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Profilassi a stadio 0
Tu! Utente! Tu che hai le dita rattrappite attorno al telecomando! Tu, che stai navigando tra le reti private e statali. Adesso sei su Telemontecarlo... no, su Videomusic5. Tu che stai cavalcando la rete locale dove Moana sta pubblicizzando Taurus (ti dice che devi provarlo se vuoi avere la forza e l’energia sufficiente a soddisfarla, così eccitata che ti soffermi qualche secondo, ben sapendo che nulla ti può trattenere). Cambi canale e vai su Rai 3: là trovi una delle quattrocento repliche di Blob e Schegge... ricordi? Venti anni fa, cosa stavi facendo venti anni fa? Cosa sognavi? Bah. Cambi ancora: Rai 2, e vedi Minoli, che oggi scrive persino sull’Unità e solo ieri stava seduto gigionescamente sopra una panchina, in un parco: felice e contento intervistava ubbidiente un ancor relativamente giovane e relativamente magro e relativamente onorevole Craxi, che tenendo d’occhio un garofano rosso sul bavero della giacca rispondeva con autorità e ovvietà degne di quelle domande. Non reggi il mono-tono gutturale del Minoli-sound e vai su Rai 1.
E chi trovi? Quel tubero di Marzullo che ondeggia impercettibilmente la testa: una vera radiazione fossile, resiste a tutti i big bang immaginabili. Parla, domanda e mentre lo fa ondeggia ancora la cosa rotonda sopra le spalle, secondo la più nota tradizione delle danzatrici di Bali. Domande, ancora domande retoricamente stronze... poi ti ecciti, ti ecciti sempre quando vedi le sexy-bambine di Non è la Rai: non direttamente su Non è la Rai, ma su una delle reti locali. Sembrano anche più vive, sono state riprese quando erano nel tuo locale preferito, proprio vicino a casa tua, qualche giorno prima, a sculettare qualche motivetto. E tu non lo sapevi: questa è provocazione... ma forse è meglio così, dal vivo sarebbero state sicuramente meno eccitanti. Lasciate libere, senza un regista che le disciplina, sono meno... fanno errori di... sembrano meno... meno evocative: una delusione, come lo sono tutte le cose reali che vengono paragonate al come tu le vivresti se fossi al loro posto, che ci vuoi fare? Sono vive, e in quanto tali pensano, non sono sempre quello che sono quando guardi... diventano come te, terrene. Sì, ma chi vuole più cose terrene? Tu vorresti scopare con Dio, mica col suo fattorino. Beh, adesso ci sei davanti a quel Dio, e cosa farai? Non resisti, non ce la fai... valà, valà che sei un bel palinsesto. Carine sono carine, non sono ancora puttane come quelle che facevano Drive In. Aspetta, chi te lo aveva detto che bastava avere un certo numero di telefono e quelle... no, non ci credi: se sono arrivabili, allora chi se ne frega di guardarle in televisione? Però quelle bambine adesso ti manca-
no, al loro posto c’è un coglione che urla qualcosa sui materassi... devi rivederle là dove Dio è Dio. E non basta: devi togliere quella protezione, quella simil-gomma che divide il tuo strumento dalla carne. Vuoi tenerlo in mano e sentire quando tocchi. Vuoi che le tue dita siano in full contact con l’oggetto che trasforma in palinsesto i tuoi desideri più segreti. Ormai sei stanco di viaggiare tranquillamente, devi sbilanciarti, hai bisogno di trovarti sul bilico... lo fai! Nooo! Sei Sicuro di quello che fai? Hai tolto la protezione di gomma al tuo strumento! Proprio sicuro? E se ti cade? Pensaci, sei ancora in tempo a pensarci, fermo! Ho capito cosa vuoi fare! No! Non lo fare! Ora ho capito perché ti sei tolto la protezione, è perché vuoi... è perché vuoi andare su... le vuoi proprio vedere su... andiamo, sono solo ragazzine, pensa se una di loro fosse tua figlia! Nooooo, non posso vederlo ancora una volta. Pensa a tua moglie, ai tuoi amici, a tua madre: cosa dirà la tua povera mamma se tu... Lo hai fatto. I tuoi occhi si sono aperti leggermente più del normale, stai gongolando. Sei felice. Sei sintonizzato su...