Progettazione del marchio Immagine coordinata
Per ottenere una solida identità di marca in grado di incrementare le vendite Il marchio rappresenta l'impresa fin dal primo contatto con i clienti. Ci occupiamo di progettazione del marchio e di immagine aziendale da 25 anni, con centinaia di simboli per azienda e linea di prodotto realizzati per una clientela internazionale. Col nostro lavoro partecipiamo al successo del vostro marchio, che è l’elemento distintivo dell’azienda e ne comunica l’idea, superando in un mercato globale i problemi di lingua. Forniamo inoltre tutto il know-how tecnico necessario per essere utilizzato al meglio con i vari media, a mezzo stampa ed elettronici, per sostenere la migliore qualità visiva nella comunicazione.
Digifly produce strumentazione per il volo. Il marchio è l'espressione in forma grafica del tracciato di un radar; una linea retta che ruota sullo schermo lasciando una scia. Visivamente si presenta anche come una D stilizzata, iniziale del nome. Anno 1988.
E' un'impresa di costruzioni edili. Gli edifici in genere sono costruiti dalla aggregazione di elementi simili, come i mattoni. Sullo stesso principio è stato pensato il marchio, dove l'insieme di tre forme ricavate da settori dei tondi del logotipo, compongono in forma stilizzata le iniziali B e C di Bologna Costruzioni. L'insieme è stato ruotato di 45° per ottenere maggiore contrasto sui tagli. Anno 1998.
C C C
E’ il marchio di un servizio telefonico aziendale. Un solo cerchio è stato diviso per creare una forma che ricorda un volto al telefono. Diventano così anche due C, iniziali di call e center. La dinamica della parte inclinata è stata ripresa nel testo, per comunicare l’azione del servizio. Anno 2006.
Maserati auto, nello sviluppo della propria immagine, aveva prodotto nel corso dei decenni numerosi simboli spesso associati al tridente, ma di forme varie. Occorreva quindi ridisegnare una forma definitiva, basandola sulle possibilità di riproduzione, con le tecniche attuali, sull’ampia varietà dei materiali che compongono l’automobile oggi. Anno 1998.
L'azienda produce accessori sportivi. Il marchio è l'astrazione grafica della fiamma della fiaccola olimpica. Ha anche un’aspetto floreale, per cogliere il ricordo dei trofei d’alloro che si conquistano col podio. La gabbia è stata sviluppata insieme al marchio e con più rapporti, allo scopo di ottenere una vivace attività visiva. Anno 1987.
w e b d i n a m i c a
Webdinamica si occupa di progettare e realizzare di siti internet professionali. Il marchio si genera da un piano prospettico al quale sono sottratti tre settori triangolari a formare una doppia «v» a spessore del corpo variabile, ad accentuare l'aspetto dinamico ed elettrico del mezzo, e per ricordare che in questo caso la comunicazione «esce» da uno schermo. Il logotipo è posizionato su una simmetria sull’asse di continuità visiva. Anno 2002.
Produzione di pelletterie, cinture, borse, accessori. Fiore è una parola usata spesso per definire il pellame di qualità, comunque cercavo anche un segno che potesse funzionare anche riprodotto molte volte sulla stessa superficie, per potere texturizzare le fodere. Qui non c’è una gabbia sul piano perché questo segno l’ho preso da una serie di studi fatti in precedenza disegnando con la china su un foglio di acetato trasparente, poi curvato a cilindro. Anno 1999. Un’architetto. Non sempre all’azienda serve un marchio, anzi a volte è un decoro inutile alla comunicazione, ma qui ho pensato che un segno distintivo potesse avere lo scopo di firma che rende visibile l’autore sui progetti e sulle numerose riproduzioni che sono il prodotto di questa attività. La lettera emme mi ha ricordato una forma architettonica qui molto presente, i portici; su quello ho terminato il resto. Anno 2001.
r
L’azienda produce una serie di macchine accessorie per la lo stampaggio di materie plastiche. Semplicemente ho lavorato sul vuoto ed il pieno, come avviene anche per lo stampo cavo ed prodotto finito nella lavorazione della plastica. Ho anche associato il piano con la emme che invece è nello spazio. Difatti questi prodotti sono posizionati di sbieco rispetto alle linee di produzione della fabbrica. Anno 2005.
e
E’ un produttore di componenti per l’elettronica. Ho cercato un segno che potesse essere identificativo di un settore. Poi doveva risaltare senza confondersi con gli altri simboli del vastissimo vocabolario dell’elettronica, ed essere realizzato anche in argento sui pcb. Il punto di partenza è anche la lettera “e”, iniziale del nome, ed è simmetrico in segno di collegamento, connessione. Anno 1991.
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L'azienda esegue le lavorazioni meccaniche di taglio e piega della lamiera. Il marchio si genera all'interno di una gabbia che non è tanto una gabbia di grafica, quanto un disegno tecnico costruttivo, come quelli solitamente impiegati in officina. Il risultato visivo ricorda una lamiera tagliata e curvata. Anno 1998.
Bolognamusei
Da una iniziativa discussa con Dino Gavina. Riguarda la rappresentazione grafica di un progetto per unificare sotto lo stesso simbolo i musei della città di Bologna. Formalmente è stata usata la stessa lettera «m», che ruotata è simile ad una B, e duplicata e unita forma le iniziali delle parole del logotipo ed esprime l’unione. Come insieme prende una forma materiale «scultorea», e ricorda le opere esposte nei vari musei. Anno 2000.
Un’iniziativa da realizzare a Bologna, curata da Dino Gavina. Avevo pensato di disegnarlo con un 3D e di non riprodurre il marchio sempre dalla stessa angolazione, così da ottenere dal testo un’effetto più concreto, per ricordare l’esposizione che hanno gli oggetti nel museo. Anno 1996. Il nome esteso dell’azienda è metéora rocce artificiali, quante erre! Sia quindi il suono dato dalla pronuncia che il prodotto aziendale, la roccia, dànno un’effetto austero e frammentato, che “gratta”. Per me come il filo di contrasto che corre lungo le due emme vicine. Poi il prodotto di punta sono quelle rocce che stanno in equilibrio su colonne di terra a sezione più piccola, un pò come le due emme appoggiate di taglio. Anno 1995. Torrefattore di caffè. Avevo capito che il marchio mi serviva così, con un simbolo all’interno del logotipo, questo dato dalle specifiche applicazioni, e dal senso del prodotto, anche se questa generalmente è una situazione che cerco di evitare, ma In questo modo il simbolo si trova al centro e divide le parole. Nella tazzina il marchio è scritto in verticale, per potere essere letto bene mentre si beve, in modo da associare che quel nome è del caffè non della tazza; è piaciuta non solo al mio cliente. Anno 1995. Corriere nazionale, trasporto su ruota, un cerchio con dentro un’aletta stilizzata, ripresa da quella che ha sull’elmetto il messaggero degli dei, che dà il nome all’azienda. L’aletta ricorda anche una emme, iniziale del nome. In seguito ho sempre cercato di comunicare senza figurare, ma questo marchio ha 25 anni e mi sembra ancora intenso e chiaro, anche nella composizione con il logotipo. Anno 1983. E’ una società che si occupa di stampa. La stampa viene effettuata tramite rulli cilindrici, che ho ripreso in parte ed inseriti in una costruzione logaritmica per dare l’idea dinamica della stampa, del multiplo. Slittandone una parte ho formato una lettera P, che è l’iniziale del nome. Ho poi notato che in negativo si forma al centro una zona bianca simile ad un foglio. Qui come in altri casi, ho anche consigliato il nome. Anno 1989.
IORINI
Fiorini tratta carrelli elevatori. Le componenti del simbolo, che raffigura un carrello elevatore stilizzato di cui si evidenziano forche e ruote, sono estratte dal carattere di scrittura, scelto italico per ricordare la mobilità dell'oggetto, e bold per esprimere la forza di carico dei mezzi, realizzato nei colori classici del settore. Anno 1998.
E’ un’azienda di produzione di scale a chiocciola, le iniziali dei nomi dei titolari si prestavano ad una rappresentazione grafica di due gradini che come nella chiocciola, sono disposti ruotati rispetto ad un fulcro. Anno 1987.
Un portale posizionato in internet, che raccoglie una serie di notizie su servizi commerciali nella città di Bologna. Ho ripreso la forma dei portici perché i bolognesi sono abituati a ritrovare in corrispondenza di ogni arco di portico, un’attività commerciale. Questo poteva favorire la comprensione dello scopo di un servizio nuovo per la città. Anno 1991.
Un’azienda di servizi rivolta alle risorse umane. Era richiesto un simbolo per rappresentare l’unione ed il legame ad una dinamica comune nel raggiungere gli obiettivi. Io mi sono anche riferito al significato della parola che dà il nome all’attività, arco-baleno, realizzata doppia come immagine e ruotata per conferire una maggiore visione dinamica. Anno 1987.
Marchio per un’emittente televisiva dei paesi dell’est Europa, con sede in Albania; il progetto aziendale non è stato realizzato. Il simbolo si basa sull’onda sinusoidale su cui viaggia il segnale e poteva essere rappresentato anche animato dall’onda in movimento. Anno 1992.
laser
Laser è un'azienda che realizza saldature tramite laser. Quella col laser è una saldatura senza riporto di materiale, cioè le due parti da unire fondono insieme tramite luce. Questa particolarità è espressa dal simbolo, composto da due forme unite che scintillano, ricordando che il laser è un raggio di luce. L’idea di luminoso e lineare ha guidato anche la scelta del carattere. Anno 2002.
Azienda multiservizi, effettua traslochi e trasporto su ruota. La disposizione delle iniziali circolari vuole ricordare un senso di rotazione e sostegno come avviene per i carichi che si muovono su veicoli a ruota. Anno 2006.
Biografia Claudio Bettini nasce a Bologna. Studia industrial design, grafica, illustrazione tecnica e progettazione. Nel 1980 il primo incarico, la documentazione tecnica di Augusta elicotteri, poi BMW, Breda, metropolitana di Washington, Oto Melara, Riva Calzoni, Sasib. 1983 progetti per Zanasi, gruppo Ima. 1984 disegni e segnaletica per FAAC. 1985 collabora e progetta per Ducati Energia, Effer gru, Gruppo Lamborghini, Tassinari bilance, Sideros, nel 1986 per Atlas Copco, Baltur, Cattabriga, Pesci, Piaggio. 1987 primo premio al concorso internazionale di design Emu per mobili da giardino, progetto esposto al Centrodomus di Milano. 1988 rappresentante nella sezione design alla Biennale dei giovani artisti dell'Europa mediterranea. Progetto esposto a palazzo d'Accursio a Bologna. Inizia una lunga collaborazione con Dino Gavina alla grafica di Simongavina e Simon International. Incontra il grafico americano Saul Bass e Tomàs Maldonado. Mostra alla Biennale de la Crèation in Belgio. Incontro con il pubblicitario Armando Testa. 1989 menzione speciale al concorso delle poste e telecomunicazioni in Giappone. Menzione speciale al CDAE, in Belgio, per il progetto di un'auto ideale per l'Europa unita del 1993. 1990 serie di incontri con il designer Bruno Munari e vari progetti, Milano; Porvoo, Finlandia; Stoccarda, Germania. Mostra al Design Center di Stoccarda. Disegna la documentazione tecnica della Piretti collection. Design di uno strumento di controllo per Telecom. 1991-93 studia grafica e design del prodotto all’AG Fronzoni studio di Milano. Grafica per l’immagine coordinata presso il gruppo Montedison-Ferruzzi. Collaborazione con Castelli e COM per la rappresentazione tecnica dei prodotti. Design linea Creares, accessori per telefoni cellulari tra i primi prodotti in serie. Campagna pubblicitaria per Simmons in Francia. Collaborazione all'immagine della classica off-shore Venezia-Montecarlo. Grafica per l’editore Cappelli, Bologna. Simbolo per un progetto ambientale della Provincia di Bologna. Sistemazione dell' archivio di AG Fronzoni a Milano. Premio per l'immagine della Fondazione San Valentino, Terni. Premio per manifesto per la grande retrospettiva "Arte americana 1930-1970", il manifesto è esposto al Lingotto di Torino. Progetto grafico per Imaginaria ‘92, Milano. Mostra a palazzo Durini, Milano. Manifesto per il quinto centenario della scoperta dell'America alla Biennale del manifesto in Messico. Progetto dell’allestimento e grafica per la mostra retrospettiva di Franco Fontana a palazzo Re Enzo, Bologna. Immagine coordinata e design dei prodotti Digifly strumentazione aeronautica (segnalazione d’onore al Compasso d'oro ADI), menzione al Duker Design Prize, Germania. Grafica per il Grand Hotel Duomo, Milano. Seguono alcuni progetti: Cosmopack e Waterlily a Milano; Toyooka, Giappone; Braun Prize, Germania. Nel 2004 riceve l’ADI design Index per il sistema di cucine Kipro. Alcuni progetti sono stati pubblicati sui periodici: Abitare, Archivio, Arte, Arte in, Art leader, Casa vogue, Case da abitare, 100 Cucine, Domus, Donna moderna, Elle, Elle decor, Gap casa, Grand gourmet, Flash art, Interni, International design review, Italia oggi, L'ambiente cucina, La mia casa, L'Architettura, Lineagrafica, Milano finanza, Moda on-line, Mood, National geographic, Ottagono, Per lui, Rassegna, Vogue; dai quotidiani Il Corriere della sera, La Stampa, Il Foglio, Il Giornale, Il Resto del Carlino, Il Manifesto, L'Unità, Il Mattino, Paese Sera, Il Messaggero, Il Sole 24 Ore, La Nazione, e trasmessi dalle reti Rai e Mediaset. E’ stato socio ADI (Associazione per il Disegno Industriale); BEDA (Bureau of European Designers Associations); e Friends of ICOGRADA (International Council of Societies of Industrial Design). Svolge la libera professione nel campo della grafica e della comunicazione visiva.
grafica e comunicazione design del prodotto progettazione di allestimenti 40068 San Lazzaro di Savena Bologna Italia telefono 051 475368 fax 051 475368 www.bettinidesign.it Claudio Bettini 335 6692503 bettini@bettinidesign.it