I --U --A --V
UniversitĂ IUAV di Venezia
Portfolio Corso di laurea in Scienze dell’Architettura A.A. 2014/2015
Rossella Totaro n. matricola: 276774
Chi progetta sa di aver raggiunto la perfezione non quando non ha pi첫 nulla da aggiungere, ma quando non gli resta pi첫 niente da togliere.
- Antoine de Saint-Exupery
Tavola dei
contenuti
Conoscere - Fondamenti applicativi di geometria descrittiva - Approfondimento Chiesa Mater Misericordiae
Interpretare - Rappresentazizone e rilievo dell’architettura - Human Cantilever - Laboratorio di Restauro
Comporre - Workshop 1 - Laboratorio integrato 2 - Workshop 2 - Laboratorio integrato 3 - Workshop 3 - Progettazione urbanistica
Conoscere
ELEMENTI RAPPRESENTATIVI DI GEOMETRIA DESCRITTIVA Prof. Daniele Villa
Weissenhof - Stoccarda
Haus 10 - Victor Bourgeois
APPROFONDIMENTO CHIESA MATER MISERICORDIAE Prof. Angelo Villa Prof.ssa Sandra Bullo
Approfondimento
Chiesa Mater Misericordiae Baranzate (MI) - 1957 Arch.: Angelo Mangiarotti, Bruno Morassutti Ing. Aldo Favini
Il fronte. La quota del piano dell’aula corrisponde alla sommità del muro in conglomerato cementizio e ciottolame di fiume che ha il compito di “difendere” dalla vastità della pianura circostante lo spazio esterno della chiesa.
La prima opera con cui Mangiarotti si fa conoscere – suscitando qualche polemica per il carattere radicalmente innovativo – è anche uno dei suoi capolavori assoluti ed uno degli edifici più notevoli dell’architettura moderna. La chiesa è sopraelevata di 2.20 m rispetto al piano di campagna ed è protetta da un possente muro di ciottoli e cemento. Essa ha una struttura portante semplice, con quattro pilastri gettati in opera alti 8 m, che sorreggono due travi principali di luce 5.25 m con sbalzi laterali di 3.05 m, formate da conci di 0.30 x1.30 m, sulle quali poggiano sei travi secondarie rivolte verso l’ingresso, composte da elementi prefabbricati, precompressi in opera, con luce di 16.80 m e sbalzi laterali di 5.90 m. L’ossatura di ciascuna è costituita da 30 conci di calcestruzzo di forma ad X reversibile, cuciti insieme per mezzo di cavi di precompressione. A coronamento sono disposti pannelli di copertura prefabbricati, caratterizzati da una nervatura di rinforzo incrociata che disegna sull’intradosso un raffinato motivo decorativo. Il tamponamento perimetrale della cella, la quale si presenta come un solido di 28x14 m ed alto 10 m, è basato su una doppia lastra di vetro armato con interposto un pannello isolante di polistirolo. Di giorno questa superficie determina all’interno una generale diffusione della luce che attraversa la materia bianca dell’isolante, mentre di sera all’esterno il volume dell’aula si trasforma in una lampada opalescente che illumina le aree circostanti.
Il fronte di notte; il tamponamento perimetrale realizzato con due vetri cui è frapposto un foglio di carta opaca color avorio, consente di realizzare da giorno a notte l’effetto positivo-negativo tipico di certa architettura espressionista.
Malgrado l’essenzialità del programma architettonico, la soluzione proposta non è né scontata né limitata alle semplici esigenze funzionali o di economia costruttiva. E’ invece una delle prime occasioni per Mangiarotti di applicare il suo metodo progettuale che consiste nel rifiutare qualsiasi relazione obbligata tra forma e funzione per lasciare spazio alla sperimentazione di un linguaggio originale, basato su forme espressive ma saldamente ancorate alla logica del sistema costruttivo. Le travi trasversali aumentano opportunamente di spessore in corrispondenza dell’attacco con i pilastri a tronco di cono; mentre i conci precompressi, che hanno un lato della X chiuso, vengono ruotati di 180 gradi in corrispondenza degli appoggi della trave per sottolineare l’andamento delle sollecitazioni statiche. All’inizio i pilastri avrebbero dovuto essere posizionati alle estremità delle due travi principali, ma in questo modo l’elasticità della copertura avrebbe creato dei momenti di flessione sui pilastri, ed il peso e le dimensioni notevoli degli elementi prefabbricati non si prestavano ad essere maneggiati da parte di piccole imprese. La soluzione fu quella di spostare verso il centro i pilastri, in modo da ridurre le caratteristiche esterne della sollecitazione e non creare momenti di inflessione alle strutture verticali. Ottenendo così una campata centrale e due sbalzi esterni i cui massimi momenti flettenti, pur di segno contrario, fossero uguali in valore assoluto. Venne quindi adottata la soluzione tecnica architettonica dell’elemento a trave triangolare rovesciata alla mezzeria e all’incastro: la combinazione di queste due sezioni ha portato alla soluzione finale.
Sezione longitudinale chiesa Mater Misericordiae.
Sezione della struttura.
Veduta laterale della struttura prima della messa in opera del tamponamento perimetrale.
Interpretare
RAPPRESENTAZIONE E RILIEVO DELL’ARCHITETTURA Prof. Paolo Vernier
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
Rilievo dell’ ex-convento delle Terese
- Prospetto
C B
B
A
A
C - Pianta
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
- Sezione longitudinale con sfondato interno
- SEZIONE A-A
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
- Sezione longitudinale con sfondato esterno
- SEZIONE B-B
Rilievo dell’ ex-convento delle Terese
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
- ortofoto raddrizzata con prospetto sovrapposto e relative tabelle dei residui del raddrizzamento
HUMAN CANTILEVER - Venice Art Night Prof. Angelo Maggi
Human Cantilever (letteralmente: trave a sbalzo umana) è una restituzione realistica della struttura e delle azioni del ponte ferroviario che attraversa l’estuario del fiume Forth in Scozia e che è considerato uno dei capolavori dell’ingegneria del XIX secolo, il più grande mai costruito e il primo con una sovrastruttura in acciaio: “un romantico capitolo di una favola scientifica”. “Human Cantilever” è il titolo di una celebre immagine fotografica in cui due uomini seduti estendono le braccia e sorreggono delle aste incastrate in un sedile formando due ipotetici pilastri. \L’autore è Evelyn George Carey, fotografo ufficiale del cantiere del Forth Bridge. Alla base dell’interpretazione fotografica dello Human Cantilever, noi studenti Iuav del corso di Rappresentazione Fotografica dell’Architettura, abbiamo riprodotto questa suggestiva immagine di alta spettacolarità nel Chiostro dei Tolentini trasmettendo a tutti i partecipanti dell’ Art Night 2014 la più vivida memoria del significato progettuale del ponte.
LABORATORIO DI RESTAURO Prof. Nullo Pirazzoli
Teatro Marinoni LA STORIA Nel 1921, grazie ad una colletta di cittadini, venne costruito lo spazio al piano terra con soffitto a cassettoni in legno, per i bambini ricoverati all’ex Ospedale del Mare: venne utilizzato come area ricreativa e solo successivamente divenne un teatro. Fu infatti Giuseppe Cherubini ad operare questa trasfomazione, grazie ad un affresco raffiugurante Nettuno nell’atto di pescare e giocare con i bambini. Tra il 1923 e il 1925 l’edificio venne ampliato con due piani superiori, che dal 1926 ospitarono due classi elementari dell’Educatorio Rachitici Regina Margherita. Una radio, dagli anni ’30 trasmise a tutti i raparti gli spettacoli e le attività del teatro e dell’educatorio. Nel 1933 l’Ospizio Marino divenne Ospedale del Mare. Inizialmente l’edificio era composto da un unico blocco, segnato dal terrazzo, negli anni Settanta fu aggiunto un blocco con ascensori e bagni. Nel 1975, il ricreatorio e il Teatro vennero chiusi. Da quel momento ebbe inizio un lento processo di smantellamento degli edifici, che portò alla dismissione dell’intero ospedale nel 2006. Il 4 settembre 2012, l’area dell’ex Ospedale del Mare venne chiusa al pubblico per dare luogo ai lavori di bonifica, che si conclusero nel marzo 2013.
COMITATO MARINONI BENE COMUNE Il Comitato Marinoni Bene Comune si riappropria del Teatro dal 2011, formato da membri proveniente da diversi ambienti professionali con l’obbiettivo comune di tutelare e rivitalizzare il Teatro offrendo alla comunità di Venezia progetti culturali volti a restituirgli la sua valenza sociale. Dopo l’iniziale lavoro di sistemazione del Teatro per renderlo agibile, il comitato ha messo a disposizione lo spazio per festival, workshops, cineforum, attraverso una gestione comune e condivisa nel rispetto dello spirito che anima il progetto.
MARIO MARINONI Nato nel 1885 a Mantova, si trasferì a Venezia seguendo il padre magistrato. Si laureò nel 1907 in giurisprudenza e nel 1910 conseguì la libera docenza in diritto internazionale e la esercitò a Padova, Firenze, Pisa e Modena. Il Marinoni fu un’autorità altissima nel campo degli studi di diritto internazionale e diede allo studio un contributo notevolissimo. Oggi è da ricordare soprattutto per la sua attività sociale, umanitaria a favore dei cittadini veneziani nel periodo della prima guerra mondiale e nel periodo post bellico. Nell’anno 1915 Venezia era in crisi: una forte disoccupazione creava un grande disagio a tutta la popolazione. Il Marinoni fondò un Comitato di assistenza e di difesa civile che fece una grandissima opera di beneficenza: un grande numero di refezioni furono distribuite ai bisognosi, consegnati buoni per il vitto e pagato l’affitto ai disoccupati, istituito un asilo per i bambini e apposite scuole e soprattutto, Marinoni, istituì dei laboratori e diede occupazione a duemila cucitrici a domicilio. Un laboratorio sorse al Teatro La Fenice, nella sala del Selva ( e per questo il Campiello fu intitolato da amici ed ammiratori al generale Emilio Castelli ed a lui) e altri ne fece sorgere al Lido. L’idea geniale è che il Marinoni si rivolse a tutti i cittadini veneziani e riuscì ad unire la polazione nella solidarietà per chi aveva bisogno. Proseguì il suo operato incessante nell’anno 1916: migliaia di bambini furono accolti negli Asili da lui voluti, la creazione di una trattoria cooperativa, di una cucina popolare, di una scuola professionale d’arti e mestieri. Nel 1921, grazie ad una colletta di cittadini organizzata da un Comitato di Beneficenza, venne costruito lo spazio al piano terra del Ricreatorio all’Ospedale al Mare al fine di allietare la degenza dei bimbi. Quando Mario Marinoni morì il 27 Febbraio 1922, a soli 37 anni, i donatori gli dedicarono l’edificio. Egli fu docente e studioso di diritto internazionale, una figura poliedrica straordinaria che diede un contributo d’eccezione alla riedificazione del tessuto sociale, lavorativo ed economico di Venezia nel primo ventennio del ‘900.
TUBERCOLOSI Tisi, deperimento, scrofola, mal sottile, morbo di Pott, piaga bianca sono i termini che sono stati usati, nel corso della storia, per definire la tubercolosi. Già in alcune ossa del Neolitico è stata rinvenuta la presenza del batterio che la causa anche se l’incidenza e la diffusione sarebbero state note solo nel diciannovesimo secolo. Tuttavia, si stima che la tubercolosi abbia raggiunto il picco tra la fine del diciottesimo secolo e il diciannovesimo. Nel tempo, le varie culture del mondo assegnarono alla malattia nomi diversi, ognuno dei quali riporta all’effetto di “seccare” e “consumare” della malattia, cachessia (stato di grave deperimento organico). Il suo alto tasso di mortalità tra gli adulti di età media e l’avvento del Romanticismo, che impose i pensieri sulla ragione, portò molti a riferirsi alla tubercolosi come la “malattia romantica”.
Il termine tisi (phtisis) è apparso inizialmente nella letteratura greca intorno al 460 a.C. Ippocrate identificò la malattia come la causa più comune di malattia del tempo. L’epidemia di tubercolosi in Europa, che probabilmente iniziò nel diciassettesimo secolo e che durò duecento anni, era nota come la Grande Piaga Bianca. Nel 1650 la tubercolosi era la principale causa di morte e morire di tubercolosi era considerato inevitabile. L’alta densità della popolazione e le condizioni sanitarie indigenti che caratterizzavano molte città dell’Europa e del Nord America crearono un ambiente idoneo alla diffusione del morbo. All’inizio del ventesimo secolo, la tubercolosi era una dei problemi di salute più urgenti del Regno Unito. Nel 1902 fu convocata a Berlino la Conferenza Internazionale sulla Tubercolosi. Tra tanti provvedimenti, la conferenza propose la Croce di Lorena come simbolo internazionale della lotta contro la tubercolosi. Campagne nazionali si svilupparono in Europa e negli Stati Uniti per sconfiggere la continua diffusione della tubercolosi. Da quando fu provato nel 1880 che la malattia era contagiosa, la tubercolosi divenne una malattia conosciuta e le persone infette furono costrette ad entrare nei sanatori che sembravano prigioni; anche se i sanatori per le classi media e alta offrivano cure eccellenti e costante attenzione medica. Nonostante i benefici dell’aria fresca e del lavoro nei sanatori, anche sotto le migliori condizioni, il 50% di coloro che entravano morivano in cinque anni.
COMPLESSO DELL’EX OSPEDALE AL MARE Nel 1870 nella zona “Quattro Fontane” del Lido nacque l’Ospizio Marino: era la prima struttura in legno per ospitare e curare con terapie marine 200 bambini malati di tubercolosi. Con l’avvento del turismo d’elitè, la presenza dell’ospizio con il suo crescente numero di pazienti divenne sgradita. Nel 1921 con la dona\zione del nuovo terreno della “favorita” fu possibile dare vita ad un nuovo complesso. Nel 1933 erano stati costruiti 10 padiglioni: nacque così il nuovo Ospedale del Mare. Nel 1955 la struttura era all’avanguardia e registrò un numero record di pazienti: 10 mila ricoveri, 1.400 posti letto e 450 mila visitatori. Nel 1969 ci lavoravano in 1.500, ma con la nascita di piccole realtà ospedaliere e a causa della mancanza di investimenti, l’ospedale iniziò a risentire dei segni del tempo: i servizi erano carenti, le apparecchiature mediche non più sofisticate e la manutenzione venne trascurata. Tutto ciò portò, nel 1975, a cominciare le operazioni per la chiusura e lo smantellamento. Nel 2006 ci fu l’abbandono definitivo.
li dido
76784 76774
TEATRI IN LAGUNA
LINEE VAPORETTO VENEZIA-LIDO
5
PERCORSI ATTRACCO S.M. ELISABETTA - TEATRO MARINONI
3 P.le Roma
7 4 2
TEATRO MARINONI
S. Zaccaria
1 Zattere Giudecca
6
ATTRACCHI VAPORETTO
TEATRI IN LAGUNA 1. Teatro La Fenice
5. Teatrino Groggia
2. Teatro Cafè Sconcerto
6. Teatro Junghans
3. Teatro Fondamenta Nuove 4. Teatro Goldoni
7. Teatro Malibran
Linea 14
Linea 6
Linea 10
Linea 8
Linea 5.1-5.2
NI
o
zoli ndido 276784 276774
1923
PIANO SECONDO PIANO PRIMO
PIANO LOGGIA
PIANO TERRA
1921
Analisi dell’evoluzione storica dell’edificio attraverso piante, sezioni e prospetti.
1925
1970
1923
1921
SEZIONI
PROSPETTI
1970
1925
SEZIONI
PROSPETTI
Raddrizzamanto fotografico e coni ottici
Analisi del degrado
Analisi dei materiali
MATERIALI MATERIALI
DEGRADI DESCRIZIONE MATERIALE
CALCESTRUZZO
Conglomerato artificiale utilizzato per la struttura dell’edificio, costituito da una miscela di legante, acqua e aggregati (sabbia e ghiaia) e con l’aggiunta di additivi e/o aggiunte minerali. In questa miscela viene imbevuto dell’acciaio in barre per assicurarne la resistenza.
LATERIZIO INTONACATO
LEGNO
DESCRIZIONE
Pareti di tamponatura in laterizio intonacato, costituito di argilla opportunamente lavorata e sottoposta a cottura.
Utilizzato per tutti i serramenti dell’edificio, a partire da quelli originari del 1921.
INTERVENTI CAUSA
FRATTURAZIONE formazione di soluzioni di continuità nel materiale.
-cicli di gelo e disgelo; -dissesto dell’apparato murario di supporto; -incompatibilità di tipo fisico-meccanico tra supporto e finitura.
PU1:pulitura meccanica per rimuovere gli elementi incongrui e per verificare il livello di profondità del degrado IN1:integrazione di malta in calce aerea per rinforzare i punti danneggiati.
ALTERAZIONE CROMATICA variazione dei uno o più parametri che definiscono i colori.
-bioderteriogeni; -inquinanti atmosferici (polveri e fumo); -radiazioni solari; -assorbimento differenziato del supporto.
PU2:pulitura a umido mediante spruzzo manuale e spazzole morbide. AP1:applicazione di prodotti solventi biocidi LA1:cicli di lavaggi con spray di acqua nebulizzata.
CORPO ESTRANEO materiale di forma propria, non pertinente al manufatto, ma ad esso aderente e compenetrato.
-intervento antropico per rimediare a danni o mancanze dei materiali originari
RI1: :rimozione del corpo estraneo IN2: integrazione materiale originario
DEGRADAZIONE DIFFERENZIALE perdita di materiale dalla superficie, che evidenzia l’eterogeneità della tessitura e della struttura.
-ruscellamento delle acque meteorologiche -elevata esposizione all’azione meccanica degli agenti atmosferici.
RI2:rimozione della parte superficiale degradata PU3:pulitura a umido tramite spruzzino manuale e spazzole.
DEGRADO ANTROPICO danneggiamento o deturpamento ed imbrattamento delle superfici.
-Agenti esterni, quali cause antropiche.
RI3: rimozione degli elementi danneggiati SS1:sostituzione o intergrazione materiale
DISGREGAZIONE decoesione con caduta del materiale sotto forma di polvere o minutissimi frammenti.
-Consistente presenza di formazioni saline; -Conseguenza di fratturazioni o lesioni strutturali
PU4:pulitura con spazzole meccaniche IN3:integrazioni di intonaco premiscelato TR1:trattamento con deumidificante.
VETRO
Materiale per serramenti.
DISTACCO soluzione di continuità tra strati di un intonaco, sia tra di loro che rispetto al substrato, che prelude, in genere, alla caduta degli stessi.
-Perdite localizzate degli impianti di smaltimento e/o di convogliamento delle acque; -Consistente presenza di formazioni saline; -Umidità ascendente -Stress termici -Conseguenza di fratturazioni o lesioni strutturali
PU5:pulitura con spazzole meccaniche IN4:integrazioni di intonaco premiscelato TR2:trattamento con deumidificante.
FERRO
Materiale utilizzato per la ringhiera del terrazzo al primo piano.
EROSIONE asportazione di materiale dalla superficie, che nella maggior parte dei casi si presenta compatta.
-Ruscellamento delle acque meteorologiche -Risalita capillare dell’umidità
PU6:pulitura meccanica LA2: cicli di lavaggi con spray di acqua nebulizzata.
MANCANZA perdita di elementi tridimensionali; opacizzazione; perdita di trasparenza, che può essere accompagnata da una parziale diminuizione della brillantezza.
-Perdite localizzate degli impianti di smaltimento e/o di convogliamento delle acque; -Consistente presenza di formazioni saline; -Umidità ascendente -Stress termici -Conseguenza di fratturazioni o lesioni strutturali
PU7:pulitura con spazzole meccaniche IN5:integrazioni del materiale mancante TR3:trattamento con deumidificante.
OSSIDAZIONE È un processo di combinazione conl’ossigeno disciolto nell’acqua.
-Umidità; -Manutenzione inadeguata.
Analisi del degrado per comprendere se l’elemento va sostituito. in caso negativo: PU8:pulitura con prodotti solventi TR4:trattamenti mirati alla rimozione della ruggine e alla futura conservazione.
PATINA modificazione naturale della superficie, non collegabile a fenomeni di degrado e percebile come una variazione del colore originario.
-Caratteristiche intrinseche il materiale spesso collegati a fattori temporali;
RIP1: Ripristino delle caratteristiche orginarie con sostituzioni se necessarie e/o volute.
PATINA BIOLOGICA strato sottile, omogeneo, costituito prevalentemente da microrganismi, variabile per consistenza, colore e adesione al substrato.
-Azione di microrganismi autotrofi; -presenza di umidità ed acqua; -caratteristiche morfologiche del substrato.
PU9:pulizzia con spazzole IN6:incapsulamento
VEGETAZIONE Presenza vegetativa sull’edificio.
-Accumoli di umidità; -Attacco di organismi autotrofi -Manutenzione inadeguata.
RI3::rimozione della macroflora eseguita tramite strumenti concrui PU10:pulitura meccanica per rimozione della microflora, anche con prodotti biocidi RS1:risarcimento-stilatura di giunti di malta.
TEATRO MARINONI
Università IUAV di Venezia
Laboratorio di Restauro
Legenda Materiali e Degradi
a.a. 2015/2016 Docente: Prof. arch. Nullo Pirazzoli Assistente: Arch. Alessandra Candido
Beatrice Bresciani n. matricola 276784 e-mail: beabresciani@live.it Rossella Totaro n. matricola 276774 e-mail: ross.totaro@gmail.com
ATROAnalisi del degrado degli interni ARINONI
Infissi originali in mogano del 1921. Interventi di preservazione, sostituzione dei pannelli di vetro danneggiati e integrazione di quelli mancanti.
Pavimentazione in piastrelle di granito 60x60x1,5 cm. Lacuna del pavimento da integrare con materiale simile all’esistente.
Ă IUAV di Venezia
torio di Restauro
/2016
Infissi in legno verniciato da rimuovere. Mosaico originale del 1921. Integrazione delle tessere mancanti, sostituzione di quelle danneggiate e interventi di pulitura.
Prof. arch. Nullo Pirazzoli e: Arch. Alessandra Candido
Bresciani n. matricola 276784 eabresciani@live.it
Totaro n. matricola 276774 ss.totaro@gmail.com
degrado interno del piano terra e piano ndicazione delle eventuali sostituzioni, agozioni.
Scala in calcestruzzo intonacato. Integrazione delle parti mancanti, intonacatura e inteventi di pulitura. Sostituzione del corrimano ossidato. Pavimentazione del palco il legno di abete da sostituire. Rivestimento del palco in legno di mogano da preservare.
Scaletta in mogano del 1923. Interventi di preservazione.
Pavimentazione in piastrelle di ceramica esagonali 15x15 cm. Sostituzione delle parti danneggiate e pulitura. Spalti in legno da sostituire.
ATRO RINONI
UAV di Venezia
rio di Restauro
16
of. arch. Nullo Pirazzoli Arch. Alessandra Candido
sciani n. matricola 276784 bresciani@live.it
aro n. matricola 276774 totaro@gmail.com
VISTA FACCIATA SUD
sonometrico e viste 3D.
VISTA FACCIATA NORD
SPACCATO ASSONOMETRICO
Ipotesi di progetto
aggiunte
demolizioni
pianta piano terra
pianta piano loggia
pianta primo piano
pianta secondo piano
Comporre
WORKSHOP 1 Studio MAS
THE “(AN)OTHER VENICE” 80.000/24h
8.394 CONTAINERS
NECESSARY FOR BUILT A NEW CITY
CONTAINERS STOCKED IN SHANGAI’S HARBOUR
NO BIG SHIPS in VENICE
POPULATION GROWTH
IN A
661
1950
SHIPS PASS
2013
EVERY YEAR
35
30
IN VENICE PERMANENTS vs TRANSITIONS
900%
Johannesburg
177%
Mestre
-21%
TH
E “
(
50%
) OT
754% Parigi
Tokyo
Venezia
Mestre
New York
mln 0
158%
Tokyo
San Paolo
-188%
Venezia
Dheli
San Paolo
Madrid
AUTUMN
SPRING
WINTER
24,5%
5
58%
Parigi
SUMMER
AUTUMN
10
300%
Cairo
31,6%
15
Dubai
SPRING
FROM STARVING
20
Johannesburg
25,5%
New York
5.900.000
Madrid
7.600.000
IN USA & EUROPE
POPULATION
WINTER
6.100.000
SPENT IN PERFUME
994%
Bombay
4.400.000
SAVE WORLD’S
445%
Dubai
Tourists each year
18,4%
$13MLD
Dehli
SEASONAL TOURISTS in VENICE 24.000.000
ENOUGH TO
651%
Bombay
$13
83000
MIN
TO BUILT OUR CONTAINERS CITY
59000
144 TIME NEEDED
25
Cairo
HE
R ”
NEW LINKS for MARGHERA
P
P
minute
NOLLI’S MAP of VENICE
8
4
250
Ind
ust
500
ry
Mestre
2
100
metres Main ways
WAKE UP MARGHERA studioMAS Pierre Swanepoel - Sean Mahoney Damiana Paternò
PHASE 2
Superficie: 0,24 kmq Densità: 8241 ab/kmq
PHASE 3
Superficie: 0,47 kmq Densità: 7468 ab/kmq
Tram-line
PHASE 4
Car Autobus Railway
Superficie: 0,67 kmq Densità: 7477 ab/kmq
Bisetto Marco Brufatto Andrea Da Rios Thomas Gianelloni Elena Gottardi Marco Michelino Carlo Spironelli Gianluca
GROUP
Superficie: 0,15 kmq Densità: 2666 ab/kmq
Professors Tutor
200
MASTERPLAN
NEW FOCUS POINT
PHASE 1
100
LEGEND
0
COUNCIL
Creare poeticamente condizioni di vita nel contesto di ambienti tossici. Ai progettisti è stato chiesto di dar forma a una città a partire dal tessuto industriale preesistente. Siamo stati sfidati a rimodellare il contesto industriale utilizzando perlopiù materia viva. In modo che il tessuto industriale rimodellato, reso più poetico, sia in grado di trasformare Porto Marghera in ‘un’altra Venezia’. L’occasione creativa giace sopita, insita nell’inusuale natura della sfida. L’ecosistema nocivo del contesto in esame ha richiesto un approccio radicale e creativo. Siamo stati incoraggiati a ‘crescere’ le nostre proposte, considerando la natura come collaboratrice e, al tempo stesso, come risorsa per costruire spazi e luoghi. Ciò può apparire paradossale, se considerate le attività tossiche che hanno luogo presso l’area, nonostante la prodigiosa abilità della natura a riaffermarsi. E’ stato necessario esplorare soluzioni che lavorino sulla varietà di possibili simbiosi, senza limitarsi a un intervento di facciata. Il programma esplora le relazioni simbiotiche fra le strutture, la flora e il sistema di microrganismi ad essa associato, nell’ottica di sviluppare strategie per la decontaminazione dell’area. Siamo stati incoraggiati a concentrarci sul tentativo di sviluppare un’architettura biotica in grado di sovvertire il sistema convenzionale di materiali, elementi e componenti dell’architettura contemporanea, sfidati ad appropriarci dell’eccentrico tessuto industriale attraverso poche aggiunte e molto lavoro di riconfigurazione, per raggiungere un equilibrio fra poesia e senso comune.
SHIP IN OUR CITY
SUMMER
Un’ altra Venezia
NCED, A REFLECTION OF LIFE, TO REFLECT ON LIFE. Fulcro centrale d’incontro. Principale connessione tra riva
est, riva ovest e Marghera. ConBRIDGES
nette le varie attività della riva ovest. Spazi memorabili: il terreno scende dolce verso l’acqua attraversato da un’imponente pergola coperta dal verde. Continuità degli spazi: la pergola costuituisce il percorso principale dal quale si accede a tutte e attività della riva ovest. Abbraccio alla natura: pergola verde, piante indigene. Luce: Giochi di luci e ombre resi possibili dalla grande pergola che filtra i raggi del soe. Attività: possibilità di utilizzare in maniere differenti gli spazi tra l’acqua e la pergola.
VENICE
Central meeting place Main connection between east bank, west bank and Marghera. Connecting west bank activities. Memorable space: terraced floor down into water’s edge with high volume planted pergola. Continuous space; connections of primary paths at centra pergola space. Embracing nature: planted pergolas, indiginous plants. Light: dappled sunlight through pergola. Activities: multiple uses plus esperiences at central pergola space (water play, concerts, pic-nics, swings).
POPULATION DENSITY NYC
MARGHERA
435
2
DIFFERENT AREAS in MARGHERA 9.610
8.300.000
People
Density ab./km²
PARIS
6.500.000
8.539
ROME
2.700.000
1.981
People
VENICE PROJECT
Density ab./km²
People
Density ab./km²
59.000 People
8.571
5.010
7.477
Density ab./km²
People
CANALI INDUSTRIALI AREE URBANE
9% 12%
AREE INDUSTRIALI
32%
AREE AGRICOLE
7%
AREE LAGUNARI
40%
1 Polmone verde: fare di questa area il “Central Park” di Marghera.
1 Green Lungs: make this area the “Central Park” of Marghera.
2 Collegamento tra l’area portuale/marina con il centro abitato di Marghera.
2 Connection between the port area / marina with the town of Marghera.
3 Zone relax: Spazi in cui rilassarsi a contatto con il verde.
3 Zone relaxation spaces in which to relax in contact with nature.
4 Edifici esistenti convertiti da uso industriale a intrattenimento.
4 Existing buildings converted from industrial use to entertainment
5 Creazione di spazi di aggregazione per le persone di ogni età.
5 Creating meeting places for people of all ages.
6 Sport: rock climbing , swimming pool e football.
6 Sport: rock climbing, swimming pool and football.
7 Area destinata a concerti e musica all’aperto con sedute naturali sulla collina.
7 Area used for outdoor concert and music with natural seating on the hill.
8 Reimpiego di piante autoctone. 9 Dare spazio alla natura e aiutarla a riprendere lo spazio che le appartiene
3
1
1
8 Re-use of native plants. 9 Leave room for nature and help it regain the space that belongs to it.
4
2
Density ab./km²
5
TIME
DIFFERENT FRAMES
FOREIGN RESIDENTS
RESIDENTIAL/ OLD TOWN
INDUSTRIAL AREA LOCALITY
LOCALITY
LOCALITY
LOCALITY
DAYS
SEASONS 2013
PAST
PRESENT 2032
12.538
2050
YEARS
FOREING THAT LIVE IN MARGHERA
FUTURE
ACTIVITY MAP MAP ACTIVITY
1E
1.694
FOREIGN THAT LIVE IN VENICE
ACTIVITY MAP
ACTIVITY MAP
PLANIMETRIA - Scala 1:500
2E
3E
PLANIMETRIA - Scala 1: 2000
4E
VERDE Industria a macchia d’ olio. Perdita del genius loci. Cementificazione incontrollata.
TEMPO
Insalubrità del luogo.
Marghera vive solo nelle ore diurne. Difficoltà nell’ intravedere un futuro migliore di riqualifica.
Verde come oasi. Verde come filtro. Riportare flora e fauna autoctone.
Luoghi da vivere nell’ intero arco della giornata. Pianificazione di spazi per la vita.
X MODEL
VISTA 1
VISTA 1
VISTA 2
VISTA VISTA 32
VISTA 4
TRAME DIVERSE Pedoni esclusi dall’ industria. Industria zoonizzata. Monotonia dei percorsi.
MULTICULTURALITA’ Marghera ghetto sociale. Assenza di spazi interculturali.
Creazione di percorsi e aree pedonali a misura d’uomo.
Isolamento fra le diverse culture.
Compenetrazione fra le diverse maglie urbane. Introdurre elementi di discontinuità/attrazione. Rompere la maglia della città collegando fra loro luoghi ora isolati. Creazione di luoghi per l’aggregazione. Far convivere le diverse culture abbattendo le frontiere ideologiche.
VISTE Percorsi privi di emozioni. Assenza di punti di riferimento interessanti e gradevoli. Mononia del paesaggio dovuta ai grandi complessi dell’ industria .
CROSSING WATER
Creare dei percorsi visivi.
L’ acqua è un ostacolo.
Inserire degli elementi di qualità all’interno dell’area. Creare sfondamenti visivi.
VISTA 3
L’acqua ha perso la sua identità come matrice del luogo.
VISTA 2
I ponti hanno medesimo natura, medesimo scopo. Il ponte viene visto solo come mezzo di passaggio, monotono.
Avvicinare le persone all’ acqua, vivendo la quotidianità a stretto contatto con essa. Il canale ridiventa elemento centripeto del luogo, non più sfruttato unicamente dal commercio. Dinamicità dei ponti, interattivi.
1W
2W
3W
4W
ECONOMY
VIEWS
CROSSING WATER
CONTAINERS
Tourists seen as the only way to get money. Economy ruined by fake souvenirs of venetian tradition. Venice shown to the tourist only as the “postcard” one.
Same views caused by big industrial pavillions. No nice and interesting points of reference. No emotional views.
Bridge seen only as way of transport, annoying. Bridges all with the same nature. Water has lost his identity as matrix of the place. Water as obstruction.
Expensive intervent with tradional buildings. Defined social differences. Slow requalification process.
Create a Riduzione multimedial net making tourists know local products. deifor tempi di realizzazione. Make tourists buy authentical local products. Soluzione economica poco costosa e alla portata di molti. Make tourists live Venice totally.
Create new views. Insert elements of quality in the area. Create visual views.
Make bridges dynamic, funny. Canal as center of the place, not used only for trade. Make people living again the water.
Not expensive and for everyone. Economia inquinata dai falsi articoli della tradizione veneziana. Fast period of building. Modular elements that can beturista reused.come una sola fonte di ricchezza. Visione del
DIFFERENT FRAMES
CONTAINERS Lentezza nel processo di riqualificazione. Differenziazione sociale marcata.
CREATE SPACES
GREEN
MULTICULTURALITY
CREATE Undefined spaces. SPACES No relations between public ad private spaces. Spazibut ampi madivided senzafor alcuna gerarchizzazione. Wide spaces not well importance.
Not defined development of idustrial area. Unealth of the place. Not controlled overbuilding. Loss of genius loci.
Not communication between different cultures. No intercultural spaces. Marghera as social ghetto.
interazione pubblico Use the Poca teaching of Venice infra using spaces. e privato. Use spaces already Spazi non existing definiti.but not projected. Create spaces for different needs.
Bring back in the area plants and animals of the place. Green as filter. Green as oasi.
Make different cultures living together destroying prejudices. Create spaces for aggregation. Brake the city’s frame linking differents places now isolated.
PROSPETTO FRONTALE
UP MARGHERA WAKE WAKE UP MARGHERA
Giulia Bortolozzo
Creazione di spazi per le diverse esigenze.
Erika Cardin
Luoghi pensati per i cittadini sfruttando anche gli spazi studioMAS esistenti ma nonstudioMAS progettati.
Martina Carraro Andrea Stocco Elisa Zoccarato
Sfruttare gli insegnamenti che offre Venezia nel vivere i luoghi. Professors Pierre Swanepoel Professors Pierre Swanepoel - Sean Mahoney- Sean Mahoney Tutor Damiana Paternò Tutor Damiana Paternò
ECONOMY
Introiti del turismo concentrati solo nella Venezia da cartolina.
Same ways. Far vivere Venezia al turista nella sua totalità. Zooning industry. Walkers excluded by industry.
Sensibilizzare il turista all’ acquisto di autenticità locali.
Introduce elements fra of entertainment. Creare una rete multimediale le diverse attività artigianali a favore del turista.
xxxxxxxxxxxx VISTA 5 3
Make different frames work together. Create ways for walkers.
Bisetto Marco Brufatto Andrea Da Rios Thomas Gianelloni Elena Gottardi Marco Michelino Carlo Spironelli Gianluca
GROUP
Elementi modulari riutilizzabili.
COUNCIL
Onerosità dell’intervento.
Adalberto Boschiero Jacopo Cesaro
WAKE UP MARGHERA studioMAS
Mark Herashchenko Lorenzo Lazzari Alessandro Sutto
Gianmaria Barbato Nicolò Berton Alex Caliman Ilaria Scapin
Professors Tutor
Pierre Swanepoel - Sean Mahoney Damiana Paternò
Elena Semenzato Rossella Totaro
Habefecteatus ina, Catus; ete, essa re pecrentem. Vivis cum obsentem retrunt? Udam cotis esimissente, et in re, faudentem is in adductandi patum halerfit. Igit vivere res crei publia? Se, ubli furaes mil clus iliam in viris vid comnic in taberei tume ne mod is hos nondam quam prio cono. Simoredien itus horae converis acitanum nicit verfecre et ia? Pes consus, mente, quem, volum contemus cupio, inatimil hac intil conemuntrum virmis im ia casdam deperte natiam ipterditris hos aus, vivasda mquideatiqua diist resim dum, pulica con tris, faturop oporibu ssultorem qui iam dessidem practenatius condit? Eviliu inatiacerox mo esentem temurit; esultum aut gratil tem senatis vemnestrem licientimum merterem, unum, niciviliis, sunum a ocus num inare tatum in Itam demquam intiam. Nos istam diere iacia non aciortur atuit? inclum moverum iniquam sperces hin virmante abisque tabus, noterisses vaturorente tem. Sinatiquos ex sita nos pare nonsignon se noritiam haliam mo ia rei con vitre, vem dius, Ti. Apervivir aperfit desterf ermisqui plis. Natissint. Ribunce mena, noc re, vehenti muliculudem ex satquodit; eterei pultum peridit, ut is, quis sena restifex su morae patis nemortis publina estestervis. Habena nos dumeroractus oma, culabute huconsi mmoverbit? Palicaventil vivatiam iactus mandess ermandem, me tabus, egil ves, fenatquiuri pribus cescerion terra cae cla iam tuamdita vitanu egerena tienirm ilicaed iortiaelia confirter intre tatratquam con Itatum factuitifece pere poruderfirte confirmis imissolici prio es vidissi detri, co me nius; esserum, pecut imis viviver issenscem es antium senatiae consciam firmihicips, virmihi, addum ad di tastris consus senatissimum de hor aurs M. Vivivissum anum ina omnortam conscerdies! Ontis consid nonduciem omne nosses! Serobsenius addum plica; nes adem me moravendam hebus videat, us esserit L. et poenatiam mus ego essula consua tum num pri supiondiu ine mo huctoru rbitast L. Maeque publia ta vignos nonsuli caedeatquium pro virterume fites? Ifeciam iachuit ertanum hica vignoximpro, sciaeque confec reis it, oca nos vid conoccis. Ed inihili ctatrum de egermant, coerion firtim oporbit. et autus, nonsul habessicia? P. Forte a quo con plis nes habemusqua pro, Castertiem igitierit, Ti. Opiem, faucest rissuame quem pro ina, que in tem et auconfec restius, etrest ac rehem ma, et ad nox ne ni se cienam, vit. Satqua pernisu perecul hus patquid confic in ventemque tant intentem fue aurem num culto in se cupio actum atus. Sulicae, vivilis sulica; efachum hostrar iterum unihi, C. Lego mei pones resimanti, orum consimmove, inium intili, quasdam et pro, que temus atrit. Itant? Imunum desse etor unum curius publiquium trum simultorus mei ium morteraet ad Catius vides confervil ute teatum re publis vividem nocciaeci popterrachum in duconti lnessediemne in vit vit atqua L. Fecriam hoctusultil hactore ntesum inum quam. Caticaelus, nicid Cuppl. Catus? Sicultorum es! Simiuspicem ponsu vilnere, nosuliistiam fatimistam ce cus Cati, unte clego essent et in scrit gravervit? Derum, ses mediem intem inat, quemniu speces porum peri consuam nocteredet proximmo idenam nos a omninatil tem ingultum, tratu con Etris bon se octe num dicae molus. Gravolius cerfit acreti, unicae iame conlocuris, vistere iac faci terum, is occi pribussimiu et; et elicess enatiqu onsilla nostam noverfi ntristem opublisu et vivendamei in hos, Ti. Hilic rei faci firitarid nonver locchuium oc in sen tem hostabem nunum hente, cupions imedes veresse natur, nondet gra? Epsenaticit publi iptimil icenihi cienat, Patruntemus, utu inte nerobserei iace iam egilnessulto atanter fectuss erunium ore cuppl. Gractem ditu crem mendit. It? Imis popoteret C. Satisse pessed sentrevis et in supic tus, suleger essent, quo mum is; nos hora virmaio vercerdiis, nonsum in di simur, quo in vivervilin tu vivis; non sit. Qui sunihictus co egerei pari pratum Palis fec oc tum notam rem aut der que esula o virmac vastin temo nes intiquam adepser icerrat ractala vilissi ium atqueret opulla nox nihili publius ventra? que num ex mantes cercerdin sula nit fur, ne ocus oc, diendiis et vis? Lare dum fortam molum ad nonsim nos efacie aurs rei crictorbit ium haetrobusque ad consimanum is ia iam con tem publica stester nihicon ditantesi perfecerus es a sinatis maio nontiliemus venit? Abus bonem manuncus opublinum am temus bonsum, que inteat, P. Pora tatus, Castioc ia? que converi ostissena, sim int. Oporaet; Cas huide publinc facestrum te hortandactus concles diissus. Aci se fic vocae tam mus re, qui ignonsus nessend acciter evirimi ussatie coena id ius etis hae con intissediem popubli natia? Nihi, erum que confeni hilissil virtentiam iam pere manulla beris, ut vid inesi firmill erecre condam. Abenater actus ex nostiliciam temquit, clabemn incescies licum facta tem di te, con de quam rendernum es es rebemqua L. Oludesta ius opublis. Posum abentum fur audactod resedo, ni publiquit. Ac fortusque cam nequerit; C. Certe, quod audet popubli cideffred fachus pubit. On sitam omniquo
LABORATORIO INTEGRATO 2
ellabus quidese ocupica; nonihici patratilne consus conclar iticaedemque nonsusquere ca rem ut plina permil unum si pullego virmaxi muroxim oviriciem denatiem res, quid culi istam intem aris.
Prof. Angelo Villa ntrae conihilin acerit; Catur. Ox noculudamBullo tuam tam. Ni sperei cultortarit, consuliaedo, et aus scerbi per peris; inam dis. Evis habemus, Patque que ad commorum nimis aperem nor ute, ve, quosse, quide corte efestrum dicisse nterentertem ingulvicae deps, unum int, videatquam nos virtasdam loc, Prof.ssa Sandra
Morum publicaes hos, delum rei patures ante niciem iam deatum dis prae, temporis cibem facciam pula ret; nos comnentiam fictabena, nonticastium perox mortur publin noncla nonducommo morunum intrae vocupplic rent, manditi llabut anu iam hos nondam se demus, poponsi mursunum moe-
quam. Vivis sedem untem oc, que publicae quam opublica re ex nonsus cae re verratum prarem efacerf eceporum mius supiostem nit am medo, nos, se dena, videm musseni rmanunum ingulicio, nossentiam ata re, sula vil unum int. Sena, forider opubliquodii standucien tellabu tesidef frest? Ehebat. Opictus fue nonvoca ventraet audeors caelut consult ortius reis consunu manu ia peris, ter ius hachuidem, videteres cae, dis. Scienatus omnent? Ahabemquod ad atintiam it; etifecta tre duconsi mmortes, ta, Patiam audet vit; num ips, quodien aritebusse intre nemqui potiqua nos cont, dum paritem audacio, que inat, quam. Hui inteati, est poterissedis culinclesil vivervi vercepos ca cotilnem intes ignon tus? Vivestiam. Os hos, conlocum dem pos alarit, quamdientie mor hicere niquo tam Rommorei strum, vis. Egerion senatur. commors in dica; nonsuam cum nius. Inatiorei sendam sit. Cupiocr ictasdam publincus curo in rei patatus eto vil ut graed ca; no. Qui poptia nu ina, temulla bemnovid caecerid porum nos etrariv idiis; nihicae consus conia tes opost? Henitro, faci fate, sulum hac remus, dienter itiur. Simius caperri caverfit fur actat ad ilibus conen dem estidenatum atinventiu etid in nos, pubitanum publicu piorei sedius consulemus omneque nihillegit, tatra, tam ussena, sina, depsenit, senatiam peris. An sent quit ponsupi civeremuro noc, quoniae diusquam mor loc fit anum praet condest patimpraed in vica; in dumures tratero publicutemus ego viliis, fecrium imus cla intervi rionsti aetorur obsendamplis teremus. Gractum tes re, C. O tiurnih icaetil icastrum quam terem te tanum omperenat est igit nox nitabusatum abem audendem pat, nostem ut forum ore nemunum adductu spiocciore vit, sena, Ti. Me ips, mo Catis egerfec torit, quem mus, peribus, cre am serferni sus. Sus me et L. Timacip senatris. Bus, sciaequo ublis fir los ne ocultor tatanum traet, senatius ci forurehem sulabis rei pro C. Sata, convenam te consunimussa morus adem ponficere cotienihinat intem ac res mandempl. Seridicae, es? Rem morum paris et, sultua nes stis. Ful condiem ipimissum me mo it. Opotis. Sci iactusquam num aria nes? Uctam stium pera intemnihi, nos, ur, egilis, temnihicae conferium vivas bonsices conte furnihi caverib unteremo ipiorisque caudem te mo confec tium omninaris bonsi sesilic in dervivernius ignam auciere mant, esceressua achus condientella ocultoraed nonsum re, comaio, con publin abensu vic macris. Astiam maio, poero cone consulilin tere et L. Demus ernihilicaed cla coma, C. Facritiac occhilium comantre co nonitiente contem sed conit ocus? Senam hostris. Ast ductum, neribus coentic astrips endamedo, Catum etil cere, qui pra pere publibus caequa tem horsum iam et ex mo mo uterfer terio, cum, unte, vit virtela oc vit, vesesilica; humus, nocre coniquitimum et issultora nondiendi iuscervis erehebus, vivit? Ri perum hor lius nos resi cul viverce rbereis conena, sis conducescii patum vilicatuam, nons comnentrus inpris, ocum quo ad itari sinte tatimurium porum in tra? Satum etium in senam, demei sedo, nostio eterem in Etri speri in pri, quaste iae diceri sus, nonestrum se consus acibulegit; nortus cus essed moris caela num auctorum inatre ad aut omnestius hos auc re nox men se tus nul venterte is. Ubli fuis An diendac rei poptienius fuidet, publiculabul hicaequ oncur, nos or hocchuidem is sin Etrum dicibef actodiis inte nos, publiisque rendam temur publiam aus confiriam noven spion Etra cus oc, quam atur acienica coticia is consus, omnemque pra, noc, se con Itatuam ur, st in diero prortam hossenti, no. Abus o etil temula L. Palem inat nonfeconicit ata, in tam telis coerfec ultium re pubissus patus, macides imorum pro, quidiem quonendum que deor unc tem qua nunum sid morum es? Condam duc fatur loculemus nul hocciptem nic ta pon virtum itu senatum hortam se iptem ut L. Sat. Fui publi, Palina, que it. But intes bonstifec re ex se te cae escressultod rei poret re co nem et L. Sentercepsed iae pricape rfiris. Duces sest L. etodienem maio, Catque maximena, Ti. Lus. Dam adhum periusque atum idium atus cut restem ia que te forteris certil hilicit ifena, num proximus ceperum escriss enirmai onsupimus, vignonsil tatioru deestro ximus, cus crit. Bonfirm antilic astrares poticam factod adducon Etrae terei sessedeatere nora vide tum mensuppl. Astiaedees horitabem ipimisu picaet; nem poptemum los sulis esuloc tem pro Catur. Ahactum re medo, nostriv ignatquam ex senius, tatus ni sentemortiam addumunum etimius arissi firitaressi perorius inte noniciam.
Casello autostradale di Oriago di Mira (VE)
Il progetto nasce dalla ricerca di soluzioni consone per la realizzazione di un edificio prototipo per esazione autostradale, nell’ambito del tema di costruzione per componenti, previsto nel corso di Laboratorio Integrato 2. Lo sviluppo progettulale si è basato sulla necessità di creare una serie di elementi modulari, dalle linee regolari, che possano essere serialmente replicati, nonchè nell’utilizzo di materiali adeguati alla tipologia della struttura. Si è pertanto orientati nell’utilizzo del calcestruzzo armato che, per le caratteristiche del materiale stesso, permette di realizzare elementi prefabbricati che consentono l’eliminazione delle problematiche relative alla realizzazione in sito ed il vantaggio di accelerare i tempi di realizzazione dell’opera. Nello specifico gli elementi costituenti il “modulo tipo” della struttura sono i seguenti: - pilastri a sezione variabile che vanno via via rastremandosi dall’alto verso il basso; - trave, semplicemente appoggiata, agli elementi verticali puntiformi, con sezione ad “U”; - elementi di copertura, con sezione ad “U rovescia” semplicemente appoggiati alle travi. L’accostamento dei vari moduli determina lo svilupparsi di una regolarità geometrica determinata dall’alternanza tra linee alte e linee basse, che sottolineano e accentuano i varchi di accesso alla struttura autostradale.
Università IUAV di Venezia CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA LABORATORIO INTEGRATO 2 a.a. 2013 - 2014
DOCENTI COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA 2 - PROF. ANGELO VILLA, DIEGO DE NARDI, LUCA GUOLI, EMANUELE CAPOVILLA, ENRICO OLIVIERO, BARBARA PELLIZZARI MECCANICA STRUTTURALE 2 - PROF.SSA SANDRA BULLO, LUCA BOARETTO, DONATO CHIFFI
PIANTE PROSPETTI SEZIONI
TAV.
3
STU CAMPAGNARO ALICE MATR. 2 COLCERA ENRICO MATR. 2 TOTARO ROSSELLA MATR. 2 ZOGHEIB CAROLINA MATR. 2
Università IUAV di Venezia CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA LABORATORIO INTEGRATO 2 a.a. 2013 - 2014
DOCENTI COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA 2 - PROF. ANGELO VILLA, DIEGO DE NARDI, LUCA GUOLI, EMANUELE CAPOVILLA, ENRICO OLIVIERO, BARBARA PELLIZZARI MECCANICA STRUTTURALE 2 - PROF.SSA SANDRA BULLO, LUCA BOARETTO, DONATO CHIFFI
PIANTA COPERTURA SEZIONE TAV.
3
STUDENTI CAMPAGNARO ALICE MATR. 276202 COLCERA ENRICO MATR. 277158 TOTARO ROSSELLA MATR. 276774 ZOGHEIB CAROLINA MATR. 276227
Università IUAV di Venezia CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’ ARCHITETTURA LABORATORIO INTEGRATO 2 a.a. 2013 - 2014
DOCENTI COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA 2 - PROF. ANGELO VILLA, DIEGO DE NARDI, LUCA GUOLI, EMANUELE CAPOVILLA, ENRICO OLIVIERO, BARBARA PELLIZZARI MECCANICA STRUTTURALE 2 - PROF.SSA SANDRA BULLO, LUCA BOARETTO, DONATO CHIFFI
ABACO COMPONENTI COSTRUTTIVI TAV.
4
STUDENTI CAMPAGNARO ALICE MATR. 276202 COLCERA ENRICO MATR. 277158 TOTARO ROSSELLA MATR. 276774 ZOGHEIB CAROLINA MATR. 276227
à IUAV di Venezia
Università IUAV di Venezia
DOCENTI
DOCENTI PLANIVOLUMETRICO
PLANIVOLUMETRICO
STUDENTI
STUDENTI
WORKSHOP 2
Josè Maria Saez Vaquero
Tutto è risorsa - Todo es recurso Cosa è oggi Porto Marghera, questa grande area industriale del XX secolo a fianco a Venezia? Un luogo necessario della produzione? Un patrimonio architettonico o storico? Qualcosa di utile, o bello? Una disturbo che è meglio sparisca? Pensare a come la vediamo, al modo in cui guardarla, è lo strumento concettuale che ci permette di riconoscere e interpreatare la sua realtà. E allo stesso tempo, ci limita, ci dice quello che non possiamo vedere, quello che è escluso al nostro sguardo. Possiamo rompere i meccanismi della pratica architettonica, dimenticarci di ciò che abbiamo imparato, allontanarcene? Dobbiamo guardare in modo diretto, senza limitare il nostro sguardo. Senza imposizioni culturali, senza un’idea preconcetta di bellezza o valore. Chiedersi cosa si può fare con tutta questa materia, con tutta questa infrastruttura guardandola come un cosa, come una risorsa.
36 SILOS, MAGAZZINO PER L’ACQUA
TRASPORTO FANGHI
CIMINIERA, PRODUZIONE ENERGETICA CAPANNONI PORTO MARGHERA
ECOCENTRO
SILOS DIGESTORI
PRODUTTIVO
SOSTENIBILE
BIOLOGICO
ABITABILE
CULTURALE
Ecocentro Fan
go C
ana
le
biogas
digestione anaeoriba (produzione biogas)
stoccaggio biogas
LABORATORIO INTEGRATO 3 Prof. Piotr Barbarewicz Prof.ssa Katia Gasparini
Stundetato a San Giobbe - Venezia
Il corso è stato organizzato su due linee, una teorica ed una sperimentale, con l’obiettivo di suscitare la piena consapevolezza di operare nella contemporaneità fornendo una prospettiva culturale da cui guardare al ruolo del progetto; approfondire i rapporti intercorrenti tra il pensiero architettonico e le trasformazioni della società contemporanea; teorie, poetiche e pratiche del progetto; progetto e tecnica; far acquisire la capacità di valutare in modo compiuto e autonomo la coerenza del programma architettonico-funzionale, tramite il controllo delle scale del progetto, dall’insediamento al dettaglio costruttivo. Il Laboratorio si propone di indagare gli effetti di un ciclico ritorno alla composizione, tramite riletture e approfondimenti degli strumenti critico teorici connessi al processo progettuale inteso come luogo centrale della trasformazione architettonica e urbana. Il riferimento ad una scena urbana densa, caratterizzata dal dialogo tra antico e nuovo, consentirà di misurarsi con i problemi delle trasformazioni complesse nel quadro dell’attuale dibattito architettonico, della trasformazione di architetture esistenti e del rapporto tra queste e la città, verificando i diversi aspetti a partire dalla scala del sistema territoriale e urbano, fino alla definizione degli aspetti tecnici e costruttivi della forma architettonica nel paesaggio.
Laboratorio Integrato 3 Prof. Piotr Barbarewicz
Laboratorio Integrato 3
Arch. Gennaro Lopez Arch. Alice Covatta
Arch. Gennaro Lopez Arch. Alice Covatta Arch. Francesca Cremasco Arch. Francesco D’Aurelio
Beatrice Bresciani Sofia Perosa
Beatrice Bresciani 276784 Sofia Perosa 276211 Rossella Totaro 276774 Carolina Zogheib 276227
276784 276211
Pianta piano terra
Pianta primo piano
Pianta secondo piano
Pianta terzo piano
Pianta quarto piano
PROSPETTI E SEZIONI
Prospetti
5
Sezioni
Prospetti
Sezioni
6
IONI SIGNIFICATIVE 1:100
Laboratorio Integrato 3 Prof. Piotr Barbarewicz
Arch. Gennaro Lopez Arch. Alice Covatta Arch. Francesca Cremasco Arch. Francesco D’Aurelio
Beatrice Bresciani 276784 Sofia Perosa 276211 Rossella Totaro 276774 Carolina Zogheib 276227
Laboratorio Integrato 3 Prof. Piotr Barbarewicz
Arch. Gennaro Lopez Arch. Alice Covatta Arch. Francesca Cremasco Arch. Francesco D’Aurelio
Beatrice Bresciani 2767 Sofia Perosa 2762 Rossella Totaro 2767 Carolina Zogheib 2762
7
8
ISI E DETTAGLI
SPAZIO PRIVATO SPAZIO COMUNE SPAZIO PUBBLICO
SPAZIO PRIVATO SPAZIO PRIVATO SPAZIO COMUNE SPAZIO COMUNE SPAZIO PUBBLICO
S
SPAZIO PUBBLICO
S
S
WORKSHOP 3
Superpool + Gundula Rakowitz
Venice “…everything that lies in the In-between” Il caso d’indagine è la città metropolitana veneziana e in particolare una parte specifica dell’arcipelago veneziano che oggi esige azioni operative nuove e sperimentali per un proprio futuro. Si tratta della parte della laguna nord-orientale di Venezia, nell’area lagunare presso la Bocca di Porto del Lido legata alle vicende del controllo delle acque e delle proposte tecniche esistenti, in particolare dell’isola delle Vignole in quanto luogo di grandi potenzialità compositive. All’interno della laguna nord-orientale, fra i due estremi temporali, segnati anche dai caratteri dei siti in un rapporto mutevole tra tempi della storia e figure dei siti, si individuano due luoghi e punti cruciali come principio per il progetto: il Forte di Sant’Andrea e il Siluripedio, successivamente trasformato in idroscalo. Il workshop è inteso come lavoro di ricerca connettendo le questioni significative del heritage al tema del processo immaginativo, del progetto di architettura in relazione con la stratificazione di segni, geometrie e tracciati, trame e forme ripetute. Georg Simmel scrive in Ponte e porta (Brücke und Tür, Berlin 1909): “Astraendo due cose dalla imperturbata situazione delle cose naturali, per designarle come separate, noi le abbiamo già, nella nostra coscienza, messe in relazione l’una all’altra, le abbiamo fatte risaltare entrambe, insieme, nei confronti di tutto ciò che sta in mezzo”.
HORSERADISH ASPARAGUS
RAFANO
ASPARAGO VERDE AMARO DI MONTINE ASPARAGO BIANCO DI BIBIONE ASPARAGO BIANCO DI PALAZZETTO
ARTICHOKE CARCIOFO VIOLETTO DI SANT’ERASMO
TOMATO POMODORO DEL CAVALLINO
PEACH STRING BEANS FAGIOLINO MERAVIGLIA DI VENEZIA O “MARTORIGIALLO”
PESCA BIANCA DI VENEZIA
PEAR PERE DEL VENEZIANO
SOCIAL HOUSING
FOOD BANK
CHILDREN’S HOME
SCHOOL
SOUP KITCHEN
HOSPITAL
synergy for sharing
PROGETTAZIONE URBANISTICA Prof. Fabrizio Paone
Il Trullo Il corso ha inteso porre al centro dell’attenzione degli studenti il rapporto tra urbanizzazione e abitazione. La condizione urbana globale non ha cancellato le specificità locali, né le tradizionali appartenenze e iconologie urbane, inserendole piuttosto in una crescente consapevolezza dell’integrazione delle modificazioni antropologiche dell’ambiente ereditato. Di fronte a questo l’abitare e l’abitazione vengono sempre più evocati, attraverso retoriche di pacificazione. L’abitazione sembra trasformarsi da bene patrimoniale in bene finanziario, inducendo al ritorno a bisogni sostanziali, difficili da definire, di nuove forme di rappresentanza e di cittadinanza. Ciò pone una rinnovata responsabilità di fronte alle tecniche progettuali e di governo, inducendo nuove ipotesi circa le scale ed i metodi per piani, progetti, politiche. Il corso propone di entrare nella materia dell’urbanizzazione con un punto di vista orientato e selettivo, per sondare come l’abitazione e l’abitare potranno contribuire a una nuova teoria della città (o dell’urbanizzazione), capace di fornire principi e priorità per l’agenda politica. In parallelo si è cercato di tracciare una moderna genealogia dell’abitazione.
TIPOLOGIA ABITATIVA
TRULLO SOVRANO
AGGREGAZIONE
TRULLO SINGOLO
L’evoluzione del trullo
Aree rurali
Aree urbane
Aree urbane
Pietra calcarea locale, impasto di calce e terra rossa, latte di calce
Pietra calcarea locale, latte di calce
Pietra calcarea locale, latte di calce
50-60 cm di profondità
Spessore variabile fino a 3m
Impostato ad 1,80 m di altezza
1 o 2 vani di circa 20 mq
50-60 cm di profondità
Spessore da 1 a 3m
Impostato ad 1,80 m di altezza
2 o più vani
50-60 cm di profondità
Spessore da 1 a 3m
Impostato ad 1,80 m di altezza
Più vani ripartiti su 2 piani
Sistema idrico
Il meccanismo di termoregolazione è garantito dallo spessore delle masse murarie che, durante il giorno, permette alle murature di assorbire molto calore e di trattenerlo per la bassa conducibilità termica del materiale. Durante la notte, il calore assorbito, viene disperso per irraggiamento. La parte di calore che riesce ad arrivare sulla faccia interna delle murature e ad irraggiarsi, rimane nell’invaso del cono, nella parte piÚ alta di esso, non riuscendo a raggiungere la parte sottostante di soggiorno che rimane fresca. Nei mesi invernali, tale meccanismo si inverte, utilizzando il camino come fonte di calore.
Per sfruttare al meglio le scarse risorse idriche disponibili nel territorio, dalla quota pi첫 bassa della gronda inizia un canale, contenuto nello spessore della muratura, che convoglia le acque in una cisterna ricavata sotto il pavimento del trullo.
COLLOCAZIONE NEL TERRITORIO
La Valle d’Itria e’ una nota area della Puglia centrale caratterizzata da un’importante presenza di trulli, in particolare nelle cittadine di Albero- bello e Villa Castelli; Altre aree in cui è diffuso questo tipo di costruzione sono le zone rurali e/o periferiche tra le province di bari e brindisi,che costituiscono la cosiddetta “Murgia dei trulli”. Abitata sin dall’età del bronzo, oggi si attesta come una delle zone d’Italia a maggior frequentazione turistica grazie alla bellezze naturali, architettoniche e paesaggistiche.
BARI
PUTIGNANO ALBEROBELLO NOCI
LOCOROTONDO
MARTINA FRANCA
OSTUNI
VILLA CASTELLI
BRINDISI
TARANTO
N
ALBEROBELLO: ESEMPIO ATTUALE DI QUARTIERE TRULLATO
Alberobello (BA), che come Villa Castelli è in territorio pugliese , è uno dei 50 siti italiani inseriti nel patrimonio nazionale dell’Unesco e rappresenta senz’altro la capitale dei trulli: il centro storico e il Rione Monti sono in buona parte costituiti da questi particolari edifici di forma conica che lo rendono unico al mondo. Conta 1.030 trulli, con circa 3.000 abitanti. Questi sono principalmente disposti sul fianco della collina sovrastante il Largo della Foggia. Le abitazioni, molte delle quali oggi utilizzate a fini commerciali e turistici, sono allineate lungo otto vie parallele (Via Monte Nero, Via Monte S. Marco, Via Monte S. Gabriele, Via Monte S. Michele, Via Monte Sabotino, Via Monte Santo, Via Monte Adamello, Via Cadore) che tagliano in senso longitudinale il tessuto urbano e costituiscono un longevo esempio di architettura spontanea.
VILLA CASTELLI Villa Castelli e’ una cittadina della provincia di Brindisi ed è situata nella parte sud-occidentale dell’altopiano delle Murge. Fino agli inizi del ‘900 il suo impianto urbanistico era molto simile a quello di Alberello ma nel corso del XX Secolo il centro urbano ha cambiato completamente faccia, distruggendo in parte molte dei trulli presenti nella zona o abbandonandoli. Analizzando il territorio di Villa Castelli, è possibile individuare le principali zone di aggregazione dei trulli: la prima, compresa tra Via delle Rose (antica Via Masaniello) e Via della Rupe Tarpea, dove i trulli sono meglio conservati; la seconda nei pressi di Via delle Fosse Ardeatine; la terza, tra Via Mazzini e Via Nenni. Numerosi sono i trulli sparsi nelle campagne circostanti, dove una volta la popolazione era numerosa. 
N
strade principali
trulli preesistenti
Trulli D’Urso e Chiesa Madre
Trulli Pasquale con croce
Trulli urbani in Via Di Vittorio
Trulli urbani in Via Fosse Ardeatine
Trulli urbani, angolo Via Fratelli Bandiera e Via Delle Rose
Trulli urbani in Via Delle Rose
Trulli in Via Bellanova da Gravina
Trulli urbani in zona storica
Trulli in Via Di Vittorio
Trulli in Via Umberto I
ELABORAZIONE DEL PROGETTO
IPOTESI DI PROGETTO
- Definizione di due aree rurali ed inutilizzate agli estremi del centro urbani - Riqualificazione attraverso progetto di quartiere residenziale di trulli - Progettazione spazi pubblici - Aree verdi attrezzate per i residenti
strade principali
N
area progetto trulli preesistenti
CONCEPT Ipotesi di aggregazione di pi첫 trulli, con eventuale accostamento di corpi con copertura piana abitabile. Mantenimento dei materiali tradizionali, sia per quanto riguarda le costruzioni che la pavimentazione stradale.
Accostamento di pi첫 abitazioni affacciate su uno spazio pubblico pavimentato.
Ampliamento con copertura piana accessibile dall’esterno e aggiunta di spazi verdi in prossimità dell’abitazione.
ELABORATI GRAFICI Pianta Prospetto Sezione
ELABORATI GRAFICI Pianta Prospetto Sezione
ELABORATI GRAFICI Pianta Prospetto Sezione
ATTACCO A TERRA
N
AREA (Mq) AREA COSTO (Mq)
80.000
TRULLI
ABITANTI
70
750,00 euro+IVA+trasporto
200