliente posto immerso nel verde, sdraiarsi sull’erba, sedersi accanto ad un albero o passeggiare, ascoltando i diversi paesaggi sonori che ci offre la natura. Il suono che viene attribuito al colore verde è perciò quello del vento tra le fronde degli alberi. Come affermò l’etnomusicologo tedesco Marius Schneider, “Il grande effetto terapeutico della natura è dato dal fatto che il suo è un suono puro, ancora pieno della sua energia vibratoria elementare e in completa risonanza armonica, non ancora inquinato dall’eccessiva presenza dell’uomo o della tecnologia, capace di ripulire così le nostre orecchie, ma non solo”.
07. Suono
08.
Profumo del verde
L’odore associato al verde è il fresco profumo di menta. Questa erba aromatica è perenne, resistente, e possiede diverse proprietà benefiche: ha proprietà cicatrizzanti e disinfettanti, aiuta il funzionamento del fegato e favorisce la digestione, contiene sostanze antibiotiche e vitamina C, utile contro tosse e raffreddore, e serve a rilassare la muscolatura.
09.
Verde iconico storico I colori iconici sono tutti quei colori che hanno una forte componente iconica, perciò tutti quei colori che vengono attribuiti normalmente e naturalmente a determinati oggetti, il colore “inscindibile”di un oggetto o di un materiale. Questi si dividono in tre sotto categorie: i colori iconici funzionali, che nascono cioè da un bisogno funzionale, come ad esempio la segnaletica stradale; quelli materici, ovvero tutti quei colori propri di un determinato materiale, quali il rosso dei pomodori o il giallo del limone; e quelli storici, cioè tutti quei colori che si sono consolidati nel tempo come specifici di una determinata marca o prodotto. Tra questi ultimi possiamo trovare ad esempio il rosso Ferrari o i colori delle nazioni e delle squadre di calcio. Tendenzialmente per dei marchi molto affermati per il colore iconico storico viene utilizzato un colore Pantone. Il sistema Pantone è più affidabile rispetto alla quadricromia poiché è basato su una mescolanza di un set di 14 colori, “Basic Colors Inks”, questi non sono ottenuti ne da CMYK ne da RGB: sono colori pieni in tinte piatte con valore 100, in oltre tutte le tinte ottenute attraverso questa mescolanza contengono delle precise percentuali dei vari pigmenti, con il risultato che ogni colore Pantone risulta sempre identico a se stesso indipendentemente dal luogo e dal metodo di stampa.
Il verde è stato utilizzato come colore iconico storico per il logo della Razer, una compagnia americana fondata da Min-Liang Tan e Robert Krakoff che si occupa della creazione e dello sviluppo di prodotti per PC per il Gaming Online. Il marchio Razer è diventato il più famoso e importante al mondo tra le ditte di produzione di dispositivi per computer. Il logo della Razer raffigura tre serpenti intrecciati, circondati da due cerchi: il cerchio più interno rappresenta gli atleti eSports di tutto il mondo: gli ambasciatori del Team Razer, mentre il cerchio più esterno indica la comunità eSports ovvero fan, dirigenti, commentatori, giornalisti, progettisti e volontari.
Logo del Team Razer - nero e verde, pantone 7488C
La corona di alloro posta tra i due cerchi è il simbolo della vittoria per eccellenza, elemento secolare associato ai grandi vincitori della storia. Infine le quattro stelle simboleggiano i valori del Team ovvero professionalità, eccellenza, integrità e devozione. Il colore del logo deriva dal verde del Boom-slang, un grande serpente velenoso che vive nell’Africa sub sahariana. L’idea di chiamare i propri prodotti con nomi di serpenti e di utilizzare proprio questo animale nel logo è nata dal fatto che il primo prodotto realizzato dalla Razer fosse stato descritto così: “looked like it had Logitech mice for lunch” e i produttori hanno trovato divertente chiamare dei mouse con il nome di serpenti come se questi ultimi avessero mangiato un “topo”.
10.
Contrasto simultaneo
Nell’immagine si vede come, per rendere la percezione dello stesso colore su fondi diversi, sia necessario utilizzare colori molto differenti.
Michel Eugène Chevreul, nel 1824, formulò la legge dei contrasti simultanei: “due colori adiacenti, vengono percepiti dall’occhio in modo diverso da come sono realmente”. Egli, facendo diverse prove utilizzando le stesse forme con gli stessi colori su fondi diversi, si rese conto che la percezione di uno stesso colore si modifica al cambiamento del colore di fondo. Esistono 3 tipi di contrasto: • Successivo: è l’effetto visivo fondato sul fenomeno di comparsa del colore in opposizione (complementare), che si crea fissando un colore per un determinato tempo e spostando o sguardo su una superficie chiara ed omogenea. L’occhio lavorando per polarità, sollecitato da superfici colorate, tende a ristabilire l’unità rispetto al colore. Questo fenomeno si chiamata post-immagine. • Misto: è l’effetto visivo che consiste nell’aggiungere al fenomeno precedente l’osservazione di un altro oggetto di un nuovo colore: il risultato percettivo di quest’oggetto sarà dato dall’apparire di un colore che è somma del nuovo con il complementare fenomenico del colore iniziale. • Simultaneo: è l’effetto visivo che si determina ponendo un colore in rapporto con alti colori e quindi dalla loro modificazione apparente. Un colore modifica un altro colore in base a tre parametri oggettivi della percezione: tinta chiarezza e saturazione.
Si percepisce l’armonia quando i singoli elementi di un insieme sono in rapporto tra loro e rispondono ad un principio comune. Le armonie cromatiche classiche sono delle combinazioni di colori il cui punto di equilibrio nella sfera Cromatica è il grigio medio. Per poter costruire armonie, il cerchio cromatico deve essere ordinato sull’opposizione dei complementari sottrattivi, con passaggi percettivamente equidistanti. Un accordo può essere a due colori, a due colori spaccato, con doppia spaccatura, spaccato al centro, può esserci una triade, ovvero un accordo a tre colori, o una tetrade a quattro colori. In un accordo a due colori si prendono in considerazione due colori opposti e complementari che possono avere chiarezza e saturazione differenti.
11.
Armonia cromatica classica
12.
Verde a Milano
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Bibliografia e sitografia
• Colore e Luce, teoria e pratica. Jorrit Tornquist. • Grafica: graphic design referenced. Bryony Gomez-Palacio e Armin Vit. • Il piccolo libro dei colori. Michel Pastoureau, Dominique Simonnet. • Verde, storia di un colore. Michel Pastoureau. • Cappuccetto Verde. Bruno Munari. • ncscolour.it • pantone.com • lifegate.it • inforestauro.org • odorisuonicolori.it • greenme.it • razerone.com • reddit.com • pigmenti.net
Milnao, 2017 Progetto grafico a cura di Barbara Di Landro