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L’Amico della Famiglia Novembre 2021 Gennaio 2022 31
Parrocchie/Basilica San Giuseppe
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Mons. Luca Raimondi: “L’Epifania è importante perchè manifesta l’amore di Gesù sulla croce”
Molto partecipata come di consueto la messa solenne dell’Epifania in Basilica San Giuseppe, presieduta da mons. Luca Raimondi, vescovo ausiliare di Milano e vicario episcopale della zona quarta di Rho ed alla quale ha partecipato anche il sindaco della città Alberto Rossi.
Purtroppo anche quest’anno, a causa della pandemia che persiste, il tradizionale corteo dei Magi che ravviva il ricordo di don Ferdinando Mazzoleni che 50anni fa iniziò questa bella tradizione, si è svolto in forma molto ridotta, “ma accogliamo questo segno della presenza dei Magi - ha detto mons. Bruno Molinari all’inizio della celebrazione - che annunciano il cammino di tutti i popoli verso il Signore, seguendo quella stella che ci orienta nella vita.”
“L’Epifania - ha infatti ribadito mons. Raimondi nella sua omelia - è una festa che dà luce e completa il mistero del Natale che stiamo celebrando ancora.
Oggi – ha esordito - che senso ha dare l’annuncio del giorno della Pasqua del Signore, che senso ha dare l’annuncio dove al legno della mangiatoia si sostituisce il legno duro della croce, quel bambino appena nato ha ancora le braccia allargate in segno di accoglienza mentre le braccia aperte sul legno della croce sono un segno di morte, perchè oggi turbare questa festa…? Ma questo – ha sottolineato - non è il turbamento di Erode.
La Chiesa ci dice che questa Epifania è l’inizio delle manifestazioni di Cristo, quello che i vangeli chiamano miracoli, e la fede è il vero miracolo per noi uomini. Ed è la fede che suscita il miracolo.
L’Epifania più importante di Gesù è quando muore in Croce. La croce di Cristo è l’epifania del suo amore perché trasforma la morte in un dono d’amore, un amore così grande che la morte non è riuscita a trattenerlo, è infatti risorto.
Ecco perchè oggi, prima epifania di Gesù a Betlemme, la Chiesa annuncia il giorno della santa Pasqua”.
Riferendosi ai Magi provenienti da Oriente, da un mondo che non conosciamo, mons. Raimondi ha sottolineato che il cristiano deve essere sempre accogliente della diversità dell’altro, per il cristiano ognuno che arriva è nostro fratello e la vita è sacra sempre.
“Oggi va di moda lamentarsi, avere la nostalgia del passato, la malinconia, ma i Magi ci dicono che quando c’è un segno luminoso che ti richiama alla bellezza della vita inseguilo, nella vita è importante mettersi in ricerca e i Magi sono stati i veri cercatori di Dio.
Dio ama l’ardore di chi cerca – ha concluso - piuttosto che l’arroganza di chi pensa di aver già trovato. Per noi la stella ha un nome, è Cristo, è Lui la certezza della nostra gioia. Quando siamo tristi chiediamo al Signore di abitarci e chiediamo la gioia che solo la fede può darci”.
I Magi con celebrante, sindaco e prevosto
Tradizione/Bloccato dalla pandemia
Il Corteo dei Magi ancora ridotto alla sola offerta dei doni alla messa
Per la seconda Epifania consecutiva il Corteo dei Magi, a causa del proliferare della pandemia e dell’emergenza sanitaria, non ha potuto svolgersi nella modalità tradizionale. Sembra destino il non poter solennizzare, come avevano programmato gli organizzatori, il traguardo della cinquantesima edizione, che quest’anno avrebbe iniziato il secondo giro di boa toccando quota cinquantuno.
Il Corteo dei Magi, seppur in tono minore, è stato salvaguardato con l’offerta dei doni da parte dei tre Magi, alla messa solenne delle 10 in basilica San Giuseppe. I giovani dell’oratorio San Rocco, sia pure nella brevità della cerimonia hanno inteso continuare e conservare l’aspetto simbolico della sacra rappresentazione.
A ricevere i Magi, all’altare c’era il vescovo ausiliare monsignor Luca Raimondi e titolare di Feradi Maggiore, oltre che delegato per il laicato della Conferenza episcopale lombarda, e vicario episcopale per la zona IV di Rho, dal 2018. Sotto le vesti dei Magi c’erano Antonio Drogo (Melchiorre, re fenicio nero); Marco Casati (Baldassare, re babilonese-caldeo), Massimiliano Consonni (Gaspare, re iranico bianco). Il vescovo Raimondi nel complimentarsi per la sacra rappresentazione s’è augurato di poter tornare a celebrare quando tutto il corteo con gli oltre duecento figuranti potrà sfilare al completo.