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Spicchi Bianconeri #3

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È una Juvecaserta sempre più a suo agio nei panni della lepre. A 10 giornate dalla fine della regular season i bianconeri di Max Oldoini sono padroni del campionato e del loro destino. Il vantaggio sul trio delle seconde è di 6 punti, corroborato da un doppio 2-0 con Salerno e Palestrina ed un 1 +26 su Matera (1-0). Da qui al termine della stagione regolare la Decò dovrà blindare il primato e prepararsi tatticamente e fisicamente per l’assalto alla A2. Come sanno ormai anche i legni del Palamaggiò, il percorso per salire al piano superiore è ostico, molto ostico e tutto si deciderà quando ogni errore potrebbe essere pagato a caro prezzo. La Juvecaserta vista all’opera nelle ultime uscite non ha entusiasmato né convinto ma il ciclo terribile dell’inizio del ritorno è stato superato quasi a pieni voti con 4 successi ed 1 sola battuta d’arresto. Addirittura il trittico di sfide dell’ultima settimana ha portato 6 punti con la preziosa affermazione sulla temibile Palestrina dell’ex Ponticiello (la migliore squadra vista quest’anno all’opera contro i bianconeri). Poiché il mirino è puntato sull’obiettivo finale della promozione, è opportuno non cullarsi sugli allori ma guardare al di là delle vittorie. Così le balbettanti ultime uscite devono aprire gli occhi e, all’esito di un’analisi interna probabilmente già avvenuta, far valutare le opportunità di mercato. Il roster bianconero è forte ma… per reggere il tour de force del post season è indispensabile dotare coach Oldoini di un altro paio di frecce.

Pozzuoli è una squadra dal potenziale ancora inespresso la cui classifica con solo 4 vittorie su 20 gare non rispecchia il suo reale valore. Una squadra che soprattutto sul proprio campo ha sempre messo in grande difficoltà i suoi avversari come nell’ultima partita casalinga, quando la blasonata Viola Reggio Calabria è riuscita a spuntarla solo con una prodezza da 9 metri di Carnovali negli ultimi secondi. In sede di mercato hanno migliorato il proprio roster aggiungendo atletismo nel pitturato grazie alla verticalità di Thiam e fisicità sul perimetro

con l’arrivo da Cassino dell’under De Ninno che vanno a puntellare una squadra già formata da giocatori validi per la categoria come l’esperto playmaker Di Marco, il tiratore mancino Tessitore e la dirompente ala Carrichiello, oltre a Bini che l’anno scorso ha messo una firma importante per la promozione in A2 di Cassino. Pozzuoli è una squadra

che ha come punto di forza la perimetralità dei suoi esterni e di Bini, che agisce da numero 4, che vengono messi in ritmo da un giocatore come Di Marco molto bravo a passare la palla. Forse per il salto definitivo di qualità gli manca ancora la continuità nei 40min nel portare avanti il proprio piano partita senza avere troppi up&down.

Questa è una situazione offensiva che Pozzuoli utilizza nella fase di transizione per entrare subito nel flusso d'attacco. Il playmaker (Di Marco/De Ninno) sposta subito la palla su un lato con un passaggio ed effettua un taglio andando ad occupare l'angolo sul lato della palla (lato forte). Il numero 5 (Thiam) che si apre sul top è il giocatore fondamentale per ribaltare la palla da un lato all'altro del campo mentre il numero 4 (Bini) effettua un blocco shuffle per la guardia (Tessitore) che può ricevere anche in post up. Il gioco va avanti con un blocco stagger per il playmaker (Di Marco/De Ninno) e un ulteriore blocco stagger per la guardia (Tessitore/Carrichiello).

ACaserta si respira da mesi un’aria diversa.

Un’aria che porta ottimismo e ha fatto riaccendere un fuoco che di fatto non si era mai del tutto spento. Il ritorno della Juvecaserta (non me ne vogliano ma per me resterà sempre Juvecaserta) in un campionato nazionale, ha restituito alla città, ai tifosi e ai semplici sportivi un pezzo della propria casertanità. In fondo è vero che Caserta è la città del basket: non ho mai creduto a dualismi col calcio, con la Casertana e i suoi tifosi perché siamo tutti casertani e c’è spazio per la passione di ognuno. Il Palamaggiò (perché quello è il Palamaggiò) ha riaperto i battenti e d’incanto sono tornate alla mente le gesta di quei roster che dall’Indesit alla Phonola hanno fatto sognare un’intera provincia. La nuova società scelta migliore non poteva fare a mio modesto parere, affidare a Gianfranco Maggiò le chiavi del club. Sarà che sono un amante del passato, sarà che non dimentico chi ha fatto tanto per la Juve e soprattutto per la mia città. Sarà che Maggiò fa rima con vittoria, affidabilità e competenza, ma mai scelta poteva essere più azzeccata. Al resto ci hanno pensato Nevola e Max Oldoini allestendo una formazione che sta dimostrando in campo di strameritare la vetta solitaria della classifica. Il primo posto sembra blindato anche se per la matematica bisognerà attendere probabilmente la primavera, ma se il buongiorno si vede dal mattino allora sarà davvero una bella giornata. Il mio non vuole essere un inno a chi ha restituito il basket a Caserta, ma la semplice costatazione che se metti le persone giuste al posto giusto i risultati si possono raggiungere. Ma attenzione, la perfezione non esiste o molto rara. Non entrerò troppo nello specifico e nel

tecnico poiché non mi arrogo il diritto di esserlo e non sarò mai competente come tanti illustri amici-colleghi che seguono da molto più tempo di me lo spettacolare mondo della pallacanestro, ma a questa Juve basta poco per sfiorare la perfezione. La partenza è stata col botto viste le tante vittorie e la concretezza in ogni settore del campo. I bianconeri forse concedevano troppo a cavallo tra il terzo e l’inizio del quarto tempo. Problema che sembrava essere risolto in alcuni frangenti prima che emergesse la stanchezza, più mentale che fisica. D’altra parte quando ti chiami Juvecaserta e sei stato costruito per vincere sempre e dovunque, il rischio di avere il fiato lungo e il braccino corto c’è. La squadra in questa fase sta incontrando soprattutto problematiche dal punto di vista fisico e non è ancora tempo di riposarsi visti gli imminenti impegni delle prossime settimane. Bisognerà stringere i denti e tirare avanti il più possibile anche se c’è un dato confortante: abbiamo vinto ultimamente partite che sembravano seriamente compromesse registrando solo un passaggio a vuoto contro la Luiss che per quanto detto sopra ci può stare. La notizia più bella è che Caserta è tornata e con lei la passione, la tradizione e una storia che non morirà mai. Probabilmente dovremo attendere ancora un po’ per rivedere virtussini e milanesi a Castel Morrone. Intanto proviamo ad andare in A2 perché di questi tempi è già importante tornare a respirare aria internazionale tra comunitari e stranieri provenienti d’oltre oceano. Un passo alla volta per raggiungere la meta e onorare chi ha dato lustro alla città di Caserta con un miracolo sportivo che resterà per sempre nella storia del basket italiano.

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