Lo Stendardo Numero 9

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LUNEDÌ, 8 APRILE 2013

I

TUTTI UNITI!

LO STENDAR DO E LE DIFFI COLTÀ DELL'ACB

tifosi granata hanno vissuto molto intensamente queste ultime settimane. La notizia dei problemi finanziari legati all'AC Bellinzona è infatti balzata all'onore delle cronache, lasciando in molte persone un sentimento perplessità e di sconcerto, sia per la velocità con cui gli eventi si sono negativamente sviluppati, sia per le dichiarazioni spesso contraddittorie o subito smentite pervenuteci dalla società e dal presidente Giulini. Sono state fatte molte speculazioni su nuovi finanziatori interessati all'AC Bellinzona, sono partite delle raccolte fondi più o meno spontanee per cercare di sanare almeno in parte i debiti accumulati e ci sono state varie manifestazioni d'affetto e di sostegno indirizzate alla squadra ed alla società. Gli scenari futuri sono più che mai incerti: per quel che riguarda la mancanza di fondi i più ottimisti credono ancora nella forza economica del presidente, mentre i più pessimisti si dicono ormai rassegnati e pronti dunque al fallimento della società. Le informazioni che ci giungono non aiutano certo a fare chiarezza su quanto stia realmente accadendo, non ci resta dunque che attendere ancora, sperando ovviamente che il tutto si possa risolvere al meglio.

ANNO PRIMO NUMERO 6

Scritto da Redazione All'interno di questa situazione critica l'AC Bellinzona è però riuscito, quasi paradossalmente, a gestire la pressione e le emozioni ricevute negli scorsi giorni, vincendo addirittura la sfida di vertice in trasferta ad Aarau. I giocatori hanno quindi reagito come meglio potevano, onorando cioè il proprio impegno con la maglia granata. Anche la reazione dei tifosi è però stata molto positiva la presenza ed il sostegno alla seduta d'allenamento prima della trasferta ad Aarau ed, appunto, in terra argoviese hanno dimostrato ancora una volta come i tifosi tengano alla realtà granata. In questo momento difficile tifosi si sono quindi mobilitati a favore dell'AC Bellinzona; tutti uniti e pronti a dare il proprio apporto alla causa. Anche Lo Stendardo deve essere visto in quest'ottica, ossia quella di “collante” all'interno della tifoseria granata. La possibilità di scrivere su queste pagine è infatti aperta a tutti gli interessati, senza alcuna distinzione. Lo Stendardo vuole essere la voce dei tifosi per i tifosi, non esitate: per qualsiasi necessità di chiarenti la Redazione è a vostra disposizione, basta contattarci tramite l'indirizzo e-mail che trovate sull'ultima pagina di questo numero.


FULVIO SULMONI: UNA SOLIDITÀ DIFENSIVA INTERVISTA AL GIOVANE GIOCATORE GRANATA

F

ulvio Sulmoni è approdato a Bellinzona all'inizio di questa stagione, diventando ben presto un tassello importante della difesa dell'AC Bellinzona. Abbiamo quindi deciso di scambiare quattro chiacchiere con lui, per farvelo conoscere un po' meglio. Sei ormai un pilastro della difesa Granata, ma come ti sei avvicinato al mondo del calcio? Quando e dove hai cominciato a giocare?

Scritto da M.

questa situazione e del fatto che i tifosi facciano fatica a vedere dei giocatori veramente attaccati alla maglia? Diciamo che è semplicemente una questione di necessità. Io a Bellinzona è il primo anno che gioco come professionista, prima i contratti che firmavo erano amatoriali e potevo sopravvivere perché vivevo in casa con i genitori. Sul fatto dei giocatori “bandiere” io credo che esistano solo a certi livelli, penso nelle squadre importanti dove hanno la possibilità di far sì che il giocatore si senta bene nella società, e riescono a proteggerli con buoni contratti.

I primi calci al pallone ho avuto modo di darli nel Riva San Vitale, la mia città natale. Sono poi passato al Chiasso. All'età di 15 anni sono poi Sabato scorso i tifosi Granata si sono approdato al FC Lugano.

La situazione in casa ACB non è delle più rosee, mancano i soldi degli stipendi e si rischia parecchio. Cosa pensi di come il mondo del calcio diventi sempre più dipendente dai soldi, e che si perda il contesto cittadino, popolare, che da sempre caratterizza questo sport? Purtroppo è ormai vero che il soldi sono una parte del calcio, se per giocare a certi livelli i soldi devono essere investiti. La situazione non è certo delle migliori, ma ci sono dei termini da rispettare, degli impegni da portare a termine. Speriamo che Giulini riesca a risolvere i problemi, magari con qualche investitore del posto. Noi come giocatori possiamo dire che siamo disposti a fare dei sacrifici, oltre che sul campo, anche per quanto riguarda l'aspetto finanziario.

presentati all'allenamento del mattino, sostenendo a gran voce la squadra e rimarcando l'attaccamento che da sempre provano verso la maglia. Durante l'intervista alla RSI sei apparso fortemente emozionato quel giorno. Cosa si prova ad entrare in campo e sentire la tua curva, il tuo pubblico, che canta per incitare te e la squadra? C'è da sapere che i giocatori guardano molto ai tifosi. Nel momento in cui scendiamo in campo il nostro primo pensiero va alla tifoseria e a vedere quanta gente c'è allo stadio. Se c'è una bella coreografia, se c'è tanta gente, siamo molto più motivati.

Da quando sei a Bellinzona hai collezionato 21 presenze su 23 partite, una media decisamente buona. La coppia Schenkel – Sulmoni garantisce un'importante solidità alla difesa. C'è già un ricordo, bello o brutto, legato ad una partita o ai tifosi, che ti è rimasto indelebile nella testa? Cosa ti ha colpito della realtà bellinzonese?

Tu sei un giocatore che in Ticino ha girato parecchio, partendo dal Chiasso, passando da Lugano e Locarno per arrivare infine a Bellinzona. Non credi che con questo sistema, si possano perdere quei giocatori "bandiera", quei pilastri di una squadra che rimangono Posso dire che inizialmente ho fatto fatica ad indelebili nella testa dei tifosi. Cosa pensi di integrarmi nello spogliatoio perché ad inizio

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campionato c'erano delle dinamiche all'interno dello


stesso che non funzionavano. Penso che la situazione fosse nota a tutti. Adesso invece mi trovo molto bene, sono integrato completamente ed è già da qualche mese che mi sto affezionando a questa realtà. Proprio per questo l'affetto dimostrato sabato dai tifosi mi ha colpito parecchio. Questo è sicuramente il ricordo più bello. Il ricordo più brutto invece è la sconfitta a Chiasso (27.08.2012, ndr.)

Anche i giocatori vivono a modo loro il fattore mercato: magari un amico che parte, un compagno di squadra particolarmente caro lascia la squadra. Qual è quindi il miglior compagno di squadra, a livello calcistico ma anche umano, che hai mai avuto?

cui hai sempre voluto giocare? Ogni realtà ha avuto un suo perché; devo essere sincero la realtà di Chiasso mi ha dato molto, mi ha permesso di crescere molto, anche se i tifosi quest'anno mi hanno deluso molto: mi aspettavo più riconoscenza, sopratutto quelle volte che siamo andati a giocare a Chiasso. Mi dispiace che non apprezzino più la mia persona più che altro. Quello che ci tengo a dire è che a Bellinzona mi trovo davvero bene, tanto che, il tutto è però ancora da vedere, a me non dispiacerebbe continuare qui, anche oltre i tre anni che ho di contratto. Mi trovo talmente bene che non mi dispiacerebbe finire qui la mia carriera. Salvataggio della società permettendo (ride, ndr).

La difesa come detto è solida: 20 gol in 23 partite. Ciò che però colpisce per una squadra di Serie B che punta alla promozione sono i gol segnati, o meglio non segnati: 29 in 23 partite. Il quarto peggior attacco del Ad Aarau hai sicuramente fatto una grande campionato... partita, ma come si sa non tutti sono perfetti, non sempre le cose vanno come dovrebbero. Io preferisco parlare di fase offensiva e fase Cosa ti fa più innervosire quando sei in difensiva. La fase difensiva non è solo la difesa, non campo? Gli errori dei compagni, l'arbitro o gli sono solo i quattro difensori ad essere ottimi, ma è avversari? un lavoro che parte dagli attaccanti che viene svolto Al momento direi Luca Denicolà, che ho avuto come compagno a Lugano. Lo prendo un po' da esempio: un tipo molto tranquillo, faceva il suo, non era mai polemico. Era inoltre un ottimo giocatore.

in maniera corretta e con grande sacrificio. Dobbiamo migliorare in fase offensiva, ma dobbiamo migliorare anche noi difensori da dietro già ad impostare meglio l'azione. Dobbiamo essere inoltre molto più concreti sotto porta, dobbiamo segnare di più.

Sul terreno da gioco ciò che mi innervosisce è quando i miei compagni si lamentano degli errori commessi dai compagni di squadra. Questo è ciò che mi da più fastidio. Devo però dire che nel girone di ritorno questi comportamenti non ci sono più perché sono stati giustamente corretti dal mister. Per contro all'andata succedevano spesso. È stato scritto tanto sui giornali sulla Infine gli atteggiamenti degli avversari sono situazione che vi era all'interno della società e comprensibili. dello spogliatoio quando Gabriele era

Ha vestito le maglie di Lugano, Locarno, Chiasso e Bellinzona. C'è stata una squadra che più di tutte ti ha dato qualcosa? Una squadra a cui tu sei sempre stato legato, e in

allenatore. Cosa puoi dirci tu adesso che non ci sono più, e che la situazione sembra essere migliorata: c'erano delle regole ferree da rispettare? È vero che non si poteva dire la propria opinione?

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Io penso che quando una situazione del genere viene percepita in questo modo dai tifosi, questo sta a significare che all'interno il problema è cento volte più grande. Ciò che trapela è sempre meno di quanto in realtà avviene. C'era un problema reale di scelte, di imposizioni, che però anche da parte nostra è difficile confermare. Ci sono dei forti sospetti però.

Da Gabriele ad Andermatt, decisamente due caratteri differenti. Proprio quest'ultimo sta svolgendo un ruolo importante all'interno di un gruppo molto giovane, confrontato con questa situazione economica e mediatica non semplice da gestire. La sua figura si è ersa a faro per il gruppo. Cosa puoi dirmi della sua persona e del suo carattere.

Personalmente non lo voglio credere, sopratutto per rispetto all'obbiettivo che ci siamo posti. Io credo che non succeda, perché tutti vogliono la Super League. Il nostro impegno non cambierà se ci sarà una sicurezza finanziaria maggiore.

La tua posizione naturale è da difensore centrale, ma da qualche partita ormai giochi come terzino destro. Come ti trovi? Mi trovo meglio chiaramente nel mio ruolo naturale, ma sto prendendo l'abitudine a giocare come terzino destro e più partite gioco in questo ruolo più gli automatismi si consolidano.

La partita contro il Wil rappresenta una seconda sfida in chiave promozione. Si gioca contro la terza classificata, una buona difesa, Io Andermatt non lo conoscevo personalmente, ma ma non sarebbe male cominciare a segnare un devo dire che mi ha sorpreso positivamente po' di gol che a fine stagione non possono che sopratutto nella gestione del gruppo. Il nostro non è fare bene. un gruppo semplice da gestire perché ci sono diverse personalità forti, ma lui lo sta gestendo nel migliore dei modi. È capace anche di gestire molto bene questa situazione molto complicato, sopratutto nel rapporto con i media che stanno mettendo del loro nell'aggravare la situazione. Noi ormai per quanto riguarda la situazione finanziaria ci siamo organizzati, e ormai non è più quasi un problema.

È quello che ci ha detto il mister oggi: dobbiamo essere più cinici sotto porta. Inoltre dobbiamo assolutamente vincere per non gettare al vento quanto fatto di buono lunedì sera ad Aarau. Speriamo in un'affluenza di pubblico importante, questo sarà fondamentale.

C'è qualcosa che vorresti aggiungere per Pare che a giorni dovrebbero finalmente concludere questa nostra chiacchierata? arrivare gli stipendi. Si è detto che in questo momento di difficoltà il gruppo si è legato Vorrei ringraziare i tifosi che in questo momento molto, c'è stata un'unità forse mai vista sono vicini alla società, ma sopratutto ci tengo a dire prima. Credi che cambierà qualcosa quando grazie per il gesto di sabato che ci ha dato una forte tutto tornerà alla normalità e riceverete gli spinta, un gesto di grande valore: tutti nello stipendi? Quando non si sarà più in difficoltà, spogliatoio ne hanno parlato positivamente. È stato tutti assieme, pensi che possa cambiare sicuramente ciò che ci ha dato la motivazione per qualcosa? andare a vincere ad Aarau.

UN GRAZIE DI CUORE AI RAGAZZI!

L

UN GRUPPO CHE V INCE CO N I L C UO RE

a preoccupazione in casa granata è tanta. La paura è che la fine di 109 anni di storia per questo glorioso club sia vicina. Due mesi fa nessuno avrebbe mai creduto, che dopo così poco tempo, ci potessimo trovare in una situazione tanto

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Scritto da MF critica. Il crollo economico era insospettabile. L'unico tema che faceva capo ai discorsi dei tifosi era la rincorsa all'obbiettivo tanto paventato ad inizio stagione, la promozione. Una promozione che tutt'oggi è ancora raggiungibile, anzi lo è più di


prima, quando alla pausa eravamo in ritardo sull'Aarau di 2 lunghezze, mentre ora questo gap è stato cancellato. E c'è da dispiacersi oggi a sentire parlare così poco di calcio giocato, ma piuttosto di improbabili cordate, nuovi azionisti, investimenti bloccati e sanzioni disciplinari. Anche i mass media locali purtroppo non parlano d'altro. Allora ho pensato bene che fosse il caso che lo facessi io. Non per fare la cronaca di una partita che ormai

dell'incapacità del club di tenere fede agli oneri contrattuali. Nonostante questo tutti i giocatori della rosa hanno deciso di non abbandonare la squadra della capitale in questo momento difficile, dimostrando grande professionalità. Questo sarebbe stato un primo evento al quale i nostri media avrebbero dovuto dare maggiore eco. Nel mondo del calcio al giorno d'oggi purtroppo sempre più raramente si assiste a eventi del genere, nei quali i giocatori si fanno protagonisti di gesti nobili e a sostegno di valori che vanno oltre al mero interesse

sicuramente, da un giornale o dall'altro, tutti avranno già letto. Ma per incorniciare il momento irripetibile che sta vivendo la società, i giocatori e tutto il popolo granata. Eh sì, perché proprio questa situazione tanto drammatica quanto spiacevole ha provocato una reazione tanto forte ed orgogliosa alla quale non si è soliti assistere. I giocatori dell'AC Bellinzona (dei quali solo Angelo Raso è Bellinzonese di origine, quindi non legati ai colori granata per motivi strettamente geografici) non percepivano lo stipendio da più di 3 mesi. Come annunciato dallo staff tecnico, essi avevano piena libertà di cercare un'altra squadra dove sistemarsi (come per altro prevede il regolamento della Swiss Football League) proprio a causa

personale e guadagno economico. Forse, invece che mostrare ripetutamente interviste logoranti al presidente Giulini (nel quale per altro non veniva mai detto nulla di nuovo), avrebbero potuto mostrare queste scene di solidarietà al pubblico, sicuramente più educative per i più giovani. E che dire del tecnico Andermatt che, invece che abbandonare la barca, come fatto ormai dalla maggior parte degli ex-membri del Cda, si carica sulle spalle le responsabilità di un gruppo che fa della professionalità e del sacrificio il nuovo motto. Sacrificio, sì. Perché senza di questo il Bellinzona sarebbe andato ad Aarau a fare una figuraccia. E i tifosi questo lo hanno capito. Consci dell'importante gesto dello staff, 500 tifosi circa si sono radunati LO STENDARDO | 8 APRILE 2013 5


attorno alla squadra in un abbraccio virtuale, durante l'abituale allenamento pre-partita del sabato mattina, dimostrando un grande affetto ma soprattutto rispetto per quanto intrapreso. Lo scopo di tutto ciò? Semplice, far capire ai nostri beniamini che in questo momento difficile non saranno mai soli. Applausi, cori, striscioni, e tante emozioni! Chi non c'era... non può capire! L'hanno capito i ragazzi in campo, alcuni anche visibilmente commossi. Hanno colto l'abbraccio dei tifosi e hanno raccolto la sfida: fino a quando il Bellinzona potrà regolarmente scendere in campo, loro lo faranno. Onoreranno la maglia e la storia dell'AC Bellinzona. E così è stato. Così tanto orgoglio e dedizione per una società sportiva, personalmente, era tanto che non lo vedevo. I granata ad Aarau sono scesi in campo travestiti da

leoni. Hanno tramutato le preoccupazioni in rabbia, aggressività e disciplina. Hanno estratto dal cappello la miglior prestazione stagionale espugnando il Brügglifeld, il campo più ostico di questo campionato, raggiungendo così in concomitanza con gli argoviesi la vetta della classifica. Poco importa se ciò era avvenuto già nel girone d'andata, perché questa volta è avvenuto in tutt'altra maniera. Allora a far la differenza era stato il bellissimo spunto personale firmato da Magnetti. Lunedì la differenza l'ha fatta il cuore. Quindi dalla curva una grande nota di merito ai ragazzi per quanto fatto, e la speranza è quella di poter vedere ancora tanta grinta e fame di vittoria nelle prossime partite, ricominciando dall'incontro casalingo contro il Wil (squadra tutt'altro che da sottovalutare).

I BELLINZONA BOYS 2005 AL LICEO!

IN CONTRO CON GLI ALL IEV I AL LE GIORNATE CULTURALI

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e si vuole considerare il Liceo di Bellinzona come una valida realtà scolastica sia per la città che per il Cantone non ci si deve focalizzare unicamente sulla qualità della struttura o su quella delle lezioni offerte. Un elemento che, pur esulando dal canonico schema educativo, può essere considerato come una sorta di fiore all'occhiello per il Liceo cittadino sono sicuramente le cosiddette “giornate culturali”. Durante queste giornate il ruolo dei docenti passa in secondo piano, in quanto diventa degli allievi il compito di proporre delle attività alternative alle lezioni. I ragazzi si attivano dunque alla ricerca di temi che possano destare l'interesse, magari anche grazie alla presenza di relatori con importanti ruoli professionali. Come ogni anno, anche questa edizione delle giornate culturali ha dunque visto proposti una moltitudine di temi, i quali hanno toccato aspetti politici, religiosi, economici, sportivi e molti altri ancora. All'interno di questo ampio ventaglio di proposte si è così inserita anche un'attività dal titolo “Tifo organizzato: quello che di solito non viene detto”. Leggendo la descrizione dell'attività era possibile farsi una prima idea di quello che i due relatori

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Scritto da Erre avrebbero poi trattato, ossia una constestualizzazione generale del fenomeno del tifo organizzato, dapprima, per poi concentrarsi maggiormente sulla realtà che contraddistingue Bellinzona. Per questa attività è stato riscontrato un buon successo a livello di affluenze: erano presenti circa trenta persone. I due relatori si sono trovati a proprio agio nel trattare l'argomento e, dato che entrambi fanno parte dei Bellinzona Boys 2005, questa era inoltre un'ottima occasione per fornire ai partecipanti una visione alternativa di questo fenomeno, che non sia cioè quella spesso propinataci dalle autorità o dai media. Il pomeriggio è quindi iniziato con una breve storia del tifo organizzato, mettendo l'accento su aspetti come le differenze tra il concetto di “ultras” e quello di “hooligans”, termini spesso erroneamente considerati sinonimi. Si è poi proseguito attraversando il tema dei valori comuni che si celano dietro al mondo ultras, giungendo infine ad una riflessione incentrata sul ruolo che hanno i media nel contesto del tifo organizzato. A ciò si è legato lo spinoso tema della violenza negli stadi, il quale è spesso vittima di un eccessivo


sensazionalismo mediatico. Una volta terminata la parte più generica, l'attenzione dei relatori si è spostata ad un livello molto più "nostrano", ossia il tifo organizzato inserito nella realtà bellinzonese. La prima apparizione dei Bellinzona Boys 2005 (datata 13 febbraio 2005) è stata dunque il punto di partenza della discussione, ampliatasi poi fino a raggiungere gli eventi principali che hanno caratterizzato lo sviluppo del gruppo, come ad esempio l'organizzazione della coreografia andata in scena in occasione della finale di Coppa Svizzera nel 2008. Sono quindi stati sviluppati temi scottanti (è proprio il caso di dirlo!) come la legalizzazione del materiale pirotecnico, i principali aspetti legati alla repressione ed il “dietro alle quinte” della preparazione di materiale vario o di una coreografia. L'interesse dei liceali, inizialmente piuttosto timidi, è quindi aumentato, portando alcuni ragazzi ad esprimere le proprie esperienze personali ed a porre domande ai relatori. Alla fine della presentazione, durata quasi un'ora e mezza, si è così instaurata una

discussione sui temi più attuali, come la legalizzazione dell'utilizzo di materiale pirotecnico all'interno degli stadi. Tutte le opinioni, anche le più variegate, sono sempre state accolte in modo positivo, in quanto lo scopo del pomeriggio era proprio quello di instaurare un dialogo costruttivo con gli allievi, anche e soprattutto con chi vive lo stadio in modo diverso o meno passionale. L'attività si è quindi svolta ottimamente, in particolar modo per quel che riguarda la parte di discussione con gli allievi: una parte che non dovrebbe mai mancare all'interno del contesto delle giornate culturali. Spero infine che questa esperienza di dialogo non solo abbia fornito parecchi spunti di riflessione ai ragazzi del Liceo, ma che si possa pure ripetere in futuro, magari con chi solitamente non perde occasione per denigrare e criminalizzare il nostro modo passionale di vivere lo sport.

OPPRESSIONE DEL PENSIERO UMANO

SP ESSO CIÒ CHE L EGGI AMO NON È CIÒ CHE ACCADE

N

ella nostra società attuale, come afferma Maldonado, i media, che sono i mezzi di comunicazione di massa (giornali, televisione, radio, ecc..), sono diventati il punto di riferimento per la maggior parte delle persone. Anni fa, una persona pensava con la propria testa e veniva influenzata solo in parte da fattori esterni. Adesso invece, sembra che la verità assoluta sia solo quella espressa dai media, il resto è tutto ipocrita. La domanda che tutti dovrebbero porsi è: perché? Perché, giorno dopo giorno, i media dicono state sul divano, guardate e ascoltate ma non agite? Dicono tranquilli, il mondo è duro, ma lo risolviamo noi per voi. Io, critico i media perché nella mia breve esperienza di vita ho già visto abbastanza per poterli accusare

Scritto da Gieki di celare la verità dietro affermazioni ipocrite solo per trarne profitto personale. Potrei fare decine di esempi, per esempio Berlusconi che manipola le idee dei cittadini italiani con Mediaset, così da riuscire sempre a vincere le elezioni o Barbara d’Urso che conduce dei programmi unilaterali senza che nessun contrario sia presente per ribattere, così da far sembrare che quello espresso da lei sia l’unica soluzione ai problemi. Volevo raccontare una breve esperienza che ho vissuto sabato sera in trasferta con i tifosi di calcio del Bellinzona. Durante il viaggio di ritorno da Wohlen (Canton Argovia), eravamo una trentina di tifosi, abbiamo sostato nell’Area di servizio del San Gottardo Nord. Voglio essere sintetico, qualcuno ha fatto dei graffiti nel sottopassaggio e la polizia LO STENDARDO | 8 APRILE 2013 7


giunta sul luogo ha iniziato ad indagare. Poco dopo, dall’altra parte della strada, è giunto un bus di due piani dei tifosi dell’Aarau, eterni rivali dei bellinzonesi, che quella sera tornavano da Chiasso. Una volta scesi dal bus i supporters argoviesi hanno cantato qualche coro contro di noi e uno di loro ha lanciato una torcia in mezzo all’autostrada. La polizia presente sul posto a causa dei graffiti, ha fatto salire sui propri bus le fazioni opposte e noi siamo ripartiti tranquilli verso il Ticino. Il giorno dopo cosa vedo/leggo su tutti i giornali, sui portali online, al telegiornale e alla radio? “Ancora una volta gli Hooligans protagonisti. Scontri nell’area di servizio San Gottardo Nord, svariate torce in autostrada, lampade rotte e graffiti sui muri. Per fortuna la polizia era presente con unità cinofile e truppe antisommossa (erano due volanti, cani e truppe di antisommossa non ne ho visti) per evitare che le due fazioni venissero a contatto”. Questa esperienza dimostra quello espresso nell’introduzione, i media pur di fare scalpore e

guadagnare mentono. Quella sera chi era presente sa come è realmente andata tutta la faccenda, però adesso tutta la Svizzera per l’ennesima volta punta il dito contro i tifosi. Questo è democrazia? Questo mondo è giusto? Sarebbe interessante fare una statistica delle persone che effettivamente credono alle testimonianze dei diretti interessati o alle bugie dei media. Prima i media forse dicevano la verità, adesso sempre più condannano gli innocenti. Noi siamo complici, perché paghiamo e non ci opponiamo a questa oppressione invisibile del pensiero umano. Quindi sono d’accordo col pensiero di Maldonado, i media sono diventati l’occhio vigile dell’umanità e il falso bisogno che l’uomo necessità. Per concludere dico che ogni uomo, donna, bambino o anziano debba, prima di credere a qualsiasi cosa venga detta, fare un attento esame interiore e decidere lui stesso, anche se la decisione potrebbe andare contro corrente, cosa è giusto e cosa è sbagliato.

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