Š 2011 Chiarelettere editore srl
Nota editoriale
Questo libro propone il diario politico del 2011 seguendo le puntate di Passaparola di Marco Travaglio. I titoli dei capitoli riprendono quelli delle puntate della rubrica in onda ogni lunedÏ, fino al 26 settembre 2011. All’inizio del capitolo, un incipit di Marco Travaglio ripreso da Passaparola. Segue una breve ricostruzione dei fatti salienti di ogni settimana, a cura della redazione.
Š 2011 Chiarelettere editore srl
Š 2011 Chiarelettere editore srl
silenzio, si ruba
Š 2011 Chiarelettere editore srl
© 2011 Chiarelettere editore srl 3
Scandali al sole 3 gennaio 2011
Buongiorno a tutti e buon anno, questa puntata è registrata alla vigilia di Natale, quindi prescinde dall’attualità, non so cosa succede oggi 3 gennaio, posso immaginarlo ma evito di prevederlo. Questa forse è l’occasione per ricordare gli scandali che avvolgono come una nube tossica il governo Berlusconi, governo che ha perso alcuni suoi elementi, i più compromessi con quegli scandali, a parte il presidente del Consiglio che naturalmente è il più compromesso di tutti, ma rimane al suo posto. Vediamo insomma da chi siamo governati, speriamo ancora per poco.
© 2011 Chiarelettere editore srl 4
Silenzio, si ruba
Il 13 gennaio la Corte costituzionale è chiamata a pronunciarsi sul cosiddetto «legittimo impedimento» (invocabile dal presidente del Consiglio e dai ministri nel caso in cui, in concomitanza con lo svolgimento di una o più delle loro funzioni, si vedano chiamati a comparire in udienza penale in qualità di imputati). Nel frattempo gli scandali e le vicende giudiziarie che coinvolgono esponenti di primo piano del governo sono molteplici. Alcuni nomi: Raffaele Fitto, ministro per i Rapporti con le regioni e per la coesione territoriale, Umberto Bossi, ministro delle Riforme per il federalismo, Roberto Maroni, ministro dell’Interno, Altero Matteoli, ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Sandro Bondi, ministro dei Beni e delle attività culturali, Michela Vittoria Brambilla, ministro del Turismo, fino a sottosegretari, funzionari e collaboratori di spicco. Ecco alcuni dei reati contestati: frode fiscale, appropriazione indebita, falso in bilancio, corruzione, associazione a delinquere, truffa, finanziamento illecito, istigazione a delinquere, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, favoreggiamento.
© 2011 Chiarelettere editore srl 5
Per chi suona la Consulta 10 gennaio 2011
Questa è la settimana decisiva, finalmente, per sapere se la legge sul legittimo impedimento, quella che ha garantito l’impunità da qualche mese a Berlusconi dopo la bocciatura del lodo Alfano, è o non è conforme alla nostra Costituzione. Con un po’ di presunzione possiamo dire che noi già lo sappiamo che non è conforme alla Costituzione perché siamo molto affezionati all’art. 3, in cui si proclama l’uguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge senza distinzioni di razza, di religione e anche di condizioni personali e sociali.
Dopo due rinvii, la Corte costituzionale sta per emettere una sentenza le cui conseguenze ricadranno non solo sulle vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi ma anche su uno dei capisaldi
© 2011 Chiarelettere editore srl 6
Silenzio, si ruba
fondamentali su cui poggia l’architettura di uno Stato democratico, l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. Nella legge n. 51 del 7 aprile 2010 («Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza») viene introdotto un principio che da un lato crea un discrimine determinato dalla carica istituzionale occupata da un particolare cittadino, dall’altro assoggetta implicitamente il potere giudiziario a quello politico. I giudici, con questa legge, sarebbero obbligati ad accogliere la lettera della segreteria di Palazzo Chigi, o del ministero cui appartiene il ministro imputato, come documento che dimostra il legittimo impedimento, senza nessuna possibilità di valutare la legittimità o meno dell’impedimento comunicato. Quella del legittimo impedimento è una partita che si gioca su più fronti: la Corte costituzionale, infatti, è chiamata anche a esprimersi sull’ammissibilità di un quesito referendario (promosso dal segretario dell’Idv Antonio Di Pietro) volto ad abrogare la legge stessa o quanto di essa dovesse sopravvivere al giudizio di costituzionalità espresso dalla Consulta.