coworking for
DUMMIES
“coworking for dummies� Testi: Eleonora Dusi Editing: Vincenzo Bruno Fotografie: Simone Nunzi E-pub design: Caterina Giannottu
2015Š Le opere contenute in questo file sono tutelate e depositate nell'archivio di patamu.com con numero di licenza 17583 e distribuito in Licenza Creative Commons Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
prima edizione: aprile 2015
Come fare soldi con il coworking
NON
FARAI
MAI
SOLDI CON UN COWORKING Se hai un appartamento, ti siedi a un tavolo e decidi di aprire un coworking, lo stai facendo nel modo sbagliato.
COWORKING SI NASCE. COWORKING FOR DUMMIES
Per capire appieno che cos’è un coworking, bisogna partire da che cosa NON non è un temporary office non è un collettivo non è una comune non è un incubatore non è un acceleratore non è un luogo solo per giovani
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è
Non essere cavilloso! Non puoi attenerti al significato letterale di “lavorare insieme”. Del resto, non puoi attenerti nemmeno alla definizione del web, che parla del coworking, per lo più, come di “uno stile lavorativo”. È una romanticheria 2.0, non cascarci. Il coworking è uno “spazio”. Lo spazio è il requisito essenziale affinché si scatenino tutta una serie di processi freak di cui parleremo più avanti. Prendi un appartamento, un capannone, un grattacielo; affitta stanze e scrivanie in openspace a ore o al mese. Si popolerà di diverse persone, fra loro autonome e formalmente indipendenti, che trovano un posto per lavorare con il proprio portatile pagando a
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consumo la propria permanenza. Queste persone, collocate fra le stesse mura, saranno portate a interagire, confrontarsi, instaurare rapporti e condividere informazioni fino a che –e questo è un obiettivo di successonon collaboreranno insieme ad alcuni progetti o non si scambieranno clienti. La vicinanza, la conoscenza diretta, l’osservazione del modo di lavorare altrui, il flusso di clienti generato da ciascuno favorisce le collaborazioni, i contatti e la crescita reciproca. Come amministratore di un coworking, è questo il valore aggiunto che dovrai cercare di creare. In un grafico, un copywriter e un web designer freelance che collaborano;
in un architetto e un ingegnere che lavorano spesso con gli stessi clienti; in tre amici d’infanzia che vogliono lavorare insieme senza costituire una società; ecco, lì c’è il seme di un coworking. Ricordati: lo spazio nasce vuoto. Devi avere già un’attività, un progetto o un’idea di business, per aprire un cowo, perché sarai tu a “dare un’anima” al tuo spazio, affinché questo spazio abbia voce per chiamare altri coworker. Quest’anima doterà il cowo di una vera e propria personalità. Potrà nascere in seno a un gruppo di pubblicitari, oppure in un team per il settore delle costruzioni. Potrà essere costituito da avvocati e commercialisti o da operatori
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del settore moda. Anche psicologi e medici possono aprire un coworking: si chiama poliambulatorio. Le persone si doteranno, condividendone le spese, di strumentazioni e attrezzature idonee a svolgere un lavoro nel medesimo settore. Plotter o stampanti 3D, severi faldoni Oxford o colorate cartelline. I vostri contatti (registi? Stilisti? Piccoli imprenditori? Ricercatori, industriali, studenti?) cominceranno a frequentare questo luogo. L’aspetto del cowo inizierà a prendere forma, ad avere il colore di chi gli ha dato vita. Questo colore è la voce che chiamerà altri coworker. Deve quindi essere una voce chiara, distinguibile, sonante. Il coworking inteso come affitto di
postazioni non è un coworking, è un ufficio temporaneo. E un ufficio temporaneo, credici, se la vede con competitor che hanno tanti di quei metri quadrati e tanto di quel budget in pubblicità da non potersi permettere di fare l’alternativo con il coworking. In quel caso, infatti, il sistema è quello degli hotel: strutturato, con procedure rigide e standardizzate. Insomma: chi apre un temporary office, non può prendere un caffè con i propri ospiti per vedere se nascono sinergie. In un coworking avviene l’esatto opposto: destrutturazione, rapporti umani, rete, fiducia, generosità informativa. Le informazioni devono fluire come un fiume in piena. Popolare un coworking
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è “attirare nel proprio luogo di lavoro autonomo altri professionisti o imprese con cui poter creare sinergie professionali, con la scusa di fornire una postazione di lavoro a prezzi bassi”. Dunque, emergono due punti chiave: 1. L’affitto della postazione è una scusa 2. I prezzi sono bassi Capisci perché non farai mai soldi con il coworking? Perché a te non interessa affittare spazio, anzi: lo spazio ti serve, come ti serve il tempo. Ma questo circuito spazio-temporale deve muoversi e pulsare, per generare un beneficio economico. Il coworking, quindi, non genera un ricavo dalle postazioni in affitto ma dalla rete, un sistema di rapporti, basati su stima e
fiducia, che ti mettono in contatto diretto e preferenziale con sempre nuove opportunitĂ lavorative e sempre nuovi potenziali clienti.
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2) Una struttura destrutturata
Se state leggendo, probabilmente volete lavorare in coworking, diventando -eventualmente– amministratori di un cowo (Coworking Manager o, ancora meglio, Community Manager). Decidete di lavorare in coworking per non avere vincoli formali, per essere modulari e “liquidi” e non avere costi di struttura. In questo senso, no: “non siete” una azienda. Ma dovrete “ragionare” come se lo foste. Quello che dovete sapere è che sì, vi volete tutti molto bene, ma siete, di fatto, una struttura che manda avanti un business. Non potrete basare il vostro lavoro di gestione sull’affetto o sul senso di responsabilità altrui: dovrete darvi alcuni paletti. In ordine logico: 1) Individuate dei ruoli nello staff Se il gruppo è oliato o lavora già insieme,
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non sarà complesso autoassegnarsi dei ruoli in base alle competenze. La gerarchia non è indispensabile in un team di poche persone, indispensabile è avere un responsabile/rappresentante. 2) Scoprite le vostre procedure Le procedure nasceranno in concomitanza con l’attività. Non si può schematizzare in partenza la forma che avrà il cowo. Attendete di andare a regime e, dopo qualche mese, sarete sicuri di quali siano le regole naturali a cui attenersi per il buon funzionamento dei processi all’interno dello staff. 3) Adottate sistemi informativi snelli Fatelo da subito. Pochi passaggi per trasmettere un’informazione, autonomia nel risolvere problemi. Una regola per abbattere ostacoli
informativi è parlare sempre a voce prima, scrivere poi: email, verbali, note in calendario fungeranno nella maggior parte dei casi da promemoria. Basta con le riunioni fiume! Preferite dei briefing collettivi. Se serve una riunione di staff, tutti dovranno essere coinvolti; si tratteranno punti molto chiari e operativi, non proseguendo oltre i 45 minuti, concludendo con soluzioni o task relative ai singoli punti suddetti. 4) Remunerate i vostri costi – Quello della remunerazione dei costi è un obiettivo economico di primo livello, dunque imprescindibile. L’obiettivo economico di secondo livello del coworking è quello già detto derivante dalla rete. Il cowo genererà dei costi
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variabili, in relazione al suo riempimento e fissi, in parte anche non attesi. È fondamentale la redazione di un business plan prima dell’avviamento. Il business plan è confezionato sulle reali possibilità fornite dallo spazio e dal la disponibilità effettiva dei diversi collaboratori. La remunerazione dei costi (ossia la sostenibilità) deriva dall’attività di affitto. Potrete affittare tutto: dalle postazioni di lavoro alla sala riunioni fino alle pareti e al pavimento. Le pareti sono un luogo privilegiato per artisti e fotografi, che godranno di visibilità in un luogo con un visitatori quantificabili e profilabili; il pavimento, per designer e negozi di arredamento, con cui si può stabilire un accordo di product placement per periodi medio-
lunghi. La scelta e la selezione di queste ultime due categorie renderà ancora piÚ calda, personale e definita l’anima del coworking. Oltre ad alcuni paletti, vi occorreranno delle norme di condivisione che regolino i rapporti fra voi e, di conseguenza, fra i coworker. Potreste utilizzare questi suggerimenti per stilare un primo regolamento e aggiornarlo con il corso del tempo modellandolo sulla vita del cowo.
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3) Be freak
Non tutti i coworking nascono freak in quanto tali. Sei tu a dover scegliere se aderire a questa linea di pensiero. Ti può capitare anche spontaneamente perché il tuo cowo nasce povero, ma ti suggeriamo di adottarla anche in un cowo benestante, perché porta un risparmio indiscusso. Tranquilli: non dovrete trasformarvi in figli dei fiori che vanno al lavoro in bicicletta (ndr: nel nostro cowo è così. In bicicletta e a piedi. Ma non fateci caso). Semplicemente, dovrete ragionare sulle diverse risorse gratuite o molto economiche a cui puoi attingere per dotare lo staff e il cowo di strumenti d’ufficio. Inevitabilmente, il ricorso a tool opensource/freesource faranno
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pensare a tutti che combatti battaglie contro gli oligopoli. La vostra scelta di immagine starà in una delle risposte: 1) sì, sono anti oligopolista e questa è la mia battaglia per un mondo giusto; 2) no, sono povero ma un giorno diventerò ricco da fare schifo e rileverò Microsoft ed Apple; 3) adotto un uso razionale delle mie risorse economiche. La terza è la risposta di qualunque persona che, andando a fare la spesa per una famiglia, gradirebbe riempire il carrello con beni di buona qualità gratuiti. Perché non sfruttare gli strumenti freesource disponibili sul web? Il solo limite da tenere sempre a
mente è che la gratuità è tale quando non ci sono costi da sostenere né nell’acquisto di un bene né durante il suo utilizzo, perché magari causano rallentamenti. Gli strumenti freesource funzionano fintanto che funzionano. Qualora per voi fossero insufficienti, non perseverate. Passate ad altro. Per scoprire e adottare strumenti freak, dovrete effettuare due tappe: 1. Elencare che cosa vi occorre per amministrare un cowo. 2. Trovare diverse alternative e provarle.
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4) TUTTO QUESTO È COWORKING
Luca Arcara - Hashtagify www.hashtagify.me
Personalmente ho sempre pensato che la collaborazione sia la base di tutti i successi. Ecco perchè mi sono trovato subito in sintonia con la filosofia del Coworking: lavorare collaborando è l’unico modo di lavorare meglio. Disegno e sviluppo sistemi informatici e nella mia attività di tutti i giorni mi confronto quotidianamente con problemi e richieste delle più disparate: dal sistema di timbratura al gestionale
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più complesso. E poter alzare la testa e chiedere a chi hai di fronte: “ Scusa ma te troveresti utile questa cosa?" oppure: "Che ne pensi se avessi un servizio come questo?” beh, non ha prezzo; per non parlare poi delle volte in cui due parole davanti al caffè ti aiutano a definire un’idea o fanno nascere delle collaborazioni! Qui a BC103 ho trovato questo tipo di atmosfera, ben diversa da quella di una sala convegni o un ufficio temporaneo, con i vantaggi della versatilità di una struttura in coworking (abbiamo organizzato persino un corso di programmazione) e di una posizione centralissima.
Luca Valente - Ploomia www.ploomia.com
Coworking è sinonimo di "fare impresa". Così come le relazioni sociali possono trasformarsi in relazioni economiche e viceversa la condivisione di ambienti diventa un acceleratore incredibile per quelle realtà che hanno basato il loro modello di business sulla modularità. BC103 da questo punto di vista è stata per noi di Ploomia una piattaforma vera e propria grazie alla quale
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approfondire conoscenze, condividere visioni, integrare proposte e servizi e di conseguenza allargare l’offerta commerciale. Se pensate che lavorare in coworking sia uno sterile affitto di uno spazio siete sulla via sbagliata o semplicemente, non siete ancora pronti ad una rivoluzione che all’estero è già mainstream. Coworking è un vero e proprio stile di vita.
PGA - Strategia e Organizzazione www.pga-so.it
Nata 50 anni fa, PGA riunisce un gruppo di consulenti e formatori professionisti con esperienza nei diversi settori dell’Organizzazione e Sviluppo delle Risorse Umane, della Formazione Comportamentale ed Esperienziale e nell’ambito del mondo Non Profit. Siamo entrati a BC103 a gennaio 2014 in occasione dell’apertura della nostra sede di Roma. In un’epoca in cui
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siamo tutti connessi e in movimento l’esperienza del coworking non è solo un modo pratico di organizzare il lavoro, ma diventa un’ opportunità di networking molto stimolante. BC103 offre spazi pratici in un’atmosfera accogliente, eventi artistici, seminari formativi. Siamo felici di aver scoperto questo spazio innovativo nel cuore di Roma.
Caterina Giannottu Ideepratiche www.ideepratiche.com
L’incontro con BC 103 è stato per il mio lavoro una vera e propria sferzata di energia e nuove idee! Io ho trovato ben più di uno spazio dove lavorare, ma uno spazio mentale e condiviso, una “lunghezza d’onda” e un’attitudine comune all’autonomia e alla progettazione. Come definirei BC? Senza dubbio una
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fucina di idee, un cantiere di business sostenibile, la culla dello sviluppo e del salto di qualità per il freelance che qui trova network e professionalità per implementare le proprie attività e, di conseguenza, contribuire a quelle altrui! Se associate tutto questo all “verticalità” degli spazi, al respiro di arte e design e alla sperimentazione costante, se mettete piede in BC come me, non vorrete più andare via!
Maria Luna Bonacci Cake Design Masterclass www.cakedesignmasterclass.com
Trovare fiducia per sviluppare idee fuori dall’ordinario, ecco il motivo per il quale ho scelto il BC 103. Alla fine del 2012, dopo qualche delusione e tanti lavori mal remunerati, ho preso coscienza del fatto che la vita è troppo breve per essere sprecata in una routine preconfezionata di cui non ci importa nulla o non andiamo fieri;
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quindi ho deciso di utilizzare le mie passioni per lavorare. Nonostante sia un’idea molto poetica, è necessario avvertirvi che si tratta di una strada tutta in salita ed i peggiori ostacoli sono le facce sconvolte di chi vi sta intorno nel momento in cui esponete la vostra non convenzionale idea di business. Ancora adesso, infatti, quando alla fatidica domanda “che lavoro fai?” rispondo orgogliosa “organizzo corsi di cake design presso una struttura di coworking” le persone mi guardano come avessi parlato in sanscrito. Qualche istante più tardi poi, dopo aver minuziosamente spiegato i dettagli del mio lavoro, la replica del mio interlocutore si trasforma quasi sempre in una deludente espressione piuttosto
scettica. Bene, tutto questo al BC103 non è accaduto, anzi, i responsabili - Eleonora e Vincenzo – mi hanno fin da subito incoraggiato e sostenuto accogliendomi nel loro team con professionalità e amichevole cordialità. La cosa ha creato una profonda sinergia ed ora siamo uniti in un avvincente percorso professionale che auguro a tutti i giovani audaci di poter intraprendere.
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Cerchi uno spazio di coworking a Roma? Vuoi saperne di piÚ sulla nostra storia d’impresa? Hai bisogno di consulenza per aprire e gestire un nuovo cowo? Contattataci ed esplora le nostre attiviità e i nostri eventi su
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www.bc103.it
Questo ebook è interamente frutto di un co-working. Coworkers gli autori, il fotografo, l’editor, la diffusione, il lancio, le testimonianze, gli eventi e le riflessioni. Coworking è lo spazio che ha ispirato le illustrazioni e lo shooting fotografico. Co-working. Davvero.
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Eleonora Dusi
—Business Developer— Eleonora è specialista in sviluppo di piccole e micro imprese. Dopo un percorso aziendale nel societario e nella valutazione d'azienda, ora si occupa di sviluppo finanziario e comunicazione per piccoli progetti, professionisti, follie imprenditoriali e PMI. Si interessa anche di sviluppo commerciale di artisti, per i quali cura vendita, mostre ed eventi. Uno di loro è suo padre, Gobbetti: avere un papà artista ti insegna a pensare in modo alternativo!
simone nunzi —Photographer— Simone è fotografo freelance e artista da circa 15 anni. Ha studiato Scienze Politiche e all'Università scopre la fotografia. La sua vision è "cogliere il dettaglio nel caos della vita" ed è incline ad uno stile zen e pulito, con il soggetto al centro. Arriva a BC103 alla fine del 2014 e presta la sua opera per la prima mostra di fotografia d'arte dello spazio "verticale". È wedding photographer e artista eclettico.
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CREDITS vincenzo bruno
—Coworking Manager— Spesso all'estero in cerca di fortuna, tornato in madrepatria ancora alla ricerca... Vincenzo è laureato in Scienze Politiche e ha un master in Economia dello Sviluppo e della Cooperazione; progettazione europea e finanza agevolata per PMI. Ora lavora in uno studio in coworking, convinto che condividere esperienze e competenze sia l'unica strada possibile: perchè 1+1 può anche fare 3.
caterina giannottu —Business Strategist— Antropologa culturale di formazione, Fellow in Storia Contemporanea e freelance per vocazione, ha ideato nel 2012 il concept Ideepratiche. Atterra a BC103 Nel 2014, come Project Manager e Business Modeler. Appasionata d'arte e Digital si dedica con passione (fra le altre cose) a grafica e epub design. Crede che il Brand sia una filosofia di vita e non semplicemente "lavorare".
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