Beyond the Magazine | Speciale Eventi 2017

Page 1

the

M A G A Z I N E

Luxury Lifestyle | Design | Food | Travel | Movie | Culture | People

Formato BAG

SPECIALE EVENTI 2017

BEYOND




DIRETTORE RESPONSABILE Marcella Di Luise press@gruppobeyond.com

Justine D’Angelo

REDATTORE gm@gruppobeyond.com

REDAZIONE Justine D’Angelo Marcella Di Luise Nicole Macchi Erika Zanchi

LUXURY EDITOR FASHION & CULTURE EDITOR FILM CRITIC & CELEBRITIES EDITOR SPECIAL EVENT EDITOR

CONTRIBUTORS Gloria Garagiola, Fiamma Boccato, Maria Morozzo Della Rocca Chiara Morolli; Robert Micali

PHOTOPRESS Sabina Filice, Justine D’Angelo, Erika Zanchi

BEYONDtheMAGAZINE.it Bimestrale on line - Lifestyle, Celebrities, Movie, Trend, Culture, Luxury Proprietà ed Editore: BEYOND the RULES Srls P.IVA: 09762910967 Sede legale della testata, direzione e redazione: Corso Vercelli, 25 - Milano (MI) - Italy Web recapiti: press@gruppobeyond.com


2017 TOP EVENTs Cari Lettori, Innanzitutto Happy New Year a tutti voi! In occasione della fine di un anno importante, abbiamo pensato di ripercorre re insieme a voi, i momenti più effervescenti che abbiamo vissuto. Come è nata l’idea di queesto Numero Speciale? Dunque… eravamo alla nostra consueta cena di Natale della Redazione, che noi amiamo chiamare “Christmas’ Women Special Lunch” perché , come da nostra tradizione, eravamo solo donne: una vera e propria famiglia in stile matriarcale. Stavamo parlando delle nostre affinità elettive ma anche delle nostre differenze caratteriali che , insieme, costituiscono la nostra unicità e la nostra forza, quando ci siamo ritrovate, senz’altro aiutate dall’euforia del Natale e dalle bollicine del prosecco, a paragonarci a Nicole Kidman, Kristen Dunst e Elle Fanning ne l film “L’inganno”. Da qui il passo a ripercorrere insieme tutte le “tappe più top” del 2017 è stato veramente breve: l’emozione delle sfilate più cool, i Festival del Cinema più prestigiosi ai quali abbiamo partecipato con il nostro team di fotografe ed editor. “Last but not least” con la nostra amabile testimonial & critico cinematografico Nicole Macchi, musa degli stilisti emergenti, abbiamo calcato i Red Carpet di Cannes, Venezia e Roma. Non di solo Moda e Celebrities vive il nostro Magazine… ed eccoci presenti anche al Salone del Mobile, a Londra, a Parigi, a Dubai e all’Arena di Verona. Buona lettura e Buon Anno! La Redazione




ŠPhotocredit Erika Zanchi

ŠPhotocredit Erika Zanchi


Sanremo 2017, vincono Gabbani, Mannoia e Ermal Meta - LA SERATA FINALE Fiorella Mannoia seconda, Ermal Meta terzo classificato Foto di Erika Zanchi– Testo di Justine D’Angelo

,

Occidentali's Karma è' un brano pop elettronico con una ritmica fortemente coinvolgente che invita a riflettere sul nostro modo di vivere occidentale altamente stressante. “Occidentali's karma” spiega Gabbani “è una riflessione sarcastica sul vano tentativo di noi occidentali di ricercare la serenità attraverso la pratica di discipline orientali, per poi giungere alla conclusione che, spogliati dalle sovrastrutture occidentali o orientali siamo tutti delle scimmie nude”. Francesco Gabbani lo scorso anno si era fatto notare nella sezione Nuove Proposte con il brano “Amen”. Arriva seconda classificata Fiorella Mannoia con lo strepitoso brano “Che sia Benedetta”. Fiorella Mannoia ha vinto anche il Premio della Sala Stampa Lucio Dalla.

Si classifica terzo classificato Ermal Metal, con il brano “Vietato Morire”. Ermal Meta si aggiudica anche il Premio della Critica Mia Martini.

©Photocredit Beyondthe Rules

.

lo share ha superato ogni primato raggiunto negli ultimi 12 anni. Nonostante ciò il conduttore Carlo Conti conferma che questa è la sua ultima edizione. Maria De Filippi puntualizza che il suo futuro non è in Rai. Dice testualmente alla conferenza stampa: "Sabato saluterò grata, felice di esserci stata. Ieri sera sono anche riuscita a divertirmi e spero di continuare a farlo, ma senza la voglia di condurlo. Il festival appartiene alla Rai: il mio futuro non è in Rai". Lo ha ribadito Maria De Filippi, dopo il debutto sul palco dell'Ariston accanto a Carlo Conti. Non mi sento un collante nazionale, come sono stata definita. Io sono venuta a Sanremo portando me stessa, cerco sempre di essere me stesa. So fare quello, non altro".



Testo di Marcella Di Luise

il rosso, con giacca e pantalone, sfavillanti decori con cristalli, pietre e paillettes, abiti bon ton in stile collegiale, capi effetto peluche e outfit ispirati agli anni '70, ecco le tendenze più cool per il

Preziosi maglioni dai decori lucenti o pantaloni e gonne a vita altissima, cappotti dalle linee over e giacche doppiopetto, stivali cuissardes che coprono il ginocchio, occhiali tondi e micro borse da portare a mano, ecco gli abiti e gli accessori che non possono mancare nel guardaroba femminile per l’Autunno/Inverno 2017-2018.

il rosa e il nude, le fantasie da avere il Principe di Galles e il maculato ma quali sono i capi d'abbigliamento e gli accessori alla moda per il prossimo Autunno/Inverno 2017-2018?

Sulle passerelle invernali regna lo stile maschile, fatto di stampe classiche e linee comode, i pezzi must sono dunque i cappotti oversize e le giacche doppiopetto che fanno il verso ai look da uomo, capi resi femminili e sensuali con accessori glamour come i cuissardes, gli stivali altissimi alla "Pretty Woman" che arrivano fin sopra la coscia, sia con tacco a spillo che raso terra, le micro big, borse dalle dimensioni mignon che contengono lo stretto necessario, e occhialoni rotondi. La Maison Dolce&Gabbana si è distinta per originalità. Ad aver attirato l’attenzione è stata una borsetta con la scritta “All I need is love and Wi-Fi”, simbolo del fatto che le donne contemporanee non possono fare proprio a meno dell’amore e dei social.








GUY LAROCHE


HERMES


ELLERY




Afternoon tea at Claridge's hotel

Afternoon tea at Ritz

The Wyld Tea at Mondrian


Testo di Nicole Macchi

Quando sono a Londra amo svegliarmi al mattino e incominciare la giornata assaporando il tipico tè inglese Twinings introdotto in Gran Bretagna nel 1650 insieme al caffè e alla cioccolata. In quell'epoca era considerata una bevanda talmente rinvigorente da poter essere paragonata alla nostra Red Bull! Sempre in quell'epoca è nata la controversia amletica inglese se sia meglio il tè con il latte o il latte con il tè... Consiglio a tutti i the-addicted “Lo Strand”, lo storico negozio Twinings dove è possibile trovare l'intera gamma dei prodotti – quasi 200 miscele distribuite in tutto il mondo.

Imperdibile anche il giro sulla ruota panoramica più grande al mondo, che si erge accanto al Tamigi, la famosissima "London Eye". Le cabine-capsula sono spaziose, possono ospitare sino a 25 persone e sono dotate anche di posti a sedere. La ruota raggiunge i 135 metri di altezza ed offre una visione panoramica di oltre 40 chilometri di distanza. Si possono ammirare il Palazzo di Westminster e il Big Ben sulla sinistra, la stazione ferroviaria di Charing Cross al centro e la stazione di London Waterloo sulla destra, che spiccano sulla città. In una giornata limpida avrete la possibilità di scrutare i limiti estremi di Londra e vedere addirittura il castello di Windsor.


Il quartiere di Portobello, invece, situato nell'altrettanto conosciutissima Notting Hill, è stato un vero e proprio set cinematografico per film come l'omonimo "Notting Hill" e "Il Diario di Bridget Jones". L’area deve la sua fama al mercatino di strada “Portobello Road”, conosciuto per gli oggetti di antiquariato e gli abiti vintage e di seconda mano.


La city, centro economico della città è forse la parte che offre più esempi di architettura moderna. Ormai simbolo di questa parte di Londra e forse tra le strutture moderne più belle, è famoso nel mondo anche per la sua forma particolare: parliamo del “Gherkin”, il cetriolo, grattacielo di circa 200 metri di altezza completato dall’architetto Norman Foster nel 2004.


Il Tower Bridge è un ponte mobile di Londra, situato sul fiume Tamigi. Collega i borghi di Southwark e di Tower Hamlets, nei pressi della Torre di Londra, da cui prende il nome


Non si può dire di essere stati a Londra se non si è stati a Regent Street. Qui, dove “il tempo è sempre ben speso”, gli amanti dei locali all’ultimo grido così come le shopping addict troveranno pane per i loro denti. Un alternarsi di pub, concept store, ristoranti, negozi che vantano brand inglesi ed internazionali: un luogo che è vera e propria meta per il buon comprare ed anche per il buon vestire, oltreché una istituzione della capitale londinese.

Regent Street


Soho è diventata una piccola zona multiculturale del centro di Londra, sede per industria, commercio, cultura e divertimento, nonchĂŠ una zona residenziale abitata da cittadini di vari livelli di reddito. Soho è noto attualmente per essere il quartiere gay di Londra, specialmente nella zona intorno a Old Compton Street, nel quale vi sono decine di aziende che utilizzano la cosiddetta sulla “sterlina rosa", usata per favorire il commercio locale.


Testo di Erika Zanchi

uest’anno sono state 5 le manifestazioni che si sono svolte dal 4 al 9

aprile presso il quartiere Fiera Milano: il Salone Internazionale del Mobile,

Euroluce, Workplace 3.0, Salone Internazionale del Complemento d’arredo e Salone Satellite. Durante un’intervista, il Presidente del Salone del Mobile Roberto Snaidero ha dichiarato: “L’ottimismo verso l’evento di aprile è dettato dalla buona performance del settore nei primi dieci mesi del 2016 e che fa sperare di poter confermare questa tendenza anche nei prossimi mesi. L’arredo italiano è in continua crescita su quasi tutti i mercati internazionali. La vocazione internazionale del Salone del Mobile ha richiamato alla scorsa edizione il 67% di operatori esteri di alto profilo”. Il Salone del Mobile ormai è un appuntamento molto importante per il sistema italiano grazie alla sua capacità di attrarre a Milano operatori, che vanno oltre la schiera di visitatori, designer, buyer, giornalisti da tutto il mondo, ma è ormai capace di attrarre anche turisti che si recano a Milano per vivere i momenti piu cool generati dagli eventi del Fuorisalone.

“Milano si farà trovare pronta e sempre più all’altezza di questo appuntamento internazionale che porta in città persone da tutto il mondo. Il Salone del Mobile è sempre stato un banco di prova per la città che va fiera di essere considerata la capitale del design e vuole mantenere saldo questo primato, dimostrando anche quest’anno di essere la cornice ideale per una manifestazione di questa importanza”, ha dichiarato il sindaco di Milano Giuseppe Sala. Dopo il lancio alla scorsa edizione di xLux, settore dedicato al lusso senza tempo in chiave contemporanea, il Salone continua il suo percorso di rinnovamento con un nuovo format a partire dall’estensione del nome in Classico: Tradizione nel futuro propone un layout più omogeneo ed equilibrato.

Quali sono le caratteristiche di questo Salone del Mobile 2017? Internazionalità, innovazione ma anche lusso, con ‘Classico: Tradizione nel futuro’, un nuovo format per il mobile e i complementi classici


Il vaso Klee, design Andrea di Giuseppe

Dall’Albergo Diurno Venezia alle antiche sale del Museo Poldi Pezzoli di Milano. Per il secondo anno, in occasione della design week 2017, Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte e Creative Academy ci portano alla scoperta di un altro gioiello del capoluogo lombardo .

Molteni

Quest’anno Alberto Nespoli e Domenico Rocca dello studio Eligo, direttori artistici del progetto, hanno messo alla prova i ragazzi su due tecniche di lavorazione del legno fra le più nobili e antiche, l’ebanisteria e la tornitura.

Il risultato è Natural Talent, una collezione di 40 oggetti («sono davvero interessanti») che spazia da scatole e portagioie a set per giocare a golf, da skateboard a trottole, da voliere per uccelli a espositori per la Maison Van Cleef & Arpels, partner dell’iniziativa.

Kartell

Carl Hansen


LIVES, STORIES,

Caleidoscopic Pavillon


THREE CENTERS OF CULTURE


Si chiama “Poesie di neon” la magica installazione luminosa creata con scritture di luce firmate da Luca Trazzi con uno sguardo illuminato, contemporaneo e reverente, tra passato e futuro. La location è molto speciale, assolutamente da vedere: si entra dalle Gallerie d’Italia ma poi ci si ritrova nel colonnato di Palazzo Anguissola e infine nel Giardino di Alessandro, situato all’interno della casa di Alessandro Manzoni. Le scritte, realizzate con tubi di neon, sono disegnate in un gioco di vuoti e pieni, colori, luci ed ombre, citazioni di forme e promesse.

Una dedica allegorica di un amore perduto, che evoca il pensiero dello spettatore all’altro storico monumento cittadino, la facciata di Palazzo Carminati in piazza del Duomo. Dalla poesia al neon sembra rivivere il ricordo dell'epoca dei caroselli con le insegne luminose che hanno fatto la storia della grande Milano.

E tutte le sere questo incanto si è animato accendendosi.

Testo di Erika Zanchi




I

di Justine D’Angelo

l Festival del Cinema di Cannes è l'evento tra i più sorprendenti e glamour, ed ha l’onore di aprire la stagione cinematografica dal 17 al 28 maggio 2017. Non solo i film, ma anche gli ospiti internazionali con i loro red carpet hanno ammaliato in questi giorni tutti i fan del grande schermo. Quest’anno il Festival ha compiuto 70 anni e la consegna della Palma d'oro ha regalato grandissime emozioni. The Square ha vinto la Palma d'oro 2017. Tutti i premi assegnati al Festival di Cannes 2017 dalla giuria, a partire dalla Caméra d'or, premio all'opera prima, assegnato a Léonor Serraille per il film Jeune Femme. Molto atteso e applaudito anche il premio a Yorgos Lathimos per The Killing of a Sacred Deer.

Diane Kruger riceve invece il premio per la Migliore interpretazione femminile, mentre a Joaquin Phoenix

è andato quello per l'interpretazione maschile grazie al film You where never really there. Sofia Coppola con “L’inganno” vince il premio per la regia.”120 battiti al minuto” ha invece conquistato il premio speciale della giuria.

A

Nicole Kidman il Premio della 70esima edizione. Premi: Un certain regard: Lerd di Mohammad Rasoulof Premio Miglior Regista: Taylor Sherida per Wind River Premio per la Poesia e la Creatività: Barbara di Mathieu Amalric Premio della Giuria: Las Hijas de Abril di Michel Franco La giuria era presieduta da Uma Thurman, quella della sezione Un certain regard, molto importante al Festival di Cannes 2017.


Elle Fanning in Vivienne Westwood

Jessica Chastain wore Givenchy Haute Couture to the 'Okja' at Cannes.

Jourdan Dunn


Julienne Moore

Nicole Macchi in Zeynep Kartel

Jessica Chastain


I

l suo ruolo iconico nei panni di Mia Wallace ha contribuito a rendere di culto il titolo che portò a casa la Palma d’Oro nel 1994, Pulp Fiction.

E con Tarantino, Uma Thurman è tornata sulla Croisette anche per Kill Bill, prima di essere giurata per il concorso nel 2011, con presidente Robert De Niro.

A

Cannes 70, l’attrice presiederà invece la giuria della sezione “Un Certain Regard”, il segmento “di ricerca” della selezione ufficiale.

Uma Thurman

L

a presidentessa della giuria “En Certain Regard” Uma Thurman ha il compito di valutare alcuni dei film più particolari dell’intera proposta del Festival di Cannes.

Q

uesta sezione si rivolge alle pellicole “originali e diverse” che, pur discostandosi molto dal filone mainstream, riescono ad affrontare i temi trattati con una sensibilità superiore, regalandoci un punto di vista nuovo e inatteso sul cinema e sulla vita.



, L

Testo di Erika Zanchi

Arena di Verona Opera Festival presenta un panorama davvero ricco per tutti gli dell’opera italiana, del balletto e per tutti coloro che vogliono vivere l’emozione di una notte sotto le stelle e con le stelle!

nell’elegante e tradizionale allestimento del regista Ivo Guerra, con le scene di Raffaele del Savio e i costumi di Carla Galleri, che riproduce all’interno dell’anfiteatro veronese una piccola città di Mantova curata nei minimi dettagli.

L’ouverture sarà dedicata al Nabucco di Giuseppe Verdi, seguita a fine giugno dall’Aida opera simbolo del Festival lirico con le sue 650 rappresentazioni dal 1913 ad oggi.

A

Il capolavoro verdiano è presentato per 8 serate fino al 23 luglio nella versione visionaria firmata dal team artistico catalano La Fura dels Baus, con la regia di Carlus Padrissa e Àlex Ollé. La terza opera del Festival 2017 è ancora un titolo verdiano, Rigoletto, proposto dal 1 al 27 luglio.

Luglio ci faremo emozionare dalla Madama Butterfly di Giacomo Puccini, mentre Il 17 luglio è la volta della prima serata speciale del 95° Festival lirico: anche per il 2017 fa tappa in Arena il gala Roberto Bolle and Friends, l’atteso appuntamento che vede impegnato Roberto Bolle, étoile mondiale della danza, in un repertorio che spazia dal classico al contemporaneo, affiancato dai principali nomi del panorama ballettistico internazionale.


S

egue il 21 luglio la serata Plácido Domingo - Antología de la Zarzuela, che vede protagonista uno dei miti della lirica mondiale con le arie più emozionanti della tradizione popolare spagnola, in un programma che vuole trasmettere al pubblico tutto il calore e l’energia della terra madrilena. Ultimo titolo lirico del Festival 2017 Tosca di Giacomo Puccini, proposta dal 5 al 25 agosto per 5 rappresentazioni nello scenografico allestimento ideato nel 2006 da Hugo de Ana, che ne ha curato regia, scene, costumi e luci. Per concludere, il 15 agosto è in programma la terza serata-evento che vede l’esecuzione della IX Sinfonia di Beethoven diretta da Daniel Oren, con le voci del soprano Erika Grimaldi, del contralto Daniela Barcellona, del tenore Saimir Pirgu e del baritono Ugo Guagliardo. Una serata di gala di pura emozione, arricchita dal lighting design di Paolo Mazzon, che vede il capolavoro assoluto del genio di Bonn – prima composizione musicale dichiarata nel 2001 “Patrimonio dell’Umanità” dall’Unesco, con l’iscrizione nel registro della “Memoria del Mondo” – risuonare nell’anfiteatro fino ad avvolgerlo nell’entusiasmo del celeberrimo Inno alla Gioia.


Roberto Bolle & Friends

AIDA di Giuseppe Verdi




Testo di Justine D’Angelo

P

er la sua nuovissima collezione primavera/estate 2018, la stilista turca Zeynep Kartal decide di celebrare

l'amore omaggiando il poema medievale francese "Roman de la Rose", di Guillaume de Lorris. Il poeta si sveglia durante un mattino di maggio. E' primavera, la stagione tipica dell'amore. Dopo aver osservato il magnifico panorama dettato dalla nuova stagione decide di addentrarsi in un rigoglioso giardino, un locus amoenus, dove attraverso lo specchio di Narciso vede riflessa la rosa - simbolo di femminilitĂ e di amore incondizionato - della quale si innamorerĂ perdutamente. L'intero poema narra delle imprese dell'Amant per conquistare la rosa, allegoria della donna amata.

La storia d'amore di Zeynep si apre con sfumature di giallo e rosso all'interno di romantici pizzi e abiti di puro chiffon. Piccoli e preziosi ricami floreali crescono lungo le elegantissime gonne di tulle rendendole femminili, fresche e sensuali. Tute e corpetti accentuano le forme, impreziosendole con inserti di raso e pizzo.





Testo di Marcella Di Luise

-

C

on la sua collezione Primavera/Estate 2018, lo stilista italiano Mauro Gasperi declina ancora una volta il connubio che gli è più consono, quello tra Arte e Moda. Mauro Gasperi realizza il suo sperimentando forme, colori e diversi e accostando tra loro svariati materiali, tessuti e

Concept stili i più tagli.

Lo stilista si ispira per i tagli nitidi, per le sovrapposizioni dei tessuti e il mix di stili agli elementi figurativi della Pop Art di Eric Jones, strizzando però l'occhio anche alla tradizione italiana.

Attraverso questa collezione riscopriamo anche il fascino della Cina, paese a cui Mauro è particolarmente legato. dalla natura e dalle atmosfere cinesi riprende le fantasie geometriche stampate su outfit street style, indiscutibilmente originali.

Q

uella di Gasperi è senza dubbio una

giovane donna contemporanea, che adotta uno stile estemporaneo e duraturo, totalmente indipendente dalle scadenze stagionali.




Photocredit: Beyond the Rules


Photocredit: Beyond the Rules

Foto Riccardo Riande



otografia sublime. La donna, la moglie, la madre, l’amica, artefice del vero cambiamento

Hostiles inaugura la 12^ edizione della Festa del Cinema di Roma.

-D.H. Lawrence. È questa la citazione che si staglia sullo schermo, bianco su nero, dando inizio al film e delineandone lo spirito. Nel 1892 il capitano Blocker (Christian Bale) accetta contro la sua volontà di accompagnare il prigioniero e nemico capo Cheyenne (Wes Studi) e la sua famiglia nella loro terra nativa. Assolutamente impeccabile la fotografia che, sin dalla prima scena, descrive con un raffinato realismo la violenza della guerra, tra pennellate di cruda brutalità e tocchi di delicata sofferenza e compassione. Lo scenario western si rivela un pretesto per dimostrare che guerre e armistizi nascono, in realtà, dal cuore di ogni singolo uomo.

“F

Regia di Scott Cooper Con Christian Bale, Rosamunde Pike, Wes Studi, Ben Foster

Il capitano Joseph Blocker odia profondamente le nefandezze compiute dal capo Cheyenne Falco Giallo e viceversa; ma durante il loro “viaggio” scopriranno che, in fondo, il disprezzo reciproco che nutrono è rivolto a quella parte crudele di loro stessi a cui la guerra li ha costretti ad accedere.

Il cammino che intraprendono dal New Mexico al Montana è quindi la rappresentazione della vita stessa e di come spiriti diversi reagiscono alla medesima esperienza. Il regista Scott Cooper passa il testimone del messaggio di pace e solidarietà alla donna che, come la Statua della Libertà americana, porta il testimone di un messaggio d’amore e libertà tra i popoli. Nel film il primo gesto di avvicinamento tra le due civiltà, così apparentemente opposte tra loro, viene compiuto dalla donna Cheyenne nei confronti di Rosalie Quaid, dando il via ad un processo di riflessione.

Un finale figlio di una nuova consapevolezza, in netta contrapposizione con la scena iniziale, anche dal punto di vista fotografico, chiude il cerchio.

Di Nicole Macchi - attrice & critico cinematografico



occante, delicato e fortemente raffinato. Un messaggio di speranza che fa bene al cuore di Nicole Macchi - attrice & critico cinematografico

Photocredit: Sabina Filice

“T

“Stronger”, presentato dall’attore Jake Gyllenhaal e dallo stesso Jeff Bauman, reale protagonista degli eventi, racconta del suo commovente itinerario riabilitativo a seguito dell’attentato di Boston – 15 aprile 2013 – durante il quale un’esplosione gli provocò la perdita di entrambe le gambe. A colpire è l’eleganza emotiva che caratterizza l’intera narrazione. Infatti, nonostante la storia sia pregna di dolore e sofferenza, L’umorismo composto di Bauman, che porta con sé un messaggio di forte speranza, riesce sempre a strappare un sorriso allo spettatore. Per quanto la performance di Jake Gyllenhaall sia stata impeccabile e tanto intensa quanto delicata, a colpirmi particolarmente è stata la travolgente e naturale dolcezza di Tatiana Misley, caratterizzata da piccoli gesti e sguardi profondi, messi in risalto dalle inquadrature di dettaglio del regista.

Un messaggio sulla vera “essenza dell’uomo”, che resta tale anche se diversamente abile, perché lo spirito e la voglia di vivere, nonostante le avversità, non hanno limiti di sorta. Solo superando le difficoltà scopri chi sei realmente.


Photocredit: Sabina Filice NICOLE MACCHI – Red Carpet – STRONGER in LEPA COUTURE Photocredit: Sabina Filice Photocredit: Sabina Filice


Jake Gyllenhall

Photo by Vittorio Zunino Celotto/Getty Images


Photocredit: Hollywood Reporter


“ V ero, trascinante, avvolgente. Un “

immersione totale nella vita altrui Regia di Matthew Newton Con Julianne Nicholson, Emma Roberts, Zachary Quinto

di Nicole Macchi - attrice & critico cinematografico

Who we are now, scritto e diretto da Matthew Newton, racconta la storia di Beth, un’ex detenuta che lotta per riottenere la custodia del proprio figlio. Costretta a lavorare per un centro di bellezza gestito da cinesi che non le consente di stabilizzarsi economicamente, si rivolge ad una associazione di avvocati senza scopo di lucro. Qui incontrerà Jess, una giovane avvocatessa che cercherà in tutti i modi di aiutarla.

Al mattino ci alziamo e andiamo al lavoro con Beth, poi assistiamo ai litigi di Jess con sua madre, usciamo, conosciamo persone, viviamo i rumori, i sussurri e il vociferare dei clienti in negozio.

Ad affascinare è la veridicità quasi documentaristica che caratterizza le riprese dell’intera pellicola.

Ogni performance, perfettamente calibrata, è fluida e delicata.

I personaggi vengono raccontati in modo estremamente naturale, attraverso estratti presi dal loro quotidiano, attraverso i veri e propri momenti che, anche se apparentemente banali, caratterizzano la loro vita.

"Who we are now" sembra non chiudersi in modo definitivo perché in effetti non lo fa. I personaggi infatti continueranno a vivere ma, a noi, non sarà più permesso sbirciare.


Photocredit: Sabina Filice

Photocredit: Il T


“ D eludente trasposizione di una serie TV americana di successo. - Non si puo’ fare

Pecca in un suo personale “si può fare” che è solo frutto di una mera scopiazzatura

Ambientato all’interno di un bar chiamato appunto “The Place”, narra la storia di un uomo (Valerio Mastandrea) che, seduto all’ultimo tavolo dal quale non si muoverà per l’intera durata della pellicola, riceve continue visite da parte di clienti che vogliono realizzare un desiderio profondo, quasi impossibile. Eppure, a detta dell’uomo, tutto “Si può fare”, ma, ogni cosa ha il suo prezzo. La tavola calda che ospita l’uomo ed i suoi rispettivi clienti, è completamente decontestualizzata e senza tempo. E’ semplicemente “un posto”. Un posto ovunque nel mondo. Il focus non è dunque concentrato sui luoghi in cui avvengono le azioni, che non vengono mai mostrati, ma bensì sulle cause scatenanti; sulle passioni e sui desideri ardenti che ci spingono a legittimare ogni tipo di scelta pur di ottenere ciò che vogliamo.

Il ruolo di Valerio Mastandrea potrebbe rappresentare il libero arbitrio – per la realizzazione dei desideri dei suoi clienti, offre soluzioni spesso immorali e a volte disumane ma senza mai costringere nessuno a compierle. Ognuno di loro è infatti libero di scegliere quale strada intraprendere – oppure potrebbe essere la trasposizione di uno specchio che riflette l’anima e l’essenza profonda di ciascuno, con relative luci ed ombre o addirittura il peso della croce da portare da cui i clienti “escono trafitti” (cit del personaggio di Sabrina Ferilli) Script che potrebbe anche essere considerato originale se non fosse che, in realtà, è l'esatta trasposizione della serie tv americana "The Booth at the End". Sicuramente un’opera che vorrebbe uscire dall’ovvietà ma pecca in un suo personale “si può fare” che è solo frutto di una mera scopiazzatura.

di Nicole Macchi - attrice & critico cinematografico


NICOLE MACCHI – Red Carpet – Three Billboards Outside Ebbing Missouri

In FEDERICA BELLESI


Testo di Marcella Di Luise

I Il suo punto di riferimento è da sempre stato Coco Chanel, con cui condivide il processo creativo.

n occasione del Red Carpet del film “The Place", che ha chiuso la 12^ edizione della Festa del Cinema di Roma, l’attrice e modella Nicole Macchi ha scelto di indossare uno splendido abito rosso fuoco della stilista marchigiana Federica Bellesi. Dopo il successo ottenuto interpretando il suo abito di seta bianco sul Red Carpet del Festival del Cinema di Venezia per “Three Billboards...”, non poteva che sceglierla nuovamente! A renderla speciale è il processo creativo alla base della realizzazione di un modello. Federica, infatti, non disegna i suoi abiti: alla matita e alla carta preferisce la stoffa.

Così si siede in una stanza sola con i suoi tessuti, li ascolta e fa tesoro di tutte le sensazioni che il contatto con le stoffe le trasmette per poi, una volta essere raggiunta dall'ispirazione, dar vita alle sue incredibili creazioni.

Nate dall'accurato studio del corpo femminile unito alla passione per il design e l'alta moda, sono tutte realizzate artigianalmente. Il suo punto di riferimento è da sempre stato Coco Chanel, con cui condivide il processo creativo.

Grazie alla forza di Coco, Federica è riuscita a trovare la determinazione che l'ha spinta a buttarsi e ad inseguire i sogni che l'hanno portata ad aprire una sua casa di moda a soli vent'anni. Ciò che più colpisce del suo stile è l'essenzialità un po' retrò capace di trasportare in un'epoca in cui ad ogni abito corrisponde un sogno diverso.


Faccio questo mestiere perche’ amo la semplicità della bellezza sincera, mi appassionano i tessuti e l’emotività che un vestito può trasmetterti. Timeless Collection by Federica



Dialoghi introspettivi tra i due li porteranno sulla scelta del martirio come forma di purificazione e rinascita. Nel mentre, una vita che nasce, porta entrambi Federica, quando è nata la E cos’hai fatto? Hai seguito tua passione per la moda? il suo consiglio? ad un'opposta reazione: amore e speranza o «E’ cominciato tutto quando «Sì… (sorride, ndr). avevo 4-5 anni; mia mamma mi rinuncia e morte? Decisi di lasciare la portava da una sua amica scuola e andai a Milano dove Con un’aprile finalesarta. a libera interpretazione. «Nell fui selezionata in un 2014, esposi al Fuorisalone per la prima volta. Fu un enorme successo.»

Tornavo a casa con una scatola piena di ritagli di stoffe con cui mi divertivo a vestire le Barbie e a fotografare i vari modelli come fosse una sfilata. Poi, verso i 18 anni, mentre frequentavo un corso serale di taglio e cucito, l’insegnante chiamò i miei genitori per far notare loro il mio talento. Accadde la stessa cosa pochi anni dopo con una professoressa della Poliarte di Ancona che mi suggerì di avviare un’attività in proprio...».

concorso per giovani designer. Poi, nell’aprile 2014, esposi al Fuorisalone per la prima volta. Fu un enorme successo. Dieci giorni dopo aprì la mia boutique, anche questa tutta disegnata da me».

E così la tua carriera ha avuto una svolta… «Esatto. Di giorno mi occupavo del negozio e di notte producevo abiti. Il mio è un lavoro durissimo ma lo amo più di qualsiasi altra cosa»


« Ho voluto conciliare la mia sensibilità con quella delle altre donne; lavorare sulle mie emozioni per emozionare chi compra.

Dietro ogni collezione c’è uno studio anche chimico: ci vogliono sensibilità, delicatezza ed un pizzico di ironia.»

Qual è il processo creativo dietro alla realizzazione degli abiti? «Faccio una grande ricerca di tessuti. Poi mi chiudo in una stanza. Amo sentire tra le mani ciò che il tessuto mi trasmette e lascio che sia quest’ultimo a suggerirmi la linea che dovrà avere l’abito. Quando l’ispirazione arriva, taglio il tessuto e lo cucio direttamente. Il campione passa direttamente alla modellista che ne ricava il cartamodello. Vengono eliminati anche i più piccoli difetti e si passa alla produzione delle taglie. Tutti i vestiti sono prodotti da me e sono 100% made in Marche. »

Creare per le donne è un’emozione e una responsabilità

A chi si rivolgono le tue collezioni? «

Le collezioni sono pensate per la donna di oggi, che immagino libera di fare le sue scelte, senza alcuna costruzione sociale e senza la paura di essere giudicata.

Le mie sono donne indipendenti e sicure, intente a costruire la loro identità, libere di sperimentare nel loro stile. La donna che veste Federica Bellesi è una donna moderna, sognatrice, curiosa. Una donna che inventa il suo stile seguendo l’emozione senza adeguarsi ai dogmi dettati dalla moda».


NICOLE MACCHI –THE PLACE in FEDERICA BELLESI

Photocredit: Sabina Filice



di Justine D’Angelo

L'ispirazione per il Burj Khalifa deriva dal mondo floreale. La forma della pianta ricorda un fiore di hymenocallis, una specie originaria degli stati del sud degli USA ma diffusa anche a Dubai. La sua altezza vertiginosa permette di vedere il tramonto due volte nella stessa sera: la prima stando al piano terra e la seconda salendo in cima alla torre.


Proprio qui sono state girate alcune delle scene piĂš avventurose del film Mission Impossible: protocollo fantasma con Tom Cruise nel 2010. Gli attori hanno infatti eseguito un inseguimento verticale sulle vertiginose pareti del Burj Khalifa. La Dubai Fountain, situata all'ingresso dell'edificio, crea ben 13 spettacoli d'acqua al giorno sulle melodie piĂš conosciute dei nostri giorni .


La cornice divide infatti la città in maniera quasi simmetrica. A Sud la parte moderna con i grattacieli, le Torri Emirates e il Burji Khalifa. A Nord gli angoli storici e antichi della città, come i quartieri di Deira, Umm Harare e Karama. La passerella in sospeso tra le due torri rappresenta molto più che un ponte prettamente fisico, ma un “ponte” simbolico che connette le due anime di Dubai, in un unico scorcio mozzafiato. Oltre all’osservatorio, il ponte ospiterà vari spazi espositivi, gallerie d’arte e un bar/ristorante panoramico.




Dubai è il regno in cui tutto grandioso, fantasmagorico e oltre il limite dell’immaginazione. Anche il lusso è estremo e avveniristico: il resort-destinazione Atlantis, the Palm è l’esempio emblematico di questa filosofia applicata al mondo dei turismo e dell’intrattenimento. Il grande resort ispirato al mondo del mare propone ai suoi ospiti un immenso parco acquatico di 17 ettari, il più grande ambiente marino nelle sue lagune all’aperto con oltre 65.000 esemplari e, nell’albergo, due Underwater Suite, chiamate Poseidon e Neptune, in cui gli ospiti vivono e dormono… sotto il mare.


The Crystal Group

Sofitel Downtown Terrace

40 KONG

Four Points by Sheraton




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.