Vito Riggi, Photomonography

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“Io ti invito...”magazine

Vito Riggi Rivista online dell’Associazione culturale di fotografia e cinematografia “Io ti invito...”


“Io ti invito...”magazine “Io ti invito...” nasce a Milazzo nel 2011. E’ un’associazione culturale di fotografi non professionisti. Ha lo scopo di promuovere l’arte e la cultura fotografica. Vuole fare incontrare le persone che amano la bellezza e credono nella magia della luce, quelle che vogliono esprimersi, raccontare o trasmettere emozioni con le immagini. Crede nella forza e nella gioia che lo stare insieme può dare e che anche i fotografi, per loro natura “lupi solitari”, possano trarre reciproco vantaggio dall’associarsi e dal mettere in comune le conoscenze di ognuno, praticando il confronto nella cordialità e nel rispetto reciproco.

“Io ti invito magazine” nasce per sottrarre le buone foto alla bulimia dei socialnetworks che le fagocitano senza posa, nasce dal desiderio di sottrarre le buone foto agli sguardi fugaci e distratti ed offrirle in una veste dignitosa a chi invece vuole guardarle.

“Io ti invito...” ha realizzato numerose esposizioni collettive su temi ambientali e sociali. Ha prodotto mostre personali di esordienti e di grandi fotografi. Si è spesa in eventi fotografici di rilievo sociale ed umanitario, anche in collaborazione con altre associazioni. Ha realizzato numerosi corsi di fotografia rivolti ai soci ed al pubblico. Ha indetto conferenze ed incontri con maestri della fotografia. Utilizzando i social-networks pratica un incontro-confronto quotidiano. Partecipa organicamente agli eventi delle estati milazzesi, adoperandosi per la promozione turistica, con mostre e conferenze all’interno della prestigiosa cornice del castello di Milazzo. Ha donato gratuitamente al comune le foto realizzate dai soci consentendo di realizzare l’unica brochure fotografica della città.

“Io ti invito magazine” è:

Il logo che ci rappresenta spiega bene cosa vogliamo essere: “L’invito...” rivolto verso il nuovo e verso tutti; “gli occhi di Milazzo” che diventano due obbiettivi con i quali vogliamo vedere ciò che ci circonda, in un modo diverso, come diverse sono le molteplici individualità che compongono l’insieme; “una bocca sorridente”, aggiunta al simbolo cittadino, che rappresenta lo stato d’animo che ci contraddistingue e l’insieme che si legge come un viso infantile, perchè dell’infanzia non vogliamo perdere la curiosità, la capacità di stupirsi ed il desiderio di conoscere e voler crescere, umanamente e culturalmente.

una rivista ed anche una mostra che si può visitare sempre e dovunque, uno strumento per comunicare e farsi conoscere, un’ occasione di confronto e di crescita, uno stimolo ai soci di “Io ti invito...” a concepire dei progetti, a realizzare dei lavori organici e di qualità.

Un invito rivolto a tutti i fotografi che vogliono condividere lo spirito della nostra associazione e quindi anche questa galleria virtuale.

Buona luce Dott. Carmelo Rampello, presidente di “Io ti invito...”


fotomilazzo@gmail.com http://www.iotiinvito.it “Io ti invito”|Facebook

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Vito Riggi

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Cose Turche Fotografare una città rappresenta sempre un’impresa complicata e per una città d’arte lo diventa ancora di più. Troppi sono, infatti, gli stimoli visivi esteticamente invitanti che ci si pongono innanzi: dalle immortali bellezze architettoniche agli incantevoli scorci paesaggistici. Queste sollecitazioni sono più che moltiplicate in una città come Istanbul, luogo fiabesco ed affascinante dove, fatalmente sopraffatti da una sorta di Sindrome di Stendhal, la tentazione di scattare fotografie a raffica sembra diventare irrefrenabile. Beh, in occasioni simili mi è capitato di raccogliere una quantità formidabile di immagini a volte anche gradevoli ed alcune forse degne di comparire in qualche guida turistica, ma con tutto ciò non ero riuscito a raccontare davvero la città. Questa volta mi sono imposto di non indulgere a queste seduzioni e, pur cosciente di riuscirvi solo in minima parte, ho cercato di scoprire la città, per dir così, dal basso, nel tentativo di raccontare la parte più intima di essa, soffermandomi sui particolari e soprattutto sulla gente e sulla vita quotidiana. Gente affabile, si incontra per le strade di Istanbul, disponibile, tollerante, industriosa, colta ed intelligente, con uno straordinario senso dell’ospitalità e pervasi da una religiosità profonda e genuina. Nei ricchi mercati, nelle sontuose moschee, ma anche accanto alle più modeste bottegucce, attorno ai carrettini dei fruttivendoli, dei venditori di macun o magari avvolti dal fumo acre dei pesci appena arrostiti sulla brace, tutto ad Istanbul è uno straordinario brulicare di vita e tutto sembra scorrere attorno al visitatore, con stupita naturalezza, proprio come in un meraviglioso sogno. Ogni cosa sembra così vicina al nostro comune sentire, eppur così lontana, tant’è che tutte queste cose, per usare un antico modo di dire, sembrano essere proprio “cose turche”. 3


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Biografia Beh, la cosa mi imbarazza un po’. Comunque, dato che è necessario, si può scrivere che mi chiamo Vito Riggi e sono nato nel marzo del 1952 a Terrasini, piccola perla sul mare ad una trentina di chilometri ad ovest di Palermo. E’ proprio qui, in questo paesino incantevole e tuttavia zeppo di contraddizioni, che intorno alla seconda metà degli anni sessanta si è sviluppata, grazie anche alla spinta di un vivace ed intenso fiorire di nuovi fermenti culturali e socio-politici, la mia passione per la fotografia. Fotografia non più intesa soltanto come espressione puramente estetica di sentimenti ed emozioni, ma soprattutto come forma di documentazione , testimonianza e denuncia. All’epoca e forse ancor oggi, specie da quelle parti, la linea di confine tra la parte giusta e quella sbagliata del tessuto sociale era talmente netta e demarcata che operare la scelta del campo buono era scontato, altre volte invece questa linea si faceva assai sfumata ed ambigua, a tal punto che stare da un lato o dall’altro di essa dipendeva non solo dall’inclinazione naturale, dalle direttive morali, dai ragionamenti, ma anche dalla buona sorte e soprattutto dalla Provvidenza. Era perciò necessario, per dir così, dare una mano alla Provvidenza con tutti i mezzi a disposizione, dai volantini ciclostilati alle trasmissioni radiofoniche. Anche la fotografia diventava così un importante strumento di riflessione e, come si soleva dire allora, di presa di coscienza. Il tentativo di fissare, mostrare e divulgare immagini significative assumeva una valenza etica ed in qualche modo diventava anch’essa una sorta di segnale politico. Da allora e con lo stesso spirito, compatibilmente col mio lavoro di medico, accantonate le mille disillusioni, non ho più smesso di fotografare. Ancor oggi mi attrae tutto ciò che mi circonda, dal paesaggio all’architettura, ma in particolare mi piace fotografare la gente e sono affascinato dal reportage.

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Grazie

a tutti

contributi

Carmelo Rampello presidente Vito Riggi fotografo Barbara Caldarone art direction|progettazione grafica


“Io ti invito...”magazine

fotomilazzo@gmail.com http://www.iotiinvito.it “Io ti invito”|Facebook

sezione monografica

Rivista online dell’Associazione culturale di fotografia e cinematografia “Io ti invito...”


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