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Il Made in Meda

A mio papà, che - incazzandosi - ci ha insegnato tutto. Grazie Ante

Questo libro nasce dallo sguardo di un bambino, di me bambino.

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Giravo per le strade di Meda con la mia biciclettina, e vedevo, guardavo, osservavo.

Vedevo innumerevoli cortili, dove mi soffermavo a guardare quelle che mi sembravano migliaia e migliaia di persone al lavoro. Le osservavo, affascinato, mentre lavoravano sodo, spesso immersi in nuvole di buscaj (i trucioli di legno, ndr).

Nella mia mente di bimbo mi chiedevo: “Ma quante case devono esistere al mondo per poter accogliere tutti questi mobili? Tantissime!”

E anche: “Ma quante persone bravissime esistono a Meda, che lavorano così tanto e fanno cose così belle e tutti i giorni?”

Li avevo sotto gli occhi i maestri, e non da poco... quando la biciclettina prendeva il vialetto di casa, incontravo il laboratorio dove mio padre Fioravante e mio zio Carlo, fondatori della ditta, lavoravano. Come tantissimi, come quasi tutti, lo facevano tra le mura di casa.

La mia ammirazione per loro era sconfinata, e si allargava ai collaboratori di talento di cui, piano piano, si circondarono per far fronte al lavoro crescente.

Anche più grandicello, mentro mi ritiravo in camera a studiare, dopo una pausa con i “grandi”, che immancabilmente mi facevano giocare, seguivo con lo sguardo la loro fierezza. Percepivo, in modo confuso ma inequivocabile, che erano dei “fighi pazzeschi”. Volevo essere come loro, eccome se lo volevo!

Tutto ciò cresceva in me pian piano, negli anni della giovinezza: quelle scene viste fin dalla prima infanzia, quelle sensazioni e quei valori, respirati in casa e poi in ditta, hanno tracciato un percorso, per nulla facile, intimo, che ho dovuto conquistare prima di sentire mio.

Ma a quel punto, quando finalmente riuscii a vincere il senso di inadeguatezza che provavo ogni qual volta mi mettevo alla prova con quei Maestri, il cerchio si chiuse. E mi si aprì una visione che non mi ha più lasciato.

Meda, la mia città, il mio lavoro, le persone... l’attività del papà e dello zio che si evolveva, sempre all’insegna di un legame indissolubile con il territorio. Nasceva così in me il desiderio di conoscere meglio quelle radici così profonde.

Iniziavo a viaggiare, e più andavo lontano più capivo la forza di Meda e dei suoi protagonisti.

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