L'amico della famiglia Novembre 2014

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L’Amico della Famiglia Editoriale

Rispondere all’emergenza povertà con una ‘casa della carità’ cittadina

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SOMMARIO Caritas: parla Pinuccio Colombo Pagine 4-5 Caritas: la scuola per stranieri Pagina 6 Caritas: la conferenza S. Vincenzo Pagina 7 Caritas: la fondazione S. Bernardino

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ll’inizio di quest’anno don Bruno Molinari, il prevosto, l’aveva detto chiaramente nell’intervista al nostro mensile: insieme alla criticità del mondo giovanile, l’altra emergenza che si va evidenziando sempre di più a Seregno è quella della povertà. E questo numero viene diffuso nella domenica dedicata dalla diocesi all’annuale Giornata Caritas e dunque quale migliore occasione ci poteva essere per approfondire una questione di fatto ‘sociale’ a tutti gli effetti, che nelle scorse settimane ricerche e rapporti di ogni genere e ad ogni livello hanno presentato con dati e cifre sempre più allarmanti e preoccupanti: la povertà sta crescendo in maniera esponenziale, frutto e conseguenza di una crisi economica che non solo dura oramai da anni ma che non molla la presa. Da parte nostra, oltre a ‘leggere’ in profondità la situazione a livello locale, abbiamo voluto anche fare il punto della situazione e tracciare il quadro delle iniziative e delle presenze che a vario titolo e ruolo, capacità e iniziativa cercano di rispondere nel miglior modo possibile ad una domanda di aiuto che si fa ogni giorno più impellente e al contempo più articolata. La povertà ha infatti e oramai molte facce, talune tra loro correlate e/o conseguenti, altre determinate da situazione particolari: il dato comune, il filo conduttore è una sofferenza prima di tutto umana, che si traduce spesso e volentieri in disagio sociale, sempre più chiaramente avvertito, percepito e persino tangibile. I ‘sensori’ o se si vuole gli ‘osservatori’ storicamente presenti e attivi, insieme a quelli di più recente costituzione, da questo punto di vista riescono a fotografare al meglio la situazione. Il problema è la capacità di risposta in termini anche molto concreti e, ahinoi, anche continuativi, poiché le criticità permangono e si acuiscono rispetto a possibilità e tentativi di soluzione temporanea e/o definitiva. Da questo punto di vista diventa evidente da un

lato la difficoltà a reggere un impegno sia di tipo meramente materiale/economico, sia di vicinanza, prossimità, sostegno, accompagnamento, e dall’altro lato il pericolo di un logoramento quando non di una vera e propria frustrazione di chi pure sa di avere compiuto quella ‘scelta preferenziale per i poveri’ che proprio San Giovanni Paolo II ha consacrato nella dottrina sociale della Chiesa e che Papa Francesco indica ripetutamente come l’essenza stessa, la centralità persino del Vangelo. Sicuramente una visione più ampia e relazionata, al pari di un coordinamento che muove da un’autentica comunione, quale sta alla base e all’origine stessa della comunità pastorale, sono gli elementi, anzi i pilastri nuovi o aggiuntivi della costruzione di una sorta di ‘casa della carità’ cittadina che non è solo ideale, ma che è nei desideri e nelle speranze più che nei sogni di don Bruno. E credo in questo di non svelare un segreto che vorrebbe mantenere riservato o nascosto. Luoghi e spazi alla bisogna in fondo non mancano, quanto invece le risorse necessarie che pure nell’immediato servono spesso e sempre di più a fronteggiare il bisogno quotidiano di tanta gente che si ritrova di colpo e all’improvviso in difficoltà che mai e pure avrebbe immaginato di incocciare. Così come energie e forze, prima ancora spirituali e al contempo umane nel pieno senso del termine, ci sono fortunatamente in abbondanza ma mai al contempo a sufficienza. In altri termini c’è bisogno sempre di più aiuto per aiutare, di menti, cuore e braccia così come di materiali e quattrini. Un grande impegno dunque, una vera impresa. Ci sostengono e ci confortano in proposito le parole di San Paolo: <La carità è paziente, è benigna la carità; la carità non invidia, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, ma si compiace della verità; tutto tollera, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta>. Luigi Losa

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Caritas: il centro di ascolto Pagina 11 Il sinodo sulla famiglia: il matrimonio non si tocca Pagine 12-13 Consiglio pastorale: la prima seduta comune Pagina 14-15 Wojtyla, 50 anni di amicizia Pagine 16-17 Avvento, gesto di carità per i disabili Pagine 18-19 Cantare in chiesa: le corali della città Pagine 20-21 Giornata pro orantibus Pagine 22-23 Oratori

Pagine 24-25

Scuole paritarie tempo di open day Pagine 26-27 Parrocchie Pagine 29-31-33-35-37-39 Comunità religiose Pagine 40-41 Notizie da gruppi ed associazioni Pagine 43-44-45-46-47 Agenda

Pagine 48-49-50


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Intervista/Parla Pinuccio Colombo

<La Caritas è oggi più che mai il braccio operativo della Chiesa sul fronte della carità con gesti concreti>

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inuccio Colombo, ci consenta di partire da una domanda in apparenza semplice, ma fondamentale per capire la prospettiva entro cui ci muoviamo: che cosa è la Caritas?

Facciamo riferimento ad un testo ufficiale, l’articolo 1 dello Statuto di Caritas Ambrosiana: La Caritas Ambrosiana è l’organismo pastorale istituito dall’Arcivescovo al fine di promuovere la testimonianza della carità della comunità ecclesiale diocesana e delle comunità minori, specie parrocchiali, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica. La Caritas Ambrosiana è lo strumento ufficiale della Diocesi per la promozione e il coordinamento delle iniziative caritative e assistenziali, all’interno delle altre specifiche competenze diocesane. Già dalle prime parole, vi è una connotazione forte e precisa: “organismo pastorale”. Si ode l’eco del richiamo di Papa Francesco: “la Chiesa non è una Ong”… La Caritas è una organizzazione interna ed organica alla Chiesa. A tutti i livelli, è il “braccio operativo” della Chiesa sui temi della carità. Mi rendo conto che questo aspetto non è sempre ben conosciuto. Più spesso si pensa alla Caritas come una sorta di agenzia solidaristica a cui delegare il compito di risolvere quei problemi sociali che il sistema pubblico non è in grado di risolvere o non vede. Credo che i volontari e gli operatori delle Caritas abbiano il compito di dare della Caritas stessa un’immagine corretta, adeguata agli obiettivi pastorali che essa ci pone. Obiettivi nei quali è “prevalente” la funzione pedagogica… Affrontare il problema e cercare

di risolverlo: è l’approccio a cui siamo orientati. Ma, nella prospettiva di uno stile maturo di carità, questo non è sufficiente. Occorre anche introdurre una prospettiva in cui si ragiona sul perché di certe povertà e su come poter agire per rimuoverle. Il dibattito deve essere tenuto alto e non solo nel contesto degli “addetti ai lavori”, ma anche nell’opinione pubblica. In questo il ruolo di Caritas è determinante. Però non ci si deve fermare alla dimensione pedagogica… La dimensione pedagogica fine a se stessa, potrebbe diventare solo accademia. Occorrono segni concreti e visibili, che sono di volta in volta i centri di ascolto, le mense dei poveri, le distribuzioni di viveri e vestiario, la partecipazione a Expo, per ricordare che il diritto al cibo per tutti è compito nostro, le cooperative sociali, e tanti altri che Caritas ha attuato e sostiene. Con la consapevolezza che questi sono segni e non il fine. Ed il segno, per definizione, richiama a qualcosa di altro. Il segno richiama ai valori che hanno portato ad attuarlo. E’ un dovere di chi fa le cose, interrogarsi sulle ragioni che sottendono all’agire. Non si portano avanti i progetti per i progetti. Questi si portano avanti perché stimolino a comprendere le questioni e a risolvere i problemi. E’ lo stile della Carità come deve svilupparsi all’interno della Chiesa e, tramite la Caritas, nella società. Consideriamo la tematica dell’immigrazione straniera. A Seregno una risposta è stata la Scuola di Italiano, un segno la messa coi migranti che, annualmente, è stata celebrata nelle parrocchie di Giussano e di Seregno (in alternanza) e che voleva essere lo spunto per diffondere la consapevolezza di una realtà in evoluzione che ci interroga quotidianamente.

Nella scuola e in politica per molti anni

Pinuccio Colombo

Pinuccio Colombo è stato per parecchi anni prima assesore e poi sindaco di Seregno negli anni ‘80, ma ha dedicato la sua vita professionale alla scuola prima come insegnante e poi come preside di scuole medie e superiori della città e dei dintorni. Ha ricoperto anche la carica di presidente di Seregn de la memortia. E’ stato responsabile della Caritas per il Decanato di Seregno, che comprendeva le parrocchie di Seregno e di Giussano.

Il rapporto per la diocesi milanese

La conseguenza di sei anni di crisi: il rischio di una guerra tra poveri Come cambia la povertà dopo sei anni di crisi. Un manuale operativo quello offerto dall’incrocio dei dati del 13° Rapporto Caritas sulle povertà nella Diocesi di Milano e dalla relazione su quattro anni di intervento delle Caritas lombarde, presentato nei giorni scorsi, e che elabora i dati dei 324 centri di ascolto diffusi sul territorio. Innanzitutto una regola: si incontra la crisi e si va ad ingrossare le fila della povertà perdendo il lavoro. La maggioranza di chi si rivolge ai centri di ascolto lo fa per

bisogni legati all’occupazione (57.9%); dal 2008 è aumentato del 131% il numero di chi chiede sussidi economici. In prospettiva preoccupa il rischio per un’intera generazione di essere condannata ad una povertà cronica. Sul fronte delle risposte, il quadro è altrettanto cupo. Diminuiscono gli interventi di welfare da parte del pubblico e contestualmente aumentano le richieste al privato sociale, insieme al numero di italiani che chiedono aiuto. E qui si rischia di creare una guerra fra poveri: contrariamente a qualche sta-


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<Occorre quindi coinvolgere tutte le realtà, in primo luogo quelle ecclesiali, e la società civile, su ambiti in cui la collaborazione può giovare all’azione>.

Bisogni sempre crescenti di immigrati e non solo

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o tistica ottimisticamente interpretata, i centri d’ascolto non hanno rilevato un’inversione di tendenza dei flussi migratori. L’esperienza ormai pluriennale di intervento nella crisi delle -Caritas lombarde indica la neecessità di uno scatto di fantasia anei servizi. :Agli interventi di tipo assistenziale (prestiti a fondo perduto

per il pagamento delle utenze, buoni alimentari) si sono affiancate forme di microcredito e incentivi all’auto-mutuo aiuto. Caritas ambrosiana mette a disposizione delle sinergie fra parrocchie, associazioni e coooperative sociali, 30 progetti di buone prassi già avviate: a Rozzano, ad esempio, i richiedenti asilo sono impiegati nella consegna a domicilio della spesa agli anziani. “Si chiede fiducia per la ripresa”, ha osservato don Roberto Davanzo (nella foto), direttore di Caritas Ambrosiana, “si tratta di dar corpo alla speranza cristiana: non pensare di salvarsi da soli; desiderare il ben-essere di tutti; uscire da una logica individualista”. Fabio Brenna

Tra gli altri impegni, la Caritas ha anche quello di trovare forme consone ai tempi ed ai bisogni… Il tempo matura bisogni ma anche le risposte. La crisi economica, in questo senso, è una sfida notevole. Ma non solo il tempo chiede di adeguare le risposte ai bisogni. Anche le differenze dei territori ingenerano differenze nello sviluppo di iniziative caritative. Guardando le Caritas anche solo della zona pastorale di Monza, si nota che alcuni territori sono più sensibili a certi temi rispetto ad altri. L’esempio più lampante è quello della pace, sviluppato soprattutto con iniziative contestualizzate con il primo gennaio, Giornata della Pace. Vi sono zone dove il tema è sentito e partecipato. A Seregno, storicamente, è un tema accolto con una certa freddezza: tanto è vero che è stato proposto solo in qualche occasione, senza riuscire a garantire una continuità di interventi. Quindi, anche nello sviluppo delle attività di Caritas è necessario tenere conto della storia della Chiesa locale? Ogni realtà fa storia a sé. In città, il nome Caritas ha iniziato a circolare con una certa assiduità agli inizi degli anni Novanta, quando – sotto le insegne di Caritas Ambrosiana – un nutrito gruppo di persone si impegnò in raccolta ed invio di generi umanitari nella Jugoslavia di allora, martoriata dalla guerra. Poi è nato il Centro di Ascolto. E solo dopo si è costituita la Caritas. I percorsi particolari vanno tutti bene, poi è chiara la responsabilità di arrivare ad un punto in cui si cerca di promuovere un progetto il più possibile completo. Con tutte le fatiche del caso. Ma, qualche volta, le fatiche premiamo. Per esempio? Il Centro di Ascolto, che svolge una intensa attività quanto mai preziosa e continua ed è diventato

punto di raccordo e di coordinamento con diverse realtà impegnate nel sociale; “Giovani e Servizio”, un progetto di raccolta di abiti usati, da vendere per ricavare risorse da destinare a progetti di carità. Un progetto che richiama anche alla valorizzazione delle risorse ed alla riduzione degli sprechi. A Seregno, dopo alcune edizioni piuttosto faticose, siamo riusciti a coinvolgere appieno i giovani degli oratori: questo è stato il vero successo di “Giovani e Servizio”!

Un successo reso possibile creando collaborazioni. Perché creare collaborazioni è un altro degli scopi di Caritas… Caritas è lo strumento per la promozione e il coordinamento delle iniziative caritative; occorre quindi coinvolgere tutte le realtà, in primo luogo quelle ecclesiali, e la società civile, su ambiti in cui la collaborazione può giovare all’azione. Qualche anno fa, come Caritas Decanale, avevamo iniziato a mettere attorno ad un tavolo tutti i soggetti che operano sugli stessi terreni nel contrasto delle povertà. Abbiamo proposto a tutti di conoscersi e di capire come ci si poteva dare una reciproca mano. Per un po’, questa collaborazione ha dato frutti importanti. Poi, le inevitabili fatiche hanno un po’ allentato gli ambiti di collaborazione. Lavorare insieme è faticoso, richiede pazienza e a volte ritardi, ma è la strada da percorrere per ottenere risultati duraturi.

Anche perché è difficile sconfiggere la logica dell’ “orticello”…. La logica dell’orticello è pericolosa. Ed è pericolosa anche per la stessa Caritas. Che, proprio per questo, deve continuare ad operare con la massima apertura verso la comunità ecclesiale e civile che costituiscono il proprio orizzonte di riferimento.

Sergio Lambrugo


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Caritas/La scuola di lingua italiana per stranieri

Un’attività a tutto campo che da quindici anni punta alla piena integrazione dei migranti

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ulture senza frontiere - scuola di lingua italiana per stranieri nasce nel 1999, per favorire l’integrazione con l’insegnamento dell’italiano. Fa parte della Caritas parrocchiale S. Giuseppe e ha sede in via Lamarmora, dove il martedì e il giovedì, da settembre a maggio, si svolgono i corsi, organizzati in quattro fasce: principianti, base/elementare, intermedio e conversazione. I corsisti sono divisi in base alla loro conoscenza dell’italiano, tenendo conto anche della loro identità etnica e sociale. La scuola, gestita e coordinata da 27 insegnanti volontari, col tempo ha arricchito la sua offerta: ai corsi serali per adulti, dalle 20,30 alle 22, si sono aggiunti dal 2004 corsi pomeridiani, dalle 14,30 alle 16, dedicati a ragazzi in età scolare e adulti impossibilitati a frequentare i corsi serali. Attualmente gli iscritti sono 192, di cui 30 ragazzi e 162 adulti, suddivisi in 11 classi, sette di corsi pomeridiani e quattro di corsi serali. L’iscrizione non necessita il versamento di una tassa, ma è indispensabile compilare il modulo specifico in sede. La scuola collabora con molte realtà territoriali: l’area minori del Comune di Seregno, a sostegno di studenti stranieri delle scuole dell’obbligo; le scuole di alfabetizzazione di comuni limitrofi (Desio, Giussano, Cesano Maderno e altri); il Centro Territoriale Permanente per l’educazione degli adulti di Desio, che permette ai corsisti

Un incontro della scuola stranieri

di Culture senza frontiere l’accesso a un diploma di scuola media e di sostenere l’esame per il rinnovo dei permessi di soggiorno; infine il CFP “S. Pertini” di Seregno per aiutare ragazzi con difficoltà nella lingua italiana. La scuola organizza incontri con le istituzioni locali, del mondo associativo ed economico, per consentire la conoscenza del territorio e manifestazioni culturali che coinvolgano cittadini italiani e stranieri su temi di attualità. Elisa Pontiggia

Santa Valeria

C’è anche un laboratorio di taglio e cucito La Caritas a S. Valeria è presente fin da quando è stato fondato il centro di ascolto di Seregno, come naturale proseguimento del gruppo parrocchiale delle opere assistenziali, che già seguiva i casi di bisogno sul territorio con una azione di accompagnamento e raccoglieva fondi da destinare a tutte le necessità. Tale nuova veste offriva una organizzazione e un supporto più qualificato. Il gruppo parrocchiale si preoccupa principalmente di distribuire pacchi alimentari e vestiario ai casi segnalati dal Centro di ascolto. Le persone e le famiglie da seguire vengono individuati anche tramite i sacerdoti o i contatti personali. Occorre tenere alta la capacità di ascoltare le diverse segnalazioni, che aiutano a far emergere le situazioni di disagio e individuare famiglie in difficoltà. Le problematiche che si riscontrano con più frequenza sono la mancanza di un alloggio, uomini che rimangono soli in seguito a separazione o divorzio, la perdita di lavoro. Per questa problematica si lavora in sinergia con coloro che si occupano di gestire il fondo famiglia-lavoro. Oltre alla distribuzione periodica di alimenti e vestiario (una volta al mese) il gruppo si

preoccupa di sensibilizzare la comunità nelle raccolte di viveri nei periodi di Avvento e di Quaresima, sulle quali oggi ci si trova a dover scommettere maggiormente, non potendo più contare sul contributo del Banco alimentare. Si desidererebbe ritornare a proporre a livello parrocchiale Campagne della Carità ben organizzate. Il gruppo si avvale di un laboratorio di signore che per tutto l’anno, ogni martedì, si dedicano a lavori di taglio e cucito e a confezionare prodotti utili per la vita parrocchiale e per allestire ogni anno una mostra natalizia, il cui ricavato riesce ad autofinanziare il gruppo e a sostenere opere di beneficenza. I volontari Caritas sono una trentina, tra i quali una ventina si occupano stabilmente di portare avanti il laboratorio, mentre una decina si dedicano ai lavori “pesanti” di allestimento, di raccolta materiale e di trasporto. Siamo grati a queste persone generose, pronte ad adeguarsi a situazione sempre nuove. Il gruppo partecipa ai momenti formativi proposti e cerca di valorizzare le diverse competenze, facendo in modo che ciascuno riesca a far fruttare i propri talenti. Paola Landra


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Caritas/La Conferenza San Vincenzo de’ Paoli

Un ‘pronto soccorso’ dalle radici antiche ma capace di innovarsi per ogni criticità

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a Conferenza S. Vincenzo de’ Paoli è una realtà presente a Seregno da molto tempo: la sua adesione al Consiglio Centrale di Monza risale al 1951, ma la nascita è sicuramente precedente. La prima Conferenza era costituita da un gruppo di signore benestanti – le cosiddette “dame di S. Vincenzo” – che provvedevano ad aiutare le famiglie estremamente povere e numerose; col tempo il gruppo è poi diventato parte attiva nell’ambito della Caritas parrocchiale S. Giuseppe.

La distribuzione di generi di prima necessità

San Giovanni Bosco al Ceredo

Visite periodiche agli ammalati tra le attività Il gruppo della Caritas nella parrocchia San Giovanni Bosco al Ceredo esiste da circa vent’anni. Attualmente vi sono solo quattro volontari ma inizialmente il gruppo era più numeroso. Comunque, si riesce, nelle proposte, a coinvolgere, in modo occasionale, un numero più ampio di persone. L’attività che si svolge principalmente è la distribuzione dei pacchi di alimentari ogni quindici giorni e si lavora in coordinamento con il Centro di ascolto Caritas di Seregno. Si collabora anche con gli altri gruppi Caritas, in particolar modo con quello di S. Valeria, per la gestione e la distribuzione dei prodotti alimentari e per scambi di informazioni sulle persone da aiutare. Attualmente, venendo a mancare il contributo del Banco alimentare, sarà necessario promuovere più frequentemente raccolte di generi alimentari all’interno della parrocchia. Si collabora molto con il gruppo missionario e i ministri dell’Eucarestia. Insieme a loro si propone la Campagna della Carità in Avvento e si coinvolge l’intera comunità nella raccolta di viveri e di generi di prima necessità. Insieme ai ministri straordinari dell’Eucaristia si visi-

tano periodicamente gli ammalati (circa una cinquantina), compresi quei parrocchiani che si trovano presso strutture pubbliche e ricoveri per anziani. Questo servizio di prossimità è molto ben organizzato e sentito dai volontari. Il gruppo si preoccupa anche di organizzare dei banchetti per raccogliere fondi e finanziare le varie attività benefiche. Per quanto possibile, si cerca di trovare dei collegamenti con le attività oratoriane per coinvolgere i più giovani, sensibilizzandoli alla dimensione caritativa e aiutandoli a maturare atteggiamenti di gratuità e di generosità. Il punto di riferimento del gruppo è il vicario parrocchiale, che si preoccupa di soddisfare le necessità del gruppo, anche di natura economica. Attualmente il gruppo sembra avere una attività limitata ma vi è il desiderio di coinvolgere nuovi volontari. La formazione riveste una certa importanza e viene svolta insieme agli altri gruppi della parrocchia. Sicuramente il coordinamento cittadino saprà offrire al gruppo nuovi spunti di riflessione e permetterà di trovare nuove strade per sensibilizzare in modo nuovo tutta la comunità. P. L.

Il suo compito è aiutare persone e famiglie con problemi sociali, relazionali ed economici che necessitano di interventi mirati ed immediati. La collaborazione costante con altre Caritas, Centro d’Ascolto e istituzioni pubbliche le permette di operare riducendo tempi e lungaggini burocratiche che ne vanificherebbero gli interventi. La Conferenza agisce con diverse modalità. Le visite domicilliari permettono di conoscere i bisogni degli assistiti e di instaurare con loro un rapporto di maggior conoscenza e fiducia. Un’altra forma di assistenza è il punto distribuzione all’interno dell’Istituto Pozzi, dove gli operatori distribuiscono generi alimentari e capi d’abbigliamento; dopo il primo aiuto, le persone vengono indirizzate al Centro d’Ascolto per concordare un percorso finalizzato alla risoluzione del problema. La Conferenza si distingue per la gestione della Mensa della Solidarietà di via Lamarmora, dove vengono offerti pasti caldi a persone bisognose o senza fissa dimora, tutti i giorni dal lunedì al sabato. Attualmente è formata da 16 soci, insieme ad una quindicina di volontari che si alternano nelle varie attività. L’associazione si finanzia attraverso proprie iniziative, come il mercatino natalizio e la vendita del Pan Tramvai, e grazie al sostegno di benefattori, iniziative parrocchiali e una convenzione per la mensa con l’Amministrazione Comunale. E. P.


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Caritas/L’attività nell’ambito <Grandi Emergenze>

Terremoti, alluvioni, profughi ed epidemie: presenti per stare vicino a chi è in difficoltà

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lluvioni nel Nord Italia, Ebola, profughi dell’Irak: sono i principali fronti di impegno di Caritas Ambrosiana attualmente aperti nell’ambito “Grandi Emergenze”. La Caritas Diocesana, in rete con Caritas Italiana e con le altre Caritas nazionali, è un attore importante nei processi di contenimento delle emergenze e di ricostruzione delle comunità. Con programmi di intervento calibrati secondo le emergenze (e previo il coinvolgimento della comunità diocesana, quando non della Conferenza Episcopale per maxi-emergenze nazionali come sono stati i terremoti in Umbria nel 1997, in Molise nel 2002 e in Abruzzo nel 2009), le Caritas si fanno promotrici di raccolte straordinarie di risorse, che poi vengono destinate alle situazioni di emergenza secondo un preciso stile di azione. Stare accanto alle comunità colpite da una emergenza, nella prospettiva di azione di Caritas, significa prima di tutto condividere e costruire relazioni, porsi in ascolto per affrontare insieme le difficoltà. Tale stile si propone di sviluppare relazioni cooperative con la comunità e per la comunità per uno sviluppo armonico e sostenibile, uno stile di lavoro che promuove un cammino di recupero delle abilità, delle risorse locali e dell’identità sociale di ciascuna comunità colpita dall’emergenza. La cooperazione con la comunità non ha la pretesa di risolvere tutto e subito ma sostiene un processo sociale e culturale di “rinascita” a partire dalla consapevolezza dei propri mezzi limitati a causa dell’emergenza. Uno stile di presenza che racconta la riscoperta del valore della relazione, delle emozioni e delle speranze nate dall’incontro con l’altro. Tale stile permette, con discrezione e rispetto, di osservare fin da subito le profonde fratture che provoca un’emergenza: la disgregazione della comunità sul territorio, la frantumazione relazionale e la conseguente crisi identitaria. S. L.

Un intervento di emergenza in situazioni di calamità

Sant’Ambrogio

Mercatino dell’usato e trasporto anziani Il centro Caritas S. Ambrogio è nato circa 22 anni fa per iniziativa di don Guglielmo Rigamonti. Egli ha accompagnato il gruppo con passione e competenza per un periodo intenso, ma purtroppo breve. La sua malattia “vissuta” senza riserve e fino alla sua ultima benedizione sono ancora oggi un dono prezioso per ricordare ai volontari di essere Caritas, gioiosi verso ogni persona. I sacerdoti, le suore e alcuni ministri dell’Eucarestia si prendono cura degli ammalati, con visite periodiche. A oggi il gruppo Caritas è formato da 15 volontarie che due volte alla settimana (mercoledì e venerdì) si alternano per il servizio di smistamento indumenti, per soddisfare le numerose richieste di coloro che risiedono nel quartiere compreso S. Carlo e Lazzaretto; si eseguono anche lavori di cucito. Tre o quattro volte all’anno si anima il “mercatino dell’usato” con grande risposta da parte di tanti stranieri. In stretta collaborazione e indicazioni con il Centro di Ascolto viene effettuata la distribuzione degli alimenti una volta al mese a singoli e famiglie. Altri volontari, alternandosi con particolare attenzione e dedizione, offrono il loro servizio ogni domenica, accompagnando gli anziani

che lo desiderano alla Messa. Si è riusciti a coinvolgere poche volte anche gli adolescenti in alcuni aiuti nel servizio al prossimo, ma è stata un’esperienza importante. Buona la collaborazione con il gruppo missionario, dal quale si riceve altrettanto aiuto quando necessita. La risorsa indispensabile della Caritas è quella “forza misteriosa” che chiama a essere uniti in un gruppo e nello stesso tempo a essere prossimi, ognuno con il proprio talento per condividere e imparare ad essere Chiesa. Mettere al centro di tutto e al primo posto la forza misteriosa nella persona di Gesù e solo così è possibile superare le difficoltà del cammino per essere Caritas tra operatori e con la vita. Consapevoli che molto è ancora da fare, si ringrazia Iddio per il servizio che ogni volontario ha portato e porta alla Chiesa. Un desiderio e una prossima prospettiva del gruppo sarà riuscire a poco a poco ad aggiornare una “mappatura dei bisogni”, avvicinando e conoscendo al meglio con stretto riserbo - chi per varie motivazioni silenziosamente soffre, cercando di donare vicinanza e solidarietà. P. L.


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Caritas/La Fondazione San Bernardino

Due seregnesi nella task force diocesana per arginare la frana di debiti e mutui da crisi

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na task-force di bancari in pensione al servizio di chi, per la crisi, si trova a non poter fronteggiare i propri debiti. E’ una risorsa allestita dalla Fondazione San Bernardino di Milano, diretta emanazione di Caritas Ambrosiana. E della task-force, composta esclusivamente da volontari, sono parte attiva anche due seregnesi, Enrico Consonni e Antonio Colzani. “Si rivolgono a noi persone che non riescono più a fronteggiare i loro debiti,

Antonio Colzani

Beata Vergine Addolorata al Lazzaretto

All’origine un magazzino di raccolta aiuti La Caritas della parrocchia Beata Vergine Addolorato al Lazzaretto è presente fin dagli anni Novanta. Con la guerra nella ex Jugoslavia, a causa degli enormi disagi a cui era sottoposta quella popolazione, un gruppo di volontari ha cominciato ad operare nell’organizzazione di un magazzino per la raccolta di viveri ed indumenti da inviare alle persone colpite dalla guerra. Sensibilizzati da questa forte esperienza, è nato il desiderio di cominciare ad occuparsi anche dei parrocchiani in difficoltà per cause sia economiche che sociali, di diversa tipologia. Attualmente le attività Caritas al Lazzaretto sono supportate da una decina di persone. Ci si occupa di gestire un servizio di prossimità e di distribuzione dei pacchi viveri a chi, residente nel territorio parrocchiale, è stato segnalato dal centro di ascolto Caritas di Seregno. Le attività, pertanto, vengono portate avanti in accordo con gli altri gruppi parrocchiali. Quando si chiede la collaborazione o un sostegno per delle iniziative, la risposta è sempre pronta ma si riscontra nei parrocchiani la difficoltà ad assumere un impegno costante nel tempo. Attualmente i volontari sono soprattutto pensionati, perché i servizi richiesti si svolgono durante la settima-

na in orario lavorativo e, forse anche per questo motivo, non si riesce ad allargare il gruppo e trovare adesioni tra i più giovani. Si intende sensibilizzare l’intera comunità parrocchiale, perché sia più vicina e partecipe verso i fratelli che vivono situazioni di disagio a causa della crisi economica, oppure per problemi di natura personale e familiare. L’attività e l’attenzione caritativa deve essere sempre meno delegata ad alcuni particolarmente sensibili e con disponibilità di tempo, ma sentita come attività fondamentale nella vita della comunità. Sarebbe auspicabile acquisire, come gruppo Caritas, la capacità di aprirsi di più alle esigenze di ogni persona bisognosa di un aiuto, oltrepassando il limite del semplice aiuto materiale ma intervenendo anche con la vicinanza emotiva e l’accompagnamento personale. Sicuramente, la novità del nuovo coordinamento cittadino saprà portare al gruppo nuove idee e nuovi stimoli per una azione più efficace all’interno della comunità parrocchiale. P. L.

magari contratti in un altro momento della vita, quando la loro situazione lavorativa era migliore - spiega Antonio Colzani -. Il nostro compito è quello di riorganizzare la situazione debitoria, negoziando dilazioni e transazioni con i creditori e rinegoziando mutui e finanziamenti con le banche: in questo senso, la nostra esperienza professionale ci aiuta nell’individuazione delle soluzioni più adatte ad ogni singolo caso”. La razionalizzazione dei debiti è un bisogno sempre crescente: “e, tra l’altro, un bisogno che – se ci fosse lavoro – si risolverebbe in gran parte da solo: tanti sono indebitati perchè hanno perso un precedente lavoro. Certo, incontriamo anche situazioni debitorie derivate dalla dipendenza dal gioco d’azzardo, ed in questo caso vengono individuati percorsi di aiuto particolari. Tuttavia la casistica più ricorrente con cui ci è chiesto di misurarci è quella di debiti contratti quando due coniugi lavoravano, poi almeno uno dei due ha perso il lavoro. Quello che c’è di positivo, almeno in alcune persone, è la volontà di reagire, magari reinventandosi una professione”. L’obiettivo di questo intervento di Caritas è cercare di aiutare le persone prima che scivolino nelle mani degli usurai: “anche se qualcuno tra quanti si rivolgono a noi è già in mano agli strozzini. In questo caso, diamo comunque una mano, ma solo dopo che è stata sporta regolare denuncia all’autorità giudiziaria”. Sergio Lambrugo



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Caritas/Il Centro di Ascolto di via Alfieri

Uno <sportello> al quale bussano centinaia di persone in cerca di alloggio, lavoro e cibo

C’è un dato che emerge con chiarezza: in questo momento le risorse a disposizione per aiutare chi ha bisogno sono, nella migliore delle ipotesi, le stesse di qualche anno fa. I bisogni, però, sono rapidamente aumentati!” Un efficace riassunto, quello con cui Davide Massaro descrive la città di Seregno dal punto di osservazione (in questo caso, punto di osservazione privilegiato) del Centro di Ascolto della Caritas, di cui è il coordinatore: “al nostro sportello di via Alfieri bussano sempre più persone: nel 2013, 282 persone si sono presentate per il primo colloquio. In tutto, abbiamo sostenuto 1600 colloqui. E tutti coloro che vengono da noi stanno facendo i conti con perdita del lavoro, problemi economici, perdita della casa. E, purtroppo, sono in aumento quelli che bussano per chiedere beni di prima necessità (cibo e medicinali)”. Per questi ultimi, il Centro da un lato attiva i servizi sociali del Comune e le risorse del volontariato sociale, dall’altro cerca di corrispondere con risorse proprie: “ma è sempre più difficile, riusciamo solo grazie alla generosità di alcuni benefattori!” La fascia della povertà estrema è in espansione. E chi deve dare risposte solidali deve fa i conti con problematiche oggettive: “per esempio, in città non c’è un ricovero per quelli che dormono in strada. Negli ultimi anni, ci si è appoggiati ai

Volontarie di un centro di ascolto impegnate in un colloquio Saveriani di Desio, che ogni anno mettono a disposizione alcuni posti letto con grande generosità.” Se la povertà estrema aumenta velocemente, la fascia dei cosiddetti equilibristi si incrementa ancora di più: “stiamo svolgendo un lavoro intenso sul fronte delle persone e delle famiglie a rischio di povertà: persone che fino a poco tempo fa avevano una condizione di vita più che decorosa, ma che – per una repentina perdita del lavoro – non riescono più a far fronte ad impegni già presi e consolidati. Persone che stanno cominciando a far fatica a pagare affitto, mutuo e bollette e per le quali non è scontato domandare per un aiuto”. Sergio Lambrugo

Una decina i volontari

Un’equipe affiatata che si allena con la pazienza ai casi più difficili Accogliere le persone, ascoltare i bisogni, instaurare la relazione di aiuto, indirizzare i bisogni verso chi li può soddisfare (enti pubblici o di volontariato) ed accompagnare il percorso. Questi i compiti di un Centro d’Ascolto. Quello seregnese, ubicato in via Alfieri, ospite delle Suore di San Vincenzo, è reso possibile da un’equipe di dieci volontari: “siamo un gruppo affiatato – ha detto il coordinatore Davide Massaro - con il tempo, abbiamo maturato non solo l’attitudine a lavorare insieme, ma anche la capacità di sostenerci umanamente nel percorso di aiuto ed ascolto di chi è in difficoltà, percorso che anche per gli operatori spesso è emotivamente non facile. Il nostro è un volontariato che richiede pazienza: occorre la capacità di ascoltare e la fermezza di accompagnare un percorso che spesso è lungo e complesso e che raramente regala risultati immediati. Però, quando riusciamo nel percorso di aiuto (ho in mente la vicenda di un uomo che dormiva in stazione e che oggi ha una casa e la capacità di gestirla), le soddisfazioni sono grandi” S. L.


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Sinodo/Le sofferte conclusioni dell’assemblea dei vescovi

Porte spalancate della Chiesa ai casi <difficili> ma il matrimonio non cambia i <fondamenti>

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l frenetico e, a volte, acceso dibattito dei vescovi impegnati nel sinodo sulla famiglia è stato spesso strumentalizzato dagli organi di stampa come espressione di spaccatura della Chiesa, di incomprensione, di faziosità per giungere a sfumature che si tingono di apostasia! Lo stesso Papa Francesco nel discorso conclusivo dell’assemblea straordinaria pronunciato il 18 ottobre u.s. ha detto con chiarezza che “tanti commentatori, o gente che parla, hanno immaginato di vedere una Chiesa in litigio dove una parte è contro l’altra”. “Personalmente - continua il Papa - mi sarei molto preoccupato e rattristato se non ci fossero state queste animate discussioni”. Il pontefice ha poi voluto mettere in chiaro le “tentazioni” a cui sono stati sottoposti i Padri Sinodali: la tentazione dell’irrigidimento ostile dei cosiddetti “tradizionalisti”, la tentazione del buonismo distruttivo dei cosiddetti “progressisti e liberalisti”, la tentazione di utilizzare un linguaggio per dire tante cose e non dire niente dei cosiddetti “bizantinisti”. “Cari fratelli e sorelle, - prosegue il Papa - le tentazioni non ci devono nè spaventare nè sconcertare e nemmeno scoraggiare perché nessun discepolo e più grande del suo maestro”. E allora valga il vero! Abbiamo percepito nei vescovi la preoccupazione di padri (non a caso sono detti “Padri Sinodali” ) che si affaticano nell’interesse e per il bene dei loro figli. Pastori che avendo davanti

L’assemblea straordinaria dei vescovi per il Sinodo sulla famiglia

Una realtà in continua crescita ed evoluzione

L’attenzione a matrimoni civili e convivenze Nel giugno 2014 l’ISTAT ha pubblicato il report aggiornato sulla situazione di matrimoni, divorzi e separazioni in Italia. Anno di riferimento dell’analisi è il 2012 dove si sono contati 139.000 tra divorzi e separazioni. Considerato che nello stesso anno sono stati celebrati 207.138 matrimoni, è facile comprendere che su 4 coppie che nascono 3 ne muoiono. Di fronte a questo scenario appare ovvio che la sensibilità dell’opinione pubblica è maggiormente orientata verso lo sguardo che la Chiesa sta ponendo alle situazioni cd “irregolari”. Sui divorziati nulla quaestio, anzi, sono gli stessi vescovi che, nel definire i divorziati non risposati “testimoni della fedeltà matrimoniale”, li esortano a “trovare nell’Eucaristia il cibo che li sostenga nel loro stato” (punto 50 della Relatio Synodi). Sui divorziati risposati la questione re-

sta aperta e rinviata al prossimo Sinodo di ottobre 2015. Dei 207.138 matrimoni citati quasi la metà sono stati celebrati con rito civile e pertanto all’orizzonte si scorge una dimensione nuova della pastorale familiare che “consiste nel prestare attenzione alla realtà dei matrimoni civili tra uomo e donna e, fatte le debite differenze, anche alle convivenze” (punto 27 della Rel.Sy.) . Si tratta di nuove frontiere verso cui muovere la pastorale familiare a partire dalla realtà fotografata. Oggi l’asset familiare va colto nella stabilità del vincolo, nell’affetto profondo, nella responsabilità nei confronti della prole, nella capacità di superare le prove, tutti semi di bene da coltivare per far crescere un amore umano che gradualmente può ergersi a diventare immagine della Santissima Trinità (cfr punti 15 e 16 della Rel.Sy.). L. S.


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La <Relatio Synodi>

E ora anche le famiglie diventano soggetti di pastorale familiare

Papa Francesco con una famigliola la suprema lex della salus animarum hanno cercato di trovare una strada comune e da percorrere in comunione. Una strada che, partendo dal dono della grazia del Sacramento del Matrimonio (confermato nei suoi fondamenti di indissolubilità, unità, fedeltà e apertura alla vita – cfr. Gaudium et Spes, 48) giunga a “rimboccarsi le maniche per versare l’olio e il vino sulle ferite degli uomini (cfr. Lc 10, 25-37)”. Ed infatti separati, divorziati risposati, situazioni irregolari sono stati nel cuore del dibattito dei Padri, perché “la Chiesa ha le porte spalancate per ricevere i bisognosi, i pentiti e non solo i giusti o coloro che credono di essere perfetti!” Ed è alla luce di questa premura che il Sinodo ha rivolto lo sguardo alle donne e agli

uomini con tendenze omosessuali sottolineando che “devono essere accolti con rispetto e delicatezza”, ma senza tacere che “non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”.(p.55 della Relatio Synodi). Di più! I vescovi hanno acclarato che “è del tutto inaccettabile che i Pastori della Chiesa subiscano delle pressioni in questa materia e che gli organismi internazionali condizionino gli aiuti finanziari ai Paesi poveri all’introduzione di leggi che istituiscano il “matrimonio” fra persone dello stesso sesso”. (punto 56, votato con il placet della quasi totalità dei 183 presenti). Luigi Santonocito

Il 18 ottobre i padri sinodali hanno licenziato il testo definitivo delle indicazioni sul tema della famiglia. Il testo prende il nome di “Relatio Synodi” ed è composto da 61 punti più una breve conclusione. I 183 vescovi presenti hanno votato ciascuno dei punti esprimendo il loro placet o non placet. I punti più controversi restano in materia di pastorale verso le persone che hanno contratto matrimonio civile, che sono divorziati e risposati, o che semplicemente convivono, (punti 25 e 27) con circa il 20% di “non placet” che superano il 40% sul punto 52 dove si è riflettuto sulla possibilità che i divorziati risposati accedano ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia. La questione resta pertanto aperta ed è stata sostanzialmente rimessa al discernimento delle singole conferenze episcopali in vista dell’Assemblea generale ordinaria che si terrà nell’ottobre 2015. Leggendo queste indicazioni emerge nei Padri la piena consapevolezza di una realtà socio-economica che spesso finisce per schiacciare le famiglie. (punto 6). Ma in questa fase di forti mutamenti e di crisi di valori la Chiesa guarda alle famiglie che restano fedeli agli insegnamenti del Vangelo, ringraziando-

le e incoraggiandole per la testimonianza che offrono. Grazie ad esse, infatti, è resa credibile la bellezza del matrimonio indissolubile e fedele per sempre (punto 23). I vescovi guardano con apprensione alla sfiducia di tanti giovani verso l’impegno coniugale (punto 26) e pertanto esortano ogni famiglia di buona volontà ad impegnarsi nella testimonianza dei valori evangelici. I Padri sinodali hanno più volte sottolineato che le famiglie cattoliche in forza della grazia del sacramento nuziale sono chiamate ad essere esse stesse soggetti attivi della pastorale familiare (punto 30). La precisazione che le famiglie cattoliche siano i soggetti e non oggetto di pastorale è carica di risvolti pratici non indifferenti. Tradotto a livello locale significa che non dovranno essere i sacerdoti ad essere promotori di pastorale verso le famiglie, ma le famiglie (portatrici anch’esse di un dono sacramentale) ad essere promotrici di pastorale familiare. Diventa significativo che il concetto di pastoralità, fino ad oggi identificato con il prete/pastore, oggi può essere ricondotto anche agli sposi. Cammino arduo, ma avvincente! Luigi Santonocito


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Consiglio pastorale/La prima seduta dopo la fusione

Realizzare la <Comunità educante> impegno urgente ma senza pensare a <rivoluzioni>

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on la nascita della nuova comunità pastorale cittadina “San Giovanni Paolo II”, si è realizzata la fusione dei consigli pastorali delle due comunità precedenti (Maria Madre della Chiesa e San Luca) in un unico consiglio di comunità che ha tenuto la sua prima seduta ufficiale lo scorso 21 ottobre presso la sala card. Minoretti. Al centro della serata il tema della “comunità educante”, sulla base della nota pastorale che l’arcivescovo Scola ha proposto per quest’anno alle comunità. L’argomento è stato introdotto da don Maurizio Tremolada, responsabile diocesano del servizio giovani. Don Tremolada ha sottolineato innanzitutto come la comunità educante all’interno della comunità cristiana non sia un soggetto da costruire, ma uno stile che si deve basare su quattro pilastri: l’ascolto della Parola di Dio, la celebrazione liturgica dei misteri di Cristo e la preghiera, la comunione fraterna, la testimonianza offerta al mondo. Se le nostre comunità vivono secondo questi pilastri allora diventano comunità educanti partendo dal vivere la comunione fraterna. E il collante che unisce, che fa stare insieme dentro le diversità è Cristo. Riguardo alla comunità educante per l’iniziazione cristiana don Tremolada ha evidenziato il bisogno di coltivare e vivere la comunione tra le figure educative che operano attorno alla vita dei ragazzi, evitando il contesto di frammentazione in cui viviamo.

Don Bruno Molinari con don Maurizio Tremolada

Le tappe future

Elezioni anticipate a domenica 19 aprile in tutta la diocesi

Il consiglio pastorale della comunità cittadina, nato dalla fusione dei consigli delle due comunità, si avvia alla scadenza del suo mandato. La diocesi ha infatti anticipato le elezioni dei consigli pastorali parrocchiali e di comunità pastorale che erano previsti per l’ottobre 2015 fissando nella data di domenica 19 aprile l’elezione dei nuovi consigli, così da essere operativi con l’inizio del nuovo anno pastorale. Contestualmente sarà rinnovato anche il consiglio per gli affari economici. Entrambi rappresentano strumenti preziosi per il cammino della vita pastorale ed operanti in stretta collaborazione con il parroco e la diaconia. Le operazioni di voto saranno espletate in tutte le parrocchie e le chiese durante le messe festive di domenica 19 aprile e la messa vigiliare di sabato 18 aprile. Ora per questo consiglio è invece tempo di bilanci sul lavoro svolto in questi quattro anni. Mons. Molinari con i membri del consiglio ha programmato per il 19 gennaio la prossima seduta nella quale all’ordine del giorno ci sarà la verifica del cammino fatto finora nei vari ambiti della vita pastorale, riflessioni e proposte da lasciare al nuovo consiglio. Inoltre sarà da predisporre un cammino di preparazione che porterà alla costituzione del nuovo consiglio pastorale di comunità. P.D.

“Volgendo lo sguardo alle nostre parrocchie - ha detto – esse sono educanti quando educano attraverso il loro modo di vivere. E un momento qualificante della comunità è vivere la domenica, giorno del Signore, che ha il suo fulcro nell’Eucarestia”. E’ seguito un momento di scambio di riflessioni dal quale è emerso come il richiamo alla comunità educante sia soprattutto per noi, se non siamo uniti noi difficilmente riusciremo ad educare. Ma anche un desiderio di attenzione a coloro che non partecipano alla vita della comunità e ai ragazzi che terminata l’iniziazione cristiana, sono fuori dalla vita della comunità. Una comunità è educante se nel suo interno sa intessere relazioni tra le persone. Si parla infatti tanto di comunità ma si fa poco per costruire relazioni. La comunità educante non è il “fare”, ma dobbiamo “essere” comunità e questo è una delle criticità nei nostri cammini pastorali. Non ci può essere comunità cristiana che non sia educante, ma è laddove noi viviamo la vita cristiana che siamo educanti, nel momento in cui siamo capaci di intercettare le domande delle persone che incontriamo nella nostra vita, cercando di capire cosa cerca la gente intorno noi. “Partiamo con realismo scrive il cardinale nella sua nota pastorale – da ciò che c’è e con le persone che ci sono, prendendoci tutto il tempo che ci vorrà”. Patrizia Dell’Orto


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I componenti del consiglio pastorale della comunità cittadina

Il bilancio dell’esperienza di due consiglieri

Tanti cambiamenti ma sempre nel segno della comunione “In prossimità della scadenza dei Consigli pastorali della comunità e del decanato di cui sono membro – afferma Mauro Frigerio - è opportuno stilare una sorta di bilancio. In questi anni sono avvenuti molteplici cambiamenti nella configurazione della nostra chiesa locale, che sono stati discussi in diverse riunioni di tali organismi. Ma al di là degli argomenti trattati in questi anni e dell’effettivo potere espresso da ciascuna di queste assemblee, ciò che mi ha affascinato è stato soprattutto cogliere le diverse sensibilità che compongono le comunità ecclesiali del nostro territorio, essere cosciente della varietà che caratterizza il Popolo di Dio che vive nella nostra città, pur nell’unicità della fede in Gesù Cristo. Come laico, penso che i risultati più significativi sono quelli di aver aumentato la conoscenza dei fratelli che, altrimenti, sarebbero rimasti per lo più

“volti nella folla”; nonché di aver anche accresciuto la stima reciproca tra laici e sacerdoti, senza confusione di ruoli. La spinta ad essere testimoni del Vangelo nel mondo la si ottiene anche nella consapevolezza di avere una Chiesa vivace alle spalle, che si preoccupa della formazione integrale delle persone adulte.” “Quando tre anni fa don Giovanni Olgiati mi chiese di entrare a far parte del Consiglio Pastorale – confida Carla Losa - la prima cosa che pensai fu “ Perchè io?” Però accettai con gioia pensando all’opportunità che mi veniva offerta di mettere al servizio della comunità i “talenti “ che il Signore mi aveva donato. Il compito principale che mi veniva richiesto era quello del ‘consigliare’ a partire dalla mia identità di cristiana . Il “consiglio” è un dono dello Spirito Santo che mi è stato dato per aiutare i fratelli e la comunità. Come “consigliere“ di una comunità cristiana ero chia-

mata a vivere due realtà fondamentali della visione cristiana della vita e della società: la comunione e la responsabilità. Ho cercato di vivere la “comunione” con l’accoglienza e la comunicazione come apertura d’animo nella reciprocità e questo non è stato difficile perché ero circondata da persone davvero accoglienti. Ho vissuto la responsabilità portando il mio contributo di consiglio mettendomi nell’ottica di chi è in cammino verso il Signore portandogli a mani aperte quel “talento” ricevuto e maturato. Non è stato un cammino semplice anche per i numerosi cambiamenti ma la strada tracciata ritengo vada nella direzione giusta, mantenendo ben chiaro l’obiettivo da raggiungere: condivisione, capacità di far risplendere la comunione, non dimenticando mai la dimensione della missionarietà.” P. D.


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Ricorrenze/Tutte le visite di Karol Wojtyla a Seregno

Quel dono delle campane che diede origine alla lunga amicizia con il Papa diventato Santo

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na lettera indirizzata all’arcivescovo di Milano mons. Montini l’11 febbraio 1958, è all’origine del legame di amicizia tra san Giovanni Paolo II e la città di Seregno. Il prossimo 24 novembre saranno trascorsi 50 anni esatti dalla visita di mons. Karol Wojtila a Seregno, durante la quale la comunità di Cracovia ricambiò i doni fatti dalla comunità seregnese. La lettera giunta a Montini riguardava infatti la realizzazione di un concerto di campane per la cattedrale di S. Floriano a Cracovia: durante la seconda guerra mondiale, queste erano andate distrutte, e la preghiera rivolta all’arcivescovo milanese era quella di un “dono prezioso”, nuove campane per richiamare i cristiani al loro dovere. A rispondere ad una missiva inviata a Cracovia dal card. Montini nell’estate del 1962 fu proprio Wojtyla, vicario metropolita dopo la morte di mons. Baziak. Montini decise di avvalersi dell’aiuto di mons. Bernardo Citterio, prevosto di Seregno, per risolvere la questione. Citterio commissionò le campane alla fonderia Ottolina, e destinò le offerte della Quaresima del 1963 a questa realizzazione. Nel frattempo, il card. Montini diventò papa Paolo VI, mons. Colombo fu scelto per la cattedra di Milano e mons. Citterio fu chiamato come rettore al Seminario di Venegono. Fu quindi don Adolfo Masini, insieme agli altri sacerdoti seregnesi, ad accogliere a Seregno mons. Wojtila nella sua prima visita del dicembre 1963. Egli celebrò la Messa solenne, e nell’omelia spese parole

3 maggio 1964: Karol Wojtyla benedice a Cracovia una delle tre campane

La testimonianza di don Pino Caimi

Momenti straordinari ragione costante di gioia Testimone delle vicende che hanno legato Seregno a san Giovanni Paolo II, don Pino Caimi ha avuto la possibilità di conoscere Wojtyla in prima persona, di partecipare e prendere parte agli intenti di pastorale spirituale condivisi con la comunità di Cracovia. “Sono convinto che non è merito di alcuno se Seregno può vantare questo tipo di rapporto col Papa polacco. Va riconosciuto che Karol Wojtyla, nella sua squisita attenzione alle persone, mai ha mancato di manifestare la sua amicizia alla città”. Don Pino nel 1963 fu uno dei preti che accolsero il monsignore polacco che era venuto a ringraziare per il dono delle campane, ma soprattutto visse quei momenti di intesa spirituale, a partire dall’Avvento

1970. Fu il momento in cui mons. Gandini decise di approfondire il legame storico che si era andato costituendo, con un programma molto articolato che venne sottoposto proprio a Wojtyla in quanto arcivescovo di Cracovia. L’occasione per discuterne fu un incontro al Collegio Polacco di Roma, dove fu proposta una “piattaforma pastorale” per un concreto scambio di valori umani e spirituali tra le due comunità. “Non so dire se e in quale misura quell’incontro abbia determinato il corso degli eventi successivi”. “Momenti straordinari” quelli vissuti da don Pino “gli incontri con Wojtyla, divenuto pontefice, sono talmente presenti con la ricchezza delle loro emozioni, da costituire una ragione costante di gioia”.


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La memoria celebrata il 22 ottobre

Una lampada perenne davanti al ritratto di S. Giovanni Paolo II

24 novembre 1964: Wojtyla a Seregno di gratitudine e amicizia per i parrocchiani: “Sono venuto per portarvi il ringraziamento del parroco e degli abitanti della parrocchia di San Floriano per il dono che Seregno ha fatto loro […] io pregherò per voi, per la vostra gioventù, per il vostro arcivescovo e per la vostra patria”. Intanto le campane, spedite il 30 novembre 1963, erano in viaggio verso Cracovia, dove l’arcivescovo metropolita Wojtyla le consacrò il 3 maggio del 1964. Nell’aprile del 1964 mons. Luigi Gandini venne nominato Prevosto di Seregno, e fu lui ad accogliere l’arcivescovo Wojtyla nel novembre di quell’anno, per la sua seconda visita, che portò in dono a Seregno un reliquiario di S. Floriano e l’albo fotografico della consacrazione delle campane. Accompagnato da mons.

Gandini e mons. Citterio, il futuro papa trovò una piccola folla festosa ad accoglierlo. In quest’occasione nacque l’idea del gemellaggio spirituale tra Cracovia e Seregno, che maturò nell’Avvento del 1970, vissuto in comunione tra le due parrocchie. Negli anni successivi i rapporti si rafforzarono, con visite, doni e soprattutto la ricerca di una vita spirituale comune, come ben narrato nel volume di Franco Cajani <Le stagioni di Wojtyla in Brianza>. Un legame forte che è presenza ancora viva per la nostra comunità, che ha posto il suo nuovo cammino sotto la protezione di quel monsignore venuto da Cracovia, san Giovanni Paolo II. Elisa Pontiggia

In occasione della nascita della nuova comunità pastorale cittadina, domenica 14 settembre il card. Scola ha scoperto e benedetto il ritratto di San Giovanni Paolo II, titolare della nuova comunità. L’opera è stata realizzata da Gianluca Corona, pittore milanese formatosi presso l’Accademia di Brera e poi con il maestro Mario Donizetti; per le sue opere si ispira all’arte dei grandi maestri del XVI e XVII secolo, attraverso una rilettura in chiave contemporanea della natura morta e del ritratto. Il quadro è nato in diversi mesi di lavorazione, con più incontri tra mons. Molinari e il pittore nel suo studio di Milano; una famiglia, che desidera restare anonima, ha voluto patrocinare l’impresa in memoria dei suoi cari defunti. All’altare del Redentore, dove è esposto il quadro nel giorno della memoria liturgica di san Giovanni Paolo II, il 22 ottobre scorso, è stato posto anche un artistico portaceri sul quale resterà sempre accesa una lampada (nella foto di Volonterio, don Bruno Molinari) che porta la figura del santo Papa; presso questo altare è anche possibile trovare delle belle immaginette con la preghiera a san Giovanni Paolo II. Nella stessa giornata, durante le S. Messe, è stata esposta e baciata la reliquia che contiene una goccia del sangue di San Giovanni Paolo II donata alla parrocchia della Basilica da mons. Slawomir Oder, postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione, a memoria dell’antica amicizia che ha legato Seregno a Karol Wojtyla. E. P.


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Avvento/Il gesto di carità proposto a tutte le parrocchie

Aliante e Spazio Aperto, i due volti di una rete di solidarietà con i diversamente abili della città

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nizia domenica prossima, 16 novembre, per la diocesi ambrosiana, il tempo “forte” dell’Avvento, tempo di attesa e di vigilanza che prepara alla venuta di Gesù. Questo tempo è anche occasione privilegiata per sensibilizzare le comunità alla fraternità nel nome di Gesù che viene e rivolge un messaggio di pace a tutti gli uomini di buona volontà. Le parrocchie della nostra città invitano a vivere questa fraternità sostenendo con gesti di solidarietà le cooperative sociali “Spazio Aperto” e “Aliante”, due volti di una rete di solidarietà presente da anni sul nostro territorio con sede in via Comina, a favore di persone diversamente abili. “Spazio Aperto” sorta in città nel 1984, svolge in modo organizzato e senza fini di lucro un’attività finalizzata al recupero e alla qualificazione umana, culturale e professionale di persone colpite da handicap, favorendo il loro inserimento lavorativo. Attualmente la cooperativa seregnese porta avanti due tipologie di lavoro: un’attività conto terzi che vede impegnati i ragazzi nel montaggio elettrico e meccanico, nel confezionamento di molti articoli, produzione e commercializzazione di oggettistica e componenti di arredo in vetrofusione. Ma la crisi non risparmia nessuno e anche questa realtà che è stata per anni un punto di riferimento lavorativo per tanti ragazzi diversamente abili, è costretta a fare i conti con una drastica diminuzione de-

Il laboratorio della cooperativa L’Aliante

gli ordinativi. Accanto a Spazio Aperto opera in sinergia dal 1995 la cooperativa “Aliante” la cui attività è volta a favorire il benessere e l’integrazione sociale di persone diversamente abili tramite un servizio diurno che propone attività ricreative e iniziative per il tempo libero e le vacanze. Queste preziose realtà hanno bisogno anche del nostro aiuto! Per maggiori informazioni è possibile consultare i siti www. spazio-aperto.com e www.laliante.it Patrizia Dell’Orto

Benedizioni e visite alle famiglie, incontri e ritiri

Sacerdoti e laici per portare la pace del Signore Anche quest’anno, nel tempo di Avvento, sacerdoti, religiose e alcuni laici della città visteranno le famiglie per mostrare la presenza della Chiesa e la cura che ha per il bene comune dei fratelli portando la pace del Signore. Come già da alcuni anni, accanto ai sacerdoti, ci saranno in alcune parrocchie anche dei laici che visiteranno le famiglie. Non è una semplice funzione di supplenza dei sacerdoti, ma è attestare anche attraverso questo segno che i laici sono veramente protagonisti dell’impegno missionario della Chiesa. Ogni parrocchia ha predisposto un calendario delle visite che sarà visibile tramite gli avvisi o affisso alle porte delle chiese. Le famiglie saranno avvertite del giorno della visita con appositi avvisi che verranno recapitati in questi

giorni nelle case. Secondo la disponibilità di sacerdoti e laici, non in tutte le parrocchie verranno visitate tutte le famiglie. Le famiglie non visitate avranno delle convocazioni comunitarie nelle chiese per un momento di preghiera insieme Lo Spirito Santo illumini tutti coloro che vivranno questa grande e bella esperienza, perché è bello incontrare le persone della comunità parrocchiale, ognuna con la sua umanità e con la sua diversità ed anche se qualche porta non si aprirà, non importa, si può sempre donare un sorriso perché ogni persona è amata da Dio e ognuno è messaggero di questo lieto annuncio. P.D.

BASILICA S. GIUSEPPE Inizio: lunedì 3 novembre Verranno visitate tutte le famiglie della parrocchia da:

mons. Bruno Molinari, don Gianmario Poretti, don Mauro Mascheroni, don Guido Gregorini, don Abramo (monaco olivetano), due sacerdoti dell’opera Don Orione. Suor Maria Carla, suor Lucia, suor Maria Grazia, (Ist. Pozzi), suor Bertilla, (Ist. Ronzoni) Ventisei laici tra cui tre coppie di sposi.

PARROCCHIA S. VALERIA Inizio: lunedì 10 novembre Verranno visitate i due terzi delle famiglie della parrocchia da: don Giuseppe Colombo Sette coppie di laici

PARROCCHIA S. GIOVANNI BOSCO AL CEREDO Inizio: giovedì’ 13 novembre Verranno visitate tutte le fami-


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La riflessione di don Francesco Scanziani

Desiderio, quello sguardo fisso alle stelle che racconta l’attesa

La copertina del calendario 2015 delle parrocchie

glie della parrocchia da: don Sergio Dell’Orto Due coppie di laici

PARROCCHIA S. AMBROGIO Inizio: lunedì 10 novembre Verranno visitate metà delle famiglie della parrocchia da: don Renato Bettinelli, don Gabriele Villa, suor Delfina, suor Massimina, suor Elisa.

PARROCCHIA BEATA VERGINE ADDOLORATA AL LAZZARETTO Verranno visitatate metà delle famiglie della parrocchia da: don Sergio Loforese

PARROCCHIA S. CARLO Inizio: lunedì 17 novembre Verranno visitatate tutte le famiglie della parrocchia da don Alessandro Chiesa e dal diacono Emiliano Drago.

RITIRO DI AVVENTO Domenica 7 dicembre è in programma un ritiro decanale di Avvento per gli adulti, dalle 9.30 alle 16, presso il Centro Pastorale di Seveso.

RITIRO ADO DIOCESANO Il 23 Novembre al Centro Pastorale di Seveso sul tema “mettiti nel mezzo”

GIOVANI Esercizi di zona a Sovico il 17 -18 – 19 novembre, sulle Beatitudini.

PELLEGRINAGGIO CITTADINO 18/19enni a Torino il 5-6-7 dicembre per visitare il Sermig (struttura che ospita senzatetto, poveri, immigrati) e il Cottolengo.

Il Desiderio: una parola bella, “calda” per dire l’attesa dell’avvento, la vigilanza che ci prepara al Natale. Forse è semplicemente lo stile dell’avvento. La sua etimologia contiene un significato luminoso: desiderio deriva dal latino“de-sidera”, ossia le stelle. Per alcuni significa: “tenere lo sguardo fisso verso le stelle, in attesa ardente verso qualcosa o qualcuno”. Avvento, dunque, come “tempo del desiderio”, dello sguardo fisso alle stelle. Affascinante, però, che in questa nostra attesa, il Vangelo ci regali una novità incredibile: Dio per primo desidera venire a noi, incontrarci, prendere casa tra di noi. L’avvento annuncia il “desiderio di Dio”: non anzitutto quello dell’uomo verso Lui, ma il contrario. Dio desidera l’uomo! Splendido! Quale sarà il desiderio di Dio verso di me, in questo avvento? Affinchè il desiderio di Dio si incontri con quello dell’uomo ci farà da guida l’intensa Parola di Dio dell’avvento. La prima domenica, sul fondale cupo dei “disastri” (opposto del de-siderio) di questo mondo, annuncia la speranza cristiana: Gesù Risorto viene, nonostante tutto e tutti (Mc 13,127). Ecco la misura del desiderio di Dio. Giovanni Battista, poi, sarà il dito puntato su Gesù per tenere il nostro sguardo fisso in Lui: Mt 3,1-12 (II domenica); Gv 5,33-39 (III dom); Gv 1,19-27a (V dom). I fanciulli della domenica delle palme (Mc 11,1-11; V dom) e, in modo unico, Maria, la madre (Lc 1,26-38a; VI dom), apriranno il nostro cuore e le nostre case ad accogliere questo Dio che tanto desidera venire tra noi. Troverà in noi un abbraccio accogliente? Mentre costruiremo quest’incontro, giorno dopo giorno, ci accompagni questa intensa preghiera del card. J. H. Newman: Guidami Tu, Luce gentile, attraverso il buio che mi circonda, sii Tu a condurmi! La notte è oscura e sono lontano da casa, sii Tu a condurmi! Sostieni i miei piedi vacillanti: io non chiedo di vedere ciò che mi attende all’orizzonte, un passo solo mi sarà sufficiente. Non mi sono mai sentito come mi sento ora, né ho pregato che fossi Tu a condurmi. Amavo scegliere e scrutare il mio cammino; ma ora sii Tu a condurmi! Amavo il giorno abbagliante, e malgrado la paura, il mio cuore era schiavo dell’orgoglio; non ricordare gli anni ormai passati. Così a lungo la tua forza mi ha benedetto, e certo mi condurrà ancora, landa dopo landa, palude dopo palude, oltre rupi e torrenti, finché la notte scemerà; e con l’apparire del mattino rivedrò il sorriso di quei volti angelici che da tanto tempo amo e per poco avevo perduto.


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BASILICA SAN GIUSEPPE

La più antica e celebre nel segno di Ettore Pozzoli e Giuseppe Mariani

Composta da 20 elementi, attualmente è diretta dal maestro Giancarlo Buccino. Le prime notizie della presenza della cappella Santa Cecilia si hanno da manoscritti risalenti al settecento, ma si ritiene che la seconda metà dell’Ottocento abbia segnato l’inizio di un periodo di proficua attività per la cappella. Con centinaia di esecuzioni e di autori proposti all’ascolto e fatti conoscere al popolo, si rivela sempre più, non solo strumento di pubblica preghiera, ma anche veicolo di cultura, arrivando talvolta a proporre delle vere rarità. Anche l’archivio della cappella, ricco di oltre mille partiture, è una testimonianza del poderoso lavoro svolto. L’attuale Cappella continua in pieno le tradizioni del passato proponendo brani antichi e moderni come veicolo di pubblica preghiera durante le celebrazioni liturgiche, o come momento di elevazione dello spirito durante i concerti. Alla guida della cappella si sono susseguiti direttori di indiscussa bravura, da don Luigi Fari a don Pino Caimi, a monsignor Gianluigi Rusconi, sino all’attuale maestro Giancarlo Buccino. Diversi musicisti seregnesi, poi assurti a fama internazionale, hanno inoltre collaborato con la Cappella e tra i più famosi si ricordano Ettore Pozzoli e Giuseppe Mariani. N.M.

L’Amico della Famiglia S. Cecilia/Parla don Norberto Valli

Cantare in chiesa, una preghiera dolce Il racconto del martirio di Santa Cecilia narra che “mentre gli strumenti suonavano, lei cantava al suo Signore: “Il mio cuore sia immacolato perché non resti confusa”. Da questo testo è derivato il legame tra la santa, gli strumenti musicali e il canto. Il 22 novembre si ricorda il suo martirio (le corali di tutta la città si ritroveranno a S. Ambrogio alle 18 per la S. Messa e quindi alle 20 al Lazzaretto per una cena insieme), e così abbiamo pensato di chiedere a don Norberto Valli, liturgista e delegato arcivescovile per il Pontificio istituto ambrosiano di musica sacra, di spiegarci l’importanza e il senso del canto durante le celebrazioni.

“Il documento Sacrosanctum Concilium - ci ha detto - parla del canto sacro come ‘parte necessaria ed integrante della liturgia’. Già il Concilio, nel documento citato, afferma che ‘La musica sacra sarà tanto più santa quanto più sarà strettamente unita all’azione liturgica, sia esprimendo più dolcemente la preghiera e favorendo l’unanimità, sia arricchendo di maggiore solennità i riti sacri’. Don Norberto spiega ancora: ”Fine della musica sacra è la gloria di Dio e la santificazione dei fedeli. E qui sta il punto nevralgico del discorso, ossia attuare la profonda intenzione conciliare di fare del canto e della musica una preghiera dolce e soave,

PARROCCHIA SAN GIOVANNI BOSCO

Concerti in numerose basiliche e un cd per aiutare le missioni

Fondata nel 1992, come corale parrocchiale, da un gruppo di amici desiderosi di conferire solennità alle celebrazioni liturgiche sotto la guida del maestro Franco Cazzulani, che tutt’ora la dirige. L’organista è Federico Peraldo. Composta da circa 50 elementi divisi nelle 4 voci, ha un repertorio di musica sacra che spazia dal 1500 ad oggi: dalla polifonia antica (Palestrina, De Victoria), agli autori moderni (Dubra, Molfino), attraverso il periodo barocco (Bach, Haendel, Marcello), il settecento (Mozart, Salieri, Martini), l’ottocento (Bruckner, Perosi), dando particolare spazio a musicisti che furono maestri di cappella presso il duomo di Milano (Grossi, Fioroni, Sarti, Quaglia, Gallotti, Spinelli, Migliavacca). Alcune date significative: nel maggio 2005 ha cantato nella basilica di San Pietro e nella basilica di San Giovanni in Laterano a Roma. Nell’aprile 2006 nella basilica di San Francesco in Assisi e nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. Per alcuni anni ha animato le celebrazioni liturgiche del 7 e 8 dicembre nella basilica di Sant’Ambrogio a Milano e più volte la liturgia della festa di Pentecoste in Duomo. Nel 2008 ha inciso il suo primo cd, con i proventi del quale è stato realizzato un pozzo per l’acqua potabile in Niger. N. M.

Santa Cecilia patrona dei musicisti


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PARROCCHIA SANT’AMBROGIO

Un coro fondato e intitolato a don Luigi Fari il primo parroco

Don Norberto Valli nella quale tutti possano riconoscersi, ritrovandosi nell’unità dei cuori e degli intenti e dove tutti possano riconoscere e incontrare Cristo”. E conclude: “Il coro è parte viva dell’assemblea, è elemento di raccordo. Troppo spesso, però, si incontrano realtà corali che ritengono che il massimo della solennità si ot-

LAZZARETTO

tenga eseguendo solo polifonia e riducendo il popolo al puro ascolto. Oppure, pur non escludendo l’assemblea, pensano che il canto del popolo venga da sé. Il coro invece, rassicura e tonifica, impedendo che l’assemblea cada nell’inerzia e che il canto illanguidisca”. Nicoletta Maggioni

SANTA VALERIA

Con relazioni e contatti ospita ogni anno cori dall’estero

Nata 60 anni fa con don Emilio punto fermo della liturgia

Attualmente la corale consta di 18 elementi ed è diretta dal maestro Carlo Pozzoli. Il repertorio è esclusivamente liturgico, assembleare e polifonico. Si costituisce nel 1990 e da allora anima 25/30 funzioni l’anno. Intrattiene relazioni con altri cori, della città e non. Con essi organizza concerti in parrocchia, in media quattro all’anno, sempre a carattere sacro o meditativo. Grazie a contatti con festival o associazioni corali straniere, ospita annualmente cori dall’estero. E’ presente dal 2000 un coro di bambini composto da 40 elementi dai 5 anni in su. N.M.

Fondata circa 60 anni fa, alla nascita del Santuario, da don Emilio Balossi, al quale succedettero nella direzione don Bruno Castiglioni, il maestro Ambrogio Colciago e don Lino Magni. Attualmente diretta da Nicoletta Colciago. Composta da 25 membri con un repertorio che spazia dal 1400 ai nostri giorni. Lo scopo fondamentale della corale è quello di accompagnare le funzioni religiose più importanti, per renderle solenni ed aiutare i fedeli a capire l’importanza delle celebrazioni. E’ presente anche un coro di bambini, composto da 8 membri di età compresa fra gli 8 e gli 11 anni. N. M.

Fondato nel 1963 da don Luigi Fari, primo pastore della parrocchia S. Ambrogio, che, già direttore della Cappella S. Cecilia presso la Collegiata S. Giuseppe, costituì il coro di voci bianche “Pueri Cantores” e la “Schola Cantorum”. Dopo un trentennio di ininterrotta attività, la conduzione del coro passò al maestro Fabio Triulzi, poi a don Ugo Arrigoni ed infine al già organista ed attuale direttore Lorenzo Zandonella. Il repertorio spazia dal gregoriano al rinascimentale, al barocco, al romantico, al novecento e allo spiritual. Attualmente è composto da 32 membri con Davide Cesana quale organista. Il coro, oltre a svolgere un servizio liturgico, ha al suo attivo diverse esecuzioni concertistiche e rassegne tenute per conto di varie associazioni e realtà della Brianza. E’ presente anche un coro di bambini composto da 15 membri di età compresa fra gli 8 e i 12 anni. Dal 2013 è iniziata una profonda collaborazione con la Cappella Musicale Santa Cecilia, che ha portato ad un ampliamento del repertorio e dell’organico, con la conseguente possibilità di eseguire brani più impegnativi e qualificanti. N. M.

PARROCCHIA SAN CARLO

Voluta da don Giuseppe Pastori, Adriana Colciago ancora alla guida

Fondata nel 1969 per volontà dell’allora parroco don Giuseppe Pastori sotto la direzione di Ambrogio e Adriana Colciago, la corale è composta da una trentina di elementi divisi nelle quattro classiche voci. Ha come scopo primario il servizio liturgico. Il coro è attualmente diretto da Adriana Colciago con accompagnamento all’organo di Chiara Arienti. Il repertorio musicale è costituito da oltre trecento brani di musica sacra, da due fino a cinque voci, e spazia dal canto gregoriano, passando da Palestrina, Haendel, Haydn, Bach, Mozart fino a Bruchner, Sibelius, Perosi, i seregnesi Giuseppe Mariani, mons. Giuseppe Biella e tutti quegli autori che si sono dedicati esclusivamente alla musica sacra come: Campodonico, Antonelli, Donini, Teruzzi ecc… Il coro, oltre al compito primario di accompagnare la liturgia, collabora con l’orchestra da camera dell’Associazione “Brianza Musica” che opera dal 2009 prevalentemente in Brianza con lo scopo di diffondere la cultura musicale in tutti i suoi aspetti, proponendo concerti per coro e orchestra. N. M


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Giornata Pro Orantibus/Parla suor Maria Daniela Pozzi

I monasteri di clausura come polmoni verdi: sembrano inutili ma sono invece indispensabili

La presenza di un Dio creatore sulla Terra richiede anche la presenza di persone che dedichino a Lui la loro vita, questa è anche la nostra funzione.” Così si era espressa suor Maria Daniela Pozzi, madre federale delle Sacramentine, durante il suo intervento al convegno del bicentenario balleriniano, che ha permesso di cogliere l’essenza di cosa significhi oggi la vita contemplativa, anche concretamente. “C’è un’intima connessione tra la preghiera e lo sviluppo del regno di Dio, tra la preghiera e la liberazione dal male; quella di “parafulmine” è una definizione che corrisponde al pensiero della Chiesa a proposito dei monasteri” continua suor Daniela, che usa anche un’altra immagine: “È quella utilizzata da papa Benedetto: i monasteri di clausura sono come polmoni verdi di una città, che sembrano inutili ma in realtà sono indispensabili, e fanno bene anche a chi non ne fa uso, o non ha la consapevolezza della loro importanza”. Per Seregno una comunità consacrata alla preghiera era una “preziosa benedizione”: così scriveva la stampa all’arrivo della comunità delle Adoratrici nel 1920. E lo è ancora oggi: “Abbiamo la consapevolezza di un servizio che svolgiamo all’interno della Chiesa, la nostra funzione è di intercessione e di preghiera, per tutte le necessità della Chiesa e di ciascuna persona che viene qui a chiedere il nostro aiuto. Le nostre preghiere sono sempre ascol-

Il monastero delle sacramentine di via Stefano

Suor Daniela Pozzi

tate, spesso esaudite, anche per la fede delle persone che si rivolgono a noi”. La vita all’interno del monastero ha come attività principale il culto eucaristico, con la celebrazione della S. Messa e l’adorazione eucaristica, che la comunità garantisce giorno e notte. La mattina inizia alle 5.45 con la preghiera, personale e comunitaria, e la S. Messa; poi il tempo del lavoro, con le faccende domestiche e l’assistenza alle sorelle anziane. Alle 12 una pausa per la preghiera, il pasto e il riposo fino alle 14; poi si riprende il lavoro fino alle 17.30. Anche durante il tempo di lavoro una suora è sempre presente all’adorazione eucaristica. Dopo la cena e il tempo di vita comunitaria, la giornata si conclude con la

preghiera serale della compieta, lasciando spazio all’adorazione notturna, che da due anni è aperta anche alla comunità cittadina: “I nostri monasteri sono situati nella città perché il nostro ordine prevede la partecipazione dei fedeli!” Ogni venerdì e sabato la chiesa rimane aperta dalle 22 alle 5, in modo che chi lo desidera possa unirsi all’adorazione notturna. “La popolazione ha sempre accolto con grande cordialità e spirito di fede la presenza di una comunità contemplativa come la nostra, ce lo dice la storia ma anche il presente; ci sentiamo parte della chiesa locale, al centro del mistero della comunione ecclesiale”. E. P.

Giornata istituita nel ‘53 da Pio XII Si celebra il 21 novembre l’annuale Giornata Pro Orantibus “per ringraziare il Signore del dono di tante persone che, nei monasteri e negli eremi, si dedicano a Dio nella preghiera e nel silenzio operoso”. Istituita nel 1953 da Pio XII, è legata alla memoria liturgica della Presentazione di Maria al Tempio, modello della vita consacrata. Serve a far conoscere le comunità monastiche sparse nel mondo e invita alla preghiera per quelle con particolari necessità.


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La testimonianza

<Quando l’adorazione eucaristica ti sconvolge la vita>

Le comunità cittadina delle Adoratrici perpetue del Santissimo Sacramento Scommetto che se andassimo in giro a dire “domani alle 15 in Basilica ci sarà Papa Francesco”, la Chiesa sarebbe piena fin dal mattino: tutti accorrerebbero per vedere il Papa! Ma se andassimo in giro a dire “domani alle 15 in Basilica ci sarà Gesù Cristo”, la Chiesa non si riempirebbe eccessivamente, anche se è Colui al quale pure papa Francesco rivolge la genuflessione. Gesù è davvero discreto: incredibilmente discreto, al punto che la sua presenza non è per niente ingombrante. Nell’adorazione eucaristica ci accorgiamo della delicatezza di Dio: una preghiera così discreta da permetterci di esserne noi stessi protagonisti insieme a Lui. Ripenso a quando è stata la mia prima volta che, davanti all’Eucarestia, ho detto: “io credo in Dio”. Non ricordo con precisione quel giorno, tutto è iniziato spontaneamente. Ma posso dire quando questa affermazione, io credo in Dio, ha provocato un fatto così sconvolgente da rivoluzionare la mia vita: quando ho scelto di entrare in seminario. Solo la certezza di credere in

Dio può dare la forza per dare una svolta alla propria vita. Solo la preghiera davanti all’Eucarestia può veramente sconvolgere positivamente la propria vita al punto da darle un colpo d’ala che fa crescere come mai potremmo immaginare. Quando si arriva davanti all’Eucarestia e si inizia a pregare a volte c’è imbarazzo: cosa faccio? Il tempo magari sembrerà non passare più… insomma quale atteggiamento si può imparare a tenere? L’atteggiamento di chi non vuole soffocare un qualcosa di così bello con ragionamenti complessi: la matematica mi ha fatto capire che siamo bravi a immaginare le cose molto più difficili e complicate di quanto non siano solo perché non vogliamo rinunciare a sentirci intelligenti (quando si fa un’equazione a volte si intraprende un procedimento più complesso di quanto ci sia effettivamente bisogno). Immaginiamo lo schermo di un pc: se è poco luminoso non possiamo accendere una torcia e puntargliela addosso per vedere meglio. Peggioreremmo solo le cose. Il mistero dell’Eu-

carestia è uguale: non possiamo cercare di illuminarlo con i nostri ragionamenti, dobbiamo starci davanti e passarci del tempo con tenerezza e voglia di “chiacchierare” con Dio. Chiacchierare con un Dio che nel Vangelo ci ha detto: “vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell’uomo venire nel suo regno” (Mt16,24-28). E questa è davvero una bella notizia! Gesù ci assicura che la vita non passerà invano, non svanirà senza che proviamo il gusto di vivere davanti a lui ogni cosa. I nostri sogni, le nostre speranze, le nostre amicizie, troveranno un posto davanti a Lui. Troveremo la forza di parlargli di tutto. Faremo in tempo! Con l’atteggiamento di chi sa che lì c’è Qualcuno disposto ad aspettarci, a cercarci, a desiderare di incontrarci. E incontrarlo nell’adorazione ci farà esclamare: sono figlio di Dio; ho un Padre nel cielo che mi ama e che è disposto a morire per me: merito di essere amato! Simone Sormani


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Oratori/Proposte e iniziative per vivere consapevolmente l’attesa del Natale

Gesti di carità e stile di vita comunitaria: questi i riferimenti per il tempo dell’Avvento

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’avvento è alle porte e negli oratori sono pronte le iniziative per vivere in modo più consapevole e attento questo periodo di avvicinamento al Natale. Continueranno, per alcuni partiranno, gli incontri domenicali con il coinvolgimento delle famiglie.

Oratorio S. Rocco Ogni bambino avrà un calendario dell’avvento, che lo solleciterà a fare piccoli gesti o momenti di preghiera in famiglia. Il Vangelo domenicale sarà collegato a un simbolo e a un impegno. Come gesto di carità durante la messa è prevista la raccolta di materiale scolastico.

S. Giovanni Bosco Il tema riprende quello della comunità perché insieme nella Chiesa i piccoli imparino a stare con Gesù. Verrà approntato un sussidio per la preghiera in famiglia, con associati simboli che aiuteranno i ragazzi a compren-

didascalia dere meglio l’avvento. L’iniziativa di carità sarà la stessa di tutta la comunità pastorale, oltre ad una raccolta di generi alimentari a favore della Caritas.

S. Ambrogio Le iniziative di carità per i ragazzi di catechismo saranno due: una raccolta di generi alimentari da portare alla Messa delle 9.45 e devoluti alla Caritas; l’acqui-

sto di cartoline (con indirizzo prestampato) su cui scrivere un saluto, un augurio o un messaggio di solidarietà e da inviare nei campi profughi dove trovano riparo i cristiani scappati dall’Iraq e dalla Siria.

Beata Vergine Addolorata al Lazzaretto Riprenderà in avvento alle 10 la Messa “suddivisa”, prevista

dal “Direttorio della messa dei fanciulli”: la liturgia della parola verrà presentata ai bambini in modo semplificato e spiegata in un’omelia tenuta apposta per loro. Il tutto avverrà nel salone sotto la chiesa, poi i bambini confluiranno in chiesa per proseguire la S. Messa con l’intera comunità. Sarà inoltre predisposto un “calendario dell’avvento” per la preghiera quotidiana in famiglia. Mariarosa Pontiggia


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San Rocco/Filippo Pirondini seminarista

Cerco ogni giorno di dire il mio <sì>

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Tante le inziative negli oratori per l’Avvento

Al San Rocco e al Ceredo

La notte dei ragazzi degli oratori dedicata all’adorazione eucaristica

i - Nella notte tra sabato 26 e domenica 27 ottobre i ragazzi i degli oratori hanno vissuto un momento di adorazione eucaristica comunitaria. I giovani si sono raccolti seconr do le diverse fasce d’età: al San Rocco, dove i pre-adolescenti prima di mettersi davanti a Gesù hanno cenato in i condivisione e hanno vissuto un momento di riflessione a partire dalla provocazione di un video; al Ceredo invece, gli adolescenti e i 18/19enni hanno potuto ascoltare la testimonianza del seminarista Filippo Pirondini prima di n dividersi liberamente nei turni orari di adorazione proposti durante tutta la notte. Al mattino seguente, l’inizia. tiva è terminata dopo le lodi e la S.Messa alle ore 8. a

a inizio anno, all’oratorio San Rocco presta servizio nei week-end un giovane seminarista, Filippo. L’abbiamo incontrato e intervistato. Quale storia ti ha portato qui a Seregno, Filippo? Come hai “conosciuto” Gesù? Sono Filippo Pirondini, seminarista al quinto anno di teologia. Ho 29 anni e prima di entrare in aeminario ho studiato all’istituto tecnico con indirizzo grafico. Al termine degli studi ho lavorato cinque anni nel campo grafico-editoriale. Ho conosciuto il Signore grazie ai miei genitori, ai miei nonni, allo zio don Paolo, a mia zia suor Giovanna, missionaria; l’elenco potrebbe essere ancora molto lungo. I miei familiari mi hanno testimoniato una fede semplice. Senza grandi discorsi mi hanno aiutato a capire chi era Gesù con la loro vita, con il loro amore, con generosa disponibilità verso tutti. Una persona e una Parola del Vangelo che ti hanno guidato e ti guidano nel cammino Il primo prete che ho conosciuto: si chiamava don Filippo, mi colpiva la sua bontà e la grande generosità, passava infatti lunghe ore in confessionale e si

prendeva cura di tutti. Facevo il chierichetto (avevo 10 anni) e don Filippo era anziano, allora dovevo portargli la sedia vicino all’altare perché potesse predicare da seduto e fare meno fatica. Tutte le volte che ritornavamo in sacrestia mi faceva una domanda: “Filippo vuoi bene a Gesù?”. Non riuscivo a capire come mai me lo richiedesse sempre. Solo qualche anno dopo leggendo il Vangelo ho trovato una frase simile: si trattava delle parole che Gesù dice a Pietro per tre volte (Gv 21,15-17): “Mi ami?”. Dopo la terza volta Gesù risponde a Pietro: “pasci le mie pecorelle”. Da qui ho capito il segreto del bene che mi voleva don Filippo: amava Gesù e si prendeva cura di ciascuna persona come un pastore si prende cura di ogni pecorella del suo gregge. Che aspettative hai per il futuro? Sono contento del cammino che ho intrapreso: cerco ogni giorno di dire il mio “sì” e di consegnare la mia vita al Signore per poterne fare dono alle persone che incontrerò e che mi saranno affidate. Pregate per me! Samuele Tagliabue


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Date e iniziative in cantiere in vista delle iscrizioni alle classi prime

Tempo di open day: occasione per conoscere l’offerta formativa delle scuole parificate in città

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ovembre è per tradizione dedicato agli open day, giorni di scuola aperta in cui i genitori possono acquisire le informazioni relative al Piano dell’Offerta formativa, ai servizi e ai progetti avviate nelle varie scuole. In sintesi date e informazioni relative agli open day delle scuole parificate.

di V faranno tappa alle medie dove verranno proposte attività sul mondo fantastico e reale, sul cibo, sulla crescita e presentati progetti preparati dai ragazzi delle medie. I genitori allestiranno un banco vendita e una merenda per tutti. Presso il teatro s. Ambrogio si terranno riunioni di presentazione delle varie scuole: - Infanzia →Lunedì 24 - Primaria →Mercoledì 26 - Secondaria di I° grado →Venerdì 28

SCUOLE DELL’INFANZIA CABIATI: dopo l’open day dell’8/11 serata di condivisione del Piano dell’Offerta Formativa della scuola, che intende potenziare la sezione primavera per i nati nel 2013. DE NOVA ARCHINTI: 29/11 alle 10. Presentazione di insegnanti, struttura e attività con proiezione di un filmato. MARIA IMMACOLATA: 15/11 dalle 16 alle 18.30. Per i genitori possibilità di conoscere persone, ambienti, organizzazione, laboratori e attività offerte; per i bambini divertenti attività da realizzare insieme e merenda. OTTOLINA SILVA: 22/11 dalle 15.30 alle 17.30 RONZONI SILVA: 10/1 dal-

COLLEGIO BALLERINI

Open day all’alberghiero del Ballerini le 15 alle 18. Per i genitori visita della scuola e conoscenza degli insegnanti; per i bambini pomeriggio animato da clown, laboratori di manipolazione e travaso, merenda. SAN CARLO: 22/11dalle 10 alle 12.30 con la partecipazione dei bambini già frequentanti: predisposizione di un laboratorio creativo e un piccolo rinfresco. Martedì 25 riunione di presentazione della scuola.

SCUOLA S. AMBROGIO 22 novembre dalle 15 alle 19 INFANZIA: Filastrocche e canti proposti dai bambini già frequentanti. Per i piccini “giro per l’Italia” attraverso alcuni simpatici personaggi-veicolo. PRIMARIA: i bambini di V accoglieranno i futuri alunni di I realizzando opere creative, canti e coreografie. SECONDARIA: gli alunni

Si terranno incontri serali alle 21 specifici per ciascun ordine di scuola: SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO: martedì 11/11 LICEO SCIENTIFICO: mercoledì 12/11 ISTITUTO ALBERGHIERO: venerdì 14/11 E’ prevista un’intera giornata di open day: sabato 29/11 dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17: un’occasione privilegiata per visitare l’ambiente ed avere informazioni su tutte le opportunità che l’istituto offre, in particolare il potenziamento dell’inglese e la didattica digitale. Mariarosa Pontiggia


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Parlano le presidi del Candia

Orientare aiuta i ragazzi a guardare il mondo

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Susanna Mancini

Luisa Caslini

Gli appuntamenti

Al Candia anche <Ragazzi all’opera> uno spazio proposto dagli studenti

Questi i momenti di scuola aperta in programma al Candia. • Scuola primaria già tenuto. • La scuola secondaria di primo grado ha proposto teatro in lingua inglese e il 22 novembre terrà un momento di “Scuola aperta” dalle 10 alle 12.30 per presentare la scuola con possibilità di assistere alle lezioni. • Nella stessa giornata al liceo linguistico sono previsti alle 8.30 attività per i ragazzi di terza media e alle 11 incontri per i genitori. Altre mattinate di scuola aperta saranno riproposte il 13 dicembre e il 7 febbraio. Tutto l’istituto, dal nido/scuola dell’infanzia fino alle superiori, effettuerà un open day il 24 gennaio. In particolare medie e liceo proporranno “Ragazzi all’opera”, uno spazio in cui gli studenti rendono visibile un tema del loro lavoro didattico tramite mostre, recite, video.

’avvicinarsi delle iscrizioni alle classi prime comporta un grande sforzo educativo dei docenti, chiamati a guidare gli alunni delle classi terminali, soprattutto terze medie, nelle attività di orientamento. Per capire di che si tratta, ci siamo rivolti a Susanna Mancini e Luisa Caslini, presidi all’istituto Candia, l’una responsabile della primaria e secondaria di primo grado, l’altra del liceo linguistico. Cos’è l’orientamento? E’un compito dei consigli di classe, in particolare della media: è l’osservazione delle peculiarità, delle doti, anche delle incertezze dei ragazzi; è l’accompagnamento alla scoperta di sé, dei propri desideri e attitudini. Un’attività che attraversa tutto il percorso scolastico, ma si fa più intensa a partire dalla fine della seconda media. Come la sua scuola organizza queste attività? Accanto ad attività finalizzate, come questionari e schede informative, proponiamo un

tutor, un docente disponibile ad affiancarsi al ragazzo, a confrontarsi e a sostenerlo. Si aiuta l’alunno a cogliere che non si valuta solo in termini di “mi piace/non mi piace”, ma si tratta di guardare il mondo per capire quale può essere il proprio posto. I ragazzi ricercano il tutor, capiscono che è un momento per crescere, che permette alla loro libertà di esprimersi. Sosteniamo inoltre i genitori in equilibrio tra il rispetto della libertà del ragazzo e l’accompagnamento, tra il consigliarlo e il “lasciarlo andare.” Perché la scelta di una scuola cattolica? C’è la possibilità di condividere un progetto, di fare un patto insieme per ragazzo. E’ un’età in cui il figlio guarda la realtà e la famiglia con criticità: trovare altri adulti che ne condividono i valori diventa una conferma, è offrire un letto e argini più sicuri in cui far scorrere il fiume, perché possa giungere al mare. Mariarosa Pontiggia



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Parrocchie/Basilica San Giuseppe

Corali e confraternite, ricorrenze e celebrazioni scandiscono i tempi della vita parrocchiale

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l mese di novembre si presenta ricco di ricorrenze e momenti significativi per il cammino della vita parrocchiale. A dieci anni dalla morte di suor Camilla Tagliabue, sabato 15 novembre sarà celebrata alle 18 in Basilica una messa in suo ricordo, alla quale saranno in particolare presenti amici e simpatizzanti del’associazione “Auxilium India”, sorta all’indomani della sua morte per poter continuare la preziosa opera svolta dalla missionaria in India. La Confraternita del SS. Sacramento della Basilica assieme alle altre Confraternite della comunità pastorale terranno un incontro giovedì 20 novembre all’oratorio di Sant’Ambrogio. Come è tradizione venerdì 21 novembre alle 18 in Basilica sarà celebrata la messa in onore della “Virgo Fedelis” con la partecipazione di una rappresentanza dell’Arma dei Carabinieri. Nella memoria di S. Cecilia, patrona della musica e del canto, la Cappella Musicale insieme alle altre corali della città sarà presente sabato 22 novembre alla messa delle 18 nella parrocchia di Sant’Ambrogio, mentre il Corpo Musicale S. Cecilia onorerà la sua patrona domenica 23 novembre alla messa delle 11.30 in Basilica. La messa delle 18 di sabato 28 novembre sarà solennizzata dalla presenza del concittadino padre Roberto Nava che ricorderà il quarantacinquesimo di sacerdozio, alla celebrazione sono invitati i suoi coscritti.

Don Carlo Silva ha festeggiato i 40 anni di sacerdozio

I partecipanti al percorso di preparazione al matrimonio concluderanno il loro cammino con la messa di sabato 30 novembre alle 18, seguirà un momento conviviale. In preparazione alla festa dell’Immacolata lunedì 1 dicembre inizierà la novena con una preghiera al termine di ogni messa. Un altro anniversario sarà quello di don Stefano Perego che ricorderà i dieci anni di sacerdozio alla messa delle 10 di lunedì 8 dicembre, festa dell’Immacolata. Patrizia Dell’Orto

Sacerdote camilliano da 45 anni

Don Roberto Nava, una vita tra i malati Nato in città il 4 settembre 1944, don Roberto Nava (nella foto) è stato ordinato sacerdote camilliano a Verona, il 22 giugno 1969 dal vescovo mons. Giuseppe Carraro. “La mia vocazione è maturata negli ambienti della parrocchia san Giuseppe, in particolare all’oratorio San Rocco, con sacerdoti esemplari come don Adolfo Masini e don Pino Caimi.” I quarantacinque anni di ministero pastorale don Nava li ha vissuti sempre a Padova, dapprima come coadiutore e dal 1980 parroco a San Camillo. Incarnando i principi ispiratori dell’ordine dei Camilliani, padre Roberto ha sempre posto una particolare attenzione al malato che lo ha portato a fondare nel 1998 la “Casa di accoglienza San Camillo”. La struttura ospita i familiari dei malati ricoverati presso le strutture ospedaliere

in Padova, ma anche pazienti sottoposti a terapie mediche. Finora la casa, gestita da una ventina di volontari, ha offerto alloggio a circa 15mila persone provenienti da tutta Italia. “Come pastore ho sempre cercato di creare in parrocchia un clima di accoglienza, ponendo una particolare attenzione alla sofferenza e alla carità. Devo dire che sono contento del cammino finora compiuto, ho la gioia e l’entusiasmo come il primo giorno che sono diventato sacerdote. In tutto c’è un disegno di Dio ed ho la gioia di aver potuto esprimere la mia vocazione al servizio dei fratelli. Porto sempre nel cuore un bel ricordo della mia Seregno nella quale torno sempre con grande gioia e dove ho mantenuto bellissime relazioni che mi tengono legato alle mie “radici”. P. D.



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Parrocchie/Santa Valeria

Adulti pienamente consapevoli del valore educativo dell’oratorio per ragazzi e famiglie

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Non può essere soltanto una somma di singoli, neppure un agglomerato di competenze o incarichi, necessari a consentire il funzionamento della struttura, ma un insieme di persone che dovrebbero saper esprimere i valori e le motivazioni che li portano ad impegnarsi in oratorio». Così Enrico si esprime sulla comunità educante, proposta dall’arcivescovo nella sua nota pastorale. Nella parrocchia di Santa Valeria, infatti, l’aspetto educativo della Chiesa è particolarmente sentito, soprattutto nella struttura di via Wagner. «Noi adulti presenti - prosegue Manuela - proviamo a portare avanti uno stile, una collaborazione che è coinvolgimento, una fraternità basata sull’essere insieme in cammino sulla strada di Gesù. Non so se tutto questo si vede; di certo si vedono la fatica e lo sconforto del “perdersi” nelle banalità e la delusione nel non vedere, malgrado l’impegno, l’oratorio vivo e pieno come qualche anno fa». Nel confronto, nato dal desiderio di approfondire e mettere in pratica le autorevoli indicazioni dell’Arcivescovo, si è d’accordo con Carla nel dire che «l’esperienza in oratorio è comunque sempre positiva. Noi adulti in genere cerchiamo di essere disponibili e presenti e di dare esempio di collaborazione e di accoglienza. A volte pungoliamo i giovani a fare di più! Quando i ragazzi, anche quelli di età critiche come i 13/14 anni, ci salutano dimostrando di sentirsi un po’ a casa, ci ripagano di tutte le difficoltà che pure ci sono nell’educare e nel trasmettere i sani principi». Come concretamente gli adulti accompagnano e introducono alla vita cristiana le nuove generazioni? «Credo - risponde Luana - che l’impegno dell’ora-

torio come comunità educante si concretizzi soprattutto con la S. Messa domenicale, pensata per le famiglie e il catechismo. Importanti per fare una esperienza di introduzione alla fede sono anche le iniziative aggregative e comunitarie come i pranzi condivisi, organizzati la domenica con i bambini e i ragazzi e le loro famiglie o anche la merenda e il momento di preghiera insieme la domenica pomeriggio in oratorio». Nel nostro stile e nelle nostre scelte concrete ci deve animare lo spirito missionario. Bisogna essere aperti a tutti. Ciò significa essere pronti ad avvicinare giovani di ogni generazione attraverso il catechismo, lo sport o semplicemente perché hanno bisogno di un luogo dove ritrovarsi in libertà. Non sottovalutiamo, però, l’importanza di disporre di figure di riferimento stabili e presenti per i giovani e per gli stessi adulti. Si concorda sul fatto che «la presenza costante di religiosi e consacrati è una grande ricchezza e una grande risorsa come testimonianza e forse anche il continuo cambiamento di figure responsabili non ha giovato all’ambiente». Consapevoli che la comunità è davvero educante se per primi coloro che la compongono vivono la sequela a Cristo, occorre valorizzare tutte le occasioni rivolte alle famiglie dei ragazzi che frequentano il catechismo e alle giovani coppie. Molto importante è quanto si fa, come accompagnamento, con le famiglie che chiedono per i propri figli il battesimo e gli altri sacramenti, e nei percorsi di preparazione al matrimonio cristiano. A questo proposito, è bello segnalare la presenza di un gruppo neo-nato all’interno della parrocchia, di cui fanno parte famiglie con bimbi piccoli o in arrivo. Paola Landra

Momenti di gioco in oratorio anche per i più piccoli

Al Buffet del Pellegrino

La trippa di <Quei de la Sisal> per aiutare i nostri missionari

Come ogni anno il gruppo “Quei de la Sisal” hanno organizzato al Buffet del Pellegrino, sabato 25 ottobre, una serata benefica a sostegno dei missionari di S. Valeria, operatori di pace e annunciatori del Vangelo in diverse parti del mondo. Suor Emilia Mauri in India, madre Linda Mariani e suor Paola Mauri in Argentina, don Luciano Mariani in Madagascar, hanno bisogno del nostro sostegno nella preghiera e nelle offerte concrete. La serata, trascorsa nella fraternità e nell’allegria, ha permesso di rinnovare la tradizione nel gustare la “trippa” cucinata dai coniugi Brenna e di raccogliere fondi a favore delle missioni. Don Giuseppe ci ha esortato a portare anche noi il Vangelo “nelle periferie, cuore della missione”, come recita lo slogan delle Giornata Missionaria 2014. Confermati dalla testimonianza dei nostri missionari, anche noi siamo chiamati a dare il nostro contributo alla missione della Chiesa, nelle “periferie” della nostra vita di ogni giorno, perché la Parola di Dio compia la sua corsa in ogni luogo. Sia nei confini più vicini, della società in cui viviamo, sia in quelli più lontani, nei paesi più distanti geograficamente e culturalmente. P. L.



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Parrocchie/San Giovanni Bosco al Ceredo

I quattro giorni di vita comune degli adolescenti sul rischio di mettersi in gioco, una vera sorpresa

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osa dire di questa proposta di vita comune vissuta tra il 23 e il 26 ottobre, nel contesto delle Giornate Eucaristiche? Credo si possa affermare in tempi in cui troppo spesso come adulti vediamo il bicchiere mezzo vuoto (evangelicamente potremmo dire l’abbondare della ‘zizzania’) – che ancora una volta i più giovani ci aprono gli occhi su ciò che intanto sta accadendo: l’oratorio è abitato, è vissuto, è luogo di incontro e intreccio, è trampolino di lancio, è occasione di crescita umana e spirituale, è cantiere dove si va costruendo la trama della nostra comunità cittadina. Pregando e riflettendo sul rischio del mettersi in gioco, dell’amare e dell’essere testimoni, un gruppo di 26 adolescenti (sui 41 partecipanti al gruppo del giovedì) e 5 educatori (più alcuni formidabili cuochi!) hanno vissuto diversi momenti dentro e fuori dall’oratorio, avendo come slogan provocatorio: io MELA rischio (utilizzando il simbolo del famoso frutto genesiaco come simpatico riferimento al forte appello alla libertà che ogni rischio comporta). Nella preghiera mattutina, del vespro e della sera centrate su tre figure bibliche; nella condivisione di colazione, cena e della notte; nell’uscita al parco di Monza per incontrare la gente, interrogandola sul tema del rischio, i ragazzi hanno avuto modo di approfondire l’argomento (proposto dalla diocesi per questo primo periodo dell’anno) da diversi punti di vista. Culmine, il momento

Il gruppo di ragazzi ed educatori protagonisti delle 4 giornate di vita comune cittadino dell’adorazione notturna. Essa è stata occasione per ricordare l’importanza della comunione entro la quale questo cammino va coltivato (proprio come il vasetto in cui i ragazzi hanno interrato il bulbo del quale saranno chiamati a prendersi cura, come del rischio che hanno deciso di affrontare nella loro vita di adesso). Ma forse, più che continuare a descrivere, vale la pena ascoltare alcuni loro commenti a fine esperienza. • Un’esperienza fantastica, unica e soprattutto da ripetere, uniti in un unico gruppo a rischiare tutti insieme. Mettersi in gioco. • In questi quattro giorni ho imparato due cose: a vivere rischiando e a vivere aspettando.

• Un’esperienza stupenda, che mi ha fatto capire che non bisogna mai arrendersi, che bisogna sempre rischiare e mettersi sempre in gioco. • Rischiare? Noi l’abbiamo fatto, ora tocca a voi. E fidatevi, ne vale veramente la pena! • Quattro giorni che ci hanno fatto capire che rischiare è bene e se non rischi non puoi sapere se hai fatto bene o male • Quattro giorni, venti persone, un unico obbiettivo: rischiare e mettersi in gioco. • Questi giorni, per me sono stati davvero significativi perché nella lontananza da casa ho potuto trovare una tranquillità e una concentrazione a me utili per capire molte cose • Mettersi in gioco è la cosa essenziale di questi quattro giorni perché ho capito che

così in tutte le situazioni in cui si sente come la vergogna si riesce a superare. • E’ stata un’esperienza molto bella infatti in questi giorni ho imparato a mettermi in gioco di più e a riflettere sulla fede • Questi quattro giorni sono stati molto significativi per me perché mi hanno fatto riflettere molto e mi hanno fatto capire che fuori dal cancello di casa mia ci sono persone che mi vogliono bene e per cui vale la pena rischiare. Rischiare è bello, non è paura quindi non avere paura di rischiare • Ciao Amico della Famiglia. Che questa grinta dei più giovani sia davvero il lievito delle nostre comunità educanti. Giovanna Agostini ausiliaria diocesana



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Parrocchie/Sant’Ambrogio

Padre Ferdinando Colombo: i suoi 50 anni di missione in Congo in una grande mostra

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orse non tutti sanno che nella nostra parrocchia, ormai da due anni, è tornato a vivere padre Ferdinando Colombo, sacerdote missionario nativo di S. Ambrogio, che per quasi cinquant’anni ha svolto il suo ministero in Congo. La sua presenza in mezzo a noi – assolutamente discreta – è in realtà preziosissima; ogni volta che celebro la Messa insieme a lui, non posso non pensare con gratitudine agli immensi sforzi che quest’uomo ha fatto per trasmettere a tutti la bellezza dell’incontro con Cristo. Per mantenere viva questa memoria – ma anche per confrontarci seriamente su come la sua esperienza di vita parla anche a noi – domenica 7 dicembre, all’interno dei festeggiamenti per S. Ambrogio, verrà allestita in oratorio una “mostra interattiva” che prende spunto dalle sue parole e dai suoi racconti. La mostra – ed è una gran bella sfida – verrà organizzata interamente dai ragazzi delle superiori della nostra parrocchia, e avrà quindi come filo rosso quattro grandi temi del loro cammino di catechesi di quest’anno: amare gli altri, amare il rischio, amare la vita, amare il mondo. In ogni stanza verrà proiettato un pezzo di un’intervista videoregistrata a padre Colombo, mentre cartelloni, balletti, piccole scenette, mini-giochi tattili per i piccoli e i grandi aiuteranno a inserirsi nel tema trattato. Nella prima stanza (amare gli altri) l’intervista verterà sulla scelta di partire per l’Africa, abbandonando ogni umana

Padre Ferdinando Colombo

Il programma

La patronale bussa già alle porte: tanti momenti di preghiera e non Riportiamo, in sintesi, il programma della festa patronale di S. Ambrogio, che si terrà dal 4 al 9 dicembre. Giovedì 4. Ore 21: presso la chiesa delle Adoratrici Perpetue in via Stefano da Seregno, adorazione eucaristica guidata. Sabato 6. Ore 18: S. Messa vigiliare solenne con la presenza della corale del Lazzaretto Domenica 7. Ore 11.15: S. Messa solenne con la presenza del “Coro don Luigi Fari” Nel pomeriggio, in oratorio, “mostra interattiva” su padre Ferdinando Colombo e le missioni. In oratorio, sarà anche aperto il mercatino della Caritas e il banchetto del Centro Aiuto alla Vita Ore 20.30: S. Messa solenne con la presenza della corale di S. Carlo Lunedì 8. Al termine delle Messe della mattina, sul sagrato della chiesa, benedizione delle auto Ore 16.30: in chiesa, momento di preghiera per bambini e ragazzi con benedizione delle statuette di Gesù Bambino. Al termine, sul sagrato, accensione dell’albero di Natale e merenda per tutti Martedì 9. Ore 18.30: S. Messa in suffragio di tutti i defunti della parrocchia. “Cristo è tutto per noi” dice una bellissima preghiera di Ambrogio; possano questi festeggiamenti aiutarci a farne un’esperienza viva.

sicurezza. Nella seconda (amare il rischio) ci faremo raccontare un po’ gli “anni bui” della missione di padre Colombo in Africa: anni in cui essere cristiani significava davvero rischiare la vita ogni giorno, fino al punto di doversi nascondere nella foresta alcuni mesi. Nella terza stanza (amare la vita) verranno riportate testimonianze sull’attività caritativa di padre Ferdinando: soprattutto contro “i bambini soldato” e per assicurare un futuro lavorativo ai tanti giovani della sua missione. E infine, nella quarta stanza (amare il mondo), si metterà in luce come nel corso degli anni è cresciuto e si è sviluppato un dialogo con le altre religioni e – ancor più – con le differenti confessioni cristiane. Un’ultima sala farà un po’ “da sintesi”, riportando alcune affermazioni degli ultimi grandi Papi sul tema della “missio ad gentes” e insieme offrendo un contesto informale per commentare come ciò che si è visto e ascoltato ha fatto vibrare il proprio cuore. Mentre scrivo, non so ancora l’esatta modalità con cui tutto questo si concretizzerà. So però che i ragazzi del nostro oratorio – in questo magistralmente sostenuti e accompagnati dai loro educatori – si stanno muovendo alacremente. Se questa mostra fosse anche solo un modo per farli crescere e per richiamare a tutti l’importanza di essere missionari nei normali contesti della vita, avremmo raggiunto il nostro scopo. Don Gabriele Villa


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Parrocchie/Beata Vergine Addolorata al Lazzaretto

I volontari della festa patronale soddisfatti ma sperano nel ricambio generazionale

Anche quest’anno ce l’abbiamo fatta”. E’ grande il sospiro di sollievo dei volontari che hanno contribuito a realizzare la festa patronale. La corsa contro il tempo per allestire la festa secondo criteri sempre più rigidi e il tempo meteorologico non proprio bello, hanno tenuto tutti con il fiato sospeso, ma alla fine, come ogni anno, tutte le tessere del puzzle si sono incastrate alla perfezione. A parte la pioggia che non ha permesso il regolare svolgimento della processione aux-flambeaux di lunedì sera, il resto è filato tutto a meraviglia. Abbiamo avuto una notevole affluenza di persone che hanno partecipato alle funzioni e hanno visitato poi tutti gli ambienti della festa. Al termine del giro è stato quasi inevitabile fare tappa presso la nostra cucina o gli altri punti di ristoro. I volontari intervistati hanno detto: ”Diamo una mano per la festa, perché pensiamo di svolgere un compito utile alla parrocchia. E’ vero che ci si stanca molto e si incontrano tante difficoltà, ma da questa esperienza si ottiene molto, ci si diverte in compagnia. Molti di noi qui hanno stretto amicizie che continuano anche al di fuori della festa. Un cruccio in tutto ciò ci sarebbe, probabilmente comune anche ad altre realtà: non c’è ricambio generazionale. Speriamo per il futuro nell’arrivo di qualche giovane”. Qualcuno disse: “Bussate e vi sarà aperto”, noi possiamo solo aggiungere: “Non siate timidi, qui la porta è già aperta. Abbiamo bisogno di voi”. Nicoletta Maggioni

La festa patronale ha richiamato anche quest’anno tanta gente

Percorsi di catechesi

Il segno della croce, per incominciare Una trentina di bambini, accompagnati dai loro genitori, hanno iniziato il percorso di catechesi del primo anno con la celebrazione della consegna del segno della croce. I bambini hanno conosciuto don Sergio (nella foto), Mariacristina e Gabriele che li hanno guidati alla scoperta della chiesa e dei suoi elementi più significativi, poi hanno imparato l’importanza del segno della croce, col quale sono stati segnati sulla fronte nel giorno del loro battesimo. Don Sergio ha quindi invitato i genitori a ripetere questo gesto sui loro figli. In seguito i bambini hanno imparato a fare il segno di croce e, per ricordarlo bene, hanno ricevuto in dono un cartoncino. Anche ai genitori è stato consegnato un cartoncino con una breve spiegazione del significato di questo segno. Ci auguriamo che questo bel momento sia l’inizio di un cammino altrettanto bello per

tutti, piccoli e grandi. Le prossime tappe di questo itinerario familiare sono le seguenti: 16 novembre, ore 15,00 - Il dono (la creazione per i bambini e la fede per i genitori) 14 dicembre, ore 15,30 - La nascita (guardiamo al Natale con gli occhi dei pastori per i bambini - Ascolto di Lc 2, 1-14 per i genitori) 25 gennaio, ore 15,00 - La giornata di Gesù (Mc 1, 21-39 per genitori e bambini) 22 marzo, ore 15,00 - Commossi davanti a Gesù (Passione di Gesù per bambini e genitori) marzo da stabilire - Via Crucis per le strade del quartiere 3 aprile, ore 15,00 - Venerdì Santo - (Adorazione della croce) 19 aprile, ore 15,00 - Gesù è risorto (l’incontro con la Maddalena per i bambini Confronto sul cammino percorso per i genitori)



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Parrocchie/San Carlo

Comunità cittadina e comunità educante sfide per uscire dalla dimensione della periferia

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o sempre immaginato l’inizio di un nuovo anno pastorale come la partenza dal porto di una nave chiamata ancora una volta a valicare i mari tra albe e tramonti pieni di pace, notti trapuntate di stelle che richiamano l’infinito di Dio e mostrano la piccolezza dell’uomo, tra tempeste e marosi che spesso, quando si è in alto mare, rischiano di rendere tribolato il viaggio. Così, anche quest’anno, la nave della parrocchia san Carlo, ha lasciato il porto per avventurarsi in un nuovo viaggio che sempre si compone delle gioie e delle fatiche di un cammino comunitario. Ma, come non mai, la partenza di quest’anno è segnata da due grosse novità. Innanzitutto, quella della famiglia più grande, la nuova Comunità pastorale cittadina san Giovanni Paolo II. Anche se può non sembrare una gran novità, in realtà questa nuova configurazione ecclesiale, intrapresa nella città di Seregno, porta un respiro nuovo anche alla nostra comunità. Per molti anni la nostra parrocchia è vissuta in un “isolamento felice” rispetto alle altre realtà cittadine, tanto che molte persone, ancora oggi, affermano di non essere cittadini di Seregno ma di San Carlo. La lontananza dal centro città, la “ghettizzazione” da parte delle istituzioni che poco si sono prese cura del quartiere, la mentalità troppo spesso chiusa in legami da paesello, hanno portato la parrocchia a serrarsi sempre più in sé stessa, nelle sue tradizioni, nei suoi volti fatti di ruoli ben prestabiliti. L’essere

La parrocchia come una nave che prende il largo divenuti una comunità composta da sei parrocchie e quasi cinquantamila abitanti, ci offre la possibilità di respirare a pieni polmoni un’aria nuova: la comunità cristiana non significa il volto dei soliti noti o le piccole desuete tradizioni; l’annuncio del Vangelo non si svilisce in una gara dal fiato corto. L’essere divenuti parte di una Comunità pastorale ci aiuta a ripensarci come ecclesìa nel senso evangelico del termine, ovvero come comunità di fedeli che professa e cerca di mettere in pratica l’Evangelo di Gesù. «Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli Apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere» (At 2,42). Non è un formalismo giuridico, ma un vero atto di fede nella Chiesa di Cristo che chiama alla conversione del cuore e all’apertura

della mente. La seconda grossa novità nasce da quanto l’arcivescovo chiede a ciascuna comunità cristiana della Diocesi: diventare delle vere comunità educanti. Per molti decenni l’educazione alla fede è stata delegata a figure prestabilite: il prete, la suora, i catechisti, gli educatori... Tutta la comunità cristiana invece, nessuno escluso, deve sentirsi partecipe del compito di educare alla fede educandosi alla fede; ciò significa edificare comunità accoglienti, capaci di legami di fraternità vera, che non si lasciano vincere da mormorii e pettegolezzi... insomma comunità in cui si possa veramente respirare l’aria nuova del Vangelo e non l’odore stantio tipico di una stanza chiusa. Tutto cio’ mi fa quindi pensare al nuovo anno pastorale non

come una semplice e ripetuta partenza di una nave dal porto, quanto come il varo di una nave completamente rinnovata, chiamata ad essere non più parrocchietta di periferia, ma Chiesa nella città! Ecco perché, durante la Messa in cui è stato conferito il mandato ai catechisti e agli educatori, ho chiesto che l’intraprendere un nuovo anno non sia un semplice ripartire quanto piuttosto un vero e proprio iniziare questa nuova missione che la Chiesa ci affida. Buon viaggio, dunque, alla rinnovata nave di san Carlo, chiamata insieme a tutta la flotta della Comunità pastorale san Giovanni Paolo II a prendere il largo per vivere ed annunciare la bellezza del Vangelo di Gesù anche all’uomo di oggi. Don Alessandro Chiesa


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Comunità religiose/Piccolo Cottolengo di don Orione

A Lourdes e Sotto il Monte per pregare ad Albarola per gustare il buon vino

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nche quest’anno alcuni gruppi di ospiti del Piccolo Cottolengo di don Orione si sono recati in pellegrinaggio a Lourdes, accompagnati da volontari dell’Unitalsi, dell’Oftal e da quelli che fanno parte della famiglia orionina. Al pellegrinaggio hanno partecipato sia persone disabili sia anziane e l’entusiasmo è stato inimmaginabile. Essere pellegrini alla Grotta della Madonna è un dono immenso e ognuno ha pregato per chi a casa li attendeva. I “ragazzi disabili” hanno pensato alle loro famiglie e agli operatori, acquistando anche piccoli regalini che con gioia ed entusiasmo hanno poi distribuito. Il tempo trascorso in treno è stato altrettanto unico; un lungo, intenso momento di relazioni e cure dispensate e ricevute. Il 2 ottobre alcuni ospiti della RSD, in una splendida e calda giornata autunnale, hanno svolto una gita a Sotto il Monte, visitando i luoghi natii di Giovanni XXIII e la chiesa dove fu battezzato. Per il pranzo il gruppo ha potuto godere della gentile ospitalità del seminario del PIME. La giornata è proseguita con l’attraversamento dell’ Adda sul traghetto leonardesco, per raggiungere il Santuario della Madonna del Bosco, dove i ragazzi hanno partecipato alla recita del rosario. Il 15 e il 22 ottobre, invece, altri ospiti della RSD hanno partecipato ad una gita enogastronomica davvero speciale, ad Albarola (PC). Sono stati ospiti di un’azienda agricola produttrice di vini di alta qualità, dove hanno potuto veramente godere di una festa dei sensi: i colori della campagna e dei vigneti, il profumo del vino nelle antiche botti della cantina e i sapori della cucina tradizionale. Accolti nella antica villa del conte, cuore della tenuta, il gruppo ha trascorso una giornata veramente rilassante e piacevole. Nicoletta Maggioni

Gli ospiti della RSD

Istituto Cabiati-Ronzoni

Sorpresa per il premio del Circolo: occuparsi dei bambini è bellissimo

Domenica 9 novembre 2014 le Suore Sacramentine di Bergamo, alle quali è affidato l’Istituto Cabiati-Ronzoni, riceveranno il premio Circolo Culturale San Giuseppe . La finalità del premio è quella di sottolineare l’impegno di persone o gruppi legati al territorio di Seregno, che sappiano dare una costante e concreta testimonianza dei valori cristiani in ambito sociale, civile, culturale o religioso. Quest’anno con decisione unanime, il premio è stato attribuito a suor Bertilla, suor Angela e suor Antonia. Nessuna di loro si sarebbe mai aspettata di ricevere un riconoscimento e tutte insieme ci tengono a farci sapere che: “E’ una piacevole sorpresa sapere che il nostro lavoro a beneficio dei bambini è apprezzato, riconosciuto ed anche premiato, ma occuparsi dei bambini è già bellissimo, poiché ci danno vita, gioia, esempi di semplicità, ricchezza spirituale, anche se a volte per la loro vivacità e irrequietezza, ci chiedono pazienza e comprensione. Essi, con la loro spontaneità, con il loro affetto e la loro squisita naturalezza, ci danno assai di più di quanto noi possiamo dar loro”.

Istituto Pozzi

La Madonna della Medaglia Miracolosa, festa in arrivo All’Istituto Pozzi si prepara la festa della Madonna della Medaglia Miracolosa. La Medaglia deve la sua origine alle apparizioni della Santa Vergine, avvenute nella Cappella della Rue du Bac di Parigi. Il 27 novembre 1830, la Vergine Immacolata apparve a Santa Caterina Labouré e le affidò la missione di far coniare una medaglia sul modello da Lei stessa presentato: «Fa’ preparare una medaglia su questo modello. Tutte le persone che la porteranno sopra di sé sentiranno la protezione della Vergine. Le grazie saranno abbondanti per coloro che la porteranno con fiducia.» La Medaglia si propagò immediatamente in modo prodigioso, e per suo mezzo si ottennero innumerevoli grazie di conversione, di protezione, e di guarigione tanto che la gente cominciò a chiamarla “miracolosa”. Il programma è il seguente: Martedì 18 novembre presso la Cappellina inizio della novena di preparazione Ore 17:45 Recita del S. Rosario Presentazione dei simboli della Medaglia e recita della Novena Perpetua Giovedì 27 novembre Festa della Madonna della Medaglia miracolosa nell’anniversario delle apparizioni Ore 7 Celebrazione di Lodi Ore 20:45 S. Messa solenne nella chiesa dell’Istituto Distribuzione della Medaglia Miracolosa. Rinfresco conclusivo.


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Comunità/Nuovi arrivi in Abbazia San Benedetto

Dom Ilario da venditore di auto a monaco per coronare una vocazione nata a 18 anni

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om Ilario Colucci, nato a Matera il 30 agosto 1967, è l’ultimo dei nuovi arrivati che negli ultimi mesi hanno ingrossato le fila del monastero olivetano di via Stefano, contribuendo così ad alleviare le fatiche dei più anziani. E’ novizio dal 2012 e nel 2013 ha emesso la prima professione nella comunità di Picciano, santuario della Madonna di Picciano, con l’abate padre Michelangelo Tiribilli. Ha scelto la via monastica da adulto coronando un sogno che cullava da quando aveva 18 anni, ma che ha detto: “non ho mai potuto realizzare per non creare un dispiacere a mio padre che non gradiva questa mia scelta, in quanto, secondo la sua convinzione, l’unico figlio maschio doveva perpetrare la discendenza. Quando, però, i miei genitori sono entrambi deceduti, due anni fa, ho bussato alla porta del monastero e adesso sto percorrendo tutte le tappe per poter arrivare presto al sacerdozio”. Dom Ilario, diploma di ragioniere in tasca, per 25 anni ha lavorato nel settore delle auto. Dapprima come venditore e poi, negli ultimi dieci anni, come direttore commerciale di una concessionaria Opel in Puglia a Gioia del Colle. “Tra i miei titolari - ha proseguito ho trovato delle resistenze prima di poter lasciare l’incarico”. E’ in città dal 5 ottobre, con lo scopo principale di seguire i corsi di teologia al Pime di Monza. “In questa città ho trovato molta devozione”. PaoloVolonterio

Dom Ilario Colucci (a destra) con l’abate padre Michelangelo Tiribilli

Molte le tappe del loro cammino religioso

L’approdo seregnese di due monaci ghanesi In abbazia san Benedetto, dopo diversi anni, si sono ritrovati, recentemente, due cittadini ghanesi che hanno scelto la via monastica. Si tratta di Francis Kumi e Richard Kofi Apprey (nella foto con l’abate Tiribilli), entrambi nati a Kumasi. Dom Francis, è nato il 5 novembre 1973, si trova in città, per seguire i corsi di teologia al Pime di Monza. Uno studio per poter diventare fra qualche anno sacerdote. E’ entrato come novizio a Bologna nel 2003, consigliato da don Emanuel Boateng, dove è rimasto fino al 2006, quindi è rientrato in Ghana per l’inaugurazione del monastero avvenuta il 21 marzo 2006. Il 15 agosto 2008 ha emesso la professione perpetua a Bologna, e subito dopo è ritornato in Ghana come superiore del monastero “Monte Oliveto Kumasi”, con 4 professi perpetui, 2 professi temporanei, 2

novizi e 4 postulanti. Nel 2012 era a Roma a Sant’Anselmo per la formazione benedettina, quindi a Firenze San Miniato al Monte e da circa un mese è in città. Dom Kumi in Patria è stato catechista di dom Richard Apprey, nato il 4 luglio 1980, che prima di accostarsi alla vita monacale, essendo ragioniere, con diploma ottenuto a Cape Coast, era impiegato al comune di Kumasi, negli uffici di contabilità oltre che amministratore del servizio civile. E’ presente nel monastero di san Benedetto dal novembre 2013, come oblato. E’ in Italia dal 2002 e fino al 2004 ha effettuato esperienze diverse, quindi nel 2004 a Bologna decideva di entrare nel monastero di Santo Stefano detto delle Sette chiese. Nel 2007-2008 si trasferiva a Zocca Montombrano, mentre nel 2009 decideva di diventare oblato a Bologna. P. V.



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Notizie/Circolo culturale San Giuseppe

Il premio alle suore dell’istituto Cabiati-Ronzoni momento clou dell’annuale giornata di apertura

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arà la giornata di apertura del centoventisettesimo anno sociale, in calendario domenica 9, l’appuntamento più importante per il Circolo culturale San Giuseppe nel mese di novembre che stiamo vivendo. Il programma prevede alle 8,45 una santa Messa nella Basilica San Giuseppe, che sarà celebrata dal nuovo assistente ecclesiastico don Mauro Mascheroni, prima che alle 10 ci si sposti nella sala cardinale Minoretti, interna al Centro pastorale monsignor Ratti di via Cavour 25, per la tradizionale assemblea dei soci. In questa occasione, oltre alla presentazione del bilancio dell’attività nell’ultimo anno e di un resoconto economico, è prevista la consegna del premio «Circolo culturale San Giuseppe» alla comunità delle Suore Sacramentine di Bergamo dell’Istituto Cabiati-Ronzoni, per la testimonianza dei valori cristiani che le religiose hanno saputo offrire, quasi nel nascondimento, fin da quando, nell’ormai lontano 1920, hanno cominciato ad attendere alla struttura di via San Benedetto. Chiuderà il percorso un pranzo al ristorante «La Nuova Rustica» di Cantù. Mercoledì 12 novembre, alle 20,30, nel santuario della Madonna dei Vignoli, è in calendario una santa Messa di suffragio per i soci defunti, che precederà un breve momento conviviale in sede. Lunedì 24 novembre, a partire alle 19.30, nuovamente in sede, sarà organizzata una cazzuolata aperta a tutti. Le ade-

Da sinistra suor Angela, suor Bertilla e suo Antonia

Festeggiamenti

Sessant’anni di vita consacrata per la seregnese suor Blanca

La comunità delle suore di Maria Bambina di Milano ha festeggiato il 60° anniversario di vita consacrata di Suor Blanca Novara. Un momento significativo di una vita donata al Signore, che suor Blanca, nativa di Seregno, ha vissuto per molti anni in Spagna, dove si è dedicata per lungo tempo al servizio ai fratelli, secondo la sua vocazione.

sioni, al costo di 20 euro a persona, si ricevono in segreteria (orari: il martedì ed il giovedì dalle 14,30 alle 16, il venerdì dalle 16 alle 18). Sempre in segreteria occorre rivolgersi per iscriversi alla gita natalizia ad Aosta e Bard, che si svolgerà domenica 14 dicembre: i soci pagheranno 30 euro, i non soci 35. Tra le iniziative culturali, ricordiamo l’incontro sul tema «Da grande diventerai…», con Roberta Celi e Serena Costa di Jonas Onlus, in programma in sala Cardinale Minoretti venerdì 14 novembre alle 21, e quello dedicato alla pittura su tela, ancora in sala cardinale Minoretti, che vedrà protagonista la restauratrice Cristina Meregalli giovedì 20 novembre alle 21.


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L’Amico della Famiglia

Notizie/Gruppo Solidarietà Africa

Film, conferenza e concerto per “Africa vive”, una kermesse sempre ricca di nuovi spunti

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orna la nuova edizione di Africa Vive, organizzata dal Gruppo Solidatietà Africa che propone diversi momenti di incontro e di svago. Si inizia con il Concerto per Tanguiéta: “La polifonia sacra attraverso i secoli” con Discanto vocal ensamble (nella foto) venerdì 14 novembre alle 21 presso l’Abbazia San Benedetto. Giovedì 20 novembre, sempre alle 21, in Sala Civica Mons. Gandini l’incontro Venduti a pezzi: i nuovi schiavi della salute globale, a cui interverra il giornalista Paolo Lambruschi. Sabato 29 novembre alle 16 nella Galleria Civica Mariani verrà inaugurata la mostra “Il frate

Gruppo Osanna prega al Ceredo per il Sinodo

e il califfo” una storia di amicizia oltre ogni frontiera, che si potrà visitare fino a domenica 7 dicembre (orari: 1012 / 16-19). Infine le proposte cinematografiche con “Bianco e nero” Rassegna del cinema africano, mercoledì 5, 19

e 26 novembre alle 21,15 al Movie studio (via Gandhi 8): in proiezione La Djassa a pris feu (Costa d’Avorio, 2012), Chroniques d’une cour de récré (Marocco, 2012), Land Rush (Mali, 2012) e La conchiglia (Somalia, 1992).

Azione Cattolica

<Lectio divina> sul Vangelo di Giovanni E’ iniziata lunedì 3 novembre la proposta di Lectio Divina “Rinascere di nuovo (dall’alto)”, per gli adulti di tutte le parrocchie di Seregno. Attraverso i personaggi del vangelo di Giovanni che hanno cambiato la loro vita dopo l’incontro con Gesù, capiremo come impegnarci per costruire una vita coerente nell’adesione al Vangelo. Il prossimo incontro sarà lunedì 1 dicembre alle 21 nel Santuario dei Vignoli. Don Mauro Mascheroni sarà guida in questo cammino. Mercoledì 19 novembre continua l’itinerario formativo per gli adulti sul testo “Vita d’Autore”: alle 21 presso la sala don Giuseppe Busnelli del Centro pastorale in via Cavour 25. E’ un forte richiamo a vivere il mandato che Papa Francesco ci ha affidato: “rimanere in Gesù; andare per le strade; gioire sempre

nel Signore”. Domenica 7 dicembre, presso il Centro pastorale ambrosiano a Seveso San Pietro, si terrà la giornata decanale di ritiro per l’Avvento: è la prima occasione per incontrarci con gli amici dell’Azione Cattolica delle altre parrocchie del nostro “nuovo” decanato Seregno-Seveso. Per il gruppo degli adolescenti sono in programma l’incontro di decanato il 15 novembre e gli esercizi spirituali il 29 novembre. L’Azione Cattolica Studenti sta preparando la grande iniziativa, culturale ed ecclesiale, della “4 giorni invernale” con la città di Padova. Un modo interessante per conoscere l’Azione cattolica. Per conoscere di più visita il sito www.azionecattolicamilano.it

Il 12 ottobre il gruppo Osanna ha partecipato a Montichiari alla XXXVI Convocazione Regionale del Rinnovamento nello Spirito, ispirata alla figura di Paolo VI. Egli comprese che il Rinnovamento nello Spirito Santo nacque per essere una corrente di grazia all’interno della chiesa. Vero profeta, a volte anche incompreso e osteggiato, fu proprio lui che guidò la Chiesa ad attraversare un momento molto difficile e ad aprirsi alle sfide ancora più grandi che l’attendevano. Martedì 14 ottobre nella parrocchia del Ceredo abbiamo vissuto un momento di preghiera di intercessione che il nostro movimento chiama “muro di fuoco” per la buona riuscita del Sinodo straordinario sulla famiglia. Il Rinnovamento crede nella famiglia, con le sue sfide inedite e le grandi risorse, perché con essa la Chiesa respira a pieni polmoni per se stessa e per tutta l’ umanità. Per novembre abbiamo da segnalare il ritiro nazionale per sacerdoti, diaconi e religiosi ad Assisi da lunedì 17 a sabato 22.


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Notizie/Associazione Carla Crippa

La torta paesana invade il centro della città: fette di dolce per aiutare i bambini della Bolivia

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ome da tradizione, il mese di novembre dell’Ass. Carla Crippa è caratterizzato dalla “Torta paesana”, manifestazione ormai giunta alla 15esima edizione: sabato 22 e domenica 23 il centro della nostra città sarà “invaso” dal dolce brianzolo, offerto con generosità da panettieri e pasticceri seregnesi. Il programma della manifestazione prevede la vendita della torta a partire da sabato pomeriggio e per tutta la domenica. Nel pomeriggio della domenica, inoltre, sono previsti momenti di animazione per grandi e piccini a cura di diverse realtà attive nel sociale: l’associazione SorridiMI, che si occupa dell’animazione per bimbi ospedalizzati, la compagnia teatrale Folle Idea, l’associazione Follarthemiya, che si occupa anche del coinvolgimento di ragazzi diversamente abili nell’arte del teatro, e infine BM Radio, che collabora con la nostra associazione per l’organizzazione di varie iniziative. Non mancheranno il banchetto con l’artigianato boliviano ed il vin brulè per accompagnare una fetta di torta e scaldarsi un po’. Lo scopo della manifestazione è raccogliere fondi per sostenere i nostri progetti in Bolivia, in particolare per garantire un futuro all’Hogar de la Esperanza, che da oltre 15 anni ospita bambini figli di detenuti, altrimenti costretti a convivere con i genitori all’interno delle mura del carcere di Palmasola.

Il Gen Rosso per il Movimento dei Focolari

La torta paesana torna il 22 e 23 novembre

Conferenza San Vincenzo

Colletta alimentare il 29 novembre poi sotto con il mercatino natalizio

Il 24 e 25 ottobre scorso sono stati celebrati gli oltre 75 anni di apertura dell’Asilo notturno di Monza, una realtà nata dalla collaborazione tra la S. Vincenzo e l’amministrazione comunale e diventata punto di riferimento per tutte le Conferenze di zona. Un appuntamento importante sarà il prossimo 29 novembre con la 18esima Giornata Nazionale della Colletta Alimentare 2014: come ogni anno, sarà possibile donare generi alimentari di prima necessità che verranno raccolti anche dai nostri volontari, presenti fuori dai supermercati. Un’iniziativa importante, se si considera che grazie alla raccolta fatta in Lombardia si garantisce il 20% di quanto il banco alimentare distribuisce durante tutto l’anno. Dal 5 al 14 dicembre si aprirà il Mercatino natalizio, che come lo scorso anno sarà allestito in via Volta; speriamo che gli ottimi risultati già ottenuti con la vendita del Pan Tramvai (210 confezioni vendute, con un guadagno di circa 800 euro per la nostra Conferenza) e il mercatino alla festa del Lazzaretto siano di buon auspicio. Certamente sono una conferma dell’attenzione e del sostegno che i parrocchiani riservano alla nostra associazione di cui siamo sempre grati.

La complessità del mondo di oggi quasi ci impone di trovare mezzi nuovi ed adeguati per l’annuncio della “Parola” che non si sostituiscano ai canali tradizionali, ma che si ripromettano di portarla là dove abitualmente non arriva. Dentro questa ottica i complessi musicali Gen Rosso e Gen Verde, emanazione del Movimento dei Focolari, con il linguaggio della musica cercano di portare ai giovani e non solo i valori del Vangelo. In questo mese il Gen Rosso (nella foto) offre una possibilità ai nostri giovani di fare un’esperienza senz’altro da provare, con una serie di eventi al teatro Manzoni e presso l’istituto Mapelli di Monza dal titolo “Forti senza violenza”. Le scuole avranno una grossa parte in questa manifestazione: iscrivendosi presso le segreterie, i ragazzi potranno partecipare a laboratori a stretto contatto con gli artisti, e ne sono previsti tre in mattinate diverse; infine il 12 e il 14 novembre presso il teatro Manzoni verrà presentato lo spettacolo musicale “Streetlight”, aperto a tutti. Referente per gli spettacoli serali: Giulia – cell. 347 9563916; a Seregno trovate i biglietti da Simone - cell. 3338476979


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Notizie/Consultorio Interdecanale <La Famiglia>

Dipendenza affettiva: sette incontri di gruppo, incontri su coppia e infertilità e su Genitori 2.0 La scomparsa di suor Nicoletta e suor Adalia

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l Consultorio Interdecanale “La Famiglia” e la Fondazione per la famiglia E. Stein onlus propongono l’iniziativa “M’ama, non m’ama, mi amo? Donatori d’amore a senso unico”, un percorso di gruppo per trattare le problematiche della dipendenza affettiva, da come riconoscerla a come affrontarla. Il percorso prevede sette incontri di gruppo, ciascuno dedicato ad una tematica diversa; partirà non appena raggiunto un numero sufficiente di iscrizioni. La partecipazione è gratuita ma è necessaria l’iscrizio-

ne telefonica (0362234798) o direttamente presso la sede del Consultorio in via Cavour, 25. Inoltre la Fondazione Stein propone altri due percorsi, con incontri che si terranno al Consultorio Familiare CE.A.F di via Portichetto 21 a Desio: “Coppia ed infertilità: affrontiamola insieme”, il mercoledì dal 5 novembre al 10 dicembre, e “Genitori 2.0”, il lunedì dal 10 novembre al 9 febbraio 2015. Per informazioni e iscrizioni rivolgersi al Consultorio CE.A.F di Desio (0362629193).

Scuola di italiano per stranieri

La Bolivia di Massimo Pozzi al centro di “Un’ora con... the” Il 16 agosto scorso è venuta a mancare Suor Nicoletta Marelli (nella foto in alto). Nativa di Seregno, faceva parte della comunità delle suore di Maria Bambina. La sua vita, trascorsa per molti anni in Trentino, è stata dedicata al servizio dei “piccoli”, all’inizio come educatrice di scuola materna ed elementare, e negli ultimi anni con l’assistenza spirituale agli anziani. Agli inizi di ottobre è invece mancata nella casa madre delle Piccole suore della Sacra Famiglia a Castelletto di Brenzone in provincia di Verona, suor Adalia Pozzi, nata a Seregno il 3 ottobre 1915. Nella sua missione si è occupata soprattutto di orfani di guerra.

Domenica 26 ottobre dalle 15,30 alle 18, presso la sede della scuola, insegnanti, studenti, rappresentanti di associazioni locali, amici italiani e stranieri si sono ritrovati per la terza edizione di “Un’ora con...the”. La simpatica iniziativa ha lo scopo di accogliere i nuovi iscritti ai corsi e trascorrere insieme un pomeriggio all’insegna della cultura e dell’amicizia con musica, conoscenza di uno stato e degustazione di bevande tipiche accompagnate da dolci vari. Quest’anno Massimo Pozzi, seregnese conoscitore della Bolivia, ha illustrato con dovizia di particolari questo stato dell’America del sud con l’ausilio di immagini e aneddoti riguardanti usi, costumi, situazione economica e politica, stile di vita della popolazione a seconda della posizione geografica, del reddito e dell’istruzione. Un ricco buffet multietnico preparato da volontari e studenti ha concluso l’evento.

Unitalsi in massa a Caravaggio e tanti incontri La Sottosezione di Monza dell’Unitalsi ha organizzato sabato 4 ottobre un pellegrinaggio serale a Caravaggio. Il nostro gruppo ha partecipato con oltre 60 persone in unione con i comitati di altri paesi della zona. Alla cerimonia erano presenti circa 800 persone, che hanno dato vita a una fiaccolata sotto i portici del Santuario recitando il S. Rosario meditato, e con la S. Messa celebrata da mons. Pietro Cresseri, vicario episcopale della zona di Sesto San Giovanni. Sabato 11 alle 15 abbiamo partecipato alla S. Messa dell’ammalato alla chiesa del Lazzaretto, con la presenza del Movimento Terza Età. Dopo la celebrazione c’è stato un momento di svago con una recita e un rinfresco. Infine domenica 26 abbiamo programmato la consueta “castagnata”. Il mese di novembre inizierà con il consueto incontro con i disabili <6 ruote di speranza> presso l’Autodromo di Monza, cui farà seguito martedì 4 il ricordo di tutti i nostri morti con la celebrazione della S. Messa alle 20.30 presso le Suore Canossiane.


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Notizie/Ordo Viduarum Ambrosianus

Le vedove benedette presenti anche a Seregno gruppo nato nel 2002 con il cardinal Martini

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oco si conosce dell’”Ordo Viduarum Ambrosianus” al quale appartengono le vedove benedette che intendono aderire ad una forma di vita nella quale vivere più profondamente la consacrazione battesimale, la confermazione e la vocazione già propria del matrimonio. Dopo un biennio di preparazione, le vedove ricevono la Solenne Benedizione dall’Arcivescovo o dal Vicario Episcopale e i loro nomi vengono iscritti nell’apposito Albo diocesano dell’Ordo. Mediante questo rito liturgico, la vocazione alla consacrazione della vedova è riconosciuta e accolta come un dono dalla Chiesa. In particolare le vedove benedette si impegnano nel “ministero della consolazione” per essere vicine a chi è segnato dalla sofferenza ed aiutarlo a vivere coraggiosamente il momento di prova alla luce della fede. Nella diocesi di Milano l’Ordo Viduarum ha preso avvio nel 2002 quando, all’allora cardinal Martini, si presentarono due vedove che proponevano una consacrazione che già esisteva in epoca apostolica. Il cardinal Martini accettò con gioia e successivamente anche i cardinali Tettamanzi e Scola hanno dato e danno grande sostegno all’Ordine. Anche a Seregno esiste un gruppo di vedove consacrate che mensilmente si riunisce a Milano sotto la guida di monsignor Piantanida. Nell’ultimo incontro si è parlato di Sinodo, visto l’impegno della Chiesa a riflettere sulla chiesa domestica che è la famiglia, e sono state fatte alcune riflessioni su San Giovanni Paolo II, San Giovanni XXIII e sul Beato Paolo VI.

Movimento Terza Età

Preghiera, giochi, conferenze per gli incontri del giovedì

Dopo l’apertura dell’anno sociale continuiamo con vivo interesse ed entusiasmo gli incontri del giovedì dell’anziano, aperti a tutti, con proposte di evangelizzazione e promozione umana. Il mese di ottobre si è concluso con la bellissima visita all’Abbazia di Piona svoltasi giovedì 30 ottobre. Ecco di seguito i prossimi appuntamenti: Giovedì 13 novembre alle ore 15.30 presso il monastero delle adoratrici Perpetue del SS. Sacramento di via Stefano, adorazione eucaristica. Al termine incontro in parlatorio con le suore. Giovedì 20 novembre alle ore 15 presso il Centro Pastorale mons. Ratti di via Cavour tombolata con ricchi premi. Giovedì 27 novembre alle ore 15 presso il Centro Pastorale mons. Ratti incontro sulla salute con la dott.ssa Carmen Minotti, psicologa del Consultorio Familiare. Giovedì 4 dicembre alle ore 15 presso il Centro Pastorale mons. Ratti incontro con testimonianze in ricordo di suor Camilla Tagliabue, missionaria in India, a dieci anni dalla sua scomparsa. Il nostro gruppo sostiene la sua missione con un’adozione a distanza.

Granis

Iniziata la scuola di formazione all’impegno socio-politico

L’ufficio della pastorale sociale propone a livello diocesano la partecipazione ad un percorso annuale della Scuola di formazione all’impegno socio-politico “Date a Cesare quel che è di Cesare” sul tema “2015: La città si apre al mondo. Per un nuovo impegno politico”. Il primo incontro, “Il valore della buona politica”, si è svolto giovedì 23 ottobre, con una lezione introduttiva a cura di don Walter Magnoni. Il prossimo incontro sarà giovedì 13 novembre sul tema “I fondamenti biblici del pensiero cristiano: che cosa ancora, che cosa oggi a Cesare”: a partire da brani biblici, si metteranno in luce i fondamenti del rapporto del cristiano con il potere e la concezione cristiana del potere come servizio. Tutti gli incontri si terranno presso il Centro diocesano di via S. Antonio 5 a Milano, dalle 18,30 alle 20,15. Registriamo la possibilità di organizzare, a livello locale, momenti che saranno coordinati dal neonato decanato di Seregno-Seveso, commissione per l’animazione sociale. Per aggiornamenti e riflessioni: chiesadimilano.it/pastorale sociale

Maestri cattolici presenti a fianco di prof e famiglie L’Aimc (Associazione italiana maestri cattolici) è presente con una sua sezione anche a Seregno, e vive momenti associativi incontrandosi periodicamente per discutere delle problematiche della scuola e partecipando alle attività del territorio. Ha fatto sentire la sua presenza in occasione della Giornata mondiale dell’insegnante, il cui tema era “Scuola inclusiva e disabilità”. La giornata si è celebrata lo scorso 5 ottobre, e l’Aimc ha inviato proposte di corsi di formazione in diverse scuole dell’obbligo della provincia di Monza.

Movimento Vita messa il 16 a Sant’Ambrogio In questi giorni, dal 7 al 9 novembre, si è tenuto a Montesilvano (Pescara) il convegno annuale dei Cav italiani a cui hanno partecipato circa 400 delegati, tra cui anche la nostra presidente Elena Galbiati. Durante il convegno sono state fatte numerose riflessioni con approfondimenti su vari temi culturali e di attualità inerenti la “Vita”: il tema infatti era “Il futuro comincia qui...”. Anche questo mese si è celebrata, presso la chiesa del Lazzaretto la consueta S. Messa per la Vita; la prossima sarà domenica 16 novembre nella chiesa di Sant’Ambrogio alle 11.15.


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AGENDA: TUTTI GLI INDIRIZZI UTILI

Basilica San Giuseppe

Parrocchia Sant’Ambrogio

Mons. Bruno Molinari Piazza Libertà 6 Tel.: 0362 231308/231347 Don Mauro Mascheroni Tel.: 340 3859429 Don Francesco Scanziani Tel.: 0331 867111 Don Gianfranco Redaelli Tel.: 0362 223247 Mons. Luigi Schiatti Tel.: 0362 235501 www.basilicasangiuseppe.it basilicasangiuseppe@tiscali.it seregnoprepositurale@chiesadimilano.it

Don Renato Bettinelli viale Edison 64 Tel.: 0362 230810

via Piave 6 Tel.: 0362 323002

Oratorio

Istituto Pozzi – Figlie della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli

Oratorio San Rocco

Resp. don Gianmario Poretti Via Cavour 85 Tel./Fax: 0362 241756 www.oratoriosanrocco.it info@oratoriosanrocco.it

Cine-teatro S. Rocco

via Cavour 85 Tel./Fax: 0362 230555/327352 www.teatrosanrocco.com info@teatrosanrocco.com

Parrocchia Santa Valeria Don Giuseppe Colombo via S. Anna 7 Tel.: 0362 230096 Don Lino Magni Tel.: 0362 224143 Don Sergio Ceppi Tel.: 340 5403243 www.parrocchiasantavaleria.it info@parrocchiasantavaleria.it seregnosantavaleria@chiesadimilano.it

Oratorio San Domenico Savio Resp. Giulia Viggiani via Wagner 85 Tel.: 0362 236128

Resp. don Gabriele Villa via don Gnocchi 2/3 www.psase.it - parrocchia@psase.it seregnosantambrogio@chiesadimilano.it

Cine-teatro S. Ambrogio viale Edison 54 Tel.: 0362 222256

Parrocchia B.V. Addolorata al Lazzaretto

Istituto Don Gnocchi

via Alfieri 8 Tel.: 0362 231217 www.istitutopozzi.it

Istituto educativoassistenziale Cabiati Ronzoni Suore Sacramentine di Bergamo

Don Sergio Loforese via Vivaldi 16 Tel./Fax: 0362 239193 Don Pino Caimi Tel./Fax: 0362 232860 seregnolazzaretto@chiesadimilano.it

via S. Benedetto 49 Tel.: 0362 231230

Parrocchia San Carlo

Istituto Figlie della Carità Canossiane

Don Alessandro Chiesa via Borromeo 13 Tel.: 0362 1650197 Don Giuseppe Pastori Tel.: 0362 629635 www.sancarloseregno.it parrocchia@sancarloseregno.it seregnosancarlo@chiesadimilano.it

Abbazia San Benedetto via Stefano da Seregno 100 Tel.: 0362 268911/321130

Centro culturale San Benedetto via Lazzaretto 3 Tel.: 0362 231772

Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento

Suore Sacramentine di Bergamo

via Don Gnocchi 25 Tel.: 0362 237107

via Torricelli 38 Tel.: 0362 237704

Circolo culturale S. Giuseppe Centro pastorale Mons. Enrico Ratti

via Cavour 25

www.circolosangiuseppeseregno.com circolosangiuseppe@libero.it

Fondazione per la famiglia E. Stein Onlus Consultorio Interdecanale La Famiglia Centro pastorale Mons. Enrico Ratti

via Cavour 25 Tel.: 0362 234798

via Wagner 85 Tel.: 0362 326640

via Stefano da Seregno 52 Tel.: 0362 238368

consultoriofamiliareinte@tin.it Orari apertura: lunedi-martedì-giovedì ore 1419 – mercoledì-venerdì ore 9-12 – sabato ore 14-17

Parrocchia San Giovanni Bosco al Ceredo

Cappella Ospedale Trabattoni

Unitalsi

Don Paolo Morelli

via Torricelli 42 - Seregno Tel.: 0362 239074

Cine-teatro S. Valeria

Don Sergio Dell’Orto

Oratorio

Resp. Giovanna Agostini via Tiziano Vecellio Tel.: 0362 238382 www.parrocchiaceredo.it segreteria@parrocchiaceredo.it ceredo@chiesadimilano.it

via Verdi 2 Tel.: 0362 223217

Santuario di Maria Ausiliatrice Piccolo Cottolengo don Orione

via Verdi 85 Tel.: 0362 22881

(delegato Silvio Agradi)

Tel.: 0362 235943 Tel.: 349 2935093

unitalsi.seregno@alice.it www.unitalsi.it Incontro ogni mercoledì dalle ore 16 alle ore 17 presso Centro pastorale Mons. Enrico Ratti via Cavour 25


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AGENDA: TUTTI GLI INDIRIZZI UTILI

Movimento Terza Età

Centro Ascolto decanale Caritas

Centro pastorale Mons. Enrico Ratti

via Cavour 25

Ritrovo ogni giovedì pomeriggio dalle 15.30 alle 17

Rinnovamento nello Spirito Santo (R.n.S.) Gruppo Osanna

www.rns-lombardia.it/www.rns-italia.it rocco.cotardo@virgilio.it Ritrovo ogni giovedì: ore 20.30 Santa Messa parrocchiale – segue preghiera comunitaria carismatica ore 21-22.30

Associazione dilettantistica Polisportiva GXXIII

Circolo ACLI di Seregno

s.carloseregno@virgilio.it

Gruppo Scout Seregno 1 presso parrocchia S. Valeria capigruppo@seregnouno.it - www.seregnouno.it

AIMC sezione di Seregno via G. Galilei 52 Cell. 3281216826

seregnodancecentre@polisportivag23.com

emanuele.verdura@libero.it

Scuola di italiano per stranieri “Culture senza frontiere”

Movimento dei Focolari Seregno presso Fumagalli Cesare

via Lamarmora 43

via Enrico Toti 38 ore

Conferenza S. Vincenzo de’ Paoli Mensa della Solidarietà – Segreteria

via Lamarmora 43 Cell. 334 1805818

Orari di apertura: dal lunedì al sabato ore 11.30/12.30 Punto di raccolta indumenti

presso Istituto Pozzi - via Sicilia Cell. 338 3776091

Orari di apertura: ogni lunedì, ore 15-17 Punto di distribuzione

presso Istituto Pozzi – via Sicilia Cell. 338 3776091

Orari di apertura: ogni giovedì, ore 15-17

Movimento per la Vita/ Centro Aiuto alla Vita presso Centro Ascolto Caritas

Istituto Pozzi – via Alfieri 6 Tel.: 0362 222397/239431 per urgenze

m.p.v.seregno@tiscali.it www.mpv.org Orari di apertura: mercoledì ore 17-19 – sabato ore 10-12

maternacabiati@libero.it

Scuola dell’infanzia S. Carlo

presso presidente prof. Emanuele Verdura

via Lamarmora 43 Tel.: 0362 231609

via Grandi 7 Tel.: 0362 231089

cdaseregno@gmail.com

via Carlini 11 Tel.: 0362 244047/230047

via Tiziano 2 Cell. 333 6425504

Cell. 393 0428986

via Alfieri, 6 Tel.: 0362 222397

Orari di apertura: mercoledì ore 17-19 – sabato ore 10-12

presso Chiesa di San Giovanni Bosco

borgonovo.laura@gmail.com Orari di apertura: martedì e giovedì 14.30/16.00 - ore 20.30/22.00 Inizio corsi 2014: 23 settembre 2014

presso Istituto Pozzi

Scuola dell’infanzia O. Cabiati

fumagallicesare@hotmail.com

Scuole Paritarie Asilo Nido e scuola dell’infanzia M. Immacolata via Lamarmora 43 Tel.: 0362 237670

nido.immacolata@libero.it

Scuola dell’infanzia Ottolina Silva via Montello 276 Tel.: 0362 320940

scuolaottolinasilva@libero.it

Scuola dell’infanzia De Nova Archinti via S. De Nova 38 Tel.: 0362 231390

www.santinodenova.altervista.org

Scuola dell’infanzia Ronzoni Silva via Toti 3 Tel.: 0362 238296

segreteria@scuolamaterna-ronzonisilva.it www.scuolamaternaronzonisilva.it pagina facebook: Scuola Materna Ronzoni Silva, via E.Toti 3, Seregno

via S. Carlo 43 Tel.: 0362 629910

Scuola parrocchiale S. Ambrogio via Edison 54/D ang. Via Don Gnocchi Scuola dell’infanzia Romeo e Gianna Mariani

Tel.: 0362 330220 Scuola Primaria e Secondaria di I grado

Tel.: 0362 234186 s.ambrogio@tin.it

Collegio Arcivescovile Ballerini Don Gianluigi Frova e don Guido Gregorini via Verdi 77 Tel.: 0362 235501-2/238788 info.ballerini@collegifacec.it www.collegioballerini.it

Istituto Europeo M. Candia e scuola dell’infanzia S. Giuseppe Via Torricelli 37 Tel.: 0362 230110/1570309 segreteria@iemcandia.org www.iemcandia.org

Auxilium India Onlus via Carlini 15 Tel.: 0362 239431 www.auxiliumindia.it auxiliumindia@tiscali.it

Associazione Carla Crippa Onlus presso Circolo culturale S. Giuseppe Centro pastorale Mons. Enrico Ratti

via Cavour 25 Cell. 333 9560868 / 333 3104354 www.associazionecarlacrippa.org info@associazionecarlacrippa.org

Gruppo Solidarietà Africa Onlus via S. Benedetto 25 Tel.: 0362 221280 www.gsafrica.it gsafrica@tin.it


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ORARIO DELLE SANTE MESSE

SS. MESSE VIGILIARI (sabato pomeriggio e sera) 16.30 17.30 18.00

18.30 19.00 20.00 20.30

Don Gnocchi Don Orione Basilica S. Ambrogio S. Carlo Abbazia S. Valeria Ceredo Ospedale S. Salvatore Lazzaretto

SS. MESSE FESTIVE (domenica e festivi) 7.00 7.30

Don Orione S. Valeria

7.30 8.00

8.30 8.45 9.00 9.30 9.45 10.00 10.30

Basilica S. Ambrogio Ceredo Abbazia Sacramentine Basilica Ospedale Istituto Pozzi S. Valeria Don Orione Abbazia S. Ambrogio Basilica Lazzaretto S. Carlo Ceredo S. Cuore S. Salvatore

11.00 11.15 11.30 17.00 17.30 18.00

18.30 20.30

S. Valeria Don Orione Abbazia S. Ambrogio Lazzaretto Basilica Don Gnocchi Don Orione Ceredo Basilica S. Carlo Abbazia S. Valeria Lazzaretto S. Ambrogio

SS. MESSE FERIALI 7.00

Sacramentine Istituto Pozzi Abbazia

7.30 8.00 8.30

9.00 15.30 16.30 17.30 18.00 18.30 20.30

Basilica S. Salvatore S. Valeria Don Orione Ceredo S. Ambrogio Lazzaretto S. Carlo Basilica Cappella Ospedale Don Gnocchi Don Orione Basilica Abbazia S. Valeria S. Ambrogio Vignoli (mercoledì) Ceredo (giovedì)

STATISTICHE AGOSTO/SETTEMBRE

PARROCCHIA SAN GIUSEPPE BATTESIMI Letizia Sala, Isabella Rosa Alessi, Tommaso Carlassara, Sara Citterio, Adele Vergani, Noemi Ruzzo, Ludovico De Maio, Chiara Confalonieri, Sofia Bonelli, Gaia Silvestri, Aurora Zani, Emma Lamarmora, Beatrice Galimberti, Alice Maesani, Emma Ortesi, Arianna Agazzi.. Totale anno: 127 MATRIMONI Elisa Colombo e Giacomo Pessi, Paola Stefani e Gianluca Cantori, Roberta Rizzo e Andrea Martinelli. Totale anno: 38 DEFUNTI Marcello ter Smitten (anni 50), Carlo Mariani (anni 77), Franca Barzaghi (anni 71), Pierisa Gagliardi (anni 81), Rosa Teresa Colombo (anni 73), Adeniser Grassi (anni 83) Angela Rota

(anni 96), Maria Anna Villa (anni 84), Luigia Bancheri (anni 83). Totale anno: 135

PARROCCHIA SANT’AMBROGIO BATTESIMI Sofia Alecci, Felisa Maria Oboli, Maria Sole Pagano. Totale anno: 30 MATRIMONI Maria Antonietta Esposito e Davide Mitta, Alice Porta e Diego Amedeo D’Abbundo. Totale anno: 10 DEFUNTI Ettore Antonio Zanin (anni 73), Angelo Molteni (anni 72), Enio Marcolini (anni 84), Carmela Mariani (anni 91), Michelina Cariglia (anni 77), Cesira Bot (anni 86), Rita Lo Re (anni 76), Flora Bruscagin (anni 76). Totale anno: 60

PARROCCHIA SANTA VALERIA BATTESIMI Giulia Rita Boninsegna, Ginevra Colzani, Davide Damonti, Nicolò Arienti. Totale anno: 37

(anni 90), Massimo Villa (anni 51), Giancarlo Giussani (anni 87), Savino Calloni (anni 84), Olimpio Luigino Mariani (anni 90). Totale anno: 29

MATRIMONI Elisabetta Gaiani e Matteo Trabattoni. Totale anno: 17

PARROCCHIA SAN GIOVANNI BOSCO AL CEREDO

DEFUNTI Elva Lenti (anni 83), Ezio Viganò (anni 77), Maurizio Felice Riva (anni 48), Madre Antonietta Trombetta Canossiana (anni 87), Luigia Mariani (anni 92), Leonardo Dragonetti (anni 66), Eugenio Daniele Zaninello (anni 44), Diego Angelo Preda (anni 89), Amelia Pozzi (anni 89), Vanda Brichese (anni 68). Totale anno: 64

DEFUNTI Teresa Tocchio (anni 93), Mariastella Strazzeri (anni 75), Alberta Di Vuolo (anni 78), Mariarosa Oliverti (anni 74). Totale anno: 23

PARROCCHIA B.V. ADDOLORATA AL LAZZARETTO DEFUNTI

Lidia

Santambrogio

PARROCCHIA SAN CARLO BATTESIMI Gabriele Andreos, Giulia Milan, Aurora Brustolin, Beatrice Citterio, Edoardo Mario Porro, Umberto Gioiella. Totale anno: 16




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