Giornalino 2 marzo 2011

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Per non dimenticare… Come ogni anno il 27 gennaio è dedicato alla memoria dell’ “Olocausto”, e come ogni anno sono molte le attività che coinvolgono gli alunni per non dimenticare ciò che è stato. Particolarmente toccante è stato l’incontro con Olga Neerman, una testimone che ha raccontato le difficili vicende della sua infanzia di bambina ebrea, nell’Italia fascista dopo le leggi razziali del 1938. Sempre emozionante l’ascolto dei ricordi di Anna Frank che, attraverso una lettura teatrale, sono arrivati al cuore di tutti. Hanno fatto pensare le parole del breve romanzo di K.Kressmann Taylor “Destinatario sconosciuto”, rendendo consapevoli che, come è stato detto, “chi non conosce la storia è destinato a ripeterla”. Per gli Italiani c’è poi un’altra data da non dimenticare, il 10 febbraio, “Giornata del ricordo”, in memoria della tragedia delle “foibe” in Istria. L’incontro con l’Assessora alla cultura Tiziana Agostini e con la testimone Regina Cimmino ha commosso e co-

involto la platea degli studenti, nella consapevolezza che la storia “ è nella memoria”. Poiché la vita è fatta di ombre, ma anche di luci… Evviva il Carnevale! Si propone un viaggio partendo dalla festa e tradizione italiana, per conoscere i momenti di festa di altri paesi e culture. E come ve la cavate con la navigazione in internet? Prendendo spunto dai dati nazionali, abbiamo fatto un sondaggio nella nostra scuola, scoprite i risultati! Questo e molto altro ancora nel secondo numero del giornalino… Buona lettura.

La redazione


IN VOCE N°2 ________________________________________________________________________________ IN VOCE - IN MEMORIA ________________________________________________________________________________ MAI PIÙ Deportazione, guerra, morte e sofferenza... Questo non è successo molto tempo fa. Non dobbiamo dimenticare! Il giorno 27 gennaio gli alunni delle classi 1 D e 2 D hanno partecipato ad un incontro che ha avuto luogo presso il teatro “Aurora” di Marghera sul tema dell'Olocausto. In questa data ogni anno si ricordano le vittime dei campi di concentramento della seconda guerra mondiale ed è chiamata “ Giornata della memoria”. Un'attrice, sola in piedi al centro del palco, in un'atmosfera lugubre e buia, che trasmetteva molta tristezza, ha iniziato a leggere brani tratti dal “Diario” di Anna Frank ed altre testimonianze lasciate dal padre e dalla migliore amica di Anna, che sono sopravvissuti a questa tragedia. Abbiamo ascoltato le vicende di Anna Frank e della sua famiglia di religione ebraica, prima nascosti nel famoso alloggio segreto e poi catturati dai tedeschi e portati nei campi di concentramento. In particolare, i brani riguardavano il momento in cui la famiglia Frank si è trasferita nell'alloggio segreto, l'amicizia di Anna con un ragazzo anch'esso nascosto nella casa, l'incontro con la sua migliore amica nel campo di concentramento e altri racconti sulla vita dei prigionieri. Anna Frank è morta poche settimane prima della liberazione da parte degli americani. Abbiamo trovato questo incontro molto interessante ed emozionante; la lettrice ha saputo coinvolgere noi ragazzi in questi argomenti non proprio facili da capire. L'incontro ci è servito particolarmente per ricordare quei momenti tragici, nella speranza che, mantenendo sempre viva la memoria, tali fatti non si ripetano più nella storia dell’uomo. Per questo vogliamo dire a gran voce: “MAI PIU’!”. Anna Agnoletto e Chiara Trabujo classe 2D, Derja Arif e Nicolò Vesco classe 1D

INCONTRO CON OLGA NEERMAN Gli studenti delle terze e delle seconde, in occasione della “Giornata della memoria”, hanno avuto la fortuna di ascoltare la testimonianza dell'ottantaseienne Olga Neerman, un'ebrea che ha vissuto la seconda guerra mondiale. All'epoca, Olga aveva dodici anni ed era figlia di

un padre belga e di una madre veneziana ed era appartenente ad una famiglia ebrea non osservante. Abitava in una casa in affitto al lido di Venezia. Nel 1938 entrarono in vigore in Italia e in altri paesi europei le leggi razziali che vietavano agli ebrei molte attività che erano abituati a fare nella vita di tutti i giorni, per esempio lavorare negli enti statali, frequentare le scuole pubbliche. Questo provvedimento ha interessato anche Olga: infatti, Olga fu costretta a ritirarsi dalla scuola pubblica e obbligata a frequentarne una privata. Fino ad allora, la sua vita era stata come quella di tutti i suoi coetanei, ma da quel momento iniziò ad essere scandita dalla consapevolezza di essere ebrea e da tutte le conseguenze che ciò comportava. Un giorno, un signore in bicicletta, funzionario del comune e che Olga considerò il primo angelo, suonò il campanello di casa Neerman. Quell'uomo avvisò il padre di Olga che avrebbero dovuto lasciare la loro casa e scappare perché erano 'i primi della lista', nella quale erano indicati i nominativi delle persone che sarebbero state trasferite nei campi di concentramento. Così la famiglia si rifugiò a Treviso da parenti. Nei giorni successivi, il padre tentò di procurarsi dei documenti falsi a Roma; tutta la famiglia prese il treno, ma non arrivò a destinazione. Infatti, saliti in treno e percorso un breve tratto, furono costretti ad abbandonare il mezzo perché i Tedeschi avevano bombardato le rotaie su cui il treno transitava. Dovettero rientrare nel Trevigiano. In quelli stessi giorni, ad Olga capitò un attacco di appendicite: fu costretta a ricoverarsi all'ospedale di Montebelluna e fu operata da un chirurgo che non chiese ai genitori di Olga alcuna generalità perché aveva capito la situazione. Questi, che Olga considerò, il secondo angelo, la operò mettendo a rischio non la vita della paziente ma la sua, in quanto avrebbe avuto l'obbligo di richiedere le generalità e di denunciare alle autorità l'appartenenza dei Neerman alla “razza”ebraica. Dimessa dall’ospedale e con una ferita

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IN VOCE N°2 ________________________________________________________________________________ ancora aperta, Olga e la famiglia si recarono a casa di parenti e da lì raggiunsero Bassano e poi Gallio e, infine, Boscosecco, una località montana nella quale c'erano solo alcune malghe. Infine, Olga incontrò il terzo angelo, Costante Martello, un forestale che diede ai Neerman le chiavi della malga di Boscosecco, sita nella nostra Pedemontana e a 1600 metri d'altezza. Si rifugiarono lì per molti mesi soffrendo il freddo e talvolta la fame. In primavera lasciarono la malga

e tornarono a Venezia., perché la guerra stava per finire. Le campane della liberazione suonarono a Venezia dopo il 25 aprile. Olga e la madre assaporarono il suono delle campane che, finalmente, risuonavano a festa. Tutta la famiglia si era salvata e Olga ci racconta ancora la sua storia per non dimenticare. Alunni classe III D

Destinatario Sconosciuto Itinerario educativo - “Giornata della memoria” Lettura animata al Palaplip

“Destinatario sconosciuto” è un romanzo scritto nel 1935 da Kressmann Taylor , ma pubblicato nel 1938 cioè nell'anno delle leggi razziali in Italia. E’ ambientato nel 1932-1934, anni che hanno visto l'ascesa di Hitler in Germania. Il libro è incentrato sul contrastato rapporto tra due amici e soci in affari: Martin Shulse e Max Einsenstein. Il primo di origini tedesche trasferitosi a Vienna, il secondo invece ebreo trasferitosi in California. Il popolo tedesco disperato si affida a una “guida”, accetta la violenza della dittatura e venerano il loro capo Hitler. Martin ha qualche dubbio su tutto quello che stava accadendo. Griselle, sorella di Max e amica di Martin è in Germania e fa l'attrice, si cambia nome e continua a recitare. Martin scrive una lettera a Max con scritto: “Sei ebreo non puoi più scrivermi.” Martin ritiene che il popolo tedesco, milioni di persone, deve sacrificare (olocausto) una minoranza come gli ebrei, per salvarne milioni alcuni devono soffrire. Massacri e stragi sono giustificati.

Nel 1933 del 1° agosto Max si appella all'umanità di Martin e alla loro vecchia amicizia. Il 5 settembre 1933 Max, preoccupato per la sorella che, pur essendo ebrea, recita sotto falso nome a teatro, chiede aiuto a Martin. Le lettere che Max invia alla sorella Griselle ritornano negli USA, è scomparsa nel nulla, da due mesi non dà notizie. Forse si è rivolta a Martin in cerca di aiuto. L'8 dicembre 1933 Martin annuncia a Max la morte della sorella, inseguita dai corpi speciali (SA) ha chiesto ospitalità a Martin, ma lui le ha chiuso la porta in faccia. Un tedesco non può aiutare un ebrea. Martin chiede a Max di non scrivergli più, perché la censura nazista intercetta ogni documento. Max invia un misterioso telegramma a Martin, la polizia lo intercetta e con esso altre lettere contenenti cifre e falsi messaggi in codice. Martin diviene sospetto, i nazisti lo isolano insieme alla sua famiglia. Max invia un'altra lettera a Martin, ma la lettera ritorna a Max con un timbro con scritto in tedesco “destinatario sconosciuto.” Nicole Fiorese, classe 3E ____________________________________

Un paio di scarpette rosse. C'è un paio di scarpette rosse numero ventiquattro quasi nuove: sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica “Schulze Monaco” «Quando non si riesce a C'è un paio di scarpette rosse dimenticare, si prova a perdonare» in cima a un mucchio di scarpette infantili Primo Levi, “Se questo è un uomo” a Buckenwald ______________________________________ erano di un bambino di tre anni e mezzo chi sa di che colore erano gli occhi bruciati nei forni ma il suo pianto lo possiamo immaginare scarpa numero ventiquattro per l'eternità perchè i piedini dei bamnini morti non crescono C'è un paio di scarpette rosse a Buckenwald quasi nuove perchè i piedini dei bambini morti non consumano le suole. Joyce Lussu. _______________________________________________________________________________________

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IN VOCE N°2 ________________________________________________________________________________ IN VOCE - IN MEMORIA ________________________________________________________________________________

“IO PROFUGA PER SEMPRE” Profugo è colui che non si sente più a casa nel Quali sono i ricordi più drammatici dei suoi posto in cui si trova. Il profugo non ha scelto di anni di bambina durante la guerra? partire è stato costretto a partire. Il profugo è Ricordo la paura durante i bombardamenti colui che si sente il “cuore strappato”. in particolare quello di Pola, non Così si è definita Regina Cimmino, capivo cosa stesse succedendoe “ In me e per sempre ci testimone, profuga istriana, che poi l’essere costretti ad sarà il ricordo, il abbiamo incontrato nella nostra andarsene dalla propria casa. rimpianto della terra scuola. Come è stato organizzato dove sono nata, l’Istria Il giorno 6 marzo, in occasione l’esodo? bianca, grigia e della “Giornata del ricordo”, le Le case venivano svuotate classi della scuola “G. Marconi” partendo dalla parte più rossa[…]io profuga per hanno assistito all’incontro con esterna della città, veniva tolta sempre”. l’Assessora alla cultura Tiziana la luce, l’acqua; la città si Agostini e Regina Cimmino, una spegneva pian piano fino quasi a testimone della strage delle foibe e dell’esodo morire. istriano. La signora Cimmino ci ha raccontato Avete potuto portare cosa è successo in quegli orribili anni, la sua con voi le vostre cose? esperienza dolorosa che ha anche raccolto nel Ci eravamo caricati con libro: “Quella terra è la mia terra- Istria: tutto il possibile, ma le memoria di un esodo”. masserizie restarono in Dopo un’introduzione ed un inquadramenro porto, partimmo con solo storico dei fatti esposto da Tiziana Agostini, una valigetta. Quando ci abbiamo colto alcune parole chiave che spedirono i nostri beni sottolineano la storia di Regina Cimmino: dovemmo buttarli, perché PULIZIA ETNICA: dopo l’8 settembre 1943 le erano rimasti sulla banchina di Pola, sotto la terre dell’Istria e Dalmazia vengono annesse al pioggia e la neve e dopo il viaggio in mare erano terzo Reich; per il solo fatto di essere Italiani gli arrivati fradici e marci. abitanti di queste terre diventano nemici degli Dove siete stati portati come profughi in Italia? Slavi, perché considerati alleati dei Nazisti. Siamo stati portati nel Forte della Marina al Lido Vengono presi e gettati nelle foibe. di Venezia, perché mio papà, in servizio nella ESODO: un popolo è costretto ad andarsene via; Marina Militare, era di stanza a Venezia. trecentomila Italiani dopo la seconda guerra Come si viveva nel Forte della Marina al Lido? mondiale sono costretti ad andarsene da Istria e Si viveva senza privacy insieme come pecore al Dalmazia, per venire in Italia. gregge. Le stanze venivano separate da coperte NAZIONALISMO: nel ‘ 900 si pensava che che appese al soffitto fungevano da muri. In un appartenere ad un paese significasse essere primo tempo non c’era acqua, riscaldamento, luce migliori degli altri. Si deve imparare dalla storia o bagni, non avevamo nulla. Pian piano ogni che dobbiamo convivere tutti insieme. famiglia cercò di rendere quel posto vivibile, FOIBE: cavità naturali dei territori corsici che portando acqua e luce nelle abitazioni e degli sono state utilizzate per gettare molti Italiani per ingressi personali. Solo dopo il 1953 ci siamo eliminarli. trasferiti in un appartamento nel Villaggio PROFUGO: colui che è costretto a lasciare la sua Giuliano, che serviva a ridare finalmente una casa terra contro la sua volontà e si trova senza una a chi aveva lasciato tutto e aveva vissuto per tanti patria. anni nella promiscuità dei campi profughi,a ridare dignità di vita. Perché ha voluto scrivere questo libro e raccontare questa storia? Quando torna dalle sue amiche che sono Sento che il tempo sta passando. Sento l’urgenza rimaste a Pola, ricordate quegli anni? Non parliamo quasi mai del passato orribile che di raccontare, non perché tema di non ricordare, abbiamo vissuto. Quando torno da loro parliamo ma perché altri comincino a sapere una storia non solo del presente e del futuro. scritta:ciò che accadde ai confini del nord-est Matilde Salvalaio e Margherita Mazzarella, cl.2D d’Italia. _______________________________________________________________________________________

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IN VOCE N°2 ________________________________________________________________________________ IN VOCE- IN TERVISTA ________________________________________________________________________________

Intervista a Tiziana Agostini, Assessora alla cultura del Comune di Venezia Durante l’incontro tenutosi nella nostra scuola il 6 mela secca, ma mi auguro e spero che in futuro voi marzo, in occasione della “Giornata del ricordo”, possiate scegliere una mela buona. abbiamo intervistato l’Assessora Tiziana Agostini ed Lei si occupa anche di cittadinanza delle donne e abbiamo cercato di capire in cosa consiste il suo lavoro cultura delle differenze. Di cosa si tratta istituzionale. esattamente? Opero perché la disuguaglianza tra donne e uomini, Cosa l’ha spinta a diventare Assessora? Sono diventata Assessora, perché c’erano delle cose che continua ad esistere, sia sempre meno che intorno a me non mi piacevano. Fin dagli marcata. Valorizzare le differenze, per anni della scuola, mi sono interessata ai me, è un vantaggio per la società e Mi piace molto fare problemi che mi circondavano. Ho per le persone che può iniziato diventando rappresentante di permettere a tutti di crescere e l’ Assessora, un classe e poi, dopo vari anni e impegno migliorare. impegno che mi fa in politica, sono stata eletta con i voti Perché per lei è importante sentire forte, perché dei cittadini del Comune . avere la delega alla rappresento tante In che cosa consiste il suo lavoro? toponomastica? altre persone. Sono orgogliosa di esser stata eletta dai La toponomastica, come sapete, cittadini e di esser stata l’ unica donna, in permette di dare i nomi alle strade. In quell’occasione, chiamata a rappresentare i questo modo si possono far diventare cittadini. Il sindaco mi ha proposto di occuparmi di importanti le persone. Avrete notato che le strade cultura, della cittadinanza delle donne e della hanno molti più nomi maschili che femminili. Un mio toponomastica. Mi piace impegno è anche quello di far conoscere, attraverso le molto fare l’ Assessora, vie cittadine, donne che sono state importanti e significative. In questi giorni il Comune di Venezia un impegno che mi fa attribuirà a due strade i nomi di due donne. sentire forte, perché rappresento tante altre Noi ragazzi di 1 D siamo rappresentanti per la persone. nostra scuola della Consulta dei Ragazzi/ e. Ha dei consigli da darci? Quali responsabilità Dovete cercare di portare i problemi locali che comporta? riguardano la gente e le vie dove abitate. Quello che Le responsabilità sono può interessare alla vostra scuola e la vita del vostro legate al ruolo che uno ha, alle deleghe che gli sono quartiere. Dovete essere coscienti che i diritti dei bambini stanno alla base dei diritti di tutti. state affidate. Per me una responsabilità è cercare di Perché si è interessata alle vicende legate alla migliorare la città, “Giornata del ricordo”? In Italia di questa storia non si parlava. intervenendo nella cultura, lavorando per i diritti delle Sono diventata una testimone indiretta e, nel ruolo donne e anche alla toponomastica. Al centro del mio istituzionale che ricopro, posso fare in modo che la impegno politico pongo la qualità urbana della vita, la storia ed il ricordare serva agli altri per diventare cultura e la formazione, opero per una società paritaria, migliori. Dobbiamo imparare dalle pagine brutte della per l’estensione dei diritti e del lavoro alle donne. storia a vivere in pace. Per me fare politica è bellissimo, ma per prendere Derya Arif, Xhevisa Isufaj, Daniel Sireteanu. Cl.1D. alcune decisioni a volte devi scegliere tra una mela marcia e una secca; talvolta si è costretti a scegliere la ________________________________________________________________________________________________

RAGAZZI IN SALA DEL CONSIGLIO COMUNALE A VENEZIA Avete mai parlato con un Assessore nella sala del Consiglio ? A noi è capitato ed è stata una bella esperienza! Venerdì 20 gennaio, a Ca’ Farsetti in centro storico a Venezia, abbiamo partecipato alla 1^ Seduta Plenaria della Consulta delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi, con la presenza dell’Assessore

alle Politiche Educative, Sport, Politiche per la Famiglia Andrea Ferrazzi. Come rappresentanti eletti per la Scuola Media “Marconi”, ci siamo incontrati con bambini e ragazzi provenienti dalle classi III e IV elementari e I e II media delle scuole del Comune.

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IN VOCE N°2 ________________________________________________________________________________ IN VOCE – INFORMA Valori e solidarietà ________________________________________________________________________________ Quando siamo arrivati al palazzo comunale, ci hanno accolto nella sala del Consiglio. E’ stato emozionante e ci siamo sentiti anche importanti, pensando che in quella sala si riuniscono il Sindaco, gli Assessori e i consiglieri. Quando l’Assessore è arrivato si è presentato e ci ha illustrato un po’ del suo complicato lavoro. Ci ha ricordato che in quella sala “ si sviluppa la democrazia”, e che noi bambini e ragazzi, partendo dalla scuola, possiamo contribuire a migliorare le cose per la nostra città. Tutte le scuole hanno fatto all’ Assessore delle domande interessanti su “il Comune e noi ragazzi” per capire i problemi che ci sono nel Comune di Venezia e le idee per cercare di risolverli. E’ stato letto il regolamento della Consulta che poi

abbiamo votato alzando un cartoncino, verde per il sì e rosso per il no, approvandolo all’unanimità. E’ stata un’esperienza molto interessante, abbiamo imparato tante cose, soprattutto per quanto riguarda il funzionamento delle sedute comunali e dell’amministrazione pubblica. Durante il prossimo incontro ci sarà l’elezione dei Presidenti della Consulta (un maschio e una femmina), terremo informati i lettori del giornalino sulle future iniziative. Favaron Alvise, Zennaro Julia, Stabile Carola e Caenazzo Caterina, classe 1 D

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VALORI Durante le lezioni di religione, noi ragazzi delle classi 2^D e 2^E abbiamo riflettuto sui VALORI che tutti dovremmo possedere. Ne sono nati dei racconti che esemplificano i valori per noi importanti. In questa edizione del giornalino ne proponiamo due.

AMICI! Nella scuola “Ottaviano Augusto”, accadevano strane situazioni. Non erano fatti particolarmente strani o impossibili, anzi, erano comuni a tutte le scuole. Erano le 9.00, era appena suonata la campanella della seconda ora e Paolo stava prendendo il materiale per la lezione. Il prof., entrò con un ragazzo a fianco, un po’ timido e intimorito: era un nuovo compagno. Magro, basso e pallido per la sua carnagione, gli si leggeva in faccia che aveva paura. Il professore lo presentò alla classe: “Buongiorno ragazzi, questo è il vostro nuovo compagno Jafar. E’ arabo, spero lo accogliate tra voi e abbiate buoni rapporti” disse guardandoci con uno sguardo speranzoso. Quando suonò la campanella delle 11.00, tutti corsero in atrio a fare ricreazione, nessuno andò da Jafar, nemmeno per un “Ciao”. Era triste, Jafar, sapeva che, come in tutte le altre scuole che aveva frequentato, nessuno gli avrebbe parlato. Eppure, anche se non lo conosceva, provava una certa simpatia per Paolo, che in quel momento era in un angolino con il solito gruppetto di amici. Jafar decise di avvicinarsi a loro. Sperava di non fallire come in tutte le altre scuole, perché altrimenti sarebbe rimasto solo, avrebbe dovuto cambiare scuola nuovamente e ricominciare tutto da capo. Credeva in ciò che faceva, così, dopo essersi avvicinato a Paolo, salutò tutti con un caloroso: “Ciao!”. Gli amici di Paolo

lo guardarono in un modo e con un' espressione interrogativa. Anche Paolo non si dimostrò molto entusiasta a quel saluto, così rispose: “Ciao…” con una voce che aveva una nota di disprezzo. Jafar ci rimase un po’ male, ma non si scoraggiò. Ci riprovò per molti giorni e Paolo si sentiva in colpa ogni volta di più…perché lo trattava così? Era pur sempre una persona… Così ebbe l’idea. Finita l’ultima ora di scuola, lo avrebbe seguito fino a casa sua, in modo da potergli chiedere scusa. Jafar si accorse di essere seguito. Aveva paura, pensava volesse picchiarlo, così cominciò a correre, ma Paolo lo seguì e riuscì a fermarlo. Si guardarono per un momento negli occhi, ed entrambi riuscirono a guardare un po’ all’interno dell’altro. Paolo gli disse lievemente : “Scusa” e Jafar sorridendo gli diede una pacca sulla spalla, con una gioia che non aveva mai provato gli disse una semplice parola che aveva un valore inestimabile: “Amici?” Paolo, soddisfatto di sé, gli rispose: “Amici”. A quel punto tornarono entrambi a casa propria, si videro ogni giorno a scuola e divennero sempre più amici. Avevano scoperto un valore che ognuno di noi dovrebbe possedere: l’ amore fraterno. Chiara Trabujo, classe 2 D

Una persona cambiata Kevin Prince giocava a calcio nello Zeus. Il sabato entrò in campo e diede il massimo come sempre, era il più bravo, ma il problema era che ogni volta che riceveva palla non la passava e tirava. Vincevano sempre, anzi vinceva solo lui. Kevin nel giro di tre mesi cambiò team due volte, perché non faceva gioco di squadra. Un giorno venne richiesto dal Venezia e lui accettò. Dopo due mesi lo esclusero e capì qual’era il suo errore, ritentò nuovamente allo Zeus e finalmente imparò a giocare per la squadra.

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IN VOCE N°2 ________________________________________________________________________________ C'era un altro problema, ogni volta che segnava, si vantava e questo dava molto fastidio ai suoi compagni.Un giorno arrivò un giocatore del Real San Marco che si chiamava Axel Blaze era più bravo di Kevin, ma c'era una differenza, Kevin segnava sempre non passando mai la palla, Axel non segnava mai passandola sempre. Sicuramente i compagni preferivano Axel a Kevin e questo dava molto fastidio, perciò cercava di mettersi in luce in ogni partita, segnando e scartando, ma questo gli costò un mese di panchina. Axel decise di parlare con Kevin, gli disse che non è importante mettersi in mostra facendo tutto da solo, l'importante è giocare e

passarla perché la squadra non è composta da un solo giocatore, ma da 9-11 giocatori. Kevin colpito da questo discorso diventò generoso, la squadra vinceva sempre grazie alla collaborazione di tutti i giocatori. Era cambiato, perché aveva capito gli errori commessi. Da quel giorno Kevin si rese conto che per essere stimato dalla squadra non doveva essere egoista, l’importante è far felici anche gli altri e mettere a disposizione le proprie qualità, non solo nel calcio, ma anche nella vita. Angel Amparo, classe 2 E

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Guardatevi le scarpe! Ehi, ragazzi e ragazze delle scuola “Marconi”, guardatevi le scarpe! Pensate che in Mozambico, un piccolo stato sudafricano, le persone e soprattutto i bambini, camminano a piedi nudi su strade sassose e non asfaltate, piene di buche. Guardatevi poi i vestiti, jeans e maglietta costosi. In Mozambico, la gente ha al massimo i soldi per comprarsi un paio di pantaloncini e molto raramente una camicetta. Il giorno 16 dicembre è venuto a trovarci Giovanni, un volontario del Ce.svi.tem, associazione che si occupa di solidarietà nei paesi più poveri del mondo, per presentarci la situazione del Mozambico. Vista dall’aereo, la capitale Maputo dà l’impressione di essere una città dove si vive bene. Nel centro di Maputo troviamo molti grattacieli, hotel lussuosi e negozi alla moda, bianche spiagge affollate. Qui si trovano persone ricchissime e circolano auto costose. Però, se ci allontaniamo dal centro…tutto cambia. Il centro della città è separato dalla periferia da una larga strada a sei corsie ma, dopo averla percorsa, ci ritroviamo in un batter d’occhio tra le baracche. Tutto un altro mondo! Le strade, in terra battuta, sono sporche e sassose, con buche e pozzanghere che non si asciugano.

E i bambini, che devono portare acqua e cibo a casa, camminano a piedi nudi e spesso indossano solo un paio di pantaloncini. E le case invece? Consideriamo che come “casa” si intende una baracca grande quanto una nostra camera da letto o anche meno. Il pavimento è di fango e terra, al massimo con qualche straccio che funge da tappeto. Le pareti sono canne di bambù intrecciate, che alla prima pioggia cadono. Il tetto non si può chiamare tetto, perché è costituito da una coperta o da qualche altro materiale un po' più resistente. Il bagno … è una tendina con una grande pozzanghera. I bambini lavorano per aiutare la famiglia e non possono studiare. Per fortuna, il Ce.svi.tem, associazione alla quale noi devolviamo il ricavato del Mercatino di Natale, anche con il nostro contributo, aiuta questi ragazzi donando cibo, abiti e organizzando scuole e campi da gioco. Fino ad oggi, i volontari hanno aiutato e continuano ad aiutare molti ragazzi, non solo nell’istruzione, ma anche nello sport e nel tempo libero. Si distribuiscono ogni mese magliette pulite e si mettono a disposizione insegnanti per le attività scolastiche ed extra-scolastiche o per gli sport, che sono principalmente il calcio per i maschi e la danza per le femmine. Quindi, quando volete comprarvi qualcosa, come una maglietta o dei jeans costosi, pensate ai ragazzi poveri di Maputo e vi renderete conto di quanto fortunati siamo! Anna Agnoletto, classe 2 D

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IN VOCE N°2 ________________________________________________________________________________

Internet

IN VOCE – INCHIESTA

Ragazzi e internet contro il 53% delle ragazze tredicenni. Il 25% dei ragazzi e il 28% delle ragazze intervistate utilizza Messenger. Facebook e youtube sono conosciuti dalla totalità del campione, mentre il 75% dei maschi dodicenni e solo il 20 % delle ragazze tredicenni conoscono twitter. Concludendo possiamo dire che, rispetto alla media nazionale indicata dai dati ISTAT, il livello di diffusione di internet fra gli alunni della nostra scuola è superiore, ma perfettamente in linea invece con le rilevazioni nazionali relative alle famiglie con figli adolescenti. Quindi… siamo noi ragazzi che facciamo la differenza!

“sensazioni” iniziali. Pochissime persone non usano il computer e navigano in internet, anzi un solo ragazzo ha dichiarato di non possedere la connessione su un totale di 40 ragazzi e 38 ragazze che hanno risposto al nostro sondaggio. I dati risultati dall'elaborazione, sembrano essere di qualche interesse. Infatti, mentre il 75% dei ragazzi che hanno 12 anni può utilizzare internet senza limiti imposti dai genitori, solo il 37% delle ragazze, che hanno la stessa età può accedervi liberamente. Internet viene utilizzato dal 78% delle ragazze dodicenni per effettuare ricerche scolastiche e dal 92% dei ragazzi per cercare o vedere video. Il 50% del campione utilizza internet anche per giocare ed ascoltare musica. Solo il 25% dei ragazzi dodicenni afferma di utilizzarlo per chattare o navigare nei social-network,

“Solo il 40% degli italiani naviga in internet”. Questo abbiamo sentito al telegiornale e noi, che non pensavamo ad una percentuale così bassa, ci siamo stupiti veramente. Per verificare le nostre “sensazioni”abbiamo deciso di fare un sondaggio fra gli alunni della nostra scuola, tramite un questionario. L’abbiamo realizzato con grande impegno e molta curiosità. Realizzare il questionario non è stato facile, ma con collaborazione e spirito di gruppo ci siamo riusciti e potremmo dire che non è risultato affatto male, anzi utile ed interessante. Guidati dalla professoressa di matematica Scarpa, abbiamo consegnato alle classi le schede con le domande relative all’ uso di internet e dopo aver tabulato i dati, operazione non poco impegnativa, ed analizzato le risposte, abbiamo avuto conferma delle nostre

Derja Arif e Isufaj Xhevisa, classe 1 D Tabulazione dati a cura degli alunni delle classi 1 D e 2 E (alternativa)

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Accedi liberamente a internet o hai dei limiti? 20 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0

18

9 8

8 7 6

6

5

5 4

3

4

5

4

3

2 0

non ho limiti

Ragazzi

non più di 1 ora

Da 1 a 2 ore al giorno

4

3

3

2

2

1

4

4

2

1 0 non ho limiti

non più di 1 ora

Da 1 a 2 ore al giorno

Ragazze

prima colonna 11 anni, seconda colonna 12 anni , terza colonna 13 anni

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IN VOCE N° 2 IN VOCE – IN FESTA ____________________________________________________________________________

Facciamo Festa… Carnevale e feste popolari da tutto il mondo Partendo dal Carnevale veneziano, abbiamo intrapreso un percorso attraverso le feste popolari di primavera nei paesi d’origine di vari alunni della scuola.

Carnevale a Venezia Il Carnevale è da sempre la festa dei bambini, ma coinvolge anche gli adulti, anzi, si potrebbe dire che è un modo per i grandi di ritornare di nuovo bambini. Le origini della festa sono religiose e molto antiche; rimandano ai culti ancestrali di passaggio dall'inverno alla primavera, culti presenti in quasi tutte le società, basti pensare ai Saturnali latini o ai culti dionisiaci. La parola Carnevale deriva dal latino medievale”carnem” e “levare”, cioè “togliere la carne” dalla dieta, in osservanza al divieto cattolico di mangiare carne durante la Quaresima. Protagoniste del Carnevale da sempre sono le maschere classiche più conosciute. Pare che la più antica fra queste sia Arlecchino originario di Bergamo. Il Carnevale dei nostri giorni a Venezia è una manifestazione che richiama folle di curiosi da tutto il mondo, con migliaia di maschere in festa attraverso le calli e i campielli della città. Si possono gustare le tipiche “fritoe” e i “galani”, dolci tradizionali che fanno la gioia dei golosi; i bambini e i ragazzi lanciano coriandoli e stelle filanti rallegrando le calli, ma anche le vie e la piazze della terraferma. Favaron Alvise e Caenazzo Caterina, classe 1^D

Compleanno della città Mentre in Italia c'è il Carnevale, nel mio paese la Moldavia c'è la “Festa del compleanno della città”. In questa occasione tutti i moldavi si riuniscono al clubteatro. Si suonano canzoni popolari e si fanno balli tradizionali, vengono tanti cantanti russi e moldavi che si esibiscono durante la festa. Alle dodici ci si mette a mangiare o chi vuole va dagli amici. Poi si torna al club e si guardano su un grande schermo delle immagini della Moldavia, mentre si pronuncia l'inno. Si continua con i giochi in cui si possono vincere tante cose e, alla fine della giornata, tutti vanno a guardare uno spettacolo di circo e si continua ad ascoltare la musica. E’ una festa molto bella e divertente. Sireteanu Daniel, classe 1D

Feste russe In Russia come in ogni altro paese, ci sono molte ricorrenze; fra queste Maslenitsa (settimana dei bliny) è considerata una festa di tipo carnevalesco che risale a tempi antichissimi. La si festeggia sette settimane prima di Pasqua e per sette giorni. Ogni giorno è

contraddistinto da un nome, ad esempio: lunedì giornata dell'incontro (vstrecha), giovedì - baldoria sfrenata (razgul), domenica - addii (provody) - si celebra la giornata del perdono (voskresen'e proscenija). Per tutta la settimana, la gente festeggia salutando l'inverno che se ne va. Si mangiano molti dolci e delle frittelle chiamate bliny, che si mangiano con miele, panna acida, salmone, caviale, funghi. Come bevanda, si beve tè caldo e profumato preparato con il samovar, ma anche la vodka da gustare molto fredda. Si possono organizzare giri in slitta, costruire montagne di ghiaccio, ballare, cantare, scherzare, fare a palle di neve, salire sulle giostre, partecipare a concorsi e osservare lo scontro tra bande di ragazzi che con la neve…si danno battaglia. Dimitri Guzov, classe 1D

Feste tradizionali in Bangladesh In Bangladesh ci sono molte feste tradizionali, circa venti. La più importante è il 'Pawhela Boishakh', la celebrazione del nuovo anno, che incomincia all'alba e va avanti per l'intera giornata, con canti, processioni e fiere. Si indossano abiti bianchi a strisce rosse. Il Pawhela Falgoon, si festeggia nel primo giorno di primavera, si fanno scambi di regali, fiori, e poesie tra familiari e amici e vengono indossati abiti tradizionali di colore arancione. Tra le feste religiose, per i musulmani ci sono due importanti feste che si chiamano eid. Eid-ul-Fitr: si celebra per la fine del Ramadan (periodo di digiuno dall'alba al tramonto) e Eid-ul-Azha: è la festa del sacrificio. In questo giorno, al mattino si fanno le preghiere, poi si taglia la gola alla mucca e ad una capretta e si fa festa con amici e parenti. Per gli Hindu si festeggia Durgapuja, che dura dieci giorni con musica, recite, balli e ghirlande di fiori e foglie di mango. E’ una festa che ricorda l’arrivo del riso nuovo. Tarif Kan, classe 1D e Aktar Iva, classe 2D

Il carnevale in Brasile In Brasile il carnevale è molto importante. A carnevale i bambini fanno il giro delle vie, non si va a scuola e al lavoro. Di sera al “Sambodroma”, un Teatro in cui si svolgono le sfilate delle Scuole di Samba a Rio de Janeiro, le persone famose e quelle che fanno scuola di samba, fanno una sfilata che dura molto tempo. Personaggi importanti e gente comune, uomini e donne, anziani e bambini assistono alla competizione delle scuole di samba. Quando è mezzanotte ci sono i fuochi d' artificio. A carnevale non si usano maschere e non si usano vestiti tradizionali, come in Italia, ma si balla la samba e se si vuole ci si può travestire... è tutto molto allegro e divertente. I brasiliani amano questa festa, è la loro vera festa popolare; tutto si ferma, tutti sono insieme a ballare e a divertirsi nelle piazze e nelle vie delle grandi città, si è tutti uguali in una festa di

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IN VOCE N° 2 musica, colori, samba, allegria. Sepulchro Simoncelos Da Silva Ana Paula, cl.1D

Il giorno dei fiori Il 6 maggio è la festa in cui i fiori nascono e il freddo inverno se ne va. Questo evento viene festeggiato in tutto il Kosovo e Albania e Macedonia. Facciamo pulizia in tutta la casa, decoriamo e dipingiamo la casa fuori e dentro, si prende un ciuffo d'erba di prima mattina e si porta in casa, perché porta freschezza e felicità. Le donne intrecciano corone di erbe, esprimono desideri e preparano offerte. Il 5 maggio è la serata della festa , rimaniamo tutta la notte svegli, mangiamo e beviamo i nostri cibi tradizionali. Il dolcetto che si mangia è il ballakune un dolce davvero buono, fatto con farina, latte , uova e si cuoce in forno. Gli adulti cantano e ballano, invece i bambini piccoli vanno al parco giochi. Indossiamo vestiti tradizionali che si indossano in tutte le occasioni speciali, si chiamano xhubleta. Il pomeriggio andiamo tutti quanti nel centro della città, perché ci sono tantissimi giochi per i bambini , restiamo finché finisce la serata. Quando ritorniamo a casa siamo molto felici. Xhevisa Isufaj e Verona Gashi, Derja Arif, Mario Shadi, classe 1 D- 2D

delle uova in un cestino che voleva regalare alle guardie, invece queste rifiutarono il regalo e derisero Cristo ancora di più. Maria lasciò le uova ai piedi di Gesù, esse si intrisero con il suo sangue e diventarono rosse. In quel momento Gesù sussurrò che da allora tutti i cristiani avrebbero dipinto le uova di rosso per Pasqua. Un piatto tipico che si mangia in questa occasione è a base di agnello e come dolce molto gradito è il "cozonac" che assomiglia alla colomba, ma ripiena con noci,semi di papavero o frutta secca. Carla Lazea, classe 2 D

Il carnevale di Panama Il carnevale di Panama dura quattro giorni, ma le maschere sono molto diverse dall’Italia. La maschera principale è il “Diablitos sucios”, cioè il “diavolo sporco”, i costumi sono ornati d' oro, con delle piume in testa di vario colore. L’ultimo giorno di carnevale c’è la mojadera, un festeggiamento durante il quale si utilizzano delle cisterne piene d' acqua e con una pompa si spruzza acqua sulle persone che festeggiano il carnevale, il tutto accompagnato dalla musica. Alla sera si festeggia con balli in costume. Alla fine della giornata si torna a casa e si mangia il sancocho, un brodo a base di pollo e verdure tipiche del posto. Martino Trevisan, classe 2 D

Tradizioni pasquali in Romania Fra le tante feste del mio paese, la Romania, una delle più sentite è la Pasqua. Durante questa festività non devono mancare sul tavolo le uova rosse. Sono dipinte di rosso, perché si dice che Maria andando a vedere il figlio crocifisso, avesse portato

Disegni realizzati dagli alunni: Alessia Bramato, Elisa Tondelli, Nicole Fiorese, Erica Girardi, classi 2E-3E

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------IN VOCE- IN GIOCO NUMERO- LETTERA

Vuoi sapere il nome del primatista assoluto di immersione in apnea, (l’unico uomo che riesce a scendere fino a duecento metri sotto il livello del mare)? Sostituisci ad ogni lettera il numero ottenuto dalla relativa definizione ed esegui le operazioni indicate. Quando hai finito, traduci i numeri del risultato in lettere e avrai il nome che cerchi. IEFNOGIANT + EATFNFGIGO + EENIFTATNE –

NGNOOOFFAI = A) Un paio E) Un quarto di dozzina F) I re di Roma G) Le dita della mano destra I) Poker N) Duemilacinquecentoundici diviso duecentosettantanove O) I giocatori di una squadra di pallavolo T) Mezza coppia

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IN VOCE N° 2 IN VOCE – IN PALESTRA

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Lo sport Nove milioni di euro per lo sport nelle scuole italiane è quanto ha appena stanziato il ministero per le politiche giovanili e le attività sportive. Oggigiorno è in continuo aumento il numero delle persone che praticano un'attività sportiva, grazie al progressivo miglioramento delle condizioni di vita della popolazione e all'evoluzione della cultura e dei costumi dei vari popoli. Le origini dello sport possono essere attribuite ai Greci ,che nel 776 a.C. istituirono le prime Olimpiadi. Questa manifestazione sportiva, dalla nascita legata alla religione, in seguito si è affermata come una manifestazione nella quale vengono affermati i valori morali della lealtà e della fratellanza sportiva. In primo luogo, lo sport viene praticato per migliorare l’aspetto fisico, ma l’esercizio di un’attività sportiva aiuta anche in campo psicologico. In questo senso, infatti, lo sport può servire per scaricare le tensioni che si accumulano durante la giornata, rendendo così chi lo pratica più sereno. Inoltre, l’esercizio di un’attività fisica è utile anche per controllare le emozioni, come ad esempio la rabbia. Nella nostra scuola, durante l’orario scolastico, si praticano vari tipi di sport,anche se ci piacerebbe avere più ore da dedicare a queste attività! Bramato Alessia, Davide Dalla Pietà, Melissa Musliovska, Suleman Musliovski, Iacob Plamadeala, Xinhong Yu, classe 2 E (alternativa)

Prendi la palla… al volo!!! Il torneo di pallavolo Bagher,palleggi,battute…“FFIIIIIIIIII IIIIIIIIIIIII!!” La partita è finita! Durante l’ultima settimana di gennaio si è tenuto un torneo di pallavolo che ha coinvolto le classi della sezione D della nostra scuola. La prima partita, che si è svolta il 27 gennaio, ha visto sfidarsi la 3D contro la 2D. Ciascuna classe era divisa in due squadre, che si sarebbero alternate nella sfida, in

modo da permettere a tutti i giocatori di avere un loro ruolo. Le due squadre si sono posizionate e, dopo il fischio d’inizio, è cominciato il primo tempo che si è dimostrato subito assai impegnativo per entrambe le classi. Dopo un iniziale andamento positivo per la 3D, che ha messo a segno molti punti e che, con abili palleggi, ha messo in difficoltà la squadra avversaria, è seguita la rimonta della 2D che non si è data per vinta. E’ stato un incontro difficile, ma equilibrato; il primo tempo è finto con la vittoria della 3D per 17 a 25. Il secondo tempo è stato ancora più entusiasmante, le squadre avversarie si uguagliavano e ambedue cercavano di raggiungere il risultato sperato: la terza cercava di confermare la vittoria precedente, mentre la seconda cercava di ritrovare il pareggio. È stato un tempo ricco di colpi di scena al quale tutti i compagni hanno assistito con il fiato sospeso. Questa volta l’hanno spuntata i ragazzi della 2D, vincendo con un equilibrato 25 a 23. Il risultato complessivo è stato un giustissimo pareggio, che entrambe le classi hanno accettato volentieri, senza protestare. La seconda partita si è svolta il giorno successivo 28 gennaio e ha visto partecipare i ragazzi della 1D che si sono affrontati in una sfida interna. La classe, divisa in due squadre, ha giocato in modo agguerrito in una sfida interessante e coinvolgente. La determinazione dei ragazzi è stata tanta e tutti hanno giocato sfruttando al meglio le loro qualità ed aspirazioni. Il gioco delle due squadre sembrava alla pari, ma alla fine ha vinto per ben due volte consecutive solo una delle due squadre. Questi appuntamenti sono stati all’insegna della sportività e del gioco di squadra, due partite emozionanti che hanno messo in luce le migliori qualità sportive di ogni ragazzo. La determinazione è stata tanta e i risultati meritati. In una scuola non dovrebbero mai mancare eventi coinvolgenti come questi. Leonardo Marchesin, classe 2D

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VOGA VENETA Non è da molto che vivo in Italia, ma mi sono da subito appassionato ad uno sport che mi dà tanta soddisfazione: la voga veneta. Come sappiamo la voga è uno sport presente non solo a Venezia, ma anche in altri luoghi d'Italia, ma nella città lagunare gli abitanti praticano una speciale forma di voga che prende il nome di Voga veneta e questo fin dal Medioevo, quando era già diffusa la tradizione delle gare tra le piccole imbarcazioni a remi. Il vincitore otteneva i posti migliori al mercato per vendere i propri prodotti, mentre il resto dello spazio disponibile veniva assegnato a coloro che arrivavano dopo. Gli ultimi non avevano alcun posto per commerciare le proprie merci. Con il passare degli anni la vog veniva usata per andare a pescare in mare (Voga alla Valessana), ma in questo caso con due remi, due forcole e un taparino e ferri messi sulle ampie forcole.E ancora, dopo la valessana i Veneziani hanno scoperto che potevano utilizzare la voga per spingere una barca più lunga nella

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IN VOCE N° 2

quale salivano in due, uno davanti e uno dietro: quello che guidava era posto a poppa e si chiamava poppiere, mentre l'altro, che spingeva la barca, si chiamava proviere. Dopo alcuni anni hanno cominciato a costruire imbarcazioni quali la caorlina, il sandalo e il gondolone. Ogni anno, il 4 settembre c'é la regata

storica, la più famosa del mondo, in cui gareggiano tutti i tipi di barca, dalla mascareta alla caorlina, al sandolo, alla gondolina e chi arriva primo prende la bandiera rossa, il secondo la bandiera bianca, il terzo quella verde e il quarto quella blu. All'ultimo tocca la bandiera gialla. Anni fa al

vincitore davano anche dei soldi. Dopo il 2000 non sono più stati distribuiti premi in denaro. Oggi la Voga veneta è praticata in tutto il mondo, anche in Cina e in Russia. Anche se tornerò nel mio paese penso che continuerò sempre a praticare questo sport.

Victor Ditrih, classe 2 E (alternativa) ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

CHE MERAVIGLIA IL CORPO UMANO! In seconda media la gran parte delle ore di scienze viene dedicata allo studio del corpo umano. Per aiutare noi ragazzi in questo affascinante viaggio, giovedì 23 febbraio 2012 è venuta a scuola una naturalista del gruppo delle Pleiadi, una Associazione che si occupa di portare la scienza nelle scuole. Per due ore abbiamo avuto l’occasione di usare dei modellini che simulano il funzionamento dei nostri organi! Basta un vasetto di vetro con una membrana al posto del coperchio per rappresentare il timpano; certo, uno deve aver ben chiaro, che cosa sia un suono ed ecco, è sufficiente un diapason con una cassa di risonanza e una lunga molla divertente per chiarirci le idee…Per comprendere il funzionamento della nostra meravigliosa vista abbiamo utilizzato un modello costruito con una candela accesa posizionata davanti ad una lente d’ingrandimento e questa seguita da un foglio: la candela sul foglio viene proiettata capovolta come accade al nostro occhio! Allora come facciamo a non

starcene a testa in giù tutto il tempo? Grazie al nostro cervello che “risistema” le immagini che gli arrivano e ci fa ammirare il mondo “per il verso giusto”. Anche per il funzionamento del nostro instancabile cuore abbiamo usato un modellino con tanto di liquido rosso circolante! Non poteva mancare una piccola sfida all’interno della classe: sportivi contro non sportivi, chi ha più capacità polmonare? Insomma una specie di spirometria fatta con un secchio d’acqua, un bottiglione e una cannuccia. Basta poco a volte per capire come funzionano i nostri apparati… Indovinate chi ha più aria nei polmoni? Naturalmente i ragazzi e le ragazze che praticano sport. Lo sport fa proprio bene e si vede facilmente! Non sarebbe stato un vero laboratorio di scienze se non avessimo provato anche degli esperimenti di chimica e se non avessimo ammirato dei vetrini al microscopio. Infatti abbiamo gonfiato palloncini grazie all’anidride carbonica prodotta da una semplice reazione tra aceto e bicarbonato e abbiamo confrontato globuli rossi di rana e umani.Insomma, ora con le idee più chiare continuiamo la lunga esplorazione del nostro corpo che proseguirà anche il prossimo anno! Alunni classe 2E

CONSIGLI DI LETTURA IN UN TWEET Le cronache del mondo emerso, di Licia Troisi Quel libro che mi ha fatto vivere la magia della paura e l’insicurezza di una guerriera. Quello che mi ha strappato anima e cuore parola dopo parola. Chiara Trabujo, classe 2 D Il bambino delle ombre, di Giorgio di Vita E’ una storia fantastica e coinvolgente. Il protagonista Brandtje è contro tutto e tutti per seguire la sua passione: il disegno. Iva Aktar, classe 2 D La città dei libri sognanti, di Walter Moers Ambientato nel fantastico mondo di Zamonia, alla ricerca dell’autore del più bel racconto mai scritto. Appassionante e commovente, è impossibile dimenticarlo. Anna Agnoletto, classe 2 D Flox sorride in autunno, di Elisabetta Gnone Magia fantasia e creatività. Un libro che sa portarti in un altro mondo, come poche storie sanno fare. Un libro

che ti fa apprezzare la bellezza dell’autunno e la poesia d’altri tempi. Carla Lazea, classe 2 D Lo strano viaggio di Jack Perdu nell’ aldilà, di Katherine Marsh Jack pensava di essere uno studente qualsiasi, fino al giorno dell’incidente, ma da quel momento comincia a vedere gli spiriti. Un libro spaventoso e mozzafiato . Samuele Fiore, classe 2 D Energia per l’astronave terra, di Armaroli , Balzani Un viaggio tra i segreti delle energie rinnovabili e delle spese nucleari. Interessante e misterioso sguardo verso il futuro energetico dell’Italia, con gli scenari che ci aspetteranno nei prossimi anni. Leonardo Carniato, classe 2D Il libero regno dei ragazzi, di Davide Morosinotti E’ il libro che tutti i ragazzi desidererebbero divenisse realtà. Finalmente noi ragazzi potremmo ribellarci al dominio degli adulti. Riservato ai minorenni. Luca Menetto, classe 2 D

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