L'amico della famiglia Gennaio 2014

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I presepi 2013 delle parrocchie 1 2 anno XCII - n. 1 Gennaio 2014 - periodico delle comunità cristiane di Seregno

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Don Bosco è qui!

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Il 2014 di Molinari

Suora oggi, perchè

Addio dom Egidio


ORARI DELLE SANTE MESSE FESTIVE NELLA CITTA’ DI SEREGNO

SS. MESSE VIGILIARI (sabato pomeriggio e sera)

In copertina: San Giovanni Bosco. In 4ª di copertina: 1) In basilica san Giuseppe la rappresentazione della nascita di Gesù è stata ambientata secondo lo stile napoletano. Gli edifici e gli accessori son in armonia con i tratti delle preziose statue raffiguranti pastori e contadini delle colline del meridione d'Italia. 2) I "grandi presepi" caratteristici della tradizione di Santa Valeria stavolta sono stati sostituiti da una schematica ed essenziale Natività. 3) Sotto l'emblema della chiesa parrocchiale di Sant'Ambrogio, il gregge di pecore a rappresentare l’intera comunità. 4) Nella parrocchia di San Carlo, per la prima volta il presepe dopo molti anni, ha assunto l'aspetto dell'essenzialità. 5) L'opera esposta nella chiesa della Beata Vergine Addolorata al Lazzaretto raffigura l'evangelizzazione secondo le tre virtù teologali. 6) A fianco della parrocchiale dedicata a san Giovanni Bosco, in un tipico cortile del Ceredo è stato rappresentato il presepe. (Foto Volonterio)

16.30

Don Gnocchi

17.30

Don Orione

18.00

Basilica - S. Ambrogio - S. Carlo - Abbazia

18.30

S. Valeria

19.00

Ceredo - Ospedale

20.00

Santuario Vignoli

20.30

Lazzaretto

SS. MESSE FESTIVE (domenica e festivi) 7.00

Don Orione

7.30

S. Valeria - Basilica

8.00

S. Ambrogio - Lazzaretto - Ceredo - Abbazia

8.30

S. Salvatore - Sacramentine

8.45

Basilica

9.00

Ospedale - Istituto Pozzi

9.30

S. Valeria - Don Orione

9.45

S. Ambrogio - Abbazia

10.00 10.30

«L’AMICO DELLA FAMIGLIA», PERIODICO DELLE COMUNITÀ CRISTIANE DI SEREGNO anno XCII, 19 Gennaio 2014, numero 1

Basilica - Lazzaretto S. Carlo - Ceredo - Don Orione (cappella interna) - S. Salvatore - S. Cuore (solo durante il periodo della catechesi, riservata ai ragazzi delle elementari e ai loro genitori)

11.00

S. Valeria - Don Orione - Abbazia

11.15

S. Ambrogio

Direttore responsabile: Luigi Losa; in redazione: Franco Bollati, Paolo Cova, Enrica Dell’Orto, Patrizia Dell’Orto, Nicoletta Maggioni, Giovanni Marelli, Patrizia Mariani, Sabrina Parravicini, Elisa Pontiggia, Mariarosa Pontiggia e Paolo Volonterio; e-mail: amicodellafamiglia@yahoo.it; amministrazione: Riccardo Ballabio; abbonamenti: Buona Stampa San Paolo - c/o segreteria parrocchia S. Giuseppe - Piazza Libertà 6 - 20831 Seregno (MB) telefono 0362 231308 o presso le segreterie delle altre parrocchie;

11.30

Basilica - Lazzaretto

17.00

Don Gnocchi

17.30

Don Orione

Stampa & Grafica: Sarigraphic E. Riva di M. Riva & C. snc, Via Gandhi, 10 - 20831 Seregno MB;

18.00

Ceredo - Basilica - S. Ambrogio - S. Carlo - Abbazia

Autorizzazione del Tribunale di Monza n. 93 dell’1/12/1987

18.30

S. Valeria - Lazzaretto

20.30

S. Ambrogio

Il prossimo uscirà domenica 16 Febbraio 2014


Editoriale

Il 2014 si annuncia come un anno importante e storico per l’intera comunità cristiana cittadina

Da Don Bosco a San Giovanni Paolo II un cammino ricco di memorie, eredità e nuovi impegni unitari e missionari Il 2014 che abbiamo iniziato sarà un anno particolarmente intenso e denso di avvenimenti, ma ancor più importante e quasi storico per l’intera comunità cristiana di Seregno che si avvia ad assumere il nuovo e impegnativo volto di comunità pastorale cittadina riunendo le attuali comunità Maria Madre della Chiesa e San Luca ma soprattutto ricostituendo sotto la guida del prevosto monsignor Bruno Molinari, che in una intervista al nostro mensile ne sottolinea il senso vero, l’unità delle sei parrocchie. E non si può sottacere la singolare coincidenza sia con il 60° di istituzione della parrocchia di S.Valeria, sia con il 50° della parrocchia del Ceredo che dalla medesima si era staccata, e che chiuderà il trittico delle celebrazioni di quelle comunità periferiche (Lazzaretto nel 1962 e S.Ambrogio nel 1963) nate sotto la spinta dell’espansione della città. A suggellare questa importante trasformazione sarà l’arcivescovo, il cardinale Angelo Scola, il 14 settembre, con l’intitolazione peraltro della comunità pastorale cittadina a San Giovanni Paolo II, il Papa amico di Seregno che sarà canonizzato in piazza San Pietro con Giovanni XXIII il prossimo 27 aprile, la domenica dopo Pasqua e festa della Divina Misericordia istituita proprio dal pontefice polacco. E la scelta di porre il cammino della nuova comunità sotto la protezione e intercessione di Papa Wojtyla avverrà giusto a cinquantanni dalla sua prima visita a Seregno come vescovo ausiliare di Cracovia, nel novembre del 1964 in segno di gratitudine e riconoscenza del dono delle tre campane alla parrocchia di San Floriano della città polacca avvenuto l’anno prece-

dente. Il vescovo Karol Wojtyla tornò poi nel 1967 e da cardinale nel 1973 intensificando un rapporto di amicizia ma soprattutto un gemellaggio spirituale che portò alla storica visita del Papa nel maggio del 1983. Ma la città farà memoria, proprio il 14 settembre prossimo, anche dei 200 anni della nascita di un illustre personaggio della storia della Chiesa, il patriarca Paolo Angelo Ballerini, arcivescovo ‘impedito’ di Milano e che trovò rifugio ed accoglienza nel suo doloroso esilio proprio a Seregno dove ha concluso la sua esistenza e dove sono accolte, in Basilica, le sue spoglie ancora venerate da tanti fedeli. Ma il nuovo anno si annuncia immediatamente con un altro evento di grande rilevanza rappresentato dalla eccezionale presenza dell’urna di San Giovanni Bosco nella chiesa del Ceredo a lui dedicata oltretutto nel giorno della memoria liturgica, il prossimo 31 gennaio, del più grande ‘educatore’ della storia cristiana. La città di Seregno per qualche ora sarà dunque una delle innumerevoli tappe del pellegrinaggio mondiale dell’urna del santo fondatore dei salesiani iniziato lo scorso anno in preparazione alle

celebrazioni per il bicentenario della sua nascita nel 2015. La parrocchia del Ceredo sarà oltretutto una delle quattro dell’intera diocesi milanese a lui intitolate dove l’urna sosterà e sarà al contempo anche l’unica tappa per la zona pastorale di Monza e Brianza. Ma non è soltanto per questi motivi che abbiamo voluto dedicare a questo appuntamento ampio spazio di questo numero sia indicando anche gli appuntamenti programmati a Milano per l’intero mondo giovanile diocesano, sia approfondendo la figura e l’eredità di don Bosco con sacerdoti e laici della città che si occupano della pastorale giovanile. La presenza dell’urna del santo piemontese, elevato agli altari nel 1934, giusto 80 anni fa, il 1° di aprile giorno di Pasqua, da Papa Pio XI, il brianzolo Achille Ratti, rappresenterà altresì il viatico per un’altra ricorrenza storica, quella dei 150 anni di fondazione dell’oratorio San Rocco, capostipite degli ambienti giovanili cristiani seregnesi, che caratterizzerà l’intero mese di giugno tradizionalmente dedicato a San Luigi. Un programma tanto fitto di appuntamenti di rilievo costituirà non soltanto un impegno delle e per le diverse componenti della Chiesa seregnese ma potrà davvero risultare provvidenziale e fecondo di una rinnovata e rilanciata presenza cristiana sia in un’ottica di più ampia e fraterna condivisione pastorale sia in quello sforzo di missionarietà nelle nostre ‘periferie’ non solo geografiche che ci viene continuamente sollecitato dal Papa e dall’arcivescovo per annunciare a tutti la parola del Vangelo. Luigi Losa direttore

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Chiesa Locale

Monsignor Bruno Molinari illustra il cammino percorso e le tappe cruciali del nuovo anno

La comunità pastorale cittadina punto di approdo e di svolta per affrontare con slancio missionario le nostre emergenze Il ritorno all’unità delle sei parrocchie con la visita pastorale dell’arcivescovo Scola il 14 settembre Giovani e poveri le criticità più impellenti. Dopo la “riforma” dei funerali decisioni in arrivo per le Messe “La comunità pastorale cittadina che sarà intitolata a San Giovanni Paolo II nell’anno della sua canonizzazione e in memoria del suo legame profondo con Seregno, inizierà ufficialmente ad esistere il 1° settembre prossimo ma di fatto sarà la visita pastorale dell’arcivescovo, il cardinale Angelo Scola, la domenica 14 settembre a dare il via a questa nuova esperienza unitaria delle sei parrocchie seregnesi che tornano ad incontrarsi e riunirsi attorno all’altare della chiesa, la basilica San Giuseppe, dalla quale hanno preso vita. E non a caso la Messa delle 10.30 che l’arcivescovo celebrerà vedrà convenire tutte le comunità parrocchiali che in questi decenni si sono originate e che sono cresciute con una loro precisa identità che dovrà continuare ad essere un valore in quanto espressione di un territorio ben delineato anche sul piano pastorale e della vita religiosa”. Mons. Bruno Molinari delinea in questo modo l’atto conclusivo del percorso di costruzione della comunità pastorale cittadina da lui avviato praticamente con il suo ingresso ufficiale, nel settembre del 2012, come prevosto della città, responsabile della comunità Maria Madre della Chiesa e successivamente di quella di San Luca e infine parroco della Basilica S. Giuseppe. E se gli si chiede di fare un bilancio non solo dell’anno appena trascorso ma dell’intero periodo del suo ministero in quel di Seregno, don Bruno non ha esitazioni o dubbi. “Non posso che confermare l’impressione dei primi mesi: c’è una bella ric-

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chezza di presenze a tutti i livelli e in ogni campo, oltretutto Seregno è una città che attira gente anche da fuori e, specie per la Basilica, questo significa essere un centro di riferimento spirituale, liturgico ma anche di vita associativa. A fronte di queste positività e ricchezze c’è sicuramente la fatica a sentirsi una comunità che cammina insieme, c’è una frammentazione di centri e di attività pastorali che è peraltro tipica delle chiese centrali meta spesso e volentieri di interessi diversi che fanno perdere il senso di una comunità vera e viva”. Ma il senso vero della costituzione della comunità pastorale cittadina a pochi anni da quella delle due esistenti qual è? “Il livello comunitario si esprime e realizza anzitutto e soprattutto rimettendo al centro l’Eucarestia, riunendo la nostra gente attorno all’altare, il luogo della Messa. Qui si tratta di fare un salto, un passaggio in più, dalla pluralità degli altari delle nostre chiese e parrocchie che sono importanti presenze anche storiche ad un livello più ampio, proprio di una comunità che si allarga seguendo quello che è l’altro ‘fuoco’ della nuova dimensione, ovvero quello missionario. Altrimenti tutto si ridurrebbe ad una operazione ingegneristica”. In termini più concreti quali sono stati i passi più significativi compiuti per arrivare a tale traguardo? “Sono parecchi i passi compiuti a cominciare dai preti delle due comunità attuali che da settembre del

2012 si ritrovano ogni settimana dando vita ad una diaconia già unitaria e che nel 2013 ha visto mettere in campo decisioni e proposte a livello cittadino. I consigli pastorali a loro volta dal giugno dello scorso anno hanno iniziato a riunirsi e a lavorare insieme seguendo un percorso che porterà alla loro fusione in un unico organismo che resterà in carica sino alla naturale scadenza degli eletti, nel 2015. Parecchie commissioni, quella per la pastorale giovanile, liturgica, della famiglia, del turismo religioso, con la presenza di numerosi laici operano ormai a livello cittadino. Per la prima volta quest’anno è stato pubblicato un unico calendario per tutte le sei parrocchie”. Tutto pronto dunque per il grande passaggio? “La vera sfida sarà quella di maturare questo nuovo stile di presenza cristiana dentro la città con una particolare attenzione alle ormai famose ‘periferie’, secondo un linguaggio che va di moda dopo i ripetuti richiami del Papa e dell’Arcivescovo. Una comunità pastorale cittadina ha il dovere di allargare lo sguardo a tutto campo con una propria valenza culturale e politica in senso alto. Si tratta di andare incontro all’uomo, di intrecciare le vie dell’umano come ci sollecita il cardinale Scola. Scuola, salute, economia, tempo libero, cultura, politica, e quant’altro fa parte della nostra vita, della vita della nostra gente, sono tutti ambiti di evangelizzazione dove dobbiamo essere presenti, altrimenti la nostra Chiesa si riduce al solo mantenimento liturgico, che non basta”.


Chiesa Locale

Monsignor Bruno Molinari. (foto Volonterio) A proposito di ‘periferie’ quali sono le emergenze o se vuole le criticità che ha sin qui rilevato nella città di Seregno? “Sicuramente la prima criticità è quella del mondo giovanile che evidenzia una crisi di senso che si manifesta anche con un frequente e assoluto rigetto rispetto a quanto viene proposto. E cara grazia che abbiamo preti giovani, un’ausiliaria diocesana e due animatori che pure hanno un buon progetto e tanto entusiasmo. E’ sicuramente una conseguenza di una crisi multiforme dove la questione del lavoro è sicuramente preponderante ma non è la sola. Un’altra emergenza è quella della povertà che anche in una Seregno che è tutto sommato un’oasi serena, si manifesta ogni giorno in crescita con un aumento considerevole di situazioni di difficoltà a livello familiare e

non soltanto. Le risposte che mettiamo in campo sono molteplici, dalla Caritas alla San Vincenzo agli altri gruppi e iniziative di volontariato ma le richieste che arrivano quotidianamente sono sempre tante e anch’io vorrei avere la possibilità di dare qualcosa a tutti. La cassetta dei poveri che ho voluto collocare in Basilica ha un richiamo simbolico ma soprattutto educativo: ogni giorno Papa Francesco ci ammonisce ‘guai voltare le spalle ai poveri’”. Dopo la ‘riforma’ dei funerali, alla luce della raccolta di dati effettuata, cosa dobbiamo attenderci per quanto riguarda le Messe? “Voglio anzitutto ricordare che per quanto riguarda i funerali abbiamo, concordemente tutti i preti, voluto rimettere in fila alcune priorità ri-

spetto all’accompagnamento dei nostri cari al Signore, a partire dalla cura spirituale delle persone in situazioni di fragilità e malattia che abbiamo perso di vista un po’ tutti. Ora ci si preoccupa dei cinquanta metri da fare al cimitero senza il sacerdote ma ci dimentichiamo che nessuno o quasi ci chiama più per l’unzione degli infermi o anche per comunicarci una malattia grave. Credo che sia necessario da parte di tutti recuperare il valore della preghiera con la visita del sacerdote al defunto, la recita del rosario con parenti e conoscenti, una liturgia ben curata che si preoccupi di portare sollievo e conforto in momenti dolorosi, un congedo sulla porta della chiesa a chi esce dalla vita terrena. Per quanto riguarda le Messe non nascondo che la consultazione effettuata prelude ad una riduzione delle celebrazioni festive e prefestive: sono 50 quelle che ogni settimana si svolgono nelle diverse chiese parrocchiali e sussidiarie della città con sovrapposizioni e presenze in taluni casi assai esigue. Si impone dunque una razionalizzazione di orari e distribuzione nei diversi luoghi di culto che avverrà alla luce dell’analisi non solo dei dati raccolti ma anche di rapporti tra le diverse realtà religiose presenti in città. Quel che è certo e significativo è che a distanza di nove anni dall’ultima rilevazione effettuata a livello diocesano, abbiamo registrato una presenza alle Messe festive che non è affatto diminuita ma che è sostanzialmente stabile. Sono oltre 10mila i frequentanti le diverse celebrazioni, con un 20% di gente che arriva da fuori Seregno e con una forte mobilità interna alle parrocchie. Anche di tutto questo terremo conto prima di prendere decisioni che verosimilmente coincideranno con l’avvio della comunità pastorale cittadina”. Luigi Losa

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Chiesa Locale

Don Bosco è qui: il 31 gennaio l’urna del santo farà tappa in città

La parrocchia del Ceredo al centro del pellegrinaggio mondiale delle spoglie del grande educatore che dedicò la vita ai giovani Momento culminante della festa la Messa celebrata dal vicario mons. Patrizio Garascia Martedì 28 un incontro sulla figura di S. Giovanno Bosco guidata dal salesiano don Davide Perego “Don Bosco è qui” e busserà alle porte della nostra città. Arriverà il prossimo 31 gennaio, venerdì, al Ceredo proprio nella giornata dedicata alla sua memoria liturgica. Sarà accolto con una S. Messa celebrata alle ore 21 e presieduta dal vicario episcopale mons. Patrizio Garascia; poi sarà possibile partecipare a momenti di preghiera di gruppo o personale fino alla mezzanotte. Per tutti sarà un’esperienza straordinaria, resa ancora più unica da una serie di “fortunate” coincidenze. Oltre alla celebrazione della festa patronale, questo incontro con don Bosco sarà anche uno dei momenti più importanti della celebrazione del 50° della parrocchia di San Giovanni Bosco.Altra coincidenza sarà la conclusione della Settimana dell’Educazione, durante la quale verrà festeggiato anche il centenario della Fom. Per prepararci a questo momento, la parrocchia del Ceredo propone per martedì 28 gennaio alle 21 un incontro sulla figura di San Giovanni Bosco guidato dal salesiano don Davide Perego. La tappa nella nostra città fa parte del programma previsto nella prima giornata della peregrinazione dell’urna di San Giovanni Bosco nella zona dell’Ispettoria dell’Italia Lombardo Emiliana. Il viaggio è cominciato a Torino nell’aprile 2009, in occasione del 150° anniversario dalla nascita della Congregazione di san Francesco di Sales e sino ad ora ha fatto tappa nelle 130 Nazioni dei cinque continenti in cui sono presenti i Salesiani con 90 Ispettorie. Il senso profondo di questo cammino, iniziato in previsione delle celebrazioni del bicentenario della sua nascita, che ne è la meta finale, è quello di un vero e proprio incontro con don Bosco,“inviato nuovamente” come pellegrino e padre a tutti i suoi figli e quanti colla-

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L’immagine di don Bosco al Ceredo, opera di Marzio Arazzi. borano con loro, così che in questo modo possano godere della sua “presenza storica” almeno per qualche ora. Una continuazione del suo “andare a visitare” che faceva parte della sua vita quotidiana:“egli andava quasi ogni giorno a visitarli in mezzo ai lavori, nelle botteghe e nelle fabbriche, e quivi rivolgeva una parola ad uno, una domanda ad un altro, dava un segno di benevolenza a questo, faceva un regalo a quello, e tutti lasciava con una gioia indicibile. – Finalmente abbiamo chi si prende cura di noi! – esclamavano quei poveri giovanetti. (MB II, 94)”. L’idea «della peregrinazione nasce dalla volontà di proseguire l’opera del Santo, avvicinandolo simbolicamente ai fedeli: non sono più loro ad andare in pellegrinaggio presso la sua tomba, ma sono le sue spoglie ad attraversare paesi, regioni e stati per portare un’ul-

tima, intensa testimonianza di vita». E quando don Bosco verrà da noi, nella nostra realtà pastorale, sarà davvero una preziosa occasione per conoscere e riscoprire la sua storia, la sua esperienza spirituale, la passione che lo ha portato a essere attento educatore dei giovani, soprattutto i più poveri. Tutte le tappe di “Don Bosco è Qui. Peregrinazione dell’Urna di don Bosco 2013-2014” potranno essere seguite attraverso vari strumenti, a partire dai siti internet ( w w w. d o n b o s c o è q u i . i t , w w w. m g s l o m b a r d i a e m i l i a . i t , www.salesianilombardiaemilia.it, punto di riferimento principale oltre ai relativi profili facebook, twitter, youtube, instagram e google+) Elisa Pontiggia


Dal Duomo al Beccaria con Scola e Tettamanzi La peregrinazione dell’urna di Don Bosco nell’Arcidiocesi di Milano, dopo la prima giornata che ci vede protagonisti, proseguirà toccando tutte le zone pastorali. Nel pomeriggio dell’1 febbraio, l’urna di don Bosco approderà a Milano. Alle 14 sarà accolta in Duomo per un momento di preghiera, che sarà presieduto dal vicario generale mons. Mario Delpini. Poi dalle 15 inizierà l’incontro con tutti i fedeli, in particolare i ragazzi degli oratori, a cui saranno proposti momenti di animazione organizzati dagli animatori Fom. Un’altra messa sarà celebrata alle 17,30 dal vicario episcopale mons. Ermino De Scalzi, con la partecipazione dei sacerdoti della diocesi e della Famiglia Salesiana. Agli adolescenti è dedicato invece l’appuntamento della sera: un incontro da vicino con il “padre e maestro della gioventù” a partire dalle 19,30, con momenti di preghiera e spiritualità, che si concluderà con una “passeggiata” notturna per accompagnare don Bosco fino alla Basilica di Sant’Agostino. Lunedì 3 febbraio don Bosco sarà accolto all’Istituto penale minorile “Cesare Beccaria”, tappa significativa per ricordare l’attenzione dedicata dal santo ai giovani carcerati. Dopo la celebrazione della S. Messa, presieduta dal card. Dionigi Tettamanzi, saranno proprio i ragazzi del “Beccaria”, con le loro testimonianze, ad animare l’incontro dal titolo

La vita di un santo

“L’educazione è cosa di cuore”. L’ultimo saluto a don Bosco avverrà nella chiesa di Sant’Ambrogio, dopo una giornata di incontri nel Duomo. Da qui l’urna sarà accompagnata con una fiaccolata fino alla basilica ambrosiana, dove alle 21 sarà celebrata una S. Messa per le comunità educanti, presieduta dall’arcivescovo card. Angelo Scola insieme ai presbiteri che sono impegnati nella pastorale giovanile della diocesi di Milano. L’invito a partecipare ed incontrare don Bosco è rivolto a tutti, educatori, gruppi associazioni, catechisti e catechiste, insegnanti, allenatori e tutti coloro che sono impegnati nell’educazione dei giovani. Per questo la Fom propone anche come supporto due agili libretti. Il primo è dedicato ai ragazzi da 8 a 10 anni: “Ho fatto un grande sogno. All’oratorio con don Bosco”, un incontro con il Santo per scoprire la ricchezza e la bellezza di vivere l’esperienza dell’oratorio.Agli educatori è destinato invece “Da mihi animas. Educatori alla scuola di don Bosco”, con alcuni testi scritti da don Bosco ai suoi giovani per imparare un metodo per diventare anche loro educatori, a partire da tre elementi fondamentali: ragione, religione, amorevolezza. Entrambi sono disponibili presso la libreria “In dialogo” (via Sant’Antonio, 5 a Milano) e on line all’indirizzo www.indialogo.it E.P.

San Giovanni Bosco, nato il 16 agosto 1815 a Castelnuovo d’Asti, trascorse la sua infanzia in una cascina ai Becchi. Grazie all’appoggio di don Calosso frequentò gli studi prima a Castelnuovo e poi nel collegio di Chieri. Nel 1835 entrò nel seminario vescovile di Chieri, e venne ordinato sacerdote il 5 giugno 1841. Dall’ottobre 1844 fu cappellano di due istituti femminili, dove accolse diversi giovani che intratteneva con momenti di svago, alternati a momenti d’istruzione religiosa e di culto. A quelle riunioni diede il nome di catechismo e poi quello di oratorio di S. Francesco di Sales, che stabilì definitivamente a Valdocco nel 1846. Già in quegli anni diede rilievo al motto “Da mihi animas caetera tolle”:“Signore, datemi anime e prendetevi tutte le altre cose”. Dato l’aumento dell’affluenza agli oratori, don Bosco poté costruire prima un’ampia chiesa intitolata a S. Francesco di Sales (1851-52), e poi la “Casa” per l’accoglienza e l’istruzione di giovani studenti e di apprendisti. Poco dopo iniziò la pubblicazione delle “Letture cattoliche”, destinate ai lettori di prima alfabetizzazione del mondo artigiano e contadino. Il 18 dicembre 1859, costituì la Società di S. Francesco di Sales; nel 1864 ottenne da Roma il decretum laudis e poi l’avvio delle pratiche per l’ esame delle regole. Nel 1872 fondò le Figlie di Maria Ausiliatrice, la famiglia religiosa femminile da affiancare ai salesiani nelle loro opere.Anche in età avanzata, non cessò di viaggiare a sostegno delle proprie iniziative, in Europa, e in America Latina. Si spense a Torino nell’oratorio di Valdocco il 31 gennaio 1888 e venne sepolto nel collegio salesiano di Torino-Valsalice. Beatificato il 2 giugno 1929, fu proclamato santo il 1 aprile 1934.

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Chiesa Locale

Don Bosco è qui: un’occasione unica per incontrarci attorno a questo amico che viene a trovarci

S. Giovanni Bosco, l’intuizione di essere un “amico là fuori” per prendersi cura dei giovani con grande passione educativa A livello di pastorale giovanile uno spettacolo messo in scena dai Barabba’s clown per gli adolescenti del decanato e l’animazione della veglia davanti all’urna del santo da parte dei giovani L’urna di S. Giovanni Bosco giunge a Seregno, nella parrocchia a lui dedicata, sia pure per poche ore. Ma come ogni ospite illustre, nonostante la brevità della sua sosta tra noi, è atteso con desiderio, interesse, entusiasmo, perché si coglie che la sua presenza ha un che di unico e irripetibile, riveste un significato davvero grande. La figura di san Giovanni Bosco rievoca soprattutto la personalità di un educatore che ha fatto dei ragazzi e dei giovani il centro della sua azione e del suo impegno. Abbiamo perciò chiesto ai responsabili degli oratori seregnesi, sacerdoti e laici, cosa pensino di don Bosco e della sua opera, che segno e che insegnamento abbiano lasciato, soprattutto in riferimento alle tematiche educative e alla cura dei ragazzi. Il suo nome - spiega don Gianmario Poretti dell’oratorio san Rocco – è legato agli oratori, all’azione educativa rivolta alle giovani generazioni, pur con qualche differenza: l’oratorio salesiano si proponeva di aiutare i ragazzi a superare e prevenire situazioni di disagio, l’oratorio ambrosiano è più un ambiente di formazione e di aggregazione. Certo è significativa la coincidenza che il S. Rocco nasceva in città nel 1864 (quest’anno infatti ricorrono i 150 anni dalla fondazione), quando don Bosco dava impulso all’oratorio salesiano: attestano che l’attenzione della Chiesa verso i giovani non è mai venuta meno, pur con modalità e carismi diversi. Per Giulia Viggiani, referente presso l’oratorio di S. Valeria, l’incontro con don Bosco è avvenuto un po’ tardi, grazie al suo servizio scout in una parrocchia salesiana. “Ero responsabile dei ragazzi tra i 12 e i 16 anni e il nostro assistente ci ha proposto una riflessione

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sulle analogie tra i due metodi educativi. Uno degli elementi che più mi ha colpito è il “Niente ti turbi” che don Bosco ripeteva ai suoi salesiani al servizio educativo dei ragazzi e che si avvicina a quell’articolo della legge scout che dice: La guida e lo scout sorridono e cantano nelle difficoltà. Mi auguro che questo evento ci aiuti a rendere visibile ciò che diceva Domenico Savio, allievo di don Bosco e al quale è dedicato il nostro oratorio: “Noi facciamo consistere la santità nello stare molto allegri”! Giovanna Agostini, ausiliaria diocesana impegnata nella parrocchia S. Giovanni Bosco e particolarmente coinvolta in questo evento che tocca da vicino la comunità nella quale opera, sottolinea l’intuizione del giovane sacerdote Giovanni Bosco, dopo che don Cafasso, sua guida spirituale, lo ha condotto tra le “masse di giovanetti, tutti sani, robusti, di ingegno svegliato, ma inoperosi, rosicchiati dagli insetti, stentare di pane spirituale e materiale”: “Chissà, se questi giovani avessero là fuori un amico che si prendesse cura di loro” (dalle Memorie dell’oratorio di S. Francesco di Sales). Don Bosco desiderava essere ‘un amico là fuori’: fuori dagli ambienti protetti, dai locali ben frequentati, dalle scuole più garantite. C’è sempre un ‘fuori’ nel quale anche oggi, anche ognuno di noi, dei nostri ragazzi, si ritrova bisognoso di un amico che si prenda cura del momento che sta vivendo, delle domande, dei dubbi, delle passioni che lo stanno spingendo e stimolando. L’attualità della figura di Giovanni Bosco credo si collochi proprio qui. La sua genialità educativa si radica nella capacità di interpretare la ‘promozione dell’uomo attraverso il Vangelo’ non tanto come

forma di recupero e di restaurazione di ciò che, a motivo delle sfortune della vita, si è rovinato e sfigurato. La sua azione è stata quella di una esaltazione e valorizzazione di ciò che, non avendo ancora avuto modo di esprimersi e svilupparsi, va fatto emergere. Ecco l’azione di un amico nella vita ‘là fuori’, ecco l’opera di e-ducazione: di chi sa dissotterrare dal profondo ciò che di più prezioso è indelebilmente inscritto in ogni uomo e donna e che viene interpellato dalle più diverse circostanze della vita.” Per don Gabriele Villa dell’oratorio di S. Ambrogio la presenza della reliquia di S. Giovanni Bosco può diventare preziosa occasione per domandarci con quale fervore viviamo la nostra sequela cristiana. Il primo ricordo che dobbiamo avere di don Bosco è infatti quello di un innamorato di Gesù, del Vangelo e della Chiesa. Proprio dal suo rapporto intenso con il Signore è poi nata tutta quell’opera educativa verso i giovani che gli è universalmente riconosciuta. Nel 2008 Papa Benedetto XVI, parlando alla grande famiglia salesiana, così diceva:“E’ indispensabile aiutare i giovani a valorizzare le risorse che portano dentro come dinamismo e desiderio positivo; metterli a contatto con proposte ricche di umanità e di valori evangelici; spingerli ad inserirsi nella società come parte attiva attraverso il lavoro, la partecipazione e l’impegno per il bene comune”. Sostando in preghiera davanti alla sua urna, domandiamo che l’intercessione di don Bosco ci renda tutti capaci di vivere così il compito educativo che ci attende.” Mariarosa Pontiggia


I Barabba’s Clowns con “Il fiore e la moneta”

don Gianmario Poretti.

Giulia Viggiani.

Giovanna Agostini.

don Gabriele Villa.

Un incontro così importante va preparato ed è ciò che stanno facendo gli oratori cittadini, con un’organizzazione diversificata per le classi di catechismo. Comuni saranno invece alcune proposte di pastorale giovanile che graviteranno attorno all’evento. - Lunedì 20 gennaio alle 21 per tutti gli adolescenti del Decanato si terrà presso il teatro S. Ambrogio una rappresentazione teatrale che avrà per protagonisti i ragazzi del Centro Salesiano di Arese, meglio noti come Barabba’s Clowns. Lo spettacolo, intitolato:“Il fiore e la moneta”, è stato ideato in occasione dell’Anno della Fede e, senza perdere un tono che favorisca la distensione e il divertimento, aiuta i ragazzi a riflettere su temi importanti per il loro cammino cristiano. La rappresentazione teatrale è dedicata a don Vittorio Chiari e alla sua passione educativa. La citazione: “Vorrei tanto essere e morire da clown” non è una fuga della realtà ma l’immersione nel mondo dell’allegria, della gioia, che nasce quando uno vive contento di sé, degli altri, della vita e anche della morte che è ritorno a Dio. Al termine dello spettacolo, gli adolescenti avranno la possibilità di rivolgere domande agli attori, tutti volontari poco più grandi di loro. Lo spettacolo è gratuito, ma si potrà lasciare un’offerta che servirà a sostenere tutta una serie di progetti attivati in Rwanda dall’associazione dei Barabba’s clown. - Venerdì 31 gennaio, dopo la celebrazione eucaristica e fino a mezzanotte, si terrà una veglia aperta a tutti, animata dai giovani del Decanato: si alterneranno spazi di canto, silenzio, ascolto della Parola e degli scritti di don Bosco. - Per chi lo volesse, c’è anche un fitto calendario di appuntamenti diocesani consultabile sul sito della Pastorale Giovanile diocesana, che prevede tra

l’altro veglie, fiaccolate e celebrazioni eucaristiche. Per quanti desiderano approfondire la figura di san Giovanni Bosco ricordiamo che martedì 28 alle ore 21 al Ceredo presso il salone “Claudio Consonni” don Davide Perego, salesiano in servizio ad Arese, introdurrà al senso spirituale più autentico di questo appuntamento. L’incontro è rivolto in particolare a catechisti, genitori ed educatori. M.P.

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Chiesa Locale

Domenica 26 gennaio si celebra la festa della famiglia, che è stata preceduta dalla veglia decanale

In che modo si educa all’interno della propria famiglia Con la “Festa” ecco un buon motivo per rifletterci su Il tradizionale appuntamento è strettamente legato alla Settimana dell’educazione, che quest’anno è resa più solenne dalla presenza in diocesi e nella nostra città dell’urna di San Giovanni Bosco “Educare in spirito di famiglia” è il tema che accompagna la Festa della Famiglia che si celebra domenica 26 gennaio. La famiglia è un grande dono e festeggiarla significa essere grati per la famiglia da cui veniamo, per quella a cui abbiamo dato inizio, per tutte le famiglie del mondo. Quest’anno la festa della famiglia è strettamente legata alla settimana dell’educazione che viene particolarmente solennizzata a motivo della presenza in diocesi e in particolare nella nostra città dell’urna di San Giovanni Bosco. Il tema dunque scelto per la festa di quest’anno offre l’occasione per ripensare a come si educa nella propria famiglia, a quali consapevolezze, valori, attenzioni agiscono in essa, e più in generale, nella nostra comunità. Per conoscere più da vicino cosa fa la comunità cristiana per la famiglia abbiamo incontrato Demetrio Bolis, referente della commissione di pastorale famigliare decanale Che significato ha la festa della famiglia all’interno del cammino pastorale? “È un momento particolare in cui, a partire dagli spunti e dai suggerimenti che ci arrivano dalla diocesi, abbiamo l’occasione di essere presenti e di incontrare le famiglie. In particolare la veglia decanale per la festa della famiglia che si terrà sabato 18 gennaio alle 18 all’oratorio di Giussano è un appuntamento particolarmente sentito dagli operatori e da molti anni viene proposto per tutte le famiglie coinvolgendo a turno le realtà pastorali

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del territorio. È momento di riflessione in attesa della festa della famiglia che diventa occasione di incontro, di ritrovo per le famiglie, con un carattere e un respiro più ampio; vorrebbe essere un momento accogliente per le famiglie, anche quelle che non frequentano le parrocchie, in cui condividere la bellezza e il clima che le famiglie possono offrire con i bambini ovviamente in primo piano, ma non solo. Diventa anche un momento per gli operatori per ritrovarsi e poter conversare tranquillamente in una serata senza stress.”

Qual’è il tema della veglia? “Per la veglia quest’anno ci siamo ispirati al tema della lettera pastorale. “Il campo è il mondo”, come invito a non vedere chi ci circonda come ostile, ma come terreno in cui Dio ha seminato. Per questo abbiamo scelto di soffermarci sulla parabola del seminatore. Ci sarà spazio per il Vangelo, per i canti, per il coinvolgimento dei bambini, per qualche momento di riflessione e di impegno.” In generale di cosa si occupa la pastorale famigliare? “Con le forze che abbiamo adesso cerchiamo di concentrarci sulla veglia e sulla giornata di spiritualità che quest’anno sarà il 6 di aprile. Cerchiamo di mantenere il collegamento tra le iniziative della diocesi e della zona di Monza per proporle nelle nostre parrocchie. Sul tema del come coinvolgere le famiglie ne parliamo spesso. Troviamo che molti sono gli impegni che vengono richiesti alle famiglie e sappiamo che il tempo è poco (poco anche per stare insieme); in particolare l’iniziazione cristiana, la partecipazione alle attività delle scuole, gli impegni sportivi incidono su questo tempo a disposizione. La ricerca di nuovi modi per ritrovarsi, per trascorrere qualche momento di condivisione per parlare “bene”, è la vera sfida che percepiamo. Ad esempio il momento dopo la veglia non è un semplice rinfresco, ma l’occasione buona per le famiglie per confrontarsi e per fare qualche passo insieme nella fede.” Patrizia Dell’Orto


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Ritorna il prossimo 2 febbraio la Giornata per la Vita, che ha per tema “Generare futuro”

Trasmettere un senso positivo del vivere, aperto al futuro è il fondamentale compito affidato alle comunità cristiane In preparazione alla Giornata, il Mpv organizza un incontro con il filosofo Lamberto Bianchini Il Centro aiuto alla vita promuove invece una raccolta fondi con banchetti in tutte le parrocchie In stretta continuità con la Festa della Famiglia domenica 2 febbraio la Chiesa italiana celebra la XXXVI Giornata per la Vita. “Generare futuro” è il tema scelto quest’anno dal Consiglio Episcopale Permanente. Nel loro messaggio i Vescovi hanno sottolineato infatti lo stretto legame fra generare ed educare. “La relazione educativa – sottolineano i Vescovi – si innesta nell’atto generativo e nell’esperienza dell’essere figli nella consapevolezza che il bambino impara a vivere guardando ai genitori e agli adulti.” Le comunità cristiane sono interpellate anzitutto sulla loro capacità di trasmettere un senso positivo del vivere, aperto al futuro, innamorato della vita, fattivamente speranzoso nella capacità umana di aprire un buon domani per tutti. Nella nostra città operano due im- Il filosofo Lamberto Bianchini. portanti realtà a favore della vita: Il Movimento per la Vita e il Centro Aiuto alla Vita. c’è qualche argomento particolar“Lo scopo del Movimento per la Vita- mente connesso alla salvaguardia spiega il presidente Vittore Mariani della vita umana, un esempio per tutti - lo troviamo nello Statuto che risale sul quale abbiamo preso posizione, al 1980 ed è: la riaffermazione (...) del senza se e senza ma, è il famoso caso diritto-dovere del cittadino di soste- Eluana.” nere e difendere la vita sin dal conce- Quest’anno la serata in preparazione pimento in tutte le sue esigenze e in alla Giornata per la vita di terrà vetutto l’arco del suo sviluppo (...)”. nerdì 24 gennaio alle 21 in Sala Si tratta di uno scopo ancora attualis- Card. Minoretti presso il Centro Pastosimo, in un momento nel quale ci rale mons. Ratti con la presenza del fisono rinnovate e poderose spinte losofo Lamberto Bianchini. verso l’eutanasia di marca eugenetica. “Il Mpv – sottolinea Mariani - è una Noi a Seregno, tenendo in considera- sentinella nella notte vigilante per la zione una già ampia attività culturale, difesa della vita umana sempre; è per siamo presenti da sempre con poche questo che sono contento di essere iniziative ma mirate: tutti gli anni la se- da ormai oltre un decennio Presirata culturale in occasione della gior- dente, il secondo Presidente dopo l’innata per la vita e altre serate quando dimenticabile fondatore Paolo

Camesasca.” A fianco del Mpv opera a livello più concreto il Cav che, come spiega la presidente Elena Galbiati “grazie all’attività svolta dai suoi volontari, assiste con diverse forme di aiuto, le madri che decidono di ricorrere all’IGV (interruzione di gravidanza volontaria) per motivi economici o famiglie prive di mezzi e sprovviste delle capacità necessarie ad accettare una nuova vita. Operando in rete, attraverso il Centro di Ascolto di Seregno, il consultorio CEAF di Desio e il Centro di Ascolto di Sovico, il Cav offre un servizio di accoglienza, assistenza sociale, supporto psicologico, aiuti materiali e contributi economici con diverse tipologie di progetto. Progetto Gemma: contributo economico mensile per 18 mesi. Progetto CAV: contributo economico mensile per 12 mesi. Progetto Primavera e progetto Sole: contributo economico di minore entità più fornitura di pannolini e latte in polvere. In occasione della 36ª Giornata per la Vita, il 2 febbraio, chiederemo un contributo economico per aiutarci a sostenere gli aiuti che eroghiamo, offrendo una primula, che poiché ci aiuta a far nascere una vita, per l’occasione è chiamata “un fiore per la vita”. Saremo presenti con un banchetto in tutte le parrocchie e le chiese della nostra città. Ogni mese proponiamo di pregare a favore della Vita umana nascente, durante la S. Messa, in una chiesa della nostra città: la prossima sarà il 9 febbraio alle 19 nella parrocchia San Giovanni Bosco al Ceredo.” P. Del.

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L’11 febbraio anche in città la giornata mondiale del malato sul tema di Papa Francesco

I volontari dell’UNITALSI sempre accanto a chi soffre per offrire una amicizia sincera e occasioni di preghiera e svago In occasione dell’annuale ricorrenza la celebrazione della Messa nel pomeriggio al Don Orione Dal 9 all’11 pellegrinaggio aereo al santuario mariano di Lourdes proposto dalla sezione locale “La Chiesa riconosce in voi, cari ammalati, una speciale presenza di Cristo sofferente. E così: accanto, anzi, dentro la nostra sofferenza c’è quella di Gesù che ne porta insieme a noi il peso e ne rivela il senso.” Sono le parole di Papa Francesco in occasione della XXII Giornata Mondiale del Malato che quest’anno ha come tema “Fede e carità: anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli” (1Gv3,16). E’ un messaggio pieno di speranza specialmente per chi soffre e per chi è emarginato. La vita dell’uomo è un dono ricevuto che trova la sua pienezza e il suo completamento solo quando viene ridonata con generosità ai fratelli. La Giornata Mondiale del Malato che si celebra l’11 febbraio si propone di sottolineare l’importanza di educare a una cultura del dono di sé gli operatori pastorali e sanitari, le stesse persone ammalate e sofferenti, le famiglie e tutta la comunità cristiana. “Quando ci accostiamo con tenerezza a coloro che sono bisognosi di cure – ricorda Papa Francesco - portiamo la speranza e il sorriso di Dio nelle contraddizioni del mondo. Quando la dedizione generosa verso gli altri diventa lo stile delle nostre azioni, facciamo spazio al cuore di Cristo e ne siamo riscaldati, offrendo così il nostro contributo all’avvento del Regno di Dio.” In questa Giornata non possiamo dimenticare tante realtà che anche nella nostra città si dedicano ai fratelli sofferenti, una di queste è l’Unitalsi che si dedica ai malati e disabili. “L’Unitalsi ha come impegno - spiega Silvio Agradi, presidente dell’associazione - la visita agli ammalati della città con l’assistenza nelle loro necessità. Promuove inoltre la partecipazione ai

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La S. Messa dello scorso anno in occasione della giornata dell'ammalato. (foto Volonterio) vari pellegrinaggi proposti dalla nostra Sezione: Lourdes, Loreto, Fatima, Banneaux e altri Santuari italiani. La meta si raggiunge in treno o in aereo con persone evidentemente o nascostamente ammalate che vengono assistite e aiutate dal personale, vivendo così il viaggio in una simpatica e accogliente comunità. L’associazione organizza anche vacanze marine a Borghetto Santo Spirito presso la “Casa della gioia” dell’Unitalsi dove vengono ospitati sopratutto i disabili assistiti dai nostri volontari. Inoltre per i disabili vengono organizzati: nel mese di gennaio visita ai più bei presepi della Brianza; ogni mese un incontro pomeridiano festivo; in collaborazione con la nostra Sottosezione manifestazioni di svago quali “ Giri su pista” presso l’ Autodromo di Monza – “Volare” – “Incontri all’oratorio di Vedano presso il parco di Monza” e altri.” Cosa significa per voi stare ac-

canto a chi soffre? “Significa offrire alle persone che soffrono, sia fisicamente che moralmente, la nostra più sincera amicizia, per essere al loro fianco, da veri compagni di cammino.” Prossimamente l’associazione ha in programma: Martedì 4 febbraio ore 20.30, S. Messa presso le Suore Canossiane, come tradizione per ogni primo martedì del mese, e alla quale sono tutti invitati Nei giorni 9 - 11 febbraio, pellegrinaggio aereo a Lourdes Martedì 11 febbraio, Giornata Mondiale del Malato: alle 15 S. Messa per gli ammalati presso l’Istituto Don Orione. In questa occasione l’associazione collabora con l’Istituto per il trasporto degli ammalati da casa alla Chiesa. Patrizia Dell’Orto


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Il 9 febbraio si celebra nella diocesi la Giornata della solidarietà, imperniata sul tema del lavoro

Solidarietà: non un gesto sporadico di generosità, ma un cambiamento di mentalità in termini comunitari Per quanto riguarda il nostro territorio si apre qualche speranza in prospettiva di rilancio e di incremento della produzione con ricadute positive soprattutto sull’occupazione Anche quest’anno la nostra diocesi propone alla riflessione delle comunità cristiane, attraverso la Giornata della Solidarietà, i temi legati al mondo del lavoro, cercando di valorizzare l’apporto delle aggregazioni laicali. Per la nostra città tradizionalmente si forma un coordinamento tra le ACLI, la Caritas e il Circolo Culturale San Giuseppe. “La solidarietà, uno stile di costruzione della storia” è il tema che accompagna questa XXXIII Giornata. Ma che significato ha la Giornata della Solidarietà all’interno del cammino pastorale? Lo abbiamo chiesto a Mauro Frigerio, presidente della sezione Acli. “La convinzione di fondo – spiega Frigerio - è che la comunità cristiana può dare un contributo fondamentale nell’aiutare ogni persona a riscoprire e a vivere non solo il senso del lavoro, ma anche la sua spiritualità. Va riconosciuto che perseguire questi obiettivi in un periodo di pesante crisi economica, quando molte persone sono prive da anni di un lavoro e, quindi, delle risorse minime necessarie a mantenere dignitosamente sé stessi e la propria famiglia, risulta un progetto alquanto ambizioso. In ogni caso nel Sinodo 47mo la nostra Chiesa ambrosiana si impegna a far conoscere e a promuovere un’effettiva cultura di solidarietà fra quanti operano nel mondo del lavoro, utilizzando per questa causa anche i mezzi della comunicazione ecclesiale. Come dice Papa Francesco nella sua esortazione apostolica Evangelii Gaudium (n. 188) “la parola solidarietà si è un po’ logorata e a volte la si interpreta male, ma indica molto di più di qualche atto sporadico di generosità. Richiede di creare una nuova mentalità

che pensi in termini di comunità, di priorità della vita di tutti rispetto all’appropriazione dei beni da parte di alcuni”. Com’è la situazione del lavoro sul nostro territorio? “Per quanto riguarda il nostro territorio, desta una qualche speranza la situazione della FIAT per la quale, in forza delle recenti acquisizioni negli USA, ha annunciato un rilancio della produzione di nuovi modelli anche in Europa e in Italia in particolare. La IMAS (Carburatori Dell’Orto), facendo parte delle aziende fornitrici della FIAT, si spera possa beneficiare di questo processo di rilancio e di incremento della produzione, generando ricadute positive per i dipendenti della stessa, molti dei quali risiedono nella nostra città. Sarebbe una delle poche notizie positive in un panorama che desta grande preoccupazione stante la perdurante mancanza di lavoro che mina la pace stessa del mondo. Ad esempio, un dirigente delle ACLI svizzere mi confermava recentemente

che anche loro sono in grande difficoltà per le tantissime richieste che giungono dall’Italia … “Qui il mondo del lavoro è diventato saturo e caratterizzato da quasi 60 mila frontalieri che occupano a diversi livelli i posti disponibili. I datori di lavoro approfittano delle lunghe liste, sfruttano anche a discapito di chi risiede qui”. La pace invece, come ci ricordava sempre Papa Francesco nell’ultimo messaggio per la giornata della pace, può essere realmente conquistata e fruita, come miglior qualità della vita e come sviluppo più umano e sostenibile, solo se si attiva da parte di tutti,“una determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune”. Ciò implica di non farsi guidare dalla “brama del profitto” e dalla “sete del potere”. Proprio per approfondire le suddette riflessioni, a breve verranno proposte talune iniziative quali la ormai tradizionale proiezione di un film sul tema del lavoro”. Pat. Del.

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La 18ma giornata della vita consacrata è in programma il prossimo 2 febbraio

“La vocazione è una chiamata per fede che viene dal Signore” E’ il pensiero di suor Maria Grazia Tirelli, superiora delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli La carenza di vocazioni è da ricercare nella crisi della famiglia Il 2 febbraio prossimo ricorrerà la 18ma giornata della vita consacrata. In città resistono, cinque dei dieci ordini religiosi che erano presenti fino agli inizi degli anni Novanta. Alla superiora delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, presenti all’istituto Pozzi da quasi novant’anni, suor Maria Grazia Tirelli, chiediamo cosa significa essere suora ai giorni nostri.“La vocazione è una chiamata per fede che viene dal Signore - ha Suor Maria Grazia Tirelli, superiora esordito - la serenità della vita delle Figlie della Carità. risiede nella chiamata che non (foto Volonterio) è cambiata ai giorni nostri ma è invece cambiato il mondo, perché c’è minor disponibilità a sentire “certe voci”. Per sentire “certe voci” c’è bisogno di silenzio, mentre oggi siamo frastornati da mille interessi e richiami diversi.Abbracciare la vita consacrata è una scelta impopolare in quanto la cultura mediatica di oggi presenta solo cose negative. Un tempo la scelta della consacrazione era dettata da diversi motivi, mentre ai giorni nostri chi sceglie questa strada lo fa solo perché “sente” la chiamata. E risponde. Scegliere di fare la suora è una scelta coraggiosa. Una persona non si fa suora per svolgere un certo servizio o una determinata attività. Le suore possono essere sostituite in tutti i posti in cui c’è ancora la loro presenza. La suora va giudicata non per quello che fa ma perché lo fa. La differenza tra un consacrato e un laico sta tutta lì. La presenza della suora è un valore aggiunto. Il carisma di ogni ordine religioso è un valore aggiunto. E’ la gratuità senza ricompensa”. Guardando ai problemi odierni ha aggiunto:“L’attuale carenza di vocazioni è da ricercare, a mio parere, nella crisi della famiglia. La famiglia ha perso il suo fondamentale valore su cui si basava la società. Un tempo la famiglia era ampia, c’erano i nonni che contribuivano a ricordare, oggi tutto è frenetico, non c’è più tempo per niente. La mancanza di vocazioni è da ricercare anche nell’assenza di una vita spirituale con la preghiera personale, la preghiera comunitaria, la vita sacramentale. Molto spesso questa mancanza sfocia in una profonda crisi di fede, anche all’interno degli ordini religiosi. E’ evidente a tutti che siamo in un mondo in profonda trasformazione. Un cambiamento che porta con sé il passaggio dalla modernità alla postmodernità. Il nostro tempo è caratterizzato da cambiamenti culturali imprevedibili: nuove culture e sotto-culture, nuovi simboli, nuovi stili di vita e di valori. Il tutto ad una velocità vertiginosa”. Paolo Volonterio

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GLI ORDINI IN CITTA’ Gli ordini di religiose attualmente presenti in città sono cinque, dei dieci che fino a qualche anno fa erano operosi e prosperi. 1) Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento monastero del “Corpus Domini”, di via Stefano da Seregno - tel. 0362238.368 Madre superiora: Daniela Pozzi di Gesù sacerdote e ventisei sorelle 2) Figlie della Carità Canossiane Via Torricelli, 78 - tel. 0362-237.704 Madre superiora: Rosetta Bianchi e trentuno sorelle 3) Figlie della Carità di San Vincenzo de’Paoli Via Alfieri,3 - tel. 0362-231.217 Madre superiora: Maria Grazia Tirelli e otto sorelle 4) Suore Sacramentine di Bergamo Via San Benedetto, 14 - tel. 0362-231.230 Madre superiora: Bertilla Longoni e tre sorelle 5) Suore Sacramentine di Bergamo Via don Gnocchi, 3 - tel. 0362-330.220 Madre superiora: Delfina Riva e due sorelle

Le Figlie della Carità di san Vincenzo de' Paoli presenti da quasi 90 anni all'istituto Pozzi di via Alfieri. (foto Volonterio)


Basilica San Giuseppe

Concluso il periodo natalizio, oltre ai tradizionali appuntamenti di gennaio, una piacevole novità

La comunità di San Giuseppe accoglie don Francesco che svolgerà il suo ministero domenicale in Basilica Il sacerdote, originario di Missaglia, ha 45 anni ed insegna teologia al Seminario di Venegono, alla Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale e all’Istituto Superiore di scienze religiose La festività dell’Epifania, con il tradizionale Corteo dei Magi e con la presenza del vicario episcopale mons. Patrizio Garascia, ha concluso le diverse celebrazioni del periodo natalizio che hanno visto una buona partecipazione di fedeli. Un aiuto soprattutto per le confessioni durante le festività natalizie è stata la presenza di padre Harold Campos, originario del Perù, studente di teologia spirituale alla Gregoriana di Roma e di padre Daniel Ceratto, sacerdote italo – argentino in missione a San Pietroburgo in Russia. Il corteo dei Magi, giunto alla sua 43ª edizione, che vede protagonista l’intera famiglia dell’oratorio San Rocco nella preparazione e nella realizzazione, ha richiamato anche quest’anno numerose persone che, grazie anche a un sole splendente hanno gremito la Basilica e le vie percorse dai figuranti. Anche mons. Garascia, che ha presieduto la solenne Messa dell’Epifania, si è complimentato per la bellezza di questa sacra manifestazione. Da una settimana ha invece iniziato il ministero festivo in Basilica don Francesco Scanziani. Quarantacinquenne, originario di Missaglia, don Francesco è stato ordinato sacerdote nel 1993, attualmente è insegnante di teologia al seminario di Venegono, alla Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale e all’Istituto Superiore di scienze religiose a Milano; è delegato per il nord – Italia dell’Associazione teologica italiana; inoltre collabora con il Servizio per la pastorale famigliare della diocesi ambrosiana. In questi anni don Francesco ha svolto il ministero pastorale festivo

Mons. Bruno Molinari con padre Harold Campos e padre Daniel Ceratto. (foto Volonterio) nella parrocchia di Germanedo a Lecco. E’ autore di diversi libri sui temi della famiglia. Sabato 18 gennaio è iniziato in Basilica il corso di preparazione alla Cresima degli adulti che sarà amministrata in Basilica domenica 9 febbraio. In occasione della Festa della Famiglia domenica 25 gennaio al termine delle Messe sarà distribuito il pane benedetto con allegata la preghiera da recitare a tavola. In preparazione alla Giornata per la Vita giovedì 30 gennaio in Basilica sarà proposta una lettura animata tratta da “Assassinio nella Cattedrale” dedicata a “Tutti i giovani figli in cielo”. Patrizia Dell’Orto

Mons. Bruno Molinari con don Francesco Scanziani. (foto Volonterio)

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Parrocchia Santa Valeria

In Avvento raccolta di generi alimentari, mercatino della Caritas e offerte per la mensa

Natale è annunciare la venuta del Salvatore per tutta l’umanità che vive sotto il nostro campanile o nel lontano Madagascar Da Gesù, impariamo a vivere la fraternità e quella carità che è espressione dell’amore di Dio Don Luciano: “Chiediamo la capacità di essere dono gli uni agli altri, di uscire da noi stessi” Nel periodo natalizio appena trascorso, scambiandoci gli auguri, abbiamo accolto il Dio fattosi uomo, fondamento di ogni pace e serenità. Come ci ha ricordato don Giuseppe, il Natale di Gesù non è solo festa di colori, suoni, sentimenti buoni e altri aspetti umani pur belli, ma innanzitutto l’annuncio della venuta del Salvatore del mondo a tutte le persone. Da Gesù, Verbo incarnato, impariamo a vivere la fraternità e quella carità che è espressione dell’amore di Dio che si prende cura di tutte le creature, soprattutto le più piccole e le più fragili. Ecco l’importanza di proporre ai bambini della catechesi il gesto di portare un dono a Gesù Bambino durante le Sante Messe natalizie per educare al dono di una parte di quel tanto che possediamo agli altri, per poter assaporare la gioia della condivisione oltre ai benefici effetti della generosità! Aprirci alle esigenze degli altri, dà alla vita il suo senso più profondo e porta alla vera gioia e alla pace interiore. Così come l’attenzione della comunità parrocchiale a vivere la carità. Durante l’avvento vi è stata una raccolta di generi alimentari e il gruppo Caritas ha allestito un mercatino di manufatti confezionati durante tutto l’anno. Inoltre, si è ripetuto il gesto di raccolta delle offerte per il pasto quotidiano condiviso con le altre parrocchie di Seregno. Come comunità abbiamo celebrato il Natale di Gesù, cercando di impegnarci nell’animazione delle varie Messe. Ci è mancato l’accompagnamento musicale della nostra organista Nicoletta, che a causa di un infortunio, non ha potuto essere con noi con la sua presenza discreta e diligente. Le esprimiamo il nostro affetto, le augu-

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Serata organizzata dal gruppo sportivo in occasione degli auguri natalizi. riamo una rapida guarigione certi di rivederla al più presto nella sua postazione in santuario. Sabato 21 dicembre il gruppo sportivo CSI di Santa Valeria ha organizzato presso il Buffet del pellegrino una festa di scambio di auguri di Natale. L’occasione di gioia e di condivisione, con una allegra tombolata, è stata anche finalizzata a raccogliere fondi a favore di Lollo. Poiché quest’anno ricorre il settantesimo anniversario del Centro Sportivo Nazionale ci si sta organizzando per poter partecipare all’incontro con Papa Francesco, previsto per il prossimo 7 giugno. GLI AUGURI DI DON LUCIANO Abbiamo ricevuto gli auguri di don Luciano Mariani da Anatihazo (Madagascar): «Carissimi amici, siamo ormai prossimi al Natale, ed è un Natale tutto particolare per me. Innanzitutto i miei nuovi compiti mi vedono sempre più inserito nelle attività della missione. Oltre ai chierici che restano la mia occupazione primaria, sono anche parroco, e responsabile di tutte le attività della missione, insieme a un nostro

confratello malgascio. La parrocchia è sempre viva e ricca di attività; va avanti anche da sola, ma richiede un pastore attento e vicino al suo popolo. Un anno è poco per entrare e comprendere una parrocchia, ma cercherò di fare bene ciò che mi è richiesto. Chiediamo in questo Natale la capacità di essere dono gli uni agli altri, di uscire da noi stessi per “farci prossimi” a chi ci sta vicino. Forse ci è più facile farci prossimi ai lontani, a “chi ci piace”, a chi scegliamo, ma cerchiamo di rinvigorire in questo Natale questa “prossimità” a chi più ci è vicino, a chi incontriamo ogni giorno, cercando di essere creativi, dinamici. La carità è dinamica, non statica, ci porta a inventare nuove modalità per entrare nella vita dell’altro per fargli assaporare quanto è bello sentirsi amati gratuitamente, e quanto è bello dare gratuitamente. Ogni volta che facciamo questo, Gesù nasce nel cuore dell’altro e anche nel nostro cuore. Auguro a tutti voi un Santo Natale e un Felice Anno 2014». Paola Landra


Parrocchia S. Giovanni Bosco al Ceredo La parrocchia del Ceredo compie 50 anni: per celebrarli, predisposto un ricco programma di eventi

“L’urlo e la luce”: una grande mostra su Caravaggio per indagarne il tormento interiore, la ricerca, la fede Dal 2 al 23 febbraio si potranno gustare 31 opere del grande pittore lombardo, riprodotte con fotografie ad alta risoluzione e disposte in un percorso tematico suddiviso in cinque capitoli È il 2014! Entriamo nel cinquantesimo anno di vita della parrocchia. Saranno diverse le occasioni per festeggiare durante l’anno questa soglia importante. Iniziamo con la memoria di San Giovanni Bosco il 31 gennaio che vedrà anche la presenza dell’urna del santo. Di questo se ne parla in altre pagine di questo numero. Vorrei invece fermarmi su un altro evento di grande portata che rientra nelle proposte per il cinquantesimo: la mostra su Caravaggio dal titolo L’urlo e la luce, che aprirà domenica 2 febbraio e chiuderà domenica 23. Tre settimane per poter gustare 31 opere del grande pittore lombardo, riprodotte con fotografie ad alta risoluzione, occasione unica per vederle insieme e a confronto. L’idea della mostra nasce dall’entusiasmo conseguente all’altra mostra, proposta nel 2010, sulla Cappella degli Scrovegni di Padova, affrescata da Giotto. Vorremmo quindi offrire ancora una volta l’occasione per un tuffo nell’arte che ci parla di Dio e ci parla dell’uomo. Caravaggio fa proprio così: il suo tormento interiore, la sua ricerca, la sua fede, le sue contraddizioni, il suo genio guardano nel cuore dell’uomo e delle sue fatiche e ci mostra la luce della grazia di Dio che irrompe nella nostra storia. La mostra Caravaggio. L’urlo e la luce racconta il percorso creativo del pittore lombardo Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571-1610) negli anni della svolta epocale – tra gli esordi romani e gli ultimi giorni napoletani, dal 1592 circa al 1610 – attraverso la riprodu-

zione a grandi dimensioni e ad alta definizione digitale di 31 opere, disposte in un percorso non cronologico, bensì tematico. Ne viene la possibilità di dare uno sguardo panoramico e sincronico sui capolavori di quegli anni, nella forma di un racconto scandito in cinque capitoli. Emblematico è già il titolo – L’urlo e la luce –, a sottolineare con immediatezza la “cifra” di un percorso creativo segnato da una sempre più profonda e drammatica ricerca della verità ultima delle cose. Il visitatore è invitato a immedesimarsi in ciascuna scena e diventarne partecipe, perché in essa si mostra e accade il dramma dell’esistenza: l’urlo, ossia la problematicità del reale in cui tutto per natura precipiterebbe tragicamente nel nulla se non irrompesse la luce della Grazia a chiamare, convocare e ultimamente salvare. Dopo la prima stanza, dal titolo “Le pitture etichae” (o comiche), si entra nella seconda, “L’urlo”: i quadri proposti mostrano fortissimi contrasti, sia nelle azioni (occhi sbarrati, teste mozzate) che nei colori (rossonero, bianco-nero, biancorosso, vita-morte). Nei dipinti delle altre tre stanze – “La Madre e il Bambino”, “Il Redentore”, “I testimoni” – entra invece, quasi con prepotenza, la luce: luce pittorica, assoluta novità del suo genio, e luce di Grazia, capace di risollevare l’uomo dal baratro disastrato della sua umanità. Il “cuore” della mostra sono le tre scene che narrano la vicenda di san Matteo in San Luigi dei Francesi a Roma, uno spettacolo teatrale in tre

atti: Matteo chiamato (Vocazione), per un compito (scrivere il Vangelo) e per un destino di gloria (attraverso il martirio). La mostra è curata dal professor Roberto Filippetti, già noto al grande pubblico perché da anni percorre l’Italia per introdurre bambini, giovani e adulti all’incontro con la grande arte, letteraria e pittorica. Come l’altra volta, anche ora il lavoro di preparazione e di studio è davvero grande; colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che stanno dando generosamente una mano per la sua realizzazione. Sono davvero molte le persone coinvolte: da chi farà un servizio di assistenza (aprire, chiudere, stare al bookshop) alle guide che si stanno preparando per aiutare a “entrare” nel genio di Caravaggio; dalla segreteria con tutto il lavoro di coordinamento e organizzazione agli sponsor che hanno permesso di coprire circa la metà della spesa. È incoraggiante l’interesse che la mostra ha già suscitato: ci sono già circa cento prenotazioni da parte di scuole, gruppi e associazioni e molte altre persone hanno manifestato il desiderio di parteciparvi. L’impegno di tutti noi è di offrire una bella occasione per conoscere un “grande” e per portare a casa un messaggio carico di fede e di speranza. Gli orari della mostra e altre informazioni utili sono sul sito della parrocchia www.parrocchiaceredo.it. Vi aspettiamo. Don Sergio Dell’Orto Vicario C.P.

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Parrocchia S. Ambrogio

Dopo le celebrazioni natalizie concluse dal tradizionale presepe vivente dell’Epifania

La parrocchia, famiglia tra le famiglie, si ritrova nella mostra sui suoi primi cinquant’anni di vita I confratelli del SS. Sacramento danno il via ai festeggiamenti per il loro cinquantesimo Premiati i presepi del concorso rivolto per la prima volta all’intera Comunità pastorale Mentre mi accingo a scrivere questo articolo, stiamo liturgicamente terminando il Tempo di Natale e siamo ormai sulla soglia del cosiddetto Tempo dopo l’Epifania. Mi viene perciò spontaneo domandarmi: come la nostra comunità parrocchiale ha vissuto le feste ormai trascorse? Quali gli eventi salienti che l’hanno aiutata ad accogliere ancora una volta l’Emmanuele, il Dio con noi? Ne ricordo solo alcuni. Anzitutto non posso dimenticare la grande Messa vigiliare del 24 dicembre con la quale ci siamo introdotti alla celebrazione del Natale. Come già l’anno scorso, erano stati invitati in modo particolare i bambini, i ragazzi e le loro famiglie. In una chiesa gremita sino all’inverosimile, abbiamo celebrato con commozione l’infinita misericordia di Dio che ha avuto pietà della nostra miseria, facendosi uomo per restare sempre con noi. Al termine della celebrazione, è stata consegnata ai ragazzi la lettera che l’Arcivescovo scrive ogni anno proprio a loro e che li invitava a riflettere sul tema dell’attesa. Molto sentita poi – come da tradizione – anche la Messa di Mezzanotte, egregiamente preceduta da una veglia di preghiera animata dal nostro “Coro don Luigi Fari”. A far da cerniera, fra la veglia e la Messa, il canto della Kalenda, antichissimo inno liturgico che ben ci fa comprendere come la storia – lungi dall’essere un indefinito scorrere di giorni, mesi e anni – ha un cuore – la nascita di Gesù – che dà la direzione decisiva. Qualche giorno dopo – esattamente domenica 29 – la nostra comunità si è invece stretta in preghiera nella gratitudine per il ministero in mezzo a noi

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La natività del presepe vivente di Sant’Ambrogio. di don Guglielmo Rigamonti.Anche se sono ormai passati diciassette anni dalla sua morte, il suo ricordo di prete appassionato al Signore e alla sua gente, rimane indelebile. La giornata del 6 gennaio – festa dell’Epifania – è stata invece caratterizzata da due eventi principali. La mattina, al termine della Messa delle 9.45, la premiazione del concorso presepi, rivolto per la prima volta all’intera Comunità Pastorale S. Luca. E nel pomeriggio, sul sagrato della chiesa, il tradizionale presepe vivente che ha come sempre coinvolto diversi adulti e alcuni bambini nella rappresentazione degli inizi della nostra redenzione. E adesso, cosa ci attende in questo Tempo dopo l’Epifania? Anzitutto, domenica 19 gennaio, il ricordo dei Confratelli del SS. Sacramento defunti. La celebrazione – preceduta sabato sera da una lauta cena a cui tutta

la comunità è invitata – sarà quest’anno particolarmente sentita, in quanto si inserisce nell’anno che porterà i Confratelli a festeggiare i cinquant’anni di presenza nella nostra comunità. Non a caso, domenica 27 aprile ospiteremo tutte le confraternite della diocesi per una giornata di preghiera, amicizia e fraternità. Domenica 26, la Festa diocesana della Famiglia diventerà invece l’occasione per ospitare in oratorio una grande mostra sui primi cinquant’anni di vita della nostra parrocchia, Famiglia fra le famiglie. Sarà quella anche l’occasione per mostrare a tutti il libretto e il cd che stiamo realizzando per commemorare l’indimenticabile giornata del 17 novembre 2013, con la presenza in mezzo a noi del cardinal Tettamanzi. Don Gabriele Villa Vicario C.P.


Parrocchia Beata Vergine Addolorata al Lazzaretto Il calendario parrocchiale aiuta a ricordare le date in cui fare memoria di questi testimoni

Anche tra drink e location i santi non passano mai di moda: persone come noi che hanno messo in pratica la parola di Dio Il 17 gennaio abbiamo ricordato sant’Antonio, ora sarà il turno di san Biagio e di sant’Agata Ricordare il loro esempio con momenti di convivialità aiuta a diventare un po’ più simili a loro Scorrendo il calendario che abbiamo ricevuto in occasione delle benedizioni natalizie, involontariamente l’occhio si è soffermato sui santi e sulle “giornate” di gennaio e febbraio e il ricordo è volato a un bel po’ di anni fa, quando in oratorio si celebravano anche ricorrenze che oggi sono praticamente ignorate. Penso, per esempio, a Sant’Agnese per le ragazze, perché sì, c’erano anche feste divise per generi, cosa impensabile oggi. Ricordo le domeniche precedenti in oratorio ad organizzare quello che oggi definiremmo “evento”, a pensare come abbellire la “location” con materiali “recycled”, a cosa bere come “soft drink”, a cosa impiattare per “l’apericena” e a come divertirsi per “l’after”… tutto rigorosamente dopo la celebrazione della S. Messa e sotto l’occhio vigile del tuo parroco. In parole povere facevamo già tutto

quello che fanno oggi, riciclo compreso, a costo quasi zero, chilometro zero… ma parlando brianzolo e divertendoci in modo sano! Fa quindi piacere constatare che la devozione popolare sopravvive alle mode e che alcune ricorrenze si celebrano nel solco di una ben consolidata tradizione, nonostante presunti vorticosi cambiamenti avvenuti. Si è cominciato il 17 gennaio, Sant’Antonio, con la S. Messa delle 20,30 il falò e la degustazione di frittelle e vin brulè. Domenica 26 la S. Messa delle 10 sarà animata dalle famiglie e per il pranzo comunitario che seguirà a mezzogiorno, si punta sulla condivisione:

ognuno porta qualcosa, così la mensa si arricchisce tantissimo in varietà e gusti. Nel pomeriggio giochi. Passando per Candelora e San Biagio arriviamo a S. Agata: il 5 febbraio celebrazione pomeridiana della Messa e sabato 8 cena per le donne in oratorio. La maggior parte dei Santi erano persone come noi che col loro modo di vivere hanno messo in pratica ogni giorno la Parola di Dio. Sarebbe bello ricordarli anche per questo, approfittando dei momenti di convivialità per aspirare a diventare tutti un po’ più simili a loro. Nicoletta Maggioni

Concorso presepi ha vinto la materna La nostra Comunità in occasione del Natale ha organizzato un concorso di presepi, tradizionali e non, riservato alle famiglie e alle scuole. Il Lazzaretto ha vinto con la scuola materna il primo premio per la sezione tradizionale, i primi due per la sezione famiglie-tradizionale con i signori Pellucchi e Colciago e due premi di consolazione con i signori Barzaghi e Giuliani. Ho chiesto alla responsabile della scuola materna di illustrarmi il loro presepio, allestito parte con classiche statuine e parte con personaggi costruiti dai bambini, e mi ha spiegato che il presepe è diventato il contesto attraverso il quale ripercorrere le tappe della nascita di Gesù: la casa di Maria, quella di Giu-

seppe, le locande visitate alla ricerca di un posto caldo dove far nascere Gesù, e la capanna alla quale si giunge dopo una lunga strada, come quella che hanno percorso i Magi. I bambini sono stati accostati ai contenuti del Vangelo attraverso l’esplorazione delle emozioni che ha provato ogni personaggio: la paura di Maria all’apparire dell’angelo e la sua gioiosa risposta; il timore di Giuseppe; la preoccupazione di entrambi nel cammino verso Betlemme; nella capanna la gioia di due genitori; nei Magi lo stupore di chi vede un Re bambino. Bravi! Complimenti a tutti! N. M.

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Parrocchia San Carlo

L’arrivo a Seregno delle reliquie di San Giovanni Bosco spunto di qualche idea per i giovani

L’oratorio di San Carlo sta vivendo una fase di transizione per costruire un futuro all’altezza della propria tradizione Le interviste ai protagonisti della vita oratoriana evidenziano aspettative, sogni, progetti, per un oratorio all’altezza dei tempi moderni con uno sguardo agli insegnamenti di don Bosco L’avvenimento è di quelli che ricorderemo a lungo: le reliquie di San Giovanni Bosco, il papà degli oratori, dopo aver fatto il giro del mondo fanno tappa a Seregno. Al di là del grande valore simbolico possiamo chiederci quanto sia ancora attuale, dopo centocinquanta anni, l’insegnamento di don Bosco. La società è molto cambiata in Italia, i piccoli che lavorano, soffrono la fame, si ammalano, vengono maltrattati ora non sono più la regola come allora ma la rarissima eccezione. Oggi abbiamo bambini e adolescenti spesso viziati, che possiedono tutto o quasi, spesso incapaci di relazione con i coetanei perché volutamente soli con i loro passatempi tecnologici. Cosa unisce questi e quelli? Sicuramente il bisogno di ricevere e dare amore e la necessità di vivere bene la propria vita, attraverso il gioco prima e il lavoro poi. Don Bosco ci ha lasciato in eredità gli oratori e le scuole salesiane che ancora oggi rispondono molto bene a questi bisogni. E a San Carlo? Proviamo a fare qualche domanda ai protagonisti. A Sereno, che ha al suo attivo pregevoli scritti sulla storia della parrocchia, chiediamo qualche notizia del vecchio oratorio:“Negli anni settanta la parrocchia aveva affittato parte dello stabile di fronte alla Chiesa: c’era il cinema, l’unico oratoriano di Seregno, insieme al San Rocco, e lo spazio per giocare era nel seminterrato o sul prato dove oggi c’è il campo sportivo.Apertura la domenica alle 13.30, poi alle 15 il catechismo e poi ancora gioco, con la guida di un paio di seminaristi arrivati da Saronno, ma solo per i maschi, molto numerosi, perché le ragazze erano altrove e arrivavano solo a tardo pomeriggio. Poi il proprietario ebbe bisogno dell’immo-

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L’oratorio di San Carlo. bile ma nel frattempo don Giuseppe aveva deciso di costruire quello che è ancor oggi l’edificio adibito ad oratorio, inaugurato nel 1986, su tre livelli, con un piccolo teatro nel seminterrato, una sala per i giochi e il bar al piano rialzato e la sala riunioni al primo piano.” A Roberto, che dal 1978 ne è il responsabile chiediamo qual è la molla del suo lungo impegno:“Sicuramente l’amore per i ragazzi” dice - in trentacinque anni ne ha visti passare centinaia - “la gioia di vederli crescere e molti di loro, ora adulti, sono ancora qui a collaborare con la parrocchia per la comunità”. E i parroci? “Ne ho visti tre, don Giuseppe, da decenni con e per San Carlo, sempre presente e sempre attivo finché le forze lo hanno sostenuto, don Giovanni con la sua grande fiducia nei collaboratori e ora don Alessandro che rappresenta don Renato e che ha avuto l’innegabile coraggio di ripartire con l’ambizioso progetto dell’oratorio feriale estivo, delle domeniche “ci sto”, della integrazione tra oratorio e gruppo sporti-

vo.” Luca e Jessica. Perché molto del vostro tempo libero in questo impegno? “Naturalmente c’è l’amore per i bambini, la gioia di contribuire al loro divertimento e alla loro crescita ma anche il desiderio di intraprendere una sfida bella e nuova, il sentirsi parte di un progetto insieme a coetanei magari persi di vista e ora ritrovati in un gruppo fantastico e anche il desiderio di far rivivere qualcosa che languiva.” Quanto avete dato e quanto ricevuto? “Dato il massimo ma, se possibile, ricevuto molto di più in termini di soddisfazione, di nuove amicizie, di orgoglio e felicità per la bella riuscita di qualche iniziativa, di consapevolezza di stare sulla via indicata da Gesù.” E i genitori, cosa chiedono all’oratorio? “Non certo solo di parcheggiare i figli per qualche ora in un luogo sicuro.” Simona ci dice che vorrebbe la partecipazione di un maggior numero di ragazzi e anche delle loro famiglie. Franco Bollati


Le notizie

Copri evangeliario donato dal comitato Madonna della Campagna

Felice Beretta, offre il copri lezionario a mons. Bruno Molinari. (foto Volonterio) L’associazione Madonna della Campagna, per mano dell’attuale presidente, Felice Beretta, ha donato alla vigilia di Natale, al prevosto monsignor Bruno Molinari, per la basilica san Giuseppe, un prezioso copri evangeliario. L’evangeliario era stato offerto alcuni anni fa dal cardinal Dionigi Tettamanzi a tutte le parrocchie della diocesi ambrosiana, illustrato da famosi artisti di arte contemporanea. Il copri evangeliario è un manufatto di stoffa preziosa in avorio chiaro. E’ stato confezionato dalla ditta Sirio di Bergamo. Su entrambe i quadranti è stata posizionata una cornice con bordura finemente lavorata con fili dorati ai cui quattro lati sono state collocate altrettante piccole formelle con incisi i misteri fondamentali dell’anno liturgico. Da un lato la nascita e gli eventi collegati all’Annunciazione, all’albero di Jesse, al battesimo di Gesù e l’inizio della predicazione del Regno. Sul lato opposto i misteri della Pasqua con al centro la Crocefissione, l’ultima cena, l’entrata in Gerusalemme, le donne al sepolcro, l’Ascensione. Sul dorso è stata posizionata una striscia di bordura del medesimo materiale. P.V.

Il simulacro dell’Ecce Homo in san Rocco venerato dai fedeli dal lontano Seicento Il simulacro dell’Ecce Homo è da sempre venerato nella quattrocentesca chiesa dedicata ai santi Sebastiano e Rocco. Della sua storia ci sono poche indicazioni. L’unica notizia certa è che già anteriormente a san Carlo esisteva il piccolo oratorio. Dopo la peste, san Carlo nel 1582, veniva in visita pastorale in città trovando l’oratorio san Rocco in rovina. Solo l’altare aveva la volta con affreschi pregiati, ma il resto era senza pavimento. San Carlo rimaneva in Seregno, quattro giorni, e in quella occasione costituiva la confraternita dei Disciplinati di san Rocco e dava loro l’incarico di completare e decorare l’oratorio. Gli affreschi nelle lunette sui fianchi della chiesa rappresentano la visita di san Carlo agli appestati di Seregno e la costituzione dei Disciplinati. I confratelli obbedirono al comando di san Carlo. Oltre al culto dei santi Rocco e Sebastiano, vi era venerato l’Ecce Homo, unitamente al bellissimo Crocifisso che ora si trova in basilica. Il simulacro dell’Ecce Homo è stato scolpito in legno nella prima metà del Seicento. E’ un’opera di pregiata fattura di artista ignoto che ha saputo dare al copro del Redentore una forma plastica delicata e insieme robusta e nel volto un’efficace espressione straziante, nel contempo sereno. Le cronache più recenti riportano che il 4 ottobre 1953, il simulacro lasciava la chiesina e in processione, molto partecipata nonostante una pioggia battente, veniva portato in collegiata San Giuseppe, dove restava per sette giorni. Domenica 11 ottobre 1953, sotto un cielo terso e limpido, alle 10, il prevosto monsignor Enrico Ratti, celebrava in collegiata la Messa di diamante per il suo sessantesimo di ordinazione sacerdotale. Nel pomeriggio, alla presenza di una gran folla che occupava tutta piazza della Concordia, monsignor Domenico Bernareggi, vescovo ausiliare di Milano, dopo averlo benedetto, poneva sulla fronte di Cristo la corona della sua regalità. Una lamina d’argento a forma di corona di spine, dorata con gemme sintetiche, studiata ed eseguita dalla scuola Beato Angelico di Milano. La sera di lunedì 12 ottobre, tra due ali fitte di popolo, in processione il simulacro Il simulacro dell'Ecce Homo venedell’Ecce Homo veniva riportato nella rato nella chiesa dedicata ai santi chiesina di San Rocco. Sebastiano e Rocco. P.V.

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Abbazia in lutto per Dom Egidio “Un santo monaco” “Un uomo buono, un monaco modello ma soprattutto un grande confessore”. Sono solo alcune delle tante e attestazioni di stima e riconoscenza espresse dall’immensa folla di fedeli, molti dei quali provenienti dall’intera Brianza, che giovedì 9 gennaio, ha presenziato al rito di commiato di dom Egidio Maria Mariani, monaco benedettino di Monte Oliveto, officiato in abbazia San Benedetto. La concelebrazione dell’Eucaristia è stata presieduta da dom Giacomo Ferrari, economo generale della congregazione olivetana, attorniato da una trentina di sacerdoti tra cui l’abate emerito dom Valerio Cattana e altri monaci provenienti dai monasteri della penisola e dai monsignori Bruno Molinari e Silvano Motta. Le spoglie di dom Egidio riposano nel campo riservato ai monaci al cimitero di via Reggio. Dom Egidio Mariani è spirato al rintocco della campana delle 7 di martedì 7 gennaio, assistito dal diacono dom Piero Maria Mastroviti e dalla nipote Lorena Cattaneo, in una camera dell’hospice Zucchi di Carate, dov’era ricoverato dalle ultime settimane dello scorso dicembre. Un male incurabile ha spezzato la sua forte tempra che nell’ultimo anno si era però indebolita. Dom Egidio, 86 anni, al secolo Luigi Angelo, era nato a Seregno il 13 novembre 1927, in via Leonardo da Vinci “in Poumiroeu”, ci teneva a precisare, da Antonio ed Emilia Arienti. Era l’ultimo di

quattro fratelli: Pasqualino (1921), Ernestina (1923), Luigi (1924). Scomparso il papà a 36 anni, la mamma, costretta a lavorare per mantenere la famiglia, lo affidava all’istituto san Giuseppe, gestito dai monaci, dove maturava la sua vocazione. E’ stato un monaco schivo, modesto, umile e servizievole. Tra i vari incarichi è stato maestro dei novizi, sacrestano, confessore per eccellenza dedicando anche 8 ore al giorno. In città è stato priore dal 1994 al ’97. Appassionato di canto è stato solista nel monastero di san Prospero a Camogli sia per canti gregoriani che musicali.

RIPRESI I CORSI BIBLICI VIA A QUELLO DI ICONOGRAFIA Al centro culturale san Benedetto, dell’omonima abbazia, sono ripresi venerdì 10 gennaio, alle 21, i corsi biblici, mentre sabato 11 e domenica 12, si sono svolte le prime due lezioni del corso di iconografia, giunto all’ottavo anno consecutivo, che si concluderà alla fine del prossimo mese di marzo. Il corso di approfondimento di un libro biblico per le prime cinque lezione ha come relatore padre Giuseppe Dell’Orto ed ha come argomento “l’alleanza al Sinai”, dal 14 febbraio subentrerà don Marco Cairoli, il quale tratterà dell’esperienza della chiesa nel libro degli Atti. Don Roberto Vignolo, un relatore storico dei corsi biblici, svolge, invece, dieci lezioni su “La voce e al parola- il libro e la vita”, spunti per una teologia biblica della Bibbia. Contemporaneamente ha preso avvio anche il corso di ecumenismo e dialogo interreligioso che fino al 7 febbraio ha come relatore don Marco Paleari, mentre dal 21 febbraio al 21 marzo, Elena Bartolini, spiegherà “il linguaggio del corpo nella tradizione ebraica” P.V.

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Dom Valerio abate 25 anni fa

Dom Valerio Cattana. (foto Volonterio)

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In abbazia san Benedetto, mercoledì 15 gennaio, è stata ricordata la festa di san Mauro, patrono dei monaci benedettini di Monte Oliveto. Alle Messe d’orario e a quella delle 16, riservata agli ammalati, è seguita alle 18, la solenne celebrazione presieduta da dom Valerio Cattana, abate emerito, che ha ricordato il suo venticinquesimo anniversario di abbaziato. Veniva infatti solennemente insediato nella carica proprio il 15 gennaio 1988. Una gran folla di fedeli ha presenziato alla liturgia. All’omelia, l’abate emerito, oltre a ricordare la figura di san Mauro ha spiegato il piacevole rapporto che esisteva tra l’anziano san Benedetto e il giovane discepolo Mauro. P.V.


Le notizie

Corteo dei Magi con 150 figuranti “Mi avevano detto che il corteo dei Magi sarebbe stato molto bello, ma ho visto un evento bellissimo e siete stati bravissimi, siete andati oltre le mie aspettative” - così esordiva il vicario episcopale, monsignor Patrizio Garascia, all’inizio dell’omelia della Messa delle 10 il giorno dell’Epifania, in basilica san Giuseppe. Favorita da una splendida giornata di sole, la quarantatreesima edizione del corteo dei Magi, organizzata dall’oratorio san Rocco, ha raccolto applausi e ammirazione, sfilando per le vie del centro città e durante il percorso che ha portato la carovana dei 150 figuranti davanti alla capanna della Natività, con personaggi viventi, sul piazzale del santuario di Santa Valeria, dove i Magi Gasparre, Baldassarre e Melchiorre, hanno deposto i loro doni. Subito dopo il corteo dei Magi, come da tradizione, ha fatto visita ai reparti del centro “Ronzoni-Villa”, fondazione don Gnocchi di via Piave, dove hanno offerto piccoli doni agli ospiti, i quali hanno potuto vivere momenti diversi dalla quotidianità. L’ultima tappa, prima del rompete le righe, la visita agli ospiti del Piccolo Cottolengo di don Orione. P.V. Il banditore che apre tradizionalmente il Corteo dei Magi, giunto alla 43ma edizione. Un gruppo di figuranti del Corteo dei Magi in visita agli ospiti dell'opera don Orione. I Magi in visita ad un reparto del centro Ronzoni Villa, fondazione don Gnocchi. (foto Volonterio)

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SCUOLA DI ITALIANO PER STRANIERI “CULTURE SENZA FRONTIERE”

Carla Bernasconi lascia staffetta alla San Vincenzo

L’odissea dei migranti: dibattito in sala Gandini Numerose e importanti le iniziative promosse dalla Scuola di italiano per stranieri, ovviamente a livello cittadino e decanale, in questo avvio dell’anno nuovo al di là della attività ‘istituzionale’ di corsi e lezioni per i migranti. Il primo appuntamento è quello di domenica 19 gennaio con la celebrazione presso la parrocchia SS. Filippo e Giacomo di Giussano della S. Messa del Migrante. Mercoledì 22 gennaio prenderà poi il via una nuova attività della Scuola, il corso di taglio e cucito in sede per un gruppo di donne straniere. Di particolare importanza sarà invece l’incontro pubblico in programma per giovedì 23 gennaio alle 21 presso la Sala Gandini di via XXIV Maggio in collaborazione con “Culture senza frontiere” e Circolo Acli di Seregno sul tema “Dal Mediterraneo all’Italia: l’odissea infinita dei migranti” con un particolare e diretto riferimento alle conseguenze prodotte dalla legge Bossi-Fini. Un tema di grande attualità e che fa continuamente discutere. Relatori della serata, che sarà moderata da Paolo Colzani, saranno Luca Bettinelli, responsabile Area Stranieri della Caritas Ambrosiana di Milano, e Susanna Anvar, funzionario della segreteria politica della Lega Nord. Infine si preannuncia già all’orizzonte per la serata di sabato 22 febbraio la ormai consueta “Cena dell’Amicizia” presso il salone polifunzionale della parrocchia del Lazzaretto.

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Maria Carla Colombo Bernasconi, al centro con un gruppo di volontari, dopo 13 anni di presidenza della confraternita San Vincenzo de' Paoli, ha lasciato l'incarico. (foto Volonterio) Maria Carla Colombo Bernasconi, 74 anni, dall’inizio dell’anno ha lasciato la presidenza della conferenza San Vincenzo de’ Paoli. Una carica che reggeva da 13 anni dopo averne trascorsi otto da vice. “Col cuore gonfio di lacrime e dopo una lunga riflessione -ha detto - ho preso questa sofferta decisione, non tanto per l’impegno che ha sempre appassionato e coinvolto tutta me stessa, quanto piuttosto per l’aumentata burocrazia da dover sbrigare ogni giorno. Non è più la San Vincenzo del cuore, spontanea, naturale, fatta di cose semplici. Oggi aiutare i poveri e i bisognosi è diventato difficile. C’è da tenere la contabilità, ci sono riunioni continue a Monza e Seregno e una serie infinita di pratiche da evadere. Così ho preferito passare il testimone a chi è più giovane di me” A succederle sarà Valeria De Nova, che ha già avuto un’esperienza alla guida della San Vincenzo in passato. “Sicuramente sarà lei a prendere il mio posto, ma la carica deve essere ratificata dal consiglio direttivo a giorni. Io

continuerò come semplice volontaria”. Maria Carla, già docente di educazione fisica negli istituti della città, aggiunge “gli anni trascorsi alla presidenza sono stati difficili ma anche di grande soddisfazione, oltre alla distribuzione settimanale dei pacchi viveri, di vestiario, detersivi, prodotti igienici, carrozzine, letti, materassi, nel 2002 abbiamo iniziato con la distribuzione a mezzogiorno dei panini, poi nel 2005 abbiamo aperto la mensa della solidarietà che ogni giorno distribuisce dai 20 ai 30 pasti, in parte pagati dal comune e in parte sostenuti dalle offerte che riceviamo. Seguiamo personalmente 25 famiglie portando dei pacchi una o due volte al mese, pacco di alimenti a famiglie con bambini. A loro consegniamo buoni per l’acquisto di carne, frutta e verdura. Buoni da 10 o 20 euro ciascuno. Ma nella nostra sede di via Alfieri ogni giovedì ruotano 130 famiglie per oltre 300 soggetti che chiedono di tutto. Attualmente il 70 % sono italiani. P.V.


Le notizie circolo culturale s. giuseppe FONDATO NEL 1888

Assemble di zona dai Saveriani L’Azione Cattolica cittadina e decanale ha in programma anche in queste settimane non pochi incontri che ricordiamo di seguito. Per quanto riguarda il Settore Adulti continua anche in decanato la proposta di Lectio Divina sul libro del profeta Giona (2, 1-1); chi non può seguire gli incontri che si tengono a Seregno nella chiesa del Ceredo, può avere come riferimento il secondo incontro di martedì 21 gennaio presso l’oratorio di Giussano guidato da don Enrico Castagna. Anche il Settore Giovani, un luogo e un tempo di incontro di scambio e di confronto per i giovani del decanato perché possano crescere insieme come cittadini e nella fede, ha in programma per venerdì 24 gennaio alle 20,45 la prosecuzione dell’itinerario formativo presso l’oratorio di Santa Valeria in via Wagner 85. Per ulteriori informazioni: giacomo_89@alice.it federica.ariente@gmail.com Sabato 25 gennaio alle 14,30 presso la Casa dei Padri Saveriani a Desio si terrà invece l’Assemblea unitaria di zona per discutere le tesi assembleari in vista dell’assemblea diocesana. Domenica 16 febbraio presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore in Largo Agostino Gemelli a Milano è in programma infatti la XV Assemblea diocesana per l’elezione del nuovo consiglio diocesano che guiderà l’associazione per i prossimi tre anni. Per conoscere le proposte del Centro diocesano e vedere “le facce” di quelli di AC si può comunque visitare il sito: www.azionecattolicamilano.it

Vita, memoria e pop in dialetto Sempre intensa l’attività del Circolo culturale San Giuseppe che ha iniziato il nuovo anno con la proiezione al cineteatro San Rocco la sera di mercoledì 8 gennaio del film ‘La ùltima cima’ per la regia di Juan Manuel Cotelo in collaborazione con l’associazione culturale Umana Avventura. Molto apprezzata l’iniziativa dal numeroso pubblico intervenuto. Domenica 12 è stata la volta invece del pomeriggio di buonumore con nonni, figli e nipoti svoltosi nella sala bar della sede di via Cavour 25 significativamente intitolato ‘Giochi in famiglia’. Nella serata di mercoledì 15, sempre nella sala bar socie e amiche del Circolo si sono date appuntamento per dare vita a nuove attività riservate alla componente femminile del Circolo come ad esempio una scuola di burraco. Venerdì 24 alle 21, nella sala Minoretti, interna al centro pastorale monsignor Ratti di via Cavour 25, è in programma un in-

Tombolata, S. Agata e mostra su Caravaggio Il Movimento Terza Età della Basilica ha organizzato per giovedì 23 gennaio una tombolata benefica con ricchi premi che si terrà alle ore 15.00 al centro pastorale mons. Enrico Ratti di via Cavour 25. Il ricavato servirà a sostenere l’adozione a distanza di un bambino indiano in collaborazione con l’associazione cittadina Auxilium India, che dal 2005 si è costituita per continuare, dopo la sua scomparsa, l’opera missionaria della

contro in vista della Giornata della vita 2014, con il filosofo Lamberto Bianchini. Il messaggio dei vescovi italiani “Generare il futuro’’ sarà al centro della serata. Tradizionalmente promosso dal locale Movimento per la Vita e dal Circolo culturale San Giuseppe, ed aperto alla riflessione di tutta la città, l’incontro fa seguito alla recente raccolta di firme “uno di noi” che ha visto numerose adesioni. Nel pomeriggio di sabato 25 alle 17, sempre in sala Minoretti, incontro con Renato Ornaghi che presenterà il suo: “Gh’era on bagaj che comè mi amava i Bordocc e i Sass Borlant’’. Sarà una rivisitazione in dialetto lombardo delle canzoni dei Beatles e dei Rolling Stones. L’iniziativa, promossa in collaborazione con Seregn de la memoria, sarà conclusa da un simpatico rinfresco. Lunedì 27, alle 21, ancora nella sala Minoretti, in occasione della Giornata della Memoria, è in programma l’incontro con Pietro Arienti, ricercatore e storico, che presenterà il suo volume «Dalla Brianza ai lager del Terzo Reich». Interverrà anche Carlo Perego, figlio del deportato Leonida Perego. Mercoledì 5 febbraio, infine, alle 19.30 in occasione della Festa di S. Agata ritrovo e cena in compagnia per tutte le socie ed amiche. concittadina suor Camilla Tagliabue che vi ha dedicato cinquant’anni della sua vita . In occasione della tradizionale festa di Sant’Agata, mercoledì 5 febbraio alle 9 verrà celebrata la S. Messa in Basilica; alle 13 seguirà il ‘pranzo insieme’ per tutte le donne presso l’Oasi di Erba dove nel pomeriggio si svolgerà anche un momento ricreativo. E’ in programma infine una visita culturale guidata alla mostra “L’urlo e la luce”, allestita presso il salone della parrocchia San Giovanni Bosco al Ceredo che si svolgerà giovedì 13 febbraio alle 15,30. Si tratta di una mostra itinerante sulle opere più significative del grande pittore Caravaggio.

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Le notizie GR.ANI.S Economia e lavoro, quattro incontri a Seveso Con la Scuola di formazione sociale e politica della Diocesi di Milano “Date a Cesare quel che è di Cesare” il Gr.ani.s (Gruppo di animazione sociale) propone sul territorio di Monza e Brianza quattro incontri sui temi dell’economia e del lavoro che si terranno presso il Centro pastorale ambrosiano di Seveso (il seminario) il sabato dalle 15.30 alle 18. L’obiettivo è quello di un ampio coinvolgimento delle realtà del territorio. Per il format “Economia e Lavoro”, in particolare, lo scopo è documentare come, in questo momento di crisi profonda, recuperare il senso più vero del lavoro e dell’economia (proprio della concezione cristiana) possa rappresentare il “punto” da cui ripartire. Il primo incontro è in programma il 25 gennaio che avrà al centro il tema del senso dell’economia e del lavoro nella concezione cristiana (il contributo del cristiano nel lavoro, nell’economia, nella finanza, a partire dalla fede come coscienza del proprio compito/responsabilità nel mondo); testimone sarà Giovanni De Censi, presidente del Credito Valtellinese e dell’Istituto Centrale delle Banche Popolari. L’8 febbraio si proseguirà con la riflessione su: “Una via cristiana per un nuovo modello economico? (sperimentazioni in atto per ripensare il sistema economico seguendo le strade tracciate dalle encicliche sociali)” con l’intervento di Ivan Vitali, socio fondatore della Scuola di Economia Civile. Altri incontri sono poi in programma il 22 febbraio sul lavoro, l’economia e la crisi e l’8 marzo su Solidarietà, economia e finanza “per il lavoro” (esperienze di “reti” sul territorio che valorizzano l’operosità della comunità cristiana nel rispondere in modo nuovo ai bisogni lavorativi e sociali). Info e iscrizioni: Servizio per la Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Milano (tel. 02.8556430; sociale@diocesi.milano.it). L’8 febbraio inoltre in occasione della Giornata diocesana della Solidarietà è in programma in mattinata a Milano al cinema Palestrina, zona Loreto, il convegno dal titolo “La Solidarietà, uno stile di costruzione della storia”. A Seregno, invece, a cura di Circolo Acli, Circolo San Giuseppe e Caritas proiezione di un film sul tema della solidarietà e dibattito venerdì 14 febbraio.

STATISTICHE DICEMBRE PARROCCHIA SAN GIUSEPPE BATTESIMI: Ariela Maria Leone, Edoardo Viganò, Noemi Di Martino, Andrea Mauro Belluscio, Riccardo Saita, Francesco Pico Silva, Leonardo Gatto Garzoni, Simone Alletto. Totale anno: 126 MATRIMONI: Luca Talice e Consuelo Ancona. Totale anno: 27 DEFUNTI: Maria Angela Colombo (ex insegnante) (anni 87), Anna Rosa Pozzi (anni 85), Luigia Vanda Gavioli (anni 84), Egidio Viganò (anni 86), Giuseppina Giandomenico (anni 83), Ezio Taini (anni 83), Angelo Radaelli (anni 83), Fiorella Panzeri (anni 67), suor Maria Giuseppina dell’Immacolata Molteni (Religiosa Sacramentina) (anni 86), Graziella Pinciroli (anni 67), Domenica Zumbo (anni 75). Totale anno: 154

PARROCCHIA S. VALERIA BATTESIMI: Nicole Santambrogio, Francesca Cipolla, Tommaso Vannini. Totale anno: 54 DEFUNTI: Franceschina Ierardi (anni 94), Olimpia Barzaghi (anni 92), Antonio Cazzaniga (anni 89), Felice De Gregorio (anni 83), Liliana Civetta (anni 84), Elsa Tagliabue (anni 69), Dina Viganò (anni 86), Onorina Tagliabue (anni 96). Totale anno: 80

PARROCCHIA B.V. ADDOLORATA AL LAZZARETTO BATTESIMI: Owona Katherine Grace. Totale anno: 20 DEFUNTI: Cazzaniga Angela (anni 93), Nava Angela (anni 86). Totale anno: 35

Mensa della solidarietà in Avvento raccolti 6400 euro Ammonta a 6400 euro la somma raccolta nel tempo di Avvento nelle parrocchie e all’oratorio San Rocco per la Mensa della Solidarietà. La somma è parziale poiché due parrocchie devono ancora comunicare quanto hanno raccolto. L’iniziativa servirà a sostenere la mensa e con tutta probabilità ad ampliare la possibilità di accesso a nuovi utenti, oltre a quelli già inseriti, in ac-

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cordo con i servizi sociali del Comune. La Mensa della Solidarietà allestita nei locali dell’oratorio Maria Immacolata in via Lamarmora, è gestita dall’associazione San Vincenzo de Paoli ed è in funzione dal 2005. Ogni giorno distribuisce dai 20 ai 30 pasti, in parte a carico dell’Amministrazione Comunale ed in parte sostenuti con le offerte che l’associazione riceve. Il momento della distribuzione del pranzo, dalle 11 alle 12,

da lunedì a sabato, è gestito da una ventina di volontari che a turno, ogni giorno, offrono il loro tempo per rendere più serena la vita di queste persone. Immigrazione e disagio, impoverimento dei nuclei famigliari e difficoltà dei pensionati o anziani soli: la povertà di oggi ha i volti di tante persone diverse che nella mensa siedono fianco a fianco.


ORARI DELLE SANTE MESSE FESTIVE NELLA CITTA’ DI SEREGNO

SS. MESSE VIGILIARI (sabato pomeriggio e sera)

In copertina: San Giovanni Bosco. In 4ª di copertina: 1) In basilica san Giuseppe la rappresentazione della nascita di Gesù è stata ambientata secondo lo stile napoletano. Gli edifici e gli accessori son in armonia con i tratti delle preziose statue raffiguranti pastori e contadini delle colline del meridione d'Italia. 2) I "grandi presepi" caratteristici della tradizione di Santa Valeria stavolta sono stati sostituiti da una schematica ed essenziale Natività. 3) Sotto l'emblema della chiesa parrocchiale di Sant'Ambrogio, il gregge di pecore a rappresentare l’intera comunità. 4) Nella parrocchia di San Carlo, per la prima volta il presepe dopo molti anni, ha assunto l'aspetto dell'essenzialità. 5) L'opera esposta nella chiesa della Beata Vergine Addolorata al Lazzaretto raffigura l'evangelizzazione secondo le tre virtù teologali. 6) A fianco della parrocchiale dedicata a san Giovanni Bosco, in un tipico cortile del Ceredo è stato rappresentato il presepe. (Foto Volonterio)

16.30

Don Gnocchi

17.30

Don Orione

18.00

Basilica - S. Ambrogio - S. Carlo - Abbazia

18.30

S. Valeria

19.00

Ceredo - Ospedale

20.00

Santuario Vignoli

20.30

Lazzaretto

SS. MESSE FESTIVE (domenica e festivi) 7.00

Don Orione

7.30

S. Valeria - Basilica

8.00

S. Ambrogio - Lazzaretto - Ceredo - Abbazia

8.30

S. Salvatore - Sacramentine

8.45

Basilica

9.00

Ospedale - Istituto Pozzi

9.30

S. Valeria - Don Orione

9.45

S. Ambrogio - Abbazia

10.00 10.30

«L’AMICO DELLA FAMIGLIA», PERIODICO DELLE COMUNITÀ CRISTIANE DI SEREGNO anno XCII, 19 Gennaio 2014, numero 1

Basilica - Lazzaretto S. Carlo - Ceredo - Don Orione (cappella interna) - S. Salvatore - S. Cuore (solo durante il periodo della catechesi, riservata ai ragazzi delle elementari e ai loro genitori)

11.00

S. Valeria - Don Orione - Abbazia

11.15

S. Ambrogio

Direttore responsabile: Luigi Losa; in redazione: Franco Bollati, Paolo Cova, Enrica Dell’Orto, Patrizia Dell’Orto, Nicoletta Maggioni, Giovanni Marelli, Patrizia Mariani, Sabrina Parravicini, Elisa Pontiggia, Mariarosa Pontiggia e Paolo Volonterio; e-mail: amicodellafamiglia@yahoo.it; amministrazione: Riccardo Ballabio; abbonamenti: Buona Stampa San Paolo - c/o segreteria parrocchia S. Giuseppe - Piazza Libertà 6 - 20831 Seregno (MB) telefono 0362 231308 o presso le segreterie delle altre parrocchie;

11.30

Basilica - Lazzaretto

17.00

Don Gnocchi

17.30

Don Orione

Stampa & Grafica: Sarigraphic E. Riva di M. Riva & C. snc, Via Gandhi, 10 - 20831 Seregno MB;

18.00

Ceredo - Basilica - S. Ambrogio - S. Carlo - Abbazia

Autorizzazione del Tribunale di Monza n. 93 dell’1/12/1987

18.30

S. Valeria - Lazzaretto

20.30

S. Ambrogio

Il prossimo uscirà domenica 16 Febbraio 2014


I presepi 2013 delle parrocchie 1 2 anno XCII - n. 1 Gennaio 2014 - periodico delle comunità cristiane di Seregno

3

4 5

Don Bosco è qui!

6

Il 2014 di Molinari

Suora oggi, perchè

Addio dom Egidio


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